Il Riposo dei Corvi

Libera di interludio Astrid Grafton-Vicare Vorys

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    Ma vaneggio, nella situazione in cui siamo conviene guardare al futuro…a tal proposito ti dovrei chiedere una cosa Astrid. - si fermò, giudicando appropriata la distanza dai cavalieri ed il loro ingrato dovere e si mise di fronte ad Astrid - A Porto Bianco io vorrei che ci sposassimo - fece del suo meglio per tenere lo sguardo saldo sull’amata senza che il suo entusiasmo lo interrompesse - Così facendo gli uomini di tuo padre potrebbero scegliere di seguirti o tornare a Città del Gabbiano, ma non potrebbero portare te o Kristoff via. Ma per farlo dobbiamo come minimo ingraziarci chiunque governi a Porto Bianco. - terminò di spiegare tornandole al fianco.
    Quindi primo obbiettivo: capire chi governa a Porto Bianco - stabilì facendo ironia sulla sua persistente ignoranza sulle moltitudini di famiglie e luoghi di Westeros.
     
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    Non poteva nasconderlo, Astrid si sentiva lusingata ogni qualvolta si ritrovava di fronte anche a semplici gesti di cortesia come quello appena avanzato da Vicare: effettivamente aveva passato gli ultimi giorni con Kristoff tra le braccia per più tempo di quanto non avesse fatto quando ancora si trovavano ad Approdo del Re e la cosa appariva ancora più paradossale, se si considerava che il loro viaggio non prevedeva la loro futura casa come destinazione.
    “Come siamo cortesi, stasera” Gli sorrise Astrid, aiutando il futuro marito a sistemarsi tra le braccia Kristoff, divenuto leggermente irrequieto a causa di quello scambio improvvisato. Nonostante tutto, il braavosiano pareva già averci preso la mano con quella che sarebbe stata una costante per i successivi mesi e la cosa non poteva non scaldargli il cuore

    “… oltre che bellissimi, ma quello lo sei sempre” Aggiunse subito dopo, mentre un sorrisetto “punzecchiatore” si apriva sulle sue labbra, con le quali quelle di Vicare si incontrarono nel giro di una manciata di secondi.
    “Oh, stai tranquillo, amore” Cominciò a dire, una volta completato il passaggio di Kristoff da un paio braccia all’altro “Non c’è alcun pericolo per quello, stanotte ha passato tutto il tempo a piangere, direi che si rende conto benissimo di essere abbastanza grande da non far dormire chi è nella sua stessa stanza”

    Effettivamente la precedente nottata non era stata affatto facile, forse era stato il mare leggermente mosso o forse il fatto che la stessa Astrid si rendesse conto di starsi per trovare a contatto con una situazione potenzialmente rischiosa e che comprendeva diverse leghe di viaggio.
    Scuotendo la testa nel vedere Vicare intento a scervellarsi nel tentativo di localizzare temporalmente il loro primo incontro a Braavos, decise di optare per quella che a suo avviso era la soluzione migliore: alzandosi sulle punte, lo silenziò scambiando un secondo bacio più intenso con il giovane dai capelli rossicci, inclinando poi la testa in maniera tale da appoggiarne il lato sulla sua spalla.
    “Ancora mi chiedo come tu abbia fatto ad innamorarti di me, a volte” Ridacchiò divertita Astrid, mentre i suoi occhi riflettevano parzialmente le rare luci del porto poco distante.

    “Penso che se mi avessi conosciuta solo qualche anno fa mi avresti trovata un maschiaccio insopportabile. Beh, un maschiaccio lo sono ancora a dire il vero, ma insomma… cambiare non è mai facile”
    L’idea di riaffrontare un viaggio al di là del Mare Stretto, tuttavia, spaventava leggermente Astrid: almeno nell’immediato, assumersi immediatamente l’impegno di un così faticoso viaggio verso il Continente Orientale sarebbe stato quantomeno controproducente, soprattutto con un neonato a carico e senza tutta la libertà su cui avrebbero potuto contare soltanto alcuni mesi prima. Tuttavia non aveva proprio il cuore di lasciare Vicare con un senso di delusione o di amarezza, motivo per cui la soluzione più immediata che le venne in mente fu anche quella che avrebbe potenzialmente potuto far sentire il suo futuro compagno di vita l’uomo di successo che era diventato.

