Di briganti e di attentati

Quest Duncan

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Re del Nord

    Group
    Primo Cavaliere
    Posts
    4,167
    Prestigio
    +504
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous
    I compagni di viaggio di Duncan erano di certo di poca compagnia, per un uomo di chiesa. Le bestemmie contro i Sette volavano nell'aria ogni istante, per ogni minimo inconveniente.
    Eppure... Avevano un qualcosa di baldanzoso, una sorta di gioia comune che li spingeva ad essere quasi cortesi nei confronti del Dondarrion.
    Il denaro, ovviamente.

    Il viaggio fu privo di alcun genere di intoppo. Era probabile che i banditi stessi fossero in contatto tra loro, e che la presenza dei due, Roran, quello robusto e burbero, e Josh, quello più timido, una sorta di sottoposto del primo, avesse prevenuto che altri spiacevoli incontri potessero aver luogo.

    Ormai mancava meno di un giorno di viaggio, Sala del Raccolto era ben visibile di fronte agli occhi di Duncan.
    Il quale ebbe ben modo di vedere le centinaia di tende piantate di fronte al castello. Tende con le insegne dei Baratheon.
    Per un qualche motivo, parte dell'esercito delle Terre della Tempesta era lì.

    E Darion, presumibilmente, era al comando di quelle truppe.
    Protetto da un fottutissimo castello.

    Cazzo... Che ci fanno qui, tutti questi? Bofonchiò Roran fissando lo spettacolo, senza parole.
     
    .
  2.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Alfiere

    Group
    Member
    Posts
    2,166
    Prestigio
    +276
    Location
    Varduasie

    Status
    Anonymous
    Di Briganti e Di Attentati
    Sala del Raccolto, Giugno
    narrato - parlato - pensato

    Un rollio di tamburi cadenzava il ritmo serrato del suo cuore, ma non erano i musici di Darion Baratheon a suonare quella melodia. Mano a mano che il tempo passava, benché nulla accadesse in quelle giornate passate con i Briganti di Bosco delle Piogge, la fine sembrava strisciare come una serpe all'ombra di un albero. Per due notti di seguito ebbe gli incubi, colto anche lui dall'abbraccio del sonno. Il terrore di non riuscire nell'impresa, un dubbio che faceva presa sull'irrazionale terrore della modestia; si trattava di un dubbio concreto. Costantemente tratto tra la pace di una morte suicida davanti ad un esercito delle Terre della Tempesta vendicatrici e la speranza di riuscire a salvarsi a impresa compiuta.
    Guardava i briganti con una certa compassione talvolta. Essi ridevano e scherzavano assieme a Carden, nessuno dei tre era conscio che quella era più che plausibilmente una missione suicida. Il senso di colpa, il rimorso, bruciavano con ardore dentro di lui, ma in fin dei conti, anche vivere con la consapevolezza d'esser stato la causa di altrettante sofferenze ed iniquità non lo avrebbe portato lontano. Prendersi le proprie responsabilità, questo avrebbe dovuto fare, questo era così complesso da realizzare. Un peso, il suo, terrificante. La notte, quando l'ultima scure di un nemico imbattibile lo decapitava in sogno, egli si destava nel solitario silenzio di un campo assorto, solo per allontanarsi e pensare. La fede, la cieca fede non aiutava più, l'ennesima faglia fragile di un ragazzo al collasso. Il padre non aveva più volto, la Madre non più lo carezzava con amorevoli mani. Guerriero e Fabbro non gli instillavano più forza; la Vecchia e l'Estraneo, impegnati nella loro eterna sfida a chivasse per l'influenza del mondo, non lo degnavano più di uno sguardo.
    L'unico conforto nelle notti sole era una dama, vestita d'argento e seta pallida, dai lineamenti morbidi e lo sguardo sdegnoso e duro. Era l'unica cosa che lo separasse dalla disperazione finale che lo attendeva sulla soglia della morte.
    Sedeva, con smorfie di pianto, guardando l'erba mutare sotto i venti freschi del primo mattino; la rugiada ed i suoi riflessi, bianchi e lucenti come lei.
    Molti se ne erano già andati, molti altri lo avrebbero fatto; alcuni li avrebbe dovuti togliere di mezzo lui. Un compito facile per un uomo avvezzo alla violenza; Duncan era diventato proprio questo? Egli non era ancora un uomo, in cuor suo, violenza a parte, non si sentiva ancora tale. Costretto a crescere troppo presto, tra le braccia di un padre esigente e sotto l'ala di Lord poco lungimiranti.
    Duncan tratteneva le lacrime, anche con grande sforzo; batteva i palmi contro le tempie, ricordando quanto fossero felici i Lord e le lady il giorno del Gran Torneo. Vite analoghe ma tremendamente diverse. I muscoli fermano il pianto, ma le lacrime solitarie solcano le gote e viaggiano sino al mento.
    Costretto dalle circostanze a crescere, e a prendere decisioni importanti.
    Tutto sarebbe stato diverso, certamente, nel caso Blackheaven fosse stato un luogo sicuro in cui vivere; nel caso Beric fosse stato un padre amorevole, nel caso Darion fosse stato Edward e nel caso i draghi non volessero banchettare con i cervi dell'Est.
    Duncan batteva le tempie forte, per non pensare a tutto quel dolore e rimorso. Espirava lunghe boccate di vapore, e con il suo fiato se ne andava anche la negatività, parti di un passato inespugnabile che piano piano leniva in favore di un futuro incerto.
    E con il mattino ogni resistenza di tensione scemava in favore dello sguardo assorto di un romantico poggiato ad un melo.

    ...



    Qualche giorno dopo.
    La fine era vicina, si stavano muovendo verso i padiglioni ocra di Sala del Raccolto. Pennacchi e picche ricoprivano l'orizzonte. Eccola, la sua bella bara, dai mille corredi e colori. Un pugno allo stomaco serrò lo spirito di Duncan, di certo non aiutò lo sconcerto dei compagni di viaggio.
    -"Calma, non ho mai detto sarebbe stato semplice", disse Duncan liquidando le perplessità del brigante.
    -"D'ora in poi, cavalcherò da solo, vi anticiperò di due ore, non mi presenterò in compagnia alle armate delle Stormlands", disse senza rivolgere lo sguardo ai compagni di viaggio.
    -"Se volete I vostri soldi..", disse ora voltandosi,
    -"Farete come dico io.. O finiremo tutti ammazzati..".

    ...



    Il piano di Duncan

    -"Entrerò, e mi presenterò con il nome che gli avi mi hanno dato, Duncan Dondarrion di Blackheaven. Una volta dentro, avrò il diritto di appellarmi ai Sette, e comincerò la mia veglia.. Passerò nel tempio di Sala del Raccolto il tempo necessario a lasciarvi compiere il vostro lavoro.. Dario Baratheon, il penitente, vorrà parlarmi.. Ma nessun uomo può sottrarsi alle leggi dei Sette.
    Voi, voi dovrete capire dove si trova Lady Ashford, il vostro compenso.. Trovatela, ma non parlateci.. Trovate ogni modo per creare un diversivo per la fuga, cercate di rendervi utili.. Quando avrete bene chiare le idee in testa, venite nel tempio e pregate con me, riferitemi tutto.. Io allora comincerò la seconda parte del piano.. È improbabile che io sopravviva.. Ma la Ashford.. Voi dovete portarla a casa.. Viva il Padre e viva il Re
    ".

