Linfa degli Antichi- Occhi del futuro Red

Chiamata del Fato

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    Erano notti che il Karstark non veniva turbato nel suo sonno da alcuna visione, ma quella sera le cose stavano per cambiare. Poteva sembrare un sogno come gli altri, ma oramai il Rosso sapeva come distinguere quando qualcosa di diverso lo chiamava dalla profondità del suo inconscio. Si trovava di fronte ad un Albero-Diga in una specie di fortino coperto di neve; sarebbe bastato sollevare lo sguardo per sbatterlo contro il muro di ghiaccio della Barriera. Quella particolare fortificazione non era mai stata incrociata dal Lord di Karhold, ma considerando che si buttava a picco sul mare e lì in effetti la Barriera terminava, si poteva pensare si trattasse del Forte Orientale.
    "E' passato troppo tempo..."-la familiare figura del Veggente Verde prese forma accanto a lui -"E' difficile raggiungerti."Eh no, Red non gli rendeva affatto le cose semplici. Né a lui né agli Dei del resto.
    Ai piedi dell'Albero sacro, raccolto in preghiera, vi era una figura fin troppo familiare: l'uomo che stava guardando, dalla barba stranamente incolta e dal volto corrucciato, era proprio lui! Risultava armato dalla testa ai piedi, e, sommo orrore, i lunghi capelli erano stati tagliati rozzamente fin sopra le orecchie.
    "Signore!"-ad interrompere le sue preghiere fu un ragazzetto che non arrivava ai vent'anni ma indossava la divisa dei Guardiani della Notte che tanto aveva imparato a conoscere -"Ci hanno lasciati soli! Non verranno, non verrà nessuno!"
    Il poveretto sembrava in preda alla disperazione più nera, e sugli occhi di sé stesso del futuro comparve un'ombra di malinconia.
    "Il nemico sta arrivando Signore! Dobbiamo fuggire, da soli non abbiamo nessuna speranza!"
    Il Red del futuro si sollevò lentamente, gli occhi neppure si posarono sul Corvo: "Non è la prima volta che vengo lasciato solo sul campo di battaglia."
    "Voi non capite! Neppure voi avete speranza contro quei mostri maledetti! Dobbiamo lasciargli la Barriera e andarcene subito!" -i Bruti stavano attaccando nuovamente?
    "Non possiamo lasciargli la Barriera."-mormorò digrignando i denti -"Quando la Barriera crollerà, il Nord crollerà. E se il Nord crollerà, crollerà il mondo intero."
     
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    Me ne scuso, non ho mai reso le cose semplici agli dèi e forse sarebbe il caso di iniziare.

    Un'ammissione di colpa velata ma confidavo che tanto sarebbe bastato al Veggente.

    Cosa mi riporta alla barriera maestro?

    Era un titolo rispettoso che mi sembrava appropriato nella sua semplicità. Forse non avevo mai visto quel forte ma avevo imparato nelle mie avventure nell'estremo nord che la barriera è una e indivisibile e che le differenze lungo il suo perimetro non erano mai così numerose o intense da creare reali distinzioni. I corvi erano sempre corvi ovunque la loro guardia li avrebbe portati e lo stesso valeva per i bruti che erano dall'altro lato. E questa fumosa elucubrazione nella mia testa spiegava il perche non sentissi lontano da me quel luogo che mai avevo visto nel mondo della veglia.

    Sono io quell'uomo?

    La risposta divenne evidente anche senza l'intervento del veggente ma ci volle qualche momento in più del normale per processare quella informazione. Aveva un che di meraviglioso e un che di terrorizzante poter vedersi così.

    Tornerò alla barriera dunque?

    Iniziai a ragionare sottovoce in cerca della risposta anticipando o almeno cercando di anticipare il proseguo della visione.

    "Non è la prima volta che vengo lasciato solo sul campo di battaglia."

    Quella frase fece male nel profondo, una verità terribile per certi versi ma sulla quale avevo ricamato un certo sotto testo di gloria. Le parole di quelle due figure mi fecero pensare... è triste che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una spada. Davvero non avrei trovato requie neanche nella vecchiaia? Davvero la guerra sarebbe stata la mia compagna di vita? La tristezza non scompariva ma in certi momenti lasciava spazio al fomento. L'immagine di questo eroe vegliardo pronto al suo canto del cigno faceva germogliare qualcosa di strano in me, alle volte sembrava epica altre tragica e queste due parole danzavano continuamente nella mia testa tracciando un confine estremamente sfumato. Non ero triste per quel destino ma non ero neanche entusiasta oppure, forse, ero entrambe le cose nel medesimo momento.

    "Non possiamo lasciargli la Barriera."

    Il finale mi strappò un sorriso, certe cose forse sono fin troppo radicate dentro di noi perché il tempo le possa cambiare. E così due Red, due uomini diversi, due menti diverse, due corpi diversi pronunciavano le stesse parole di ostinazione a distanza di lustri. Il fascino per l'impresa titanica, per la resistenza disperata... ammiravo quell'uomo e di conseguenza ammiravo me stesso.

    Chi è il nemico stavolta?
     
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    Il Veggente non rispose, lasciando che fosse lo stesso Red a seguire il sé del futuro lungo i corridoi di quel fortino, fino al balcone occidentale che si affacciava direttamente sulla distesa di neve oltre la Barriera. Da quell'altezza non si distinguevano esattamente le sagome, ma l'esercito che si era radunato oltre quel confine di ghiaccio si stendeva a perdita d'occhio. Da quando in qua i Bruti andavano così d'accordo da unirsi per formare un esercito così grosso? Che forse era stato scelto un nuovo Re oltre la Barriera? Bastò una semplice occhiata però ai suoi di uomini, infreddoliti ed impauriti, radunati al centro del cortile: oltre ai Corvi c'erano uomini vestiti di pelliccia che gli ricordavano davvero parecchio i disgraziati che vivevano oltre quel muro di ghiaccio.
    Combattevano fianco a fianco allora?
    E chi era il nemico?
    Fu allora, quando i corpi dei soldati iniziarono ad ammucchiarsi sulla Barriera a centinaia, a migliaia, fu allora che divenne evidente anche agli occhi del Karstark che non si trattava di essere umani. O almeno, non più. Quelli erano cadaveri, alcuni non avevano più la testa, altri mancavano della pelle. Cadaveri dagli occhi azzurri e spiritati che non sentivano freddo o dolore e continuavano implacabili la loro scalata verso la sommità della Barriera, incuranti gli uni degli altri.
    Un grosso tonfo fece tremare l'intero fortino: "I cancelli mio Signore!"
    Una bestia gigantesca, con due grandi zanne e una specie di lunga coda sul davanti caricava e spingeva contro i cancelli rischiando ad ogni colpo di buttarli giù e agevolare il passaggio del nemico. Anche l'animale doveva aver subito lo stesso destino di quelle creature, considerando che mancava la carne dal suo addome.
     
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    Questa quest ha raggiunto il 100% di ritardo, per cui viene chiusa.
    Se vuoi sbloccare il potere, continuala pure in semilibera.


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