Il Nero Capuccio

Quest Erwin Banefort

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    5 Novembre

    Dopo più di due giorni di cavalcata, Erwin ed il suo seguito tornarono finalmente a salire l’alto colle sul quale svettava il Banefort con le sue alte torri. Come un promontorio in un mare di nebbia. Minaccioso per molti, per Erwin e quegli uomini era casa.
    Ma non c’era gioia nell’aria, non c’erano arazzi spiegati ad accoglierli per i loro successi nel pacificare il feudo, né era uscita la corte ad acclamare il loro rientro ai cancelli o nei cortili frontali.
    Fu solo suonato un corno mentre si avvicinavano alle mura, un corno per fare aprire i cancelli appena per farli entrare e poi subito richiuderli alle loro spalle.
    Gli arazzi erano coperti da scure lenzuola che offuscavano il simbolo del casato, le bandiere sulle torri erano alzate solo a mezz’asta, i soldati che li accolsero si limitarono ad un contenuto
    -“ Bentornato mio signore Erwin. ” e ad un cenno di rispetto a Ser Hill.
    Il cavaliere non offrì spunti ad Erwin, sembrava che il verbo gli fosse morto in bocca da quando il corno dell’ingresso aveva suonato.
    I guerrieri cavalcarono immediatamente verso gli accampamenti fissi all’interno delle mura, mentre Ser Hill si offrì di accompagnare il giovane erede del castello fin di fronte alle sale della famiglia.
    Ad attenderli, in piedi sui gradini di fronte al portone ed ammantata da una lunga veste nera che il vento gonfiava e faceva ondeggiare come gli stessi arazzi coperti, era sua madre: Lady Mirella Westerling-Banefort.
    Non appena Erwin smontò di cavallo lei gli si avvicinò immediatamente seguita da una giovane ancella.
    Figlio mio… - disse quasi solenne allungando la mano per carezzargli il volto. I colori dei capelli e degli occhi erano decisamente diversi da quelli di Jayna, ma ora era impossibile non notare tutte le evidenti testimonianze della loro parentela. Una lacrima tradì l’impostazione fredda della madre.
    Tuo padre ha ordinato il silenzio di ogni chiacchiera nel suolo del castello…gli farà bene vederti, eravamo talmente preoccupati… - gli occhi della madre si arrossavano con ogni parola mentre lei combatteva per mantenere la finzione di imperturbabilità
    Mia signora - mormorò l’ancella, preoccupata dai timori della signora
    Accompagna Ser Hill da Ser Ricwilthy, Ana…dev’essere informato e compensato. - la interruppe Lady Mirella incrociando solo un momento lo sguardo del cavaliere. Il quale, confuso ed inquietato, obbedì silenziosamente, lasciando madre e figlio da soli di fronte all’antica dimora del casato.

    Hatrax Rieccoci a casa! Pessima atmosfera, ma almeno c'è mamma ad accoglierti.
    La scadenza è a 7 giorni da oggi, quindi il 15/12. Puoi ruolare il viaggio come meglio ti aggrada fino all'arrivo
     
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    Erwin Banefort • 11 ottobre 285 A.A., mattino inoltrato • Vecchia Spiga, Westerlands • The aftermath
    I viaggiatori spesso si perdono nei propri pensieri. Forse perché, probabilmente, la realtà lascia spesso posto all'immaginazione che oltre gli occhi, e gli altri sensi, spinge la coscienza all'avventura. Viaggiare significa anche sapersi annoiare e vivere nell'attesa, per questo molto spesso è la fantasia a farla da padrona. Così come spesso intervengono pensieri e ricordi cupi. A ricordare ai viaggiatori l'obiettivo potrebbe essere una voce, una chiacchierata con qualcuno. Fu da molti pensieri che Erwin si scosse durante il viaggio di ritorno. Normalmente l'andata, che spesso è una tratta ignota in un viaggio, risulta inspiegabilmente molto più lunga del ritorno. Per questo motivo quella tratta di due giorni che separava Castamere da Banefort risultò nella percezione collettiva ancor più breve. I cavalieri avevano avuto modo di riposarsi ed Erwin aveva cavalcato in testa alla colonna per tutto il tempo accompagnato dal prode e fidato ser Hill.

