Onorare un Impegno

Semilibera Ausel - Sommo Septon

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    ”Irritare lo scultore? Guardare e non toccate, milord: attenetevi a questo principio e non avrete problemi di sorta. Lo farò presente, comunque, del resto il disegno è vostro e avete tutto il diritto di seguire la realizzazione dell'opera!” Rispose Stephan, quando Ausel avanzò la timida richiesta: in realtà, forte anche del benestare del Sommo Septon, lì dentro avrebbe potuto fare quel che voleva, specie se si trattava di continuare il lavoro commissionatogli, in un certo senso. Quindi perché farsi venire scrupoli?
    ”Non è poi così tardi: è il momento della giornata in cui può dedicarsi a se stesso, ma avendovi preso in simpatia ed avendo a cuore l'opera... Beh, forse ho ancora qualche remora riguardo questo, ma senza dubbio vuole che il lavoro sia rapido e ben fatto: sovrintendere alla creazione è il minimo da parte vostra, come è necessario il suo parere”, gli disse con estremo candore, continuando l'avanzata attraverso i corridoi, deserti, ma abbastanza illuminati, che li avrebbero condotti direttamente alle stanze del Septon: non si poteva dire che fosse un uomo amante del lusso, né che gradisse sfoggiare il proprio potere, ma restava comunque una persona di rilievo, degna del più assoluto rispetto e considerazione... Per cui fece bene Ausel a chinarsi e baciargli l'anello che aveva al dito, proferendo le uniche paroline magiche capaci di mettere una discreta ipoteca sulla conversazione: recava buone notizie!
    ”Bene, molto bene: mostratemi... Clavicus, più luce!” Ordinò, sistemandosi meglio sulla sedia. Si sporse in avanti, facendo leva sui braccioli con i gomiti, ed osservò rapito il disegno che veniva a poco a poco scoperto... ”Però... A-ah... Uhm... Sicuramente...” furono solo alcuni dei versi che accompagnarono il Tasso nella sua lunga e molto dettagliata spiegazione, che l'uomo ascoltò, senza interrompere o porre domande: l'idea gli piaceva e, cosa più importante, una posa del genere poteva tranquillamente essere compresa anche dall'ultimo dei garzoni... Magari non nei suoi significati più complessi, ma almeno si vedeva bene che rappresentava un fabbro intento a battere sull'incudine!
    ”Parlate bene, giovane Lydden, ma al di là di questo sono veramente sorpreso. Non preoccupatevi troppo di trovare una spiegazione per ogni cosa, comunque: le fanciulle baderanno più al fatto che sia di bell'aspetto, mentre gli artigiani vi si rivolgeranno per pregare, non per disquisire di teologia” e sorrise bonario, tornando con lo sguardo sul disegno: ”Non direi nemmeno la cosa del rappresentare tutti i lavoratori: capisco il ragionamento e lo condivido, ma, ahimé, credete che la gilda sia disposta a condividere la statua con le altre corporazioni? E quelli, gradirebbero la collocazione ed il fatto che il mestiere del fabbro sia predominante? Lo so, pare assurdo, ma il Padre avrebbe dovuto infondere un po' più di senno in certe persone!” Ciò detto, l'opera non ne usciva affatto sminuita, anzi...
    ”E sì, capisco anche questo... Tuttavia, potrei trovarmi nella situazione di avere del materiale in eccesso... Non conosco queste leghe, forse Stephan saprà illuminarci, ma chi mi garantisce che il costo sia pari, se non inferiore?”
    ”In realtà, eminenza, potremmo considerare altri aspetti, oltre al costo della materia prima. Lavorare il marmo prevede la realizzazione di un bozzetto, quindi un lavoro di diverse settimane, se non mesi, per scolpire effettivamente la statua, la cui finezza e precisione dipenderebbero esclusivamente dalla mano dell'artista... Al contrario, usando il metallo, si potrebbe ottenere un lavoro preciso e beh, bello, in molto meno tempo. Usare lamine come suggerito è un procedimento troppo macchinoso, ma fonderlo e colarlo in uno stampo... Possiamo farlo all'incirca nello stesso tempo che impiegherebbero gli altri a creare il bozzetto di prova” gli rispose il fabbro, aggiungendo succosi dettagli pragmatici alla tesi del nobile.
    ”Forse, Ausel, dovreste imparare a concentrarvi più sugli aspetti concreti delle cose, affrontando i dilemmi filosofici in un secondo momento”, scherzò il Septon, annuendo soddisfatto: ”Mi sembra una richiesta ragionevole e mi fido di te: se affermi di poter creare la stessa scultura in meno tempo e a minor costo, magari usando la più appropriata di queste leghe, sarei folle a non tentare... E mentirei se dicessi che non mi turberebbero le rimostranze della gilda, costretta ad aspettare la statua per altri mesi. È deciso quindi... Approvo il disegno ed il materiale: credo che l'officina del Tempio abbia tutto l'occorrente, quindi potrete iniziare a breve, confido...? In ogni caso aspetterò vostre notizie e darò disposizione per i preparativi della posa: occorre trovare il luogo più adatto, produrre il basamento...” e molte altre cose, che fortunatamente non riguardavano né Ausel, né Stephan.
    I due poterono quindi congedarsi dopo alcuni istanti, lasciando così il Septon al suo meritato riposo: il Tempio dormiva, come ormai il resto della città e, forse, avrebbero fatto di lì a breve i due artisti...
    Credo che ci siamo (poi dimmi te), se vuoi continuare a parlare con Stephan, vuoi limonare con qualcuno o che, io ti seguo... Altrimenti ti valuto e chiudo :)
     