    “E se invece li invitassimo a raggiungerci? Saranno sicuramente fieri di vedere Lord Vicare Vorys regnare sul proprio dominio, a soli pochi mesi dal suo arrivo a Westeros… e ovviamente sarebbero anche entusiasti di conoscere lui, ne sono sicura”
    Così dicendo, Astrid passò un paio di dita tra i radi ciuffetti rossi di Kristoff, appisolato placidamente tra le braccia del giovane, per poi alzare lo sguardo per la seconda volta e sentire il cuore piombarle diritto in gola: la sua gola sembrò quasi accartocciarsi per l’emozione e sul suo volto si dipinse un’espressione a metà tra l’incredulo e l’euforico, entrambi sentimenti che giocoforza fu costretta a trattenere – anche perché la loro espressione sarebbe coincisa col saltare al collo di Vicare e baciarselo di lì fino alla mattina seguente.

    Era… una proposta di matrimonio, quindi? Ne avevano ovviamente già parlato altre volte e in diversi modi, ma mai, mai in maniera così “concreta”, mai senza effettivamente fare un vero e proprio piano di nozze: il matrimonio ci sarebbe stato, entrambi lo volevano, ma i preparativi veri e propri erano stati sempre rimandati… ed ora invece erano ad un passo dal diventare ufficialmente marito e moglie.
    Capiva perfettamente la logica che si celava dietro a quella proposta improvvisa, fatta non da anelli, inginocchiamenti, promesse dinnanzi ai Sette Dèi e quant’altro, ma al desiderio di non ritrovarsi separati per chissà quanti altri mesi ancora. La pragmaticità contrapposta all’amore… ma in lei il secondo sentimento rimaneva quello preponderante e per la terza volta nel giro di pochi minuti, Astrid lo prese per la vita e alzandosi sulla punta dei piedi, lo baciò a fondo, lasciando che la sua barba la pungesse a volontà.

    “E quindi… niente invitati, niente ricevimento, niente cerimonia… non vorresti davvero tutto ciò?” Chiese Astrid, lasciando ben intendere dal tono commosso della sua voce che, se fosse stato per lei, avrebbero cavalcato fino a Porto Bianco già quella notte stessa pur di potersi sposare. La sua espressione non mentiva e sulle sue guance era comparso il vivido rossore tipico di quando la Grafton si trovava in situazioni di grande intensità emotiva.
    “Io non ho alcuna intenzione di separarmi da te … e se per impedire ciò dovremo sposarci coi soli Dèi a farci da testimoni… sì, voglio sposarti, Vicare Vorys. Feste, cibo, amici e parenti potranno attendere il nostro ritorno. Io non potrei attendere il tuo per più di un altro giorno”
     
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    Vicare sorvolò con un sorriso sbrigativo all’idea di portare la famiglia ad Ovest e nemmeno lui avrebbe saputo spiegare il perché: da una parte non riusciva ad immaginarsi i suoi zii così scolpiti nel loro ruolo sradicarsi e lasciare tutto per seguirlo a far la vita dei padroni terrieri…era irrazionale e persino egotico, in fondo Vicare stava facendo proprio quello e loro erano il suo stesso sangue, perché avrebbero dovuto essere diversi? In parte era anche per la loro sicurezza: delle cose che aveva imparato in quei mesi in occidente era che si trattava di un periodo tumultuoso e che gli stranieri era visti accettati a mala voglia solo quando necessario, era presto per chieder loro di rischiare tutto…un altro elemento, quello di cui Vicare si vergognava e che gli impediva forse di parlarne apertamente era che vedeva l’avventura ad Occidente come una sua cosa. Diversa dai percorsi degli zii, distinta anche dai viaggi del padre.
    Due continenti, due vite.
    Ma analogamente, per Astrid la situazione era speculare: a Braavos era stata slegata da tutto mentre là era inevitabilmente condizionata. Mai la cosa fu chiara come di fronte alle domande di Astrid, quasi meravigliate di fronte alla spensierata rinuncia agli elementi più formali della celebrazione.
    Se il confronto doveva essere con il matrimonio al quale avevano partecipato alla capitale, quello del Signore del Nord con una semi-principessa, certamente una cerimonia improvvisata a Porto Bianco non poteva reggere.
    Sai che ti celebrerei ogni giorno in maniera sempre più trionfale… - le sorrise carezzandole una guancia arrossita mentre con l’altro braccio continuava a reggere il piccolo Kristoff-…potendo. Ma ho attraversato il Mare Stretto per sposarti e imprevisto dopo imprevisto dovremmo attendere per veder crescere il rischio che ci venga negato? Tsk-tsk- schioccò la lingua in diniego portando la mano dietro la chioma di Astrid - Qualsiasi cosa riusciremo ad organizzare a Porto Bianco sarà esattamente quello che basterà. - la rassicurò una volta ottenuta la sua approvazione, avvicinandosela poi per sugellare il nuovo piano d’azione con un nuovo, passionale bacio.