    Mentre le parole fluirono da Duncan in un flusso stranamente fermo e sicuro, la coscienza di ciò che aveva detto piano piano delineò quelle che erano le sue tremende aspettative per la vicenda. Il fato crudele spettava solo a Duncan, quei tre cani, poveri diavoli, avrebbero compiuto la sua ultima e generosa volontà.
    Con la mano della spada Duncan accarezzò Veglia.
    Avrebbe fornito loro il diversivo perfetto, un duello con il signore degli eserciti delle Stormlands, facendo sì che un agente della corona e due briganti salvassero il cuore di una Fanciulla dell'altopiano.

    Duncan partì al galoppo per distanziare i compagni.
    -"Fanciulla, ti imploro, guida il tuo servo affinché le tue volontà possano compiersi", sussurrò a labbra strette.
    -"Guida la mia mano perché Darion possa smettere di compiere peccati sulla terra".
    Duncan stava per portare al limite la creatura sulla quale montava.
    -"E se lo desideri, prendi la mia vita come tributo del mio successo, o fammi vivere per condurre le tue volontà a compimento".

    1011 parole

    bXZ3DGX



     
    .
  3.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Re del Nord

    Group
    Primo Cavaliere
    Posts
    4,167
    Prestigio
    +504
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous
    Se c'era un modo di far scoppiare un putiferio, era quello.
    Dei, se era scoppiato un putiferio.
    In men che non si dica, Duncan venne circondato da una ventina di soldati armati di tutto punto, mentre un uomo, sul limitare dell'accampamento si avvicinava lentamente.
    E così ci rivediamo, traditore.
    Darion. Darion era lì, lì di fronte a Duncan, il volto crudele deformato in un ghigno.
    Non era cambiato per nulla.
    Un verdetto di fronte agli Dei?Replicò, sputando di fronte al suo nemico. Sei venuto per prendere schiaffi, o per giurarmi fedeltà? Eh?

    Eppure, almeno in quella parte, il piano funzionò.
    Fu una volta al tempio che le cose presero una strana piega.
    Septon! Berciò Darion, scortando lui stesso Duncan all'interno del tempio.
    Voglio che questo stronzo rimanga sotto chiave fino a che non sarà pronto per il verdetto. Cosa chiedi, Duncan? Un duello, per caso?
    La risata beffarda di Darion indicava che, nonostante tutto quel tempo, ancora non vedeva l'ora di menare le mani. In particolare con il Dondarrion.
    Il Septon deglutì, rimanendo a guardare la scena con espressione colma di rammarico. Era un omino semplice, quasi pingue, e l'assoluta mancanza di rispetto da parte del Baratheon sembrava averlo addolorato.
    Eppure, in silenzio, si avvicinò al mazzo di chiavi, mentre Darion entrava nell'anello di soldati, fissando Duncan con espressione di sfida.
     
    .
  4.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Alfiere

    Group
    Member
    Posts
    2,166
    Prestigio
    +276
    Location
    Varduasie

    Status
    Anonymous
    “E così ci rivediamo, traditore”.
    La notizia, subdola e malvagia, doveva aver cavalcato più velocemente di quanto avesse fatto Duncan. Evidentemente doveva esser giunto all’orecchio di Darion la decisione del giovane di Blackheaven. “Un vero disastro”, pensò Duncan Atterrito. Il piano era in sé abbastanza semplice benché si articolasse di svariate incertezze. Uno dei perni utili al successo stava proprio nel fattore sorpresa, il dubbio ulteriore, il dubbio necessario a che si potesse procrastinare l’azione armata sino a quando le altre parti d’orchestra non fossero pronte. Così non fu, tanto meglio, non avrebbe dovuto ulteriormente mentire. Duncan, da che apparve assai stupito, chiuse immediatamente ogni comunicazione con il signore degli ocra di Steffon. Alzò invece il mento, affinché tutte le braccia armate dei cervi udissero il canto del cigno pio di Beric Dondarrion.
    -“Il viaggio è stato lungo. Pregherò gli Dei affinché il SENNO torni in queste terre maledette da incompetenza e miopi sguardi”.
    E senza degnar più Darion d’uno sguardo, si fece scortare dalle alabarde ed un ridente Baratheon lungo il cammino della vergona. Gli uomini, in un certo senso, sembravano ricordarsi del suo volto; qualcuno per lo meno. Che fossero dello stesso avviso delle spade dei Mertyns? Probabilmente si, ma di quale dei due Mertyns ancora Duncan non poteva dirlo. Era assai probabile che la sordida avvisaglia fosse giunta proprio da quel maledetto allocco di Bosco delle Piogge. “Non importa”, si ripeté Duncan, in fin dei conti era lì per ammazzare Darion, e questi era sufficientemente sciocco da considerare l’ipotesi di un duello; su chi fosse lo sciocco dei due solo il tempo lo avrebbe detto.
    Il giovane venne fatto scendere dal ronzino, e accompagnato sino alla cappella di Sala del Raccolto. Non si trattava di un feudo particolarmente ricco o devoto; ciò lo si poteva dedurre dalle guglie spoglie dell’edificio. Dario annunciò Duncan al Septon nello stesso modo in cui lo avrebbe annunciato ad una cena formale, in fin dei conti la semplicità del Signore della Tempesta poteva quasi scambiarsi per una sommaria lusinga. Davanti a Duncan un timorato dagli Otto generava un tintinnio fastidioso con un mazzo di chiavi ed una mano tremolante; dopo Darion quel Septon temeva solo i Sette.
    “Voglio che questo Stronzo rimanga sotto chiave fino a che non sarà pronto per il verdetto. Cosa chiedi, Duncan? Un duello, per caso?”.
    Il Baratheon sogghignò, Duncan, di contro non sembrò accennare a nulla più che ad una serissima intenzione.
    -“Avremo il tempo anche per un paragone del ferro, Io attenderò il momento liberandomi dai miei mali e dalle mie colpe, ti consiglio di fare lo stesso, figlio di Steffon”.
    Duncan, con un certo sdegno, diede le spalle alla coltre armata dei cervi e si diresse verso la sua gabbia fatta di incensi e statue.
    -“Non sarà un pugnale insanguinato a toglierti la vita, ma una spada votata alla Fanciulla”, disse poi a voce alta, quando il suo corpo già penetrava la navata dei Sette.
    Duncan si sentì abbastanza sereno dal dimenticare il triste fato in attesa. Si fermò al centro della sala e con lui anche la montante rabbia che rischiò di attanagliarlo.
    Si guardò attorno, in cerca della custode delle sue preghiere, notò una statua figurante la Fanciulla e vi si diresse.
    Sguainò quindi Veglia, si diresse davanti l’idolo, e cominciò a pregare.
    Fanciulla, figlia del Padre e della Madre, Signora di questo pellegrino in cerca di redenzione.. Accogli la mia supplica, te ne prego, le parole uscirono da un sussurro veloce, quasi liturgico in una certa qual misura.
    -“L’Ora di Duncan Dondarrion è passata, come passa quella del basso meriggio quando gli astri notturni accennano la loro venuta.. , la voce di Duncan piano piano cominciò ad alzarsi.
    -“Duncan Dondarrion morì con i venti estivi lo portarono lontano da Casa.. Vi parlo oggi con il Nome di Duncan Dei Salici mia Signora, devoto vostro e vostra volontà terrena.. Se così vi compiace, non al Guerriero chiederò forza, alla Vecchia Astuzia ed al Padre Intelligenza.. Ma a voi sola chiederò Forza e Virtù. Duncan cadde in ginocchio, sorretto solo dalla salda presa sull’elsa della spada. Il mantello, svolazzò per meno di un secondo, dopo di ché ogni sua parte divenne ferma, immobile e plastica.
    -“Ho Peccato, d’arroganza, accecato dal dolore ho commesso tradimento, d’amicizia e di bandiera”, disse riferendosi al suo tradimento al Re ed al Caron.
    -“Ho ucciso, sparso sangue nel nome degli Nuovi Dei, quando invero ho fatto quanto solo per compiacere me”, disse riferendosi ai morti sulla sua strada.
    -“Ho causato eventi che hanno privato di un padre un figlio, di un principe un Reame, di Fedelà una Regione, la mia Regione”. Non più vergogna né lacrime poggiarono sul volto provato del ragazzo.
    -“Ho giurato più e più volte, davanti a voi Mia Signora ed ai Signori degli uomini, ma oggi, poiché potrebbe esser l’ultimo mio giuramento, vi giuro che il mio cuore non sarà mai votato a donna altra che voi”.
    Il ricordo d’ogni fanciulla vista in precedenza, Alerie compresa, parve perdere di valore davanti alla solennità di quel momento. Duncan poggiò con delicatezza Veglia al suolo ed incominciò a spogliarsi della camicia in lino che ne copriva il torace. Quando il petto di Duncan fu nudo ed esposto alla cupa umidità del locale, il cavaliere errante prese la daga che teneva sulla cintola e si inflisse, con cautela e reticenza, un profondo solco lungo il pettorale sinistro. Il fiato si confondeva con gli spifferi gelidi della cappella, la mano tremava, ma poco a poco, una diagonale purpurea si prese buona parte del lato sinistro del petto di Duncan. Il giovane tratteneva a stento le lacrime; lacrime diverse da quelle che era solito versare. Quando il lavoro giunse al termine, un rumore di metallo scosso risuonò nella stanza; la daga cadde a terra.
    Lo sguardo, intenso e fisso, scavava negli occhi stilizzati della statua, in cerca di qualcosa. In cerca di una risposta o un auspicio.
     
