La contrada contesa

Quest per Vyctor Swyft

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    C'era un'ombra sul viso di lord Steffon Swyft, un cattivo presagio che lo oscurava da giorni.
    Il signore di Contrada del Grano aveva conservato la sua tempra di guerriero, anche se con il tempo si era ammorbidito alla dolcezza florida delle sue terre. Ma ora nemmeno più i banchetti che tanto lo deliziavano riuscivano a risollevarlo del tutto dai suoi pensieri cupi. Ogni volta che riceveva questo o quel funzionario, la sua pazienza sembrava assottiliarsi sempre di più.
    Fino a quella mattina.
    Dopo aver riletto per l'ennesima volta il documento che lo tormentava sulla sua scrivania, la sua sopportazione raggiunse il colmo e schiantò i pugni sul legno con nuova risoluzione.
    - Basta così!- tuonò all'attendente, sobbalzato allo scatto d'ira del suo lord -convocatemi Vyctor. Convocatemi mio figlio!


    line-png-32


    Allora, inizia qui la tua quest!
    Descrivi pure cosa sta facendo Vyctor quella mattina, fino a quando non viene interrotto dal servo che gli comunica la chiamata del padre. Ruola cosa vuoi fare: se decidi di seguirlo, descrivi pure fino al tuo arrivo nello studio di papà Steffon. Se decidi di ignorarlo e di fare altro, dimmi tutto che io ti seguo (:

    Ti riassumo velocemente tutte le regole (:
    Hai una settimana di tempo dall'ultimo post. Il limite minimo è 600 parole, sotto le quali hai un malus di -1 p.e.; guadagni un bonus di +1 p.e. ogni 900 parole (e multipli) per post.
    Ricorda che se dovessi avere problemi, puoi segnalare la tua assenza in questo topic; eventuali ritardi non comunicati comportano un malus del 10% sui p.e. totali ogni 7 giorni di ritardo. Un eventuale ritardo del moderatore comporta un bonus del 5% sui p.e. totali ogni 7 giorni di ritardo. Per ogni necessità, contattami pure per mp. Buon gioco!
     
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  2. Roroo
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    Chapter I - La Contrada Contesa



    Scovare il primogenito di Steffon non sarebbe stato difficile per il funzionario.
    Tutti erano a conoscenza dell’ardente fede del futuro Lord di Casa Swyft e delle lunghe sessioni di preghiera nel tempio di famiglia. Costruita agli albori della loro Casata, la chiesa aveva visto nascere e morire numerosi Lord. Da piccola stanza con alcune panchine disposte qua e là, negli anni era stata adornata con reliquie, quadri e statue, retaggi di saccheggi e gloriose battaglie.
    Ogni mattina, per almeno un’ora, Vyctor pregava ai piedi della statua del Padre. Septa Miranda lo anticipava alle prime luci dell’alba per creare l’atmosfera adatta, come raccomandatogli dal giovane stesso. All’intensa luce naturale il giovane Lord preferiva il tenue barlume delle candele. Ne venivano accese dieci su entrambi i lati. Due di esse emanavano un profumo di lavanda.
    Con le ginocchia a contatto con il freddo pavimento in marmo, le mani congiunte davanti alle labbra e gli occhi socchiusi, il giovane chiedeva consiglio e forza agli Dei.
    Molti compiti lo attendevano e suo padre pretendeva da lui il massimo, anche di più. Toccava a lui trasformare Casa Swyft in una delle casate più influenti e potenti.
    Quella mattina, complice l’assenza di Septa Miranda, la quale bloccava chiunque osasse interrompere la “funzione religiosa” del ragazzo, il silenzio mistico che accompagnava la preghiera di Vyctor fu infranto dall’arrivo del funzionario.
    Quando udì la porta aprirsi alle sue spalle e un uomo avvicinarsi verso di lui quasi correndo, egli si voltò, sorpreso.
    Nella penombra progettata ad arte dal ragazzo, egli riconobbe l’uomo. Poche volte lo aveva visto così agitato.
    Il motivo poteva essere solo uno: suo padre. Ultimamente lo aveva notato più strano del solito.
    Con un movimento del capo concesse al suddito la possibilità di parlare.