    Rinunciando al sapore dell’amata solo al divincolarsi del figlio, Vicare le sorrise nuovamente prima di ricollocare il bambino esattamente di fronte a se- Faremo finta di essere a Braavos, eh, Kristoff?- gli disse in basso valyriano prima di posarlo nuovamente contro il proprio petto.
    Andiamo - bisbigliò ad Astrid indicando con il capo una scala che conduceva direttamente al livello del canale.
    Maschiaccio - ridacchiò ripensando alle precedenti parole di Astrid mentre si appropinquava allo specchio d’acqua - E chi ti avrebbe trasformato in donna? Il Titano? O mi stai attribuendo poteri magici? - la provocò con un ghigno - Eri forte e lo sei ancora, ma non credere che questo diminuisca la tua femminilità.- la rassicurò con tono più serio. Erano già diversi i pregiudizi ai quali senz’altro andavano incontro, non poteva permettere che Astrid si sentisse ulteriormente in difetto rispetto alle altre nobil-fanciulle.
    Là sotto, dove la luna e le stelle si riflettevano deformate dalla corrente e la roccia odorava di umido, Vicare sentì effettivamente di poter fingere di trovarsi a casa.
    Non so quando vedrai la nonna - tornò a rivolgersi al bambino - Ma se fossimo a Braavos, lei ogni giorno ti porterebbe al canale per farti bagnare i piedi. - spiegò porgendo il pargolo ad Astrid affinché lui potesse nel frattempo sfilarsi le calzature.
    Che dici Jorrāeliarza ?- era possibile che sembrasse un completo lunatico in effetti, e non era da escludere che avesse appena squalificato la madre dal vedere il nipotino in prossimità di canali di qualsiasi tipo.
     
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    Premendo le proprie labbra su quelle di Vicare, Astrid chiuse gli occhi e per un attimo si perse nel sapore della sua bocca e nel profumo della pelle del Braavosiano, mentre il cuore sembrava impaziente di scapparle via dal petto direttamente. Fu allora che, quasi senza neppure accorgersene, la visione di Astrid in merito alla situazione si capovolse radicalmente.

    Vicare aveva ragione; avevano atteso troppo a lungo e per troppo a lungo erano stati separati dal Mare Stretto, troppo tempo avevano trascorso cercando di capire se ritrovarsi fosse effettivamente parte del loro destino oppure se quella notte trascorsa insieme a Braavos fosse la prima e l’ultima occasione per poter stare assieme… la volontà di attendere ulteriormente per potersi definire una famiglia era giunta al termine anche per Astrid, ma soltanto allora se ne rendeva conto: non avrebbe avuto intenzione di sopportare ulteriori attese imposte dall’esterno. Doveva prendere in mano la propria vita e lo avrebbe fatto, con o senza il consenso della sua famiglia.
    “A me bastate voi due” Ribattè Astrid, abbandonandosi al tocco della sua mano sulla guancia e passando una mano sulla testolina di Kristoff, ancora comodamente sistemato tra le braccia di Vicare.
    “Non ho bisogno di altro per essere felice e non ho bisogno del permesso di nessuno per poterlo… per volerlo essere”
    Prese un attimo di pausa, dopodichè fissandolo dritto negli occhi con un ampio ed entusiasta sorriso sulle labbra, gli sussurrò “E Porto Bianco sia, dunque”.
    Incamminandosi insieme al suo ormai quasi-marito, Astrid lasciò che Vicare si facesse carico del peso di Kristoff, ovviamente rimanendo sempre pronta a scambiarsi con lui nel ruolo che aveva spontaneamente chiesto di ricoprire.

    “Se è troppo pesante dimmelo pure, alla fine chi non ha fatto niente durante il viaggio ed è più riposata sono io” Gli rammentò con fare divertito, meravigliata da come tutte le voci che aveva udito nel corso del tempo sui giovani appena divenuti padri si stessero rivelando non solo errate ma, molto probabilmente, infondate nella maniera più assoluta: Vicare sembrava così affettuoso con il loro primo figlio da far dubitare Astrid della stessa veridicità di ciò che balie e nutrici le avevano confidato solo pochi mesi prima, raccomandandosi di non contare troppo sul padre del nascituro e di abituarsi fin da subito a provvedere da sé per tutte le necessità del bambino.

    “Paradossalmente chi mi ha trasformata in maschiaccio è stato mio padre” Gli confidò, mentre scendevano la scalinata di legno e si avvicinavano a quello specchio quasi completamente buio che era il mare, le cui increspature erano l’unica parte capace di riflettere le fosche e rare luci della costa.
    “Più mi proibiva di andare a cavallo o tirare con l’arco e più io lo facevo anche solo per il gusto di provocarlo e dargli fastidio” Rise divertita, cingendogli la vita con un braccio in modo da avvicinarsi a lui e potersi premere leggermente contro il suo fianco.
    “Qua quello fascinoso tra noi due sei tu. Anzi, ti dirò di più... sei la creatura più meravigliosa che potessi desiderare di avere al mio fianco” Lo rimbeccò teneramente la ragazza dai capelli rossi, sopprimendo il desiderio di strofinare la fronte contro il suo collo, onde evitare di scomodarlo ulteriormente ed obbligarlo a destreggiarsi tra la propria futura moglie e il sorreggere loro figlio.