    .
  5.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Re

    Group
    Regina (e defunto sempramato Re)
    Posts
    15,575
    Prestigio
    +1,869

    Status
    Offline
    Di certo era stata una suggestione.
    L'animo del Dondarrion era così prostrato dagli accadimenti dell'ultimo periodo che era divenuto suscettibile di allucinazioni; forse doveva riempire il suo stomaco prima di ogni altra cosa ecco, era di certo quello. Eppure...
    Eppure Duncan avrebbe potuto giurare che qualcosa nella Statua della Fanciulla era mutato. Era stato un brillio negli occhi scolpiti, come se una piccola lacrima d'oro fosse apparsa all'angolo della palpebra e altrettanto in fretta fosse scomparsa, eppoi quel sorriso... Di certo era un'impressione ma gli sembrava che non fosse così sereno quando era entrato nel Tempio; sembrava che la Fanciulla fosse più serena, che il suo sorriso fosse più pieno dopo quella preghiera del Lampo. Stava sognando? Era un segno degli Dei?
    "La fanciulla non è qui."
    Come?
    Roran gli si era fatto dappresso inginocchiandoglisi accanto e sussurrando questa frase all'orecchio del Dondarrion che dovette impiegare qualche secondo per comprendere che l'uomo si riferisse a Lady Ashford e non alla Dea della Purezza.
    "Lord Selmy ha autorizzato una sua uscita nei villaggi per non so quale ragione, contese territoriali sembrerebbe. Ma è sotto scorta Selmy, verrà riportata a Sala del Raccolto entro breve."

    Mistichiamo un pochino....
     
    .
  6.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Alfiere

    Group
    Member
    Posts
    2,166
    Prestigio
    +276
    Location
    Varduasie

