La notte è oscura e piena di terrori

Quest corale

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    Inizio per Zelda
    Quellon continuava a camminare agitato avanti ed indietro sul ponte della nave lunga che conduceva le altre lungo il fiume che risaliva nelle aspre terre del Nord; le imbarcazioni erano oramai giunte al lago che segnava la fine dei territori delle Terre delle Ombre e l'inizio di quelli di Piazza di Torrhen ma Lord Stark non si era presentato all'incontro. Per la verità, nessun soldato, uomo, donna o bambino era visibile a riva e dalle navi lunghe gli Uomini di Ferro lasciavano che i loro sguardi spaziassero solamente su una lunga distesa di neve, senza fortezze o guarnigioni all'orizzonte.
    "Tenete gli occhi aperti, lo Stark non si è presentato. Zelda, prepara i tuoi uomini!"
    La fanciulla dei Goodbrother era uno dei pochi nomi importanti che Quellon si era trascinato dietro per quella missione e a differenza dell'Harlaw che per ragioni di sicurezza preferiva mantenere vicino a sé sulla nave, Zelda era una Donna di Ferro come non se ne vedevano da generazioni, abbastanza affidabile da poter essere scelta per l'esplorazione della zona circostante.
    "Non escludo che ci abbiano teso una trappola, organizza una squadra ed esplora l'area. Torna alle navi prima del tramonto."


    ****
    Inizio per Percival
    La nave dei Lannister navigava da giorni il Mare Stretto e dopo l'entusiasmo dei primi momenti, ora una certa dose di noia aveva cominciato a riempire le giornate del giovane Percival che passava la maggior parte del tempo a sonnecchiare nella stiva piuttosto che sopportare la vista di una infinita distesa di mare di cui non riusciva a scorgere alcuna fine.
    Il compito che era stato assegnato ai due fratelli da Lord Tywin era di importanza vitale e l'arrivo della Compagnia Dorata avrebbe decisamente segnato l'andamento della guerra a favore della loro causa, ecco perché il loro viaggio doveva restare in incognito e non vi era alcuna bandiera rossa a capeggiare sulle vele di quella imbarcazione.
    Chissà cosa stava sognando Percival quella notte, forse i dolci baci di una fanciulla, forse le avventure di una guerra, di certo però il brusco risveglio causatogli da una secchiata d'acqua gelida in fronte non fu dei più delicati.
    "Siamo arrivati!"
    Gli agi della vita di Lannisport non erano riproducibili su quella nave e ben presto il giovane Lannister si era abituato a quel trattamento, in quel momento probabilmente neppure ci fece caso dato che la notizia di un insperato approdo era abbastanza bella da cancellare anche il più brusco dei risvegli. Quando Pericival però fosse salito sul ponte della nave per prepararsi allo sbarco, l'eccitazione avrebbe lasciato lo spazio ad un grosso stupore.
    Non aveva mai visto Tyrosh, per carità, ma se l'era immaginata come una calda terra piena di profumi e di colori, mentre quello che si parava di fronte ai suoi occhi era una sorta di piccolo villaggio di pescatori con qualche capanna fatta di pelli e neve.
    Neve a ricoprire ogni lembo di terra che gli occhi di Percival potessero accarezzare. Subito dopo quella scoperta venne la prepotente sensazione di freddo, no Tyrosh non era affatto calda!
    "Vostro fratello è già sbarcato!"

    ***
    Inizio per Lyanne
    Visitare tutti gli alfieri dell'Altopiano poteva essere un lavoro faticoso, ma Lyanne sapeva bene qual era il suo compito dal momento in cui si era unita in matrimonio con Hadray Tyrell e sebbene il giovane Tulipano era oramai morto, la vedovanza non la esimava dallo svolgere i doveri di una Lady al fianco di Lady Alerie. Il tifo aveva strappato numerose vite nell'albero di quella terra e la stessa Florent era stata colpita dal lutto; bisognava rafforzare l'animo degli alfieri e vedere come mantenere forte ed unito un territorio che tanto dolore aveva dovuto sopportare in una manciata di settimane.
    Il grembo rigonfio della fanciulla era appena accennato sotto alle sue vesti, ma Alerie aveva comunque voluto che le venissero assegnati tutti i pregi dovuti alla sua condizione di donna gravida e a Lyanne era stata riservata una carrozza personale che seguiva direttamente quella della moglie di Lord Mace.
    Di certo il viaggio in carrozza poteva risultare scomodo quando non addirittura noioso, ma ben presto quello della ragazza sarebbe stato destinato a mutare per sempre. Un forte colpo rischiò quasi di sbalzarla dal suo sedile lasciandole un sonoro contraccolpo sulla schiena al momento dell'atterraggio. La carrozza era ancora in piedi, ma pendeva nettamente dal lato sinistro, come se avesse perso una ruota.
    "Milady milady state bene?"
    In men che non si dica il cocchiere ed un paio di soldati erano accorsi a sincerarsi delle condizioni della Florent che, nel momento in cui venne aperta la porta della carrozza, rischiò quasi di congelare per il freddo. Il bianco candido della neve copriva ogni collina ed ogni sentiero dove lo sguardo potesse poggiare e benché neppure i suoi uomini fossero coperti a modo, solo lei sembrava avvertire il freddo pungente sulla pelle. Non l'avevano avvertita che i Crane vivessero in tali condizioni di gelo che pensava esistessero solo a Nord! Non c'era traccia di alcuna altra carrozza nei paraggi.
    "Abbiamo perso la carrozza di Lady Alerie diverse miglia fa, mi spiace milady ma ve lo giuro quest'orso mi si è parato davanti! Non sono riuscito ad evitarlo!"
    Eccola dunque la causa dell'incidente! Non si trattava certo di un orso adulto, ma comunque di un giovane esemplare orrendamente mutilato in volto dalle ruote della carrozza e finito dalle spade degli uomini che la scortavano.
    "Fortunatamente il castello è vicino!"
    La sagoma di una fortezza avvolta dalla neve si stagliava all'orizzonte assicurando alla Florent una camminata nel gelo e nel fastidio, ma quantomeno non troppo lunga.


    ***
    Inizio per Bjornir
    "Sono tornati, traditori del cazzo."
    Il sonno di Bjornir fu bruscamente interrotto dal vociare di uno dei generali in comando del Clan della Costa Congelata che continuava a sbraitare qualcosa mentre arrancava con una gamba sola tra una capanna e l'altra. Bjornir era stato lontano dal villaggio e non aveva partecipato all'invasione a sud ma aveva a lungo ascoltato i racconti dei vecchi che narravano di incredibili conquiste e razzie ai danni degli inginocchiati ma che erano costati la vita a molti Capi-Clan, al Re Oltre la Barriera, e la gamba dell'uomo che chiamava tutti al risveglio.
    "Gli Uomini di Ferro! Hanno avvistato delle barche sulla costa!"
    I particolari delle battaglie non erano ben noti a Bjornir ma aveva compreso che c'era stato una sorta di accordo tra Thored e gli Uomini di Ferro per la conquista dei territori a sud della Barriera e che ad un certo punto i navigatori erano venuti meno ai patti, tradimento che era costato una profonda battuta d'arresto nell'avanzata del Popolo Libero e che aveva sancito la fine, per il momento, delle ostilità contro gli inginocchiati.
    C'erano dunque poche ragioni a quel punto che spingessero nuovamente gli Uomini di Ferro nei loro territori; una minaccia, o un nuovo accordo che non tutti sembravano voler concedere.
    "Bjornir! Prendi qualche ragazzo e vai in esplorazione. Voglio sapere quanti sono, chi sono, e che cazzo vogliono ancora da noi. Se qualcuno minaccia il villaggio.. sai già che fare."
    Non era poi così strano che fosse proprio Bjornir a venir reclutato per quella missione, visto che aveva saltato a più pari l'intera campagna e aveva dunque ancora da dimostrare qualcosa al resto del Clan.


    ***
    Inizio per Cassandra
    Chiamare casa Capo Tempesta era qualcosa che fino a qualche mese prima non sarebbe mai passato per la testa della Connington, ma il tempo correva veloce e quello che era il suo ventre piatto ora era rigonfio e pieno dei movimenti di una creatura che continuava a scalciare e fare capriole. Non sarebbe stato facile essere la madre di un Baratheon, ma quella gravidanza le permetteva di godere di diversi privilegi a corte, tanto che la sua stanza ad esempio era la più riscaldata dell'intero castello, ancor più che quella di Lady Cassana.
    Gli sconvolgimenti politici del Regno presto avrebbero toccato anche lei che riteneva di essere piuttosto pronta ad affrontare tutto quello che sarebbe venuto, anche con l'aiuto di Aaron, ma era lo sconvolgimento del suo corpo quello che in quei giorni le sarebbe dovuto premere di più. Le ancelle le avevano preparato un bagno caldo in quella mattina che, stranamente, sembrava più fredda del solito per la giovane Cassandra.
    Ma non c'era poi da stupirsi più di tanto poiché ben presto gli occhi della Connington potettero scorgere una delle finestre della sua camera completamente spalancata e da cui spirava un vento gelido. Una volta raggiunto lo spiffero indiscreto, lo stupore avrebbe di certo colto l'animo della ragazza che mai in vita sua aveva visto della neve.
    Doveva aver nevicato durante la notte, talmente tanto che non c'era una sola guglia del castello che non fosse ricoperta di bianco candido; avrebbe dovuto scrivere alla Cittadella, l'inverno era giunto in anticipo ed era più forte del previsto se la neve aveva accarezzato anche la Provocazione di Durran.
    "Signora! Dei viandanti in arrivo!"
    La voce di uno scudiero dal cortile d'armi sottostante attirò l'attenzione di Cassandra verso i cancelli del castello; in lontananza alcune figure avanzavano lentamente verso la Fortezza. Novità in arrivo?


