La mossa dell'Elefante

Per la prima volta parve che la pressione sulla linea del fronte cominciasse a venir meno: non tutti i caduti venivano prontamente sostituiti da un altro soldato, e gli uomini della Compagnia Dorata parevano addirittura reticenti, alcuni addirittura gli voltarono le spalle, dirigendosi in fretta verso la breccia... Stavano forse tentando un'altra manovra, attaccando in un differente punto delle mura? Impossibile, non aveva notizia di altri crolli, quindi... Si stavano ritirando.
Esercitando una leggera pressione puntò la lama contro il petto del generale di Volantis, che era riuscito a disarmare e che ora si stava arrendendo, ma non abbassò la guardia: era possibile che qualcuno cercasse di liberarlo, così come era possibile che le truppe uscissero per riorganizzarsi e riprendere l'assedio in un secondo momento. Non era ancora finita dunque, non finché non avessero ufficialmente dichiarato la resa: ”Deponete le armi, siete sconfitti” disse al Naraelor, prima di volgersi verso l'attendente più vicino: ”Segnalate agli arcieri di abbattere quanti più mercenari possibile: la resa di Volantis non vale per loro, per i traditori che abbandonano il campo e gli alleati... E dobbiamo disincentivare qualsiasi aggressione futura: loro e le altre compagnie devono sapere che non possono attaccare Qohor e rimanere impunite”, si trattava quindi di un tiro al piccione, colpendoli alle spalle mentre uscivano dalla città... D'altra parte, nessuno aveva detto che sarebbe stato un combattimento leale.
”Prendeteli, coraggio. Il Capro Nero ci ha benedetto!” Esortò gli uomini a farsi avanti per privare i nemici delle armi e radunarli: se davvero la battaglia era finita, avrebbero avuto un numero incredibilmente alto di prigionieri da gestire... Ma ci avrebbe pensato a tempo debito.

La fuga della Compagnia Dorata si stava consumando senza che loro potessero fare molto: a cose normali avrebbe cercato di inseguirli con l'intero esercito, sfiancandoli man mano, ma il fatto che parte del contingente nemico fosse confinato lì in città richiedeva che rimanessero pure loro... Non aveva senso lasciarli da soli dentro Qohor, era ovvio, ma poteva comunque mettere ai fuggiaschi un po' di pressione addosso e chissà, avere fortuna magari: ”Lanciate la cavalleria all'inseguimento: sfiancateli, catturate ed uccidete tutti quelli che potete. Impeditegli di recuperare le salmerie se possibile, devono avere meno chance possibili di farcela e dovranno perdere quante più risorse e uomini possibili nel viaggio di ritorno” ordinò a gran voce, in modo che fosse chiaro anche al generale di Volantis che la vendetta di Qohor sarebbe stata dura, brutale e non avrebbe risparmiato nessuno di loro, così come non avrebbe evitato quelli che si erano sottratti allo scontro. Certamente, però, non avrebbe esplicitato il loro destino quando ancora avevano le armi a portata di mano e l'adrenalina scorreva forte nelle loro vene...
”Raccogliete le armi e radunate i loro ufficiali: stivate le une nei magazzini e nelle armerie e gli altri nelle prigioni. Il resto dei soldati scortateli fuori dalla città e sorvegliateli, voglio che siano contati con precisione e messi in condizione di non poter nuocere a nessuno”, ovviamente sapeva già che non avrebbero potuto tenerli tutti lì, il semplice costo per sfamarli sarebbe stato esorbitante, ma per stabilire il da farsi gli occorrevano comunque quei dati: ”Concedete la misericordia ai feriti, spogliate i cadaveri dei loro averi e fatevi consegnare qualsiasi oggetto di valore in possesso dei vivi, devono pur ripagare i danni inflitti alla città e le spese che abbiamo sostenuto per prepararci...” Sorrise, nonostante la fatica e le ferite cominciassero a farsi sentire, ora che l'ardimento veniva meno.
”Convocate alcuni messaggeri e ditegli di trovarci al Tempio, andrò lì a dare la buona notizia ai Sommi Sacerdoti... E date il segnale di suonare a festa corni e campane, anche il resto della cittadinanza deve sapere che è finita!” Rinfoderò l'arma, sfilandosi quindi l'elmo. Il volto doveva essere ancora insanguinato per l'offerta fatta al Capro Nero, ma non se ne curò, non vi era niente di male dopotutto: ”Rylo, tu verrai con me. Forza” disse infine, avviandosi verso il centro città. La mole di cose da fare era esorbitante, e andava dalla gestione dei prigionieri al ripristino delle mura danneggiate, passando dai contatti che avevano e non avevano avuto con il resto di Essos: a Norvos aveva già scritto quella mattina ed ora avrebbe dovuto rifarlo, ma anche gli altri dovevano essere messi al corrente di ciò che aveva fatto Volantis, così che potessero regolarsi di conseguenza e prendere i dovuti provvedimenti.