Vessilli Rossi come il sangue

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    Ausel Lydden ”parlato”
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    La piccola Lannister non intendeva colpevolizzare i cuochi o chi altri, si era solo espressa male. Ausel ascoltò le parole di Elly e anche questa volta concordò con lei. Il cinghiale era davvero una carne prelibata, più o meno come tutta la selvaggina, ma a differenza di altre prede più o meno nobili, la sua carne doveva subire dei trattamenti rapidi per evitarne la contaminazione e il cattivo gusto. Non sempre ciò veniva fatto subito con i risultati più sgradevoli, dal classico sapore amaro a quello più stopposo possibile. Era anche vero che in una marcia era impensabile propinare banchetti sontuosi, ma Ausel a questo non ci aveva pensato. Aveva provato a dare una buona scusa ai cuochi, a trovare il pelo nell’uovo sulla poca morbidezza della carne e a considerare gli altri dei palati poco sopraffini, ma non aveva minimamente considerato che quello era comunque un banchetto da re in una marcia verso quella che sembrava essere una guerra imminente. Si sarebbe dovuto aspettare cacciagione a ogni pasto, di questo ne era consapevole, ma mai avrebbe pensato che qualunque cosa stesse mangiando era pur sempre il meglio che avevano trovato. Non aveva minimamente considerato la probabilità che quel cinghiale fosse l’ultimo vero pasto sontuoso della loro marcia. Che da lì a poco si sarebbero sfamati con lepri o uccelli di basso rango se non con sole erbe macinate con un po’ di acqua e farina raschiata da chissà quale mulino depredato.
    Su ciò non aveva riflettuto e se lo avesse fatto, probabilmente non avrebbe criticato tanto quella carne. Ad Ausel mancava ancora quella che si definiva “vita da strada”. Nonostante si sentisse comunque un esploratore, andando nel boschetto insieme a Lajos fino alla fonte del fiumiciattolo che attraversava le terre dei Serrett e ritornando sempre con qualche storia nuova, non aveva mai patito quelli che erano i morsi della fame e degli stenti. Tornava a casa, pranzava o cenava, pronto alla prossima avventura reale o immaginaria attraverso la lettura dei libri di Maestro Dite.
    Le parole di Elly gli fecero considerare questo: dopotutto ciò era il meglio che si potevano permettere e avrebbe dovuto ringraziare i Sette per ciò che gli avevano concesso, anche se la carne fosse stata cruda, dura o piena di imperfezioni.
    I Sette, quelle stesse immagini che non avevano fatto nulla per salvare suo nonno da una morte così prematura. I Sette che condannavano le sue passioni e i suoi sentimenti e non gli oltraggi che facevano gli altri, infangando il loro onore e giacendo con donne a caso, colpevoli solo di non essere nate con determinati privilegi o trovandosi nel posto sbagliato al momento sbagliato. I Sette, che facevano tante preferenze senza mai condannare chi davvero aveva peccato.
    Elly sorrise ad Ausel quando questi le disse di non sottovalutarsi. Probabilmente la ragazza lo faceva spesso e le sue parole lo confermarono. Ausel annuì alla sua volontà di migliorarsi e le disse qualcosa che volesse essere un ulteriore sprone verso quella direzione.
    ”Fai bene. Non dovresti mai sottovalutarti perché sai quali sono le tue potenzialità da sfruttare e le tue debolezze da migliorare. Inoltre, se posso darti un piccolo consiglio spassionato, lascia che gli altri ti sottovalutino. In questo modo potrai sempre prenderli in contropiede.”
    Ausel gli donò un occhiolino divertito. Le pensava davvero quelle parole perché le aveva sperimentate. Ausel sapeva di poter contare comunque su alcune sue forze, quali la sua capacità di apprendere le cose che costituivano il mondo o la sua voglia di scoprire sempre sfaccettature nuove. Sapeva di poter avere una certa dote critica che potevano tornargli utili. Tra le sue grandi debolezze c’erano l’arte della spada e della rissa corpo a corpo. Aveva promesso a se stesso e a Ser Camus che sarebbe migliorato, che si sarebbe impegnato. Tutto ciò che aveva fatto fino ad allora non era servito se anche un semplice contadino, nulla togliere a lui e alla sua forza, lo avevano messo in difficolta il giorno prima. Doveva allenarsi di più e più intensamente se fosse tornato vivo da quella spedizione, non perché lo aveva promesso. Sì, in parte perché lo aveva promesso, ma anche perché voleva migliorarsi per non sembrare proprio quell’inetto che era. Ci sarebbero voluti anni, forse. Sì, sicuramente anni.

    Elly accettò la sfida. Ausel non si aspettava di vedere una figlia di Lannisport rendersi ridicola provando a fare delle facce buffe a un perfetto sconosciuto. Qualcuno avrebbe potuto vederla e cacciarla nei guai. Non pensava davvero che si sarebbe esposta così tanto per qualcosa che sembrava essere così innocente e così insignificante. Ausel avrebbe sicuramente pensato al contesto e alle possibili implicazioni. Davanti a suo padre non avrebbe mai fatto il giullare, questo era certo, ma davanti a una sconosciuta? Dipendeva dalla situazione. In un contesto del genere, forse si sarebbe abbandonato come stava facendo Elly.
    Elly corrucciò la fronte e socchiuse gli occhi. Più che minacciosa, la sua espressione era buffa. Quando incrociò le braccia la situazione migliorò un pochino, ma non poteva certo definirsi truce. Mantenne quello sguardo per alcuni minuti nonostante Ausel cercasse di lottare contro la sua voglia di riderle in faccia. Non poteva riderle in faccia, era pur sempre una Lady di Lannister. La sua salvezza fu Elly stessa. Quando iniziò a ridere di gusto non riuscendo a mantenere quella posa buffa del viso, Ausel gli fece coro. Risero insieme di gusto e Ausel dovette ammettere che ciò gli piaceva. Aveva riso poco in quei giorni e doveva esserne grato alla piccola Lannister.
    ”Grazie per avermi fatto ridere di gusto. Anche io non ridevo da tanto.”
    Poi, guardando Elly gli disse:
    ”Migliorerei qualcosina, ma sei sulla strada giusta. Un viso da far morire le persone.” Ausel non riuscì a trattenersi e rise nuovamente.
    ”Scusa, non volevo ridere, è che solo, eri molto buffa con quell’espressione.”
     
