Assedio a Forte Gallar- una visita di cortesia.

Quest Dagon Greyjoy e Leonard Marbrand

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    Con una certa soddisfazione notò come furono gli uomini del Marbrand a prendere la prima volta di frecce, esattamente come previsto. L'ariete poté quindi avvicinarsi al portone senza alcun tipo di problema. Ora però dovevano liberarsi di quell'ostacolo in fretta. Il pupazzo dei Sette aveva avuto il fegato di cambiare il piano dopo avergli assicurato che non ci sarebbe stato alcun assedio. Chi poteva assicurargli che non gli venisse la bella idea di rinnegare la sua promessa di pagamento solo per aver scelto una strategia più sicura?

    "Forza! Più forte, più forte!"

    Si unì personalmente all'equipaggio che stava assaltando la porta. Dietro a quella barriera di legno iniziò a sentire tonfi e grida, segno che i difensori stavano cercando di rinforzarla. Un ghigno comparve sotto la maschera. Ormai era troppo tardi, forti scricchiolii accompagnavano il loro assalto.
    Urlò ai suoi uomini, scandendo un incitamento ad ogni colpo inferto.

    "PER IL MARE! PER IL FERRO! PER IL DIO ABISSALE!"

    Parole 158
     
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    Situazione Mura:
    CITAZIONE
    Leonard: 156 Fanti
    Uthor: 26 Mercenari 2 Fanti (33 Balestrieri)

    Nessuna azione arcieri (entrambi in movimento)

    Schema vantaggio invariato: 9/4
    Mortalità: 8
    CITAZIONE
    Leonard: 4 perdite (Fanti)
    Uthor: 8 + 30 perdite

    Situazione finale mura:
    CITAZIONE
    Leonard: 152 Fanti + gregario
    Uthor: 0 (23 Balestrieri in fuga dalle mura)

    Nonostante la dimostrazione di forza con il campione di Canio qualche ora prima, la ferocia ed abilità di Fortunato travolsero i mercenari come una corrente anomala. Falciando a destra e manca, l’acciaio di valyria mordeva e troncava indifferentemente ossa e ferro. Nel giro di pochi minuti la guarnigione in capo alle mura era sterminata, con solo una parte dei balestrieri che era riuscita a fuggire. Uthor Sand guardò Fortunato con gli occhi di un uomo morto, ma mantenne la sua posizione ed afferrò con ambo le mani la propria spada per cercare di bloccare il fendente del Marbrand.

    CITAZIONE
    Capitano Uthor Sand Liv 14
    Sand_1_

    Dip 10
    Mar 95
    Amm 30
    Int 20
    Con 20

    MALUS PESO(L)=26-164/10-2*4= 2
    VELOCITA'(L)= 112/3 +4 - malus peso= 39
    MALUS PESO(U)=23-46/10-2*4= 10
    VELOCITA'(U)= 47/3 +3 - malus peso= 8,6
    PARATA=VARIABILE*forza/10 + liv competenza arma*3 + (potenza arma in difesa*(numero mani+1)/2) = 9*46/10 + 3*3 + (7*3/2)= 60,9

    GAP VELOCITA'= Velocità attaccante - Velocità difensore= 39-8,6= 30,4
    Potenza attacco - Potenza difesa +/- gap velocità + Forza attaccante/2 - Forza difensore/2= 291-61 +30 + 82 – 23= 319 -8 (corazza)= 311
    Vita Uthor 157- 311= 0 R.i.p.

    La punta ricurva dell’arakh facilmente aggirò la difesa del Sand ed il Nightrider consumò ancora un’altra vittima. Sangue sgorgò dalle labbra del dorniano e si riversò sulla scura barba. L’arakh era penetrato alla giuntura della corazza, spezzando la cotta di maglia e le costole, entrando nella cassa toracica del mercenario in una ferita che non gli avrebbe permesso di vivere per più di una manciata di secondi.
    Con quale…differenza? - gemette accasciandosi a terra, forse rispondendo a Fortunato, forse già per difendersi di fronte al giudizio degli dei.
    Mentre gli schiavi di Leonard finivano gli ultimi superstiti, Uthor Sand spirò. Le mura, eccezion fatta per i numerosi cadaveri, erano libere, pronte per accogliere gli arcieri degli uomini di ferro. I balestrieri mercenari avevano abbandonato le mura e sembravano diretti alla piramide del Gallar, ma senza il loro comandante forse avrebbero preferito trovare nuove vie di fuga.
    Conquistate le mura, il portone cedette sotto di loro ed il ringhiare di una nuova battaglia risuonò nel Forte.

    Situazione porta:

    CITAZIONE
    Dagon: 13 Mercenari 125 Fanti (164 valore truppa)
    Schiavisti: 12 Mercenari 48 fanti (84 valore truppa)
    Superiorità numerica e di truppa: Dagon 6 punti
    Punti superiorità territoriale: Dagon 0 punti Schiavisti 2 punti
    Punti strategia: Dagon 2 punti Schiavisti 1 punto

    Schema vantaggio: 8/3
    Mortalità: 35
    CITAZIONE
    Dagon: 13 perdite (11 Fanti 2 Mercenari)
    Schiavisti: 35 perdite (30 fanti 5 Mercenari)


    Situazione finale porta:

    CITAZIONE
    Dagon: 11 Mercenari 114 Fanti
    Schiavisti: 7 Mercenari 18 Fanti

    Una situazione più disordinata si manifestò all’ingresso del Forte. Sotto i colpi d’ariete e d’asce, erano saltati i cardini del portone ed il legno massiccio era caduto sopra i difensori. Se c’era stato un comandante la sotto, non era inverosimile immaginarlo schiacciato sotto la porta, le sue ossa frantumate dal passaggio di decine e decine di uomini di ferro e schiavi. Fra i difensori il panico prevalse sull’organizzazione, rendendoli inermi alla mattanza. Gli schiavi erano armati ma mal protetti da armature di comodo ed i mercenari del Sand erano troppo pochi per tenerli coesi. Una volta caduto il portone Dagon avrebbe avuto l’impressione di essere una volpe con le chiavi del pollaio.

    Mentre il sangue scorreva sopra e sotto le mura del forte, un forte boato attraversò il cielo nebuloso: un tuono? Un corno da guerra? Dagon dalla mischia avrebbe fatto fatica a distinguerlo immerso nel clangore d’acciaio e urla. Nemmeno Leonard, dall’alto delle mura conquistate avrebbe avuto reali indizi su cosa potesse essere. La battaglia del Khalasar contro i mercenari era oltre il suo campo visivo anche dalle mura a meno che di non percorrerle tutte.
    Aggr
    Avete preso le mura e state prendendo la porta (Quei fanti e mercenari rimasti sono in rotta, quindi è una scelta di Numar se inseguirli e finirli o lasciarli andare)
    Seguirà il lancio del dado sull'esito dello scontro fra Dothraki e Corvi della Tempesta nel topic specifico.
    Dubbi o altro (errori di conto per esempio) scrivetemi pure! Scadenza 22/07
     
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    Leonard Marbrand • 20 gennaio 286 • mattina• Terre Contese - Fortezza di Canio




    Già...Con quale differenza? L'unica differenza era che qualcuno avrebbe vissuto e qualcuno sarebbe morto. Questa era l'unica differenza di quel giorno, di quell'assedio a a Forte Gallar. "Che lo Sconosciuto ti accolga col suo abbraccio, che la Vecchia ti guidi nel tuo prossimo buio cammino, che il Padre ti giudichi e che la Madre ti doni nuova Serenità"
    Non si abbassò a mettere delle pietre sugli occhi del Sand. Non ce n'era tempo, ma una preghiera, per quanto breve, non l'avrebbe negata nemmeno al Re che troneggiava spavaldo su Approdo del Re.