    Quando giusero al castello di Banefort trovarono un'atmosfera asfittica. L'aria era così pesante che si poteva percepire ed appesantiva l'animo dei ritornanti. Erwin guardò con gli occhi azzurri il castello preparato al lutto. Non ne capì immediatamente il motivo ma un sospetto gli venne a pesare il cuore. Fortunatamente la prima persona che vide fu la sua amatissima madre ed immediatamente il cuore si alleggerì. Scese dal cavallo: la lady del castello lo attendeva quasi all'ingresso. Gli uomini portarono dentro il carro con le provviste residue ed il corpo dell'unico cavaliere caduto in battaglia.
    Erwin sentì il tocco della madre sul viso e chinò leggermente il capo come per accogliere il gesto materno.
    «Madre... » Disse semplicemente mostrando sul volto la cicatrice: eredità della sua prima battaglia. Capì che c'era una questione urgente da risolvere.

    «Entriamo pure all'interno» Intimò facendo strada verso l'ingresso della fortezza residenza del Lord. Quando finalmente furono entrati si rivolse nuovamente alla madre.
    «Cosa è accaduto?» Chiese con sguardo pieno di preoccupazione.


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    Lady Mirella Westerling • 5 Novembre 285 A.A, attino inoltrato • Banefort, torrione secondario


    Non fù quel gran tragitto, c'era un qualcosa di cupo che doveva aplesarsi a breve.
    Era chiaro, c'erano tutti i segnali ... e sua madre temporeggiava.
    Cosa è accaduto?
    Vieni
    Quell'attesa sembrò avere fine solo una volta arrivati sotto il torrione secondario, illudendosi che quel luogo fosse piu protetto se confrontato con la soglia di casa.
    Ma poteva essere realmente così?
    C'era un punto dove quei discorsi avrebbero arrecato meno disturbo?
    Sei diventato un uomo ... a suo modo ti dona sai?
    Espresse la madre con fare a suo modo dolce, alla ricerca disperata di qualcosa di cui essere orgogliosa mentre osservava per la seconda volta la cicatrice sul volto del figlio.
    Sono arrivate notizie da Approdo ... temporeggia prima di trovare il coraggio piu che le parole in sè Il Re ha deciso che tuo padre vivrà e manterrà il feudo ma dovrà pagare pesanti debiti di guerra ... una brutta notizia ma tutto sommato poteva andare peggio, molto peggio Sono stati giustiziati tuo zio Daemon e ora tua zia Shayla è vedova con Valle del Corno sotto il dominio dei Tyrell non è certo cosa succederà ... casa Westerling invece ha perso tutto.
    A quel punto sua madre si fermò, forse non aveva nemmeno finito la lista delle disgrazie, ma era già abbastanza.
    Pur avendo mantenuto la dignità ed il portamento, si sentiva però "quacosa" sotto la superficie, lo sforzo disperato di mantenere il controllo.
    Tuo padre ... tuo padre è presso l'altare,
    fà tanti discorsi, propositi, persino giuramenti ... è totalmente perso e chiuso in se stesso

    A quel punto la madre afferrerebbe il braccio del figlio
    Ho provato in ogni modo a smuoverlo, toglierlo dal buio in cui si e rintanato ma non ci sono riuscita
    La madre cominciò a piangere
    Ha bisogno di sentirsi dire che qualcosa è andato bene, che andrà bene ... solo lui?
    Lui ha bisogno di te ... ha bisogno di vedere un futuro

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    Evviva le novità
     
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    Erwin osservò ed ascoltò la madre. Dapprima gli parve che la madre avesse un accento di disperazione nella voce. Non era abituato a vedere la madre come una donna forte: per lui era sempre stato un rifugio infantile ma mai una vera e propria ancora. Non aveva mai visto nella figura materna ciò che vedeva nel padre. Un baluardo che desse certezze, anche quando esse scarseggiavano. Erwin, però, era sempre stato molto fervido nell'immaginazione ed altrettanto era scrupoloso nell'analizzare le questioni. Sapeva quindi, molto bene, che in molti casi chi esprimeva certezze di qualche tipo andasse contro la realtà dei fatti ma ciononostante si rassicurava in quell'autoritarismo intellettuale piuttosto che nel caldo abbraccio materno.
    Ebbe comunque piacere che la madre, a modo suo, lo consolasse riguardo la cicatrice che c'era sul suo volto. Sulla situazione politica rimase impassibile ad ascoltare le notizie che la madre gli presentava. Lady Mirella gli parve sul punto di scoppiare in lacrime. Lo zio di Erwin era morto e sua moglie presa prigioniera.