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    La conversazione che la piccola Lannister stava avendo quella sera con Ausel Lydden era quanto di più edificante e piacevole avesse sperimentato in molti mesi a quella parte. Forse non tutti i mali venivano per nuocere: l’essere partita per una guerra che comunque non avrebbe combattuto in prima persona non aveva portato solo aspetti negativi, nella sua vita. Certo, la lontananza da casa e la paura dell’ignoto permanevano, ma era anche vero che Elly fosse piuttosto propensa a distrarsi facilmente, con la giusta compagnia. Ed effettivamente il Lydden era del tutto in grado di farle scordare tutta tensione che aveva accumulato in quei giorni. Non solo, l’avere qualcuno con cui parlare, anche di argomenti non profondi, era certamente preferibile al rimanersene da sola, circondata da armigeri che altro pensiero non avevano se non quello di riportare a casa la pelle e riuscire a ritornare dalle proprie famiglie sani e salvi, con tutti gli arti al proprio posto.
    Parlargli di come stesse cercando di migliorare quell’aspetto della sua personalità, che occasionalmente la portava ad essere insicura e vacillante, le era venuto istintivo: forse lui o altre persone non avrebbero fatto lo stesso, ma sentiva, in una maniera innata, di potersi fidare di lui: non era il classico nobile che pretendeva di comportarsi in modo formale anche in occasioni conviviali, pur avendo sangue blu nelle proprie vene. E questo, ad Elly, bastava per prendere in simpatia qualcuno.
    Furono tuttavia le parole pronunciate subito dopo dal Tasso, seguite da un occhiolino divertito, a colpire Elly in maniera insolita e particolare.
    Sin da quando era bambina, aveva ricevuto critiche e rimproveri per il suo carattere talvolta eccessivamente remissivo, ma mai nessuno le aveva fornito il benché minimo consiglio su come migliorare i propri difetti, in modo da poterli depennare dalla lista.
    Ausel, invece, si distinse da quelle persone ed Elly dovette ammettere che un singolo e concreto suggerimento valesse centinaia di quelle inutili prediche fini a se stesse, fatte tanto per circostanza e non per aiutare realmente la leoncina.
    “Non ci avevo mai pensato, sai? Effettivamente…” Mormorò pensierosa Elly, riflettendo con arguzia sulle parole del ragazzo “… il sottovalutare qualcuno porta ad abbassare la guardia. E qualcuno che si è adagiato sugli allori è più facile da ‘colpire’, per così dire. Ne farò tesoro, di queste parole” Continuò ad aggiungere subito dopo, sorridendogli in maniera sincera, grata per aver fatto quello che pochi altri si degnavano di fare: consigliarla. Quello era forse il primo, vero suggerimento utile da molti anni a quella parte ed intendeva sfruttarlo, specialmente dato l’ambiente in cui si sarebbe ritrovata ad Approdo del Re. Mantenere un basso profilo le avrebbe garantito ottimi risultati… e rischi minimi.
    Le tornarono in mente, per un attimo, anche le parole di Elizeha, e un velo di preoccupazione calò per qualche secondo sulla mente di Elly: il pensiero di Ausel, nel bel mezzo di una battaglia, la intimoriva non poco e in quel momento si ritrovò a pregare mentalmente tutti i Sette Dèi, per far sì che il ragazzo sopravvivesse alla battaglia, contro le aspettative della sua guardia del corpo.

    Le risate di Elly ben presto andarono a mischiarsi con quelle del ragazzo, il quale attese che fosse prima la stessa ragazzina a cominciare a sogghignare di gusto, forse per educazione o forse per evitare di dar l’idea che stesse ridendo di lei. Fu però altrettanto educato da ringraziare la ragazzina per le risate, ammettendo a sua volta che anche lui non ridesse in quel modo da parecchio tempo. Non era dato sapere i motivi, ma Elly sentiva una discreta sicurezza nel sospettare che il padre fosse il diretto responsabile.
    “Speriamo che possa davvero incenerire le persone col solo sguardo, un bel giorno! Non essendo pratica di coltelli e spade, dovrò pur difendermi in qualche modo” Ribattè la ragazza dai capelli dorati, ridacchiando e sentendo dentro di sé un certo sollievo, quasi come se si fosse dimenticata dove stessero andando e cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Quella sera, i due non sembravano più due rampolli di altrettante case nobili di Westeros: non erano altro che due semplici ragazzi, intenti a prendersi qualche momento per vivere la propria età nel modo più spensierato possibile, lontani dalle preoccupazioni e dai doveri imposti dai loro cognomi e dalle loro famiglie.
    “Tranquillo, sono la prima a ridere immaginando l’espressione che devo aver fatto, per cui di certo non mi hai arrecato offesa. Anzi, è stato bello sentirti ridere, in realtà” Gli disse sorridendo, passandosi una mano tra i lunghi capelli biondi.
    “I nostri avversari dovrebbero ringraziare i Sette Dèi” Commentò poi Elly, in maniera apertamente divertita, spiegando subito cosa intendesse dire.
    “Nel senso… noi abbiamo gli occhi chiari, per cui finirebbero congelati di fronte ai nostri sguardi minacciosi… immagina se si trovassero di fronte qualcuno con gli occhi rossi!” A quel punto la ragazzina si massaggiò il mento, titubante su quanto appena affermato “… sempre che esistano”
     