    ***
    Inizio per Melisa
    Jasper era partito in guerra. Non aveva fatto in tempo a gioire per l'apparente risoluzione delle battaglie a Nord che forse le avrebbero riportato il fratello sano e salvo che già il cuore della giovane Linderly veniva messo in subbuglio da nuova agitazione. Le Terre dell'Ovest non dovevano essere troppo lontane ed era certa che il Corbray avrebbe dimostrato il suo valore conducendo le truppe della Valle ad una onorevole vittoria, ma era davvero così illecito essere preoccupate?
    Septa Igritte aveva organizzato una veglia di preghiera per la Madre radunando tutte le vergini del castello, nobili e meno nobili, in un tempietto di montagna che dava proprio dirimpetto alla cascata di Alyssa di cui avevano scritto poeti e cantori di generazione in generazione. Solamente pochi soldati avevano accompagnato il gruppetto di donne e nessuno di loro era entrato nel Tempio per tutta la notte, lasciando le fanciulle in rigorosa preghiera. Quando le prime luci del mattino avevano cominciato a filtrare attraverso i rosoni del piccolo tempietto, Septa Igritte si era alzata rivolgendo un'ultima cantica alla misericordiosa Madre affinché tutti i soldati tornassero sani e salvi dalla guerra, e si era portata all'esterno per svegliare i soldati e prepararli alla partenza. Nido dell'Aquila non era poi così lontana ma quelle erano comunque ragazze e abbisognavano di una qualche scorta.
    "Misericordia divina! Che è successo?!?"
    La voce disperata della Septa attirò immediatamente tutte le ragazze presenti all'esterno; se prima solamente una sottile coltre di neve ricopriva il terreno umido, ora il bianco giungeva fino alla vita delle poverette che tentavano di muoversi all'esterno dell'edificio e riuscire a vedere qualcosa all'esterno era praticamente impossibile poiché i raggi del sole rimbalzavano sul candore che avvolgeva ogni cosa, cascata compresa. Ma se questo bastava a strappare un gridolino di stupore alle fanciulle, la vista di ciò che indicavano le dita della Septa le avrebbe fatte rabbrividire di terrore.
    I soldati che le avevano accompagnate giacevano sul terreno, i volti congelati in un sinistro sorriso e nessun battito a riscaldare i loro polsi.
    "Sono morti congelati!"


    ***
    Inizio per Artos
    "L'inverno sta arrivando."
    Quante volte un giovane Artos alla corte di Grande Inverno aveva sentito questo motto ripetuto e ripetuto ancora ed ancora? Non erano di certo parole per lui nuove o prive di significato, quel che era strano però era sentirle tra i banchi della Cittadella e dalla bocca di un agitato Arcimaestro Vaellyn completamente in agitazione. L'uomo era entrato nell'aula dove si stava svolgendo la lezione di Storia senza un minimo di tatto risvegliando l'attenzione di tutti i presenti verso quel dato che continuava a ripetere come un ossesso.
    "Devo aver, devo aver sbagliato i calcoli. L'inverno sta arrivando, ho ricevuto missive da tutti i Regni, la neve è giunta fino a sud! Alto Giardino e Capo Tempesta sono coperte dalla neve."
    Com'era possibile che un Arcimaestro della Cittadella avesse preso un abbaglio così forte da mancare completamente il calendario delle stagioni? E da quando in qua gli inverni erano divenuti così rigidi da scendere fino a sud? La mente del Karstark non sarebbe potuta non correre a casa sua, se il gelo aveva raggiunto persino i territori dei Baratheon e dei Tyrell era ragionevole pensare che avesse colpito duramente Karhold, proprio mentre la guerra contro i Bruti imperversava in colline e castelli.
    "Artos, mi serve il tuo aiuto."
    Senza dire altro Vaellyn si era trascinato in biblioteca cominciando ad armeggiare con libri e sfere armillari nel tentativo di fornire una risposta ai suoi dubbi e una correzione agli errori di calcolo che avevano gettato l'intero continente in quel pasticcio. Sarebbe stato affare dei politici pensare a come gestire le risorse per superare l'inverno, il suo era quello di comprendere come qualcosa del genere fosse potuto avvenire sotto i suoi occhi senza apparente motivazione.
    "Dammi un'idea, una qualsiasi idea!"
    Aveva a disposizione pendoli e qualsivoglia strumento scientifico potesse desiderare; libri sull'inclinazione dell'asse e il susseguirsi delle stagioni, e una porticina, a cui normalmente non avrebbe potuto avere accesso, stranamente aperta. Era la sezione dei libri proibiti che normalmente veniva chiusa a chiave, ma nell'agitazione del momento che aveva gettato in fermento l'intera Cittadella, qualcuno aveva lasciato il cancelletto leggermente socchiuso.



    REGOLE OFF
    Parole minimo 600 per non incorrere in malus.
    Tempistiche se rispondete tutti prima ovviamente arrivo prima, altrimenti modero lunedì 19 novembre (avete dunque due settimane di tempo).
    Ritardi non verranno conteggiati eventuali ritardi, per cui potete inserirvi quando volete/ saltare i turni che desiderate.
    Condizioni di gioco le stesse che valgono per ogni quest; dunque niente autoconclusività, powerplaying ecc ecc, basatevi sulle conoscenze e le capacità dei vostri pg.
    Partecipazione ai fini della quest io conto tutti i vincitori, quindi tutti i membri della squadra, muoverò come png quelli che non dovessero rispondere e giocherò molto di apparizioni/sparizioni.
    Linea temporale ognuno giochi con la sua attuale, senza paranoie. Non importa se non coincide, tanto ai fini del gioco non incide poiché non porterete al risveglio tutte queste informazioni quindi no problem.
    REGOLE ON
    Per il momento nessuno di voi si rende conto di star sognando, questo è molto importante. Ad un certo punto uno solo di voi in base a bg e capacità, se va tutto bene, si potrebbe accorgere della cosa, ma sarò io a dirvelo. Per il momento, è vita reale.
    Zelda: la tua parte è ambientata all'arrivo a Piazza di Torrhen, scegli tu quanti uomini portare, descrivimeli, scegli come muoverti ecc ecc ed esplora pure l'area circostante, nel prossimo post ti descriverò un incontro. Ah, l'equipaggiamento che ti trascini dietro!
    Bjornir: similmente a Zelda, descrivi chi porti con te, cosa porti con te, come ti muovi, in che formazione ecc ecc, nel prossimo post incontro.
    Percival: anche per te per ora solo esplorazione ma sei di fronte ad un villaggio di pescatori png, dimmi cosa cerchi, cosa chiedi, cosa ti trascini dietro e chi ecc ecc. La tua parte è ambientata all'arrivo a Tyrosh, tuo fratello non è con te.
    Lyanne e Cassandra siete nello stesso tralcio di sogno, solamente che Lyanne si è appena ribaltata e pensa di arrivare nella Fortezza dei Crane e Cassandra è a casa sua a Capo Tempesta e si vede arrivare Lyanne. Potete ordinare ai vostri uomini (che potete descrivere tranquillamente) di fare quel che voi volete, potete concludere i vostri post con l'arrivo di Lyanne ai cancelli. Anche qui...Lyanne non sai che sei in un sogno quindi se scopri che non è Lago Rosso potresti semplicemente pensare che hanno sbagliato strada..o che sei stata tradita..o bu!
    Melisa la tua parte è ambientata alla partenza di Jasper e dei suoi dalla Valle, avete passato la notte al Tempio in preghiera e al mattino è tutto ricoperto di neve e i soldati di scorta sono morti congelati. A te decidere come muoverti, le fanciulle e la Septa sono terrorizzate quindi gestiscile pure come credi. Se vuoi provare a incamminarti sola per Nido o esplorare l'area circostante o chiudervi nel Tempio ecc ecc
    ArtosWinter is coming, per il momento vedi solo nuvoloni chiari se ti affacci da qualche finestra ma le notizie non sono delle migliori. Hai Astronomia quindi tutti i libri che vuoi inventarti a tua disposizione per spiegare il fenomeno puoi usarli/ fare esperimenti ecc. Puoi dare consigli, mandare missive, provare a scendere in strada, o tentare di accedere alla sezione proibita della Cittadella alla ricerca di...mostrami cosa XD

    Buona Fortuna!
     
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    Condottiero

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    keL4uIOEra successo di tutto in quell'ultimo periodo. Era successa ogni cosa una mente potesse pensare, ma Cassandra era ancora li, incinta e con un pargoletto che le cresceva nel ventre. La gravidanza non le aveva impedito di viaggiare, di parare, di accordarsi e di tornare con notizie che a seconda del punto di vista erano sia buone che cattive. Aveva incontrato le persone più importanti dei Sette Regni e poteva benissimo affermare di aver visto tanti Re e non solo uno. Da quando era tornata stabilmente a Capo Tempesta, tutto si era svolto con un poco più di tranquillità, sebbene svolgesse sempre e comunque i suoi doveri. E la fortuna vuole che quella gravidanza abbia smesso di tormentarle il sonno, concedendole delle lunghe notti di riposo senza risvegli improvvisi.
    Quella mattina la ragazza si sveglia di buon'ora e la luce all'interno della sua stanza è un poco strana. E altrettanto strana è la sensazione che ha sul corpo. E' sempre lo stesso ovviamente, sempre incinta, soliti movimenti di ciò che c'è dentro ma... un brivido di freddo. Le servette ovviamente svolgono quanto devono e la finestra della sua camera viene completamente spalancata per far prendere aria all'ambiente che aveva tutt'altro che un buon profumo. Era l'odore di chiuso dopo una notte passata a dormire, sfido chiunque a non aprire le finestre. E c'è da dire che la sua stanza era una delle più calde di tutta Capo Tempesta. La sua condizione le aveva fatto guadagnare una serie infinita di privilegi, tra cui avere la stanza molto più riscaldata di tutti gli altri, Cassana inclusa. Tiè!
    Come ogni giorno, la ragazza si concede un bel bagno caldo ma quando si alza dal suo letto ampio e comodo, si rende effettivamente conto che l'aria che entra dalla finestra è.. fredda. Il suo sguardo si volge in quella direzione e la curiosità insita in lei la spinge a sporgersi lievemente dall'imposta. Sbatte più e più volte gli occhi per l'incredulità.

    "Neve..."

    Fa una pausa, rimanendo qualche istante interdetta... ma poi...

    "Neve! Neve, Neve, Neeeeeve!"

    E niente... è come se i servitori vedessero una bambina alle prese con la prima neve della sua vita, cosa che realmente è sebbene Cassandra non sia più una bimba. Sul volto della ragazza appare un sorriso fanciullesco e innocente come se in lei fosse tornato lo spirito da bambina che aveva ormai lasciato assopito da molto tempo. La neve aveva ricoperto ogni cosa, facendo sembrare le irte mura della Provocazione di Durran...morbidose. Era tutto un mondo morbidoso e bello.

    "Neve! Che bela la neve! Non l'ho mai vista! che bello!"

    La ragazza quindi rimane qualche istante ad osservare quel bellissimo paesaggio, ma non si limita ovviamente a questo. Cercherà di raccogliere un poco di neve da un piccolo cumulo, qual'ora presente, vicino alla finestra. Semplicemente la vuole assaggiare. Ovviamente i servitori sono tutti preoccupati per lei e la tengono sott'occhio in modo che non rischi inutilmente. Passati gli istanti di euforia, la ragazza torna in se.

    "Sapete se i Maestri della Cittadella ci avessero avvertito dell'arrivo così imminente dell'Inverno? In caso credo sia opportuno avvisarli di quanto sta accadendo qui... quindi dopo il bagno sarà mia premura accertarmene..."

