Harald baby shower party

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    Alfiere

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    Battesimo




    Gli annegati osservarono Harald; il ragazzo non si nascose dietro al suo mentore. Non rivolsero alcuna parola gentile, non che nessuno là in mezzo trovasse necessario un ringraziamento per il supporto.
    Placare la Tempesta era compito di tutti, non era stata una chiamata di soccorso, ma un dovere condiviso: Harald non si aspettava alcun tipo di riconoscenza in tal senso.
    Gli annegati non differivano dal suo mentore in quanto aspetto, erano molto simili, la vita di stenti porta gli uomini ad uno stato ferale dal quale regredire è complicato e in cui non v' è troppa differenza tra volto e volto. La pelle diventava lentamente pietra e i capelli paglia; gli occhi, pian piano, perla marina.
    -"Domani battezzeremo", disse il più anziano dei tre annegati, "Battezzerete anche voi due con noi", constatò senza possibilità di ribattere; il mentore di Harald rimase senza parole, benché mantenesse lo sguardo fisso e altero.
    Probabilmente ricevere un invito simile ad un ordine, da un Annegato così anziano, costituiva un grande onore per i membri della confraternita; Harald sentì lo sguardo del suo mentore venir provato dai venti caldi di una gioia che avrebbe dovuto celare nel fondo del suo cuore.
    -"Battezzeremo", rispose il suo mentore, voltando le spalle agli altri tre ed invitando Harald a ritirarsi per la notte.

    La Tempesta era stata sconfitta dai cuori valorosi degli annegati e dalle loro voci, eppure la gente di Orkmont non parve emanare simpatia per l' evento. Harald e il suo mentore procedettero per le strade del villaggio, diretti verso la fortezza dell' Isola, dove avrebbero albergato per la notte: passare tra il volgo fu diverso da come Harald si aspettasse. Le persone rivolsero occhiate piene di pena, compassione, rabbia e paura ai due dal velo sul capo.
    Non sarebbero servite spiegazioni, era fin troppo chiaro cosa stesse accadendo.
    L' immagine di Rolf, seviziato dagli uomini della delegazione di Pyke, entrò con prepotenza nella sua testa.
    Temevano per i loro figli: harald guardò le mura della fortezza del Re di Roccia.
    Comprese che la faida dei padri e gli infanticidi sarebbe continuata, nutrita da tutti i venti di Vedyr e da tutte le menzogne di Jurondir.

    Giunse finalmente il mattino.
    Harald e il suo mentore camminarono al fianco degli altri due giovani annegati; il terzo, il più anziano e reverendo, camminava al centro, sostenendo un piccolo vaso dalle geografie tipiche di Myr.
    -"Con il suo favore.. Oggi Battezzeremo", urlò il vecchio; da Harald, il suo mentore ed i nuovi compagni, giunse poc' altro se non un latente canto diaframmatico.
    La folla era divisa in due grandi serpi, essi l' affrontavano camminando al centro, un piccolo bue, avanti gli annegati, conduceva la processione sino in mare. Ai fianchi della bestia, dei grossi calderoni in stagno conservavano delle discrete quantità d' acqua, che gli annegati più giovani spargevano, a terra e sulla folla, con degli appositi bastoncini con un becco che potesse raccogliere i liquidi.

    Raggiunsero infine l' acqua, i confratelli non fecero storie, tornarono al mare immergendo piedi, caviglie, polpacci e ginocchia.
    Non sarebbe stato necessario procedere fin laddove il torso andasse sotto al livello del mare.
    I genitori, anch' essi in processione, s' avvicinarono agli annegati, e consegnarono loro i pargoli.

    i preti del Dio Abissale più giovani si premuravano che i piccoli ingoiassero la minima quantità d' acqua necessaria perché l' annegamento potesse dirsi completato, mentre il più anziano della confraternita parve trovar gusto nell' affondare i piccoli nel ventre marino.
    Il rito procedette senza troppi intoppi, Harald di suo, aiutato dal suo mentore, immerse tre piccoli futuri uomini di ferro nell' Acqua. Nessuno dei tre andò all' Abissale al termine del rito, tornarono tutti alle famiglie.
    -"Ciò che è morto non muoia mai.. Ma risorga.. Più forte..", pronunciò ad ogni rinascita.

    Solo vestendo i panni dei latori del Dio comprese quanto relativa fosse la vita vista da quella prospettiva. Harald si definiva da sempre un ferreo credente, eppure mai comprese fino a quel momento cosa realmente volesse dire osservare la vita mediocre degli uomini dalla prospettiva del mare.
    L'ultimo dei figli di Orkmont venne dato proprio a lui; gli occhi della popolazione locale si fissarono sui suoi e la congrega di preti abissali si chiuse a riccio attorno a lui.
    Harald prese la bambina in braccio.
    Non sentì nulla, non avrebbe mai potuto dirlo, ma era certo i suoi occhi fossero morti, lividi e perlacei come quelli del suo mentore. Vedeva la vita che questa figlia dell' Abissale avrebbe condotto se a lui avesse dato prova di poter arricchire le sale o di poter contribuire alla grandezza della Guerra Eterna.
    -"Ciò che è morto non muoia mai", pronunciò Harald senza un filo di emozione nella voce.
    Così dicendo, immerse tutto il corpo dell' infante in acqua, scatenando una reazione agitata da parte di tutta la folla.
    -"Ma risorga..", disse alzando la bambina verso il dominio di Vedyr "Più forte..!".


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    Condottiero

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