    Status
    Anonymous
    Gli occhi di Duncan si spalancarono, così come si spalancò anche il suo cuore. La preghiera venne udita, la sua supplica accolta e la divina e provvidenziale protezione emanata. Non c’era più dubbio nel cuore di Duncan, Darion sarebbe stato macellato per volere della Dea e degli altri Sette, lui avrebbe solo dovuto presentarsi al duello. In lui qualcosa di rotto andò ricostruendosi, l’alone di incertezza che avvolgeva l’intera operazione sembrò pian piano dissolversi davanti alla monolitica sicurezza della vittoria, come se la vita ormai finita di un ragazzo potesse ricostruirsi solo con la convinzione di un’intercessione divina; come è labile la mente umana, lo spirito, di contro, è estremamente forte. Il dolore al petto smise di farsi sentire quando una lacrima d’oro misto granito sembrò macchiare gli ovali dell’idolo. Un paio di sussulti, di gioia e non di dolore, fecero schiudere la bocca del ragazzo in un sorriso stanco, davvero stanco. Duncan in effetti non ne poteva più. Dopo mesi di solitudine, gelo ed umidità trovò un po’ di requie nelle modeste stanze di un’isola straniera, lontana sia dalla abitudine che dall’affetto. Prigioniero dentro e fuori la cella. Quel viaggio fatto solo di stranezze, delusioni, rivelazioni importanti e grossi carichi emotivi lo stava realmente distruggendo. La mente di Duncan era talmente ricolma di questioni inspiegate, questioni da risolvere e futuri sinistri che solo il “Qui e Ora” sembrava lasciargli lo spazio d’azione per non soffocare sotto tutto questo peso. La sua condizione, solitaria, diffidente, era tale che solo la considerazione di un’entità più alta con cui colloquiare potesse riempire tutti i vuoti emotivi che questo carnevale d’eventi stava innestando. Lui non se ne rese conto affatto e difficilmente se ne sarebbe reso conto negli anni a venire ma tutti gli accadimenti che da Torre della Gioia sino ad ora lo hanno sbattuto come un mollusco sugli scogli non solo lo hanno privato di averi, titolo e una certa dose di sicurezza, ma hanno, in verità, minato in maniera permanente la visione dei legami del giovane Dondarrion. In un mondo che lascia spazio anche al più peccatore tra i cani la possibilità di sentirsi unito in un irrazionale legame d’affetto con altri umani che sa definire ‘parenti’, amanti o figli, Duncan non poteva dire essere affezionato a nessuno in particolare. Chiunque conoscesse morì, lo odiava o stava per morire; davvero una condizione incresciosa.
    Fu quindi davvero liberatorio quel sussulto, simile a quello di un uomo che assapora l’acqua dopo giorni di digiuno.
    Il sangue cadeva a fiotti sul lastricato in marmi e pietra, non se ne preoccupò poi molto, e il dolore divenne immediatamente una fresca irritazione d’ortica baciata dai venti di una sera di Primavera. Colta comunque una certa necessità di medicazione, strappò l’ennesimo drappo dal tessuto in lino e la tamponò affinché smettesse di colar sangue.
    Un rumore di passi, dietro di lui, fece intendere a Duncan di non essere solo. Tra tutti i volti malridotti delle Storm Lands vide quello di una spada venduta al suo soldo. Si trattava del buon Roran, che di buono davvero non vantava nulla. Si gettò vicino al Lampo di Bosco delle Piogge emulando le movenze dei timorati dai Sette, cosa che ad un mascalzone riusciva davvero bene benché controvoglia. Duncan non proferì parola e perseguì la contemplazione in attesa che il suo semplice inganno prendesse forma tra i sussurri nella cappella.
    -“La Fanciulla non è qui”
    Duncan attese un resto che fece fatica ad arrivare.
    -“Lord Selmy ha autorizzato una sua uscita nei villaggi per non so quale ragione, contese territoriali sembrerebbe. Ma è sotto scorta Selmy, verrà riportata a Sala del Raccolto entro breve”.
    Duncan udì con un certo sdegno quelle parole; rallentavano di un poco il suo piano. Nulla che in vero non potesse gestire la mano guantata d’oro della Fanciulla. Nulla è dovuto al caso, il destino era una realtà che il Dondarrion toccava con mano ogni volta che i fortunali dell’esistenza ne saggiavano la tempra.
    Duncan sorrise e sussurrò a sua volta.
    -“Forze che non comprendete aiuteranno le nostre mani e le nostre lame.. La notte sembra essere senza fine mio buon brigante.. Non sta a me porre rimedio, sta a me invece comunicare per altri”. Le criptiche parole di Duncan difficilmente avrebbero calmato lo spirito irruento del suo compagno; infondo erano parole difficilmente interpretabili per chiunque, tanto più per un uomo d’arme e boschi.
    -“Va amico mio, la tua nuova è buona quanto basta, i tuoi denari sono meritati.. Prendi il mio uomo ed il tuo, attendete dove i boschi si fanno più fitti e cercate quella scorta.. Se il mio destino è quello di morire sono in compagnia più che sufficiente per adempierlo al meglio. Se invece i Numi con me non avessero ancora finito non avrò nulla da temere..”.
    Non c’era la minima unità d’eroismo nelle parole del ragazzo. Solo una irritante patina di certezza, la stessa patina che copre il dolce velluto dei Septon. Calmo e pacato, anche davanti alla certezza della morte.
    -“Questo è il tuo compito, guida una sortita, che la donna non corra rischi nemmeno sotto la certa ospitalità dei Selmy. Se quanto nel cuore ho visto accadrà, a breve adempierò al mio compito, così vi raggiungerò per aiutarvi ad adempiere al vostro.. Trovate la ragazza e annullate il mio debito”.
    Il volto, serafico, di Duncan avrebbe molto più facilmente inquietato che rassicurato. Il Dondarrion si alzò, macchiando indelebilmente il corpetto in cuoio che ne proteggeva il torace. Si diresse verso la porta del tempio e gridò a gran voce:
    -“Per intercessione dei VERI Dei e del VERO Re, Chiedo soddisfazione!”.
    Il momento di duellare era giunto.

     
    .
  7.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Re del Nord

    Group
    Primo Cavaliere
    Posts
    4,167
    Prestigio
    +504
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous
    Scusa tantissimo per il ritardo man

    Per il duello userò le stat di Darion, risalenti a quando il pg venne abbandonato.
    Dividerò i 64 di marzialità in 45 e 19 punti, rispettivamente tra Forza e Destrezza.


    La cerimonia stava per iniziare, finalmente il duello avrebbe posto la parola fine alla vita di uno dei due colossi delle Stormlands.
    Si sarebbero affrontati in singolar tenzone, quella sarebbe stata la degna fine del Cervo, o del Lampo.
    Darion giunse, splendido nella sua armatura metallica, brandendo un martello da guerra decorato da una filigrana d'argento attorno all'impugnatura.

    Neppure il cervo, stavolta, interruppe la preghiera del Septon.
    Vogliano i Sette preservare colui che combatte nel giusto, e condannare il falso...

    Lo sguardo di Darion era colmo di una furia che solo un odio viscerale avrebbe potuto generare.
    Sono io, io il legittimo erede di Capo Tempesta. Sussurrò appena, in modo che solo Duncan potesse udirlo. E ucciderò ogni traditore, incluso te, bastardo.
    Chissà se quella risolutezza sarebbe durata a lungo...
     
    .
  8.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Alfiere

    Group
    Member
    Posts
    2,166
    Prestigio
    +276
    Location
    Varduasie