    Lo scenario ipotizzato da Vicare, pur portando in sé una velata dose di malinconia per l’incognita sul giorno in cui avrebbero potuto fare ritorno a Braavos, non mancò di far sorridere Astrid, che si immaginò la scena nella propria mente nell’istante in cui si risistemò Kristoff tra le proprie braccia, liberando il Braavosiano dal compito di portarselo in giro di peso.
    “Sicuramente Kristoff apprezzerebbe, non è così?” Chiese, rivolgendosi prima al giovane dai capelli chiari e poi al neonato, che parve quasi rispondere con un mugolio appena impercettibile.
    “E poi sarebbe un bene imparare a nuotare il prima possibile, a me è sempre piaciuto fin da bambina, non so a te” Asserì subito dopo, avvicinandosi al proprio amato ed alzandosi sulle punte per baciarlo.
    “Non credo di averti mai detto quanto i tuoi occhi siano stupendi, specie quando riflettono la luce delle stelle” Sussurrò, scrutandone le colorazioni verdastre delle iridi che, in quella situazione di penombra, erano a malapena percepibili ma che Astrid riusciva comunque a scorgere.
     
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    Beh, io non so fare né l’una né l’altra cosa - ammise Vicare a proposito dell’equitazione ed il tiro con l’arco - Quindi ti toccherà insegnarmi…ma in maniera molto femminile - sentenziò sfilandosi le scarpe - per non offendere tuo padre. - scherzò strizzando l’occhio sinistro provocatoriamente.
    Vicare non considerava le passioni di Astrid un rischio, poteva capire le preoccupazioni del padre in un certo senso, ma con lui Astrid era sempre stata talmente affettuosa che non si sarebbe mai sentito di negarle alcunché.
    Non aveva fatto in tempo a sfilarsi le calze che la Grafton si era allungata per un nuovo bacio al quale il Braavosiano non poté che soccombere, stringendola a sé.
    Jorrāeliarza… -mormorò momentaneamente disarmato Vicare, così abituato a desiderare dal trovarsi spiazzato nell’essere oggetto di tante lodi - Credo che la luce che stanno riflettendo non venga dalle stelle -sorrise infine, alludendo agli occhi della compagna, occhi blu che lo avevano perseguitato nelle notti più dure in quei mesi separato da lei, ma che talvolta finivano a visitarlo anche in quelle notti, svegliandolo e frustrandolo quando si rendeva conto di non averla al proprio fianco. Il matrimonio non poteva proprio aspettare oltre quel viaggio.
    Stringendole una natica la baciò nuovamente non trattenendo un sorriso soddisfatto.
    Dai, ora non so quanti anni dovrai aspettare prima di dare le prime bracciate, Kristoff, ma guarda il papà…
    Si scostò guardando il bambino in braccio ad Astrid mentre raggiungeva il limitar del canale, si tirava su i calzoni e si metteva a sedere, immergendo i piedi fin sopra alle caviglie nel canale.
    Strizzando gli occhi invitò Astrid a sedersi al suo fianco, incapace di trattenere il sorriso.
    Escludendo tuo padre…c’è qualche parente che vorresti portare? Sono sicuro che potremmo convincere Ser Duran a fare una fermata a Città del Gabbiano. Tua madre? - le chiese una volta che furono entrambi seduti dondolando i piedi nell’acqua fresca. Si assicurò che fra di loro ci fosse abbastanza spazio per Kristoff, contrastando il desiderio di tenerla stretta contro se. Sapeva che avrebbero potuto scatenare l'ira di Lord Grafton, ma se ci fosse stato almeno un testimone della famiglia, forse i danni sarebbero potuti essere limitati.
     
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    Quella specie di proposta giunse alle orecchie di Astrid quasi come se fosse un invito – ed effettivamente lo era – e ciò bastò ed avanzò per stuzzicare la sua voglia di apprendere a propria volta qualcosa di particolare ed unico dal suo futuro sposo, a cui era avvinghiata come uno di quei curiosi animali che aveva avuto occasione di vedere in qualche mercato braavosiano.

    “Affare fatto. A patto che tu possa spiegarmi qualcosa sull’oreficeria e che mi faccia diventare una madrelingua di braavosiano” Gli sorrise di rimando, per poi aggiungere “Ma cosa intendi con ‘in modo femminile’? Devo truccarmi e impomatarmi prima di scoccare una freccia? Eviterei volentieri”, non senza sopprimere una risata divertita all’idea di indulgere in quei pregiudizi e luoghi comuni sulle Lady.

