Okkat

Quest per Kammo

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    "Fin da bambini fasciamo le nostre teste con delle bende molto strette affinché assumino questa forma. Vuoi sapere come vive il mio popolo Khal Kammo?"
    Kammo aggrottò la fronte e annuì. “Perché fasciare la testa? Nascete con delle ferite?” domandò perplesso. “E perché vi tagliate i capelli?” chiese ancora a Daznak.
    “La nostra gente viaggia a piccoli gruppi familiari di consanguinei e nelle foreste del Nord avremmo raccolto le piante necessarie per la nostra piccola comunità, quelle che non crescono nelle nostre aride pianure. Di solito voi vi mantenete sui sentieri principali, pensavamo di essere al sicuro anche questa volta” disse tante parole Daznak e Kammo soppesò quelle ultime.
    “Quindi… non era la prima volta. Ma non è meglio mandare solo due jhats? Avrebbero dato meno nell’occhio…” commentò ancora e poi la scrutò per qualche istante. “Quanto è grande il tuo khalasar? La tua famiglia dico” chiese ancora, poco prima di raggiungere l’accampamento.
    In quel lasso di tempo le prigioniere parlottarono tra loro per decidere la sfortunata che si sarebbe dovuta puppare lui.
    Sceso da cavallo, assegnati i ruoli ai suoi uomini, Davvi corse ad abbracciarlo e Kammo ricambiò felice.
    “Sapevo che le mie preghiere ti avrebbero benedetto!", quindi allungò un dito curiosa sull'esserino tremante che seguiva silenziosamente il Khal. "Ma cosa sono?"
    “Davvero?” Kammo sorrise di cuore. Davvi quindi non pensava solo a fare la khaleesi, ma un poco si preoccupava anche per lui.
    Alla sua domanda, guardò Badma e gliela presentò. “Lei è Badma. Una cantrice di luna catturata oggi. Lei e le sue compagne vengono dalle pianure di Jogos Nhai… oltre le montagne. Andavano a Nord, nei boschi, a raccogliere erbe. Hanno la testa strana perché la fasciano sin dalla nascita… non ho capito perché. Badma è la donna che la loro khaleesi ha scelto per essere stuprata da me” le spiegò, lanciando un’occhiata alla Khaleesi. Poi la prese a braccetto, portandola un poco lontano. “Se non vuoi che entri dentro di lei, posso almeno toccarla e parlarci?” chiese. “Sono curioso… Non ci metterò molto. Si sono arresi senza combattere, non mi piace questa cosa” sussurrò piano. "Per questo ho messo più uomini di guardia durante i festeggiamenti. Quando gli uomini avranno finito di festeggiare, meglio legarle… Potrebbero essere maegi per quel che ne so…” sibilò sottovoce, lanciando qualche occhiata alla giovane cantrice della luna. Aggrottò la fronte e poi guardò Davvi.
    “Ma… per stuprare… è uguale a fare sesso no? O bisogna fare qualcosa di particolare? Perché non l’ho mai fatto e non vorrei fare una brutta impressione sugli altri dothraki…” spiegò mestamente. Per lui quella era un’esperienza nuova, in fondo. Non capiva nemmeno come mai Badma tremasse come una foglia. Scopare era divertente, piacevole, ti faceva stare proprio bene…
    “Credo che lei mi consideri proprio brutto. Trema al solo pensiero che io la prenda… È decisamente giovane… magari non ha mai avuto un uomo… chissà come è una donna che non ha mai avuto uomini…” commentò fra sé e sé pur parlando con la propria khaleesi.
    Lanciò uno sguardo ai suoi uomini. Magari guardando loro avrebbe imparato come si stuprava una donna, le differenze tra l’infilare il proprio arnese in una donna… no, non riusciva proprio a capire che differenza ci fosse tra fare l’amore e stuprare. Lui sempre brutto era e probabilmente anche Davvi alla prima volta lo aveva trovato ripugnante…
    Aggrottò la fronte. I suoi uomini erano abbastanza irruenti. Che piacere poteva mai esserci in una cosa così? Dalle espressioni dei dothraki, però ve n’era…
    Tornò da Badma e la prese per un polso, dirigendosi poi verso la tenda. Nella mandritta teneva l’arakh e fece cenno a Davvi di seguirlo dentro l’edificio in pelle.
    Quando furono dentro, Kammo guardò la moglie perplesso. “Una donna… non trova il sesso sempre piacevole? Le cantrici li fuori non sembrano felici… come Mirri… Ma credevo che lei non lo fosse perché è difficile farle raggiungere il piacere… è sempre così tesa…” disse perplesso e guardò Badma.
    “Quindi per poterla stuprare… non devo darle piacere? Ma così non è divertente… Posso fare come al solito? O non andrà bene?” chiese ancora rivolgendosi a Davvi, senza però togliere lo sguardo da Badma.


