Il Giorno dell'Angoscia

Quest Robert

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    Primi di Novembre, un numero indefinito di giorni dopo la battaglia.
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    Dopo il giorno dell’infausto assalto, non ci fu vita ad Oxcross risparmiata dal violento cambiamento che i mercenari costrinsero: oltre agli sventurati morti e ad i guerrieri, come Robert, ridotti in catene e chiusi ammassati dentro una cantina del vecchio palazzo dei Bettley, molti erano stati costretti dagli occupanti a lavorare per loro.
    Uno di loro, l’unico di cui Robert era certo, era suo padre, costretto a riparare armi ed armature per gli orientali. Non sapeva se i suoi fratelli fossero morti come Negil, schiavi come suo padre o fuggiti come Amis, non conosceva il fato di sua madre o altri se non della quarantina di persone chiuse assieme a lui nel buio di quella cantina, fratelli in prigionia e rivali feroci quando sprezzantemente i carcerieri venivano a gettar loro croste di pane, verdure mangiucchiate, ossa da spolpare…avanzi che non avrebbe meritato nemmeno un maiale.

    Le cose cambiarono improvvisamente in quella che doveva essere una mattina (Robert avrebbe potuto giudicare solo dalla luce che dalla botola filtrava), quando otto mercenari scesero armati di bastoni a consegnare a ciascun prigioniero una ciotola di pappa d’avena.
    Mangiate ora! Shono un dio clemente, il foshtro ottafo Deo! - Robert avrebbe facilmente riconosciuto la potente derisoria voce: era il comandante generale dei mercenari in persona ad essere sceso in quegl’inferi.
    Nella penombra, i famelici compagni del Liars si lanciarono sulle scodelle come topi. Era un particolare sadismo o c’era un preciso disegno in quel primo pasto dopo giorni di fame e buio?
    Li sentì bofonchiare fra di loro in quella loro incomprensibile lingua, indicare con i loro bastoni alcuni prigionieri.
    Il capo della compagnia mercenaria accennò un sorriso quando incrociò lo sguardo di Robert. Congedò i suoi sottoposti e gli si avvicinò.
    Come ti shenti? Hai ancora la forsha di alsharti? - chiese con meno scherno di quanto Robert si potesse aspettare - Tuo padre chiedefa di pagare per i tuoi pashti…non potevo fare ecceccioni però, lo capisci…
    Foglio che ora tu mi shegua…foglio farti federe una cosha…foglio che ascolti una proposta…
    - biascicò punzecchiandolo col bastone.
    Poco dopo Robert ed altri prigionieri furono fatti alzare e condotti verso l’esterno, verso l’accecante luce del giorno.

    Robert conosceva il palazzo, e si accorse con facilità che, mentre gli altri prigionieri venivano condotti fuori dal palazzo, lui veniva da solo condotto ai piani superiori, dove appariva evidente che i mercenari di più alto rango residiessero sino ad una balconata della vecchia stanza del Lord, sul quale letto stava rannicchiata una giovane con lo sguardo fisso al muro ed il volto rigato, ove il generale straniero lo attendeva.
    Inginocchiati pure she ti fa fatica shtare in piedi…guarda she riesci a guardare, altrimenti sharò io a contarti quell che la tua gente ha coshtruito…
    Le case di fronte al palazzo sembravano essere state tirate giù, smantellate o bruciate, lasciando il posto ad un desolato spiazzo occupato da una specie di tozza torre fatta di mattoni ritagliati dalle macerie ed argilla. La struttura era scoperchiata ed una scaletta conduceva al suo apice. Quella stessa scala stave venendo salita dai prigionieri che con lui avevano lasciato le segrete.
    Ascoltami ladro di fillaggio. Quella è la tomba della tua rivolta. Là tutti I tuoi morti sono stati ammasshati. Là dentro ti dofrei gettare e bruciare fivo asshieme ai tuoi deboli compagni…Shareshti d’accordo? O fuoi shentire la sheconda shtrada?

    Rieccoci! Giorni di deprivazioni, fame, sete e oscurità, polsi in catene...ruola intanto questa bella esperienza se vuoi sino a udire la proposta del simpatico generale.
    La scadenza è il giorno 28/09. Qualsiasi dubbio scrivimi liberamente!