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    Elly colse pienamente il senso delle parole di Ausel, il quale, iniziò ad annuire confermando le sue deduzioni. Se la piccola Lannister fosse cresciuta con quella consapevolezza di poter sfruttare quella sua dote innata, avrebbe sbaragliato più uomini di quanti non facesse una guerra.
    ”Proprio così. Puoi sfruttarla al meglio e credo che ci riuscirai.”
    Elly gli stava ricordando Lajos e Ausel vedeva in lei quel qualcosa che aveva spinto il piccolo Tasso di allora a improvvisare delle lezioni per il suo nuovo amico. Qualcosa in Ausel lo spingeva a prendersi “cura” degli altri, dei più deboli. Da un punto di vista esterno, ciò era bellissimo e nobile. Anche Ausel aveva cavalcato questa strada lastricata di benevolenza per molto tempo fino a quando una discussione con Lajos e le parole del Maestro Dite non gli chiarirono tutto facendogli crollare quel velo di gentilezza e di nobiltà con cui si copriva. Lajos lo aveva accusato di pensare solo a se stesso e che la sua voglia di fargli imparare le cose era solo una scusa per farsi dire quanto fosse bravo e quanto fosse superiore agli altri. Come si può immaginare Ausel aveva negato e i due se ne erano andati entrambi arrabbiati l’uno con l’altro. Nel pomeriggio, non riuscendo a zittire la vocina che aveva in testa e che continuava a ripetere le accuse di Lajos, Ausel era andato dal Maestro Dite e gli aveva detto tutto. Gli aveva detto delle lezioni che dava a Lajos e di come si sentiva fiero di sé per quello che stava facendo. Gli aveva anche portato alcuni esempi di ciò che spiegava e di come lo diceva, sentendosi tronfio e orgoglioso di quello che era riuscito a fare a quell’età. Quando ebbe finito narrando al vecchio uomo della lite e delle parole di Lajos, il Maestro non poté che essere pienamente concorde con il figlio del conciaio. Ausel rimase deluso dalle parole di rimprovero e di accusa del Maestro Dite e scoppiò a piangere negando ogni accusa di presunzione, superbia e vanagloria. Ci volle l’intero pomeriggio per poter far ragionare Ausel che nemmeno volle ascoltare appieno le parole dell’anziano maestro. Non accettava di vedersi accusato di qualcosa che non aveva fatto. L’aver aiutato Lajos era, per Ausel, un semplice gesto di amicizia e di gentilezza. Lajos e il Maestro Dite, invece, lo ritenevano un gesto di arroganza e di superiorità verso gli altri. Come se Ausel godesse nel far sapere agli altri quanto loro fossero meno intelligenti o istruiti di lui. Il termine “godesse” forse era troppo forte per una situazione del genere, però sì, Ausel si comportava da saccente e da presuntuoso.
    Ci vollero diversi anni e altri incontri con il Maestro Dite per poter accettare quella sua natura così ambigua. Si prestava ad aiutare gli altri sembrando gentile e nobile, ma nel suo animo più oscuro, tale gesto era stato eseguito per esaltare la sua superiorità e appagare il suo ego. L’analisi del Maestro di Deep Den fu quantomeno accurata, ma fu un vero pugno nello stomaco e in piena faccia per il giovane Tasso. Sì, da piccolo era diventato giovane quando riuscì appieno a comprendere il suo animo confuso in tutti i sensi.

    Ora, anche con Elly stava facendo più o meno la stessa cosa. A differenza di Lajos, ora, Ausel ne era consapevole e cercava, quanto poteva e si ricordava di non avere fini egocentrici, di essere realmente gentile con le persone. Sembrava essere sempre in bilico tra l’essere realmente gentile e il farlo per sentirsi appagato nella sua conoscenza. In questa situazione, voleva davvero risollevare l’animo della piccola Lannister e quando la ragazza disse di volerne fare tesoro di quelle parole, Ausel sorrise. Ecco che il suo ego veniva ripagato di quella buona azione.