    I servitori ascoltano impassibili, non erano loro a dover sapere se i Maestri avessero scritto o no. Il bagno della ragazza però era pronto e la ragazza si immerge completamente nella vasca riempita di acqua bella calda. Come al solito si fa aiutare dalle servette, che provvederanno anche ad asciugarla e a vestirla di tutto punto per affrontare quella giornata di.. pieno inverno. Eh si perchè se c'era la neve, significava che fosse freddo e nemmeno poco. Le vengono fatti indossare abiti pesanti che potessero darle una sensazione di comodità e di calore, ai piedi delle calze spesse e delle scarpette comode per via della possibilità che le sue caviglie potessero gonfiarsi.
    Cassandra era pronta per affrontare la giornata che so prospettava interessante e divertente. Ma un qualcosa le fa corrugare leggermente la fronte. La voce di uno scudiero che le comunicava qualcosa.

    "Signora! Dei viandanti in arrivo!"

    La ragazza quindi si sporge dalla finestra che da sul cortile d'arme e può benissimo scorgere lo scudiero e delle figure che in lontananza si avvicinano al cancello di Capo Tempesta. La ragazza aguzza leggermente la vista e poi ragiona sul da farsi.

    "Assicuratevi delle loro intenzioni.. aprite i cancelli e fateli entrare... di sicuro avranno bisogno di calore e di rifocillarsi per il viaggio... ma controllateli attentamente."

    Afferma lei.

    "Chiedete da dove provengono e il motivo del loro viaggio... vi raggiungo in fretta così che possa vederli anche io!"

    Esclama la ragazza prima di chiuderle le imposte lei stessa. Si fa quindi fissare sulle spalle un bel mantello pesante con cappuccio, un bel paio di guanti caldo e poi con passo svelto si dera nel cortile d'arme dal quale lo scudiero l'ha avvisata dell'imminente arrivo. Era strano che qualcuno si mettesse in viaggio con quel tempo, ma potevano benissimo essersi messi in viaggio prima ed essere stati sorpresi dalla neve. Ma le sfuggiva il fatto che aspettassero visite. L'avrebbe saputo se a Capo Tempesta erano attesi ospiti. Cassandra quindi compie i suoi primi passi nella neve. E' una sensazione strana e morbida. Il piede affonda nello strato presente nel cortile e dopo la prima impressione piacevole e particolare, subito torna in se e raggiunge lo scudiero. Il suo sguardo punta in avanti, verso quelle figure che nella neve si avvicinano ai cancelli della Provocazione di Durran.


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    Lord

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    La notte è oscura e piena di terrori
    p o s t - u n o




    Gli ultimi giorni di navigazione erano stati tranquilli, quando arrivarono alla foce del fiume e iniziarono a risalire verso Piazza di Torrhen l'umore di Quellon si fece più strano. Non che fosse il più simpatico tra gli uomini ma non credeva fosse da lui lasciarsi andare a certe esternazioni - seppur solamente fisiche - sulle sue preoccupazioni. L'alba fu illuminata da un sole che non riscaldava. Il tempo era giunto, e la piccola flotta era finalmente arrivata a destinazione. Quella mattina Zelda fu stranamente silenziosa, persa nei suoi pensieri come forse la maggior parte degli altri membri dell'equipaggio.

    Lo spettacolo che le si era posto davanti agli occhi era strano.. Si era abituata all'idea della neve - nonostante alle isole non cadesse se non raramente - ma non a quella quantità: avvolgeva ogni cosa restituendo un'immagine aliena e conturbante che rendeva gli animi dei marinai terribilmente inquieta. Man mano che si avvicinavano lo scenario non cambiava, si era aspettata di veder comparire tra la nebbia gelida quanto meno la sagoma di un castello o delle piccole casette sparse del villaggio peschereccio che - secondo quando aveva studiato - si sarebbe dovuto trovare sulla costa immediatamente esterna. Ma niente di tutto questo era lì. Neanche la delegazione degli Stark. Imprecò a denti stretti, era forse una trappola degli uomini del nord? Ecco cosa accadeva a fidarsi di gente del genere. Avrebbero dovuto prepararsi meglio, organizzare le navi.

    "Tenete gli occhi aperti, lo Stark non si è presentato. Zelda, prepara i tuoi uomini! Non escludo che ci abbiano teso una trappola, organizza una squadra ed esplora l'area. Torna alle navi prima del tramonto."

    Annuì. Lì attorno regnava un silenzio tombale, interrotto solamente dallo sciabordio delle onde contro lo scafo delle navi. Cercò con lo sguardo Victor, il capitano ma non lo trovò sul ponte.

    *Strano.*

    Lo pensò corrugando la fronte, avrebbe dovuto essere lì con loro e con lei. Si aspettava da un momento all'altro di vedere il suo sguardo arrogante e frenetico ma ciò non accadde.

    *Dove cazzo è andato a finire?*

    Subito, Lord.

    Decise di accantonare momentaneamente il pensiero su Victor e cominciò a muoversi per organizzare un piccolo gruppo di uomini come Quellon aveva ordinato. Doveva capirci qualcosa di più su quella storia. Aveva scelto scrupolosamente cinque di quelli che si trovavano sulla nave e la decisione era stata presa attraverso una rapida selezione per stazza, abilità con l'ascia e furtività. Non voleva ritrovarsi nella merda fino al collo e se - come sembrava - fosse stata una trappola avrebbe dato l'ordine a uno di quelli di suonare il corno due volte e correre come se avesse l'inferno alle calcagna per dare il segnale e mettere in salvo la piccola flotta.

    Passarono una manciata di minuti da quando venne calata la lancia dalla nave maestra e i sei cominciarono a remare verso la riva. Il silenzio che regnava tutto intorno rendeva gli uomini leggermente nervosi; Rhael il più alto dei cinque - scuro di capelli e barba tanto quanto la sua pelle era chiara - si limitava a giochicchiare con la lama di un coltello che rigirava tra le dita ossute, Fhaer - gemello del primo e quasi opposto in tutto - si limitava a remare, insieme a Bolmar, tenendo lo sguardo fisso sulla riva del lago. Zelda dal canto suo invece cercava di cogliere qualsiasi dettaglio potesse essere utile o indicatore di una situazione imminente. Una volta toccato il fondo sabbioso con la pancia della lancia, la ragazza scese e aiutò gli uomini a tirarla un po' più sulla sabbia per evitare che cullata dal moto delle onde, tornasse al largo.

    La Buonfratello aveva lo scudo fisso sulla schiena - che all'occorrenza poteva facilmente slacciare e tenere in mano pronta alla difesa - e nella mano destra teneva la daga. Fece un cenno alla squadra di rimanere bassi e muoversi in fretta, esplorando per prima cosa la sponda del lago trovandola però completamente deserta. Non c'erano segni di vita, nè recenti nè tanto meno passati... Come se fosse stata disabitata da sempre e mai quel posto avesse visto anima viva.

    "Non mi piace questa cosa, Zelda."
    "Nemmeno a me. Ma se gli Stark ci hanno teso una trappola allora voglio bagnarmi nella fontana che sarà il loro sangue."


    Annuirono tutti, compiaciuti e d'accordo con la frase della ragazza. Per quanto ad una prima occhiata potesse sembrare una semplice fanciulla sui vent'anni, bastavano già i suoi modi di fare e porsi per dissipare il dubbio e rendersi conto di trovarsi davanti a una Donna di Ferro. Il gruppo si mosse verso l'interno, cercando un punto qualsiasi da dove iniziare nel cercare tracce e informazioni.

    *Non ci sta nemmeno una casa abbandonata. Un rudere, resti di alcune torri. Niente.*

    La neve morbida che copriva il terreno lasciava evidenti le impronte dei sei, la giovane ordinò all'ultimo della fila Heldar, che portava anche il corno attaccato alla cintura - nell'eventualità che se le cose si fossero messe male, avrebbe suonato e sarebbe corso verso la nave ammiraglia - di cercare di ripulire i segni del loro passaggio. Si muovevano cauti e lenti con le orecchie dritte in alto alla ricerca di un qualsiasi suono che potesse servire da indizio, quando arrivarono in prossimità di quello spiazzo che avrebbe dovuto ospitare il primo villaggio, alzò il braccio col pugno chiuso per intimare l'alt silenzioso. Si fermarono tutti.

    "Cosa c'è?"
    "Shhhh!"


    Aveva sentito un lieve fruscio, un rumore assai diverso dal muoversi delle vegetazione secca o da un qualche animale. Non riusciva a identificarlo. Portò la mano dietro la schiena, slacciando rapidamente il nodo che teneva lo scudo fermo e lo imbracciò in posizione di difesa. Strinse maggiormente la daga e rimase in attesa. Lo sguardo vigile e attento. Gli altri fecero altrettanto, rimanendo compatti e uniti dietro e attorno a Zelda.



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    Zelda/Bjornir

    Quella landa ghiacciata sembrava non solo non conoscere fine, ma neppure alcun elemento che ne indicasse un qualche orizzonte; mentre tendevano le orecchie al suono e al fruscio udito, il profilo di alcune sagome che si stagliavano in lontananza attirò la loro attenzione e fermò i loro passi. Occorsero alcuni secondi prima che i profili degli uomini che avanzavano verso di loro fossero chiari sotto il bagliore accecante della luce che si rifletteva nella neve e nel ghiaccio, ma quando furono finalmente ben visibili, uno degli uomini della scorta di Zelda scoppiò in un urlo.
    "Bruti! Quelli sono Bruti!"
    La presenza di Bruti in quelli che dovevano essere a rigor di logica i territori degli Stark indicava forse che la guerra alla fine era stata vinta dai membri del Popolo Libero? Era stato un pazzo Quellon a trattare la resa con Lord Caleb quando poteva allearsi con quegli uomini e strappare a Casa Stark i territori che un tempo appartenevano agli Uomini di Ferro?
    Zelda non ebbe neppure il tempo di dire alcunché poiché con l'impeto di una valanga, quelli gli furono addosso ed i propri uomini furono costretti immediatamente ad imbracciare le armi pur di avere salva la vita.

    Cassandra/ Lyanne
    I pochi uomini che formavano la scorta in arrivo a Capo Tempesta circondavano una ragazza dal grembo rigonfio ed abbigliata per un clima che non era certo quello che la nevicata notturna aveva loro regalato. A prendere la parola per primo fu una sorta di paggetto che si schiarì la voce prima di gridare alle guardie all'ingresso e alla volta della Connington, la sua presentazione:
    "Lady Lyanne Florent, moglie di Hadray Tyrell, nuora di Lord Mace Tyrell, Lord di Alto Giardino e Protettore del Sud domanda ospitalità ed accoglienza a Lord Crane e Signora presso Lago Rosso."
    La neve aveva forse rimbecillito del tutto quel portastendardo?
    Ora che il gruppetto era abbastanza vicino, Cassandra avrebbe potuto notare lo stemma dei Tyrell issato sull'asta trasportata dal ragazzetto, ma la presenza in quel luogo della nuora di Lord Mace e le parole dell'uomo non avevano alcun significato per la Connington.