    “Non mi vedrai mai in altro modo che in quello in cui mi hai conosciuta, promesso. E quindi ti insegnerò le cose nel modo in cui le ho imparate io” Garantì, quasi a rassicurare Vicare che il suo atteggiamento non sarebbe cambiato, neppure ora che erano diventati genitori.
    Capì immediatamente dove volesse portare quel flirt così tanto atteso sin da quando erano salpati dalla capitale, ma il rossore non mancò comunque di ripresentarsi sulle sue gote e cercò di sublimarlo imprimendo un ultimo bacio sulle sue labbra.

    “Penso che in tal caso la scarsa luce ti stia facendo vedere un gran poco, Vicare” Rimbeccò divertita Astrid: non sapeva il perché, ma l’autoironia l’aveva sempre trovata una qualche forma di “dote” che poche altre ragazze della sua età avevano… o almeno, così credeva. Portando la sua bocca su quella del futuro marito, su iniziativa di quest’ultimo, Astrid non si oppose affatto alla mano del braavosiano sul suo fondoschiena: d’altra parte anche lei avrebbe sicuramente fatto lo stesso, se solo Kristoff non si fosse trovato tra le sue braccia, quasi ad impedirglielo volutamente. Poco male, ci sarebbero state altre occasioni nel giro di pochissimo, pensò.

    Sistemandosi di fianco al giovane dai capelli chiari, che nel frattempo aveva raggiunto il canale per tastare la sommità dell’acqua con i propri piedi, Astrid si sistemò meglio Kristoff tra le braccia in modo da allungarsi goffamente, facendo attenzione a non cadere, per raggiungere la superficie bagnata con la punta delle dita e passarne poi qualche goccia sul ciuffetto rosso di Kristoff, il quale parve non accorgersene neppure.

    “Sono sicura che se non ci fosse stato lui” Nel dire ciò, Astrid fece balzare il proprio sguardo sul neonato per un paio di secondi “Ci saremmo buttati in acqua ad amoreggiare, uh?” Sorrise maliziosa la ragazza, mentre con una mano cercava di slacciarsi le calzature che le avevano stretto i piedi fino a quel momento, sospirando di sollievo non appena la punta dei suoi piedi toccò la frescura dell’acqua buia, mentre col proprio corpo si abbandonò contro quello di Vicare, accoccolandosi pur facendo attenzione a non costringerlo a sobbarcarsi tutto il peso della ragazza. Fu allora che i due ritornarono a discorrere delle loro imminenti nozze ed Astrid si rese conto di come organizzare tutto in pochissimi giorni sarebbe stata un'impresa che però si sentiva felicissima di affrontare.
    “Uh, sai, penso che in realtà soltanto mio padre e mia madre sarebbero perfetti come accompagnamento. Vedi, non ho mai avuto un gran rapporto col resto della mia famiglia… ma non nel senso che non ci vada d’accordo, no. E’ che proprio li avrò visti…”

    Nel dire ciò Astrid si zittì un attimo, facendo un rapido conteggio mentale ed approssimativo

    “Forse quattro volte in sedici anni? Non penso proprio di aver bisogno di qualcuno, se non di te e di Kristoff. Ma tener buoni i miei genitori è importante, d’altra parte sarò io ad ereditare il loro seggio e preferisco evitare che accampino scuse per darlo a chissà chi.”
    Inclinando la testa di lato e cercando col pollice la guancia rosata di Kristoff per carezzarla, pur rimanendo con lo sguardo fisso sul suo amato, subito dopo la ragazza dalla chioma rossa gli chiese “E tu invece? Riusciremmo a far arrivare qualcuno al di qua del Mare Stretto prima di sposarci?”
     
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    Vicare sorrise nel vedere le gocce d’acqua salmastra scivolare sulla fronte del piccolo Kristoff e rimanere intrappolata fra i sottili capelli rossi che gli ricoprivano sparutamente il capo. Era una sensazione che ancora non aveva del tutto risolto, in quella settimana di viaggio aveva chiaramente sentito la mancanza di Astrid, ma osservando fronte bagnata di loro figlio, Vicare realizzò di aver rimandato anche la sua vera e propria iniziazione alla paternità.
    Imitò dunque l’amata: intinse due dita nella corrente del canale e le passò sui minuti piedi di Kristoff, contandone con il tatto le dieci dita. Appena più in basso contò invece le dita della Grafton, leggermente tese per via dell’acqua fredda, ma libere.
    Alzò lo sguardo sentendosi profondamente fortunato di quel momento per respirare e godersi le fondamenta della sua nuova famiglia.
    Senz’ombra di dubbio…l’acqua fredda avrebbe forse posto un problema, ma nulla di insuperabile. - rispose all’amata riprendendo l’affatto velata allusione con un leggero sorriso sotto i baffi per poi appoggiare la propria testa contro la sua chioma rossa.

