Le...beh le dita del Re?!?

Quest Damon che diventerà corale

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    Alfiere

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    Ascoltò Il ragno ed i due nobili che lo avevano accolto, cercando di metabolizzare tutte le informazioni da loro ricevute, lieto di scoprire che la follia non aveva preso le menti di tutti gli uomini presenti nella capitale e che forse, almeno in quel momento di enorme stanchezza, c’era altra gente su cui fare affidamento.
    La follia, probabilmente pianificata, della Targaryen era qualcosa di estremamente pericoloso e l’ennesima (anche se giustificata) assenza del Re non faceva che aggravare la situazione, ma il regno non era solo il suo sovrano ed ora che anche lui era tornato, menti lucide dovevano provare a sistemare tutto, se possibile.
    Avrebbe dovuto parlare con il re, consigliarlo e guidarlo, ma quando si sarebbe svegliato?
    Varys aveva ragione, ma ora che il Re era assente, toccava a loro risolvere la cosa, senza appoggiarsi a nessuno, nome o posizione che fosse.

    Il modo migliore per eliminar il problema è screditarla agli occhi dei suoi fedeli, solo cosi potremo risolvere questa disgrazia. Credo che dovremo trovare qualcosa su di lei che possa farla cadere. Chi è veramente? Io non sono in grado di portare a termine un compito del genere, non è nelle mie corde.

    Guardò Varys, lui forse avrebbe saputo trovare qualcosa o indirizzare uno dei due nobili nel modo giusto.

    Lord Varys

    Non c’era bisogno di aggiungere altro, lui avrebbe capito cosa era meglio fare.
    Il Buckwell aveva riportato notizie terribili ma quasi scontate, le cappe Bianche erano tutte morte e la guardia cittadina era senza una guida.
    Ser Barristan era stato fondamentale nella sua permanenza alla capitale, un uomo giusto e leale, un guerriero formidabile, che aveva dedicato la vita al servizio della corona, ma la vita di un soldato come lui, prima o poi doveva finire nel sangue. Ne avrebbe onorato il ricordo per tutta la vita.

    Questi uomini che avete citato, sono persone fidate, leali ed incorruttibili?

    Nessuno lo era veramente, inoltre quella posizione garantiva un certo potere politico, un’arma importante per la gestione della capitale, ma Damon Arryn non aveva nessuno di realmente fidato al suo fianco in quel momento, tranne Lord della Valle che non ne avrebbero voluta la responsabilità, almeno non in quel momento.

    La scelta è una responsabilità importante, se credete che Lord Valerian sia adatto, allora per me va bene. Lord Varys che dite? Conoscete meglio di me la situazione..

    Sarebbe stata una scelta provvisoria forse, ma avere un uomo di una famiglia così importante in quel ruolo, poteva far un segnale forte

    Se il vostro uomo vuole far da vice, che sia. Così potrete controllare la situazione. Credo sia un compito ingrato in questo momento, ma quale posizione di potere non lo è?

    La ruota aveva iniziato a girare, nella speranza di poter realmente risolvere parte dei problemi che affliggevano il regno, ma la ricostruzione sarebbe stata solo parte del processo, poiché finché questa follia religiosa avesse continuato a persistere, tutti i loro sforzi sarebbero serviti solo in parte.
    Ma dovevano iniziare e pensava che quei nobili avessero tutta la volontà e L interesse per volere quello che anche lui desiderava.

    Allora io andrò a parlare con i septon. Ci rivedremo questa sera qui alla fortezza? Ogni sera ci incontreremo per discutere, parlare e condividere risvolti della vicenda. Va bene a tutti?

    Era appena tornato, risvegliato in un incubo peggiore di quello in cui aveva navigato come un naufrago per tutti quei mesi, ma la sua stessa esistenza era stata segnata dalla disgrazia ed ormai sapeva che le cose potevano solo peggiorare.
    Si congedò dai tre interlocutori, sempre più stanco e bisognoso di riposare veramente, radersi e tagliarsi i capelli per non sembrare un vero naufrago, ma la gente avrebbe capito, i Septon avrebbero capito.
    Forse il suo terribile aspetto avrebbe mostrato il suo enorme desiderio di prendere in mano la situazione nonostante tutto, poiché se il continente era in subbuglio, lui non poteva permettersi di dormire.
    Si fece accompagnare fuori dalla fortezza da un soldato della Valle, poiché per quanto potesse sentirsi al sicuro, era consapevole di non essere in grado di muoversi con troppa autonomia per molto tempo, non volendo rischiare di svenire in qualche vicolo, senza che nessuno ne fosse al corrente.
    La capitale versava in pessime condizioni, la distruzione era evidente ma ancora più terribile era il caos e la povertà dilagante che si riversava ovunque, il vero segno e conseguenza della terribile crudezza della guerra.

    Le cose cambieranno

    Si rivolse al soldato, ma cosi a bassa voce da non esser nemmeno udito, preferendo però non ripetersi, accontentandosi di accettar quel pensiero come qualcosa di personale, un desiderio strisciante di esser in grado realmente di riportare l’equilibrio ad Approdo del Re e nel continente tutto.
    Il soldato lo guidò verso un ricco palazzo, che sembrava ergersi tra le macerie come qualcosa di intoccabile e sacro

    Siamo arrivati mi signore, come devo comportarmi?

    Damon fece silenzio qualche istante, prima di rispondere al soldato

    Aspettatemi qui fuori, senza dare troppo nell’occhio

    L’uomo annuì, appoggiandosi al muro al fianco della porta, picchettando l’edificio ed osservando la situazione esterna, mentre il Lord della Valle bussò con poca veemenza alla porta, data la pulsante debolezza del suo corpo.

    Sono Lord Damon Arryn, sono qui per parlare con i Septon di un problema che ci accomuna, per il desiderio condiviso di riportar le cose nel loro equilibrio naturale



    Edited by Stramarvelous - 10/9/2020, 07:54
     
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    Le... beh le dita del Re?!? - Fortezza Rossa - 11 Agosto 285 AC
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    Le preoccupazioni di Eldridge divennero presto le stesse del Buckwell, quei mercenari combattevano per soldi e solamente la Corona aveva il diritto di prelevarli dalla Banca di Ferro. Come sempre Lord Varys ebbe la risposta pronta, qualunque cosa, qualunque persona tu stessi cercando quell'uomo sapeva e vedeva tutto quello che lo circondava.
    Al monologo di Eldridge, un sorriso spiccò tra le sue labbra, il quale venne però celato dalla mano destra adagiata sopra il labbro. Quel ragazzo sapeva il fatto suo quando si metteva in gioco... le sue parole sarebbero state criticate da molti, ma il giovane non stava dicendo altro che la verità... una verità scomoda a molti credenti.
    "Dovremo sperare che il nostro sovrano accetti di ingoiare questo boccone, ma con l'aiuto di una voce amica..."
    A suo stupore, il Ragno approvò il suo piano di riserva, quello che avrebbe mantenuto la Targaryen al potere, ma portato il Re ad un potere oltre la concezione umana. Mai nessun Targaryen oltre a Baelor era riuscito a fondere la Fede con la Corona, ma nonostante ciò, neanche lui aveva avuto l'autorità che il Buckwell stava consigliando.
    Ma nonostante ciò, il Primo Cavaliere suggerì un piano diverso... un piano non attuabile secondo la logica della Regina Rhaella e del Buckwell. Screditare Illyria avrebbe significato di aver illuso il popolo e con un attacco frontale di questo calibro, la Targaryen avrebbe potuto reagire in maniera drastica pur di preservare i suoi seguaci. Anche se questo piano avesse funzionato, i fanatici rimanevano pur sempre fanatici... nel peggior dei casi, Lord Arryn sarebbe stato etichettato come Eretico e probabilmente odiato dalla folla che tanto osannava la Targaryen.
    "Lord Arryn, per quanto concordi sul fatto che bisogna essere messa a tacere, screditare una Targaryen sarebbe un duro colpo per la credibilità della Corona, specialmente se tutto il Continente sa delle sue parole... Questa è una cosa delicata, la Regina Madre è preoccupata proprio per questo motivo" Il Buckwell non attese un secondo per esternare le sue preoccupazioni, le sue parole erano l'eco di quelle della Regina. Vi era un motivo per il quale quella pergamena era stata scritta senza citare direttamente Illyria, screditarla non solo era pericoloso, ma anche dannoso per la Corona.
    Lord Arryn continuò fino a prendere in considerazione le sue due nomine: Valerian e Kevan erano gli uomini più leali ed incorruttibili che il Buckwell avesse incontrato nel corso del suo cammino fino alla Fortezza. Il primo aveva accompagnato Rhaegar sin da Roccia del Drago, guidato con coraggio le truppe al pari di nobili superiori a lui per natali e difeso l'onore della Regina dinanzi a tutti i Lord della Tempesta presenti nella Sala del Trono; il secondo invece, il Capitano Kevan, seguiva la casata Buckwell ormai da anni ed era stato sin dal primo momento fuori dal Castello sotto il diretto comando del Buckwell. Insieme avevano prima sedato il gruppo di finti Lannister nelle Antlers, successivamente sconfitto i Lannister ad Hayford e poi a Stokeworth. In tutto questo tempo insieme, mai quell'uomo aveva osato nominare la parola ritirata, neanche durante i momenti peggiori... Dopo la presa della Capitale aveva distribuito i propri uomini a difesa della città e dell'Intera Fortezza e poi formato un manipolo di uomini, con i quali ogni mattina e sera andava alla Fossa per Accompagnare il Buckwell e trasportare il mangiare al Drago del Re. Quell'uomo era il vero esempio di lealtà fatta persona, il tutto rinforzato dalla sua competenza nel campo militare, anche se mai aveva gestito una città grande quanto Approdo.
    "Non vi sono uomini migliori in tutto il Continente, su questo ci posso mettere la mano sul fuoco, Lord Arryn" Affermò con convinzione e gioia, finalmente la Guardia Cittadina avrebbe avuto gli uomini che meritava al suo comando. Presto avrebbe parlato col Capitano Kevan, il loro non era un addio, ma quel soldato meritava di meglio che servire un semplice nobile... Quella posizione, per quanto potesse sembrare pesante all'inizio, era il riconoscimento che quell'uomo meritava per i suoi anni di impeccabile servizio.
    "Una riforma della Guardia Cittadina è ciò di cui la Capitale ha bisogno, dare troppo potere nelle mani di sconosciuti non è sicuro per la Corona... Nel mio tempo libero ho riflettuto su questa cosa e penso che dividere in due la Guardia sarebbe l'idea migliore, una di Palazzo con i suoi uomini e comandati e quella attuale incaricata della gestione della Città..." Il Buckwell accennò brevemente al suo piano, per poi spostare tutto ad un altro incontro "Ma per adesso abbiamo abbastanza problemi, forse è meglio parlarne un altra volta... Che ne dite di stasera insieme ai due uomini, Lord Arryn?" Disse riportando l'attenzione sul problema principale, ma chiedendo una conferma riguardo l'orario da lui proposto.
    Con il Primo Cavaliere finalmente al comando delle redini, il carro del Regno aveva cominciato finalmente a muoversi dal suo iniziale momento di stallo... molte cose che prima potevano essere solamente pensate, adesso sarebbero state rese ufficiali. Quella posizione, per quanto bramata da molti, condivideva le stesse responsabilità del Sovrano, rendendo quasi la Monarchia di Westeros, un Regno retto da un Re ed un Vice-Re seguito dai suoi consiglieri. Lord Arryn concluse la riunione dando appuntamento ogni sera alla stessa ora la seduta, quello sarebbe stato il loro piccolo Concilio, un gruppo di emergenza per gestire la situazione generata dalle follie di Illyria.
    "Come desiderate, Primo Cavaliere" Rispose confermando l'ordine dell'uomo, anche se questo avrebbe significato posticipare o anticipare la sua visita ad Ikarus "Lord Varys, la pergamena... in caso di bisogno la userò per zittire le folle" Terminò prima di staccarsi dal muro, pronto a ricevere il messaggio ed andare tra le strade.
    [...]