    Edited by Il Duca di Plexiglass - 26/9/2022, 10:25
     
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    Per la seconda volta in quell'anno, Robert era finito chiuso in gabbia, e come la scorsa volta era stato messo in gabbia al seguito di un assedio finito in disfatta.
    Era giorni che si trovava nelle segrete di quello che per un piccolo lasso di tempo era stato il suo castello, insieme a lui c'erano altri suoi ex soldati, ogni tanto li sentiva parlare tra di loro, ma da quando era stato messo in cella se ne stava in silenzio.
    I primi giorni di prigionia li aveva passati a piangere, non per se stesso e neanche per il villaggio, ma per la sua famiglia che era sicuro non avrebbe mai più rivisto, e soprattutto era certo che è stata uccisa nel modo più orribile possibile.
    Poi dopo un po' di tempo se ne fece una ragione, tanto era sicuro che da un giorno all'altro sarebbe arrivato il momento della sua esecuzione, molto probabilmente sarebbe avvenuta nei pressi di Oxcross, di certo non lo avrebbero portato fino ad Approdo, alla fine era l'ennesimo popolano che ha provato a diventare grande.
    Ormai aveva perso la cognizione del tempo, si sapeva quanti giorni erano passati ma le giornate sembravano lunghissime e allo stesso tempo cortissime, uno per la mancanza di appetito e due perché chissà come la cucinavano quello schifo che i mercenari chiamavano "cena".
    Ad un certo punto la luce nelle prigioni cambiò e otto mercenari armati di bastone si palesarono, consegnarono a tutti una ciotola con della pappa di avena, Robert ne mangiò a malapena la metà, poi la lasciò ai suoi compagni di cella che subito questa sparì dalla vista di Robert, stava per tornare a pensare alla sua esecuzione quando una voce da lui subito riconosciuta si fece sentire. "Mangiate ora! Shono un dio clemente, il foshtro ottafo Deo!"
    Robert capì cosa stava per succedere, oggi doveva essere il giorno della sua esecuzione, sennò perché sarebbe dovuto venire il capo dei mercenari in quelle sporche celle. Cominciò a fissare il mercenario con uno sguardo d'odio intenso, quando questi lo vide accennò ad un sorriso e Robert tentò di replicare, tentando di sembrare ancora orgoglioso della sua impresa mal riuscita, ma non disse nulla all'essosiano.
    "Come ti shenti? Hai ancora la forsha di alsharti?" Disse il mercenrio avvicinandosi alla cella, Robert senza dire nulla ma con molta difficoltà si alzò a fatica reggendosi alle sbarre della cella. "A quanto pare si..." rispose Robert.
    "Tuo padre chiedefa di pagare per i tuoi pashti…non potevo fare ecceccioni però, lo capisci…
    Foglio che ora tu mi shegua…foglio farti federe una cosha…foglio che ascolti una proposta… "
    A Robert gli si spalancarono gli occhi dallo stupore, suo padre? Questo significava che era ancora in vita, Robert pensò che la cosa era ovvia visto che suo padre era un fabbro, e i fabbri sono sempre utili in un armata. "Va bene... voglio sentire la tua proposta." Disse Robert deciso, non riusciva assolutamente a capire cosa volesse il mercenario da lui, alla fine era alla sua mercé, era un semplice popolano e di certo non valeva tanto come riscatto.
    Fù fatto portare fuori dalle celle insieme ai suoi compagni, ma a differenza degli altri che furono portati al difuori del piccolo castello, Robert fù portato nella vecchia sala di Lord Bettley, capì subito che quello doveva essere il fulcro del potere decisionale dei mercenari, vide una ragazza rannicchiata sul letto, ma non riuscì bene a capire chi fosse, cercò di guardarle il viso. Lo portò alla balconata, "Inginocchiati pure she ti fa fatica shtare in piedi…guarda she riesci a guardare, altrimenti sharò io a contarti quell che la tua gente ha coshtruito…", era oggettivamente debole Robert, ma per non sare a terra si appoggiò alla balconata per poter restare in piedi, le desolazione lo conquistò quando vide il suo villaggio raso completamente al suolo, era praticamente irriconoscibile, solamente le mura riuscivano a far comprendere a Robert che quello doveva essere Oxcross.
    "Ascoltami ladro di fillaggio. Quella è la tomba della tua rivolta. Là tutti I tuoi morti sono stati ammasshati. Là dentro ti dofrei gettare e bruciare fivo asshieme ai tuoi deboli compagni…Shareshti d’accordo? O fuoi shentire la sheconda shtrada?" Non capiva, perché tutta questa premura da parte del mercenario? Quando aveva visto la balconata Robert aveva pensato che da li a poco sarebbe stato impiccato e mostrato al restante popolo di Oxcross come simbolo della rivolta fallita, quale doveva essere la seconda strada? "Certo... voglio sentire questa tua seconda strada..." Disse Robert curioso e allo stesso tempo intimorito.