    Ascoltò con lo sguardo perso nei riflessi e la corrente mentre Astrid confermava che sarebbero stati quasi certamente soli.
    No… - rispose dopo una pausa riferendosi alla possibilità di portare la sua famiglia -Ser Duran non si lascerebbe dirottare a Braavos nemmeno se avessi il permesso firmato dal Re… - di tutti i cavalieri era il più rigido, forse anche quello che più lo disprezzava. Per qualche ragione Vicare stesso lo aveva voluto a capo della spedizione. - vorrà dire che ci basteranno i nostri nuovi amici. Che mi dici di Bill Stone? E’ un tipo divertente? - il protettore di Astrid poteva essere tanto un alleato quanto un ostacolo. Vicare contava di spiazzarlo con il matrimonio, spiazzarlo e sperare che in quel momento di crisi la sua lealtà decidesse di atterrare su Astrid piuttosto che Lord Gerold.
    Il Thorne dev’essere più vicino alla tua età che la mia…basterà convincerlo che è una delle cose più avventurose alle quali assisterà e sono sicuro che accetterà di sposarci lui stesso - un giovane così spavaldo ed avventuroso…non sapeva molto della statura di Casa Thorne, ma forse in altre circostanze sarebbe stato lui a reclamare la mano di Astrid.
    Per qualche motivo non lo temeva, si sentiva sicuro di poter manipolarlo meglio degli altri cavalieri e nelle attuali circostanze…Vicare era di rango superiore a tutti i Ser e stringeva saldamente Astrid fra le proprie braccia.
    Quanto all’affascinante Ser Crabb…ci porterà in carrozza dal tempio alle nostre stanze! A meno che non sia troppo rischioso naturalmente - scherzò allegramente vorticando leggermente i piedi in acqua
    E a proposito di templi…dovrai presentarmi i tuoi Dei per bene. Già sto trasmettendo queste tradizioni d’oltre mare a nostro figlio, non vorrei crescesse come un totale miscredente. - il discorso religioso era chiaramente delicato in quel periodo, ma sentiva che in quel momento, soli tra di loro, potessero essere franchi a riguardo.
    Cavalli, archi, Dei...non so se basterà farti vedere le fatiche dell'orificeria per sdebitarmi!
     
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    Vedere Vicare così coinvolto nella cura di Kristoff, che parve singultare per qualche istante al contatto con quell’acqua forse troppo fredda, scaldò immediatamente il cuore di Astrid, più di quanto non avrebbe mai potuto fare col solo pensiero di vederlo così assorto assieme a suo figlio. Rispondendo con un malizioso sorriso a quel sottile riferimento del loro ipotetico “amore acquatico”, Astrid non si mosse e si abbandonò al contatto tra le loro teste, sentendosi finalmente tranquilla.

    Per cercare di stemperare l’ipotetico senso di desolazione all’idea che Vicare non potesse avere i propri genitori con sé il giorno in cui prendeva moglie, Astrid mormorò “Potrei sempre farlo minacciare da Ser Stone”, sebbene forse tale uscita non fosse proprio la più felice da fare in quel momento, principalmente per scaramanzia: avevano ancora diversi giorni in mare da dover affrontare e chiamare su di sé un evento nefasto come un ammutinamento o come diamine potesse chiamarsi… no, forse era meglio evitarlo, pensò la ragazza dai capelli ramati.
    Fu proprio lo stesso Vicare a richiamare il nome appena udito, ponendo una domanda a cui Astrid rispose inclinando leggermente la testa e scrollando le spalle in modo quasi interrogativo: già… che tipo era, Ser Stone?
    “Non ne ho la più pallida idea. Voglio dire, spesso veniva incaricato da mio padre di vigilare sulla mia persona, ossia assicurarsi che non mi cacciassi in qualche situazione potenzialmente rischiosa, ma in tutti questi anni non posso dire di aver imparato a conoscerlo un granchè bene, lo ammetto. E tu…” Così dicendo, Astrid scrutò le iridi verdastre del Braavosiano, con un sorriso.
    “Hai stretto qualche nuova amicizia durante il viaggio?”