    -Va bene- Si alzò, sistemandosi il vestito. Se suo padre lo aveva chiamato, doveva trattarsi di qualcosa di importante. Farlo attendere troppo significava farlo adirare più di quanto non lo era già.
    Fortunatamente, quella mattina Vyctor aveva optato per dei pantaloni marroni e una maglia bianca con sopra un'elegante e leggera giubba dello stesso colore del grano pronto per la macinatura.
    Quando si presentava al cospetto degli Dei, egli indossava quasi sempre un lungo abito bianco. Suo padre odiava vederlo vestito in quel modo. Non provava molta simpatia per i Septon.
    Avevano litigato spesso su quella faccenda.
    All'esterno della sua dimora, al bianco il giovane preferiva i colori della sua Casata.
    Secondo lui, il marrone e il giallo erano colori sottovalutati. Non era l’ultimo degli stupidi in fatto di moda ed eleganza. Prima di balli e cerimonie, molti figli minori erano soliti farsi ricevere dal giovane Lord per chiedere consiglio.

    -Spengo le candele e andiamo. Le spense con le dita, dopo averle bagnate con un po’ di saliva. Prima di uscire non si dimenticò di inchinarsi, come segno di rispetto verso i Sette Dei. Se a differenza sua il funzionario non avrebbe compiuto nessun inchino in direzione della divinità che vegliava sulla sua Casa, il ragazzo lo avrebbe ripreso.
    -Non sapevo del tuo ateismo.- Tollerava l’assenza di fede o credenze diverse, ma non l’assenza di rispetto verso i Sette Dei.

    Raggiunsero lo studio di suo padre, situato ai piani alti e nella parte orientale del castello. D’estate e in parte durante la primavera, la stanza dove i Lord Swyft avevano esercitato per anni il loro potere sulle terre della Contrada era la prima zona dell’edificio ad illuminarsi. Volere del suo trisnonno, o almeno così raccontava suo padre. Un giorno, se tutto fosse andato per il meglio, sarebbe stato lui a ereditare quel trono.
    Entrò nella tana del Gallo.
     
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    - C-come dite? Ateismo..?- l'attendente incespicò nel capire il senso della frase di Vyctor -Oh... ma certo che no! I-io...- appena realizzato a cosa si riferisse il giovane, si affrettò in un inchino verso l'altare votivo prima di raggiungerlo e fargli strada con le guance avvampate. Quella mattina, padre e figlio sembravano voler fare a gara a metterlo alla prova.

    *



    - Ah, eccoti! Sei qui dun-...
    L'esclamazione di lord Swyft gli morì in gola quando notò gli abiti del giovane, e sul volto si incise un forte disappunto; addirittura un po' più aspro del solito.
    - I Sette!- ringhiò -prima il Credo, ora mio figlio. In che modo ho peccato per farmi perseguitare in questo modo da loro?
    Congedò con un gesto secco l'attendente, che fu ben felice di dileguarsi da lì.
    - Vyctor.
    La mano schiaffò sulla scrivania un documento arrotolato e assicurato solo da un cordino; il sigillo in ceralacca era stato spezzato da tempo. Lord Swyft si lasciò cadere sullo scranno alle sue spalle, le dita incrociate di fronte al volto e gli occhi puntati sul suo primogenito. Si prese qualche istante per squadrarlo a fondo, poi riprese, stavolta più calmo.
    - Stai diventando grande, Vyctor- nel suo tono, un timbro di orgoglio -vedo ambizione in te, e questo mi soddisfa, perché ripongo grandi aspettative per il nostro futuro. Ma un regno non si governa da un giorno all'altro. Devi imparare sulla tua pelle cosa vuol dire gestire un territorio: ti stupirà scoprire che il compito più odioso non è contare le tasse né ricevere questuanti, ma avere a che fare con le altre forze politiche. In particolare-... storse il naso -con quei maldetti testardi dei funzionari e con il Credo.