    Una volta terminata la seduta, il Buckwell lasciò l'alloggio del Ragno in attesa del Langward, il suo Capitano attendeva fuori dalla porta, pronto a ricevere i suoi ordini. Questa volta non avrebbe detto niente, o almeno, non avrebbe ordinato niente... Il suo sguardo era fisso sull'emblema di Casa Buckwell sulla spalliera dell'uomo. Un sorriso amaro apparve sul suo volto e con le poche forze salutò il Capitano prima di andare col Langward verso la Città, quella sera gli avrebbe detto tutto... Al contrario di Lord Arryn, loro due non avrebbero avuto una scorta per mimetizzarsi meglio tra la folla. Ma prima di andare c'era una cosa che doveva fare per prevenire qualunque aggressione da parte dei furfanti.
    "Eldridge, credo dovreste rimuovere la spilla dai capelli e lasciarla al mio Capitano... Meglio evitare qualunque cosa che possa destare troppo attenzioni indesiderate" Lo avverti' prima di attenderlo per andare. Il suo viso sicuramente sarebbe stato riconosciuto tra la folla, ma il loro obiettivo era quello di ascoltare, non di parlare con loro. I resti del tempio sarebbero stati il loro primo posto dove guardare, per poi dirigersi verso gli accampamenti o zone più affollate come Fondo delle Pulci e la taverna che aveva salvato dalla distruzione dell'Altofuoco.
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    Legenda
    Narrato ~ Parlato ~ Pensato

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    Parole: 1142


    Edited by Aeryx - 12/9/2020, 05:37
     
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    Fortezza Rossa| 11 Agosto 285 AC
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    e sposti un po' la seggiola stai comodo anche tu


    "Camminare e mescolarsi insieme alla plebe o a qualche fanatico religioso...? Che rischio... " Pensò Eldridge, cercando di rassicurarsi, mentre l'Arryn ascoltava il Ragno e il Buckwell. Dopo aver assistito a quell'indecorosa accoglienza, quando giunse insieme alla famiglia e alla Regina, Eldridge rimase turbato dal popolo. A parer suo, certi popolani avrebbero potuto commettere di tutto nei confronti di un nobile, soprattutto se agghindato con sfarzose pietre e con indosso abiti costosi e di altissimo livello. Per fortuna non sarebbe andato da solo, e sicuramente c'è chi sarebbe intervenuto in sua difesa.
    Il Maestro dei Sussurri lo riportò con i piedi per terra, spezzando la sua riflessione. << Comprendo, sarà meglio che il resto del denaro non giunga mai nelle sue mani... sono dell'idea che quei mercenari non saranno motivati nel combattere per lei senza essere pagati... Vi ringrazio per l'informazione che avete condiviso con noi >> Disse Eldridge.
    Poco dopo intervenne l'Arryn, la sua idea era di screditare Illyria agli occhi dei suoi fedeli, cosa che mise Eldridge in difficoltà, come avrebbero potuto screditare una figura così importante agli occhi di quei fanatici che nulla ascoltavano che le parole di quella Lady. << Con rispetto, Lord Damon, forse la Vostra idea è troppo avventata... mettere in cattiva luce una Targaryen non gioverebbe alla Famiglia Reale, nonostante la buffonata la stia compiendo da sola... E poi chi sarà disposto, tra quei fanatici che nulla vogliono ascoltare che le parole di Illyria, a considerare le nostre di parole. Sarà complicato trovare anche qualcosa che possa metterla in cattiva luce agli occhi dei suoi seguaci... dopotutto sono fanatici... credono fermamente in lei e nella fede... non sarebbe una cosa che renderebbe la Regina contenta, ma complicherebbe solo la loro immagine di Famiglia Reale >> Commentò Eldridge.
    Il Maestro dei Sussurri avrebbe potuto dare una mano insieme alle sue spie? Si chiese Eldridge << Lord Varys, Vi chiedo se siete a disposizione per saperne qualcosa di più su questa faccenda, magari con l'aiuto delle Vostre spie. Sapere è potere, le informazioni che potremmo ottenere sarebbero di grandissimo aiuto... >> Chiese, mezzo insicuro di ciò che avrebbe risposto il Ragno.

    Il Buckwell dunque continuò parlando della Guardia Cittadina, ciò che successe fu un vero scandalo, e la Capitale non poteva permettersi di avere altri sconosciuti con in mano la situazione. Pensò che dividere in due la Guardia sarebbe stata un'idea saggia. Una dedicata presso il Palazzo e una dedicata alla Città e alla sua gestione. << La trovo un'ottima idea. Con due squadre sarà anche più semplice gestire il tutto. Ovviamente non è più permesso alla Capitale di avere altri uomini fraudolenti con in mano la situazione... soprattutto in tempi come questi... >>
    Infine, per chiudere l'Arryn propose di tenersi aggiornati, rincontrandosi a Fortezza la sera stessa e le prossime. << Chiaramente va bene Lord Damon, come ho detto prima, essere aggiornati e sapere è una priorità. Vi pongo i miei saluti >> Fece un leggero inchino e il Primo Cavaliere si congedò poco dopo.

    Congedatosi il Primo Cavaliere, ci vollero pochi minuti prima che il Buckwell uscisse, e così di conseguenza anche il Langward. Lionel si rivolse ad Eldridge per consigliargli di togliere il fermaglio dai capelli, era molto sfarzoso, il che avrebbe attirato l'attenzione indesiderata. << Avete ragione... sarà già molto complicato mescolarsi in mezzo alla folla... immaginiamo con oggetti di estremo valore... Ecco a Voi... mi raccomando di fare attenzione, che sia ben custodito >> Tolse il fermaglio dai capelli ben sistemati e lo consegnò al Capitano, avvertendolo del fatto che per lui era un oggetto importante e di valore inestimabile. << Siamo pronti per agire Ser Buckwell... confido nelle Vostre capacità nell'arte della spada e nella difesa >> C'era molto da fare, e i due ragazzi avevano ancora da dirigersi in diversi luoghi per compiere ciò che era stato organizzato.

    Scritto | Parlato | Pensato


    *Parole: 640


    Edited by Azama__ - 10/9/2020, 22:37
     
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    Approdo del Re• 11 agosto 285 • primo pomeriggio • cielo sereno - temperatura mite

    Palazzo dei religiosi
    Di certo non c'era la stessa opulenza della Fortezza Rossa ma il palazzo in cui i religiosi scampati all'esplosione del Grande Tempio di Baelor avevano trovato rifugio conteneva tutte le comodità che potevano fare al loro rango: c'erano ampie finestre, divani, ed una tavola imbandita di così tanto cibo da far brontolare lo stomaco dell'Arryn.
    "Lord Arryn! Siete vivo infine, le nostre preghiere sono state esaudite!"-salutò con un inchino un uomo dalla testa pelata e dalla lunga barba bianca. A seguirlo almeno una decina di religiosi vestiti di una lunga tunica scura seguirono il suo esempio prodigandosi in numerosi inchini ed invitando il Falco ad unirsi a loro a tavola; carne, pane, verdure, ogni leccornia che Damon potesse desiderare veniva portata a sua disposizione.
    "Ora che il Primo Cavaliere è in piedi ed in forma siamo sicuri che la capitale tornerà ben presto al suo antico splendore."
    "Oh Lord Arryn, avete sentito anche voi dunque le voci... le voci deplorevoli che da più parti hanno cominciato ad alzarsi, come se già non fosse sufficiente la morte dei Più Devoti, gli Dei li abbiano in gloria!"-commentò l'uomo disegnandosi in petto la stella a sette punte.
    "Ma un uomo del vostro calibro non avrà problemi a riportare la situazione al suo...equilibrio naturale."-gli fece eco il secondo.

    ***
    Resti del Tempio
    Le macerie del Grande Tempio di Baelor erano state perlopiù scostate nelle operazioni delicate di recupero corpi delle settimane precedenti ed ora l'ingresso a quel che restava dell'ampio salone del Tempio era libero per chiunque avesse l'ardire di muoversi tra quei resti pericolanti. Le voci della preghiera però si alzavano forti e agli occhi dei due ragazzi apparve un piccolo nugolo di persone inginocchiate sul freddo pavimento, tra gli unici altari ancora in piedi, quello della Vecchia e quello del Fabbro. Al centro dei due altari un religioso sulla quarantina, dalla testa rasata e con una corta barba guidava la preghiera.
    "Il Padre ha allungato la sua mano nel cielo e ha preso sette stelle, poi le ha poste sul capo di Hugor della collina, una ad una per formare una corona splendente."
    "SIa lode a te oh Padre, dispensa la tua giustizia tra gli uomini."-gli fece eco la trentina di persone lì radunate a capo chino.
    "La Fanciulla gli portò una ragazza graziosa, flessuosa come un salice e con occhi blu come pozze profonde ed Hugor disse che la voleva come sposa."
    "Sia lode a te, oh Fanciulla, insegnaci a coltivare la nostra purezza."