    Arricciando le dita dei piedi bagnate e sistemandosi meglio sul bordo pietroso del molo, la Grafton si ritrovò a concordare con il suo futuro marito:
    “Secondo me accetterebbe su due piedi, se glielo chiedessimo domattina, ne sono convinta quasi del tutto, mentre per il viaggio secondo me Ser Crabb opterebbe per portarsi dietro pure qualcuno dei suoi, per sicurezza. L’ho sempre visto come un individuo troppo… desideroso di evitare rischi? Che poi… quali rischi potranno mai esserci durante un matrimonio.”
    Di nuovo, si ritrovava a sproloquiare da sola, il classico lato troppo chiacchierone e logorroico di Astrid che era riuscita ad arginare in gran parte con chiunque, tranne con chi appunto riusciva a farle battere il cuore… come Vicare, appunto.
    "Certo che comunque come pianificatore di matrimoni hai talento, sicuro di non voler arricchirti con quel settore al posto che con l'oreficeria? Oppure potresti fare un miscuglio delle due cose: organizzare matrimoni con posate d'oro, bicchieri d'oro, tovaglie d'oro... diventeremmo più ricchi dei Lannister in men che non si dica"

    “Oh, miscredente? Guarda, ti confiderò un segreto” Sussurrò appoggiandosi alla sua spalla ed alzando lo sguardo, facendo attenzione ad avere Kristoff ben saldo tra le proprie braccia.

    “Io dei Sette so davvero pochissimo: le lezioni con la Septa le evitavo di proposito, una volta finsi di essere caduta da un albero e di aver sbattuto la testa soltanto per non sentirla parlare ancora di Dèi e religione. Sì, sono un mostro, lo so. Quella volta feci preoccupare tre quarti del palazzo di mio padre, ma almeno ho passato un paio di giorni a letto prima che si accorgessero che non avessi niente”
    Cercò di trattenere una risata, d’altra parte non è che fosse stata il massimo della maturità in tale circostanza… ma d’altra parte il solo ricordo la divertiva parecchio e sbuffò un risolino divertito nell’osservare l’espressione di Vicare in penombra.

    “A proposito di letti… dove passeremo la notte, stasera? Ce ne torniamo sulla nave o riviviamo al cento percento il nostro primo incontro a Braavos ma qui a Westeros?” Gli chiese con una placida espressione felice impressa sul volto, mentre si allungava verso di lui per baciarlo sulle labbra, avvertendo la sua barba punzecchiarla leggermente.

    Astrid non ha seguito alcuna lezione sui Sette quindi già, è impreparatissima D:
     
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    Amicizie? Ho a che fare con i marinai di Città del Gabbiano da quando tuo padre mi ha “importato” - strizzò l’occhio ricambiando lo sguardo dell’amata - ormai mi ci trovo bene. Son stati loro a insegnarmi la lingua dopotutto. Ho avuto modo di scambiare qualche parola con il nostro… “carico” - fece una breve pausa, valutando le considerazioni da fare.
    Una triste compagnia - si limitò a dire per evitare di appesantire Astrid. Era meglio non soffermarsi sulla crudele realtà di quella loro luna di miele prematura, non quella sera almeno.

    Fortunatamente Astrid non sembrava potersi abbattere e strappò una risata al Vorys
    Mi rincresce, Astrid, ma il nostro matrimonio? Senza rischi? Non ci scommetterei troppo - scherzò stringendole un momento la spalla. - Non che non ne valga la pena…anche solo dirlo: il nostro matrimonio - enunciò bene le parole osservando bene l’effetto che aveva sul viso dell’amata, illuminato quanto bastava dalla luna e le stelle, abbastanza vicino da poterne percepire il respiro.
    Il successivo racconto suscito una seconda vampata d’ilarità, regalando al Braavosiano il suono di una risata, pur se trattenuta.
    Ah, quindi siamo in due a dover sperare nella misericordia degli Dei di questo continente e a prendere lezioni assieme a nostro figlio…non sarà facile, marmocchio - commentò sarcastico rivolgendosi a Kristoff - schiacciato fra un miscredente ed un mostro. - sorrise alzando lo sguardo dalla testa di Kristoff a quella di Astrid, arrivando a sfiorarle il naso - un bellissimo mostro -sorrise con la voce a sussurro- con zaffiri nelle orbite e rubini nella criniera. La pelle pura come la madreperla e…credo qualcosa sulla bocca - proseguì congiungendosi a lei in un nuovo appassionato, insistente bacio, fermandosi solo il sangue gli sembrò si fosse riscaldato fin troppo.
    Al cento per cento dici? - ridacchiò allontanando le labbra dal volto di Astrid, controllando Kristoff - Sarebbe certamente divertente… -sorrise prendendo in considerazione le proposte di Astrid. Il solo pensiero di andare a caccia di una locanda disposta a dar loro una stanza lo riportava a quella spensierata notte, ma non poteva farsi illudere dal desiderio, non lì.
    Temo di conoscere Riposo del Corvo abbastanza bene. A quest’ora è probabile che nemmeno ci facciano entrare. - scherzò tirando fuori i piedi dall’acqua ed incrociando le gambe. - Più seriamente abbiamo di fronte mesi di viaggio Jorrāeliarza, non vorrei metterti in difficoltà così presto.- spiegò carezzandole la lunga chioma - Potremmo tornare alle navi, nessuno ci noterà, se vuoi potrei dormire con te e Kristoff. - le aveva promesso fratelli per il loro primogenito, ma non sarebbero stati bastardi, non a quel punto.
     