    Status
    Anonymous
    La porta quindi si aprì. Le richieste di Duncan vennero ascoltate e il giovane Dondarrion venne condotto al di là della cappella, in uno spiazzo non troppo lontano dall’edificio; chiunque fosse venuto meno a quella sfida avrebbe trovato una veloce sepoltura, anche se Duncan non fu certo che un tale privilegio gli potesse spettare. Un armigero svogliato s’accinse a portare una spada al Dondarrion, questo rifiutò con un solo torvo sguardo. Con il petto ancora dolorante ed il cuore pieno di speranza poggiò il pugno sul pomolo di Veglia. Quella spada, in un modo o nell’altro, prima o poi, lo avrebbe accompagnato fino alla fine dei suoi giorni. Darion non si vedeva, ma il basso vociare che circondava il Lampo, proveniente da ogni labbro dei curiosi che tutto attorno avevano preso posizione, ne annunciava la venuta. Duncan né approfittò per redimere quanti più uomini delle Terre della Tempesta possibile.
    -“Vivete una menzogna, disse camminando in quel largo circolo di terra di nessuno.
    -“Abbiamo combattuto fratelli, amici e parenti, gli Dei ci hanno abbandonato*. Qualche risata ovattata rispose al suo appello.
    -“Un tempo ero come Darion, compagni miei! Io ho l’animo macchiato tanto quanto il suo, nulla ha da invidiare la sua malizia alla mia!, urlò urlandolo a sé stesso.
    -“Ma i Sette hanno fatto sì che la fortuna ed il destino si piegassero alle mie necessità, li servirò fino a quando la redenzione non mi porterà nuovamente nella loro grazia!. Questa volta nessuno rispose.
    -“I Targaryen hanno pagato i loro crimini con i più alti saccrifici, ma ora che il debito è saldato, Approdo del Re sarà nuovamente della casa di Valyria.. La vostra è una guerra destinata alla sconfitta! Selmy di Sala del Raccolto, uomini delle Terre della Tempesta, che la mia vittoria sia la vostra ispirazione, che i sette vi guidino attraverso la mia mano! , Un armigero avanti con gli anni uscì dal cerchio sputando a terra.
    -“Sei un traditore Duncan Dondarrion, lo sei sempre stato! Un traditore senza padrone è un cane che presto o tardi morde qualsiasi mano voglia nutrirlo!. Questa volta dalla platea si sentirono urla di approvazione; non abbastanza da poter dire che fosse stato espresso un verdetto unanime, non abbastanza perché Duncan potesse sperare di aver convinto la giuria.
    -“I miei Padroni non hanno terre, ma la loro mano può raggiungere ogni frutto senza che nessuno possa dire il contrario.. I miei padroni non hanno eserciti ma possono decidere il fato di interi reami.. I miei unici padroni sono i Sette, e tu per mano loro, un giorno, morirai mentre io per mano loro, avrò la mia assoluzione!. Un nuovo silenzio prese l’intera ‘arena’. Era assai nota la devozione di Duncan per i Sette; questa volta però, le parole del giovane uscirono con una certa consapevolezza che non si confà ai ciarlatani o ai semplici retori. Nel suo cuore Duncan sentiva il peso degli sguardi incerti degli uomini che non scelsero di seguire Darion; sempre che ve ne fossero stati. Più andava avanti il tempo e meno il senso di responsabilità o di divina giustizia si fece ulteriore spazio nel petto di Duncan. La sfida sembrava sempre più vicina e la paura strisciante si fece vedere dopo molto tempo di assenza.
    Alla fine arrivò il momento della verità. Nel cuore di Duncan si erano tenute lunghe ore di speculazione su come il destino del Lampo potesse dipendere da quel duello; in fin dei conti era cosa abbastanza naturale, dal momento che solo una testa sarebbe uscita illesa da quella sfida. Duncan uscì dal suo padiglione armato delle armi più fine; i degni averi di un principe. Una parte considerevole dei presenti si inginocchiò al suo passaggio. Il Baratheon era esattamente ciò di cui quelle terre avevano bisogno; egli era un’immagine vittoriosa, dinamica, impudente, ciò che Steffon fu a suo tempo. Il cuore delle Storm Lands era della stessa foggia delle armi di Darion; anche davanti all’evidenza di una sconfitta avrebbero rimuginato siano a quando loro non sarebbe stata la vittoria. Duncan, per amore della sua Terra, avrebbe dovuto fare l’impossibile perché questi fuochi della rivolta si placassero prima d’incendiare anche le fondamenta stesse delle Terre della Tempesta.
    Duncan non badò alle parole di Darion ma anzi riuscì appena, malamente, a rispondergli.
    -“Finirà come è iniziata Darion, per mano mia!, disse estraendo lentamente Veglia.
    Il cuore del cavaliere errante sussurrò parole di conforto allo spirito, parole leggere d’amor divino che però non lo avrebbero affatto aiutato in sede di combattimento. Darion era pesante, furioso; colpirlo con efficacia con veglia sarebbe stato abbastanza complicato, l’unica strategia utile sarebbe stata quella di sfiancarlo. Duncan si mise in posizione, per quanto in posizione non sapesse esattamente mettersi con quell’arma di così poco familiare foggia. Non era ancora minimamente esperto nell’uso della spada lunga, eppure aveva avuto il coraggio di cimentarsi in una sfida del genere. Duncan si gettò in direzione di Darion fingendo un blando attacco al principe delle Stormlands, avrebbe cercato di sfiancarlo il più possibile, schivando laddove potesse i suoi colpi. Il Dondarrion agì con un lento montante, dopo di ché s’allontanò velocemente con uno scatto sulla destra. Quello scontro, se ininterrotto, sarebbe stato lungo, pericoloso e sfiancante. Darion sembrò improvvisamente una montagna invalicabile fatta d’odio metallo e tecnica. Duncan stesso sapeva cosa un martello di quelle dimensioni potesse contro le fragili ossa di un essere umano. Tutto d’un tratto gli parve che la leggera pettorina in cuoio fosse solo perso in più. Da quella situazione sarebbe uscito solo grazie all’aiuto dei Sette, poiché per capacità e per equipaggiamento era nettamente inferiore al signore delle Storm Lands.

    parole:933

    M 72
    F 32
    D 40
    Veglia: A11 D6 P7
    Pettorina R2 P1
    Malus peso: 0.8
    Velocità: 12.5
    Attacco: variabile (2) x (3.2)+(11)*1.5
    - 22.9
    Rimangono:
    M 30
    D 40
    Vita: 75.5
     
    .
  9.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Re

    Group
    Regina (e defunto sempramato Re)
    Posts
    15,575
    Prestigio
    +1,869

    Status
    Offline
    Il colpo del Dondarrion giunse inaspettato; probabilmente il Cervo non aveva considerato che combattendo con una daga e non con un martello da guerra i movimenti del Lampo fossero più veloci. D'istinto quindi quando arretrò per evitare il fendente, non trovò la stessa facilità a cui era abituato ma il peso della sua armatura ne rallentò il movimento tanto che la lama di Duncan riuscì a scalfire la pelle del fianco del Baratheon. Uno schizzo di sangue lo colpì in pieno viso.
    Con il rosso l'imprecazione e le bestemmie di Darion.
    Esattamente come fosse un toro infuriato, quel colore aveva avuto il solo pregio di imbestialire l'erede di Capo Tempesta che non avrebbe più commesso una simile leggerezza ed era pronto a gettarsi sul figlio di Blackhaven con la rabbia di un orso. Caricò il martello con entrambe le mani, pronto a schiantarlo contro il ginocchio del Dondarrion: quanto avrebbero resistito le sue ossa ad una macchina progettata per spaccare e frantumare?
    "Ti ho chiamato amico! Ho spezzato il pane con te e ti ho coperto il fianco! Vile codardo!"
    Ma come caspiterino hai segnato le stat? Ti odio un po' , forse tra mezz'ora finisco di contare XDlamo
    ATTACCO=VARIABILE*forza/10 + liv competenza arma*3 + (potenza arma in attacco *(numero mani+1)/2) + liv. competenza Arte del Combattimento a Cavallo * 3 (se a cavallo)
    CODICE
    Ti ricordo che la variabile è un valore numerico liberamente scelto dal player che non può però superare il 20% dell'iniziale Forza o Destrezza.Quindi puoi usare fino a 6 di variabile in futuro indipendemente dall'arma usata. Le regole per l'utilizzo variabile della daga erano come scritto nella comunicazione precedente al regolamento combattimenti, momentanee XD

    In questo caso hai scelto 2.
    Competenza arma dunque hai Arte della Spada 2.
    Il tuo attacco quindi è:
    2*32/10+2*3+(11*1,5)= 6,4+6+16,5= 28,9 non è vero è la spada non la daga= 22,9
    Velocità Duncan= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso= 40/3 + 2 - 0,8= 13,3+2-0,8= 14,5
    Darion
    Martello da Guerra 11 ATT 6 DIF Peso 9
    Armatura completa in ferro Corazza (rid danno 6 peso 5) Bracciali (rid danno 2 peso 2) gambali (rid danno 2 peso 1) stivali (rid danno 2 peso 1) elmo (rid danno 3 peso 2) guanti (rid danno 2 peso 1)
    Velocità Darion= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso= 19/3 +3 - (9+5+2+1+1+2+1)= 9,33-21= 0
    Gap velocità=14,5-0= 14,5

    Darion difende con schivata: SCHIVATA= Variabile*DESTREZZA/10 + Corpo a corpo*5=3*19/10+2*5= 5,7+10=15,7
    Danni= Potenza attacco - Potenza difesa +/- gap velocità + Forza attaccante/2 - Forza difensore/2= 28,9 - 15,7 + 14,5 + 32/2 - 45/2= 21,2 - 6 (lo devia sulla pettorina, ricordo che non c'è più rid danno completa)= 15,2 danni non è vero è la spada non la daga 11,2
    Vita Darion= 82-11,2= 72,7