    I due risero di gusto prendendosi in giro e scherzando sugli sguardi truci e gli occhi infuocati. Elly rise con Ausel e si augurò di avere uno sguardo assassino un giorno. Dichiarò anche di essere poco portata per le armi e che la sua unica fonte di salvezza e di difesa poteva essere lo sguardo.
    In fin dei conti, Elly era una bella ragazza e chi avrebbe potuto dire come sarebbe diventata da grande. Già ora i suoi capelli dorati e i suoi occhi azzurri avrebbero fatto girare la testa a molti uomini. Era anche garbata nel parlare e la sua risata era contagiosa. Sapeva prendersi in giro e stava ancora imparando a non invadere gli spazi altrui. Doveva crescere ancora, ma sarebbe diventata una lady che non avrebbe avuto nulla da invidiare alle altre.
    Ausel sorrise nuovamente e gli fece un altro occhiolino.
    ”Davvero avresti solo lo sguardo a difenderti? Una lady come te saprà che, oltre alle armi, ci sono modi altrettanto validi per … rendere innocua una persona. Diciamo così. Una di questa è una merce molto rara: la conoscenza dei segreti altrui … ” Ausel si guardò intorno come per vedere se ci fossero orecchie indiscrete ad ascoltare ”Mentre l’altra è più fisica e richiede solo poche gocce.”
    Ausel non avrebbe mai sfruttato i secondi, non si riteneva capace di poter togliere la vita con dei veleni, ma avrebbe voluto tanto studiarli per capirne le proprietà e, perché no, conoscerne i misteri e le potenziali cure. Sui primi, Ausel doveva lavorarci molto. Non era una persona molto socievole e sociale nelle sue giornate no, quindi pochi si sarebbero confidati con lui. Con la spada non ne parliamo, quindi Ausel era quello messo peggio tra i due.
    Ausel si scostò una ciocca dei capelli dagli occhi e guardò nuovamente Elly. Si era scusato per aver riso di lei e della sua faccia buffa ed Elly lo aveva tranquillizzato. Si era anche compiaciuta di averlo sentito ridere. A tali parole Ausel non seppe cosa rispondere e fece ciò che gli veniva facile: sorridere e chinare il capo in segno di ringraziamento.
    Le successive parole di Elly ruotarono sulla battuta degli occhi infuocati e di ghiaccio.
    ”Non saprei. Tra il morire congelato o bruciato non saprei quale scegliere sinceramente. Suppongo siano entrambi morti dolorose e non vorrei sperimentarle.” Poi, guardando Elly, gli disse:
    ”Promettimi che non mi guarderai per congelarmi.” Ausel assunse un’espressione quasi seria per poi ammorbidirla.
    ”Non credo esistano occhi rossi. Non ne ho mai visti e sarebbe bellissimo poterne capire l’origine. Sarebbe un tratto distintivo molto particolare, anche se non saprei come vederli abbinati. Occhi rossi e capelli rossi sarebbe davvero ridicolo.”
     
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  4. Chiara_92
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    Non solo Ausel Lydden sembrava piuttosto avvezzo al dare consigli (che dal punto di vista di Elly erano estremamente graditi), ma il suo eloquio era tale da riuscire a motivare anche una ragazzina come lei, che non infrequentemente si ritrovava in preda ad insicurezze ed indecisioni. Man mano che i due si addentravano nel discorso, la fiducia in se stessa crebbe in Elly: si poteva dire che, in termini di motivazione, il Tasso superasse persino sua sorella maggiore, l’unica persona, ad eccezione del ragazzo che aveva di fianco in quel momento, ad averla sostenuta ed incoraggiata a dare del suo meglio in ogni cosa che facesse. Ausel, per ora, aveva circoscritto il discorso all’essere sicuri di se stessi, ma Elly non dubitava sul fatto che potesse apparire altrettanto convincente anche in altri ambiti.
    Fu così che si ritrovò a ringraziarlo, sorridendogli sinceramente, provando un autentico benessere che non viveva da tanto e che invece quella sera era riuscita nuovamente a sperimentare.
    Per quanto fosse strano, l’infanzia di Elly non era stata affatto facile: essendo una Lannister, i suoi compiti e le aspettative create nei suoi confronti andavano aumentando di giorno in giorno e la pressione aveva finito, ad un certo punto, quasi per schiacciarla. Anche per questa ragione si stupì di come una serata come le altre potesse trasformarsi in quello che poteva essere quantomeno l’inizio di un’amicizia, o qualcosa di simile.
    Il pensiero della discussione del giorno prima ormai era già lontano.
    Il vero interrogativo, ora, diventava un altro: quanto sarebbe durata, quella felicità e leggerezza d’animo? Minuti? Ore? Giorni? Non avendo la sfera di cristallo, Elly non poteva certo prevedere il futuro, tutto ciò che era in suo potere era aspettare e vedere come si sarebbero evoluti i fatti, godendosi appieno ogni singolo istante in cui sembrava scordarsi il nome della sua casata.
    Un'altra tacca di fiducia della leoncina venne conquistata da Ausel nell’istante in cui la smentì a proposito del fatto di non avere altre armi al di fuori delle sue “minacciose” occhiate, per difendere se stessa.
    C’era ben altro, e non solo la capacità dialettica che il Tasso comunque menzionò; citare i veleni come arma poteva metterlo seriamente nei guai, se qualcuno lo avesse udito e il fatto che si fosse esposto in un simile modo fece riflettere Elly: le sue non erano solo parole, era seriamente intenzionato a togliere dalla mente quelle false convinzioni che Elly si era creata nel corso degli anni, molto spesso ereditate da conversazioni con la sua famiglia.
    “Oh… dovrei farmi insegnare a preparare simili… ‘medicine’, diciamo così. Non ho mai ricevuto una formazione in proposito, ma effettivamente si dice che quella sia l’arma tipica delle donne, per cui istruirsi in materia non farebbe affatto male” Rispose Elly, in maniera pensierosa, regolando il tono della propria voce in modo da non far giungere le proprie parole ad eventuali orecchie troppo curiose ed invadenti.
    “Per adesso penso di essere più brava con le parole, almeno credo. Mia sorella diceva sempre che, per quanto sia petulante e chiacchierona di tanto in tanto, so parlare in maniera convincente, ma non so se fosse sincera, quando mi disse questa cosa” Rivelò in seguito, rimembrando ancora le parole di quella conversazione tenutasi alcuni mesi prima.
    Era forse uno dei rari complimenti che sua sorella le avesse mai fatto, ma tutt’ora dubitava sul fatto che si trattasse di un complimento sincero: forse era un modo per schernirla? Sarebbe stato buffa come scelta di presa in giro, non c’erano dubbi a riguardo.
    La ragazzina aveva certamente sottovalutato il dolore provocato da una morte tramite congelamento: le avevano raccontato che morire assiderati fosse simile ad un profondo sonno senza sogni, in cui si sprofondava lentamente, ma a detta di Ausel doveva essere ben più terribile di così e di certo non voleva contraddirlo: in certi campi doveva essere certamente più esperto di lei, tuttavia non potè che concordare, sul fatto che non volesse sperimentarle sulla propria pelle.
    “Oh, neanche io, assolutamente. Oltretutto soffro il freddo, per cui eviterei soprattutto quella da congelamento” Replicò la ragazzina, con fare alleggerito, pur non mentendo: tra l’estate torrida e il gelido inverno, lei avrebbe scelto la prima in ogni caso.
    Alla richiesta di non congelare Ausel con lo sguardo, un chiaro riferimento al colore gelido delle iridi della ragazza, Elly assunse un’aria falsamente pensosa, quasi come se fosse un giudice intento a valutare un imputato.
    Tuttavia non volle tenerlo troppo sulle spine e ridacchiando mormorò “E va bene, promesso!”. Probabilmente non sarebbe riuscita a congelare con lo sguardo neppure il peggiore dei criminali, se avesse avuto davvero quel potere, figurarsi uno come Ausel.
    Anche il Lydden, comunque, non sembrava sapere alcunchè su un’eventuale colorazione rossa delle iridi e commentò quanto fosse poco adatto un eventuale abbinamento a dei capelli color pel di carota.
    Elly non potè trattenere una certa ilarità, nell’immaginare una ragazza con occhi e capelli dello stesso colore, o poco differenti. Aveva proprio ragione, che brutta accoppiata!
    “Sì, concordo, starebbero veramente malissimo, se fosse accaduto a me credo che avrei cercato di nascondere almeno il colore dei capelli, perché davvero non si potrebbe vedere, un abbinamento del genere”
     