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    Il generale ghignò soddisfatto alla sottomissione dell’ex avversario
    Ci shono più che abbashtansha cadaferi in quella fossha. - gesticolò con fare improvvisamente aristocratico - She raccontasshimo al tuo re di come abbiamo bruciato vivi anche tutti i prigionieri, il masshimo che potrà fare sharà rimanerci male…mica andrà a controllare, no? - fece spallucce. Sembrava impossibile che colui che aveva fatto mettere a ferro e fuoco Oxcross volesse ora dimostrare pietà nei suoi confronti.
    Io shono nel posshessho di un fato per te, che agli occhi del Re sharà come she ti avesshi impiccato…in fondo shono il tuo ottavo Dio - sorrise maliziosamente- Usherò I mieri grandi poteri e ti trashformerò in un batuffolo di lana! - esclamò indicandolo con vigore come stesse lanciando un incantesimo - E poi in un otre o in uno shgombro… - ridacchiò fra se lisciandosi la barba.
    Ho trovato un’intesha con un mercante di Lannishport…tu e i tuoi uomini verrete tratti in shalvo e portati fuori dal continente. Vi nashconderemo in grandi casse con un doppio fondo. Sharete lana fino ad Arbor, Vino fino a Planky Town ed infine pesce fino a Myr…Vi avrei portati a casha mia a Tyrosh, ma she shi dovesshe shapere non vorrei esshere coshì facilmente collegato col voshtro arrivo nel continente orientale. - spiegò leccandosi una vecchia cicatrice sul labbro.
    Voi dovrete esshere molto collaborative o l’unica differenza a farvi ammasshare qua sarebbe che non verreshte seppelliti asshieme ai voshtri cari e amici. Tu eri il loro leader e li confincerai a fiaggiare obbedientemente fino a Myr. - balzò quindi improvvisamente in piedi e portò il proprio pugno a due pollici dal viso di Robert.
    She accetti, bacia l’anello al tuo Ottavo Dio. Altrimenti girati e fatti shtrangolare qua, adessho.
     
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    L'essosiano spiegò interamente il suo piano a Robert, e in tutto questo nella testa di Robert vigeva una sola domanda, "perché tutto questo?", perché mai dopo una battaglia così sanguinosa, quel mercenario, e ripeto un mercenario e non un lord o un cavaliere d'onore, voleva essere così misericordioso per quel ragazzo di poco valore chiamato Robert Liars? Robert non aveva nessuna taglia di valore, doveva semplicemente morire per la tranquillità di quelle terre. Ci doveva essere per forza di cose un secondo fine, sennò tutto questo non avrebbe avuto un senso, per un secondo gli sembrò di essere quasi in uno strano sogno, in cui le cose non hanno minimamente senso e pare essere impossibile che queste siano collegate tra di loro in qualche modo.
    L'essossiano gli porse il pugno, per farsi braciare l'anello, "Apprezzo la tua offerta, riuscirò a convincere i miei uomini, a quanto pare sono abbastanza bravo a convincere le persone a fare delle follie, sono riuscito a convincere questi quattro contadini a sfidare un intero regno... ti sono grato per aver deciso di risparmiari anche a tuo rischio, ma prima di accettare voglio sapere perchè fai tutto questo, non riesco a trovare il senso di tutto ciò"
    Aspettò che l'essossiano gli spiegasse le sue condizioni, la sua in realtà era pura curiosità, di certo non voleva morire in quel momento, in ogni caso avrebbe baciato l'anello dell'essossiano. Anche se ovviamente, continuava ad odiare quell'uomo, l'odio verso il mercenario era maggiore dell'odio che provava Robert nei confronti del Re e dei tutti i suoi lecchini.
    Dopo averlo fatto, si ricordò della ragazza sul letto e si girò verso di lei, "Se posso chiedere, chi è quella ragazza? Tua moglie, una tua amante?" Forse aveva fatto una domanda personale, alla fine l'essossiano poteva cambiare idea da un momento all'altro e giustiziarlo da un momento all'altro. "Guarda lascia perdere, ti chiedo scusa per la domanda."

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    Scusa il ritardo...
     