    Palazzo= ci sono una decina di vecchi Septon che mangiano e ti invitano a fare altrettanto. Sembrano supercollaborativi, che si fa?
    Resti del Tempio= iniziamo da qui dunque come detto da Lionel, un gruppo di persone pregano, che si fa?


    Limite post: venerdì 18 settembre
     
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    Non aveva mai apprezzato particolarmente i septon, uomini di fede che avevano sempre giocato con la loro posizione, trasformandosi in uomini politici più che a religiosi.
    Non poteva di certo generalizzare, non conoscendone così tanti da poter fare una stima reale, ma la sua era più una sensazione, una sorta di fastidio naturale, ritenendosi un uomo di fede, nella norma ovviamente, ma ritrovandosi stizzito di fronte a quel particolare abuso di un potere divino.
    I septon però avevano da sempre mantenuto il credo dei Sette in equilibrio, riuscendo a gestire popolani e nobili, ferventi credenti e comuni cittadini, mantenendo le fila serrate ed il morale al punto giusto.
    La Targaryen era invece fuori controllo.
    Gli era può bastare poche ore per capirlo: rappresentava un enorme pericolo per tutti.
    Doveva sembrare stremato il Lord della Valle, la barba lungo ed i capelli sulle spalle, incolti da mesi, con i segni visibili del trauma su tutto il corpo, profonde occhiaie ne solcavano il viso, mentre i suoi occhi azzurri, erano spenti come il cielo sotto una spessa coltre di nebbia.
    Prese posto alla tavola imbandita, cercando di mantenere il contegno e la pacatezza dovuta dalla sua posizione, pur desiderando sbranare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, limitandosi ad addentare un pezzo di carne con una cucchiaiata di verdura

    Vi ringrazio per la gentile ospitalità, mi sono appena svegliato dopo un lungo periodo di coma, il volere dei Sette è stato quello di riportarmi in vita, probabilmente per ripristinare l’equilibrio delle cose, insieme a voi.

    Doveva mostrarsi un fedele, poiché sapeva che la loro benedizione sarebbe stata importante in un futuro equilibrato, dove il parere del Sommo Septon era qualcosa di incisivo, voler puntare su questo in passato.

    Appena ho saputo mi sono precipitato qui da voi, volevo sentire dalle vostre bocche ciò che stava succedendo, poiché è evidente che sia necessario riportare tutto alla normalità

    Prese una piccola pausa, osservando i septon con attenzione, mangiando qualche piccolo boccone e cercando di capire i livelli di potere in quella stanza, poiché se le alte cariche del culto erano morte, tra di loro si sarebbero generati subito equilibri nuovi, o forse era già stato tutto fatto.

    Cosa sapete dirmi di questa Illirya Targaryen? Come è nato tutto? Anche il più insignificante dei dettagli potrebbe aiutarmi a risolvere la situazione, il pettegolezzo più dubbio, la voce sussurrata tra le strade della città, qualsiasi cosa

    A lui non interessava mettere in cattiva luce la famiglia reale, poiché un re che proteggeva una sua cugina anche di fronte a scelleratezze come quella, era un sovrano da cui prendere le distanze e là speranza era che Rhaegar non fosse così.

    Il popolo inizia a venerarla, parla di lei come la salvatrice, il legame mortale con i Sette. Dobbiamo cambiare questa immagine, con astuzia.

    I septon erano famosi, come i maestri, a manipolare la gente con le parole e la loro posizione, forse chi meglio di loro per raccogliere e gestire informazioni pericolose?

    Dovete riguadagnare la fiducia della gente, abbagliata da una luce distorta e pericolosa, che ha sfruttato un momento di terribile dolore per farsi largo tra menti ferite e disorientate. Io sono colui che porta il sangue puro degli Andali, coloro che hanno illuminato le menti dei selvaggi, portando la vera luce degli Dei, insieme spazzeremo via le nubi portate dalla Targaryen, riporteremo il sereno. Ma voi dovete aiutarmi, non posso farcela da solo, o santi uomini

    Vederli li riuniti ad ingozzarsi e a bere, mentre la città si leccava profonde ferite ed orfani vagavano per la città urlando e disperandosi, gli fede capire il perché di quella esplosione di Fede nei confronti della Targaryen, dovevano svegliarsi e giocare la loro parte, altrimenti sarebbe stata la fine.

     
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    Le... beh le dita del Re?!? - Macerie del Grande Tempio di Baelor - 11 Agosto 285 AC
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    Le strade di Approdo, per quanto rumorose e sudice, al Buckwell non facevano nessun effetto negativo. Come ogni giorno, il ragazzo era felice di vederle piene di vita e lontane dallo stato in cui le aveva viste la prima volta... Ogni suo passo tra quelle case era un ritorno a quel giorno, quel maledetto giorno dell'undici Luglio, quando la terra tremava e persino la pietra bruciava... Niente era stato risparmiato dalle fiamme li' dove le ampolle erano state innescate e niente si sarebbe salvato se lui e Rhaegar non avessero agito tempestivamente. Quei ricordi sarebbero difficilmente svaniti col tempo… Tywin l'aveva chiamato Figlio dell'Estate... quanto voleva che il Leone avesse avuto ragione su quelle parole.
    A piedi ed al pari passo del Langward, la strada fino ai Resti del Tempio sarebbe stata tanta, ma priva di pericoli come sempre. Per quanto la popolazione fosse in uno stato precario, Lionel aveva fiducia che il popolo avrebbero riconosciuto colui che dopo la guerra gli avevano dato i mezzi di sostentamento ed il lavoro.
    Durante quel cammino alcuni pensieri gli vennero in mente, alcuni di questi riguardavano le sue solite paranoie, altri progetti da lui già messi in atto ed in attesa nella Capitale.
    E tra un passo e l’altro non potè che notare alcuni progressi: nonostante il vecchio Comandante della Guardia Cittadina fosse stato corrotto sin dal primo momento, almeno il suo piano di rimozione delle macerie e lenta ricostruzione era stato avviato e reso possibile attraverso l'uso della popolazione come da lui consigliato.
    Chissà se anche le case sono già state distribuite” Si chiese tra sé e sé pensieroso e curioso allo stesso tempo, il suo sguardo sembrò perso tra le nuvole, ma niente di cui preoccuparsi per il Langward. Lo stato della Città era uno dei suoi obiettivi principali... la Capitale del Regno doveva essere l'esempio per tutti i castelli e non un posto sovrappopolato ricolmo di povertà e crimine, ma soprattutto ignoranza... lo stesso motivo per il quale la fede era riuscita a cingere tra le sue grinfia le deboli menti dei Cittadini della Capitale.
    Il suo sguardo rimase fisso sul cammino, i suoi occhi evitarono il più possibile di guardarsi intorno nelle zone da lui conosciute, troppi ricordi... alcuni fin troppo dolorosi. Un piede davanti all'altro, il Buckwell continuò a guidare la strada fino alla Collina di Visenya... Un tempo la cupola del Tempio sarebbe stata visibile sin dalla strada dove si trovavano e le campane udibili da fuori le mura, ma nell'Approdo nella quale vivevano tutte queste cose erano state strappate via dalle azioni di un singolo uomo, lo stesso che odiava con tutto sé stesso, ma allo stesso tempo aveva aiutato per il bene del Continente... Vi erano momenti in cui malediva le cose che aveva detto, altri in cui lodava il suo operato... nel silenzio di quei pensieri, alcune volte sentiva il mostro di Hayford risorgere per alcuni istanti. Niente al mondo lo spaventava come quel lato di sé, nonostante fosse pur sempre vincolato dai suoi saldi principi, alcune volte era stato costretto a liberarlo dalle catene per raggiungere il suo obiettivo... la morte del giovane messaggero degli Arryn era una di quelle. La sua mano incominciò inconsciamente a tremare e non fu fino a quando quei ricordi e riflessioni lasciarono la sua mente, che il ragazzo se ne accorse e fermò immediatamente la destra stringendo il polso con l'opposta.
    Poteva il sacrificio di pochi valere la continuazione dei molti? Quel giorno l'aveva pensata così, senza esitare aveva trafitto il petto del soldato e fermato la sua vita per preservare la vittoria del Re, ma dopo attente riflessioni era giunto alla conclusione, che non sempre quella sarebbe stata la retta via e Tywin ne era l’esempio vivente, anche se per poco.
    [...]