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    Vi avviso per correttezza, giovedì apro la nuova quest, se volete iniziare a salutarvi (es. elizeha arriva e si porta via lady elly o quello che volete voi)
    potete farlo, gestitevela come volete.
     
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    Ausel aveva notato come il volto di Elly si illuminasse ogni volta che il giovane Tasso cercava di sostenerla con le parole. Cercava solo di darle coraggio, di infondergli quel briciolo di sicurezza in se stessa che la piccola Lannister credeva di non avere. Il suo sorriso diceva molto di più di una semplice parola o di un discorso. Ciò non fece altro che compiacere ancora di più l’ego del ragazzo.
    Ausel annuì alle parole di risposta di Elly e commentò, questa volta, senza cercare di non farsi sentire.
    ”Credo che potrebbero esserti di aiuto.”
    Che i veleni fossero armi da donne, Ausel ci aveva riflettuto su. Lui non era certo il genere di persona che si sarebbe affidato ai veleni, ma cos’altro avrebbe potuto fare? Poi, alcuni avrebbero comunque commentato dicendogli di essere per metà donna, se non interamente una donna, quindi un utilizzo del veleno per abbattere qualche nemico sarebbe stato compreso? Sinceramente non voleva pensarci. Avrebbe voluto far del male a qualcuno in passato, questo non avrebbe potuto negarlo. Avrebbe voluto faro soffrire o torturarlo. Ma chi non aveva qualcuno che in passato lo aveva fatto soffrire in un modo o nell’altro. Inoltre, non era certo un grande spadaccino, quindi una certa seconda scelta doveva pur avercela e i libri non lo avrebbero salvato da morte imminente. Forse un rimedio o qualche genere di medicamento avrebbero potuto aiutarlo a sopravvivere, ma a difenderlo, certo che no. Non era nemmeno il tipo da mettersi in mostra a capo di uno squadrone, anzi, amava stare in disparte e colpire da lontano, con i suoi coltelli o, se un domani suo padre gli avrebbe permesso di apprendere tale arte, con le frecce. Fino ad allora, però, doveva trovare un certo piano B. Ritornando ai veleni, forse sarebbe stato poco propenso ad utilizzarli, ma nulla era sicuro e certo in un mondo che andava alla deriva da un momento all’altro. Nessuno si sarebbe aspettato una svolta del genere, eppure, tutto l’Ovest era in marcia verso Approdo del Re.
    Ausel ascoltò ciò che Elly ebbe da dire e la guardò sorridendo.
    ”Se sei brava con le parole è già un bell’inizio.” Poi guardò Elly e continuò dicendo ”Spero per te che tua sorella fosse sincera. Non credo volesse prenderti in giro. Non posso esserne sicuro perché non conosco bene né te, né tua sorella, ma suppongo che se fosse stata una presa in giro, te ne saresti accorta già da tempo. Anzi, hai mai convinto con le parole qualcuno a far qualcosa per te? Pensaci bene e avrai la risposta alla tua domanda e saprai se tua sorella ha detto il vero o meno.”
    Ausel le fece un occhiolino istillandole un certo senso di dubbio e di autoanalisi. Gli piaceva fare il saccente e il sapientone, non c’erano dubbi che tenevano. L’essere il professorino di turno gli piaceva come lo faceva sentir bene il sentirsi utile nel suo essere poco utile nel pratico.

