Tutto sommato era andato bene; anzi, splendidamente bene. Giorni e giorni aveva meditato sul piano, cercando la strategia migliore tra le fessure delle mura e nei profili minacciosi dei torrioni di guardia, che tanto parevano pronti e in attesa del loro attacco. Aveva ragionato a lungo e tassello dopo tassello aveva creato la sua trama, o meglio dire da un piccolo particolare s'inanellarono velocemente tutti gli altri: pensò il tutto nell'arco di praticamente due ore e i giorni successivi furono un costante dubbio sul come o il sé, ritornando sui suoi passi nell'interrogativo se effettivamente fosse la scelta più oculata e velocemente tornando ad andare avanti ad ogni risoluzione interiore. Non v'era altra strada né via, solo quella indicata dal Redwyne.
I suoi paggetti stavano sistemando sui loro cavalli il materiale portato presso al seguito, mentre la guardia già era montata in sella in attesa del suo lord, che al contrario si guardava attorno mentre sistemava i paramenti: volti felici, stanchi certamente ma felici. Non v'era il dolore di aver perduto soldati, né l'animo affrnto della sconfitta. Solo il comprensibilissimo sfinimento dopo una lunga marcia, il meglio che un soldato potesse chiedere da quell'improvvisamente così insicura vita. Si guardò attorno Tosco, per prendere una misura degli uomini e valutare se effettivamente un attacco fosse auspicabile e se fossero pronti ad esso; in verità, Tosco Redwyne non poteva chiedere pedine migliori.
Truppe fresche, praticamente intonse dalla battaglia e impendenti sul loro primo scontro: l'entusiasmo dei giovani si ravvivava alla promessa di quella notte, mentre i veterani già si erano ritirati in loro stessi per affilare le armi ed approcciarsi all'imbrunire con la mente sgombra e concentrata. Era un esercito in ogni senso pronto e il come si muovevano e il come assecondavano ordini che di fatto si sarebbero rivelati inutili (come montare un accampamento da assedio prolungato o iniziare a costruire catapulte e altre macchine d'assedio). La fiducia nei loro comandanti era praticamente cieca e in particolare era palese quanto Ser Astion Goodbrother godesse di buona reputazione tra di loro.
Erano sereni, un aggettivo da non usare generosamente quando si parlava di soldati ed esercito. Tuttavia, la guida che il loro comandante aveva operato pareva aver scaldato i loro cuori, consentendogli di muovere la guerra con le menti impegnate solo a squartare e abbattere il nemico. SIcurezza nei loro bracci, se ne avevano ancora era proprio grazie al Goodbrother, che Tosco apprese quel giorno essersi meritato il titolo di Cavaliere di Ferro. Mai appellativo fu più azzeccato.
Fu passando in rassegna i commilitorni che scorse, tra le tante teste, proprio il Goodbrother, intento ad usare un troncone come bersaglio per i propri coltelli. Inizialmente lo guardò da lontano, fissandolo incuriosito, esitante sul da farsi: tra i tanti presenti nella tenda Astion era stato il primo a seguirlo e anzi a sposare completamente il piano, ampliandolo e contribuendo ingegnosamente alla sua buona riuscita. Quanto venuto fuori, per quanto intavolato e declinato in ogni possibile scenario e possibilità dal Redwyne, portava anche la firma del Cavaliere di Ferro, e ciò sarebbe stato innegabile.
Ripensò alla partenza, a quanto fatto e detto prima che entrambi prendessero la via della guerra.
Si decise e diede il comando di riposo ai propri sottoposti, i quali smontarono da cavallo e si misero a proprio agio poiché il loro Lord lasciava a intendere che sarebbe stata una questione da più di qualche minuto.
Avvicinandosi, Astion era come ci si poteva aspettare attorniato da funzionari e capitani che chiedevano ordini e indicazioni per meglio completare il disegno del loro generale e lui, mentre provava a liberare probabilmente la mente per quanto sarebbe venuto, rispondeva mestamente alle numerose richieste, soddisfando ora quello e ora quell'altro cortigiano della sua corte mobile. Si avvicinò con una timidezza dettata più dal rispetto e al vederlo molti sottoposti del Cavaliere di Ferro si eclissarono.
Gli si accostò e guardò il tronco scavato dai numerosi coltelli.
« Grazie per il vostro sostegno nella tenda; e per il vostro contributo. Sono sicuro che se ci atterremo al piano avremo la vittoria in pugno.
Ditemi, Ser Astion: com'è stata la guerra per voi fino ad ora? Che impressioni vi ha dato?
Anzi, facciamo un'altra domanda: come state? » |
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