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    “Importato? E che sarai mai, una rara esoticità di qualche tipo?” Lo rimbeccò Astrid, assicurandosi di avere una presa più che salda su Kristoff per poi allungare la propria mano libera e dare un colpetto sulla labbra di Vicare, con l’indice.

    “Esotico lo sei eccome, col tuo accento, ma non ti definirei importato. Piuttosto… guidato dall’amore suona meglio” Aggiunse, per poi rimanere in silenzio per una manciata di secondi, incerta sul chiedere o meno ulteriori informazioni circa ciò che avesse potuto o meno udire dai poveracci destinati ad una vita fatta di sacrifici, rinunce, pericoli e privazioni. La decisione venne infine presa da Vicare stesso, che cambiò completamente discorso: effettivamente le sole parole “il nostro matrimonio” suscitavano in lei una specie di formicolio d’eccitazione, qualcosa che non sapeva spiegarsi: era una qualche forma d’impazienza? Di nervosismo per ciò che avrebbe sperimentato di lì a qualche settimana? Paura di non essere all’altezza come moglie? Chi poteva dirlo, accoccolata là con lui e col volto di lui a portata di bacio le sembrava tutto molto strano – ma meraviglioso.

    Non ebbe comunque il tempo di rimuginarci troppo: lasciandosi andare ad un dolce sorriso, ciò che il Braavosiano disse bastò ed avanzò per strapparle un’altra risata, mentre con la mente ripercorreva il suo profondo risentimento nei confronti della religione: non aveva mai amato la spiritualità sin da quando era bambina, ma ora aveva un motivo concreto per odiarla, avendo quest’ultima tentato tramite i suoi fanatici di strapparle suo figlio non ancora nato. Questo però non lo disse e si limitò a scrollare le spalle con una nuova risata, onde evitare di appesantire l’atmosfera.

    “Sono sicura che ti aspettavi che fossi una gran studiosa della religione, vero?” Gli chiese con un leggero sorriso che le attraversava le labbra
    “Pensa che temevo che mio padre mi spedisse sull’isola di fronte a Città del Gabbiano, obbligandomi a diventare una Sorella del Silenzio. Sarebbero quelle che preparano i morti per i funerali, in Occidente spesso ricevono ragazze e donne costrette dai genitori ad unirsi a loro come punizione o perché impossibili da maritare con qualcuno, ma per nostra fortuna sono figlia unica, per cui doveva scegliere… o far estinguere Casa Grafton o farmi continuare la mia vita”

    La serie di epiteti graziosi con i quali venne coperta la giovane dalla chioma ramata ebbero l’effetto infausto di farla somigliare ad un qualche frutto maturo in termini di colorazione: le sue gote si tinsero di un rosso vivo e il bacio che ne seguì la fece seriamente temere di prendere fuoco di lì a breve.
    “Prima o poi mi dirai quali strane sostanze prendi per vedere tutto questo in me…” Sospirò non appena il bacio si interruppe, con le labbra che si aprirono in un nuovo sorriso mentre si trovavano ancora praticamente appoggiate a quelle del Braavosiano.

    Il loro piano di rivivere il loro primo incontro, tuttavia, naufragò contro quella che era la dura realtà dei fatti: per quanto romantici fossero i loro propositi, trovare qualcuno disposto a dar loro una stanza in una locanda era estremamente remota come possibilità, per cui il piano alternativo che propose Vicare fu ben recepito dalla giovane, che arricciando le dita dei piedi bagnate d’acqua fredda si scostò per rimettersi in piedi, non prima però di essersi goduta appieno le carezze di Vicare sui suoi capelli ed aver contraccambiato con gesti analoghi sulle guance del ragazzo.

    “Certo che lo voglio, sono settimane che non dormiamo assieme, e devo ammettere di cominciare a sentirne la mancanza... e navi siano allora” Annuì, col volto immerso in una penombra che rendeva difficile notare la sua espressione raggiante “Finchè ci siete voi due, il posto non ha importanza” Mormorò, sistemandosi il neonato tra le braccia ed attendendo che Vicare si risistemasse le calzature, per poi premersi col fianco contro di lui ed incamminarsi verso la loro destinazione, sorprendendosi di come le strade diventassero così diverse, se ripercorse al buio e nella direzione opposta.
     
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    Un matrimonio tra essos e westeros, meraviglioso! Felicitazioni da parte del Capro Nero <3

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