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    L’essossiano sorrise compiaciuto al finale segno di sottomissione di Robert.
    Non lo shembrashti quando per la prima ci shiamo vishti, ma shei shaggio. - si alzò in piedi con un gemito portando la mano destra alla natica
    Shono rimashto illesho durante la noshtra battaglia per farmi male in queshto stupido cashtello quando una shedia mi è ceduta shotto…ci credi? - commentò facendo un gesto ai mercenari che tenevano gli ex-commilitoni di Robert presso la fossa commune.
    Immediatamente i prigionieri furono portati via, confusi e sollevati, avendo nuovamente sfiorato la morte.
    Cosha ci guadagno io? Shicurezza per il mio culo dolente principalmente. - ghignò - Me l’hai messha tu la pulce quel giorno…she il Re non ci dovesshe pagare io sharò ritenuto reshponshabile e deshtituito. E nel mio meshtiere uno non va in penshione dopo essher shtato comandante generale. Nel momento nel quale approderete in Oriente, una shomma notevole di oro mi sharà resha dishponibile da una Banca locale…shempre che voi shappiate cosha shiano le banche. - scherzo con accondiscendenza mentre con un gesto faceva rientrare il tagliagole che lo aveva accompagnato.
    Lei? - fece rispondendo alla domanda di Robert prima che fosse portato via - Una shaggia fanciulla dal corpo caldo e la pelle shoffice…viaggerà anche lei con voi- sorrise passandosi la lingua sui denti.
    Sentendo quelle parole gli occhi della ragazza si arrossarono e lei si girò nel letto per nascondere il volto.
    Il comandante rise e congedò Robert
    Partite shubito queshto pomeriggio. Sho che Rorro Uharys ti mancherà -lo consolò con sarcasmo rivelando il proprio nome - Ma in quanto tuo ottavo dio, sharò shempre con te - dopodiché la porta delle vecchie stanze dei signori di Oxcross si chiusero e lui fu trascinato al piano inferiore.

    Di fronte all’ingresso del palazzo, i prigionieri erano ancora increduli mentre venivano distribuiti loro pezzi di pane e scodelle d’acqua.
    Là vicino alcuni carri coperti stavano venendo preparati con coperte, provviste e catene.
    Robert!-esclamò un suo compaesano dal naso rotto. Era stato pastore di pecore nella campagna, poi aveva risposto alla chiamata di Robert alle armi ed aveva impugnato una picca nella battaglia qualche giorno prima. Aveva il naso rotto ed un ispida, rossiccia barba incolta cresciuta nell’oscurità delle celle.
    Cosa succede? Il Re ci ha graziati? Pensavamo di vederti impiccato dal balcone del palazzo…pensavamo di vederci tutti impiccati
    Erano ora tutti all’esterno, raggruppati assieme e circondati come da un recinto di fanti armati di lancia.
    Fuori da quel recinto vi era una piccola, timida, folla di parenti o amici singhiozzanti. Fra queste persone, c’era anche suo padre con il berretto stretto in mano ed un’imponente bruciatura sullo zigomo sinistro.
    Su un carro, già stavano salendo una manciata di donne, ultima delle quali era proprio la ragazza che Robert aveva trovato nelle vecchie stanze dei Bettley. Tutte con gli occhi gonfi, rossi ma asciutti. Tutte con lo sguardo basso e le gambe tremanti.
    Sei fra i tuoi! Hai la possibilità di rivolgerti ai tuoi ex-compagni di battaglia e futuri compagni di viaggio ma anche di rivolgere delle, forse ultime, parole a papà.
     
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    "Non lo shembrashti quando per la prima ci shiamo vishti, ma shei shaggio. " Disse l'essossiano a Robert, e come risposta a bassissima voce gli rispose con un grazie spuntato tra i suoi denti.
    "Così funziona la vita, quando si abbassa la guardia anche una sedia può essere pericolosa." Ironizzò sulla frase del mercenario.
    "Capisco perfettamente, e si so cosa sono le banche, ne ho già sentito parlare." Robert in quel momento teorizzò che sarebbe tornato ad essere un mercenario o comunque uno schiavo a servizio di qualche ricco di Essos, in quel momento gli andò bene visto che l'alternativa era farsi giustiziare difronte al resto del suo villaggio, fù per un momento anche soddisfatto, grazie a quelle sue poche parole verso il comandande prima della battaglia era riuscito a salvarsi dalla una morte dolorosa.
    "Capisco perfettamente..." Disse Robert con un filo di disgusto, gli stupri erano uno dei crimini peggiori che un uomo potesse fare, e di certo quella sua compaesana, che al momento non riuscì a riconoscere, non si era gettata dalle braccia del mercenario volontariamente, ne fù felice al comprendere che anche lei sarebbe venuta con lui.
    Poi il mercenario lo congedò, dicendo che sarebbero partiti proprio quel pomeriggio rivelando anche il suo nome. "Si il mio ottavo dio, chissa se un giorno ci rivedremo mai." E mentre si faceva trascinare fuori dalle stanze pensò tra se e se Sarà meglio per te Rorro, perché la prossima volta ti ritroverai una lama nella gola.
    Fù portato in quello che sembrava essere un recinto composto da guardie armate di lancia, dove al suo interno erano imprigionati i suoi compagni di cella.
    Fù tempestato dalle domande di un suo ex soldato, una sua vecchia conoscenza di Oxcross che un tempo era un semplice pastore.
    "Oggi dovete gioire, le nostre vite sono state graziate, il nostro coraggio e la nostra abilità nel combattere sono state notate, e c'è stato proposto di diventare delle guardie ad Essos" Robert si inventò tutte quelle storie sul momento, anche perché molto probabilmente sarebbero diventati schiavi una volta arrivati nell'altro continente. "Questa era l'unica opzione, anche perché agli occhi del re siamo ancora un pericolo, ma non temete un giorno torneremo e avremo la nostra vendetta." Detto questo si congedò un secondo, avendo notato il padre tra la folla al di fuori della cerchia di guardie. Si avvicinò il più che potè, "Padre... sono stato una delusione, ho distrutto la nostra famiglia, ho fatto radere al suolo il nostro villaggio, tutto per delle stupide idee, lo so che non potrai mai perdonarmi ma sappi che tutto quello che ho fatto, l'ho fatto solamente per permetterci di scalare i gradi della società... ora devo partire, ma ti assicuro che questo non è un addio, tornerò prima o poi, e vendicherò la nostra famiglia" Aspettò che il padre gli rispondesse, con gli occhi pieni di lacrime, sapendo che molto probabilmente non lo avrebbe più rivisto.

