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"Ti fa onore volere con te il vecchio e lo accetto. Ma non tutti i Dothraki sono come te Kammo, quella bambina a quest'ora sarà probabilmente morta e le due figlie vendute come schiave o fatte sposare con la forza come è stato imposto a me."
A quelle parole la stretta delle mani di Kammo si allentò e il suo sguardo si allargò, per poi riempirsi di tristezza. Alla fin fine era una costrizione che a Davvi stava stretta quella, magari avrebbe voluto sceglierselo lei il marito, uno bello, alto, non un nanetto di un metro e settantacinque e la pelle ruvida come la terra arida.
La donna parve rendersi conto di quanto quelle parole lo avessero ferito e si affrettò ad aggiungere;
"Che avrei dovuto sposare Draggo se tu non mi avessi portata con te. Se sconfiggerai il loro Khal forse qualcuno di loro ti seguirà e libereranno le donne se sono ancora con loro, ma se il Khal non avesse l' onore di Merago e non volesse affrontarti in combattimento? Avremmo di fronte un intero Khalasar da combattere allora e neppure tu, Kammo, riusciresti ad uscirne vivo." Inspirò a fondo,posando una mano sul braccio del Dothraki, gli occhi fissi in quelli di lui. "Ma io sono tua moglie. E se vuoi combattere combatterò con te."
Kammo sciolse le mani da quella della moglie a abbassò lo sguardo, andando ad accarezzarle quella che lei aveva posto sul suo braccio.
“Te l’ho detto, se dovessero essere in numero tale da essermi superiori, non li affronterei nemmeno. Strambo sì, scemo no, ma nella battaglia contro Arraqo ho ucciso 5 persone da solo e avrei potuto ucciderne molte di più” assicurò, poi alzò uno sguardo a fissarne i lineamenti delicati dalla pelle bronzea e gli occhi di brace incastonati su quel bel viso. Sollevò una mano ad accarezzarne la gota e il suo sguardo si indurì. “Ma io diventerò Khal. Non importa come, ma lo farò. E tu sarai fiera di me e non ti sarà più di peso essere al mio fianco, non sarà più un’imposizione. Perché… mi dispiace, ma io ti voglio. Non credo che qualche altra femmina vorrà mai prendersi la mia brutta salsiccia o stare tra le mie braccia e non voglio perderti. Tu… sei tutto quello che ho. Ti ho preso, come tu mi avevi detto di fare e anche se tu non mi volessi… io ti terrei con me… perché non voglio più restare solo” spiegò con gli occhi lucidi. “E se starmi vicino ti dà fastidio… non ti prenderò più… promesso… Ma voglio qualcuno con cui parlare. Voglio una famiglia e tu ora lo sei. Non ti farei mai del male, non permetterò a nessuno di fartene, se potrò impedirlo. Ma sarei pronto a sfidare anche il Grande Stallone solo per poterti tenere al mio fianco… Lo so che sono brutto… basso… che non sono un buon dothraki. So che potresti avere di meglio, che magari se non avessi ucciso Grub avresti potuto scegliertelo tu un marito, uno buono, non uno sgorbio… Ma io lotterò… Diventerò così forte che la tua fica sbrodolerà di desiderio al sapermi vicino. Sarai tu a cercarmi per quanto forte io sarò diventato. Ci riuscirò, sai… dovessi diventare io stesso lo Stallone che Monta il Mondo” alzò lo sguardo al cielo, mortificato “Perdona la bestemmia, so di non essere degno, ma per una famiglia sono pronto a farlo, te lo giuro Verzhof” assicurò all’Altissimo Spirito, per poi riportare lo sguardo su Davvi. “Io diventerò l’uomo che tu vorresti al tuo fianco, l’uomo che… non vorresti mai essere posseduta da altri se non lui. Ammazzerò chiunque mi impedirà di rendermi degno ai tuoi occhi. E se per diventare tale, persino tu dovessi dirmi… che vuoi Qarth, per tutti gli zoccoli, io giuro che ti darò Qarth, non so come, non so quando, ma ce la farò! Avere un khalasar è un modo per onorare il Grande Stallone, ma anche se regnassi sull’intero mare d’erba… non proverei la gioia del riuscire a conquistare te.”
Si alzò in piedi e la fissò deciso.
“Sarai con me, come mia pari, al mio fianco. La tua parola varrà come la mia sino a quando io non avrò un khalasar. Quando ne avrò uno, se lo vorrai e solo se lo vorrai, sarai la mia khaleesi. E un giorno lo vorrai… ti ricoprirò di pelle di Hrakkar, di schiavi… quello che vorrai… affinché il tuo cuore possa essere mio. E quel giorno, quando avrò un khalasar e mi dirai sì, ci sposeremo ancora e torneremo a Vaes Dotrhrak dove ti presenterò a Qranna e alle altre del Dosh Khaleen. Sono certo che divorerai il cuore dello stallone con facilità, perché nessuna è forte come te, che hai più palle di Draggo e molti dei suoi. E io metterò bambini dentro di te e avremo una famiglia forte… e se… se…” crollò in ginocchio, piagnucolando. “Se non saranno forti… non li abbandoneremo. Una famiglia… non posso permettere che a loro capiti quello che è capitato a me. Nessuno rimarrà solo… Nessuno…” Alzò gli occhi su Davvi e tirò su col naso. Immaginò di apparire veramente stupido. Tutte quelle promesse ma nessun mezzo per renderle realtà se non la sua sola volontà. Si asciugò il volto con le mani e distolse lo sguardo da Davvi. “Scusa… sono… ridicolo.” Si alzò in piedi. “Vado a vedere se convinco Qranna a prestarmi cavalli e armi per te e Gralato, altrimenti dovremo fare con quello che abbiamo…” mormorò allontanandosi.
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