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    Daznak non risposte alle altre domande del Khal limitandosi ad aggrottare le sopracciglia e a guardarlo con espressione di biasimo. Era un Dothraki, non avrebbe compreso che per loro quei capelli lunghi erano solo sporcizia e impudicizia, né che non avrebbero mai mandato dei guerrieri separati dal resto della loro famiglia visto che il sangue era tutto.
    "Quelli che vedi. Quelli che conti siamo."

    *****
    Davvi continuava a non volere che Kammo si unisse ad altre donne, ma comprendeva anche come la sua reputazione potesse subire un duro colpo se non avesse giaciuto con quella specie di strana donna, e dopotutto era sollevata dal fatto che Badma non sembrava volerlo a differenza di Oqetti. Fino a quando le cose fossero rimaste così sarebbe stato un sacrificio che si sarebbe costretta ad accettare.
    "La differenza è che lo stupro non è voluto. Questa donna non ti conosce, l'hai tolta dalla sua vita e dai suoi progetti per portarla qui nel tuo Khalasar. Ti odia, come potrebbe provare desiderio per te?"
    Le sembrava assurdo spiegare certe faccende ad un uomo, ma era evidente che il Dothraki avesse bisogno di una dritta.
    "I Dothraki stuprano le donne catturate per ricordar loro che per quanto li possono odiare, per quanto possano essere arrabbiate, non possono farci niente e devono accettare la conquista. E' una questione di potere, non di sesso. Se poi riesci a farle provare piacere, magari ti odierà di meno la prossima volta."
    Badma ascoltava in un misto di incredulità ed apprensione, ma restò in silenzio mentre fuori le urla di piacere si mescolavano ad una insolita caciara; era probabile che qualcuno si stesse azzuffando per il proprio turno con le nuove catture.
     
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    Kammo ascoltò la moglie. “Ma il sesso è piacevole…” pigolò perplesso e poi annuì. “Eh… capisco. Poi io sono pure basso e brutto… già mi stupisco che io sia riuscito a pucciare senza obbligare nessuno…” Sbuffò, scoprendo quel lato del sesso non voluto. Cioè poteva capire che non lo volessero perché era brutto, ma che non lo volessero per tutto quel corollario di cose che Davvi l’aveva elencato… Quanto erano difficili le donne.
    Si strinse nelle spalle. “Il Grande Stallone lo vuole… Badma, spero almeno di non dispiacerti troppo. Ti prenderò da dietro, almeno non dovrai guardare la mia brutta faccia” l’avvisò portandosi alle sue spalle. Senza troppo pudore le mise una mano in testa per saggiare sotto i polpastrelli com’era una testa calva e così appuntita.
    Poi la spogliò e le girò attorno studiandone le forme. Non era poi così diversa dalle altre donne, quindi l’idea di possederla non lo destabilizzava più di tanto. Almeno tra le cosce c’era pelo… quindi non se la rasavano la loro fessurina. Anche se sarebbe stato curioso di provare una fica rasata. Chissà che sensazione avrebbe dato. Le tornò alle spalle e la strinse a sé, stringendone i seni. Lei tremava come una foglia. Kammo cercò di tranquillizzarla con un bacio sulla spalla e poi cercò di baciarla sulla guancia, ma lei si scostò spaventata.
    Lui si incupì. Lui provava a essere gentile e lei se la prendeva a male?
    Sospirò e la costrinse a carponi, si inginocchiò dietro di lei e divaricò le labbra con le dita. Lei iniziò a piangere in silenzio. Kammo scosse il capo, liberò la propria virilità già desta all’idea di lavorare e, incurante dello sguardo torvo di Davvi, appoggiò il glande contro la femminilità della cantrice di luna. Si fece strada in lei, ma si fermò di colpo quando la giovane gemette di dolore. Non ci aveva messo forza ed era entrata appena la punta, come poteva averle fatto male. Poi sollevò le sopracciglia e capì. Sorrise eccitato, si chinò su Badma puntellandosi con un braccio e con l’altra mano andò a stuzzicarne il clitoride.
    “Sei vergine? Cavolo, non me n’era mai capitata una!” le disse all’orecchio elettrizzato a quell’idea. Raddrizzò il busto, le mise le mani sui fianchi e si fece largo lentamente dentro di lei, rattristato un poco dai suoi gemiti, ma la colpa non era sua, era lei che era incredibilmente stretta. Gongolò un poco. O magari era lui che era veramente tanto dotato.
    Quando arrivò a fine asta si fermò, dando un poco di tempo al corpo di Badma per abituarsi a quell’intrusione e nel frattempo ne carezzò i seni, i fianchi, la schiena e ne stuzzicò un poco il clitoride. Ma furono carezze veloci, non ci perse molto tempo perché l’idea di farsi una vergine e la sensazione di potere che gli dava quella situazione lo galvanizzavano.
    La prese nuovamente per i fianchi e iniziò a muoversi lentamente, godendosi ogni singola lenta penetrazione, assaporando le morbide e caldi carni della fanciulla che si schiudevano, avvolgendosi attorno al proprio pene. Sorrideva feroce, estatico, gemendo sommessamente di piacere, poi aggrottò la fronte percependo la caciara venire da fuori.
    Forse qualcuno dei suoi uomini stava litigando per poter possedere le donne. Eppure aveva dato turni ben precisi e c’erano donne per tutti…
    Merda” borbottò, interrompendo quella violenza. Uscì da Badma e si ricompose, prense l’arakh e si diresse all’uscita della tenda, portandosi dietro la ragazza, incurante della sua nudità. e Davvi; non voleva lasciare sola la moglie con quella che poteva essere una maegi. Daznak aveva detto di no, ma non voleva rischiare.
    Non voleva nemmeno che i suoi uomini si ferissero o peggio solo per poter scopare con una donna. Uscì dalla tenda, socchiudendo gli occhi quando il riverbero del sole gli ferì lo sguardo, ma si guardò subito attorno cercando di intuire cosa stesse accadendo, sebbene l'espressione fosse contrariata, visto l'interruzione

