La Guerra dei Cancelli

"Mio signore. Il Dio Abissale mi è testimone, noi ci arrenderemo a una sola condizione."

Dagon incrociò le braccia, osservando con fare seccato la cima delle mura.

"Dovete tornare sulle vostre navi e permettere agli uomini delle terre verdi di andarsene, mi occuperò io del fatto che lascino qua armi e tutto per voi. E sempre io resterò qua a servirvi proprio come ho servito vostro nipote prima e vostra sorella dopo. Non posso fare altrimenti, perché altrimenti sarei uno spergiuro e non mi permetterei mai di rompere un patto davanti al Dio Abissale, anche se è con uomini di Dorne."

I dorniani stavano facendo un po' troppe pretese per essere dei topi in trappola, ma era comunque meglio fargli credere di avere una possibilità. Per ora.
Per quanto riguardava il Codd, non capiva perché volesse proteggerli così tanto: forse perché, essendo bloccato in una fortezza con loro, non voleva metterseli contro? Beh se una volta fuori si fosse nuovamente messo in mezzo, avrebbe avuto un incontro ravvicinato con la sua ascia.

"Beh Codd, posso assicurarti che la sfiducia è reciproca. Se proprio non vogliono far uscire i loro culi da codardi, ci allontaneremo. Torneremo alle nostre navi ma resteremo a distanza di sicurezza dal porto. Vi ho concesso una nave per andarvene. Una sola, e basta. Ci assicureremo che voi manteniate la vostra parte dell'accordo. Fine delle trattative."

Se ci fossero state altre lamentele al riguardo, l'assedio sarebbe iniziato. Un grosso fastidio per i pirati ma si sarebbe assicurato di ricompensare i dorniani per quella perdita di tempo. Altrimenti sarebbe tornato dietro al nascondiglio in cui il resto degli uomini lo stava aspettando. Si sarebbe dunque rivolto a Tsalaa.

"Porta gli arcieri sulle navi e spostale dalla costa; resta però all'imboccatura del porto, il più al riparo possibile della loro balista. Io e il resto degli uomini ci nasconderemo nelle abitazioni a ridosso del porto e attenderemo che i dorniani si dirigano alle navi. Quando li attaccheremo, voi tempestateli di frecce. Tutto chiaro?"

Si voltò poi verso Eimar.

"Trova Lokar e ripetigli gli ordini che ho appena detto. Gli arcieri alle navi, gli altri nascosti nelle case."

"Mi piace, sembra una questione personale: hai dei trascorsi con questi tizi? Pensavo fossero temibili, ma la realtà è che sono stati fortunati a non trovare noi in queste acque, quando sono giunti..."

Tsalaa si riferiva a quel tipo, Torrad, con cui aveva discusso fino a quel momento sulle mura. Dagon fece un lieve smorfia scuotendo la testa.

"Mai avuto a che fare con i Codd; sono noti per essere un mucchio di bastardi infidi ed incestuosi. Questo però dice di aver lavorato per mio cugino, magari potrebbe essere utile... o magari sarà solo un altro da ammazzare."

Terminò la frase con una bassa risata, la quale però fu subito interrotta da un'inaspettata distrazione. Qualcun altro si era affacciato dalle mura del forte, un dorniano questa volta. Doveva essere qualcuno di importante poiché nuove richieste da proporre ai pirati.

"Siamo disposti a trattare per la resa, ma abbiamo bisogno di più garanzie: ostaggi, prima di tutto, e risposte che possano chiarire la vostra posizione... Gli uni li libereremo una volta che saremo a distanza di sicurezza, le altre potrebbero evitare tutto questo: se siete qui per razziare, vi consegneremo quanto abbiamo messo da parte e non sarà necessario alcun spargimento di sangue. Se invece l'intenzione dei vostri lord è quella di occupare le isole..."