    «Sono già a conoscenza delle disgrazie di casa Westerling. Lo trovo ingiusto e vorrei evitare che ne approfittasse qualcun altro all'infuori di noi. Sfortunatamente non ho potuto impedire che si consumasse una tragedia politica.» Erwin era uno stratega, un comandante, non un politico. Sapeva bene che l'arte della politica era importante ma non aveva potuto fare nulla di diverso che non fosse chinare il capo ed assecondare quella situazione.
    Lasciò che sua madre si avvinghiasse al suo braccio. Era chiaro che in quel momento soltanto lui poteva risollevare le sorti di una casata vittima di scelte sbagliate. Accarezzò i capelli castani di Lady Mirella.

    «Non devi temere, le cose andranno meglio adesso. Cambierà tutto.» Disse infine e senza più dire niente scostò dolcemente la madre che piangeva per recarsi all'interno. Trovò suo padre presso l'altare nella cappella del castello, laddove la madre gli aveva detto che l'avrebbe trovato.

    «Padre.» Lo chiamò con fare neutrale. Era pur sempre un soldato che tornava da una guerra. Aveva tolto l'elmo ed ora lo teneva nell'incavo del braccio sinistro.


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    Lord Quenten Banefort • 5 Novembre 285 A.A, attino inoltrato • Banefort, Altare degli incappucciati


    «Padre.»
    Rimbombò il richiamo del figlio nella cripta dove riposavano i Re Incapucciati di ere passate, i Re le cui raffigurazioni su pietra dava l'impressione che fossero ancora li, in silenzio, a giudicare come solo lo Sconosciuto fà.
    La luce in quel luogo era sempre stata poca, ma quel giorno vi erano decine e decine di candele accese e grondanti di cera fusa e poi rappresa che davano un'atmosfera diversa, ma non certo lieta. Una sorta di cerimonia funebre, dove al centro di quella cerimonia non vi era nemmeno un cadavere su cui piangere, ma solo uno stemma, quello di zio Daemon, una variante di casa Banefort, con il cappuccio rosso invece che nero ... una variante che si era concesso di diritto quando una ventina di anni prima era stato investito del titolo di cavaliere.

    Vieni avanti Erwin!
    Lord Quenten gli dava le spalle, inginocchiato davanti all'altare nero, in armatura e la sua voce nascondeva ira e frustrazione.
    Vieni avanti e raccontami della tua vittoria
    E di seguito, rimasticando a tono basso
    Io ho ben poco da dirti: "tua madre" ti avrà già raccontato delle novita giunte da Approdo
    Il tono era quello solito del padre che aveva litigato con la madre, di non detti che fremevano nel voler uscire di bocca come un fiume in piena.

    -220 parole

    Lutti e fratture in famiglia?
    Come porsi con il padre?
     
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    Erwin capì il momento. Capì, o ebbe tale presunzione, che suo padre fosse sconvolto. Da cosa, però, v'era da chiedersi. Erano state, in fondo, le loro scelte a trascinare la casata sull'orlo del baratro. Dunque in quell'istante Erwin non lesse soltanto lo sconforto per coloro che avevano perso la vita, per la situazione in cui la casata si trovava in quel momento, ma anche per le colpe che loro stessi avevano. Dunque, riporre tante speranze nel loro unico figlio, era un modo per esorcizzare le loro colpe? Dovevano credere che il futuro sarebbe stato migliore di come loro avevano gestito il presente? In sostanza, tante domande, a dire il vero di fine psicologia, affollavano la mente di Erwin che osservava il suo malinconico padre chiedere dell'impresa che gli aveva delegato.