    Zelda /Bjornir di base i vostri uomini si combattono, voi potete anche cercare di parlare però e provare a fermarli. Se combattete non usiamo il Regolamento Combattimenti ma lo gestiamo in forma esclusivamente narrativa poiché nessuno dei due può morire nel sogno. Considerando Marzialità e competenze Zelda può avere la meglio su Bjornir ma se dovessi provare ad ucciderlo la lama attraverserebbe il vuoto e lui scomparirebbe.
    Se invece volete provare a scappare/parlare...fate pure :)

    Cassandra/Lyanne la situazione è un bel WTF gestitevela pure tra di voi per ora..io muovo Lyanne se non dovesse rispondere.

    Percival, Melisa, Artos, Lyanne, Bjornir potete unirvi quando volete prendendo per buono l'ultimo post che vi coinvolge.

    ARRIVO LUNEDì 3 DICEMBRE
     
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    Sebbene fosse gravida e non sempre in piena forma aveva scelto di non lamentarsi e non fare nessuna storia per quel compito che la attendeva. Alla fine sarebbe stato peggio scegliere in battaglia rispetto al farsi trasportare in carrozza entro i confini dell’Altopiano per far visita agli alfieri e saggiare il loro umore. Era partita con una carrozza personale, non un mezzo condiviso con lady Alerie, questo le permetteva di godere del silenzio ma alla lunga poteva anche diventare noioso, tutto dipendeva da lei e dal fatto che avrebbe potuto sfruttare quei momenti per leggere invece di limitarsi al guardare fuori tenendo scostate le tende ed osservare il paesaggio.
    Ciò che non aveva notato, proprio perché impegnata a pensare piuttosto che a guardare fuori, era il fatto che il paesaggio stava cambiando e non ricambiava più quello verde e florido dell’Altopiano dove gli abiti che aveva indossato non le avrebbero certo fatto sentire freddo. L’abito che aveva indossato non era troppo caldo proprio per evitare di ritrovarsi in un bagno di sudore quando sarebbe dovuta arrivare di fronte al lord di turno. Non sarebbe stata una gran bella figura. La stoffa era più aderente nelle braccia, nelle spalle e sul petto ma si ammorbidiva sul ventre per evitare di stringere troppo lì dove aveva iniziato a gonfiarsi seppure in maniera proporzionata col suo fisico e con il periodo in cui si trovava. La stoffa che si fermava alle caviglie era color pesca e poi si intravedevano un paio di stivaletti, calzature comode e che aveva già indossato in passato, avevano preso bene la forma dei suoi piedi. I capelli erano acconciati in modo da nascondere le orecchie, l’unica cosa che non avrebbe voluto ereditare con ardore dai Florent.
    Stava per scostare una delle tende della carrozza quando si sentì quasi sbalzare, ebbe un contraccolpo sulla schiena ma non aveva sbattuto il ventre, quello era l’importante. Mentre era intenzionata a massaggiarsi proprio da sopra il vestito, premendo con i polpastrelli sul dorso del corpo, vide aprirsi la porta e notò il cocchiere e un paio di soldati. Non fu quello a stranirla ma la presenza della neve.

    “Sto bene.”

    Replicò asciutta mentre l’aria fredda le sferzò il volto, di certo nessuno le aveva detto nulla del genere sui Crane e nella sua conoscenza, o ignoranza, era convinta che solo recandosi a Nord si sarebbe potuta imbattere in quel tempo e nella coltre di gelo che avvolgeva tutto.

    “Quindi quest’orso non è saltato fuori dal nulla miglia fa.”

    Quando invece avevano perso l’altra carrozza. Cercò di tenere a freno il fastidio che sentiva montare dentro mentre gli occhi non lanciavano lampi troppo felici. Come gli era venuto in mente di non cambiare direzione per provare a rintracciare l’altro mezzo. E, soprattutto, dove accidenti erano finiti?
    Scese andando a vedere la sagoma del castello che almeno non era troppo lontano.

    “Cortesemente, procuratemi un mantello dal mio baule.”


    Mantenne la calma e fece quella richiesta.

    ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Fortunatamente nel suo baule c’era anche un mantello, non era certamente pesante e profondamente adatto al freddo delle zone del Nord ma in condizioni normali l’avrebbe tenuta al caldo durante la notte quando le temperature scendevano o nel corso di una giornata di maltempo. Al momento le permetteva di sentire un po’ meno il freddo. Niente guanti, non ne aveva previsto l’uso e nemmeno fatti mettere nel baule da portarsi dietro per avere vestiti per ogni occasione per quel viaggio tra i regni degli alfieri. Arrivò con i piedi un po’ intirizziti, gli stivali all’interno non erano rivestiti di pelliccia e il passo l’aveva vista affondarli nella neve, un paio di volte col rischio di inciampare ma era stata prontamente sorretta da uno degli uomini di quel manipolo.
    Si dovette mordere energicamente un labbro per resistere all’impulso di intervenire e correggerli. Gli occhi piantati verso la figura femminile in avvicinamento.

    “Chiedo scusa.”


    Prese la parola in prima persona, di sicuro quella non era la dimora dei Crane a meno che il clima non fosse completamente impazzito nell’arco di alcune miglia, pur restando sempre all’interno dei territori dell’Altopiano.

    “Quella era la nostra destinazione ma dubito che sia possibile trovare la neve a Lago Rosso, il cocchiere è finito sulla strada sbagliata e la nostra carrozza, mio malgrado, al momento ha una ruota in meno.”

    Sarebbe stato impossibile ripartire senza ripararla. Tra sé e sé si stava già maledicendo. Ora sperava di aver rimediato alla figura barbina di chi l’aveva annunciata.

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    <pensiero PG>
    "Parlato Paggetto"
    "Parlato Lyanne"


    keL4uIOCassandra si trova all'ingresso di Capo Tempesta, intenta ad osservare chi si palesasse proprio in quel giorno ai cancelli del luogo che da tempo è divenuta la sua casa. Le pare di scorgere un simbolo, un qualcosa che potesse certamente fare chiarezza su quel gruppetto che aveva raggiunto esattamente quel luogo. Il simbolo dei Tyrell, in bella vista sulla carrozza.

    <uhm... non mi risulta che fossimo in attesa di qualche Tyrell...>

    Questo è il pensiero della ragazza che volge uno sguardo lievemente dubbioso alla guardia poco distante da lei. Il suo sguardo vaga ancora qualche istante sul paesaggio innevato e bellissimo che la circonda prima di posare i suoi occhi sul paggetto che di tutta fretta annuncia l'arrivo di colui, o colei, che è dentro alla carrozza.

    "Lady Lyanne Florent, moglie di Hadray Tyrell, nuora di Lord Mace Tyrell, Lord di Alto Giardino e Protettore del Sud domanda ospitalità ed accoglienza a Lord Crane e Signora presso Lago Rosso."

    Bè avevano sbagliato strada e di un bel po'. Anzi erano proprio finiti da tutt'altra parte e... avevano anche valicato il confine del loro Regno. Ma come era possibile? Cassandra non sapeva effettivamente cosa fare, vorrebbe ridere di gusto ma ovviamente non può farlo per ovvi motivi. Un'espressione dubbiosa le si sviluppa sul volto. Dietro al paggetto, una donna dal ventre rigonfio circondata dalla sua scorta, a proteggerla da eventuali minacce o pericoli. Cassandra lo ascolta con attenzione, non sapendo bene come reagire alla questione. Ma la donna dal ventre non tardò molto ad intervenire al riguardo, pronunciando poche parole.

    "Chiedo scusa...Quella era la nostra destinazione ma dubito che sia possibile trovare la neve a Lago Rosso, il cocchiere è finito sulla strada sbagliata e la nostra carrozza, mio malgrado, al momento ha una ruota in meno..."

    "Lieto giorno a voi Lady Lyanne Florent... e si, le vostre parole non possono essere più vere.... siete giunti a Capo Tempesta.. io sono Lady Cassandra Connington-Baratheon... lieta di fare la vostra conoscenza..."

    La ragazza compie un inchino elegante e raffinato così come l'etichetta comanda, per poi osservare attentamente la donna dal grembo rigonfio e il suo seguito.

    "Siete molto lontana dal luogo che stavate cercando milady... e di certo queste condizioni non potranno aiutarvi di certo a raggiungerlo in fretta... e se la vostra carrozza al momento è impossibilitata a proseguire, credo sia necessario per voi fermarvi così che possano ripararvela... quindi..."

    Cassandra fa una pausa.

    "Vi do il benvenuto a Capo Tempesta Lady Florent... prego seguitemi pure e lasciate che i nostri artigiani possano aggiustare la vostra carrozza così che possiate riprendere il vostro viaggio... entrate e scaldate le vostre membra... "

    Cassandra poi si rivolge a uno dei servi che l'aveva accompagnata fino al cortile.

    "Avvertite i servitori che abbiamo ospiti.. fate preparare cibo e bevande calde... e dite agli artigiani che vi è una carrozza da sistemare..."

    E il servetto sparisce alla velocità della luce ad avvertire coloro che Cassandra ha nominato. La ragazza quindi si rivolge alla Florent con un lieve sorriso sul volto, il suo fare è tranquillo.

    "Prego...seguitemi... spero non abbiate dovuto sopportare questo freddo troppo a lungo... dentro avrete tutto quello che vi serve per riposare e rimettervi in forze e... scaldarvi... ovviamente per voi e per il vostro seguito... effettivamente questo tempo è un poco anomalo, non ci aspettavamo l'arrivo della neve ma sarà nostra premura avvertire i Maestri della Cittadella in tal senso... "

    Cenno del capo in segno di rispetto. Cassandra quindi attende che tutto il gruppetto comincia seguirla per fare strada e condurli quindi all'interno della Provocazione di Durran. Le porte sono alte ed ampio, le mura possenti e spesse, una fortezza praticamente inespugnabile secondo Cassandra.

    "Le mie più sincere congratulazioni per la vostra gravidanza milady... sono sempre eventi che rallegrano e riscaldano il cuore di chi vi vuole bene e tiene alla vostra persona..."

    Istintivamente la mano della ragazza va a posarsi sulla sua di pancia, anche lei nel medesimo status.

    "Per quando è prevista la nascita? Se non oso troppo, sia chiaro..."

    Mentre continuano a passeggiare per i corridoi di Capo Tempesta per raggiungere la sala adibita al ricevimento degli ospiti. Quella che potrebbe essere più calda anche per la Florent, sebbene il luogo effettivamente più caldo sono le stanze private di Cassandra, ma di certo non ci porterà degli sconosciuti.