    Strinse la base del naso fra pollice ed indice, come dovesse placare un'emicrania.

    - C'è una contesa che mi esaspera. Wilhelm, il capo del mio consiglio, e Argon, il septon del tempio cittadino, si stanno scannando da giorni come belve. Non riesco a venirne a capo: ci sono momenti dove vorrei solo esiliare entrambi, togliermeli dalla vista una volta per tutte. Ma forse tu... considerate le tue simpatie, potresti avere qualche vantaggio in più. Sei mio figlio, fedele alla nostra Casata, ma sei anche un fervido credente. Sei l'unica figura che possa giudicare in maniera equa. Ti spiegheranno loro cosa: io non voglio sentirne parlare una volta di più- sospirò -persino da morto non mi da pace...

    Fece per congedarlo, ma all'ultimo parve ricordarsi di una cosa. Ed afferrato il documento in pergamena, lo porse burbero al figlio.

    - Tieni questo, portalo con te. Se non lo prendi, giuro sui Sette che lo darò alle fiamme.


    Allora: papà Gallo ha i nervi abbastanza scoperti, e ti ha affidato il tuo primo incarico di governo ufficiale!
    Rimani nello studio e cerchi di carpire qualche informazione in più? Ti fermi a leggere il documento? Se scegli di andartene, puoi decidere da chi recarti: dal septon, dal funzionario, o da chiunque altro tu voglia. Io ti seguo (:
     
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  4. Roroo
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    Chapter II - Questione da risolvere



    Suo padre si dimostrò il solito Lord senza fede.
    Non ribatté alla sua domanda retorica.
    Lo conosceva fin troppo bene, non ne avrebbe ricavato un solo Dragone, anzi, si sarebbe attirato su di sé la sua ira. Quando perdeva la pazienza, Lord Steffon era come un vulcano in agitazione: chiudere le feritoie da cui usciva la sua rabbia significava farlo eruttare in tutta la sua potenza.
    Attese in silenzio, con lo sguardo fisso sulla scrivania del Lord, colma di missive, permessi e buste. In quella superficie in legno di noce vi erano comunicazioni provenienti dai castelli più importanti delle Terre dell’Ovest.
    Il Lord concluse lo sfogo sbattendo i pugni sul tavolo, lasciandosi cadere sullo schienale lavorato con perizia dai migliori falegnami della Contrada. I suoi occhi erano stanchi ma mantenevano tutta la loro forza. Vyctor si sentì squadrato da capo a piedi. Sentiva dentro di sé che un compito lo stava aspettando.
    La sua prima missione.
    Non si sbagliava. Ascoltò le parole di suo padre. Spesso lo aveva presentato ai suoi sudditi o altri Lord come un ragazzo capace, abile, di buone speranze e suo degno successore. In privato aveva confidato al ragazzo il suo desiderio: l’ascesa di Casa Swyft tra le Case Maggiori. Era stato plasmato fin da piccolo con quell’obiettivo. Un vero e proprio lavaggio del cervello.
    Ora era lì, in attesa di un compito ambito da anni, per iniziare il cammino verso il suo principale obiettivo: sedersi su quel tavolo e governare.
    Non ambiva a quel ruolo in maniera così ossessiva da organizzare un regicidio. Molti nella storia avevano commesso quei peccati imperdonabili. Lui era diverso ed era consapevole che da suo padre e dalla sua esperienza avrebbe avuto da imparare moltissimo.
    Colmo di felicità per la fiducia che suo padre gli stava riservando, egli ascoltò il problema da risolvere: un funzionario, nonché capo del consiglio, aveva una disputa accesa con un Septon del tempio cittadino. Dallo stress accumulato da suo padre, i contrasti duravano probabilmente da molto tempo.
    Ascoltò attentamente le parole di Lord Steffon, ciò che avrebbe voluto fare lui per porre fine a quella storia. Esiliarli era un’azione troppo dura anche per Vyctor, ma di certo non l’avrebbe esclusa a priori.
    Quando suo padre pronunciò la parola “simpatie”, il giovane Lord sorrise. Suo padre non riusciva affatto ad accettare il suo credo, ma era pronto a sfruttarlo, in quel caso per porre fine al conflitto. Non c’erano problemi per Vyctor. Una ragione in più per fare bene. Se fosse riuscito a completare quel compito, egli era sicuro che il Lord avrebbe continuato ad affidargli altre missioni.
    -Risolverò la questione padre.- Disse, senza chiedere altro, così come aveva ordinato un attimo prima dal Lord stesso. In realtà qualche domanda il ragazzo l’aveva, ma decise di tenersela per sé.
    Si avvicinò alla scrivania per afferrare la missiva. Ne lesse il contenuto, davanti a suo padre. Avrebbe potuto approfittare del viaggio verso il Septon o il Capo del Consiglio per preparare una strategia d’azione.
    Non si sarebbe schierato con la Chiesa a prescindere. Dalla sua decisione, Casa Swyft doveva uscirne più forte e solida. Era quello il suo compito. Pregava il Padre ogni giorno affinché gli concedesse la saggezza di un Lord navigato e il coraggio di un guerriero.