    Mentre l'arakh ancora gocciolava, Leonard portò lo sguardo al settore interno e inferiore della fortezza. I balestrieri rimasti...i pochi balestrieri rimasti...fuggivano per il corso centrale e principale di quel campo fortificato. Leonard alzò una mano per bloccare gli schiavi che avrebbero potuto scendere dalle mura per partire all'assalto.
    Non era lì per perpetrare una carneficina.
    "Buzdarȳti" chiamò a sé i più vicini schiavi.
    "Che un piccolo gruppo rimanga sulle mura a difesa degli arcieri, gli altri scendano in maniera ordinata e procedano verso la zona orientale. Trovate il modo di alzare i tendoni che coprono le fosse e mettetele in sicurezza."
    "Buzdarȳ" Fece avvicinare invece in quell'istante il ragazzo. Lo guardò per un momento in volto, aveva del sangue sia sulle mani a vicino alla bocca. Non sembrava essere suo anche se probabilmente nel combattimento doveva aver preso una gomitata vicino allo zigomo visto l'arrossamento.
    "Ricorda queste parole, perché me le disse mio padre diversi anni fa: "un battaglia non è finita fino a quando non riesci a sentire i pianti degli uomini rimasti vivi".
    Buzdarȳ annuì. Certo, quel ragazzo non gli dava granché soddisfazione, avrebbe potuto ordinargli di lanciarsi dalle mura e lui avrebbe annuito alla stessa maniera, senza un minimo scostamento.
    "Prendi una ventina di uomini e presidia la porta e l'entrate dei nostri alleati, se necessitano di aiuto prestate loro soccorso"
    Sentenziò togliendosi per un momento l'elmo e respirando a pieni polmoni.

    Aria secca. Aria secca e dall'odore di sangue, eppure era un toccasana dopo aver tenuto la testa chiuso nell'acciaio. Poi, un boato.
    "Mmmh" qualsiasi cosa fosse non sembrava essere piacevole. almeno per qualcuno.
    Non avrebbe certo percorso tutte le mura rischiando di incorrere in punti scomodi e in pieno svantaggio, pertanto decise per questo momento di far avanzare i suoi uomini come concordato e di aggrapparsi al pennone che fino a poco prima era stato appoggio per Uthor Sand.
    Guardò in direzione del cielo, per poi farlo scendere leggermente verso la piramide dove si trovava il Gallar.
    "Mmmh" Mugugnò ancora una volta, osservando poi le manovre dei propri uomini.

    Poco distante, Roncan fissò la porta disintegrarsi sotto i colpi dell'ariete. Raccolse un pezzo di legno partito e lo osservò, perdendosi in chissà quali pensieri. Poi, pronunciò una piccola litania nella lingua di Yi-Ti lasciando che i soldati attorno a lui partissero alla carica. Non aveva fretta di combattere quel giorno.

    Alyx, invece, non aspettò secondi segnali e si sarebbe unito al gruppo di arcieri salendo sulle mura. Se erano rimasti nemici dall'altra parte, avere un po' di altezza dalla propria non era qualcosa da buttar via.

    Allora, son rimasti 152 fanti + Leonard + Buzdarȳ

    1) Leonard resta sul pennone. Ho intuito che da lì comunque non riesce a vedere cosa succede nella battaglia tra dothraki e mercenari ma il boato l'ha messo in allarme, pertanto resta nel punto più alto disponibile al momento
    2) Buzdarȳ + 20 fanti, vanno alle porte e le mettono in sicurezza
    3) 20 fanti tengono i punti vicino alle scale aspettando che salgano tutti gli arcieri
    4) Alyx (gregario arciere) sale sulle mura e tira fuori l'arco, mirando le fosse orientali
    5) 112 fanti scendono dalle mura verso l'interno e si dirigono alle fosse orientali
    6) Roncan non combatte e resta nella retroguardia d'assalto alle porte


    Parole: 506
     
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    Il legno di quel maledetto portone era resistente come poche cose avesse mai visto. Ogni volta che lui e i suoi uomini sferravano un colpo, si aspettava di vedere una breccia nel legno. Ma ogni volta le aspettative del capitano restavano deluse. Fortunatamente i cardini dovettero empatizzare con il suo fastidio perché cedettero facendo crollare la porta addosso agli stessi difensori. Un sorriso soddisfatto gli mosse le labbra.
    Quasi meccanicamente la mano mollò la presa dall'arieta mentre l'altra ad afferrare l'ascia alla cintola. A passi calmi cominciò ad avviarsi sul legno della barriera ormai infranta. I soldati a sua difesa si stavano ancora riprendendo dal crollo. Uno di loro, non appena vide la figura del Greyjoy farglisi incontro dalla breccia, si fece prendere dal panico attaccandolo in maniera disordinata con una spada corta. Dagon invece si limitò a far calare un singolo colpo. La lama si conficcò in profondità nel cranio causando una morte pressoché istantanea. Con un suono secco staccò l'ascia dal cadavere per poi sventolarla orizzontalmente abbattendo un soldato lì vicino. Un altro gli venne poi addosso tentando un affondo ma il pirata si limitò ad una semplice schivata laterale. Lo afferrò quindi con la mano libera per il collo e lo sollevò di peso sbattendolo a terra. L'ascia calò nuovamente e l'ennesima vita venne presa quel giorno. Tutto attorno a lui, i membri della sua ciurma cominciarono a sciamare all'interno della fortezza assalendone i suoi difensori con brutale metodicità. Ben presto il rumore di armi che cozzavano le une contro le altre fu tutto ciò che le sue orecchie riuscirono a sentire. Tutto ciò che volevano sentire.

    "PER IL DIO ABISSALE!"

    Accompagnò il grido sollevando la propria arma al cielo, solo per afferrarla quasi subito con entrambe le mani e lanciarsi di nuovo nella mischia. C'era ancora molta gente da uccidere...



    Parole 304

    Considerando che sono nel bel mezzo di tutto, non sento il suono. Per il resto uccido 7 mercenari (3 pagando 1 PV e 4 extra in base alla scaletta).
     