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    "Perfetto, allora guardare e non toccare." disse il Tasso, mentre stava pensando ad altro, cioè Non come ho fatto con te dove ho sia guardato sia toccato.
    Questo pensiero, ovvio, restò nella mente del Lydden che di certo non voleva rovinare quello che si era creato fino a quel momento, cioè una collaborazione tra due persone di rango diverso accomunate da un fine più o meno analogo.
    Dopo aver ricevuto risposte da Stephan sulla sua vita sentimentale, non sarebbe stato il caso di spingersi oltre o tentare un qualcosa con lui. Ne avrebbe ricevuto repulsione, disgusto e forse anche un’accusa abbastanza plateale di cui avrebbe voluto tranquillamente farne a meno.
    Non era venuto ancora il suo momento. Aveva tutta la voglia e il desiderio di un ragazzo di quindici anni di sperimentare. Persone della sua età si erano già accasate, secondo quello che spesso gli diceva suo padre. Che prima o poi gli avrebbe trovato una ragazza degna della nobile casata dei Lydden e lui l’avrebbe sposata onorandola e rendendolo fiero impalmandola e permettendone la nascita di diversi eredi che sarebbero stati grandi avendo nel sangue parte della nobiltà dei Lydden e parte dei Webber.
    L’unione tra suo padre e sua madre non era stata proprio una delle più benefiche per le casse dei Lydden. Avevano avuto l’occasione di potersi spingere, con accordi e trattative commerciali nei territori dell’Altopiano. Avere un avamposto nelle terre dei Tyrell aveva giocato a favore per i Lydden che potevano vantarsi di un’affiliazione di quel genere. Forse non era nato con il sentimento dell’amore, ma pian piano i due novelli sposi si erano avvicinati e voluti bene. Poi la nascita dei figli, prima Ausel e poi Rohanne avevano permesso ai due di essere più uniti e di ricamare aspettative su i due. Rohanne stava diventando una lady dalle spiccate abilità commerciali e diplomatiche, tratto che suo padre elogiava spesso e ammirava. Ausel, dal canto suo, stava diverse ore chino sui libri, dipingeva e trovava affascinante ciò che il mondo gli offriva, irritando il lord, ma ottenendo consensi da sua madre che lo riteneva un esempio di lord da seguire, più sul modello del vecchio lord di Coldmoat, i nobili Webber.
    Bisognava dire che dei Webber, Ausel aveva preso davvero poco, solo la loro passione sulla conoscenza e sulla natura. Per quanto riguardava l’intrigo e la diplomazia, quel gene era toccato a Rohanne che aveva racchiuso non solo quelle doti dal lato materno, ma anche quelle del lato paterno relative all’ambizione di diventare qualcuno. Ausel aveva solo imparato a scoprire le sue doti militari, doti che non credeva di possedere.
    "Ho chiesto perché molti trovano fastidioso l’essere osservati. Grazie di tutto e se dici che questa è l’ora nel quale il Sommo Septon si dedica a se stesso, allora andiamo. Spero solo di trovarlo calmo e non indisponente."