    Tra un pensiero e l’altro, il cammino dei due continuò silente… Il Buckwell non voleva parlare in quella situazione e con quelle cose in testa, una qualunque parola avrebbe potuto minare la sua calma ed aperto la diga verso il ricordo di quegli eventi.
    Per quanto la religione degli Andali fosse parte integrante della loro cultura, scolpendo come una statua ogni singolo aspetto di essa, anche quello della guerra, per il ragazzo non era mai stata importante. Nella sua vita i momenti di fede erano rarissimi ed in quelle poche volte, il Buckwell finiva per pregare il solo aspetto dei Sette che secondo lui dava la dimostrazione della sua presenza: lo Sconosciuto.
    Ma nel Grande Tempio di Baelor, come tutti i luoghi di preghiera, tutti e sette gli aspetti erano riuniti sotto un singolo tetto… Un tempo la sede del Culto, adesso non rimaneva altro che le macerie e dei Sette Altari solamente due rimanevano, scalfiti ed impolverati, ma in piedi.
    "Tanta distruzione per niente" Pensò a voce alta dinanzi a quella scena prima di addentrarsi nel suo interno. Una volta dentro quello che ne rimaneva del Salone, il ragazzo continuò a passo prudente verso i due altari.
    Nonostante la distruzione in quel luogo, delle voci riecchegiavano tra le macerie: ai piedi dei due altari, un gruppo di persone erano riunite in preghiera, che fossero seguaci di Illyria? Il loro obiettivo era quello di scoprire cosa la gente pensasse di lei e delle sue missive... Nonostante questa ricerca della conoscenza, il Buckwell attese la fine della loro preghiera ed incitò il Langward a fare lo stesso, prima di parlare.
    "Solo un mostro poteva fare tutto questo... la fame prima e la distruzione della città poi" Disse avvicinandosi passo dopo passo al gruppo lasciando Eldridge indietro. Le gesta del Leone erano state alla pari di un demonio, molte persone avevano perso la vita nell'esplosione ed altre vivevano alla giornata, sopravvivendo attraverso le razioni distribuite ai campi che lentamente andava esaurendosi.
    "La Guardia Cittadina ha già provveduto con la distribuzione delle Case rimaste libere? Chiese cercando di saziare le domande che gli eran sorte durante il suo cammino. La rimozione delle macerie era già stata portata al termine in molte strade, ma di quel lato del suo piano ancora non ne sapeva molto e chi meglio del popolo a cui chiedere? I nobili potevano mentire, i soldati pure, ma le persone affamate e bisogno d'aiuto No.
    "La Vecchia ed il Fabbro, saggezza ed artigianato... Io dico che non per caso queste sono le uniche statue ancora in piedi" Passo dopo passo, il Buckwell si andò a collocare dinanzi alla folla, tra il predicatore e i fedeli. La sua voce era forte, come un generale che anima il morale dei soldati o un senatore che difenda la sua causa in Senato, voleva che la gente sapesse... che non cedesse all'oscurità dell'ignoranza e della tentazione.
    "Illyria Targaryen, chi è costei per voi? Un eretica o una messaggera degli dei? e come ne capite la differenza?" La sua domanda era rivolta a tutti i presenti, un incitazione a riflettere attentamente prima di giudicare qualcuno.
    "In questa vita abbiamo sofferto e patito la follia degli uomini, nessuno meglio di noi in questo Continente sa cos'è il dolore! Come sappiamo che questa strada non ci conduca verso un ennesima sofferenza? Le sue lettere incitano la violenza e l'imposizione del nostro culto attraverso la spada, è davvero questo che insegnano gli Dei? Morte e violenza? O Vita e pace? Chi siamo noi per giudicare queste persone colpevoli della loro eresia?" Le parole continuarono ad uscire dalla sua bocca con la dovuta compostezza e tono. Una volta terminato quel discorso, il ragazzo si voltò verso le statue e le indicò entrambe prima di ricominciare con le parole.
    "Vecchia e Fabbro, i due aspetti dei Sette rimasti! Con la sua presenza fisica in questo Tempio, la Vecchia ci sta incitando ad essere saggi e saper illuminare attraverso il lume della ragione le falsità. Il credo avrà bisogno di una riforma, ma una riforma di guerra e incitazione all'odio non è quella di cui abbiamo bisogno! Un altra Guerra non è quello di cui abbiamo bisogno!" Il Buckwell riprese fiato, per poi voltarsi verso il fabbro.
    "Il Fabbro dall'altra parte invece, rafforza la visione della Vecchia e ci incita ad alzarci le maniche e ricostruire la nostra Casa, ad ergerci dalle ceneri di questa città, di costruire un Approdo migliore e prospera... La Strada dell'Acciaio è andata, la Casa del Fabbro in questa città è andata, pregare e sperare non è quello che dobbiamo fare, arriverà il tempo delle preghiere, ma questo non è quello! Gli dei non ricostruiranno per noi le nostre case... La loro casa non si ricostruirà da sola" Disse puntando il dito verso il tempio tracciando un immaginario perimetro di esso prima e della città poi.
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    Parole: 1474 - Sono un soldato, la religione non fa per me... Mi tengo la pergamena della Regina per situazioni peggiori, un lascia passare per non essere linciato ahahahah
    Edit: Ho modificato il titolo con "Macerie del Grande Tempio di Baelor" avevo dimenticato di aggiornarlo eheheh...


    Edited by Aeryx - 17/9/2020, 01:36
     
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    e... beh le dita del Re?!?


    << Dunque inizia il nostro compito
    Ser Buckwell
    >> Disse Eldridge, mentre camminava al fianco dell'altro nobile, facendo un leggero sorrisetto. << Devo essere sincero con Voi, il fatto che siate qui con me, pronto a difendermi da qualsivoglia pericolo mi fa stare tranquillo... questi sono gli svantaggi nell'aver rifiutato di imparare ad usare la spada, o nel difendermi. Io non sono portato per queste cose... ma per fortuna ci siete Voi... e quindi non ho da preoccuparmi... soprattutto dopo la tragica battaglia, e la dimostrazione di intelligenza e buon carattere che mi avete dato presso la Sala del Trono. Non siete un semplice nobile... siete un nobile che conosce l'arte del combattimento, ma allo stesso tempo ha qualcosa dentro alla testa... è affascinante averne trovato uno, così facilmente fra le altre cose... >> Aggiunse, cercando di aprire un dialogo con il Buckwell. Eldridge iniziò ad avere un poco di stima per quel ragazzo, in lui vedeva diverse qualità, ma allo stesso tempo percepiva qualcosa che non lo convinceva. Il suo modo di fare critico e la sua poca socialità non gli diedero l'occasione di fidarsi fin da subito, sarebbe da sciocchi ingenui.



    Poco dopo, i due ragazzi furono già fuori dalla Fortezza Rossa, in direzione del Tempio, guidato dal giovane biondo. << Spero che questa cosa non si riveli un totale disastro... e che quegli ignoranti analfabeti collaborino... Non so che aspettarmi di positivo... >>
    Il tanfo era così insopportabile per il Langward, che dovette un'altra volta servirsi del suo fazzoletto di stoffa per coprirsi la parte inferiore del volto, fino al naso. "Nuovamente questo odore insopportabile... " << Perdonatemi, ma non riesco...non riesco a stare senza coprirmi... questo odore è così... disgustoso... >> Cercò di dire al Buckwell, mortificato per i modi.
    Procedendo, si riuscivano a vedere le macerie causate dalle tragiche esplosioni: un panorama distrutto, accompagnato da un'odore tutt'altro che buono. Quel luogo era invivibile, poco accogliente. << ...Vedere la distruzione, camminare e poggiare i propri piedi in un luogo... attaccato, un luogo uscito leso e distrutto, privato della quiete e del proprio fascino... >> Eldridge non riuscì ad andare oltre, avrebbe peggiorato solo il proprio umore e quello di Lionel.

    Il Langward proseguì, di fianco al Buckwell, silenzioso e concentrato, non aveva idea di dove andare. Lo guardò, il suo sguardo era afflitto, vedeva in lui lo scorrere delle vicende... l'osservazione fatta poco prima era forse stata di troppo? << Non potrò comprendere pienamente ciò che avete passato... ma adesso siamo qui... pronti a fare qualcosa. Siamo due ragazzi intelligenti e pieni di carisma... Voi sapete anche combattere, e cosa più importante: avete a cuore il Re e la Capitale. Sono sicuro che il Vostro cuore arda più dell'Altofuoco di cui ho sentito parlare... In momenti come questi è importante essere forti, concentrati e determinati... Voi lo sapete bene... Vi siete già fatto un bel nome sopra a tutte le buone azioni che avete compiuto, e avrete occasione di fare altrettanto >> Disse il Langward, cercando di mostrare il suo sostegno nei confronti di Lionel, senza però ricevere alcuna risposta. Il Langward tacque, aveva capito che momentaneamente era una situazione troppo difficile per il biondo, e che le sue parole avrebbero fatto poco... dopotutto poteva mai trovare conforto in qualcuno che aveva conosciuto da poco e in circostanze difficili?

    Giunsero presso quelli che erano i resti del Tempio con solamente due dei Sette Altari in cattive condizioni, ma pur sempre lì.
    Il ragazzo rifletté, e guardò subito il Buckwell dopo il suo pensiero ad alta voce, capì che era meglio non intervenire prima della fine delle loro preghiere. "E' sciocco tutto questo... Ingenui creduloni... se sapessero ragionare con la propria testa non si affiderebbero completamente agli dei... " Pensò Eldridge guardando con aria critica quella massa di persone intente a pregare.

    Lasciando indietro il Langward, Lionel avanzò dicendo la sua, paragonando le gesta del Leone a quelle di una figura malvagia oltre ogni limite.

    Decise di rimanere indietro quindi e di lasciar finire il Buckwell, stava dicendo il giusto dopotutto, cercando di reinterpretare gli dei come degli esempi da seguire per compiere azioni utili e buone. Un'ottimo modo, un'ottimo approccio pensò Eldridge, ma rimase comunque della sua convinzione: Che la scienza ed il sapere vanno oltre queste figure e questi esempi. Eldridge stesso si sente come una prova concreta dell'intellettualità, senza però aver mai preso come punto di riferimento i Sette.

    Aspettò ascoltando in silenzio in fondo alla Sala. Saggiamente sapeva che se avesse detto la sua probabilmente avrebbe acceso l'ira dei credenti e chissà come sarebbe finita se il suo lato critico avesse attaccato il loro credo.

    Scritto | Parlato | Pensato


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    "Follia e grandezza sono le due facce della stessa moneta. Ogni volta che nasce un nuovo Targaryen, gli Dei lanciano in aria quella moneta, e il mondo trattiene il fiato aspettando di vedere su quale faccia cadrà."-il primo Septon aveva liquidato la questione con la frase che oramai anche l'Arryn aveva imparato ad ascoltare riguardo alla famiglia reale. A volte erano gloriosi, a volte erano pazzi. Aerys era il Folle, Rhaegar avrebbe voluto essere il Grande e questa Illyria forse si collocava nella prima categoria.
    Il secondo religioso ci andò più cauto (dopotutto i Targaryen dopo la riconquista di Approdo erano tornati la famiglia regnante): "Forse le intenzioni della Lady sono buone ma ecco, non è questo il modo ecco tutto. Lady Illyria non si è mai vista qui nella capitale, credo sia nata e cresciuta a Roccia del Drago. Forse l'isolamento nell'isola non le ha fatto un granché bene ecco."
    "E' la figlia del Principe delle Libellule"-sussurrò il primo prelato. Sfortunatamente il Falco non aveva avuto il tempo di documentarsi; aveva studiato la storia della sua Casata ovviamente, quella dei Tully, dei Lannister e persino dei Greyjoy...ma evidentemente aveva saltato alcune lezioni con il suo Maestro, per cui non aveva la minima idea di chi fosse questo principe delle libellule.
    Di fronte all'espressione di Damon l'altro Septon gli corse in aiuto, non senza un minimo di indecisione: "Duncan Targaryen. Era il primogenito di Re Aegon V e di sua moglie la Regina Betha Blackwood. Adorava i tornei, è stato lui a dare a Ser Barristan il soprannome di Valoros, sapete? Beh, era promesso alla figlia di Lyonel Baratheon ma si innamorò di una popolana di Vecchie Pietre, nei Fiumi. Fu così sciocco da rinunciare al titolo e al trono per lei abdicando in favore di suo fratello Jaehaerys. Questa Lady Illyria è figlia della popolana e del principe abdicato, avuta in tarda età."
    "E se tutta questa pantomima le servisse solo a reclamare il trono per sé? Dopotutto suo padre sarebbe dovuto diventare Re se non avesse perso il senno per una sottana..."-quella era un'ipotesi da non sottovalutare, il Regno non poteva certo permettersi un'altra inutile guerra per il Trono di Spade.
    "Qui non si sapeva nulla di lei fino a qualche mese fa. In tutte le locande è cominciata a circolare una sua dichiarazione in cui si diceva che non solo il Culto dei Sette sarebbe diventata la religione ufficiale del continente ma anche che il Credo tradizionale, noi beninteso, fosse infido e corrotto. Blasfemia e pazzia se me lo lasciate dire!"
    "Siamo riusciti persino a rintracciare i messaggeri che diffondevano quelle missive per metterli a tacere, si capisce. Provenivano tutti da Essos, ma oramai la frittata era fatta e come freccia dall'arco scocca, il messaggio si è diffuso di bocca in bocca."
    "Volevamo convincere l'Alto Septon a fare un'omelia a riguardo ma ha pensato di non doversi esporre troppo, pace all'anima sua."
    "Cosa contate di fare?"