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    La furia di Dagon terminò gli ultimi mercenari rimasti a tenere l’ordine alla base delle mura e gli schiavi sopravvissuti non esitarono a far cadere le lance e inginocchiarsi. Anche per le sue creature, Canio Gallar appariva come un uomo finito.
    Nel mentre, le truppe di Leonard smontavano dalle mura ed iniziavano ad assicurare le fosse degli schiavi. Qualcuno rimasto ad opporre resistenza ci fu: addestratori armati di frusta e bastone, rapidamente disarmati e trascinati fuori dalle fosse per essere calpestati e picchiati a morte. Per quanto fedeli ciecamente al loro padrone, gli schiavi soldato sembravano mantenere un certo odio per la frusta.
    Qualcuno dalle fosse tentò di fuggire, correndo verso la colossale rovina dove Canio e gli ultimi mercenari si erano andati ad annidare, ma Alyx e gli arcieri di Dagon li poterono usare per fare pratica di tiro dall’alto delle mura.
    Una punta di euforia iniziava a sorgere fra i soldati.

    Leonard dall’alto della sua posizione non riuscì a scorgere la battaglia, ma il risuonare di corni e la fuga della fanteria dei Corvi della Tempesta dalla piana preannunciava un esito favorevole.
    Meno entusiasti sarebbero stati gli uomini di ferro al sopraggiungere alle loro spalle di un nutrito gruppo di cavalcatori dothraki. Giovani vigorosi a dorso di piccoli cavalli, impugnavano pesanti arakh, archi compositi e lunghe lance. Non ci fu attacco, ma era chiaro che fossero pronti a tutto.
    In testa a loro, arrivò al trotto quello che solo Leonard avrebbe potuto riconoscere come Khal Haggo in persona. Legata attorno al petto del destriero era la testa mozzata ancora sanguinante di un mercenario, la bocca aperta in una tetra smorfia e gli occhi cavati.
    Fortunato - si limitò a dire con voce profonda - Nem megyünk el Gallar feje nélkül - aggiunse punzecchiando la testa appesa per al collo del destriero con la punta del proprio Arakh
    Era una vera sfortuna che nessuno, ne Dagon, né Roncan, né Buzdary parlassero Dothraki alla porta.
    Dobbiamo prendere tutti i prigionieri che possiamo, gli schiavi di Myr stanno già prendendo controllo delle fosse degli schiavi -suggerì un guerriero a Dagon. Ma poteva davvero voltare le spalle ai Dothraki per non rimanere indietro nella cattura degli schiavi? E quali ricchezze invece potevano celarsi nell’ultimo rifugio del Gallar?
    Scoprendo solo le prime fosse, gli uomini di Leonard avevano già trovato centinaia di schiavi delle più disparate categorie ed incontrato pressoché nessuna resistenza.

    Un secondo boato scosse l’aria, stavolta bene udibile da tutti. I destrieri dei dothraki iniziarono ad innervosirsi ed i loro cavalieri ad imprecare. Lo stesso Khal si dovette aggrappare con entrambe le mani al crine del proprio cavallo con lo sguardo rivolto al cielo.
    Leonard dal suo pennone vide le nubi muoversi ed un lampo di luce illuminarle dall’interno. Un nuovo boato, anzi: un ruggito.
    Una pesante massa calò dal cielo come un masso scagliato da un colosso: nera e rossa la massa si andò a schiantare proprio sulla piramide al centro del Forte, causando la frana del suo apice.
    Il panico dilagò all’interno delle fosse degli schiavi, i soldati sulle mura rimasero pietrificati mentre fuori i Dothraki faticavano a riprendere il controllo dei propri destrieri.
    Anche Dagon, ora dentro le mura avrebbe potuto scorgere la terribile sagoma apparire sulla cima della piramide una volta che la polvere ed il fumo si furono diradati. Era possibile incontrare un secondo drago dopo aver passato solo alcuni giorni in compagnia di Fortunato?
    La creatura aveva il dorso ricoperto di scaglie nere come le nubi dalle quali era precipitato, ma si intravedevano come rubini risplendere sul suo ventre.
    La creatura gridò nuovamente, tanto forte da costringere alcuni a tapparsi le orecchie. Fiamme bluastre sembravano fuoriuscire dalle sue fauci mentre levava il muso al cielo per latrare.
    I dothraki fuori dalle mura gridavano come per fare a gara con il drago mentre agitavano pericolosamente le proprie spade ricurve, ma Khal Haggo sembrava ancora in grado di controllare la sua orda.

    Pensate se il dado avesse deciso "Caos".
    Siete entrambi in simili condizioni di scelta: come trattare i Dothraki? Come comportarsi di fronte al secondo drago nel giro di un paio di settimane? Concentrarsi sugli schiavi o mantenere la concentrazione e dirigersi alla piramide?
    Dagon ad ora ha 18 prigionieri (fanti/schiavi arresi)
    Leonard non ha catturato nemici ma ha assicurato una delle fosse (200 schiavi)
    Scadenza: 30/07
     
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    Leonard Marbrand • 20 gennaio 286 • mattina• Terre Contese - Fortezza di Canio




    Tutto procedeva.
    Nel migliore dei modi? Così sembrava ma non era quello l'importante, ciò che era necessario è che tutto continuasse a muoversi come era stato scritto. Un ingranaggio che anche solo per un secondo rallentava la sua corsa avrebbe potuto portare alla distruzione dell'intero sistema e questo Leonard non poteva permetterselo, non alla sua prima e vera propria battaglia di conquista.

    Gli schiavi cominciarono a levare i grossi teli che coprivano una delle fosse ed eliminare ogni tipo di minaccia che si opponeva loro.
    Canio aveva sempre pensato che il suo potere o la sua reputazione lo potessero proteggere, la realtà è che una spada era molto più potente della paura che si poteva incutere.
    Una lezione che anche i nobili dissidenti di Westeros avrebbero imparato a loro spese se avessero deciso di accordare la loro fedeltà al Re, discendente dell'invasore.

    Il volto di Leonard si voltò ancora una volta verso le porte, dove l'assalto era ormai cominciato e anche quella porzione di difensori era stata ingaggiata. Altrove, anche i potenziali difensori esterni di quella fortezza erano stati annientanti. Il Khaalasar come da accordi si sarebbe tenuto la gloria e le spoglie di quella battaglia ma Khal Haggo sembrava non accontentarsi poiché giunse fino alle porte di quella fortezza ormai caduta per metà.
    Cosa volesse? Impossibile capirlo per le orecchie di Leonard ma il nome di nome di Fortunato e del Gallar erano rituonati nell'aria come solo il "Re" di un'orda tanto potente poteva fare.
    Cosa gli stava intimando? Di andarlo a prendere? Di lasciarlo vivere? Di renderlo schiavo o di ucciderlo? La voce gutturale non rende comprensibile le sue intenzioni e le urla dei Cavalieri di Sangue dietro di lui non aiutavano.
    Leonard, dall'alto del pennone sulle mura, non poté fare altro che innalzare al cielo il suo arkah e con sguardo rivolto allo stallone del Khal urlò la stessa parola "GALLAR!"
    Avere i dothraki oltre le porte delle mura avrebbe complicato sicuramente le cose ma dopo ciò che era successo alla compagnia mercenaria non poteva rischiare di indispettire il Signore dei Cavalli.