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    Cassandra/Lyanne

    Come un gregge di pecorelle al richiamo del pastore, così i fiocchi di neve cominciarono nuovamente a cadere a terra non appena le due donne ebbero varcato la soglia del castello. Le finestre di Capo Tempesta erano coperte da uno strato di vapore, addensatosi sul vetro dopo che i servitori si erano affrettati ad accendere i camini della fortezza per scaldare chi la abitava ed i suoi ospiti.
    Il fruscio del vento diveniva più forte ad ogni minuto che passava benché, almeno per il momento, il calore delle mura era sufficiente a riparare le due gravide ed i bambini che portavano in grembo. Il Maestro del castello sembrava particolarmente affaccendato, ma si prese comunque qualche istante per fermarsi di fronte alla Florent su cui però soffermò lo sguardo solo un poco rivolgendosi invece a Lady Cassandra.
    "Milady, è arrivato un corvo dalla Cittadella. Dicono che l'inverno è arrivato senza avvisaglie e che probabilmente sarà destinato a durare più di quelli delle ultime generazioni. Non ci siamo preparati a questa evenienza, il popolo soffrirà la fame. Ho cercato Lord Steffon per tutto il castello ma è irreperibile e con lui anche Lady Cassana e Darion. In loro assenza siete voi che dovete prendere delle decisioni."
    Mentre il Maestro esponeva le sue preoccupazioni alla Connington, qualche soldato della scorta di Lady Lyanne faceva lo stesso, osservando preoccupato la neve che cadeva copiosa fuori dalla finestra.
    "Milady, non potremo rimetterci in viaggio tanto facilmente, Lady Alerie era di fronte a noi e... e se fosse....?"

    La bufera di neve si scatena all'esterno, qualche piccola magagna da risolvere tipo... dove sono tutti? Che facciamo mo?
    E beh siete libere di chiacchierare e fare quel che volete XD


    Limite: lunedì 17dicembre
     
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    I suoi genitori si erano ricordati di impartirle l’educazione necessaria a sapersi relazionare sia con i nobili che con i popolani, qualcosa che non poteva ignorare e così di fronte a Cassandra si esibì in un inchino simile a quello fatto poco prima dalla donna. Adesso ne conosceva il nome.

    “Lieta di conoscervi, lady Cassandra.”

    Non aveva appena messo da parte i cognomi dell’altra perché non li riteneva importanti ma solo per evitare di ripetere una lunga sfilza che si sarebbe rivelata inutile nel conversare. Se ogni volta avesse dovuto ripetere tutto per intero la donna avrebbe fatto in tempo ad annoiarsi e a cambiare interlocutore, persino arrivare a sparire lasciandola da qualche parte in compagnia del silenzio.

    “L’alternativa sarebbe proseguire a piedi o a cavallo ma direi che visto il tempo inclemente e gli abiti non adeguati è un’ipotesi da scartare.”

    Certo una carrozza sarebbe stata più comoda di qualsiasi altro mezzo, specialmente per una donna gravida, ma se l’alternativa era tra affondare con i piedi nella neve e stare sul dorso di un cavallo avrebbe senza ombra di dubbio optato per la seconda alternativa. Ebbe modo di assorbire quel benvenuto e la notizia di essere finita fino a Capo Tempesta, certamente ben lontana dalla rotta che si era prefissata.

    “Vi ringrazio per l’accoglienza e mi dispiace per il disturbo improvviso che siamo arrivati a creare.”


    Qualcuno avrebbe detto che l’ospite, specialmente inatteso, tendeva a puzzare dopo poco come il pesce conservato nelle ceste dopo essere stato pescato. Seguì Cassandra assieme al manipolo di uomini che l’avevano accompagnata ed annunciata, si guardò attorno e cercò di non affondare nella neve più del necessario per non appesantire ulteriormente il proprio passo.

    “Chiaramente i vostri artigiani saranno adeguatamente ricompensati dai miei uomini per il loro lavoro.”

    Il tono era deciso, sicuro, di chi non voleva discussioni. La colpa non era dei Baratheon e non sarebbero stati loro a tirare fuori niente di più dell’ospitalità che la lady stava dimostrando. Osservò con la coda dell’occhio il servo mentre spariva per andare ad avvertire chi di dovere. Lei continuò a seguire Cassandra scuotendo leggermente la testa, d’altra parte non aveva dovuto subire una tempesta per ore e ore con gli abiti umidi e la pelle intirizzita, sarebbe potuto capitarle di peggio e di certo chi la ospitava non meritava eventuali invettive che dovevano essere rivolte ad altri.

    “Effettivamente la neve me la sarei aspettata più a nord ma non da queste parti.”

    Certo il nome di quelle terre non invocava un tempo clemente ma al massimo una tempesta di pioggia e non quei fiocchi di neve che cadevano copiosi. Si sfiorò il ventre a quelle parole, sarebbe stata curiosa di capire se in grembo portava un maschio o una femmina ma avrebbe potuto scoprirlo solo al momento della nascita.

    “Mancano ancora cinque mesi, forse qualche giorno in meno.”

    Ma a quanto pareva non era l’unica a coltivare dentro di sé una nuova vita.

    “Quando dovreste diventare madre?”

    Si permise di chiedere a sua volta mentre il vento fischiava fuori dalle mura. Fortunatamente lì dentro il calore necessario a scaldarla non mancava. Alle parole del Maestro che si stava rivolgendo a Cassandra avrebbe voluto far notare che si erano accorte da sole del clima, l’inverno era arrivato a in maniera anche violenta. Si trattenne però anche al sentire le parole seguenti lasciando che potesse essere l’altra ad occuparsi delle questione che riguardavano il suo popolo. Furono le parole del soldato a distrarla spingendo a sbattere rapidamente le palpebre, colta alla sorpresa da quell’interrogativo.

    “Direi che non è il caso di piangere i morti prima di averli sepolti.”

    Replicò, per ora non avevano notizie di Lady Alerie.

    “Qual è l’ultimo ricordo che avete della sua carrozza? Quanto tempo fa presumete di averla persa di vista?”

    Chiese al gruppo di soldati.

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    "Parlato PG"
    <pensiero PG>
    "Parlato Lyanne"
    "Parlato Maestro"


    keL4uIOCassandra quindi fa strada a quel gruppo di persone, guidate da una parente stretta di Lord Mace Tyrell, conducendoli lunghi gli alti corridoio della Provocazione di Durran fino a raggiungere una stanza ben calda ed accogliente per tutti. Aveva dato disposizioni in precedenza su come dovevano comportarsi i servitori e di fatto un tavolo era stato allestito in tutta fretta, ma aveva comunque un che di raffinato. Tovaglia elegante e di tessuto pregiato, piatti e bicchieri di ottima fattura e cominciavano ad essere disponibili diverse bevande calde e qualche pietanza che sarebbero state servite poi di li a breve.

    "Vi ringrazio per l’accoglienza e mi dispiace per il disturbo improvviso che siamo arrivati a creare"

    "Non dovete preoccuparvi milady... qui troverete tutto quello che vi serve per riposare, rifocillarvi e poi, quando la neve ve lo permetterà... potrete tranquillamente ripartire per raggiungere la vostra destinazione..."

    Cenno del capo in segno di rispetto verso quella ragazza in stato interessante come lei.

    "Chiaramente i vostri artigiani saranno adeguatamente ricompensati dai miei uomini per il loro lavoro."

    "Come desiderate milady... i miei artigiani allora vi ringrazieranno per le ricompense che riceveranno per il loro lavoro... sono anche abbastanza veloci, quindi no credo vi faranno attendere troppo..."

    Afferma lei giusto per inserire un po' di sano orgoglio per le persone che vivono in quelle terre. LA conversazione prosegue mentre Cassandra lascia che i nuovi arrivati possano accomodarsi insieme a lei ad un tavolo accanto a quello che sta venendo imbandito progressivamente da un nugolo di servitori che sfrecciano avanti e indietro dalle cucine. Non appena tutti i presenti prendono posto, cominciano quindi a servire tutti i presenti, cominciando ovviamente dagli ospiti, così come l'etichetta comanda.

    "Effettivamente la neve me la sarei aspettata più a nord ma non da queste parti.”

    "Avete ragione milady... di fatto credo sia la prima volta che i miei occhi vedano la neve... qui è molto rara, di solito queste terre sono sferzate da lunghe e incessanti tempeste... ma la neve... che evento strano... e nelle vostre terre milady? è mai nevicato? Avete mai visto la neve?"

    Domanda Cassandra effettivamente incuriosita di quell'argomento. Successivamente i discorsi vertono poi sulle gravidanze, cosa che fa sorridere teneramente la ragazza e il gesto involontario di accarezzare il suo ventre gonfio è presto fatto. Annuisce debolmente alle parole della donna che ha davanti prima di rispondere.

    "Più o meno anche io... giorno più, giorno meno...ma è tutto nuovo e straordinario... almeno per me... anche se devo ammettere che la gravidanza ha innumerevoli effetti sull'umore... o per lo meno per il momento è ciò che ho potuto constatare..."

    Ironizza un poco sulla loro condizione, ma non è che si discosti poi così tanto dalla realtà. Ma all'esterno la bufera di neve continuava a imperversare, con il vento che sferzava sulle grandi finestre di Capo Tempesta. La stanza però per il momento era calda e accogliente e i servitori si preoccupavano di mettere la legna necessaria affinchè il fuoco fosse bello allegro. Ma è ad un certo punto che lo sguardo della ragazza si ferma sull'uomo che pare fermarsi proprio davanti a loro. Era il Maestro di Capo Tempesta che non perse tempo a salutare l'ospite e a rivolgersi infine alla ragazza.

    "Milady, è arrivato un corvo dalla Cittadella. Dicono che l'inverno è arrivato senza avvisaglie e che probabilmente sarà destinato a durare più di quelli delle ultime generazioni. Non ci siamo preparati a questa evenienza, il popolo soffrirà la fame. Ho cercato Lord Steffon per tutto il castello ma è irreperibile e con lui anche Lady Cassana e Darion. In loro assenza siete voi che dovete prendere delle decisioni."

    Cassandra osserva quell'uomo qualche istante prima di pronunciare una qualsiasi parola.

    "Mh... che strano... provate a cercarli meglio, magari sono in una parte del castello e vi state cercando a vicenda per via di ciò che sta imperversando fuori.. ma se serve sono qui per prendere le dovute decisioni..."

    Fa una pausa.