    Il discorso, poi, si spostò sull’eventuale morte tramite congelamento o tramite il fuoco. Entrambi concordarono che nessuno avrebbe voluto sperimentare le due cose, né in un modo né nell’altro. Elly, poi, confidò la sua paura per il freddo e quindi per il congelamento. Ausel sorrise pensando alle sue due paure più profonde e più insite in sé. Aveva paura dell’acqua dal suo sesto compleanno. L’essere quasi annegato lo aveva traumatizzato a tal punto da non volerne nemmeno sapere di viaggiare via mare o su una barca. Aveva evitato ogni volta di giocare a quello stupido gioco dove bisognava buttare già da un ponte di legno il Signore del Guado, gioco che avevano portato alcuni ragazzi che erano stati nelle Terre dei Fiumi. Chi stava sotto al ponte doveva stare immerso nell’acqua fino alle spalle. Per fortuna, il corso d’acqua che nasceva nelle colline sotto il dominio di Deep Den non era così profondo e l’acqua, nella zona più profonda dove era concessa la possibilità di giocare, non superava la cintola. Nonostante ciò, Ausel non aveva mai voluto giocare con Lajos sempre per quella paura profonda che aveva di rivivere nuovamente quel trauma. Sentire la vita che ti abbandona, non riuscire a respirare e sentire i polmoni che bruciano per la carenza di aria, il perdere conoscenza e vedere tutto nero. Non avrebbe mai più vissuto quella esperienza finche avesse potuto evitarla.
    ”Davvero? A me non piace quando fa troppo caldo. Penso che le fiamme non mi si addicono.” e sorrise. Non voleva rivelare ad Elly i suoi timori e le sue paure. Due giorni di dialogo, di cui uno anche forzato e finito male non facevano dei due dei grandi amici.
    In realtà ad Ausel faceva paura il fuoco nella sua capacità di distruggere le cose. Probabilmente non avrebbe mai acceso un falò, ma qualche fuocherello da campo lo aveva fatto, cercando di prendere sempre tutte le possibili e immaginabili precauzioni. In realtà aveva il timore di bruciarsi e ustionarsi, ma non del fuoco in sé. Non sapeva da cosa derivava questa paura, nessuno glielo aveva mai spiegato, però aveva scoperto che riusciva a restare accanto al fuoco, veniva quasi attratto da quel miracolo rosso che fluttuava e danzava nell’aria cercando di raggiungere il cielo. Era attratto dal fuoco, ma nello stesso tempo ne aveva timore, forse terrore di ciò che sarebbe successo se si fosse scottato o bruciato.

    Elly assunse un’aria pensosa quando Ausel le chiese di non congelarlo con lo sguardo. Alla fine emise il suo verdetto dichiarando un semplice “e va bene”. Ausel colse l’occasione per alleggerire la serata dicendo:
    ”Ti ringrazio, Elly. Non so come potrò mai ripagarti di questa gentilezza e del tuo buon cuore.” Poi rise nuovamente cercando la sua complicità.

    Anche Ausel concordò con le parole di Elly. Sarebbe stato orrendo vedere una persona con capelli e occhi rossi. Per quanto fossero particolari, sarebbero stati propri male. Non sapeva con quale tipologia di capelli abbinarli e non voleva nemmeno approfondire tale argomento perciò disse solo un semplice: ”Sì, concordo.”
     