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    [Giudizio mod + Bonus fama + Liv Competenza Inganno*4 + Liv competenza Oratoria*5 + Liv Competenza Manipolazione*3 + (Intrigo + Diplomazia + Attrazione)/6 + Affinità bersaglio/10] - [Giudizio mod*2 + Liv Competenza Controspionaggio*4 + Intrigo/3*2 + Bonus convinzione]
    [Giudizio mod + Bonus fama + 15/6 + ( -7/2 +23/5)/10] - [Giudizio mod*2 + 5/3*2]
    9+2,6 – 4*2+3,3= 0,3 Parzialmente ma proprio parzialmente riuscito.


    Le reazioni alle rassicurazioni di Robert furono quanto più tiepide. L’entusiasmo della sopravvivenza del loro leader lasciò posto ad una serie di sospiri, sbuffi e sguardi persi.
    Chi era riuscito a leggere attraverso le sue bugie non sembrò né arrabbiarsi né volerlo condividere, in fondo che senso avrebbe avuto? Era meglio fare lo sforzo di credergli forse.

    Suo padre sembrava già sapere tutto e gesticolò con gli occhi rossi di tacere al figlio
    Robert…sono solo felice di vederti intero…so tutto…io ed i tuoi fratelli siamo stati assunti per riparare armi ed armature…ho provato a chiedere la stessa condanna per te, ma…hanno detto che il massimo che potevano fare era…- provò a quell punto ad abbracciare il figlio piangendo, ma l’asta di una lancia si frappose fra di loro.
    Io ho paura che sarai tu ad odiarmi per sempre…ho paura che privarti della libertà possa farti più male…promettimi che penserai a tenerti salvo figliolo -gemette il fabbro - Tua…tua madre non ce l’ha fatta Robert…sii forte per lei, tieniti al sicuro. - lo pregò.
    Dopodiché guardò il mercenario che gli aveva impedito di abbracciarsi
    Ko-Kostìl… - chiese abbozzando la lingua degli essosiani
    Il milite sbuffò ma poi girò il capo e tolse la lancia affinché il fabbro potesse abbracciare il figlio.
    Mentre le forti braccia del padre lo stringevano un’ultima volta, sentì una mano infilargli qualcosa in tasca. Dopodiché gli baciò la fronte e con gli occhi gonfi lo salute
    Addio figlio, spero che gli Dei ti concedano una seconda vita migliore…o almeno abbastanza tempo per perdonarmi
    Ratti! Abbordo! - gridò con accento sgraziato un mercenario in piedi sopra il carro a loro destinato - Viaggiamo con fretta per arrivare veloci! Se siete lenti ci mettiamo tanto e voi scomodi! - chiamò sostanzialmente chiedendo la loro collaborazione nel porli in schiavitù.
    Partiti nel silenzio su cinque diversi carri, tutti coperti, i prigionieri erano sistemati assieme a casse malamente sprangate. Sul carro di Robert erano in venti con polsi e caviglie in catene, mentre dovevano essere in quattro i Tyroshi alla guida. Robert avrebbe potuto capire dai sobbalzi che, dopo alcune ore, avevano abbandonato la strada battuta. Avrebbe ottenuto ulteriore conferma quando la sera si sarebbero fermati nei pressi di un bosco per permettere loro di “liberarsi” i reni e gli intestine mentre i loro carcerieri mangiavano.
    Allora, il papà ti ha infilato una pepita d'oro in tasca che ti potrà essere utile in futuro. Sei senza equipaggiamento ed in viaggio. Puoi ruolare quindi pressocché una giornata di viaggio, a tua scelta se parlare con i prigionieri, i carcerieri, se provare già a fuggire o se invece far passare il viaggio tranquillo ed arrivare alla nave al prossimo post.
     