    Conclusa la lettura, Vyctor si sarebbe recato dal Septon Argon, al tempio cittadino.


    Come promesso sul topic dell'assenze, ho potuto postare solo oggi causa esame .___.
     
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    Il tempio del villaggio era il classico edificio a forma ottagonale costruito in semplice pietra sopra un terreno battuto, una fila di uomini e donne attendevano civilmente il loro turno prima di poter entrare e al giovane gallo rimaneva solo una decisione da prendere, attendere insieme ai poveri credenti o entrare forte del proprio titolo.

    Decisione tua, scusa ho solo questo posso passare avanti? oppure ti fai la fila.


    ------



    Il septon si ergeva d'innanzi alla statua del padre, visibilmente intento a predicare un passo della Stella a Sette Punte.

    Il Padre allungò la mano fino al più alto dei cieli, prese sette stelle e a una a una le collocò sulla fronte di Hugor della Collina, formando una corona scintillante. La Vergine portò al suo cospetto una fanciulla, delicata come un salice, con occhi che parevano profondi laghi azzurri, e Hugor dichiarò di volerne fare la propria sposa. Così la Madre la rese fertile, e la Vecchia predisse che avrebbe dato al re quarantaquattro possenti figli maschi. Il Guerriero diede loro forza nelle braccia, mentre il Fabbro forgiò a ognuno un'armatura a piastre di ferro.

    Terminato quel sermone iniziò a dispensare consigli a chi gliene chiedeva e ad accarezzare il viso dei più giovani lanciando su di loro la benedizione dei Sette. I suoi occhi corsero tra i popolani fino a fermarsi su Vyctor, un sorriso si dipinse sul suo volto.

    Vyctor, che il guerriero ti protegga e che la vecchia ti infonda la saggezza. Sei venuto a pregare con i poveri e gli affamati? So che preferisci la quiete del piccolo tempio del castello, infondo ti capisco, pregare da soli ci fa sentire più vicini ai Sette.

    La mano del Septon si allungò verso la spalla del ragazzo stringendola affettuosamente.

    Allora a cosa devo il piacere figliolo, questioni di fede? O forse ti manda tuo padre nel tentativo di persuadermi? Sei al corrente del problema che affligge la nostra comunità?

    Lo sapeva ? Non lo sapeva? Al septon non importava, non si sarebbe fatto problemi a spiattellare la cosa e ad approfittarsi del supporto che sicuramente avrebbe trovato nel figlio del Lord.

    Un fatto increscioso, le ultime volontà di un uomo andrebbero sempre rispettate, soprattutto quando queste riguardano l'amore per i Sette.