    Resti del Tempio
    I presenti si voltarono all'ingresso del Buckwell e del Langward, le reazioni furono parecchio diverse. Qualcuno si allontanò in fretta dal Tempio, altri si accigliarono per quei discorsi nel Tempio, qualcun altro li guardava con curiosità, qualcuno infine si prese la briga di rispondere alle prime domande del biondo: "Non ho perso la mia abitazione fortunatamente, ma i miei vicini sì, so che la Guardia Cittadina si sta dando da fare anche se solo gli Dei potranno aiutarci a ricostruire tutto dopo la follia dei Leoni."
    "Voi dovete essere Lionel Buckwell, vi abbiamo visto lavorare per la messa in sicurezza della capitale."-il Septon si rivolse direttamente al biondo che oramai cominciava ad essere un volto noto ad Approdo del Re, lo sguardo del prelato indugiò invece dubbioso sul suo accompagnatore- "Il vostro nome mi sfugge però, sono desolato."
    Un sommesso mormorio iniziò a diffondersi tra i presenti che forse non avevano ancora riconosciuto il figlio di Lord Merrick e che ora sapevano di trovarsi di fronte ad un nobile.
    "Voi credete, messer Lionel?"-il prelato prese il discorso di petto rivolgendosi direttamente al biondo che aveva parlato ma osservando di tanto in tanto anche Eldridge al suo fianco. "Riformulo la mia domanda. Sicuramente credete e avete fatta vostra la dottrina degli Dei, ma avete fede?"
    Il popolino ammutolì lasciando che fossero quelli più acculturali a parlare e rimasero ad ascoltare in silenzio come bambini raccolti attorno al nonno al focolare.
    "Una fede amante significa per la nostra vita contemplativa una confidenza assoluta, incondizionata e incrollabile negli Dei, nostri custodi amorevoli, anche quando pare che tutto stia fallendo; un guardare a Loro solo come nostro aiuto e protezione; uno smettere di dubitare e di essere scoraggiati, gettando tutte le nostre preoccupazioni e i nostri affanni sui Sette e camminando con un senso di completa libertà; essere coraggiosi e assolutamente senza paure di fronte agli ostacoli, ben sapendo che niente è impossibile agli Dei; un fare totalmente assegnamento sulle creature celesti, mossi da quello spontaneo abbandono, tipico dei bambini, interamente persuasi della nostra assoluta nullità, ma confidando sino ad apparirne sconsiderati, nel loro amore, animati da coraggiosa confidenza."
    Un tipo di fede che non apparteneva al Buckwell e di certo nemmeno al Langward.
    "Voi ci chiedete come distinguiamo il vero dal falso. Se aveste aperto il vostro cuore a questa fede coraggiosa lo sapreste già da voi. Sono gli Dei a parlarci, è la Vecchia ad indicarci la giusta strada da seguire, il nostro compito è solo saperne cogliere i segnali."
    Non sembrava che quell'uomo stesse esagerando o recitando, ma sembrava fermamente convinto che fossero stati i Sette a mandare Illyria nella sua vita e ad indicargli il giusto cammino. E se la fede non possedeva logica, come avrebbe fatto Lionel a convincere quelle persone utilizzando quest'ultima?
    "Per secoli la gente di questa città ha visto guerre e tribolazioni perché gli uomini corrotti hanno guardato solamente al potere di quel Trono fatto di Spade. E avete ragione, questo non piace agli Dei. Secoli di lotte e battaglie ci hanno distolto dall'unico vero obiettivo della nostra vita: servire i Sette ed onorarli al meglio."
    Qualcuno nella folla annuì in segno di assenso.
    "Volete una ragione per cui credo che le parole di Lady Illyria siano veritiere? E' stata la prima a denunciare la corruzione all'interno del nostro Ordine. Mi sono avvicinato al Credo animato da bontà e vera fede e quello che ho visto al suo interno...farebbe rabbrividire i polsi di chiunque. Certo, alcune nefandezze avvenivano al sicuro di queste mura ora purificate, ma alcune...beh alcune erano poste sotto la stessa luce del sole."
    Il Septon si portò una mano alla bocca come se stesse per vomitare dal disgusto.
    "Conoscete la dottrina, sapete che i Sette aborrono l'incesto eppure non esiste un solo Alto Septon che abbia osato dire alcunché a tutti i regnanti passati della famiglia Targaryen. La stessa Rhaella ha peccato con il suo fratello di sangue!"-qualcuno dei presenti si disegnò il simbolo della Stella a Sette Punte sul petto, i due ragazzi invece avrebbero potuto notare come l'uomo non avesse fatto precedere al nome della Targaryen il titolo di Regina Madre. Una svista? O davvero il peccato di incesto aveva reso a quegli occhi la madre del sovrano indegna della carica che rivestiva?
    "Poi è arrivato il nostro unico sovrano, Re Rhaegar Targaryen. Ha dismesso le pratiche dei suoi predecessori e ha dato i suoi fratelli in matrimonio fuori dai vincoli familiari. Ha fatto di più, ha esiliato l'Alto Septon, un maiale inviso agli Dei, ma i Più Devoti non hanno recepito neppure questo segnale. E' giunto il momento di fare qualcosa."