Dagon stette per qualche istante appoggiato al muro dell'abitazione, riflettendo sulle parole che aveva appena sentito. Il mezzo sorriso che le sue labbra avevano formato un attimo prima era sparito, rimpiazzato invece da un'espressione molto cupa. Quei ratti del cazzo ora stavano davvero iniziando ad annoiarlo. Uscì un'altra volta dal suo nascondiglio alzando lo sguardo per incrociare quello del nuovo interlocutore.

"Ho già detto chiaramente cosa vogliamo: i vostri culi fuori dalla nostra isola. E l'unico motivo per cui vi stiamo offrendo di vivere è per evitarci un fastidio, quindi non siete nella posizione di chiedere ostaggi o altre condizioni. Non siete nella posizione di chiedere un cazzo.
Perciò se quando noi ci saremo allontanati voi non uscirete a passo di marcia da bravi soldatini, allora noi attaccheremo. E quando entreremo (perché noi entreremo lì dentro, in un modo o nell'altro), scoprirete quanto sia doloroso farci incazzare.
Fine delle trattative."

Detto questo, lanciò un ultimo gelido sguardo al forte e a gli abitanti che riusciva a scorgere alla mura. Dopodiché tornò dai suoi uomini, andando a posizionarsi secondo i piani.

Non vi fu nessun altro tentativo di trattativa da parte dei dorniani, né c'era alcuna volontà da parte di Dagon di perdere altro tempo in chiacchere. Silenziosamente lui, Tsalaa, Eimar e il resto degli uomini si inoltrarono nelle strade fino a giungere alla zona del porto. Diedero indicazioni agli uomini sulle navi di allontanarsi fino all'imboccatura della baia per dare la parvenza di lasciare un passaggio, così come aveva concordato con il Codd. Gli uomini a terra invece si insinuarono negli edifici adiacenti alla costa, come serpenti nascosti tra i sassi in attesa di mordere gli sprovveduti che da lì sarebbero passati.
O per meglio dire, lo sprovveduto. Quando il soldato comparve, sentì l'adrenalina scorrergli in corpo aspettandosi di vederne altri al suo seguito e di conseguenza aspettandosi la battaglia. Ma dovette raffreddare i bollenti spiriti poiché solo i passi di quelli risuonarono nella strada del porto. Un sottile fastidio gli montò dentro realizzando ciò che stava accadendo: i dorniani dovevano aver mandato in avanscoperta quel tipo, al pari di un agnello sacrificale. Scosse la testa, la situazione si era fatta più complicata; se avesse scoperto il loro inganno, sarebbe stato meglio ucciderlo subito. Avrebbero dovuto comunque fronteggiare un assedio ma almeno avrebbero potuto fare la prima mossa. Sussurrò quindi ai suoi compagni.

"Se vi vede, tagliateli immediatamente la gola..."

Rimase poi in silenzio, in attesa. Dopotutto se non li avesse scoperti, il piano poteva ancora funzionare. Tutto ciò che gli serviva era solo un po' di fortuna...

Furono momenti di pura tensione. Nessuno dei suoi uomini mosse un muscolo ma ciascuno, lui compreso aveva estratto la propria arma, per linciare immediatamente il povero idiota nel caso avesse avuto la sfortuna di trovarli. Il fato decise di stare dalla parte del dorniano (e soprattutto dei pirati) quel giorno e quello ritornò a gambe in spalla dai suoi amichetti. Un sospiro di sollievo generale pervase l'intero gruppo ma non avevano ancora il lusso di rilassarsi: ora che il loro esploratore aveva valutato la sicurezza della zona, i dorniani si sarebbero mossi verso le navi. La parte difficile arrivava ora.

"Quando la maggior parte di loro si sarà fatta vedere, attacchiamo rapidamente e sfruttiamo l'effetto sorpresa. Una volta iniziati gli scontri, gli arcieri sulle navi dovrebbero iniziare a fare la loro parte."

Parlò a voce bassa ma calma. Ora non restava che aspettare, con l'ascia stretta tra le mani...