    Il Sommo Septon ammirò estasiato il dipinto del Tasso e ascoltò attentamente la spiegazione che accompagnava il disegno. Pochi versi vennero pronunciati dalla persona che rivestiva la massima carica nel Tempio, ma tutti erano carichi di ammirazione. O almeno era questo che il Lydden pensava in quel momento.
    Il commento sul parlare bene lo stupì. Non se lo aspettava da un intrattenitore esperto quale dovesse essere il chierico. Per poter smuovere le masse e avere un certo seguito ed entrare nel cuore e nella mente delle persone, il Sommo Septon doveva essere una delle persone più abili nell’uso della dialettica e lo aveva provato su se stesso. Quel vecchio uomo era stato in grado di fargli fare i sette passi della redenzione o come li chiamava lui. Un passo sotto ogni statua del dio aprendo il proprio cuore e la propria mente sputando fuori tutto ciò che si riteneva aver fatto di sbagliato contro quella rappresentazione del dio. Ancora ricordava di quanto era stato costretto ad ammettere la sua poca professionalità nel dare rispetto alle persone che lavoravano per gli altri. Di quando aveva riconosciuto a se stesso di non essere un degno figlio per suo padre e di aver quasi dichiarato il suo orientamento sessuale. Era stato bravo a fermarsi in tempo, ma quanto di tutto quello il vecchio sacerdote era stato abile a percepire e cogliere? Questo non lo sapeva. Sapeva solo che l’uomo gli aveva fatto fare, senza nemmeno troppe insistenze, un qualcosa che da solo non si sarebbe mai sognato di fare. Aveva anche avuto l’abilità di indurlo a mettere in pratica le sue parole, quasi sfidandolo a portare a termine un qualcosa tra le tante cose lasciate in sospeso. E il Tasso c’era caduto con tutte le scarpe trovandosi nella stanza della Fortezza Rossa a disegnare un qualcosa che non aveva mai visto basandosi sui ricordi del Septon. Aveva impiegato tre giorni per terminare quell’opera che non voleva fare. Era stato così furioso con se stesso per aver accettato un qualcosa he non credeva di dover fare e di meritare. Eppure, ora, eccolo qui dinanzi al Sommo Septon a proporre una sua opera, un suo disegno come contributo alla comunità Un qualcosa che sarebbe rimasto per diversi anni in quel luogo, in bella mostra davanti a diverse persone, a diversi occhi provenienti anche da posti opposti del continente o da altri remoti luoghi che il Lydden aveva solo letto o sentito dire.
    Tutti avrebbero ammirato un’opera basata sul suo disegno. Si sarebbero chiesti chi fosse l’uomo raffigurato e chi la mano ad aver fatto quei tratti. Forse non tutti lo avrebbero riconosciuto all’inizio, ma poi, qualcuno avrebbe pronunciato il suo nome. Era riuscito a porre il suo nome nei libri di storia e in quelli d’arte del continente.
    Fosse anche stata la sua unica opera in quel genere, aveva ottenuto qualcosa che suo padre gli aveva sempre chiesto: restare nella storia.
    Forse non aveva seguito le direttive del padre, non sarebbe rimasto negli annali come un combattente o un guerriero eccelso o in grado di portare il nome dei Lydden ben oltre quello di semplici vassalli, ma qualcosa aveva fatto.
    Forse non sarebbe stata l’unica opera che avrebbe fatto. Avrebbe potuto rendere Deep Den un centro architettonico e artistico di fama internazionale o … perché no, un centro dove diverse menti artistiche si sarebbero confrontate e avrebbero posto le basi per un rinnovamento e correnti artistiche sempre nuove.
    Ausel rise alla battuta del Sommo Septon.
    "Per quanto riguarda la bellezza del soggetto, questo è merito vostro, eccellenza. Siete stato voi a scegliere il modello giusto e per la teologia, credo che la Septa che mi ha cresciuto abbia fatto un buon lavoro. Le farebbe piacere sapere che i suoi insegnamenti siano stati così fruttuosi."