    Qualcosa, però, rivoluzionò completamente quel pensiero. Improvvisamente il pensiero dei dothraki che oltrepassassero le mura era diventato un puntino oscuro nell'anticamera della sua mente.
    Non era l'urlo del Khal, non era l'urlo di Leonard, non era neanche un corno da guerra.

    Una massa cadde dal clielo.
    Non era la prima che l'aveva vista, quando combatteva ad Approdo del Re.
    Non era la seconda che l'aveva vista, un essere creato così diceva dalla magia come se fosse una illusione.
    Non era la terza che l'aveva vista, nella visione che il Guerriero gli aveva donato.

    La prima volta era terrorizzato da quella visione e aveva visto perdere tutto ciò che aveva caro; la seconda si era fatto prendere dal panico e la terza aveva visto lo stesso Hugor della Collina immolarsi per lui.
    Per tre volte la bestia aveva in qualche modo vinto sull'uomo.

    Il rumore dello schiantò introrpidì i sensi di Leonard per qualche momento e la polvere che cominciò a levarsi da quella piramide era nulla in confronto a quella provocata dalle reazioni alchemiche delle bombe create dei bassifondi di Myr.
    "Dei" riuscì solo a dire mentre quel corpo draconico latrava.

    Canio era sopravvissuto?
    Non sapeva se ritenere una o l'altra opzione la migliore, certo era che Yaram si sarebbe dovuto avvalere dell'aiuto di un architetto per recuperare quella piramide e restaurarla. Sempre che un drago di quelle dimensioni fosse stato possibile da trascinare via...
    Un drago nero...con scaglie rosse.

    Non poteva essere.
    Aveva ritenuto che al mondo esistesse un solo drago, che i suoi occhi avevano visto essere nero e sul ventre dei rubini, mentre passava sopra le mura della Fortezza Rossa.
    Ma non poteva essere.
    Una nuova illusione? come aveva detto quella donna proveniente dall'Impero di Yi-Ti? Un drago fatto di solo vento, capace di ingannare le menti anche degli uomini più attenti?

    La piramide non doveva essere della stessa idea vista la demolizione appena subita.
    Leonard staccò la mano sinistra dal pennone e i piedi cominciarono a, lentamente, muoversi.
    Non c'era alcuna logica in ciò che faceva, nessun grande piano delineato.
    C'era solo la Fede. Se il Guerriero gli aveva mostrato un drago da fronteggiare, non poteva tirarsi indietro. Non ancora.
    Scese dalle mura ormai sotto controllo e imboccò la zona centrale che separava le due fosse.
    Una via verso i latrati di un animale. Ferito? Morente? O solo desideroso di sterminio?
    I draghi non avevano raziocino e risultavano una minaccia per il continente occidentale così come per quello orientale. E se era necessario morire per riportare quella pace, Leonard l'avrebbe fatto. Anche per un continente che in fondo non era il suo.

    Vedendolo procedere, Alyx dalle mura e Roncan, appena dietro l'ormai inutilizzato ariete provarono a raggiungerlo ma era chiaro anche a loro, che forse conoscevano ancora meno di tutti Leonard, che nei suoi occhi non c'era più desiderio di discutere, ragionare, pianificare.
    La mano destra si strinse all'arakh mentre i muscoli del braccio sinistro si irrigidivano per tenere lo scudo. Non si sarebbe fatto fermare fino alla piramide, non aveva importanza quanti schiavi, Padroni, mercenari o altri si sarebbero posti sul cammino.

    La visione ricevuta si sarebbe realizzata, in un modo o nell'altro. Qualunque fosse stato il motivo per cui quel drago era precipitato, chiunque avesse deciso di spedirlo così vicino al Mare Stretto...Qualunque cosa fosse successa.
    Era ora di capire se l'acciaio valyriano era davvero in grado di perforare ogni cosa...di capire se fosse davvero in grado di uccidere un suo stesso creatore.

    Tutto ciò che aveva vissuto l'aveva portato a quell'esatto momento:
    o al vero inizio di Leonard Marbrand o alla sua fine.

    Parole: Triggered (906)

    Non serve aggiungere altro. Si dirige alla piramide
     
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    Un colpo d'ascia e l'ennesima testa fu separata dal proprio collo. Tenendo stretta l'asta dell'arma con entrambe le mani, si voltò in attesa del prossimo nemico da abbattere. Dovette tuttavia trattenere l'adrenalina che gli scorreva in corpo visto che gli schiavi rimanenti avevano abbassato le proprie armi arrendendosi alla furia degli invasori. Normalmente in quella situazione non avrebbe fatto prigionieri ma il motivo principale per cui aveva deciso di partecipare a quella ridicola missione era aggiungere braccia alle proprie forze. In quelle acque straniere aveva imparato come chiunque avesse la possibilità di mostrarsi degno di fronte all'Abissale: se ci erano riusciti lui e la sua ciurma di ammutinati, potevano farlo anche degli schiavi. Bastava dimostrare di avere la forza di impugnare l'ascia, invece che morire sotto di essa. Prima ancora che potesse dire qualcosa però, la sua attenzione fu richieste alle porte che avevano appena abbattuto. Un gruppo dei famigerati Dothraki erano arrivato all'entrata della fortezza, posizionandosi fondamentalmente alle spalle dei suoi uomini. Non una cosa che apprezzava. Certo, tecnicamente erano alleati e la testa che portavano a mo' di trofeo sembrava indicare che la battaglia con i mercenari potesse dirsi conclusa. Eppure poteva percepire la tensione che la loro improvvisa comparsa aveva comportato.
    La voce di uno dei suoi uomini lo raggiunse ad un orecchie, probabilmente per non farsi sentire dai nuovi arrivati.

    "Dobbiamo prendere tutti i prigionieri che possiamo, gli schiavi di Myr stanno già prendendo controllo delle fosse degli schiavi!"

    Aveva ragione, il tempismo era essenziale in quella situazione. Puntò lo sguardo su un paio degli uomini del Marbrand, quelli che gli parevano avessero un minimo di autorità.

    "Vostri alleati, un vostro problema."

    Non fornì ulteriori spiegazione e gli diede immediatamente le spalle. Era stato l'uomo dell'Ovest a chiamare quei tipi a cavallo, che fosse quindi i suoi uomini ad occuparsene. Di certo non avrebbe sprecato a parlare con qualcuno di cui non conosceva la lingua. Tutto ciò che conosceva era il basso valyriano ed era ad altri che l'avrebbe diretto. Successivamente infatti si rivolse ai soldati ora suoi prigionieri.

    "Volete vivere? Volete la libertà? Allora riprendete quelle armi e seguitemi!"