    Entra, prega, parla, fai quello che vuoi insomma, io ti seguo
     
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  6. Roroo
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    Chapter III - Vyctor si mostra alla popolazione



    Il tempio cittadino era stato costruito poco lontano dal centro abitato, su uno spiazzo circolare molto esteso in terra battuta. Mattone su mattone, la struttura era stata eretta a forma ottagonale. L’ingresso era costituito da un grande portone in legno pregiato, così pesante da richiedere due persone per aprirlo.
    La vera bellezza veniva custodita all’interno. Statue e vetrate dipinte avevano l’obiettivo di lasciare a bocca aperta i fedeli.
    Sebbene mancasse ancora molto all’inizio della seconda cerimonia della giornata, il tempio cittadino era sovraffollato e all’esterno vi era una lunga fila per entrare. Vi erano donne, anziani e bambini. I più piccoli erano in braccio alle loro madri, i più grandicelli ingannavano l’attesa rincorrendo una specie di pallone.

    Se il sole si stava avvicinando al mezzodì, grandi nuvole avevano iniziato a muoversi, spinte dal vento, in direzione della contrada e di conseguenza del tempio cittadino. Ci ritrovammo tutti all’ombra, in balia del vento.
    Bene, farò prima. Pensò, rallegrandosi.
    Purtroppo, nessuno si sentì minacciato da quelle nubi. Erano abituati alla pioggia, anzi, come sentì udire da alcuni individui, in quel periodo la pioggia era una vera e propria manna dal cielo.
    Quei uomini dalla schiena piegata in avanti e le mani così callose da poter immergere le dita nell’acqua bollente senza soffrire erano nate e cresciute nei campi, organizzando il loro lavoro in base alle stagioni e al meteo. Se pronosticavano l’arrivo della pioggia egli sarebbe arrivata.

    La presenza dell’erede di casa Swyft non passò inosservata. Gli abiti che indossava era di fattura molto pregiata e avevano attirato l’attenzione dei più. Vendendo solo la giubba avrebbe potuto sfamare per anni un’intera famiglia. Se le donne ciarlavano domandandosi chi fosse quel giovanotto così ben vestito, gli anziani lo avevano riconosciuto.
    Non potevano non ricordare la festa di tre giorni indetta da un più giovane e mansueto Lord Steffon.
    Sapeva di essere osservato e giudicato dalle sue azioni, perciò si armò di pazienza e decise di aspettare il suo turno, ringraziando chiunque avesse offerto il suo posto.
    Egli avrebbe chiesto a donne e anziani alcune informazioni su Septon Argon.
    -Com’è il Septon?- Lo conosceva di vista, quello sì, ma Lord Steffon non aveva mai parlato di lui in sua presenza.
    L’attesa non durò molto.

    Varcata la soglia del tempio, il passo della Stella a Sette Punte recitata dal Septon guidò lo sguardo di Vyctor sulla maestosità della struttura e sulle bellezze custodite all’interno. Si mise seduto su una panca nelle retrovie e attese in silenzio la fine della cerimonia.
    Terminato il sermone, Lord Argon iniziò ad avvicinarsi al popolo, riservando a ciascuno di loro una benedizione, una carezza o dolci parole di conforto.
    Vyctor si avvicinò a lui, rimanendo leggermente in disparte. Con le mani giunte dietro la schiena, cercò il suo sguardo o quello degli adepti a lui più vicini. Avrebbe rispettato tutte le tempistiche della cerimonia, ma non oltre. Non aveva intenzione di rimanere lì per mezza giornata.
    Qualcuno di loro sembrò capirlo. Vide il Septon puntare i suoi occhi stanchi ma vispi verso di lui.
    Decise di mettere in pratica sin da subito gli insegnamenti di suo padre. Non si mosse. Sarebbe stato l’uomo ad avvicinarsi a lui, scendendo quei stessi scalini costruiti allo scopo di ergerlo agli occhi del popolo come un individuo vicino ai Sette.