    In realtà il Tasso stava ridendo dentro. Sapeva solo una cosa: la Septa si sarebbe mangiata le mani dopo tutte le ramanzine e le parole poco carine rivolte al ragazzo. Il Lydden ricordava ancora la piccola lite che aveva avuto con la donna dal manto grigio. Gli aveva detto che non era giusto ritenere la fede dei sette migliore rispetto alle altre e ne aveva ricevuto uno schiaffo e un richiamo anche da parte di sua madre. Più la donna cercava di imporgli quella fede, più il Tasso si ostinava a ripudiarla. Poi, l’avvento della sua consapevolezza di quello che fosse e la prospettiva che si apriva dinanzi seguendo i dettami della fede dei sette non aiutarono. Sua madre gli mise d’avanti le diverse culture che circolavano nel continente e solo una sembrava non discriminare, ma accettare quello che lui era. Si erano anche loro fusi con la fede dei sette, ma continuavano a mantenere delle proprie identità rispettando tutte le persone e dando uguale importanza a ogni essere nato da una donna, fosse egli maschio, femmina, omosessuale, povero o ricco.
    Avrebbe cercato di rendere, un domani, Deep Den libera nell’accettazione delle persone. Un sogno troppo grande anche per lui, forse.

    "Forse a queste persone bisognerebbe consigliare di leggere di più il libro del Fabbro, vostra eminenza. Lo so, sono speranze che lasciano il tempo che trovano. Comunque, se a voi fa piacere, il disegno potrà essere usato, con le dovute modifiche che riterrete opportune, anche per il Tempio, o per delle immagini votive dei sette dei, immagini che potrebbero acquistare al Tempio e portare sempre con se in modo da pregare ovunque la persona si troverà a trascorrere la notte o il giorno. Una vostra spiegazione teologica e filosofica sull’immagine potrebbe rendere più dotte le persone e meno avvezze ad ambizioni che non portano a nulla."

    Stava parlando dei fabbri e della loro gilda oppure di altre persone? In quel dialogo si leggevano i dubbi e le remore del Tasso. Anche il tono della voce era cambiato. Da felice stava diventando man mano più assente. Come se qualcosa lo turbasse o lo rattristava. Rowan ancora non si era ripreso. Non si sapeva ancora nulla sulle sue condizioni di salute e … tutto ciò che il Lydden conosceva era il silenzio che il Leone gli aveva imposto. Un silenzio che voleva dire tutto. Rowan doveva morire per ottenere un fine che lui ignorava.

    Le ultime parole del Septon vennero ascoltate poco dal Tasso e l’intervento di una voce diversa, quella di Stephan riportarono Ausel alla realtà. Stava condividendo i suoi pensieri e non gli stava dando torto, ma nemmeno molta ragione. Stava portando il discorso sulle tempistiche e sul maggior lavoro con conseguente aumento dei costi per la produzione di quell’opera.

    "Avete ragione eminenza. Forse a furia di disegnare, mi perdo anche io in mille disegni mentali."
    Ausel sorrise sincero. Anche questa battuta non era stata lanciata a caso. Doveva uscire da quel posto prima che il Septon notasse qualcosa, sempre se non lo avesse notato, ed evitato un confronto. Non avrebbe retto ancora molto al silenzio impostogli da Tywin Lanister.