    Una proposta breve e coincisa. Se avessero capito l'antifona, la loro nuova vita sarebbe iniziata e sarebbe stati trattati come qualsiasi altro membro dell'equipaggio; non era la prima volta in fondo che reclutava schiavi tra i propri ranghi. In caso contrario, avrebbe continuato ad essere "merce" venendo trasportati come tale.
    Qualunque preoccupazione avesse fino a quell'istante, raggiungere il prima possibile la fossa, i Dothraki alle proprie spalle, svanì poi nella manciata di qualche secondo. Problemi relativamente semplici come quelli generalmente vengono ridimensionati quando un cazzo di drago piove dal cielo. Come un fulmine che si abbatte violentemente contro l'albero maestro di una nave, la creatura dalle scaglie nere si abbatté sulla cima della piramide facendone crollare una parte. Fortunatamente l'elmo che indossava nascose l'espressione di sorpresa e sincero timore che gli comparve sul volto. Dovette però riscuotersi in fretta: per quanto fosse comprensibile temere l'apparizione di un drago, se un capitano mostrava insicurezza allora era tutta la ciurma a crollare.

    "Muoviamoci verso la fossa, cerchiamo di non attirare l'attenzione di quello stronzo..."

    Era la seconda cazzo di volta che vedeva un drago in quei giorni. Il primo si era rivelato essere un inganno per gli occhi, ma questo sembrava terribilmente vero. Iniziava a pensare che stare al fianco di Leonard portasse sfortuna...



    Parole 566

    Provo a reclutare sul momento i soldati rimasti (nel caso rifiutino semplicemente li trasporto come prigionieri) e mi dirigo verso l'altra fossa.
     
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    Avvicinandosi alla piramide, il mondo sembrava essersi scordato di Leonard improvvisamente: schiavi e schiavisti scappavano indistintamente, terrorizzati e talvolta feriti correvano in direzione opposta, passando oltre di lui, forse ritenendolo matto, forse senza nemmeno accorgersi della sua folle marcia.
    Il drago non ruggiva: urlava. Dopo le sue esperienze, Leonard avrebbe chiaramente sentito la differenza. La superficie della piramide si sgretolava sotto gli artigli e le ali del mostro, il quale sembrava però reggersi a fatica, come avesse paura di scivolare da quel punto elevato. Leonard giunse quasi fino ai piedi della piramide, ma la bestia latrò nuovamente, eruttando una colonna di aria incandescente proprio di fronte al Marbrand. Era come una fiammata non riuscita, ma che comunque rese incandescente la roccia colpita, facendola brillare di luce propria. Leonard udì gridare sotto le macerie, ma era difficile dire se si trattasse di uno sventurato sopravvissuto arrostito sotto le macerie o se fosse invece proprio lo sfrigolare di roccia e acciaio fusi.
    Non era certo un’illusione.
    Il drago gridò di nuovo, come frustrato dalla fiammata malriuscita ed scosse le colossali ali con violenza, causando la frana di altre parti della piramide.
    Il polverone che si alzò era ben visibile anche dalle fosse dove Dagon convinceva con grande facilità gli schiavi a concedersi come prigionieri. Schiavitù per schiavitù, Dagon sembrava un modo per allontanarsi da quella situazione apocalittica.
    Quando il drago spiccò nuovamente il volo dalla piramide, Dagon notò da lontano che uno dei suoi artigli sembrava penzolare dalla sua zampa come tenuto insieme da un misero lembo di muscolo.
    Leonard, in mezzo al nugolo di polvere, avrebbe notato come la pancia scarlatta di quella creatura fosse costellata di rostri: com’era possibile?
    Volando sgraziatamente, il drago passò sopra le fosse e strusciò il ventre contro una torre, erodendone la cima.
    Una densa goccia di sangue cadde nella fossa, centrando uno schiavo che cadde al suolo urlando mentre il liquido incandescente gli fondeva pelle ed ossa.
    Un senso di terrore pervase tutti: i Dothraki fuori dal forte sembrarono impazzire con il suono delle loro urla ed i nitriti dei cavalli che risuonavano forti, contribuendo ad aumentare la confusione.
    Né Dagon né Leonard avevano possibilità di scorgere cosa stesse accadendo ai signori dei cavalli: ciò che importava era che il drago si fosse nuovamente involato verso sud.
    Poteva davvero essere lo stesso Drago che il Marbrand aveva già temuto? O era una creatura selvaggia d’Essos?
    Di fronte avevano ormai solo la piramide: i terrazzamenti esterni erano un lontano ricordo, ma la struttura non era totalmente franata.
    Leonard avrebbe dovuto scalare la piramide: le scalinate erano ridotte ad una pendenza ricoperta da macerie. Tutto attorno avrebbe visto i corpi dei balestrieri, qualcuno ancora in vita, ma con le ossa rotte ed il volto bruciato. Raggiungendo la cima, pozze di sangue fumante confermavano l’impressione che il drago fosse ferito.
    Seguendo il fluire di quel denso liquido bruno, il Marbrand avrebbe infine trovato un crepaccio che sembrava dare sull’interno della piramide. Le entrare erano state schiacciate dal peso del lucertolone, ed era chiaro che si sarebbe dovuto accontentare di quello.
    Saltandoci all’interno non sarebbe rimasto deluso: Canio era seduto sul suo scranno, ricoperto di polvere e con gli occhi sbarrati. La sua mano destra avvolgeva la sinistra dalla quale sgorgava sangue in abbondanza. Ai suoi piedi quattro dita mozzate di netto erano sparpagliate attorno ad uno stiletto d’oro
    Dothraki…uomini di ferro…valyriani…cosa ti ho fatto per convincerti a portare su di me un tale cataclisma? - l’arrogante e potente Gallar squittiva sotto shock, la barba sporca di polvere e saliva.

    A Dagon sarebbe andata meglio; una volta appurato che il drago non sarebbe tornato, i suoi uomini avrebbero trovato un tunnel che dalle fosse sembrava condurre proprio nel mondo sotterraneo della piramide. Una serie di porte di pietra completamente disertate che conducevano verso quelli che dovevano essere i depositi di Canio: stanze e stanze di casse piene di utensili, mattoni, vestiti per gli schiavi…barili d’acqua, di birra, di vino, di calce, di pece…ma nulla di prezioso. A quella profondità nulla era franato e gli uomini di ferro avevano due opzioni: perlustrare la parte rimanente delle fondamenta o imboccare le scalinate che portavano al livello superiore: Dagon avrebbe potuto anche dividere le forze, ma si poteva fidare?
    Piranido
    Alcune stanze sono crollate (X) ma altre nascondono ricchi tesori. Partendo dall'apice Leonard ha già trovato il suo. Dagon per ora solo provviste generali.
    I gregari di Leonard possono eventualmente unirsi/competere con gli uomini di Dagon per la caccia al tesoro nei piani inferiori. Con le frecce indicherò ogni volta in che stanze potrete muovervi. Leonard anche se decidesse di lasciare Canio , potrebbe solo continuare a scendere tramite le spaccature nel pavimento fra i piani.
    Il drago si è involato, ma non è stato un mero jumpscare. mf_hassidic
     
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    Leonard Marbrand • 20 gennaio 286 • mattina• Terre Contese - Fortezza di Canio




    Le parole di Canio sembravano come rimbombare nella testa del Marbrand. Forse erano stati i versi di rabbia e dolore del drago che avevano sconquassato l'aria e le orecchie di Leonard, forse era stato il suo getto d'aria arrostente che avrebbe quasi potuto eliminare lo strato superiore d'epidermide se fosse stata accompagnata da fiamme; forse era solo la rabbia per non essere riuscito ancora una volta a terminare quell'essere mostruoso.
    Non importava quanto ci provasse, nella realtà così come nelle visioni quegli animali sembravano non voler morire.