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  7. Chiara_92
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    Sul fatto che i veleni avrebbero aiutato enormemente la giovane lady di Lannisport non vi erano dubbi, ed anche Ausel concordava su questo punto. Forse però era stata un po’ avventata nel definire come “arma prettamente femminile” quelle sostanze talvolta mortali e mentalmente sperò di non aver offeso il Tasso, nel caso in cui fosse stato il suo strumento di offesa favorito, e si limitò ad annuire in maniera concorde.
    Di certo una spada era più rapida e richiedeva molta meno pianificazione per poter essere usata, nella stragrande maggioranza dei casi, ma Elly non riusciva ad essere eccessivamente impulsiva, soprattutto se si trattava della vita di una persona. Sapeva che, presto o tardi, l’eventualità di dover scegliere tra la propria sopravvivenza e quella di un'altra persona si sarebbe presentata di fronte a lei, e ciò che temeva era il non riuscire a seguire il proprio istinto di autoconservazione. E a quel punto sarebbe stata spacciata.
    Per sua fortuna, tali pensieri non occuparono a lungo la sua mente, in quanto ben presto Ausel si ritrovò ad elogiare il fatto che essere bravi in ambito “diplomazia ed affini” fosse già di per sé un bel vantaggio.
    Elly sperava davvero, dal canto suo, che Ayleen non stesse scherzando, e per far ciò il Tasso le suggerì di scavare nella sua mente, ripensando ad un eventuale momento in cui, col solo ausilio delle parole e della sua capacità oratoria, avesse convinto qualcuno a fare o dire qualcosa che andasse a favore della ragazzina. Ed effettivamente, a memoria, i casi non erano stati pochi, anzi. Quindi forse, in fondo, sua sorella maggiore non aveva fatto dell’ironia nel momento in cui aveva espresso sincera ammirazione per la capacità di soppesare ed utilizzare al meglio le parole, da parte di Elly.
    “Uhm… no forse non stava davvero scherzando, hai ragione. E’ solo che quando si ha a che fare con lei non si sa mai quando sia seria e quando invece stia parlando giusto per prendere in giro qualcuno” Affermò la Lannister, che aveva una grande esperienza in materia, avendo vissuto assieme a quella ragazza poco più grande di lei per 14 lunghi anni. E, nonostante quel lungo lasso di tempo trascorso assieme a lei sotto lo stesso tetto, ancora faceva fatica a “leggerla” e ad interpretare i suoi comportamenti, le sue azioni e le sue parole.
    Il fulcro della conversazione, in seguito, andò a spostarsi su ben altro argomento: Elly si meravigliò del fatto che Ausel soffrisse pesantemente il caldo: istintivamente, lei avrebbe optato per l’opposto, ossia che come lei non tollerasse affatto le temperature eccessivamente basse, ben rare nelle Terre dell’Ovest.
    Non c’era, in realtà, un vero motivo per quell’apparente impressione; era più un qualcosa di innato, una specie di sensazione vissuta a pelle dalla piccola leoncina, la quale con un’espressione stupita in volto, gli rispose “Davvero? Sai che pensavo che anche tu preferissi il caldo torrido? Non chiedermi perché, è stato un pensiero che mi è venuto spontaneo”, pronunciando le ultime parole in modo quasi divertito, come se trovasse buffo il fatto di non aver dedotto correttamente: non era una novità, ma a dispetto di quanto accaduto poco prima, questa volta decise di non scoraggiarsi e di far tesoro di quell’esperienza per le occasioni future: mai fermarsi alle apparenze. Già lo sapeva, ma ribadirlo non faceva certo male.
    Così come non faceva certo male ridere nuovamente, di fronte al ringraziamento di Ausel sul fatto di averlo risparmiato da una morte lenta e dolorosa a causa degli occhi color ghiaccio della ragazzina.
    “Non c’è di che. Dopotutto son poteri che vanno usati con moderazione, essendo così pericolosi!” Disse Elly, alimentando l’ilarità generale della situazione. Quelle sarebbero potute essere le ultime risate in un largo lasso di tempo e voleva godersele appieno, sfruttando ogni singolo secondo a sua disposizione.
    E così fu, infatti: la ragazzina dalle iridi color ghiaccio stava per aggiungere qualcosa a riguardo degli occhi rossi di cui lei ed Ausel stavano parlando fino a poco prima, ma non ebbe il tempo di proferire mezza lettera: dal nulla, infatti, come un silenzioso fantasma nella notte, apparve Elizeha, sul cui viso era impressa un’espressione quasi stupita: forse si aspettava di trovarla ancora all’interno della tenda? Poco le importava, in realtà: tutto quello che doveva fare era eseguire gli ordini, che furono ben presto esposti alla diretta interessata.
    “Lady Elizeha, vostro padre mi ha incaricato di scortarvi verso la vostra tenda, una volta finita la cena” Le spiegò, squadrando il giovane dai capelli biondi di fianco a lei ed appoggiando il palmo della mano sull’elsa della spada. Per un attimo, Elly ebbe l’impressione che volesse tagliarlo a fettine, ma poi si limitò ad aggiungere “E’ da tanto che siete qui ad aspettare?”.
    Che fosse una domanda trabocchetto? Nel dubbio, Elly decise di rimanere sul vago, in modo da risultare la più neutrale possibile.
    “Uhm… no, state tranquilla”
    Con un cenno d’assenso del capo, Elizeha si fece da parte, invitandola a muovere qualche passo nella sua direzione.
    Con un po’ di titubanza, Elly lanciò uno sguardo un po’ rattristato al ragazzo: le dispiaceva andare via, stavano passando veramente dei gran bei momenti assieme, i primi da molto tempo a quella parte, per lei, ma era anche vero che contraddire suo padre avrebbe significato non poter rivedere più il Tasso in maniera del tutto certa, per cui per il momento non poteva che accondiscendere agli ordini del Lord suo padre: si sarebbe inventata qualcosa per poterlo rincontrare, magari la sera successiva stessa.

    “E’ stato un piacere parlare con te, Ausel” Gli disse, facendo un inchino e mettendosi d’impegno nel farlo, in quel caso, e subito dopo aggiunse sorridendo “Ti auguro una buonanotte”.
    Avrebbe tanto voluto potergli chiedere apertamente se avesse voglia di rivederla il giorno seguente, ma non poteva farlo ad alta voce: si sarebbe inventata qualcos’altro, qualche stratagemma, per farglielo capire.
     
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    Lord

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    Elly confermò le supposizioni di Ausel su sua sorella, ma a detta della piccola Lannister era difficile prevedere se all’interno delle parole della sorella fossero presenti delle menzogne o meno. Ausel non seppe davvero cosa replicare non avendo esperienze del genere, perciò preferì tacere e lasciar parlare la ragazza. Probabilmente avrebbe dovuto solo valutare le numerose volte che si era trovata di fronte a una situazione tale da dover utilizzare la sua dialettica e stabilire se fosse stata salvata da questa o meno. In tutta questa vicenda, Ausel poteva fare ben poco, perciò rimase in silenzio aspettando che Elly potesse raggiungere la sua illuminazione da sola.