    I due uscirono congedandosi dal Septon. Il Tempio dormiva come era giusto che fosse a quell’ora della sera e anche Ausel avrebbe dovuto fare. Il tragitto verso la Fortezza Rossa non era breve e doveva mettersi in marcia se non voleva correre qualche rischio.
    Rivolgendosi a Stephan, il Lydden disse.
    "Credo sia andata bene. Hai ottenuto una statua di metallo invece che una di marmo e il mio disegno è stato approvato. Non potevamo chiedere di meglio, non trovi?"
    Provò a dare un ultimo sguardo al ragazzo. Era davvero un bel ragazzo.
    Peccato non possa dirti nulla, mio bellissimo fabbro. Ora te ne andrai dalla tua bellissima ragazza e sarai felice. Io … avrò il vuoto attorno a me.
    un velo di tristezza calò sul volto del Tasso. Il buio della sera col sole che stava tramontando avrebbero potuto nascondere quell’espressione al fabbro.
    E’ stato bello ammirare la tua persona e … grazie per questo.
    Non sapeva ancora chi stesse ringraziando in effetti. Tuto si stava svolgendo nella sua mente mentre puntava lo sguardo sul volto del fabbro.

    "Posso dire che è stato un piacere lavorare con te. Sei un bravo manichino." Ausel rise e volle congedarsi con un pensiero.
    "Con la concessione della statua di metallo, sarai te l’artista, dunque. Quando hai intenzione di iniziare?"

    Meglio andare prima di rischiare troppo.
    In effetti non era proprio una bella situazione. Loro due al calar del sole, col cielo che si dipingeva di tonalità comprese tra il rosso, il viola e il blu scuro. Fosse stata una ragazza sarebbe stato il quadro giusto per un bacio. Ma lui non lo era e … era meglio andare.

    "Buon riposo Stephan"


    Per me puoi chiuderla qui.
    Se ci sono gli estremi, potremmo iniziare quella dove Ausel prova a confidare i suoi dubbi. Con la quest terminata, il Tasso ha altre informazioni sulle azioni spregevoli di Tywin.
     
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    ”Oh, se solo tutti sapessero leggere, caro ragazzo... Quella contro l'ignoranza è una battaglia che difficilmente potremo vincere in tempi rapidi, ma grazie alla capillarità dei nostri ministri ed al lavoro che svolgono per informare il popolo, senza dubbio siamo già in grado di raggiungere ogni uomo, donna e bambino assetato di speranza... Ciò detto, quella delle immagini votive ed altri ninnoli è un'idea buona, facilmente applicabile, che potremmo rilanciare” e più oro che entrava nelle casse significava più investimenti in termini di aiuti alla popolazione in difficoltà, opere più maestose per sancire la supremazia del Credo e via dicendo... Ma per fortuna, questi erano ragionamenti che non dovevano interessare due semplici artisti, che avrebbero fatto meglio a concentrarsi sul lavoro affidatogli...
    Scambiarono ancora qualche convenevole e qualche precisazione riguardo la statua, ed infine furono liberi di congedarsi: Stephan sarebbe tornato a casa, con la testa già proiettata all'opera ed alla reazione dell'amata, a cui beh, avrebbe potuto chiedere la mano durante l'inaugurazione, effettivamente... Al Lydden era forse andata peggio, sotto quel punto di vista almeno, ma non poteva certo lamentarsi, come ribadito dal fabbro: ”Assolutamente, milord, ma fin'ora è più merito vostro che mio, devo essere sincero... Non ho fatto altro che rimanere immobile, sì, proprio come un manichino!” Sorrise, mascherando uno sbadiglio con la mano: ”Inizierò il prima possibile: ho alcune riparazioni arretrate da ultimare, ma non richiederanno più di qualche giorno... Mi farò aiutare da uno scultore per la realizzazione dello stampo, ma il resto sì, sarà tutto nelle mie mani”, e la cosa lo elettrizzava.
    ”Buona notte, mio Signore: avrete presto mie notizie, spero”


    1 punto parametro a conoscenze
    1 punto a piacere

    +4 affinità Stephan
    +5 affinità Sommo Septon
    +5 affinità “artigiani”

     
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17 replies since 6/3/2019, 11:57   334 views
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