    Ma era ferito, visibilmente ferito, così tanto che anche le sue gocce di sangue inguocato sembravano voler prendersi l'ultima rivincita sugli uomini che gli avevano fatto questo.
    Era giunto, aveva distrutto e poi aveva spiccato ancora una volta il volo.

    Avevano dato tutti del pazzo a Tywin, per il solo pensiero che delle balestre avessero potuto ferire il drago sopra Approdo. Tutti pensavano fosse qualcosa di invincibile.
    Peccato che nessuno di loro si fosse trovato lì.
    Leonard aveva perso una preda, ma quello scranno era ancora occupato.

    Cosa aveva fatto per convincerlo a portare su di lui un tale cataclisma?
    La domanda era sensata e posta con la giusta dose di disperazione.
    Era chiaro che oramai non vi era più alcun margine di trattativa, né di ripensamento, né di pietà. Non vi era dunque nemmeno più motivo di mentire.
    La voce di Leonard era roca, scavata e sembrava sofferente, seppur la sua armatura non avesse fatto passare alcun colpo attraverso di essa.

    "Non mi hai fatto nulla, schiavista, non sei stato altro che il protagonista di quella che gli artisti chiamano l'ultima prova prima dello spettacolo" Leonard alzò lo sguardo, guardando le macerie, il fuoco, la distruzione.
    "Uomini di culture diverse, pensieri diversi, obiettivi diversi...che in altre occasioni si sarebbero azzannati alla gola come i più selvatici tra gli animale..."
    L'aria era a tratti irrespirabile con tutta quella polvere.
    "Eppure si sono uniti per raggiungere ciò che mi ero prefissato" Sentenziò.
    Non c'era però orgoglio in quell'affermazione. Solo la presa di coscienza che era un male necessario.
    "Questo è il futuro che mi aspetta, Padrone Gallar, la demolizione prima della ristrutturazione, e tu sei stato solo l'ultimo ingranaggio che mi doveva dimostrare se ero in grado di farlo."

    Yaram era solo un evento collaterale che avrebbe potuto portare ancora più vantaggi. Non di certo il fine.

    "Rallegrati, perché oggi gli Dei hanno posato gli sguardi su questa fortezza" Non poteva essere un caso che un drago ferito senza cavaliere fosse precipitato lì.
    In quel momento, Leonard cominciò a camminare verso lo scranno.
    "Non ho intenzione di lasciare che i tuoi, ormai vecchi, schiavi si prendano la rivincita sul tuo corpo ancora in vita. Ti faccio gli onori di una morte rapida, inflitta o autoinflitta a tua discrezione e di un ultimo desiderio, se sarà in mio potere e non contro i miei principi e interessi lo terrò in considerazione." Si fermo a circa tre metri dallo scranno e dal Padrone su di esso seduto.
    "La prima di una delle tante vittime, ma vi prometto che un giorno queste saranno terre migliori."

    Leonard parlava, ma al solo scopo di ricordare a se stesso che non era un mostro ma il Campione della Stella a Sette Punte.
    Nell'attesa di una risposta, provò ad alzare gli occhi al cielo attraverso una delle zone distrutte della piramide. Quel maledetto drago era ancora là fuori. L'unico che sarebbe dovuto veramente morire quel giorno aveva ancora il dono della verità.




    Altrove, anche gli alleati di Leonard avevano avuto il loro incontro con quell'animale. Per loro era stato come per Leonard quello di Approdo. Sgomento, terrore, insicurezza erano solo alcune delle emozioni provate.
    Non c'era la stessa consapevolezza di Leonard nelle loro menti né il desiderio di sterminare una così antica creatura. Ma i loro desideri oramai importavano poco, nel caos di quella fortezza.
    Mentre Buzdarȳ provava a tenere le fila degli schiavi catturati e posizionandosi a poca distanza dalle porte insieme agli schiavi armati, Roncan e Alyx avevano provato a seguire il gruppo degli uomini di Ferro prima verso la fossa occidentale e poi verso i cunicoli.
    Non erano legati ad alcun vincolo di comando gli uni agli altri ma per due uomini che avevano vissuto parte della loro esistenza nei cunicoli dei Bassifondi di Myr, entrare in un tunnel sembrava quasi tornare a casa.
    "Magazzini e provviste" sentenziò con accento orientale Roncan verso Alyx.
    I loro sguardi si portarono sugli uomini di Ferro. Erano molti, meglio equipaggiati e sicuramente più inclini alle razzie.
    "Se nascondono le stesse soluzioni alchemiche nostre, rimanere nei bassifondi è la peggior cosa" sussurrò l'arciere dal viso sfigurato. Proprio lui ne sapeva qualcosa.
    Entrambi, dunque, a prescindere da cosa avessero deciso di fare Dagon e i suoi uomini, provarono a salire al piano superiore della piramide.

    Parole: 771

    Leonard: resta con Canio. Lo lascia parlare se desidera, ma comunque la sua fine è segnata. Può suicidarsi o lo eliminerà Leonard.
    Buzdarȳ: mantiene il controllo con i soldati delle porte e della via centrale per evitare che gli schiavi scappino
    Alyx + Roncan: procedo salendo nella mappa
     
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    La cattura del resto degli schiavi fu più facile di quanto il pirata avesse messo in conto. Probabilmente la presenza del drago doveva aver facilitato la docilità di quella gente. E come il migliore (e il più inaspettato) degli alleati, la bestia si alzò in volo levandosi dai coglioni prima di fare altri danni. Prima che sparisse al di là della mura però, non sfuggì ai suoi occhi il suo arto maciullato. Cosa era riuscito a ferire un drago?

    "Capitano, c'è un passaggio!"

    La voce di uno dei suoi uomini lo richiamò alla realtà. All'interno della fossa degli schiavi i pirati avevano trovato un tunnel e, a giudicare dalla sua conformazione, pareva dirigersi verso il fondo della piramide. Guardò ancora una volta il cielo e fece i suoi calcoli per qualche secondo: il drago non sembrava intenzionato a tornare e probabilmente le ricchezze di quella fortezza erano proprio là dentro. E che fosse dannato se avesse lasciato allo scaldaletto dei Sette il grosso del bottino!

    "Muoviamoci."

    Lasciò una parte della sua ciurma a tener d'occhi le potenziali reclute/merci e si inoltrò col resto all'interno del tunnel. Quando sbucarono dall'altra parte si trovarono dinnanzi ad un bottino ricco unicamente nella quantità. Schioccò la lingua, con fare infastidito. Probabilmente il piano inferiore era destinato principalmente ai magazzini e avrebbe offerto ben poco agli Uomini di Ferro. In ogni caso però era meglio evitare di lasciare questo genere di faccende al caso.