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    Quando seppe di sua madre, Robert per un secondo si sentì la gambe cedere, ma questa cosa passò subito visto che aveva già messo inconto questo scenario.
    "Certo padre, resterò vivo, e quando tornerò apriremo una nuova fucina insieme e ci faremo una nuova vita, non temere per me sono già sopravvissuto agli inferi, piuttosto vedi di restare invita te e di badare a quello che resta della nostra povera famiglia."
    Mentre abbracciava per l'ultima volta sua padre, Robert sentì qualcosa cadergli nella tasca del vestito, sapeva che sarebbe stato qualcosa di utile, ma per sicurezza non controllò immediatamente di che cosa si trattasse.
    Finito di salutare il padre senza fare resistenza salì su uno dei carri messi a disposizione dai mercenari, e si fece mettere in cante. Viaggiarono praticamente tutto il giorno, Robert non disse nulla, rimase tutto il tempo del tragitto a guardare il "pavimento" del carro, quando finalmente si fermarono e furono fatti scendere Robert subito andò a liberarsi, per un secondo pensò che sarebbe stata una cosa intelligente tentare una fuga, ma chi lo avrebbe seguito? Tutte le persone che gli erano andate dietro nei suoi piani erano puntualmente morte, e forse in cuor suo Robert preferiva andare dall'altra parte del mondo piuttosto che restare su quel continente che gli aveva recato solamente dolori, forse Essos sarebbe stata la svolta per il Liars, forse lì avrebbe avuto la sua occasione di diventare nobile e diventare qualcone, su Westeros era semplicemente diventato l'ennessimo contadino che cerca di diventare lord.
    Finito di liberarsi si mise seduto poco distante dai suoi carcerieri, non osò chiedere del cibo ma dopo giorni la fame si fece sentire di nuovo, ma di certo non voleva infastidirli, sono comunque dei mercenari che ammazzano e stuprano come se niente fosse, decise di stare buono per una volta.

    Parole:303
    In questo momento Robert sta seduto ad aspettare qualcosa.
     
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    Il viaggio, da quella breve sosta proseguì fuori dalle strade, facendo ondeggiare il carretto nel più scomodo dei modi, negando ai prigionieri una qualsiasi forma di facile sonno.

    Quando improvvisamente si fermarono, mancavano pochi minuti all’alba.
    Bravi tutti - esclamò affacciandosi il mercenario
    Ora arriva parte scomoda. - sorrise aprendo il carro e facendoli uscire.
    Una volta fuori, Robert poté vedere come tutti i carri si fossero disposti in cerchio e come, al centro di esso, fossero disposte una serie di casse aperte.
    Ora tutti fate bel respiro, sgranchitevi le ossa…preparatevi e poi entrate in una cassa. - molti sbiancarono. Ex-guerrieri e vedove, giovani e maturi, tutti furono scossi dallo stesso rigetto all’idea di entrare in quelle che potevano essere bare.
    Qualcuno dovrà condividere, ovviamente alle signore risparmieremo il supplizio…avete mezz’ora
    Ma che modo è? Sarebbe stato più semplice impiccarci ad Oxcross! Non possiamo viaggiare come fossimo ortaggi!- protestò il giovane pastore.
    Il nerbo sfrecciò dalle mani del mercenario veloce come un fulmine, attraversando il volto del giovane, il quale arretrò stordito ma non cadde, spingendo il mercenario a colpirlo una seconda volta sulla testa, stavolta spingendolo definitivamente in sottomissione.
    Shush! - sputò il loro “contrabbandiere” - di voi servono braccia e gambe, nessuno importa se arrivate con pezzi di faccia mancanti. Fate quello che dico. Lamentatevi solo con i vostri Dei.
    Il giovane, sangue sgorgante sia dal cuoio capelluto che dal labbro lacerato, fu sollevato di peso e calato in una delle casse senza che levasse un lamento. Quello sembrava il loro destino: obbedire o sanguinare.
    Così, il viaggio si fece ancora più scomodo per Robert, dal dover sopportare catene ai polsi e caviglie ed un terreno accidentato, dovette passare a dover vivere quelle stesse condizioni perennemente accucciato e curvo, respirando attraverso lo spazio che separava le assi di legno e la paglia come sua compagna ad “ammorbidire” le pareti della sua gabbia ed assorbire l’umidità.
    Non ci sarebbe potuta essere privazione più assoluta di libertà, quasi negazione di vita. Una merce trasportata in una cassa, Robert avrebbe rapidamente perso la cognizione del tempo o dello spazio, udendo poche voci…lamenti zittiti dai loro “proprietari”.
    Che l’esperienza gli annientasse la persona o alimentasse i carboni del desiderio di libertà avrebbe avuto poca importanza finché ci fossero stati chiodi a tenerlo serrato in un cubo di legno.