    Limite: mercoledì 23 settembre
     
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    Le... beh le dita del Re?!? - Macerie del Grande Tempio di Baelor - 11 Agosto 285 AC
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    I Cittadini d'Approdo erano stati la sua priorità sin dal primo momento in cui era entrato nella Capitale. Il suo era un viso che col tempo si era fatto sempre più presente nella vita pubblica e di conseguenza passare inosservato sarebbe stato alquanto difficile, così tanto che alla sua prima parola il Septon riconobbe immediatamente il giovane.
    Le reazioni tra il popolo furono tante e diverse, tra quelli incuriositi ed alcuni intimoriti, ognuno fece la propria scelta; ma nonostante alcuni allontanamenti la maggior parte dei presenti rimase, pronta ad ascoltare lo scambio di parole tra i due uomini. Lionel aveva parlato al popolo del popolo, mentre il Septon degli dei al popolo... La sua era una fede forte, le sue parole marcate e decise. Quell'uomo aveva qualcosa che non aveva visto in un Septon sin dalla sua nascita: la vera fede ed una vita dedicata ad essa.
    La notizia della Guardia Cittadina già all'opera gli fece tirare un sospiro di sollievo, vi era ancora tanto da fare, ma almeno quello era un inizio... Al suo nome, un sorriso apparve sul suo viso, come per dire 'Eccomi qui'. Ormai non poteva nascondersi in quel luogo pensò trattenendo una risata scherzosa.
    "Il mio accompagnatore è Eldridge Langward, mi aiuterà con alcune cose qui nella Capitale" Rispose illuminando i presenti sul nome del nobile. Dopotutto poteva biasimarli se non lo conoscevano, il Langward era giunto da poco tra le Rosse Mura e nella sua permanenza non aveva lasciato neanche un attimo la Fortezza Rossa.
    "La mia fede non sarà mai pari alla Vostra, ma il mio cuore appartiene al popolo di questa Città... Voi parlate d'amore, ma io non vedo nessun amore nell'uccidere solamente perché qualcuno percorre la strada errata" Disse rispondendo ad una delle tante domande e prendendo un passo in avanti tra la folla. Qualunque cittadino attento avrebbe colto la verità tra quelle parole, la sua dedizione oltre che essere per la Corona era per il popolo e di conseguenza qualunque persona in quel continente, eretico o credente.
    Il Septon continuò con le sue parole facendo eco alla sua parte sulle guerre, forse vi era speranza per una convivenza pacifica tra fedeli e non, forse troppo stanchi della guerra molti avrebbero semplicemente ignorato quella parte delle missive della Targaryen. L'uomo nonostante il suo supporto per Illyria non aveva torto, la fede era corrotta e piena di approfittatori, persone vili e pieni di azioni immonde. Nella sua mente pensò che insieme alla città, anche la fede avrebbe avuto bisogno di una riforma.
    "Le vostre parole sulla fede sono la pura verità, guardatevi attorno... Io vedo gente che non ha neanche la possibilità di un pezzo di pane tutti i giorni, mentre i Septon sono quanto le mucche dei pascoli dell'Altopiano. La fede dovrebbe tendere una mano ai bisognosi, aiutarli nella loro vita quotidiana con quello che possono, vivere in povertà e lontani dagli affetti materiali, non derubarli attraverso le loro offerte e simonie..." Il suo sguardo si fece duro e le sue parole marcate, ricolme di disgusto e rabbia verso quel sistema corrotto e malato.
    Lionel non era un uomo di fede, nella sua vita non aveva mai varcato la soglia di un Tempio, le uniche sue conoscenze della fede si basavano sugli insegnamenti di Septa Filvanas e ciò che aveva potuto osservare con i suoi stessi occhi... Ma nonostante ciò pure lui era riuscito a vedere attraverso le maschere dei più devoti e sostenuto la scelta del Sovrano nell'esiliare il loro Capo, nonostante non fosse consapevole dei suoi crimini. All'esplosione del Tempio non aveva battuto un ciglio, se non per i morti tra la popolazione e quei poveretti che avevano trovato rifugio dalla guerra tra le sue mura.
    Dopo quelle parole, l'uomo di fede prosegui' parlando delle tradizioni della famiglia reale, qualcosa a cui il giovane aveva deciso di chiudere un occhio... Quella loro tradizione non era affar suo, ma nonostante ciò i prezzi da pagare erano tanti, soprattutto per il popolo. Le stesse parole dette da Varys vennero pronunciate dal Septon, anche se in modo diverso. La sua mancanza di rispetto verso la Regina madre fece stringere i denti e pugni al Buckwell dalla rabbia, ma preferì nascondere tutto ed ignorare le parole dell'uomo... la violenza non era il modo per risolvere quella faccenda, specialmente dopo la sua condanna verso le parole di Illyria riguardo essa.
    "Rhaegar è più di un semplice Re, le sue azioni si sono dimostrate giuste ed eroiche allo stesso tempo... Insieme abbiamo salvato questo posto dalla follia del Leone evitando ulteriori esplosioni pur a costo della nostra vita, tutto questo per la città! Tywin vi ha costretti alla fame per giorni, condannati ad esplodere insieme alle vostre case e portato via i vostri cari... Rhaegar avrebbe potuto porre fine a questa battaglia in un lampo, bruciando l'Usurpatore col suo drago riducendo la città in cenere... ma non l'ha fatto, questo perchè la vita di ognuno di voi per lui è importante quanto la sua. Ogni soldato che è morto in questa battaglia l'ha fatto per voi, tutto per evitare ulteriori sofferenze al popolo" Il Buckwell riprese a parlare sotto la luce del sole. Le sue parole erano alimentate da fedeltà e dedizione verso il Continente, la fede del Septon per i Sette era niente in confronto a quella del Buckwell per il suo Re.
    "Avete ragione è giunto il tempo di fare qualcosa, ma quel qualcosa lo faremo insieme, tutti quanti. Voi siete un uomo giusto, un vero Septon, la fede dovrebbe essere guidata da qualcuno come voi e non da corrotti e maiali! Ma allo stesso tempo non possiamo permettere che la parola degli Dei venga imposta con la lama dal Credo Militante o dai fanatici, così come noi non siamo nessuno per giudicare le persone perché credenti in un altro Dio... La paura non è la via degli dei, così come non lo è la violenza! Voi non avete bisogno di lame per difendervi, la fede è il vostro scudo e le parole le vostre armi contro chiunque vi attacchi. Che siano i missionari con le loro gesta e parole a convertire i non credenti, non le spade... mentre lasciamo al padre il giudizio di coloro che hanno saputo la verità ma l'hanno rinnegata" Disse ancora una volta ribadendo il suo concetto. La fede non aveva bisogno di armi, così come la paura non era l'insegnamento del credo. Lui era un guerriero, la sua vita era dedita a proteggere la propria causa e combattere anche quando tutto gli era contro... Il suo era un modo per dire "Lasciate ai soldati il proprio lavoro ed ai fedeli il loro" anche se pompato dalle sue gesta e sentimenti ricolmi di speranza per una convivenza pacifica.
    "Rhaegar ci mostrerà la giusta via verso un futuro diverso, le sue azioni sono degne della lode degli dei, il popolo non conoscerà fame e qualunque cosa succeda Io sarò al vostro fianco a difendervi e portare le vostre parole al suo cospetto. Insieme al Re, vi ho difesi una volta e continuerò a farlo finchè il sangue sarà caldo nel mio corpo" Il ragazzo si mosse da una parte all'altra del Septon, guardando ogni presente negli occhi e cercando l'ingresso al loro cuore... Se non avrebbe potuto usare la logica per dissuadere i presenti dalle parole di Illyria, allora avrebbe rafforzato la loro fedeltà al Sovrano incendiando i loro cuori peggio dell'Altofuoco di quel tragico giorno di Luglio.
    A lui non importava il favore del popolo, ma la loro felicità e benessere... le cose che avrebbe fatto per quella città erano ancora molte, alcune purtroppo lontane, ma altre dietro l'angolo. Quella sera sarebbe stato l'inizio di una lunga lista, insieme all'ausilio del Primo Cavaliere, il Buckwell avrebbe cercato di riformare quasi tutto quello che nel passato aveva dato problemi e fallito nel suo compito
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    Parole: 1305 - Cerco d'evitare persecuzioni dentro la città e il ritorno del credo militante, dannata Illyria!


    Edited by Aeryx - 17/9/2020, 03:26
     
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    I Septon avevano solo interesse a riguadagnare il proprio potere, ma il popolo avrebbe sofferto se le cose fossero rimaste come Illirya desiderava, avrebbe innescato un’altra guerra tra le diverse culture del continente, forse scatenando qualcosa di peggio di tutto ciò che era appena accaduto.
    Lord Damon non stava agendo per il culto, ma per il popolo.
    Come poteva arginare questa tempesta?
    Non poteva ordinare a nessuno di uccidere Illirya, poiché ne avrebbe fatta un martire, generando un’ondata senza fine di rabbia e falsa fede, ne poteva far affidamento sulla famiglia Targaryen, in quanto la avrebbe comunque difesa e protetta: doveva cambiare il fulcro, doveva far virare l’attenzione su altro.
    Varys aveva proposto il Re, ma sarebbe stato ugualmente pericoloso, soprattutto data la natura ambigua della loro famiglia, oltre che simile alla cugina come discendenza e cultura.
    Doveva trovare qualcuno il cui sangue fosse più puro e adatto alla clemenza dei Sette, una discendenza diretta ma capace di attirare a se il benestare del popolo, qualcuno di conosciuto e amato, ammirato e da poter seguire.

    Dovremo far capire al popolo che stanno sbagliando punto di riferimento, poiché la natura dei Targaryen non può essere tanto affine al Culto dei Sette. Lo sappiamo bene, per quanto il Re Rhaegar sia un’anima illuminata ed una mente sopraffina, la cultura della sua famiglia ha precedenti osceni e travianti

    Parlava con molta calma, dando per assodate molte verità che i Septon già sapevano e per astuzia ed interesse avevano taciuto per molto tempo, ma forse avrebbe potuto fare leva su questo momento di difficoltà.

    I Sette sono approdati nel nostro continente grazie agli Andali ed alla loro illuminata guida e cultura, facendo capire agli indigeni cosa si nascondeva dietro a quella fitta nebbia d ignoranza e superstizione, portando luce e verità. I tempi erano diversi, i loro metodi non posso esser giustificati ora, noi siamo un popolo più raffinato e colto per schiacciare e distruggere come sta facendo Illyria, ma dobbiamo guidare, esser un faro per i fedeli.

    Avrebbe tentato di risolvere il problema, riportando la fede in una posizione di equilibrio, guadagnando potere e rispetto sulla gente, affiancato dal culto dei sette ora messo alle strette.

    Vi serve un uomo onorevole e giusto, agli occhi della gente, qualcuno la cui storia perla da se, qualcuno che non è spuntato dal nulla e che possa guadagnare la fiducia dei nobili e il benestare del Credo, consapevolmente illuminato. Un uomo di potere ma disposto ad ascoltare davvero il sommo septon

    Posò le posate sul tavolo, inghiottendo un sorso d’acqua prima di proseguire

    Un uomo come me

    Guardò i Septon negli occhi, cercando di portare l’attenzione su di se

    Riportato indietro dalla morte direttamente per volere dei Sette, affinché riportassi ordine, pace e prosperità in città. Un uomo che ha sempre lottato per il popolo e che si è sacrificato per esso, ritornando dalla morte per loro.

    Probabilmente i suoi contatti con l’alto Septon erano andati perduti con la sua morte

    Vi serve una guida. Vi servo io

    Si stava infilando in qualcosa di pericoloso ma forse necessario: esisteva un’altra persona con la sua fama ed il suo prestigio tra i fedeli dei Sette? Qualcuno con la sua posizione di potere e capace di attirare la benevolenza del popolo, sei nobili e dei sette? Forse si, sicuramente, ma lui non ne conosceva altri.

    Riporterò il potere al culto, se mi appoggerete in questa cosa. Solo insieme possiamo farcela, solo insieme potremo cancellare questa follia, senza inutili spargimenti di sangue o violenza, questa terra ne ha vista troppa, non credete?

     
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    e... beh le dita del re?!?


    Mai avrebbe immaginato di finire in un luogo come quello, eppure Eldridge vi finì. Il Langward si sentì osservato, una sensazione che detestava.
    Alcuni fedeli decisero di allontanarsi in fretta, non vollero saperne. "Che maleducazione... siamo giunti qui, rischiando addirittura delle aggressioni, sopportando quel tanfo. Anche in tempi come questi, c'è chi preferisce rimanere nell'ignoranza" Pensò il ragazzo alla vista di quella piccola folla, con l'espressione infastidita.
    Il Septon agli occhi di Eldridge era una figura qualunque, nulla di così speciale e sacro. Addirittura lo considerava un qualcuno che avrebbe commentato negativamente e discusso, andando contro la logica e la scienza.
    Il Buckwell lo presentò ai credenti rimasti. Non provò gioia nel fare quelle conoscenze, perciò non fu il massimo della cordialità, ma comunque per buon carattere e diplomazia accennò un saluto. Non era un posto che adorava, avrebbe preferito aver a che fare con qualche intellettuale anziché dover confrontarsi con un'uomo che si dedicava ai Sette, ma erano questioni di fede quelle di cui si stava discutendo ultimamente, ed era anche compito di Eldridge quello di dare una mano affinché si preservasse la sicurezza della Capitale e del Regno.
    Ascoltando il biondo, Eldridge approfondiva dentro di se un pensiero riguardo il sistema che era poco corretto.
    Vi erano persone povere, e c'è chi aveva la faccia tosta di considerare i loro atti di fede e generosità. Ma quale fede e quale generosità, la povertà era cosa ormai diffusa nel popolo e queste persone che dovrebbero aiutare il prossimo mangiavano e bevevano sopra le loro necessità, con fare arrogante e pretenzioso.
    Nonostante Eldridge non avesse così a cuore i popolani, non poteva accettare che qualcuno si proclamasse portatore di generosità, senza però fare nulla a riguardo. << Chi si credono di essere quelli dell'Ordine se non semplici persone che usano la fede? Si proclamano, raccolgono offerte... nel mentre, in una Capitale ferita, diverse persone vivono con la fame... Dovrebbe essere compito loro, ed anche il vostro quello di dare man forte, anziché parlare di generosità senza fare nulla. Ser Buckwell ha ragione... vi invito ad ascoltare bene e a tenere a mente ciò che vi è stato detto >> Guardò Lionel per poco, sicuro di sé. << E siate coscienti, che quel che resta della Capitale è opera del Re e del presente Ser Lionel, e di altri uomini che li hanno seguiti, che sono riusciti a fermare quella catastrofe. Dovreste mostrare rispetto e contribuire, e fare qualcosa per questo posto, e per le persone che ci vivono. Se voi siete allora diversi da queste persone, usate la vostra voce e la vostra fede per portare del bene, non per minacciare il continente. >> Concluse il ragazzo appoggiando ciò che il Buckwell disse.
    Non sapeva e non era sicuro che sarebbe servito così poco a cambiare l'idea di quegli uomini, Lionel ci mise tutta la passione nel dare la giusta direzione, sicuramente aveva le idee chiare e grande motivazione e ardore.
    Proseguì in silenzio, lasciando parlare il Buckwell ed il Septon. Il futuro era incerto, e man mano la sabbia della clessidra scendeva. Che strada avrebbe intrapreso la fede? Avrebbero compreso e collaborato? Grandi domande, le cui azioni di quei due ragazzi e del Primo Cavaliere avrebbero trovato la soluzione e la risposta.