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    Kammo poté vedere Daznak ancora vestita che si parava di fronte ad uno dei suoi guerrieri ed una fanciulla stesa a terra e ancora mezza coperta dalle vesti; il Dothraki sembrava furioso ed era accompagnato da altre due uomini che conducevano per le braccia le proprie conquiste portandole irosi di fronte a Kammo appena uscito allo scoperto.
    "Abbiamo preso donne senza una fica."
    Se il Khal fosse stato abbastanza confuso da quella rivelazione, il gesto del guerriero avrebbe chiarito ogni dubbio poiché, una volta sollevate le vesti delle prigioniere, arnesi maschili pendevano sballonzolando e facendo bella mostra di sé. Erano uomini? Uomini vestiti da donne?
    Daznak era corsa presso Kammo inginocchiandosi e domandando pietà per le sue compagne, o i suoi compagni, quello che erano.
    "Zitta strega, ci hai mentito!"
    "Non è vero! Non ho mai detto che eravamo tutte donne! I jogos nhai hanno cantatrici della Luna femmine e maschi e guerrieri maschi e femmine. Noi siamo sacerdotesse, ho detto la verità!"
    Facendo un breve calcolo e guardando gli uomini che avevano radunato i prigionieri al centro dell'accampamento la situazione era questa: fatta eccezione per Daznak e Badma c'era solamente un'altra ragazza mentre gli altri erano tutti dotati di un attrezzo.
     