    Quando improvvisamente sentì il rumore di un piede di porco aprire le varie casse, era passato molto tempo, ma il volto a salvarlo da quell’inferno non fu quello di una guardia, ma il solito mercenario straniero.
    Ora siete liberi di mangiare, bere e pisciare, ma per fare quest’ultima dovete essere accompagnati tre per volta sul ponte. Presto vi distribuiremo da mangiare, là trovte alcuni secchi di acqua dolce.
    Come gli occhi del Liars si abituavano alla penombra dell’ambiente, realizzò che si trovavano nella stiva di una nave, una volta uscito dalla cassa divenne ancora più ovvio l’ondeggiare del pavimento.
    Ora siamo in mare aperto per alcuni giorni, non appena dovremo rifare porto tornerete dentro, chiaro? Non sprecate questo tempo. Ma soprattutto ricordate che provare a fare sciocchezze adesso che avete le ossa a pezzi e siamo nel bel mezzo del mare non vi porter da nessuna parte.
    E così questa sarebbe stata la vita di Robert? Sarebbero passati sei giorni prima del ritorno nelle casse per una prima tappa, poi altri cinque e poi ben altre due settimane!
    La dieta fu inizialmente la solita pappa di farina, grano, orzo ed avena, ma successivamente iniziarono persino a preparare loro delle zuppe con gli avanzi del pesce e a ricompensare chi si occupava di tenere pulita la stiva con porzioni di birra e frutta.
    Vedevano poco il sole, solo quando venivano accompagnati sul ponte per liberarsi. Quando si fermavano nei porti venivano chiusi nelle casse e seppelliti sotto altre merci più legittime in caso le autorità portuali avessero deciso di controllare il carico. Cosa che, per le prime due tappe, non sarebbe successa.
    Una cosa alla quale avrebbero senz’altro potuto fare caso, sarebbe stato il drastico aumento delle temperature, inequivocabile segno della loro direzione meridionale.
    Visto l'indicazione di generale "boncittinaggine" (toscanismo autorizzato), ti do la possibilità di ruolarti l'intero infernale viaggio fino all'ultima tappa a Westeros (Plankytown anche se Robert non può saperlo).
    Puoi interromperlo quando vuoi (non devi per forza arrivare fino a destinazione), socializzare con i compagni schiavi, con la ciurma occidentale che ha acconsentito apartecipare nel vostro contarbbando od i mercenari schiavisti.
    Map_of_Westeros_23
    Ad arrivare all'ultima tappa impieghi 25 giorni.
    Scadenza 6/11
     
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    Condottiero

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    Dopo esser risalito sul carro, Robert tentò di prendere sonno, cosa che gli fù negata visto che a quanto pare presero una strada molto sterrata che fece ondeggiare il carro per tutto il tempo, rendendo una dormita impossibile.
    Ad un certo puntò il carro si fermò, e una voce l'intimò di scendere. Una volta fuori Robert potè vedere cosa lo aspettava, si ritrovarono in un recinto fatto dai carri e al suo interno delle casse aperte. "Ora tutti fate bel respiro, sgranchitevi le ossa…preparatevi e poi entrate in una cassa." Robert ebbe un brivido, sapeva che ad un certo punto sarebbe arrivata questa parte, ma non avrebbe mai creduto che quelle sarebbero state le sue casse.
    "Ma che modo è? Sarebbe stato più semplice impiccarci ad Oxcross! Non possiamo viaggiare come fossimo ortaggi!" Robert sentì il giovane pastore lamentarsi, cercò di avvicinarsi per zittirlo prima che qualcuno gli facesse qualcosa, ma un mercenario fù più veloce e lo mal menò facendolo cadere a terra, mentre il mercenario si lamentava ad alta voce, Robert gli diede una mano ad alzarsi.
    Senza lamentarsi Robert si calò in quella che sarebbe stata la sua cabina per molto tempo, prima di entrare si liberò per bene sapendo che una volta entrato non avrebbe avuto occasione per andare a fare i suoi bisogni, prese una boccata d'aria e si fece siggillare dentro.
    Privato della luce solare e di altri strumenti perse velocemente la cognizione del tempo, inizialmente la sensazione di essere rinchiuso in quella bara non lo fece prendere sonno, ma dopo un po si abituò alla mancanza d'aria e alla perdita di qualsiasi rispettabilità divenuto ormai pari ad una cassa di mele.
    Si era appena svegliato che un rumore catturò la sua attenzione e improssivamente la cassa fù aperta, la faccia che vide fù quella del solito mercenario, volto che nel corso del viaggio aveva imparato ad odiare.
    "Ora siete liberi di mangiare, bere e pisciare, ma per fare quest’ultima dovete essere accompagnati tre per volta sul ponte. Presto vi distribuiremo da mangiare, là trovte alcuni secchi di acqua dolce." Robert per un momento gli parve di essere di nuovo libero, poteva finalmente essere un essere vivente, essere vivente schiavo ma comunque un essere vivente.
    Passò quei giorni in mare finalmente in pace, non aveva mai solcato i mari su una nave, e anche se passò la maggior parte del tempo nella stiva, gli parve anche di avere dei momenti di pace in quello che da tempi era diventato un inferno di vita.
    Robert in quel tempo ebbe anche l'occasione di scambiare qualche chiacchiera con i suoi compagni di disavventura, ma non si andava oltre ad uno scambio di battute, nessuno aveva voglia di parlare, sopratutto con l'uomo che li aveva portati in quell' inferno.