    Così Erwin si schiarì la voce ed iniziò il proprio resoconto.
    «Il percorso che ha portato al nostro avvicinamento a Vecchia Spiga è stato non poco agevole. Durante il percorso siamo riusciti a sorprendere una pattuglia di disertori e soccorrere un mercante in difficoltà. Grazie all'astuzia siamo riusciti a procedere abbastanza spediti e senza dover affrontare battaglie.» Concluse quella prima parte per poi entrare nel vivo.

    «Nel decimo giorno di ottobre abbiamo assaltato il villaggio fortificato di Vecchia Spiga, nelle terre dei Westerling. Come prestabilito, l'avanzata del nostro battaglione è proceduta dalla foresta a Sud del villaggio. Dopo poco dal nostro arrivo ci siamo resi conto che l'esercito dei Westerling, ben più numeroso del nostro, si preparava ad assediare il portone. Ho convenuto che la strategia migliore fosse quella di accerchiare il villaggio per escludere ogni possibile via di fuga a seguito della scontata irruzione delle forze dei Westerling. Abbiamo dato battaglia nei pressi del colle che sovrastava il villaggio. La sortita è stata un successo ma abbiamo riportato un caduto.
    Successivamente abbiamo scoperto un tunnel sotterraneo che conduceva dal colle direttamente al villaggio. In quell'angusto spazio ho affrontato e catturato personalmente il capo dei rivoltosi che, come prevedibile, ha tentato di fuggire.»
    Durante il breve racconto di quegli attimi Erwin non mostrò un particolare orgoglio. Sapeva di aver avuto una parte relativamente marginale nella storia. Se l'esercito dei Westerling non fosse giunto contemporaneamente a loro probabilmente le sue azioni sarebbero state diverse.

    «Come dicevo, il nostro gruppo ha perduto un uomo in battaglia ed io stesso sono rimasto ferito. Abbiamo poi passato diversi giorni a Vecchia Spiga, dopodiché, come da comunicazione tramite corvo, ho scortato mia cugina Jayna, che guidava il gruppo dei Westerling, a Castamere. I prigionieri sono stati presi in custodia dai nostri alleati. Nel viaggio di ritorno non c'è stato nulla che valga la pena riportare. Questo è quanto, padre.» Concluse infine il racconto.


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    Lord Quenten Banefort • 5 Novembre 285 A.A, attino inoltrato • Banefort, Altare degli incappucciati



    Il percorso che ha portato al nostro avvicinamento a Vecchia Spiga è stato non poco agevole. Durante il percorso siamo riusciti a sorprendere una pattuglia di disertori e soccorrere un mercante in difficoltà. Grazie all'astuzia siamo riusciti a procedere abbastanza spediti e senza dover affrontare battaglie.
    Mfh il padre non interruppe il procedere del figlio nel racconto, ma quel verso mostrava già una certa insofferenza, come se qualcosa lo urtasse.
    Nel decimo giorno di ottobre abbiamo assaltato il villaggio fortificato di Vecchia Spiga, nelle terre dei Westerling. Come prestabilito, l'avanzata del nostro battaglione è proceduta dalla foresta a Sud del villaggio. Dopo poco dal nostro arrivo ci siamo resi conto che l'esercito dei Westerling, ben più numeroso del nostro, si preparava ad assediare il portone. Ho convenuto che la strategia migliore fosse quella di accerchiare il villaggio per escludere ogni possibile via di fuga a seguito della scontata irruzione delle forze dei Westerling. Abbiamo dato battaglia nei pressi del colle che sovrastava il villaggio. La sortita è stata un successo ma abbiamo riportato un caduto.
    Successivamente abbiamo scoperto un tunnel sotterraneo che conduceva dal colle direttamente al villaggio. In quell'angusto spazio ho affrontato e catturato personalmente il capo dei rivoltosi che, come prevedibile, ha tentato di fuggire.