    "Prenderemo atto di quanto i Maestri della Cittadella abbiano detto e vedremo di affrontare questo inverno al massimo e al meglio delle nostre capacità... cercheremo di razionare il cibo così che tutti possano averne almeno un poco... e intendo tutti, anche i Lord... è necessario fare in modo che tutti abbiano almeno un qualcosa da mangiare ogni giorno..."

    Afferma lei con fare sicuro.

    "Le stalle... si potrebbero utilizzare le stalle come riparo per coloro che non hanno la possibilità di scaldarsi... quindi cercate coloro che ne dispongono e chiedete se gentilmente possono farlo... in caso qualche incentivo per convincerli potrebbe servire..."

    Ovviamente alludendo a qualche moneta.

    "E fate in modo che i boscaioli taglino legna da ardere... ma senza esagerare.. non vogliamo ridurci a non avere più alberi perchè qualcuno ne ha tagliati troppi.. cominciamo da qui.. poi valuteremo sul da farsi in base a ciò che accadrà nei prossimi tempi Maestro... tutto chiaro?"

    Domanda lei con fare serio. Cenno del capo in segno di saluto e di congedo così che lei possa tornare con l'attenzione su Lyanne.

    "Prego... i cuochi hanno preparato quello che potevano... spero possa essere di vostro gradimento... "

    Nel mentre i servitori provvedono a servire le varie pietanze, ovviamente partendo da quelle salate.

    "necessitate di abiti puliti e asciutti?"

    Domanda lei, ovviamente intendendo sia per la lady che per i soldati che la accompagnano. Non interviene sulla questione che solleva l'uomo che accompagna la donna. Si limita ad ascoltare senza proferire alcuna parola.


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    Chiedo scusa.. mi era partito l'invio per sbaglio T.T
     
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    Vi avevo dimenticato <3


    Gli uomini che accompagnavano le due donne presero immediatamente atto delle disposizioni ricevute attrezzandosi gli uni per dare il minor fastidio possibile e gli altri per ospitare al meglio i nuovi arrivati e disporre degli ordini della Connington per affrontare la bizzarra situazione meteorologica.
    L'uomo interrogato dalla Florent fece spallucce, come se non ricordasse il momento esatto in cui aveva visto la carrozza della sua Lady, probabilmente avvolta dalla bufera e quindi scomparsa dalla vista dei soldati.
    Doveva essere avanzato dello stufato dalla sera precedente poiché era odore tenero di carne quello che si alzava dai vassoi distesi sulla tavola imbandita; il buon odore mise di buon umore i presenti che pur covavano ancora qualche preoccupazione per la bufera che presto sarebbe tornata a sferzare quelle terre.
    Le due dame non si erano accomodate che da qualche minuto quando una guardia, trafelata, era giunta nella sala dei ricevimenti con gli occhi sgranati dal terrore.
    "L'ORSO! L'ORSO!"
    Respirava a grossi bocconi e sembrava che non riuscisse a trovare il fiato di continuare il suo allarme.
    "I cacciatori hanno riportato un grosso orso, pensavano di farlo spellare e cucinarne le carni. Lord Darion era nelle stalle a sellare i cavalli..ero con lui e..e.."
    Un altro paio di soldati giunsero correndo a perdifiato alle spalle del primo, fermandosi solamente di fronte a Lady Cassandra.
    "Milady... vostro marito.. è stato aggredito da un orso. Era morto, l'animale era morto..."
    Fu il buon Maestro a prendere parola scuotendo la testa e guardando con un malcelato disprezzo gli armigeri che continuavano a balbettare ed esitare.
    "Che state blaterando? Dove si trova il vostro Signore e perché non siete con lui?"
    "Lord Darion è morto. L'orso l'ha ucciso."

    Limite venerdì 4 gennaio
     
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    La notte è oscura e piena di terrori
    p o s t - d u e




    Il silenzio innaturale che seguì subito dopo, mise ancor più sull'attenti la giovane Buonfratello. Gli uomini che erano con lei - ormai stretti in una posizione di difesa quasi come se fossero le ali e lei il fulcro – avevano imbracciato le armi e gli scudi, pronti a menar le mani qualsiasi cosa fosse.

    Un altro fruscio e le dita della ragazza stringono con maggior fermezza il manico della daga, ha l'ascia attaccata alla cintura ma aspetta ad usarla, non è tempo ancora. Mentre si guarda intorno, con tutto quel bianco e quella luce che le si rifletteva addosso e la lasciava quasi accecata. Poi proprio come quella nuova serie di fruscii si fecero più forti e vicini, allo stesso modo si fermarono ma bastarono pochi secondi affinché le ombre di alcune sagome cominciarono a farsi largo dinnanzi ai loro occhi e la voce profonda e densa di Rhael tuonasse.

    “Bruti!Quelli sono Bruti!”

    Bruti? Che cazzo stava a significare? Perché erano lì, che fine avevano fatto gli Stark? Erano forse stati sconfitti e piegati da quelli che si definivano “Popolo Libero”? Maledetto Quellon! Si ritrovò a pensare velocemente, il cervello elaborava informazioni continue e per certi versi non riusciva a trovare una logica in quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi.

    Non ebbe il tempo di dilungarsi in un momento di meditazione e ragionamento geografico, perché non potevano aver sbagliato rotta né tanto meno era possibile che quelli potessero aver sconfitto un esercito del Nord.

    Quando uno di quelli, ricoperto di pelliccia e pelli simil rattoppate come abiti, le si parò di fronte brandendo una specie di spada corta non ci pensò due volte e alzò lo scudo a protezione della stessa. L'arma dell'avversario impattò contro il legno duro e rimase un secondo di troppo a prendere fiato, Zelda sfruttò quell'esitazione per sbattergli lo scudo sul collo – all'altezza del pomo d'adamo, come le aveva insegnato Konrad, sfruttando i punti deboli e giocando sporco – con gran forza, quello rimase senza fiato e la Goodbrother colse la palla al balzo e con fendente deciso dal basso verso l'alto, lo colpì prima al petto beandosi dell'urlo di dolore di quello e poi lo trafisse, facendolo accasciare sulla neve pallida.

    Tutto attorno a lei i rumori della lotta che imperversava, le grida degli uomini di entrambi i gruppi si levavano alte verso il cielo e lungo lo spazio vuoto che era quel posto strano. Si guardò intorno, si diresse verso Fhaer che era stato colpito a un braccio da un bruto che stava per avere la meglio.

    *Impossibile* pensò. *Cinque Uomini di Ferro avrebbero dovuto avere la meglio anche contro quei Bruti.*

    Arrivò alle spalle di quello e spinse la lama dalla schiena, facendogliela uscire dal petto. Quello urlò e con una torsione ben piazzata, si prese la sua vita spaccandogli il cuore. Ritirò la lama, ormai insanguinata e piccoli fiotti di sangue presero a macchiarle la mani e l'elsa della sua arma. Aiutò Fhaer a rimettersi in piedi, porgendogli la mano lorda di sangue, in tutta fretta e con un breve scambio di sguardi ripresero la lotta. Non sembravano molti uomini ma di sicuro sarebbero capitolati sotto la furia degli Uomini del Mare.

    “Uccideteli tutti. Per l'Abissale!”

    La lotta riprese e lo sguardo di Zelda fu catturato da uno di quei Bruti, pareva sulla trentina e con uno sguardo da folle bellulino sul volto pallido e screpolato dal freddo. La ragazza puntò la lama della sua arma contro di lui, indicandolo, e si scagliò contro quello in un attacco furioso. Colpì con lo scudo ma quello assorbì la sua carica, vuoi perché era più alto di lei e forse anche un po' più grosso, vuoi perché sulla neve probabilmente era più abituato quella bestia che una come Zelda.

    Non si fece scoraggiare, era abituata ad essere quella più 'esile' e aveva imparato a saper sfruttare questa sua particolarità: colpì nuovamente con lo scudo, in un attacco obliquo dal basso verso l'alto cercando di sbilanciarlo, quando quello aprì la guardi per gettarsi contro di lei, Zelda colpì col piatto della difesa togliendogli il fiato e cercando di colpirlo con la lama, affondandogliela nello stomaco cercando di sventrarlo.

    Si sarebbe aspettata quanto meno un pioggia di sangue e intestini ma la lama non incontrò nessuna resistenza e quando alzò lo sguardo sul viso del suo avversario di quello non rimaneva altro che una sensazione di brumoso niente. Era sparito.

    “DOVE CAZZO È ANDATO?”



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    keL4uIOCassandra ha fatto il suo dovere di Lady, accogliendo l'ospite e offrendole cibo e bevande così come dettava l'etichetta dell'epoca. Avevano percorso vari corridoio prima di giungere nella stanza apposita a quel genere di eventi. Era una semplice sala da thè dove avrebbero potuto conversare e rifocillarsi in tranquillità, senza che qualcuno potesse disturbarle inutilmente. Si sono da poco sedute e come al solito vengono svolti i convenevoli del caso, incluse le classiche domande di rito che si compiono quando si è in presenza di una donna incinta. In quel caso erano due e le domande furono fatte vicendevolmente. L'atmosfera, sebbene all'esterno fosse freddo, era calda e accogliente. Il tavolo era stato via via preparato per l'occasione, anche se l'ospite era del tutto inaspettato. I cuochi e i servitori hanno fatto del loro meglio per imbandire e preparare quello che a tutti gli effetti era un mini banchetto. Portavano diverse pietanze che spaziavano dal dolce al salato, così che potessero soddisfare un po' tutti i gusti dei presenti, qualsiasi essi siano. Scontato dire che le pietanze fossero comunque tutte adatte a delle donne in dolce attesa. Ma ecco che qualcosa disturba la quiete di quel momento, un qualcosa effettivamente di strano. Un soldato corre in quella stanza, ha il fiatone e un'espressione del tutto spaventata.

    "L'ORSO! L'ORSO!"

    Cassandra rimane per il momento in silenzio, inarcando un sopracciglio a significare come ignorasse di cosa stesse parlando quell'uomo giunto evidentemente di corsa per fare una comunicazione urgente.

    "I cacciatori hanno riportato un grosso orso, pensavano di farlo spellare e cucinarne le carni. Lord Darion era nelle stalle a sellare i cavalli..ero con lui e..e.."

    La ragazza rimane con lo sguardo fisso su quel soldato.

    "E...?"

    Ma non fa in tempo a parlare che giungono altri due soldati, evidentemente accompagnatori di quello precedente. Saranno loro a comunicare quanto sia accaduto a Darion.

    "Milady... vostro marito.. è stato aggredito da un orso. Era morto, l'animale era morto..."

    Gelo. Forse il cuore le ha perso un battito a quell'affermazione. Immobile. Occhi spalancati. La bocca che si spalanca leggermente.

    "Che... cosa... significa?"