    Scritto | Parlato | Pensato


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    Edited by Azama__ - 22/9/2020, 18:27
     
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    "Beh certamente la vostra fama vi precede e la gente si fida di voi Lord Arryn, ma non potete diventare Alto Septon senza aver preso i voti al Tempio e governando. Bisogna rinunciare ad ogni altro titolo o possedimento eh..."
    "Sciocco!"-l'altro religioso diede una gomitata al suo compare-"Lord Arryn non vuole certo unirsi all'ordine! Intende assicurarsi la nostra lealtà ed il nostro appoggio nelle operazioni di messa a nuovo del nostro Credo."
    Diversi cenni di assenso si alzarono dunque da tutti i presenti, convinti dal Falco della Valle ad entrare in un progetto di cui sapevano ancora ben poco per la verità.
    "E' partita una delegazione per il Tempio Stellato di Vecchia Città. Manderanno i luminari del nostro Credo e tra loro ci sarà sicuramente l'uomo che verrà eletto nuovo Alto Septon. Bisogna assicurarsi che sia una persona a modo e a voi vicina, ma possiamo occuparcene noi."
    "Certo, un Alto Septon ha sempre bisogno del suo Concilio di consiglieri e noi di certo conosciamo Approdo del Re meglio di quanto non facciano a Vecchia Città. Dovranno fidarsi di noi."
    "Qual è la prima azione che dovremmo fare?"

    Resti del Tempio
    Il Septon tornò a sorridere seraficamente nel silenzio del resto della folla che seguiva con interesse quella conversazione alternando i loro sguardi tra i tre membri del dialogo. Per primo si rivolse ad Eldridge: "Messer Langward, non c'è che bene nelle mie intenzioni e non posso che conservare la massima ammirazione per il giovane Buckwell e per Re Rhaegar che hanno salvato la capitale dalla distruzione dell'Altofuoco. Tutti i presenti ve lo riconosceranno."
    Diversi cori di ammirazione si sollevarono tra la folla e tra l'uno e l'altro ora il nome di Lionel risuonava assieme a quello di Illyria in uno strano connubio.
    "Tuttavia credo che stiate rivolgendo le vostre apprensioni alla persona sbagliata."-osservò abbracciando col suo sguardo ora entrambi i ragazzi -"Sono un uomo di fede, non uno di spada, non ne ho mai imbracciata una in vita mia e di certo non potrò essere un soldato per gli Dei neanche se venisse ora il Padre in persona a domandarcelo."
    Il suo sorriso stavolta si fece quasi divertito per poi tornare serio: "Nessuno di noi porterebbe mai guerra a nessuno, fedele o meno. Non è il compito per il quale gli Dei mi hanno creato...quello che farò sarà diffondere meglio il nostro Credo rinnovato di nuova forza e vigore e scevro della corruzione della vecchia casta. La mia missione è convertire, non uccidere, non minacciare, non combattere."
    Non c'era menzogna nelle sue parole e stranamente non cozzava neppure con il rigore con cui aveva parlato precedentemente: "Saranno i regnanti a dare gli ordini per una guerra ed i soldati la combatteranno. E' a loro che dovreste rivolgervi e sono convinto che Rhaegar sia un sovrano così illuminato che saprà cosa fare, le mie parole non portano che bene."

    Palazzo= loro ci stanno, si affidano a te. Ma ovviamente sono più interessati a guadagnare potere e prestigio diventando Più Devoti che a fare davvero qualcosa di buono. Azioni concrete ora che hai il loro appoggio...che si fa?
    Resti del Tempio= tutto molto bello, loro adorano Rhaegar, adorano Illyria, adorano Lionel, meraviglioso XD Il Septon converte a parole, non combatte né combatterà, rimette la questione ai soldati e ai vari Lord lavandosene di fatto le mani. Che si fa?


    Limite risposta: giovedì 1 ottobre
     
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    Nella loro sete di potere, i Septon sarebbero serviti allo scopo, o almeno ci avrebbero provato.
    La situazione Illirya era alquanto grave e se non si poteva agire drasticamente, dovevano almeno provare a guadagnar fede nei metodi più inclini alla situazione.

    Illirya ha guadagnato influenza grazie allo sfruttamento del dolore ma soprattutto ad un distacco tra il popolo e la fede, questo non deve più accadere. Ora hanno bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi ed è evidente che non sia la figura di un septon, ma le cose cambieranno

    Non aveva intenzione di diventarlo, ovviamente, ma quello che tra loro sembrava il più sveglio ed incline alla politica, sembrava aver capito perfettamente il concetto.

    Iniziate a spargere la voce di un mio risveglio miracoloso, tornato dal mondo dei morti per salvare Approdo e riunificare il continente guidato dalla Fede. Fate leva sulla purezza del mio sangue ed all’essere il braccio dei Sette in attesa di una vera guida spirituale, che eleggerete a breve, se ho capito.

    Tutto c’entrava con la politica, anche la religione e lui lo sapeva, avrebbe dovuto sfruttare la cosa ed entrare in quel meccanismo per cancellare l’opera piena di follia di quella donna.

    La gente mi vedrà camminare ed agire per la capitale, sarebbe bene che mi vedano spesso insieme a voi, affinché questo legame sia ben identificabile da tutti.

    La gente credeva in ciò che sentiva e che vedeva e Damon avrebbe provato a dar loro qualcosa di utile

    Tra la schiera di uomini illuminati che sicuramente stanno raggiungendo la cittadella, servirà qualcuno di forte ma allo stesso tempo aperto ai desideri della gente ed ai vostri saggi consigli.

    Loro cercavano potere ed una posizione, Damon gliela avrebbe data sfruttando influenza reciproca. Il culto doveva tornare ad essere potente, quello che bastava per riguadagnar equilibrio e portare serenità nel regno, ma lui avrebbe monitorato che restasse nei confini stabiliti, poiché consapevole che la religione al potere poteva essere molto pericolosa.

    Credo che insieme riporteremo l’ordine e faremo in modo che follie come quella perpetrata da Illirya Targaryen non accadano più.Radunate i fedeli più devoti e dite loro di iniziare nel loro compito

    Se questo tentativo non sarebbe andato a buon fine, allora sarebbe stata necessaria una strategia più drastica e violenta, ma la cosa avrebbe solamente destabilizzato nuovamente l’ambiente e creato spaccature insanabili.
    Avrebbe guadagnato maggior influenza da questa cosa se fosse andata a buon fine, non era questo il suo piano ne il suo desiderio, ma ogni cosa sarebbe stata utile per aver maggiore presa sulla capitale, in un periodo di caos ed incertezza era importante avere punti fermi che non fosse solo il Re.

    Vorrei ricevere aggiornamenti molto spesso nella mia Torre e fuori da essa. In questo modo la gente vi vedrà spesso con me e passerà il messaggio molto più in profondità. Ora se non c’è altro io prenderei congedo, credo di aver bisogno di riposare per programmare al meglio ciò che abbiamo in mente. Avete altre domande o qualcosa su cui discutere prima che io me ne vada?

    Era stanco e spossato, doveva ripulirsi, sistemarsi e dare un’immagine più adatta alla sua posizione, ma il dovere doveva venire prima, sempre ed in qualsiasi situazione.

    Che i Sette siano lodati per questa mia seconda possibilità. Credo che sia folle non leggerlo come un segno, giusto?

    Sorrise stancamente, attendendo una risposta dai Septon prima di alzarsi e dirigersi verso la porta, nella speranza di aver posizionato il primo tassello di una strada fatta di pace, potere e sicurezza.