    ATTACCO=VARIABILE*forza/10 + liv competenza arma*3 + (potenza arma in attacco *(numero mani+1)/2) + liv. competenza Arte del Combattimento a Cavallo * 3 (se a cavallo)= 8*40/10+3*3+(11*1,5)= 32+9+16,5= 57,5
    Forza rimanente= 32/40
    Destrezza rimanente= 16/19


    Edited by Freene - 4/12/2019, 19:44
     
    .
  10.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Alfiere

    Group
    Member
    Posts
    2,166
    Prestigio
    +276
    Location
    Varduasie

    Status
    Anonymous
    Il colpo di Duncan andò a buon fine, o meglio dire, non poteva sperare in nulla di più efficace. Il veloce movimento del polso sgusciò rapido il giusto per attraversare una sottile striscia di carne del signorotto delle storm Lands. Il sangue fiottò a sufficienza da imbrattare Duncan stesso, ma non sarebbe certo stato sufficiente da mandarne a terra il nemico esangue.
    Darion, preso dalla rabbia e dall'orgoglio, tuonò ancor più di prima, la sorpresa oramai era andata, sarebbe stato il momento per la furia. Mulinò il suo martello con sufficiente enfasi da gettare il cuore di Duncan in uno stato di sconforto evidente.
    "Ti ho chiamato amico! Ho spezzato il pane con te e ti ho coperto il fianco! Vile codardo!"
    Duncan incespicò un attimo; fu solo un attimo ma fu sufficiente.
    Il Baratheon colse il momento di esitazione del Dondarrion per sferrare il suo colpo. Le parole del Vecchio signore colpirono molto in profondità, ricordarono altri peccati, quelli che riguardavano un certo uccellino delle Storm Lands.
    La testa del martello di Darion calò selvaggia in direzione del ginocchio di Duncan.
    Le gambe del giovane errante si mossero il più veloci possibile, roteando a semicerchio, lontano dal loro nemico. Il pericolo imminente bussava alla sua porta con la forza di un drago e la rabbia di un diavolo.
    Quando l'impatto si risolse Duncan lanciò un forte grido di dolore, più per esorcizzare la paura di quella ferita che per il dolore in sé. il Dondarrion ruzzolò velocemente a terra per poi riprendersi un po' più lontano di dove era prima; lì avrebbe avuto tempo di rispondere.
    Duncan si rivolse al pubblico, agli uomini delle terre della Tempesta:
    -"Questo è il vostro signore, un grosso peso da portare in mare, un'incudine che vi porta a fondo!", disse Duncan sputando le sue parole.
    -"Tu Darion, ti ho servito il necessario per sapere a chi dare la colpa delle mie sventure! Tutto quello che volevo era vivere una vita semplice Darion! Non è ironico? Sono certo che non potresti comprendere, il 'contesto' ti è sempre mancato, povero sciocco! Vi ho servito per interesse, eravate la mia migliore occasione per ottenere quanto desiderassi!". Duncan sembrò acquietarsi, come se avesse cominciato un'orazione all'esercito che lo circondava.
    -"Amavo una donna al tempo, e voi mi avreste dato il prestigio necessario per poterla sposare", un malumore generale sembrò alzarsi alle spalle del giovane Dondarrion.
    -"Ma amavo anche le Terre della Tempesta, e per questo ho più volte fatto le veci del nostro signore! Non vi siete mai abbassato a vivere la vostra vita come quella di un membro di casata maggiore, vero Darion!?", l'astio di Duncan tornò a trovar nido nel suo cuore.
    -"Oh, Darion, ricordo ancora le lettere che al vostro posto dovetti spedire ai Tyrell, troppo importante per farlo a fare a voi, troppo impellente per essere ignorate, vi siete svergognato Darion!". Le mani di Duncan cinsero forte la daga.
    -"In presenza vostra giurai ad Aconé Tyrell di vegliare sul vostro comportamento, e voi, di tutta risposta, il giorno seguente vi presentaste UBRIACO ai combattimenti nuziali!". Il respiro del ragazzo si fece davvero pesante.
    -"Voi non siete nato per governare Darion!" Il tuo uccello ha condannato l'intera terra di Tuo Padre, Darion Baratheon, la mia condanna, invece, è quella d'esser schiavo di chi il mio occhio non può osservare! Redimiti ed arrenditi!".
    Detto ciò, Duncan caricò verso il suo nemico a testa bassa. Non potendo vincere uno scontro puramente fisico, avrebbe continuato a vivere lo scontro come una battaglia di logoramento.
    Il giovane Dondarrion, tentò di evitare il colpo del suo nemico, scambiando invece le punte col la daga. Presa a due mani, cercò di mulinare il colpo appena al di sopra della dura gorgiera di Darion. Mulinando quel colpo, Duncan si sarebbe poi buttato sulla sinistra, cercando di evitare ulteriori colpi di ritorno.



    640 parole
    Forza 32
    Destrezza 40

    Pettorina R2 P1
    Malus peso: 0.8
    Velocità Duncan= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso= 40/3 + 2 - 0,8= 13,3+2-0,8= 14,5

    Difesa:
    schivata -> variabile(8)*4+10 = 42


    Attacco: variabile (2) x (3.2)+(11)*1.5
    - 22.9

    Rimangono:
    M 28
    D 40
    Vita: 75.5
     
    .
  11.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Re del Nord

    Group
    Primo Cavaliere
    Posts
    4,167
    Prestigio
    +504
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous
    Sei solo un pazzo visionario, Duncan. Maledico il giorno in cui ti ho conosciuto!
    Una nuova schivata spinse l'uomo in ritirata.
    Mi sono fidato di te, e tu mi hai tradito! Hai lasciato che quei bastardi dei Caron mi tradissero, tu e quel porco di Arlan! E adesso combatti per il Re, nevvero?

    Piroettando, Darion tracciò una parabola con la sua arma, tentando di fracassare le ossa del suo avversario.
    Non sei altro che un traditore senza terra, non meriti altro che la morte!
    Mentre il colpo si avvicinava alle carni del Dondarrion, il cervo urlò di rabbia.
    Morirai, bastardo!