    Domanda che pronuncia a bassa voce e solo quelli più vicino a lei forse riusciranno a sentirla. La mente della ragazza in quel preciso istante è vuota. E forse non ha ben focalizzato la seconda parte della frase. SI è fermata alla prima, cioè che Darion fosse morto. Certo, prima o poi sarebbe successo ma mai si sarebbe aspettava che potesse accadere così improvvisamente. Lei rimase in silenzio incapace di proferire qualche parola. Fu il Maestro che riuscì in quell'impresa titanica.

    "Che state blaterando? Dove si trova il vostro Signore e perché non siete con lui?"

    "Lord Darion è morto. L'orso l'ha ucciso."

    Cassandra sbatte un paio di volte le palpebre e riprende lentamente coscienza del suo corpo. Fa un respiro profondo per cercare quella calma che col parto aveva leggermente perso per evitare di fare scenate davanti a un ospite. Si alza dalla sua sedia con un movimento il più possibile veloce per le sue capacità e la sua espressione ora è dura e seria. Non può dimostrarsi debole. Il sorriso che vi era ormai è un barlume di un qualcosa di passato.

    "Fermatevi tutti quanti..."

    Afferma lei con tono fermo.

    "Credo sia il caso di accompagnare la nostra ospite nelle sue stanze così che possa riposare e riprendersi dal lungo viaggio che ha compiuto... Lady Lyanne se volete scusarmi... ho delle questioni urgenti di cui occuparmi come avete sentito... i miei servitori vi accompagneranno nelle stanze che son state approntate per voi... spero possiate trovarvi a vostro agio e per qualsiasi cosa rivolgetevi a loro..."

    Cenno del capo a indicare i suoi servitori che immediatamente, una parte di loro, corse via a preparare le stanze.

    "Quanto a tutti voi... credo sia il caso che mi portiate nel luogo dal quale stave venendo e mi spiegate bene quanto accaduto.. che le vostre parole hanno un che di surreale... quindi per cortesia, accompagnatemi da mio Marito... Maestro anche voi... vi chiedo di seguirmi..."

    Cassandra doveva dimostrarsi forte e decisa, avrebbe rimuginato sulla questione in un secondo momento. Doveva essere ciò che avrebbe tranquillizzato tutti in quei momenti complicati. E a dire il vero non credeva minimamente che suo Marito fosse morto. Ci avevano provato in tanti ed era sempre sopravvissuto e figurarsi se un'orso sarebbe in grado di farlo fuori. O no? Raggiunge quindi il primo uomo che si è palesato in quella stanza e attende che le facciano strada per comprendere meglio.

    "Maestro... un... parere?"

    Solleva lo sguardo verso l'uomo e i suoi occhi trasmettono tutto il disagio e la preoccupazione di quegli istanti. E' evidente che stia cercando di mantenersi calma e di non lasciarsi prendere dal panico. Dentro di lei un turbinio di emozioni del tutto lontane dalla tranquillità che aveva in precedenza. E adesso? Ai posteri l'ardua sentenza.


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    Le parole di Cassandra, che fossero mosse dall’orgoglio per le proprie terre e i propri uomini o dettate dalle loro reali capacità, portarono comunque la Florent a tirare un leggero sospiro di sollievo. Aveva trovato ospitalità all’interno delle mura dove poteva scaldarsi di fronte al camino e lasciare che il freddo scivolasse via dalle proprie ossa, doveva però pensare a ripartire non appena le condizioni del tempo e della carrozza lo avessero permesso. Si era separata da lady Alerie che magari nutriva le sue stesse preoccupazioni o, peggio, si era ritrovata in pericolo. Ogni ipotesi a quel punto poteva risultare lecita. Alla domanda della lady scosse la testa in un chiaro cenno di diniego.

    “No, l’Altopiano è famoso per il suo clima mite che permette al raccolto di prosperare e da quando sono nata non ricordo di avere mai visto una situazione equiparabile a questa. Forse alcuni fiocchi misti alla pioggia nelle giornate più gelide.”


    Magari era accaduto quando era una bambina ancora piccola per poter serbare quel ricordo negli anni.

    “A volte anche degli stravolgimenti di umore da un momento all’altro.”

    Poteva essere felice e il momento dopo di malumore o desiderosa di qualcosa da mangiare che però era introvabile perché non cresceva in quel periodo dell’anno. Ortaggi o frutti che fossero.

    “Certo sono curiosa di sapere se sarà un bambino o una bambina e quanto assomiglierà a me ma l’importante è che vada tutto bene e che goda di ottima salute.”

    Era un pensiero che inizialmente non aveva sviluppato appieno proprio per via della morte di Hadray e della necessità di tifare che fosse un erede maschio ma alla fine il senso di maternità per quella gravidanza non cercata era spuntato. Il desiderio più grande era che venisse al mondo un figlio sano, indipendentemente dal suo sesso. Stava per dire altro quando uno degli uomini intervenne per conferire con lady Cassandra. Finse almeno di non interessarsi troppo anche se la sua presenza lì inevitabilmente la spingeva a sentire.

    “Vi ringrazio, qualsiasi pasto caldo sarà il ben accetto.”

    Non aveva alcuna intenzione di mettersi a discutere di cosa le sarebbe stato servito quando fino a qualche momento prima era fuori tra la neve e adesso poteva stare al caldo tra le mura.

    “Se il mio baule non è andato perso no, però non disdegnerei un paio di calzature asciutte visto che le mie sono state immerse nella neve.”

    Poteva lasciarle asciugare davanti al fuoco del camino ma sarebbe dovuta andare in giro scalza. Lo stufato era stato servito, l’odore di carne e il calore di quel piatto le stavano giovando a livello fisico e un po’ anche emotivamente, stava per affondare di nuovo la forchetta quando sentì l’urlo della guardia che la spinse a voltarsi cercando di capire esattamente di che orso parlasse. Cosa accidenti stava succedendo? Come se non bastasse l’uomo le aveva risposto con un’alzata di spalle senza sapere quando avessero perso la carrozza di lady Alerie.

    “Siete pienamente scusata, la situazione attuale richiede tutta la vostra attenzione e non sarò io a distogliervi da questioni più urgenti.”


    Lasciò che si allontanasse. La cena aveva perso improvvisamente d’interesse agli occhi della giovane donna visto che sembrava che un orso avesse ucciso Darion Baratheon. La situazione stava diventando sempre più surreale. Si rivolse ad uno dei servitori lasciando andare Cassandra.

    “Vi dispiacerebbe portarmi nelle mie stanze ciò che resta nel mio piatto con qualcosa da bere?”

    Si ricordò del cibo solo perché aveva un figlio in grembo e doveva restare in forze, mangiare a sufficienza per fare sì che al suo corpo non mancassero energie.

    “In quanto a voi…cercate di farvi venire in mente quanti più dettagli possibili dato che non abbiamo perso per la strada un cavallo ma una carrozza intera e su quella carrozza viaggia la vostra lady.”


    Si rivolse ai suoi uomini con tono imperativo prima di avviarsi verso la stanza che le era stata assegnata.

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    Cassandra

    "Milady, deve trattarsi di un malinteso di certo. I soldati avranno bevuto troppo vino per scaldarsi dal freddo e questi sono i risultati. Sono convinto che vostro marito stia bene, procediamo."
    Per la verità le guardie che erano corse di filato nella Sala del castello non sembravano dell'umore di tornare sui propri passi ma gli ordini della Connington non si discutevano e così, tremanti ed esitanti, ripercorsero al contrario il tragitto già fatto. Capo Tempesta sembrava diversa da tutti gli altri giorni ed i corridoi e le scale che Cassandra percorreva sembravano tutti uguali a loro stessi ma così non doveva essere poiché dopo un tragitto la cui durata sarebbe stata difficile da quantificare, il gruppetto fu di fronte alle stalle famigerate.
    Le neve scendeva a grossi fiocchi sui capelli della fanciulla ma non sembrava particolarmente fredda in quei momenti di concitazione.
    Diversi soldati infatti erano piantonati di fronte alle porte spalancate delle stalle con le lance ben tese verso un pericolo che gli occhi di Cassandra ancora non potevano scorgere; solamente avvicinandosi un poco infatti avrebbe assistito ad uno spettacolo raccapricciante. Era vero, un grosso orso rugliava e bruiva artigliando qualsiasi cosa gli capitasse a tiro ma non era quello spettacolo a far gelare il sangue nelle vene: il corpo dell'animale presentava grossi tagli ed il suo volto, oh Dei il suo volto! La parte sinistra era completamente mutilata e dall'orbita oculare quel che restava della materia grigia del suo cervello penzolava e si staccava a brandelli.
    Come faceva un simile scempio ad essere ancora in vita?
    "Mia Signora! Andate via! Via!"
    Neppure il tempo per il soldati di avvertire la sua Lady che una zampata del grosso bestione gli artigliò il viso scaraventandolo verso il portone aperto dell'edificio. Non sembrava più forte di un qualsiasi altro orso avesse incontrato nella sua vita, ma quel che v'era di spaventoso e che non pareva assolutamente frenato dai colpi che pur i soldati di Capo Tempesta di tanto in tanto riuscivano ad infliggergli.
    In un angolo della stalla, non troppo lontano dai piedi di Cassandra, Darion giaceva immobile a terra, a pancia in su. Il suo fianco era stato squarciato e le sue viscere ne fuoriuscivano in parte dando poche speranze di poterne recuperare la vita.


    Lyanne
    Nessuno osò contraddire gli ordini ricevuti dalla Florent, sia per il suo rango, sia perché l'idea di avere qualcosa da fare nell'ìnquietudine di quella bufera era in una qualche maniera tranquillizzante per gli animi degli uomini. Le stanze riservate a Lyanne erano già state riscaldate alla ben'e meglio dalla servitù ed il tepore che accolse la fanciulla una volta all'interno dei suoi appartamenti poteva servire in qualche modo a ristorarle lo spirito.
    Tuttavia non era quello il fato che quel giorno gli Dei avevano riservato alla giovane Lyanne. Dall'esterno alcune grida di terrore e i rugliati di un'orso presero ben presto a disturbare la quiete della Florent che, se si fosse avvicinata alla finestra per meglio osservare cosa stesse accadendo, avrebbe visto uno spettacolo che difficilmente avrebbe dimenticato: la sua stanza si affacciava su un cortile interno già coperto da una spessa coltre di neve, Lady Cassandra si trovava lì con il Maestro ed una scorta di soldati ma non era sola. Un grosso orso dalla pelliccia scura lottava con ferocia contro le guardie facendosi strada lentamente e a poco a poco verso la Connington.
    Uno spettacolo spaventoso per qualsiasi Lady ma il peggio era che Lyanne non avrebbe avuto alcuna difficoltà a riconoscere quell'animale: era lo stesso che la sua carrozza aveva investito ed il materiale cerebrale della bestia che penzolava dal suo cranio aperto non faceva che confermare la sua ipotesi. Lei lo aveva visto, quell'orso era indiscutibilmente morto, cosa ci faceva ancora in piedi?
    Se Lyanne invece non si fosse avvicinata alle finestre, solamente la sua mente le sarebbe potuta venire in soccorso suggerendole quale terribile spettacolo dovesse avere luogo all'esterno.
    "Mia signora, le vostre cose..."
    Una vecchietta dagli occhi chiari come acqua di fonte si era fatta dappresso consegnando alla Lady il cibo e le calze come ordinato, che lei fosse o meno alla finestra. Quindi avrebbe poggiato il tutto sul tavolo andando a ravvivare il fuoco nel camino affinché non perdesse forza e calore canticchiando una lenta nenia.
    "E quando la neve cadrà a coprire ogni foresta ed ogni mare, ed il sole più non sorgerà all'orizzonte, i morti torneranno e la Lunga Notte ci prenderà col suo gelido abbraccio."