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    Alfiere

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    Attraverso le settimane, Robert ed i suoi conterranei diventarono sempre meglio acclimatizzati all’identità di merce, nascosti nelle casse durante i controlli a Plankytown e cambiati di nave da qualche parte nelle Stepstones. Da quel momento in poi Nessun marinaio parlò più la loro lingua, si fecero anzi più rudi ed esaurì la necessità di tener loro come carico segreto. Negli ultimi giorni di tragitto, Robert vide le sue mansioni aumentare di pari passo con la rigidità dei suoi “proprietari”.
    Se i mercenari li avevano tarttati come bottino vinto in battaglia, dopo il passaggio di mano si trovavano improvvisamente normalizzati:schiavi come tanti altri, uguali a coloro che erano tali dalla nascita.
    Sorprendentemente smisero di parlare anche fra loro, gli ex concittadini. Era rancore per il fat oche aveva seguito la loro ribellione? O era solo per evitare di ricordarsi la vita che aveva preceduto la cattività? In fondo sarebbe stato forse meno doloroso vivere da schiavo senza mai aver conosciuto la libertà. Per molti degli uomini che un tempo avevano seguito Robert, dimenticare era più semplice.

    Quando infine il sole albeggiò da dietro la sagoma di un grande porto, il nuovo capitano, un uomo dalla pelle ambrata con una lunga barba raccolta in una treccia, li fece portare tutti sul ponte.
    Jurnegon! Se rōvēgrie oktion hen gevives se ōños! - proclamò a pieno petto da dietro il timone.
    I marinai liberi esultarono ed iniziarono a cantare
    Oregon issa va, issa rōvēgrie oktion. Issa jorrāelagon iksos aōhon, issa ānogar iksos aōhon, issa nykeēdar iksos aōhon
    Nel mentre passarono da ogni schiavo per cingere i polsi a pesante catene.
    Tolvie vala iksos byka naejot ao. Myr hen ōños se jaqiarzir.
    Tolvie vala iksos buzdari naejot ao. Myr hen dōron se embar.

    Il significato di quelle parole sfuggiva ad ognuno di loro, ma quando anche attorno ai polsi di Robert si chiuse di scatto l’acciaio che lo avrebbe legato alla catena, avrebbe notato come qualcuno dei “suoi” provasse a mimare, imitare il canto degli essosi. Come se intonare la loro melodia potesse rendere più semplice l’ingresso nel loro mondo.
    Ao issi dāez se sīr issi īlon. Myr hen āeksion se brāedāzma.
    Naejot mazverdagon ao dāez īlon issi aōha buzdari. Myr hen korzion se belmon.
    -
    Quell oche poteva carpire da quei canti, era che le alti torri d’avvistamento, gli imponenti moli affollati da variopinte vele, gli opulenti palazzi…apparteneva tutto a Myr. Ora anche lui.
    Arrivi il 25 Dicembre a Myr!
    10 +1 lunghezza +2 Mod +1 Interazione -10% ritardo= 13 p.e.
    Ottieni 1 Punto marzialità

    Affinità:
    Mercenari: -4
    Schiavisti: -3
    Rorro Uharys: -5
    Oxcross: +2
    Schiavi: +2

    Perdi tutto l'inventario (compresi i soldi) e ottieni 1 Pezzo d'oro da tuo padre, tienilo ben nascosto!
     
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