    CITAZIONE
    Vyctor, che il guerriero ti protegga e che la vecchia ti infonda la saggezza. Sei venuto a pregare con i poveri e gli affamati? So che preferisci la quiete del piccolo tempio del castello, infondo ti capisco, pregare da soli ci fa sentire più vicini ai Sette

    -Sì. Per gli insegnamenti devo ringraziare Septa Miranda. - Disse, sorridendo, ignorando la mano del sacerdote appoggiata sulla sua spalla. Aveva fatto bene a non informare la sua devota suddita della sua prima missione.

    CITAZIONE
    Allora a cosa devo il piacere figliolo, questioni di fede? O forse ti manda tuo padre nel tentativo di persuadermi? Sei al corrente del problema che affligge la nostra comunità?

    Il sorriso scomparve. Qualunque fosse il problema che affliggeva la comunità, quel Septon doveva rivolgersi a suo padre in modi migliori. Evitò di mostrarsi infastidito dalle sue parole.

    CITAZIONE
    Un fatto increscioso, le ultime volontà di un uomo andrebbero sempre rispettate, soprattutto quando queste riguardano l'amore per i Sette.

    -Sono qui per questo. Capire.- Disse, senza dilungarsi oltre. -Perciò ditemi come posso aiutarvi.- Concluse, con gli occhi fissi su quelli del Septon. Se quel sacerdote pensava di avere davanti un ragazzino facile da plasmare facendo leva sulla fede sui Sette si sbagliava di grosso. Un’altra persona lo aveva lavorato negli anni ed era stato suo padre.
    -Facciamo una passeggiata fuori così mi spiegherà tutto?- Propose Vyctor. Se il Septon fosse stato un anziano, il ragazzo avrebbe offerto il suo braccio destro come sostegno.

     
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    Oh ma certo, ma certo...

    Il Septon fece strada tra le arcate del tempio, passando davanti a ogni statua e porgendo i suoi omaggi a ogni volto raffigurante i Sette. Terminata quella processione i suoi passi condussero la sua persona e il giovane figlio del Lord fuori dal tempio, dove ad attenderli non vi era di certo la migliore delle giornate.

    Mi sembra strano che il Lord tuo padre ti abbia mandato senza darti nessuna informazione a riguardo, ma non c'è problema. E' da poco venuto a mancare il vecchio Natt, era un uomo burbero e solitario, ai miei occhi solo e triste. Natt era un pastore e agricoltore, si spaccava la schiena tutto il giorno tra i campi e le bestie e la sera trovava conforto qui, nel tempio assieme ai Sette.

    Il septon si passò una mano sul volto, i suoi occhi passarono dal cielo a Vyctor, conosceva Natt? Sapeva di chi stava parlando? Probabilmente no.

    E' scritto nero su bianco e autenticato dallo scribano, "lascio i miei possedimenti, che includono sette ettari di terreno, alberi da frutto, stalle con le mie dodici amate vacche, galline e cascina ai Sette", e come ben sai chi rappresenta i sette in questo luogo sono io, sopra di me il gransepton di Lannisport e sopra di lui il seggio dell'Alto Septon ad Approdo del Re.

    Gli occhi vispi tentavano di carpire informazioni, tentavano di intravedere qualche reazione del ragazzo.

    Quei terreni e quelle bestie saranno utili alla popolazione locale, daranno denaro per il tempio e cibo per gli affamati ma... ma Wilhelm reputa il testamento invalido, reputa che un uomo non abbia diritto di donare delle terre al credo e che di fatto quelle terre dovrebbero tornare in possesso al Lord e ovviamente rivendute.


    Septon Argon ricominciò a camminare, affondando le proprie calzature nel fango incurante.

    Allora mio signore, lei cosa ne pensa?


    Ciao scusa l'attesa ma non ero iscritto alla quest e mi è stato fatto notare che averi risposto solo ieri !
    Le prossime moderazioni saranno tempestive, se vuoi chiedermi qualcosa o avvisarmi mandami pure un pm
     
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    In accordo con questo Regolamento, la role viene chiusa senza ricompense avendo accumulato il 100% di ritardo.
     
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