    "Metà di voi continui ad esplorare questo piano, portate fuori qualunque cosa di valore. Gli altri mi seguano!"

    Detto questo, si diresse verso il piano superiore in cerca di bottini che saziassero il suo appetito.



    Parole 274

    - Lascio un terzo degli uomini a controllare la fossa degli schiavi
    - Un terzo va a sinistra continuando ad esplorare il piano inferiore
    - Un terzo viene con me al piano superiore
     
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    Il Gallar balbettò e sputò con gli occhi strabuzzati alla ricerca di vie d’uscita, pensando a cosa potesse offrire in cambio della propria vita.
    Trent’anni per scalare i vertici…ucciso da un pazzo che nemmeno conosco…il Valyriano mi ha tagliato la mano Fortunato… - spiegò con voce tremante, mettendo le mani sul tavolo: alla destra mancavano tutte le dita all’infuori del pollice. Una pozza scarlatta si allargò rapidamente sul tavolo.
    Toccherà a te…un colpo pulito…Razdakh non sembra aver sofferto… - spiegò allungando il capo e posando la fronte sul tavolo, offrendo il proprio collo alla lama di Leonard. - Non dare il mio corpo ai Dothraki. - squittì, rassegnato e spaventato allo stesso tempo.
    Ma a quale Valyriano si riferiva? Se fosse stato un suo schiavo si sarebbe certamente riferito a lui come tale: chi poteva essere arrivato al Gallar prima di lui?
    L’unica uscita rimasta accessibile in quell’ufficio era una piccola scala a chiocciola di pietra ricoperta di calcinacci e…sangue.

    Anche nei piani inferiori Dagon, Alyx e Roncan trovarono sangue, ma era sangue secco, già versato da Leonard. Nessuno di loro lo sapeva, ma il corpo che trovarono steso su una lastra di pietra, nudo e con la testa mozzata posata di fianco era quello di Razdakh, il campione di Canio. Sembrava pronto all’imbalsamazione, ma chiunque lo stesse lavorando doveva essere fuggito. Elemento di maggior interesse sarebbe stata l’armatura messa su di un manichino lì vicino: era una rappresentazione, forse un po’ grottesca di un’armatura dell’antico Impero di Ghis, forse più un’oggetto di scena che una pratica protezione, ma forse proprio per questo dotata di un valore.
    Da quella macabra stanza dedicata alla cura di quel cadavere, avrebbero potuto muoversi orizzontalmente nel salone accanto o verticalmente tramite una piccola scala a pioli che permetteva il passaggio di poche persone per volta.
    gagagag
    Recap Bottino:
    Dagon: 212 Schiavi; Gemme; Provvigioni miste
    Leonard: 200 Schiavi; Provvigioni miste; Stiletto di Canio

    Il set di Razdakh è contendibile fra Dagon ed i gregari di Leonard
     
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    Leonard Marbrand • 20 gennaio 286 • mattina• Terre Contese - Fortezza di Canio




    Nello sguardo di Leonard non c'era dispiacere...però nel suo animo un po' sì.
    Guardo la mano mozzata.
    In fondo, non era stata dunque colpa di Leonard la sua morte, con una ferita del genere senza un Maestro difficilmente sarebbe sopravvissuto ad una fuoriuscita così copiosa di sangue.
    Tragico destino, Leonard era ora l'uomo che avrebbe posto fine alle sofferenze di quell'uomo, quasi un salvatore.
    "Che lo Sconosciuto ti accolga nel suo abbraccio" disse nella lingua comune di Westeros mentre il primo piede avanzava verso il punto in cui Canio porgeva la testa.
    mentre anche il secondo e il terzo passo si muovevano, Leonard ripensò a quelle parole...il valyriano?
    Era forse legato a quel drago che si era schiantato sulla piramide del Padrone? Oppure era qualcuno giunto non da troppo tempo? Dalle parole di Canio sembrava non conoscerlo ma eppure non era il primo valyriano tenuto in ostaggio, anche il Blackfyre era un tempo tenuto nelle prigioni di Qohor.
    Una cosa era certa, ovunque andassero portavano con loro tragedia.
    "E sia, Padrone Canio, il vostro corpo riceverà gli onori che vi spettano, una volta che la fortezza e la piramide saranno pacificate, farò in modo che riceviate gli onori che vi sarebbero spettati in vita."
    Una frase che avrebbe ripetuto a Yaram, una volta che questo si fosse insediato nella piramide, ma di certo non sarebbe rimasto lì per vedere se la promessa fosse mantenuta.

    Non c'era niente di glorioso in quella morte, pertanto nemmeno nella descrizione del Nightrider che calava su quel collo.

    Un altro Padrone era morto, dopo Mida ora Canio. E tutto per aiutare un terzo Padrone. Ilare il destino, anche se tutto si compensava.
    Leonard evità perfino di guardare la testa che rotolava ma i suoi occhi si posarono sullo stiletto.
    Un ricordo? Una spoglie di guerra? In fondo anche il pugnale di Mida l'aveva accompagnato fino a quel giorno, anche quell'arma gli avrebbe ricordato quanto era semplice morire, in un giorno in cui si pensava di poter fare semplici affari.
    Allontanò una delle dita e legò alla cintola, vicino all'arakh, lo stiletto.

    Guardò un'ultima volta al cielo. Il drago sembrava ormai essersi dileguato.
    Ora la sua missione era compiuta, bisognava solo uscire da quella piramide a pezzi distrutta...e tornare a casa. Alla sua vera casa.
    Poi, come un fulmine, nella mente si parò ancora una volta il Khal che l'aveva aiutato. Era un uomo capace di mostrare la forza con le armi, con le parole e con i gesti. Non c'era dubbio che desiderasse qualcosa di Canio. La testa era stata la scelta più ovvia ma vi era qualcosa nella promessa fatta al morente che gli impediva di consegnarla.
    Si sarebbe dovuto far bastare lo stiletto.

    Camminò fino alla piccola scala a chiocciola e cercando di evitare il sangue ancora non secco cominciò a scendere.


    Alyx e Roncan, invece, sembravano essere entrati in una delle sale interne della fortezza. Qualunque fosse il rito che si stavano preparando a porre in omaggio a Razdakh, che per loro era sconosciuto, era chiaro che doveva avere un ben alto valore. Alyx era di Myr, lo sapeva bene quanto era facile sbarazzarsi di un corpo inutile. Tutte quelle procedure non erano per tutti.
    Roncan si avvicinò all'armatura. "Fattura orientale...ma non appartenente al mio Impero. Forse prima, la Baia...o da qualche isola vicino. Utile, non c'è dubbio."
    Alyx, però, che era abituato a ben altro, era già diretto verso al scala a pioli.
    "Saliamo"
    "Shh Shh" gli rispose Roncan mentre toglieva i pezzi di armatura dal manichino, come si soleva fare con un figlio che dava fastidio. Li appoggiò sul primo pezzo di bancone disponibile, passando le dita sulle scanalature, come a saggiarne la vera provenienza o la fattura.
    Nell'Impero Dorato di Yi-Ti l'arte valeva molto di più di altri luoghi occidentali.