    Zelda
    L'urlo di Zelda risuonò nella fredda brughiera incontrando una eco tanto forte quanto tremenda; non sarebbe occorso molto tempo alla fanciulla per guardarsi attorno a notare che era rimasta sola. Non c'erano più i suoni della battaglia, non i suoi compagni né gli avversari Bruti. Non c'erano più le tracce dei suoi piedi nella neve ed attorno a lei una vastissima distesa di ghiaccio e nulla.
    A rompere il silenzio solo lo strano gracchiare di un corvo che continuava a volare sopra la testa della Goodbrother in grossi cerchi concentrici; sembrava voler richiamare la sua attenzione verso le sue nere piume ma se anche così fosse stato la fanciulla non conosceva nulla del volo dei corvi se non quello che poteva aver ascoltato dal Maestro, come poter decifrare simili messaggi?
    Un tonfo.
    Nel silenzio assordante di quella desolazione fu talmente forte da scuotere il cuore della terra che tremò a quel rumore assordante.
    Un altro.
    Il gracchiare del corvo si fece più forte prima che il volatile si allontanasse prendendo il volo verso est dove il profilo indistinto di alcune montagne cominciava a far mostra di sé.
    Il candore del ghiaccio era così accecante da abbagliare gli occhi di Zelda rendendole difficile distinguere quale fosse la fonte del rumore, ma al terzo tonfo che fece scuotere la terra sotto ai suoi piedi, l'orizzonte cominciò a divenire più distinto: sembrava un esercito quello che si avvicinava, vasto tanto quanto gli occhi della Goodbrother non potevano neppure scorgere. E vi erano diversi animali a guidarlo, dalle lunghe zanne rivolte verso l'alto e dalla mastodontica presenza. Eppoi...altri... esseri. Alti, alti più di tre umani messi uno sull'altro e altrettanto grossi. I giganti non esistevano solo nelle favole dei bambini?


    Perdonate il ritardo ma era un mix di mia dimenticanza (mea culpa) e dover rigirare la quest per includere la roba da dividervi in 3 XD

    Cassandra: se vuoi puoi anche affrontarlo te l'orso, sei incinta quindi sì avrai la meglio ma descrivine pure la fatica ecco XD Se vai da Darion è indiscutibilmente morto, senza battito. Altrimenti, mostrami pure che vuoi fare.

    Lyanne: se ti affacci vedi la scena descritta altrimenti senti solo le urla, in ogni caso sta vecchietta canta roba inquietante, vedi te XD

    Zelda: Zelda non ha esperienza né di mammuth né di giganti ma ha chiare alcune cose. E' sola come un cane, c'è un esercito di gente in avvicinamento, il corvo se ne va verso le montagne. Libera di fare quel che vuoi.


    Limite lunedì 28 gennaio
     
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    keL4uIOGli ordini della ragazza erano stati chiari e precisi. E tutti dovevano eseguire al massimo delle loro capacità. Non poteva essere... Darion non poteva essere morto e di certo non l'avrebbe creduto finchè non l'avesse visto con i suoi occhi.

    "Milady, deve trattarsi di un malinteso di certo. I soldati avranno bevuto troppo vino per scaldarsi dal freddo e questi sono i risultati. Sono convinto che vostro marito stia bene, procediamo"

    "Me lo auguro Maestro... me lo auguro assolutamente..."

    il viso della ragazza era serio e concentrato, come se stesse già pensando a cosa fare nell'eventualità che fosse realmente deceduto. Certo, non era un Marito perfetto ma... si era quasi abituata alla sua presenza.. fastidiosa ma.. pur sempre presente. E di certo la sua scomparsa avrebbe portato altre responsabilità alla ragazza, altre questioni da risolvere, ma di certo lo avrebbe fatto meglio di lui. I passi si susseguono e attraversano corridoio vari ed eventuali che ad un primo impatto paiono tutti uguali l'uno all'altro, ma evidentemente fu una semplice impressione della ragazza perchè in tempi brevi raggiunsero il luogo nel quale i soldati hanno annunciato sia accaduto il misfatto. Fu scortata fino alle stalle mentre la neve scendeva copiosa sulle teste di tutti. Essa aveva ricoperto ogni singola superficie presente, quasi come se fosse una coperta candida e bianca. Ma che forse nascondeva ben altro della gioia e della felicità. Erano presenti diversi soldati con le lance spianate contro un qualcosa che era dietro alle porte spalancate. La curiosità è donna e la ragazza fece inevitabilmente qualche passo in quella direzione per comprendere. Ciò che apparve alla sua vista fu un qualcosa che non era più grande di un orso qualsiasi. Ma fosse stata quella la sola immagine che appariva davanti alla ragazza... sarebbe stato tutto più semplice. Quell'orso non era un qualcosa di credibilmente normale, aveva tagli in tutto il corpo. MA il punto esatto sul quale la ragazza fermò il suo sguardo fu il volto. LA parte sinistra è come se non ci fosse, ridotta a un cumulo di brandelli e sangue. Dall'orbita oculare fuoriusciva la materia grigia evidentemente una volta contenuta nel cranio e si... il suo cervello fuoriusciva da quella fessura. Il tempo pareva essersi fermato. Gli occhi spalancati dell ragazza esprimevano incredulità e terrore. Lo stomaco della ragazza cominciò a risentire di quello spettacolo, traducendo il tutto in un conato di vomito bello e buono. LA mano della ragazza raggiunse immediatamente la bocca per coprire l'espressione che ne sarebbe derivata. Riuscì a trattenere il tutto ma il suo stomaco stava cominciando a chiedere pietà.

    "Ma che diamine...."

    Cercando di prendere fiato a pieni polmoni e approfittandone di quegli istanti per riordinare le idee nella testa. Che tra l'altro erano ben poche.

    "Che razza di oscenità è mai questa!"

    Ingoia la saliva in eccesso presente nella sua bocca.

    "Maestro... una spiegazione!?"

    Ma a quanto pare quell'orso era veramente arrabbiato. Una delle guardie riuscì a malapena ad avvertirla che si prese un'artigliata sul volto, che lo scaraventò verso il portone dell'edificio. Cassandra non aveva mai visto una forza tale in un animale del genere ed era evidente che fosse qualcosa di strano e imprevedibile. La mente della ragazza lentamente cominciò a ripartire e cosa poteva spaventare una bestia feroce più di qualsiasi altra cosa? Il fuoco. Si schiarì la gola per riprendersi dalla scena e poi cominciò a dare ordini.

    "Coraggio soldati... non abbiate timore... siete soldati Stromlander e nulla ci spaventa! Coraggio! E' una bestia selvaggia e per tanto temerà il fuoco! Chiamate rinforzi immediatamente e che portino con loro delle torce infuocate... "

    Il tono della voce alto così che potessero sentirla tutti.

    "Cercate di metterlo all'angolo e poi abbattetelo... fate in modo che non possa più muoversi con qualsiasi mezzo abbiate a disposizione... fuoco incluso!"

    Aveva notato che i colpi delle armi non avevano effetto su di lui, ma se avessero tentato con le torce infuocate? Era incredibile davvero.

    "Provate ad affondare più in profondità... mirate al cuore e alla... a ciò che rimane della testa... accecatelo completamente, tagliategli le zampe in un qualche modo... se non possiamo ucciderlo, lo renderemo inerme... prima quelle anteriori... cercate di accerchiarlo ma in modo che non vi possa ferire... avanti soldati! dimostrate di che pasta siamo fatti noi Stormlander!"

    Parole pronunciate con una certa risolutezza a tentare di risollevare il morale di quelle persone che come lei stavano assistendo a quello scempio. Era lei ora che doveva prendere la situazione in mano e ci stava provando in tutti i modi possibili. MA ciò che non aveva ancora visto raggiunse la sua vista. Poco oltre quell'enorme bestione giaceva a terra Darion, immobile e a pancia in su. Il fianco squarciato e da quel buco uscivano addirittura le budella. La stretta allo stomaco fu inevitabile. Che diamine è incinta e facilmente suscettibile. Ciò che appariva chiaro era che lui fosse bello che morto. Qualcuno avrebbe potuto esultare ma non lei. Di nuovo il suo sguardo si fermò su quel corpo inerme, su quell'uomo che aveva reso tutto più complicato e difficile, ma che le aveva dato la possibilità di avere Capo Tempesta. Darion era morto ma lei ancora non ci poteva credere. I passi che vennero compiuti verso quel cadavere furono lenti e cadenzati. L'espressione era seria e dura. La distanza tra i due venne facilmente ridotta a nulla e la ragazza non fece altro che chinarsi su di lui per accertarsi delle sue condizioni. Indice e medio della mano destra si posarono sul suo collo per carpirne il battito.... Assente. lo stesso indice andò poi a posizionarsi sotto le narici per carpirne il respiro... Assente.

    "Da.... Darion Baratheon è morto... che i Sette Dei possano accoglierlo al loro fianco e guidarlo in questa ultima parte del suo percorso..."

    La voce della ragazza era lievemente spezzata. Il suo sguardo andò a cercare quello del Maestro e il volto della ragazza era un misto di incredulità, dispiacere e incomprensione. Come era potuto accadere? e soprattutto... perchè proprio ora? Lei ed Aaron avevano elaborato piani su piani per evitare che morisse e salvarlo e invece... era bastato un orso strano per farlo fuori. Di certo Cassandra non poteva assolutamente sorridere ed esserne felice. Era sempre e comunque il padre di suo figlio. E avrebbe dovuto essere forte per il Padre di lui, al quale avevano già strappato anche l'altro figlio. Provò pietà per quell'omone forte e coraggioso che si è visto decimare ogni sua discendenza. Ecco, era per lui che lei versò qualche lacrima, per Steffon. Ma facciamo credere agli altri che quelle lacrime salate siano per la morte di Darion.


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