    Calcolo dei danni subiti da Duncan:
    Danni= Potenza attacco - Potenza difesa +/- gap velocità + Forza attaccante/2 - Forza difensore/2= 57,5-42-14,5+20-16 = 5-2 rid danno
    Nuovi punti vita duncan: 72,5
    (occhio, hai speso 8 punti destrezza, dunque hai solo 32 punti rimasti)

    Darion
    Martello da Guerra 11 ATT 6 DIF Peso 9
    Armatura completa in ferro Corazza (rid danno 6 peso 5) Bracciali (rid danno 2 peso 2) gambali (rid danno 2 peso 1) stivali (rid danno 2 peso 1) elmo (rid danno 3 peso 2) guanti (rid danno 2 peso 1)
    Velocità Darion= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso= 19/3 +3 - (9+5+2+1+1+2+1)= 9,33-21= 0
    Gap velocità=14,5-0= 14,5

    Darion difende con schivata, di nuovo: SCHIVATA= Variabile*DESTREZZA/10 + Corpo a corpo*5= 3*19/10+2*5= 5,7+10=15,7
    Danni= Potenza attacco - Potenza difesa +/- gap velocità + Forza attaccante/2 - Forza difensore/2= 22,9-15,7+14,5+16 -20 =17,7-11 (rid danno)=6,7
    Vita Darion= 72,7- = 66

    ATTACCO=VARIABILE*forza/10 + liv competenza arma*3 + (potenza arma in attacco *(numero mani+1)/2) + liv. competenza Arte del Combattimento a Cavallo * 3 (se a cavallo)= 8*40/10+3*3+(11*1,5) = 32+9+16,5= 57,5
    Forza rimanente= 24/40
    Destrezza rimanente= 13/19
     
    .
  12.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Alfiere

    Group
    Member
    Posts
    2,166
    Prestigio
    +276
    Location
    Varduasie

    Status
    Anonymous
    Duncan venne incalzato dalla foga del braccio e del cuore del Baratheon. Tale era la potenza dei colpi di Darion che Duncan non poté fare altro che continuare la sua danza. Le geometrie del martello di Darion si fecero vicine, ogni nervo di Duncan suggerì per l'ennesima volta la necessità di scansare il colpo. La stanchezza cominciò a farsi sentire sui fianchi, sempre meno reattivi di quanto in precedenza non fossero. I colpi del suo avversario non fecero breccia nella carne del povero Duncan, ma le sue ossa cominciarono a tremare dinnanzi alla potenza del duello. Prima o poi sarebbe capitolato, a meno che non fosse capitolato prima il principe in ocra. Facendo leva sul piede sinistro, Duncan spostò tutto il peso a destra nella speranza di evitare la testa di ferro del martello. Nel tentativo, ancora una volta, il Dondarrion fece in modo di scambiare un altro colpo di daga al suo avversario.

    154 parole
    Forza 22
    Destrezza 32

    Pettorina R2 P1
    Malus peso: 0.8
    Velocità Duncan= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso= 40/3 + 2 - 0,8= 13,3+2-0,8= 14,5

    Difesa:
    schivata -> variabile(6)*4+10 = 34


    Attacco: variabile (6) x (3.2)+(11)*1.5
    - 35.7

    Rimangono:
    F 22
    D 26
    Vita: 72.5
     
    .
  13.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Re del Nord

    Group
    Primo Cavaliere
    Posts
    4,167
    Prestigio
    +504
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous
    Questa volta, Darion venne colpito.
    Continuava a schivare i colpi di Duncan, malgrado la pesante armatura gli rendesse quanto mai gravoso farlo, e ad un tratto accadde: che fosse un piede mal poggiato, un capogiro o forse solo la stanchezza che iniziava a farsi sentire...
    Ma, improvvisamente, il colpo del Dondarrion ferì l'avversario, che riuscì appena ad allontanarsi, prima di attaccare di nuovo.
    Bastardo! Non sei degno di versare il mio sangue! Gridò, menando un altro violento colpo. Ti ucciderò!
    Ma, improvvisamente, il suo tono si era fatto disperato: cosa sarebbe successo, se non fosse stato in grado di sconfiggere il suo avversario?

    Calcolo dei danni subiti da Duncan:
    Danni= Potenza attacco - Potenza difesa +/- gap velocità + Forza attaccante/2 - Forza difensore/2= 57,5-34-14,5+20-16 = 13 (-2 rid danno)
    Nuovi punti vita duncan: 61,5

    Darion
    Martello da Guerra 11 ATT 6 DIF Peso 9
    Armatura completa in ferro Corazza (rid danno 6 peso 5) Bracciali (rid danno 2 peso 2) gambali (rid danno 2 peso 1) stivali (rid danno 2 peso 1) elmo (rid danno 3 peso 2) guanti (rid danno 2 peso 1)
    Velocità Darion= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso= 19/3 +3 - (9+5+2+1+1+2+1)= 9,33-21= 0
    Gap velocità=14,5-0= 14,5

    Darion difende con schivata: SCHIVATA= Variabile*DESTREZZA/10 + Corpo a corpo*5= 3*19/10+2*5= 5,7+10=15,7
    Danni= Potenza attacco - Potenza difesa +/- gap velocità + Forza attaccante/2 - Forza difensore/2= 35,7-15,7+14,5+16 -20 =30,5-11 (rid danno)=19,5
    Vita Darion= 72,7- = 46,5

    ATTACCO=VARIABILE*forza/10 + liv competenza arma*3 + (potenza arma in attacco *(numero mani+1)/2)= 8*40/10+3*3+(11*1,5) = 32+9+16,5= 57,5
    Forza rimanente= 16/40
    Destrezza rimanente= 10/19
     
    .
  14.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Alfiere

    Group
    Member
    Posts
    2,166
    Prestigio
    +276
    Location
    Varduasie

