Paramnesia

Quel pazzo era veramente in cerca di rogne. ”Parli decisamente troppo”, gli disse allora Addro, prendendo un paio di respiri per concentrarsi e trattenersi dal saltargli subito alla gola, come uno hrakkar faceva con le proprie prede: ”Lo sono, ma non sprecherò fiato con te: non eri presente, né sai come abbia lottato Grub, o come l'abbia fatto Zinemmo... La tua Khaleesi può averti narrato la sua storia, ma intanto noi siamo qui, mentre gli altri sono morti, nonostante fossero nel giusto”, il che non significava che lo fossero anche loro e che la malattia non potesse essere una punizione del Grande Stallone, per quanto molti di dothraki con cui cavalcava fossero giunti dopo e fossero, quindi, innocenti, ma per lui era comunque sufficiente poter cavalcare lì, nel mare d'erba. Riguardo al dopo, ci avrebbe pensato a tempo debito.
Portò una mano sull'elsa dell'arakh quando l'altro riprese a parlare, sputando veleno su di lui e la sua gente, sul suo Khal... Scoppiò a ridere, non potendo trattenersi oltre: il sole gli aveva forse dato alla testa? ”Khal Kammo, mi chiedo se tu sia veramente chi dici di essere. Vieni qui per incontrare Khal Zinemmo, ma non vuoi recarti da lui. Dici che è un codardo, eppure temi i nostri guerrieri. Critichi le nostre azioni e sei così arrogante da parlare per conto del Grande Stallone. Speri che la malattia ci consumi, ma tu stesso ti sei infettato, rischiando di condannare la tua gente... Forse dovremmo essere noi ad aspettare che tu muoia, no? Di sicuro non sembra che tu sia molto attaccato alla vita”.
Estrasse la propria arma, assecondando il gesto di Kammo. ”Se è così che vuoi andartene, Khal Kammo, ti risparmierò l'agonia della malattia che conosci così bene...” E spronò il cavallo conficcandogli i talloni nei fianchi, sollevando subito la lama sopra la testa per calarla sull'avversario...
Gli altri cavalieri della sua scorta tuttavia, pur afferrandone le rispettive else, non spianarono alcunché: vuoi perché intimiditi dalla figura del dothraki venuto dal nulla, vuoi per le sue parole o per il comportamento dell'uomo che seguivano, non si affrettarono a gettarsi nella mischia.

Fu abbastanza inutile rivolgere ad Addro quelle domande: la recisione simultanea dell'arteria brachiale e di quella femorale gli fecero perdere i sensi nel giro di qualche secondo, portandolo alla morte in ancora meno tempo. Il suo cavallo trotterellò poco distante, ma altrettanto non fecero gli uomini che lo avevano accompagnato fin lì...
Ascoltarono attentamente le parole di Kammo, invece, non capendo per quale ragione preferisse rimanere lì, ad attendere Zinemmo e tutti i suoi guerrieri, piuttosto che andare da lui come propostogli... C'era una qualche differenza che non coglievano, oppure aveva ordito una trappola? O ancora che fosse lui, a non avere fegato di andare a sfidare il proprio nemico? Poco importava, in fondo: in quanto a metodi non si era dimostrato molto diverso dal loro attuale Khal, che era comunque riuscito ad accogliere diversi altri Dothraki tra le fila ed aveva conservato il potere mostrando la forza di cui c'era bisogno, anche in un momento difficile come quello, in cui molti stavano risentendo della malattia misteriosa.
Maledizione dello Stallone o meno, però, loro erano arrivati dopo e non avevano alcuna colpa per ciò che era successo con Grub e, cosa ancora più importante, erano sani... Il più anziano del gruppo annuì in risposta alle parole dell'altro, seguito a ruota dai compagni. Voltarono i cavalli e li spronarono leggermente, avanzando con calma nel grande Mare d'erba: Kammo li avrebbe visti bisbigliare tra loro, ma non avrebbe sentito ciò che dicevano, vista la distanza e lo scalpiccio degli zoccoli.
Ancora qualche decina di metri e deviarono verso est, abbandonando gli uni e gli altri al proprio destino.