     
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    Le... beh le dita del Re?!? - Macerie del Grande Tempio di Baelor - 11 Agosto 285 AC
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    Le parole del Langward fecero da eco a quelle del Buckwell, rafforzando le sue e rendendo quel messaggio più evidente ai presenti. Non era la guerra la via del credo, cosi come non era quello che i due volevano per il Continente.
    L'interesse negli sguardi della folla fece sorgere un sorriso tra le labbra di Lionel: quelle persone, per quanto non dotate di una loro cultura, aveva deciso di rimanere e decidere da se quale delle due strade fosse la più giusta; quelli erano i cittadini che Lionel voleva vedere, non ignoranti e creduloni come le lettere d'Illyria avevano dimostrato.
    L'uomo di fede lodò le sue gesta insieme a quelle del Re, ma non erano i ringraziamenti ciò che il Buckwell voleva, ma la pace in quella città. Con la calma che aveva segnato ogni suo discorso, il Septon continuò fino a sviare le colpe su altri, spiegando la sua posizione in tutto quello.
    Non era un soldato, cosi come non lo era nessuno dei presenti... Ma ciò che temeva di più il Buckwell, non erano le spade, ma le parole. Quanti avrebbero seguito quel messaggio d'odio e discriminazione? Nessuno dei presenti poteva sapere la cifra... Ma in ogni luogo quelle parole sarebbero giunte, nonostante la resistenza di alcuni e lo scetticismo di altri, esse la verità era una solo: piccoli gruppi di fanatici sarebbero presto sorti in ogni dove, ognuno di loro alimentati dal cieco intento di a far di tutto pur di riportare il Regno dei Cieli su quella terra dimenticata dagli dei.
    La guerra aveva portato morte e distruzione, fame e povertà... Terreni fertili per cambiamenti positivi, ma anche per quelli completamente opposti... Il Buckwell aveva promesso a tutti i presenti di difendere quella città, cosi come aveva fatto in cuor suo per il Continente, ma era consapevole che da solo non avrebbe mai potuto compiere entrambe le cose.
    "Questo è il messaggio che voglio che sia sparso tra la folla: vita e cambiamento, non morte e distruzione! Le vostre parole sono coniate dal giusto, cosi come sicuramente lo sono le vostre azioni. Se questo è il vostro intento continuate pure, fate sentire la vostra voce e difendete la vera essenza del Credo... Ma parlare alle masse non è abbastanza, il cambiamento deve avvenire da dentro non da fuori e se non vi vogliono ascoltare fatevi sentire attraverso il popolo" Disse chiudendo il piu possibile le distanze col Septon. Le sue erano parole d'incitamento, ma anche convinzione e speranza... Quell'uomo era ciò di cui il credo dei Sette aveva bisogno e vi era un solo posto dove le sue parole avrebbero cambiato effettivamente il tutto.
    "Condannate la lussuria, l'ingordigia e qualunque altro peccato avete visto tra i Septon. Non vi è miglior momento per cambiare ciò che è corrotto, ma deve essere cambiato in meglio, non in peggio... Voi dite che non siete un soldato, che non porterete la guerra o la morte, ma altri lo faranno perché questo è ciò che hanno udito" Il suo sguardo si concentrò su quello dell'uomo e la sua mano raggiunse la spalla del predicatore. Con la mano su di lui, si voltò verso la folla e con quella libera gli mostrò le persone dinanzi a lui tenendo fisso lo sguardo su quelle anime alla ricerca della verità.
    "Questo è il tuo gregge e tu sei uno dei suoi pastori, non lasciare che i fanatici lo conducano al macello, abbraccia la loro richiesta d'aiuto e portali verso pascoli sicuri. Ricorda che Il cammino dell'uomo smarrito è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia dei malvagi. Conduci nel nome della carità e della buona volontà i tuoi fratelli attraverso la valle delle tenebre, lontani dalla falsa guerra nel nome degli dei" Nella sua mente tornò un vecchio versetto letto insieme alla Septa fondendolo e adattandolo al resto delle parole. Dopo un profondo respiro, il giovane riportò gli occhi celesti sul Septon e nel cambio adagiò anche l'altra mano sulla spalla libera abbattendo le formalità quasi completamente. Dinanzi agli dei erano tutti fratelli e sorelle, senza distinzioni di titoli o natali... Lionel non credeva pienamente in ciò, ma quel comportamento era ciò che i presenti volevano vedere e lui gli avrebbe dato proprio quello.
    "Tu non temi l'oscurità, ma non temerla non è sconfiggerla. Si quel bagliore in grado di farlo e non lasciare che gli altri ne vengano avvolti. Mi affido a te, guidali alla pace, non alla guerra... Porta le tue parole di bene in tutta la città e poi in ogni luogo che potrai affinché altri seguano il tuo esempio, le persone come te ci salveranno dall'ennesima sofferenza" Terminò con un sorriso le sue parole.
    Attese la risposta e subito dopo si distanziò dal Septon tornando al fianco del Langward. Il Buckwell levò la mano in segno di saluto e disse prima d'andarsene "Presto questa città risplenderà piu di prima, tutto ciò che dobbiamo fare è lottare affinché non ci venga strappata via" Salutò con un messaggio di speranza... Non avrebbe detto la tipica frase dei credenti, non lo era e non lo sarebbe mai stato... la cosa che contava principalmente per lui era la città non la fede.
    [...]

    Con un cenno, il Buckwell incitò il Langward a rimettersi in cammino, lontani da quelle macerie e quella fede a loro un po' stretta ma necessaria. Una volta lontani da tutti i presenti e dal luogo sacro, il ragazzo tirò un sospiro e guardò verso l'alto.
    "Speriamo sia servito a qualcosa. La fede si nutre dell'ignoranza, ma quella di quel Septon era giusta e meritevole di esistere... Speriamo segua le mie parole e faccio ciò che è giusto" Commentò rendendo partecipe il giovane Langward dei suoi pensieri. Quel ragazzo aveva cercato di fare il possibile, ma quella rimaneva una situazione ardua che mai nessuno aveva affrontato prima.
    "Cosa ne pensate di questa situazione?" Chiese al giovane rampollo prima di aggiungere un suo consiglio sul dove andare "Venite, voglio vedere lo stato della Strada dell'Acciaio..." Disse fissando avanti di passaggio vicino quella zona.
    Oltre alla rimozione dei detriti, il Buckwell aveva passato i primi giorni a tirar fuori persone e spegnere l'incendio in quel luogo... Altri ricordi che sarebbero rimasti impressi nella sua mente. Il suo obiettivo era quello di vederne lo stato e se qualcuno aveva usato quel luogo come posto dove vivere nonostante l'esplosione...
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    Parole:1047 - Una volta dette le cose al Septon, Io ed Eldridge ci dirigiamo verso la Strada dell'Acciaio
     
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    Tempio di Baelor e Strada dell’Acciaio | 11 Agosto 285 AC
    L
    e… beh le dita del Re?!?


    Sorprendentemente gli uomini di fede che erano rimasti ad ascoltare i due ragazzi compresero le parole del Buckwell, rimanendo a riflettere. Un risultato inaspettato per Eldridge.
    Prima di giungere al tempio le sue aspettative erano tutt'altro che positive. Temeva che quei credenti potessero rivoltarsi, continuando a sostenere a credere in Illyria. Non fu così. Il Septon si rivelò gentile, calmo, facendo presente al Langward che in lui non vi erano altro che buone intenzioni e che avrebbe tenuto a mente, con la massima ammirazione, le gesta del giovane proveniente dalle Antlers e le gesta del Re.
    Il Septon proseguì, riteneva che i due ragazzi stessero rivolgendo le loro apprensioni alla persona sbagliata. << Vogliate perdonarmi, voi non siete la persona sbagliata a cui rivolgere le nostre apprensioni. Siamo in cerca di man forte, per un motivo ben preciso... mi sembra logico avervi consultato. Soprattutto, i problemi riguardano l'Ordine dei Septon, vi sono problemi con quei fanatici religiosi. Non vi reca fastidio che la religione e gli dei in cui credete vengano usati come minacce? Vengano usati come vantaggio, per ottenere anche del denaro... è squallido. Detto questo, direi che anche voi siete la persona giusta a cui rivolgere questo tipo di apprensioni >> Eldridge aveva un'espressione molto seria, infastidita. Al Langward parve che il Septon, in quel momento, volesse farsi scivolare le cose addosso. Non avrebbe potuto fare molto, ma non fu corretto neanche dire che non era la persona giusta a cui rivolgersi in una situazione critica come questa, figlia del marciume che infettava i fedeli e l'Ordine dall'interno. << Agite... riportate equilibrio e giustizia nella religione in cui credete. Per quanto poco mi interessino le questioni religiose ed eccetera, voglio confessarvi che non siete soli... e che avrete il sostegno di Lionel, ed il mio >> Che fosse la paura a frenare il Septon presente ed i pochi buoni religiosi rimasti? Che avessero il bisogno di essere appoggiati, aiutati?
    Lionel proseguì incitando il Septon ad agire. Nel mentre, Eldridge rimase ad ascoltare, chiedendosi il perché nessuno avesse mai fatto qualcosa a riguardo prima di quel momento. Cos'è che serviva per muovere le pedine?

    Poco dopo il Buckwell tornò al fianco del Langward, incitandolo a rimettersi in cammino con un cenno.
    << Vi ringrazio per averci ascoltato. A differenza di altri fedeli che non si sono neanche degnati di rimanere, voi ci avete portato rispetto. Ci aspettiamo qualcosa da voi, e se servirà, aspettatevi il nostro aiuto >>
    Il Langward si voltò, uscendo da quelli che erano i resti del Tempio con il Buckwell. << Ser Lionel... mentre parlavate mi stavo chiedendo il come ed il perché questa corruzione abbia continuato ad essere presente all'interno dell'Ordine. E' chiaro che l'Ordine abbia minacciato pur di mettere i piedi in testa alle persone... ma davvero nessuno ha mai agito per contrastare questo orrore? >> Eldridge attese la risposta del biondo, mentre continuavano a camminare lungo il cammino verso la Strada dell'Acciaio. Quella era la prossima meta, Lionel aveva l'intenzione di vedere in che stato si trovasse quel luogo.

    << Speriamo sia servito a qualcosa. La fede si nutre dell'ignoranza, ma quella di quel Septon era giusta e meritevole di esistere... Speriamo segua le mie parole e faccio ciò che è giusto >> Il Buckwell era insicuro, proprio come Eldridge. Non erano sicuri che il Septon avrebbe potuto fare molto, ma nel suo piccolo, almeno qualcosa. << Lionel, sono sicuro che dopo ciò che gli è stato detto prenderanno in considerazione di fare qualcosa. Siete stato molto convincente e giusto con ciò che avete detto. E poi, questo è anche un problema che riguarda la fede per prima, direi che hanno una motivazione validissima per fare qualcosa... altrimenti continueranno ad essere calpestati, continueranno a credere in una religione i cui "pastori" sono la peggio feccia. Penso che prema anche loro questa orribile e vergognosa faccenda. Devono trovare il coraggio, soprattutto dopo che abbiamo mostrato il nostro appoggio >> Fu arduo per il Buckwell, ma ancor di più per Eldridge, dover convincere quella folla. Si chiedeva se avrebbero mai preso in considerazione le parole di qualcuno che non crede. Rimase dunque con la speranza nel buon senso di quelle persone.
    << Cosa ne pensate di questa situazione? >> Chiese subito dopo Lionel, cercando un secondo punto di vista. << Penso che sia una situazione unica, che cambierà tante cose nel Regno. Una specie di... rivoluzione. Abbiamo sul palmo delle nostre mani il futuro. Non è cosa da poco... sento una grande responsabilità sulle mie spalle, e sono sicuro che altrettante persone, come me e Voi sentano lo stesso >>
    Eldridge proseguì, camminando al fianco del Buckwell, emettendo un leggero sospiro, e ascoltando le ultime parole di Lionel prima di giungere a destinazione.

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