    Status
    Anonymous
    Il combattimento stava volgendo al termine. Ogni muscolo di Duncan chiedeva requie a squarciagola, poco importava, allo stesso modo il suo avversario, appesantito dall'armatura avrebbe retto ancor meno del Dondarrion. Uscivano parole sbiancate dal viso aggrottato di Darion.
    -"Sta zitto", sussurrò stanco Duncan.
    Tutta quella strada per arrivare a questo punto, tutti i debiti, tutto il sonno perso solo per quegli ultimi tocchi.
    Chissà se gli araldi attorno a loro avrebbero reagito male alla morte di Darion.
    Il Cervo menò un possente e disperato colpo verso il lampo; il giovane Cavaliere dei Salici oramai conosceva quella foga, non gli fu difficile prevedere l'arco del colpo.
    Il pesante spacca ossa si abbatté potente, prendendo Duncan sull'angolo sinistro della pettorina in cuoio;l'impatto sbilanciò Duncan, poiché intento ad evitare il colpo con un veloce movimento di gambe.
    I piedi, da sotto gli stivali, cominciavano ad avvampare il canonico formicolio dell'esasperazione.
    Duncan indietreggiò di un paio di passi, dandosi un secondo di tregua dallo scontro.
    Un colpo di tosse assai sospetto gettò un nugolo di sangue sul nudo terreno, i suoi polmoni erano in fiamme.
    -"Fa Silenzio! E muori da uomo!", gridò svuotando i già provati polmoni.
    Duncan allargò le braccia, esponendosi nuovamente alla sua scellerata ira.
    -"È questo il ragazzino che ha fatto massacrare i vostri figli Signori delle Terre della Tempesta! Idioti, avete marciato al fianco di un pazzo, avete perso parenti e amici per il sogno di gloria di patetico pezzente", chiese ora agli Alfieri di Darion.
    Duncan sorrise stanco ed amareggiato. Fece due passi in direzione dell'anello più vicino di uomini della tempesta.
    -"Darion, amico mio!", chiese con la malizia sulla lingua.
    -"Quanti di questi uomini c'erano la notte delle nozze di fuoco?". Duncan gettò lo sguardo in direzione del Penitente, monitorandone le azioni; dunque alzò l'arma puntandone la punta verso di lui.
    -"Lo sanno Darion?", chiese con fatica.
    -"Lo sanno!?".
    Darion stava riprendendo fiato, e probabilmente ignorava quello che Duncan intendesse fargli rivivere.
    -"Il vostro Re della Tempesta si ubriacò, e con le sue luride mani toccò il corpo della sposa di Daerion Targaryen!". La voce di Duncan si unse di una cattiveria sincera e per nulla retorica.
    -"Ma non era la prima volta che accadeva Darion.. Vero? Non sei abbastanza uomo per farti una Lady dell'Altopiano.. Di certo non sei abbastanza uomo per uccidere un tuo suddito", disse indicando sé stesso con la lama.
    -"Quindi come potresti esserlo per guidare loro!", urlò indicando ora le truppe. Ma Duncan non aveva finito.
    -"Non sono degno di versare il tuo sangue?", chiese cavalcando la rabbia come si fa con gli stalloni alle quintane.
    -"Ti ho creato io pezzente! Io ho galoppato per te fino a Dorne, io ho trattato per te con la Corona! Ho supplicato in due occasioni Lady Aconé Tyrell di dimenticare! E la terza volta Io ho fatto valere la forza di queste fottute Terre"; la furia di Duncan stava eguagliando quella Del cervo.
    -"Ho sconfitto il fratello di quella maledetta a duello e per creanza l'ho lasciato vincere, affinché le Terre della Tempesta potessero dimostrare amicizia! Ho saputo stare al mio posto per molto tempo, negandomi piaceri, uccidendo e tradendo per te.. E tu ora getti alle ortiche ogni possibilità per Capo Tempesta!", Duncan su rivolse nuovamente al pubblico.
    -"Seguite il braccio di un beone che è cascato a faccia nel fango durante lo stesso torneo perché troppo ubriaco per bandire una SPADA!", urlò al cielo la sua rabbia.
    -"Tu non sei figlio di tuo padre più di quanto non sia io figlio suo, tu non sei un uomo più di quanto non lo sia Aconé Tyrell!".
    Con gli occhi iniettati di sangue Duncan si rivolse un'ultima volta ai lord là presenti.
    -"Vincerete scaramucce contro le rose fino a quando il morbo nell'Altopiano ne logorerà le case e i distaccamenti a nord non torneranno.. Vincerete fino a quando Rhaegar non sarà impegnato ad Approdo del Re e fino a quando il suo fottuto drago non smetterà di mangiare gli uomini dell'Ovest.. E poi!? Vincerete fino a quando ogni fuoco di ribellione non si sarà spento, e fino a quando le spade dal Nord non arriveranno a sventrarvi! Siamo soli, guidati da costui!". Duncan si liberò di tutta la bile che aveva in corpo, ma saggio era riprenderne un poca per riprendere la battaglia a pieno vigore.
    -"Mentre marcivo nelle cripte di Roccia del Drago sentivo la lucertola del Re fare a pezzi la delegazione mandata per contrattare la cessione dell'Uncino.. Poveri idioti.. Fino a quando seguirete i Cervi sarete Carne al macello, pecore in balia dei lupi! Con te muore la follia che ci ha indebolito Darion", disse ora tornando ad impugnare l'arma con entrambe le mani.
    Questo scherzo costò cara a Duncan un sacco di concentrazione, la fortuna voleva che riuscì a riprendere fiato, mentre il suo avversario, affaticato dal metallo, non avrebbe tratto lo stesso beneficio.
    Duncan prese quindi la rincorsa, caricando il suo avversario; le energie andavano esaurendosi, ma la promessa di una vittoria riuscì a contrastare la stanchezza. Quando mancarono pochi metri all'impatto, Dunca fece una finta, così si gettò sulla sinistra, in quello che sarebbe stato il lato cieco del Penitente; Duncan puntò basso, verso il fianco, nella speranza di colpire il polpaccio del nemico.
    Già debilitato dalla stanchezza, se Darion fosse caduto a terra Duncan avrebbe potuto finirlo, o, ancora meglio, avrebbe potuto convincere i Lord delle Storm Lands a finirlo per lui.
    Se i fuochi di quella guerra si fossero placati ritrovando lo stesso senno che il Cavaliere dei Salici perse mesi prima, e se quelle forze si fossero unite al Re per reprimere la rivolta dei Leoni, ci sarebbe stata non solo la speranza di sopravvivere a quello scontro ma anche quella di rivedere Casa.

    957parole
    Forza 22
    Destrezza 32

    Pettorina R2 P1
    Malus peso: 0.8
    Velocità Duncan= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso= 40/3 + 2 - 0,8= 13,3+2-0,8= 14,5

    Difesa:
    schivata -> variabile(6)*4+10 = 34


    Attacco: variabile (6) x (3.2)+(11)*1.5
    - 35.7

    Rimangono:
    F 16
    D 20
    Vita: 61.5
     
    .
  15.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Condottiero

    Group
    Altopiano
    Posts
    1,407
    Prestigio
    +108

    Status
    Offline
    Le cose per Daerion si stavano mettendo male, il suo colpo riuscì a trovare Duncan grazie alla potenza che ancora riusciva a conservare eppure sentiva il fiato corto e le sue schivate diventare man mano meno efficiaci. Il Dondarrion riuscì a trovare quel colpo al polpaccio lasciando andare in ginocchio il Cervo.
    C'era ancora un guizzo di orgoglio nello sguardo dell'uomo che stava per lanciarsi forse nell'ultimo, disperato, attacco. Facendo leva principalmente sulla gamba sana scattò con l'arma diretta verso l'addome di Duncan.

    "Se muoio tu vieni con me."

    Calcolo dei danni subiti da Duncan:
    Danni= Potenza attacco - Potenza difesa +/- gap velocità + Forza attaccante/2 - Forza difensore/2= 57.5 - 34 - 14.5 + 20 - 16 = 13 - 2 (riduzione danno) = 11
    Nuovi punti vita duncan: 50,5

    Darion
    Martello da Guerra 11 ATT 6 DIF Peso 9
    Armatura completa in ferro Corazza (rid danno 6 peso 5) Bracciali (rid danno 2 peso 2) gambali (rid danno 2 peso 1) stivali (rid danno 2 peso 1) elmo (rid danno 3 peso 2) guanti (rid danno 2 peso 1)
    Velocità Darion= Destrezza/3 +liv competenza arma - malus peso= 19/3 +3 - (9+5+2+1+1+2+1)= 9,33-21= 0
    Gap velocità=14,5-0= 14,5

    Darion difende con schivata: SCHIVATA = Variabile*DESTREZZA/10 + Corpo a corpo*5 = 3*19/10 + 2*5 = 5,7 + 10 = 15,7
    Danni = Potenza attacco - Potenza difesa +/- gap velocità + Forza attaccante/2 - Forza difensore/2 = 35,7 - 15,7 + 14,5 + 16 - 20 = 30,5 - 11 (riduzione danno) = 19,5
    Nuovi punti vita Darion= 27

    ATTACCO=VARIABILE*forza/10 + liv competenza arma*3 + (potenza arma in attacco *(numero mani+1)/2) = 8*40/10 + 3*3 + (11*1,5) = 32 + 9 + 16,5 = 57,5
    Forza rimanente= 8/40
    Destrezza rimanente= 7/19
     
    .
18 replies since 7/10/2019, 21:30   444 views
  Share  
.