    Il discorso si spostò poi sulle volontà climatiche e sui gusti dei due interlocutori. Elly aveva dichiarato di preferire il caldo estivo al freddo invernale, mentre Ausel aveva affermato il contrario. Cioè, per essere precisi, aveva detto di non preferire il caldo e che le fiamme non facevano per lui, non che preferisse il freddo. Elly aveva nuovamente tratto delle conclusioni affrettate. Poiché non conosceva cosa aveva spinto Ausel a dire quelle parole dovette attaccarsi sull’unica realtà alla quale potevano riferirsi quelle parole, e quindi al clima. Non preferendo il caldo, era logico che Ausel dovesse amare il freddo. In realtà ad Ausel non piacevano le fiamme nel loro potere distruttivo, non nel loro calore benefico.
    ”Ritornando al clima, non amo né il caldo torrido né il freddo gelido. Mi mantengo volentieri in una via di mezzo dove non bisogna boccheggiare per respirare o tremare all’inverosimile per avere un po’ di calore. Non so come fai a dire di amare il caldo torrido dove si suda come ossessi, non si ha voglia di far nulla e si sta in piedi a stento.” Ausel immaginò una persona che presa dal caldo torrido crollava per un colpo di calore.
    ”Dai, non dirmi che davvero ti piace vedere le persone che cadono ad ogni due passi che fanno?” E il suo sorriso si fece più evidente.
    Ausel non era una persona che amava l’uno o l’altro. Tra i due estremi gradiva il tempo primaverile e le continue piogge autunnali. Nel primo caso non faceva così caldo da rendere impossibile un’uscita a cavallo o l’andare alla ricerca di piante e di fiori che vedevano in quel clima il loro paradiso. L’autunno, invece, era l’anticamera dell’inverno permettendo di vedere il mondo in un’ottica diversa e in una prospettiva particolare. Inoltre le continue piogge erano ciò che più si avvicinava all’animo triste e inquieto di Ausel.

    Le parole di Elly ritornarono sulla sua capacità e sulla sua volontà di non congelare Ausel per quella volta.
    ”Hai perfettamente ragione. Non bisogna abusare dei propri poteri e usarli con moderazione.”

    all’improvviso, nelle loro risate generali e quando meno se lo aspettavano eco che vennero interrotti da una donna in armatura che doveva essere colei che si occupava della sicurezza della piccola Lannister. Infatti, fu ella stessa a dichiarare di avere compiti dettati dal lord di Lannister. La donna chiese se stesse aspettando da molto guardando torvo Ausel.
    Il giovane Tasso non si scomodò ma pensò male della donna. Alla fine aveva un compito che era quello di non perdere di vista la piccola Lannister e lo aveva ignorato bellamente. Se Ausel fosse stato un malintenzionato, Elly, a quell’ora, probabilmente sarebbe stata già uccisa e smembrata almeno un quattro o cinque volte. Forse qualcosa di più. Era risaputo che quando due persone si divertono il tempo viaggia più veloce del solito. Probabilmente erano trascorsi non solo semplici minuti, ma anche qualche ora.
    Ausel rimase in silenzio non sapendo cosa rispondere. Una sua risposta sgarbata avrebbe potuto mettere nei guai Elly, così come mettere nei guai lui stesso. Ausel notò subito la spada che aveva al fianco così come il suo portamento da guerriero che tutto faceva pensare tranne che fosse una indifesa lady come lo era Elly. Era meglio non farla arrabbiare.
    Elly lanciò uno sguardo triste ad Ausel che, invece, gli sorrise.

    Elly si mostrò in un inchino salutando e augurando la buona notte ad Ausel. ”E’ stato un piacere anche per me, lady Elly e ricambio la buonanotte.”
    Era meglio non mostrare troppa confidenza chiamandola solo Elly e non con l’appellativo che gli era riservato.

    Il giovane Tasso aspettò che Elly e la sua guardia del corpo se ne fossero andati prima di alzarsi e avviarsi verso la sua tenda dove avrebbe riposato.
    Sicuramente non avrebbe riposato tranquillo. Il parlare con Elly era stata una pausa in mezzo a una tormenta, la tormenta che stava vivendo con suo padre e le sue rivelazioni che lo avevano colpito profondamente e in modo molto doloroso. Andò a dormire ripensando a quelle parole e all’appellativo che suo padre gli aveva quasi cucito addosso: codardo.

    ”Non sono un codardo.” Si trovò a dire nel cuore della notte. Il problema era il dimostrare quello che stava dicendo. Ausel avrebbe dovuto dimostralo e l’occasione si sarebbe presentata sicuramente al più presto. In una guerra le occasioni di mettersi in mostra non mancavano di certo. Il problema era proprio quello: il mettersi in mostra.
    Si girò dall’altro lato cercando di riprendere sonno e ripetersi mentalmente che non era un codardo e che avrebbe fatto cambiare idea a suo padre. Doveva fargliela cambiare nel bene o nel male. Sarebbe stato preferibile se suo padre l’avesse cambiata in meglio e non in peggio. Peggio di così non sapeva cosa potesse mai succedergli.
     
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    Condottiero

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    Che bella coppieta <3
    chiudo qua e apro la quest successiva.

    Ausel ottiene:
    40 punti exp (10 + 22 + 3 +5)
    1 punto parametro marzialità per lo scontro
    +4 affinità Elly
    Corazza Cuoio riduzione danno 2 peso 2
    Spada Lunga in Ferro 8 att 5 dif peso 5
    (oggetti che trovi nella tua tenda perchè sei un bel soldatino ora)

    Elly ottiene:
    28 punti exp (10 + 10 + 3 +5)
    +4 affinità Ausel
    Fermaglio Leone +5 affinità lannister + 10 Attrazione
    (una bella dama deve avere sempre qualche accessorio di marca nel guardaroba)
     
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53 replies since 20/12/2017, 21:49   1122 views
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