    Il respiro profondo del padre mostrava somiglianza con quello delle braci vive su cui veniva buttata dell'acqua.
    Come dicevo, il nostro gruppo ha perduto un uomo in battaglia ed io stesso sono rimasto ferito. Abbiamo poi passato diversi giorni a Vecchia Spiga, dopodiché, come da comunicazione tramite corvo, ho scortato mia cugina Jayna, che guidava il gruppo dei Westerling, a Castamere. I prigionieri sono stati presi in custodia dai nostri alleati. Nel viaggio di ritorno non c'è stato nulla che valga la pena riportare. Questo è quanto, padre.
    Bene ...
    Sembrava quasi rammaricato dal racconto del figlio, al punto da abbassare la testa come se si fosse arreso.
    Vieni qui vicino a me, siediti e detto questo si alzò, andandosi a sedendosi su una panca li vicino.
    Lo sguardo di Lord Quenten andò a cercare la figura brevemente:
    il segno della ferita era evidente ma non grave.
    Erwin, tu non sei un semplice soldato che fá rapporto, tu sei "mio figlio" e con me devi esprimerti in modo più ampio, persino audace!
    A quel punto tornò a guardare l'altare
    Tuo zio e morto, io avrei potuto seguirlo ... una smorfia di disgusto e rabbia si dipinge sul suo volto E il resto della tua famiglia ... non completa nemmeno la frase.
    Eppure non arriva al punto, forse non è cosa che sia lui a dover esprimere
    Dimmi, "tu" saresti stato pronto?
    Come avresti guidato la tua famiglia dopo quanto successo? Nel momento piu buio della sua storia?

    Stà cominciando ...
     
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    Fino a quel momento non c'era mai stato veramente un punto d'incontro tra Erwin e suo padre. Ciò poteva essere imputato sicuramente ad una questione caratteriale ma anche al fatto che il rampollo di casa Banefort fosse cresciuto con un'educazione molto rigida. Fino a quel momento suo padre gli era sempre parso un insegnante più che un genitore, e questa sensazione l'aveva avuta anche prima della partenza per la sua missione. In fondo al proprio cuore Erwin sapeva bene di volersi distinguere nel campo militare. Si trovava molto a suo agio ad elaborare strategie, a giocare psicologicamente col nemico, piuttosto che affrontare la politica. Tutta quella questione gli suonava nella testa come uno squillo sibilante e fastidioso. Suo padre sembrava teatralmente agitato, molto più fragile del previsto.

    Il padre gli intimò di sedersi accanto a lui ed Erwin obbedì posando l'elmo sulla panca accanto a sé. Non seppe cosa ribadire alle parole di autocommiserazione del lord. Sapeva bene in che situazione si trovavano. Gli occhi azzurri di Erwin si soffermarono attentamente sul padre che gli chiedeva se fosse stato pronto. Cosa significava davvero?

    «Tu non capisci, non è vero?» Gli chiese improvvisamente affilando lo sguardo e passò a guardare l'altare-

    «Quando si inizia qualcosa, si dev'essere pronti a tutto. La nostra famiglia ha pagato il tributo delle proprie scelte. Sul campo di battaglia non si lancia la cavalleria immediatamente alla carica ma si aspetta il momento giusto.» A quel punto tornò a guardare il padre.

    «Probabilmente non sono pronto a guidare la nostra famiglia. Per rispondere, però, alla tua domanda se toccasse a me oggi non farei assolutamente nulla.» Concluse cercando di trovare la fermezza nel proprio cuore. Era dispiaciuto per il momento ma non visse quegli istanti con particolare trasporto. Ricordava benissimo l'annuncio che gli fu fatto quando la propria casata entrò in guerra. Già in quel momento si era preparato alle conseguenze, anche di essere chiamato egli stesso al proprio dovere. Dunque il tributo di sangue che avevano pagato gli parve la cosa più naturale del mondo. Lo sconvolgimento del padre denotava la sua poca concretezza e preparazione, soprattutto la poca consapevolezze delle proprie scelte.