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    Kammo rimase spiazzato, confuso, impiegò qualche istante per capire che tre delle sei preziose donne appena catturate… erano in realtà uomini. In altro universo, in un altro piano, un cantante di nome Steve Tyler ci avrebbe fatto una hit che sarebbe diventata un brano storico della sua band, ma qui siamo a Essos e la cosa non faceva venire voglia di cantare al giovane Khal. Almeno ora avevano un altro carro e tre nuovi cavalli… o zorse, come si chiamavano loro. L’importante era che si potevano cavalcare.
    Ma altri tre uomini? Altre tre inutili bocche da sfamare?
    Spostò uno sguardo freddo su Daznak. “No, non hai mentito. Ma non sei nemmeno stata corretta. Se avessi chiarito subito questa cosa, i tuoi tre congiunti ora sarebbero sulla strada di casa con i tuoi jhats. Ma qui non mi servono, ho bisogno di donne o di guerrieri dothraki, non di sacerdoti o sacerdotesse con il cazzo. I miei uomini hanno bisogno di fiche per sfogare i propri istinti!” ringhiò furente. Puntò l’arakh verso uno dei tre uomini, con uno sguardo che non prometteva nulla di buono. “Tu o gli altri tre sapete fare qualcosa di utile per il mio khalasar?” chiese e poi scosse il capo. “No, non importa. Ammazzate gli uomini, stuprate le donne. Prendete anche la mia per ripagarvi del torto subito” disse, spintonando l’ignuda Badma tra le braccia del dothraki con l’espressione più offesa dall’aver trovato una sorpresa tra le cosce delle rapite.
    “Non rovinatele troppo. Sono ancora troppo poche per ferirle, quindi non fate loro del male” ordinò, incamminandosi poi verso la veranda allestita al centro dell’accampamento che ospitava lo scranno del khal al riparo dei raggi cocenti del sole.
    “Mirri, la cote” ringhiò alla schiava, prendendo la pietra che lei le porse, prima di abbandonarsi con un grugnito iracondo sullo scranno di legno e pelle. Iniziò quindi ad affilare il proprio arakh, tenendo le iridi scure fisse sui suoi uomini alle prese con le tre donne e i tre travestiti.
    Che fregatura. Era andato tutto troppo bene, doveva esserci qualcosa di sbagliato ed eccolo lì. Una fregatura per la quale aveva dovuto smettere di farsi la sua prima vergine. Puttana la miseria era così nervoso e insoddisfatto ora, che si sarebbe volentieri scopato Oqetti e probabilmente pure lei si sarebbe lamentata della cosa, perché le avrebbe fatto male più di quanto le piaceva.
    Ma aveva fatto una promessa e quindi non poteva. Era già tanto che Davvi non se la fosse presa per lo stupro. Inoltre non poteva riprendere a divertirsi perché aveva recuperato solo tre donne. Meglio che niente, ma la precedenza spettava ai suoi uomini, in fondo era per loro che le aveva catturate, lui aveva Davvi, lui poteva averle tutte se voleva, ma se voleva la loro fedeltà, doveva guadagnarsela. Lasciare che fossero loro a divertirsi gli sembrava un buon modo. Stesso motivo per cui lasciava che fossero loro a uccidere i tre travestiti, per sfogare la rabbia che quell’inganno aveva acceso in loro. Anche lui voleva vendicare quel torto, ma doveva pazientare. Il Khalasar veniva prima.
    La cote scivolava con un sibilo sinistro sulla lama d’acciaio, eliminando le imperfezioni dal filo dell’arma, rendendolo quanto mai letale.
    Probabilmente Daznak avrebbe implorato pietà per i tre uomini travestiti da donne, ma non li uccideva per ripicca o vendetta. Non poteva permettersi altre tre bocche da sfamare che non potevano dar nulla al suo khalasar. Avevano schiavi a sufficienza per i lavori di fatica, l’unica cosa che mancavano erano le donne… e i guerrieri. Ma di certo i testa a punta non erano guerrieri dothraki. Le loro femmine, però, avrebbero un giorno dato bambini dothraki e loro in pochi anni sarebbero diventati urlanti guerrieri implacabili.

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    10 punti esperienza base + 3 post over 900 parole - 0 post sotto le 600 parole + 4 merito + 5 interazione = TOTALE 22 PUNTI ESPERIENZA
    1 punto Diplomazia
    1 punto a scelta
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    Fama -5 (per tutti gli altri) +5 Dothraki
    Aggiungi le 3 donne al tuo khalasar
    Selvaggina (50 porzioni)
    Formaggio (20 porzioni)
    Alimenti commestibili vari (10 porzioni)
    Zorza *2
    CODICE
    <span>[IMG]http://progettoviaggi.it/wp-content/uploads/2017/03/NAMIBIA1227-2.jpg[/IMG]<p>Zorza Resistenza 5 Velocità 1 </p></span>

    Bracciale in oro
    CODICE
    <span>[IMG]http://progettoviaggi.it/wp-content/uploads/2017/03/NAMIBIA1227-2.jpg[/IMG]<p>Bracciale in oro 7 Attrazione </p></span>

    Ciondolo in legno *3
    CODICE
    <span>[IMG]https://static.wixstatic.com/media/beb6ce_7679da7e010947fdb73b96a8a29f6d2c~mv2_d_2448_2448_s_4_2.jpg/v1/fill/w_498,h_498,al_c,q_90/file.jpg[/IMG]<p>Ciondolo in legno +1 Attrazione </p></span>

    Tinture
    CODICE
    <span>[IMG]https://i.ebayimg.com/images/g/w3AAAOSwTA9X2s-Y/s-l300.jpg[/IMG]<p>Tintura per il corpo (+10% riuscita Tiri di Intimidazione/ 3 dosi)</p></span>
     
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