    Dopo aver completato l'operazione, Roncan tornò a osservare l'arciere. "Possiamo procedere"


    Parole: 616

    Leonard giustizia Canio ma lascia il corpo lì. Prende lo stiletto e scende le scale
    Alyx e Roncan salgono.
    Prendo io l'armatura (già d'accordo con Numar)
     
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    Ancora una volta la sete di bottino di Dagon e dei suoi pirati trovò ben poco ristoro in quella sala. Nessun tesoro nascosto, a patto che si non avessero gusti decisamente strani. Al centro della stanza infatti stava disteso su una lastra di pietra un corpo con la testa mozzata di netto. Pareva che all'interno della piramide stessero dando a qualche cerimonia funebre. Una strana priorità da avere nel bel mezzo di un assedio...

    "Uhm..."

    Uno degli uomini del Marbrand aveva attirato la sua attenzione su un'armatura alquanto singolare, destinata probabilmente al defunto. Pareva ingombrante, poco resistente e utile, per l'appunto, solo ai morti. Un buon osso da tirare in segno di buona fede.

    "In nome della nostra alleanza, consideratela pure vostra, signori!"

    Detto questo, si voltò verso il resto dei suoi uomini facendogli segno di seguirlo.

    "Muoviamoci."

    Non avrebbero trovato altro di valore lì dentro. Forse nella stanza accanto avrebbero avuto più fortuna.



    Parole 154

    Mi muovo con gli uomini a sinistra
     
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    Al piano immediatamente inferiore all’ufficio di Canio, un elegantissimo tappeto verde smeraldo sembrava irrimediabilmente rovinato da calcinacci e sangue, una colonna antica quanto la stessa piramide giaceva distesa in mezzo alla sala, illuminata ormai da una sola candela rimasta miracolosamente illesa e dal poco di luce che filtrava dalle spaccature nelle pareti.
    Da quella sala si andava ancora in basso tramite una scalinata immersa nell’oscurità, ma una porta che avrebbe certamente colpito era quella protetta da spesse sbarre d’acciaio e da un chiavistello: oltre quella porta ed oltre una seconda grata dall’altra parte, avrebbe visto Roncan ed Alyx, ma fra di loro, chiuso in quella stanza che poteva essere forse la stanza del cerusico del Gallar visti gli attrezzi e le numerose erbe in ampolla, un alto vecchio dai capelli impastati di cenere e sangue tentava faticosamente di estrarre un’asta dalla propria corazza.
    L’uomo si voltò verso Roncan ed Alyx: non era un vecchio, era un valyriano. Non appena li vide impugnò una spada spezzata appoggiata sul tavolo accanto un bizzarro medaglione, sporco anch’esso di sangue.
    Anche qua… - mormorò in lingua comune - Ikarus è fuggito, non lo prenderete. - sorrise con sotto una smorfia di intenso dolore rivolgendosi a gli schiavi di Leonard, incapaci di comprenderlo - Mi sembrava appropriato condurvi qui…è giusto che la Congrega delle Ombre muoia nelle rovine della Vecchia Valyria - strinse con forza l’elsa della spada spezzata, un anello brillante adornato da uno zaffiro ben visibile sul suo anulare.
    Non si era ancora accorto di Leonard dall’altra parte della porta inferrata, rivolgendo le proprie parole ad Alyx e Roncan.
    Non meritate l’onore, ma perirete assieme ad un Re.

    Dagon, nel frattempo, aveva fatto irruzione in ancora un altro corridoio costellato di stanze cubicoli. I suoi fecero rapida incetta di tutto il prendibile trovando quasi tutte le stanze disertate od i loro inquilini morti suicidi, talvolta abbracciati gli uni con gli altri con le gole vicendevolmente tagliate, talvolta appesi per il collo con funi improvvisate da lenzuoli o eleganti scialle. Fu trovato un superstite nascosto sotto un letto e fatto prostrare di fronte a Dagon.
    Ve ne prego pietà! Sono un liberto, non uno schiavista! Amministravo solamente la struttura per il padrone Gallar - implorò l’uomo coprendosi il capo glabro con le mani
    Negli ultimi giorni abbiamo spedito via buona parte delle ricchezze, posso dirvi dove se mi risparmierete la vita…ho tutte le chiavi e tutte le posizioni - sorrise alzando lo sguardo.
    zan%20zan%20zaaan
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    Anche quella stanza non offrì alcun bottino degno di nota al capitano pirata, solo i corpi di coloro che si erano tolti la vita in vista del loro arrivo. Patetico! Se si accettava di porre fine alla propria vita, perché non farlo con un arma in mano tentando di portare quanti più nemici possibili con te? Era quello l'esempio più lampante di codardia. Ciò che distingueva chi poteva servire l'Abissale e chi veniva falcidiato in suo nome.
    Solo uno degli abitanti della piramide respirava ancora, leggermente meno patetico degli altri. Anche se sprecava il suo fiato per vane suppliche.

    "Ve ne prego pietà! Sono un liberto, non uno schiavista! Amministravo solamente la struttura per il padrone Gallar. Negli ultimi giorni abbiamo spedito via buona parte delle ricchezze, posso dirvi dove se mi risparmierete la vita…ho tutte le chiavi e tutte le posizioni!"

    Dagon sorrise sotto l'elmo sollevandolo di peso. Avrebbe vissuto il tempo necessario per terminare la propria utilità.

    "Perfetto! Sono certo che giungeremo ad un accordo che soddisferà entrambi."

    Il gruppo non trovando nulla di valore in quelle stanze si diresse verso il piano superiore dove ebbero modo di rivedere un volto familiare.

    "Ma guarda un po', Marbrand! Sei ancora vivo!"

    Non c'era molto sollievo in quella frase. Si trattava semplicemente di un'ironica constatazione. Lo sguardo del nobilotto dell'Ovest però pareva essere concentrato sulla stanza accanto: una pesante grata di ferro impediva l'accesso ma c'era una persona all'interno. Gli occhi e la mente ci misero qualche istante prima di mettere assieme i pezzi di ciò che stava vedendo. Un valyriano. Non dava loro le spalle, eppure aveva uno strano presentimento di chi potesse essere. Non l'aveva mai visto di persona, ma doveva essere lui. Non aveva alcun senso che fosse lì, ma doveva essere lui. Questo spiegava il drago. E apriva decine e decine di domande.

    "Ma quello... quello è... ma che cazzo!"

    Si voltò verso il prigioniero che aveva appena acquisito e lo afferrò per il collo.

    "Hai le chiavi? E allora apri questa cazzo di porta!"

    Per rinforzare il concetto lo scaraventò contro la grata. Se quello non avesse saputo soddisfare la sua richiesta, l'avrebbe ucciso di puro impulso. Magari spaccandogli il cranio contro la parete. Lo sguardo corse di nuovo a Leonard. La mente non poté far a meno di tornare alla discussione che avevano avuto sulla Fantasma.



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