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    Lord Quenten Banefort • 5 Novembre 285 A.A, attino inoltrato • Banefort, Altare degli incappucciati



    «Tu non capisci, non è vero?»
    L'uomo sgrano gli occhi e rimase ammutolito, sorpreso dall'uscita del figlio Come?
    «Quando si inizia qualcosa, si dev'essere pronti a tutto. La nostra famiglia ha pagato il tributo delle proprie scelte. Sul campo di battaglia non si lancia la cavalleria immediatamente alla carica ma si aspetta il momento giusto ... Probabilmente non sono pronto a guidare la nostra famiglia. Per rispondere, però, alla tua domanda se toccasse a me oggi non farei assolutamente nulla.»
    Mfh ...quanto hai preso da tua madre non sembrava un complimento affettuoso però e torno a guardare l'altare
    Sarebbe cosi facile scoprire se la tua è prudenza o vigliaccheria ... e tornando a rivolgersi al figlio
    Dovresti solo guardare negli occhi in lacrime una delle tue zie e dirgli che non faresti assolutamente nulla, che devono attendere mentre vengono umiliate. poi gli punta il dito contro
    "Tu" lo vorresti un padre che dice questo al proprio figlio?
    Vorresti qualcuno che ti abbandona ai capricci funesti del destino?

    era una domanda pericolosa a cui rispondere, se rispondere era saggio visto che la questione andava a toccare valori con radici molto profonde, che andavano oltre la logica.
    Tu discendi da RE che combattevano anche da morti!
    Poi fece segno con la mano di lasciar perdere.
    Su una cosa la pensiamo uguale:
    Tu non sei pronto, ma devi diventarlo! ... prima che capiti qualcosa a me ...

    E stavolta sembrava quasi irritato nell'esprimersi, ma lasciando sottinteso qualcosa, preoccupazione o già macchinava azioni che rischizvano di portarlo alla morte?
    Fissò l'altare in modo distorto, cercando di visualizzare un futuro per quanto nero fosse.
    Hai dimostrato un certo valore, ma sei ancora acerbo ... cosa ti serve per maturare?
    Se devi proporre qualcosa per il tuo futuro dillo ora o lo deciderò da solo.
     
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    Erwin non aveva idea di che cosa suo padre intendesse veramente. Le sue parole, poste in frasi una dietro l'altra, erano quasi tutte domande retoriche. Mai nella sua vita avrebbe creduto di poterlo vedere in uno stato tanto confusionale. Un uomo, dalla grande responsabilità, Lord del castello e della terra ivi circostante, erede di una dinastia che governava da secoli, destinatario di un vero e proprio patto di potere, che cedeva così facilmente ai sentimenti.
    Ciò che il padre non riusciva a comprendere è che aveva perso. Perdere una guerra non è esattamente come perdere una partita a scacchi. Una battaglia è più simile al campo della scacchiera, ma una guerra è complessa ed ha dei costi esorbitanti: in cibo, in tributi, soldi e vite umane (per quanto quest'ultime contino). Il problema è che il popolo può accettare una guerra, con la giusta causa, ma troppe guerre ravvicinate nel corso di una sola generazione di uomini può veramente distruggere una dinastia. Non si tratta solo del Re che siede sul trono di Spade, che pure potrebbe essere un problema di natura più politica, ma la natura stessa di un Regno, indipendentemente da quanto esso possa essere piccolo, si regge su pilastri sociali. Questa concezione di una base caratterizza un insegnamento: il sovrano fa ciò che vuole, dispone di tutto e tutti nel proprio dominio, fintanto che ha l'appoggio della maggioranza (ed in questo termine si leggano consiglieri, nobili, esercito e perfino la gleba). C'è un limite alla sofferenza che la gente è disposta ad accettare per servilismo o lealtà.

    Ora, analizzando la situazione Erwin non aveva ben presente la condizione delle finanze di Banefort. Ciò che sapeva era che certamente molto si era speso e non si navigava nell'oro, dunque se non v'erano debiti era probabile che il patrimonio fosse risicato. In termini di vite umane la milizia era scarna e per rimpinguarla ci sarebbero voluti diversi anni, salvo far ricordo a mercenari (il che avrebbe rimandato al problema precedente). La produzione di materie prime da parte di Banefort com'era? L'avvio di una campagna portava via molte materie prime a cominciare banalmente dal metallo con cui equipaggiare la milizia, ed anche qui si poteva ovviare col denaro, ma il cibo era un'altra questione. Dipendeva infatti dai momenti, da quanto ce n'era e soprattutto privare nuovamente i contadini di una larga parte dei loro raccolti, gli allevatori di larga parte del bestiame e così via avrebbe generato nuovamente malcontento (ammesso che avessero abbastanza da dare all'esercito, dal momento che tale sacrificio v'era stato appena qualche tempo prima).

    Dunque Erwin osservava il padre come si guarda qualcuno incapace a governare. Inaudito, inaccettabile. Voleva un'altra guerra? Aveva forse un piano segreto? Certo, se suo padre aveva accumulato ricchezze in un covo segreto di cui solo lui sapeva l'esistenza allora Erwin sarebbe stato pronto a ricredersi seduta stante. Dal momento in cui, però, non sembra esattamente così, non aveva idea di dove volesse andare a parare. Suo padre non solo non aveva accettato i sacrifici della propria famiglia, ma era pronto a perdere tutto.
    In fondo, Erwin, tutto questo lo capiva bene. Capiva l'orgoglio del padre, il desiderio di rivalsa, ma mai come in quel momento bisognava essere responsabili e non concentrarsi solo sulle proprie sofferenze.


    «Tutti hanno pagato un prezzo alto, non solo le mie zie.» Rispose duramente Erwin ormai entrato nell'ottica di dare una nuova prospettiva al padre anche a costo di affrontarlo a duro muso.

    «Sei sempre stato un uomo giusto, un lord saggio. Tutto ciò che so lo devo a te ed ai precettori da te scelti, non voglio credere, padre, che tu non veda quello che vedo io. Siamo in ginocchio con una lama puntata alla gola, anche il solo alzarci farebbe scivolare la lama in profondità. Dunque, sebbene nel profondo abbia il tuo stesso desiderio, la vendetta dovrà aspettare.» Il tono di Erwin divenne risoluto come se la sua fosse una decisione più che una supplica, come se parlasse già da Lord ad un consigliere.

    «Se vogliamo avere la meglio, la nuova generazione deve avere una formazione adeguata. A Banefort ho imparato tutto ciò che potevo. Se me lo concederai, mi recherò altrove a completarmi. Quando tornerò, le condizioni cambieranno: uniremo l'Ovest sotto una sola bandiera, prenderemo ciò che ci spetta e quando saremo pronti il Re non potrà più ignorarci. In un modo o nell'altro, porteremo nuovamente gloria a Banefort e vinceremo.» Concluse convinto delle proprie parole.


    CITAZIONE
    Status fisico: Illeso
    - Vita: 93/93
    Status mentale: illeso/normale
    Equipaggiamento in uso/indossato:
    - Daga di Ferro (Intatta)
    - Corazza di Ferro (Intatta)
    - Bracciali di ferro (intatti)
    - Elmo di Ferro (intatto)
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    Lord Quenten Banefort • 5 Novembre 285 A.A, attino inoltrato • Banefort, Altare degli incappucciati


    A "noi" cosa interessa degli altri?
    È delle mie sorelle che si parla!

    Ribattè il Lord che in quel momento mancava forse di empatia e lungimiranza!
    Anche il solo alzarci ci ucciderebbe dici ...
    Ripetè quelle parole con rabbia e forse senza nemmeno accorgersi del gesto tornò in piedi, nervoso
    Dovremmo sopportere le frustate, il torto dell'oppressore ed il disprezzo che il paziente riceve dagli indegni?
    Quanto chiedeva il figlio al padre?
    Tutto!
    Un padre che probabilmente avrebbe preferito la bella morte a quel vivere.
    E li la bilancia cominciò a dondolare fra uomo e padre.
    Non per ragione di certo, forse per amore di chi veniva dopo, forse per speranza pendette dalla parte di quest'ultimo.
    Volevo proporti altro, ma se saprai tradurre le intenzioni in idee ti darò fiducia e anche un piccolo dono: " mettiti in ginocchio"
    Sfoderò la spada fronteggiandolo, mettendo alla prova il figlio:
    Avrai quattro mesi, ma che intendi farci esattamente?
    Un matrimonio?
    Accordi con altre casate?
    Non mi basta il tuo "completarti", ogni passo dev'essere un guadagno anche per questa famiglia.





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    La quest ha raggiunto il 100% do rotardo pertanto viene chiusa

    Erwin ottiene:
    Punti Esperienza 0
    Prestigio +2
    Affinità Lady Mirella +3
    Affinità Lord Quenten -2
    Punto parametro a piacere*2

    Segue comunicazione privata
     
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