Giuramenti sulle Acque Nere

Miniquest gregari per ARTHUR WATERS

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    ARTHUR WATERS • Al sorgere del sole • Approdo del Re • Rapide delle Acque Nere


    Le Rapide Nere non godevano certo di un'ottima reputazione: "un fiume maligno e infido", così lo definivano i pescatori che vi ricavavano trote e lucci. In effetti la forte corrente e le acque sorprendentemente profonde lo rendevano con corso d'acqua pericoloso, soprattutto per coloro che lo affrontavano con leggerezza. I polani di quando in quando si scambiavano storie di gente che vi era annegata, in particolare nuotatori incoscienti convinti di poter sfidare la corrente, o pescatori troppo avidi punti dai Sette col rovesciamento della loro barca. Ovviamente i più fantastici di questi racconti assumevano connotazioni a metà tra il ridicolo e il grottesco, con una sana dose di superstizione popolare. C'erano poi racconti più leggeri sul fiume, soprattutto quelli che si scambiavano gli ubriachi tra una taverna e l'altra; secondo alcuni vi erano perfino luoghi appartati in cui donne bellissime facevano il bagno completamente nude! Chissà, forse era quello il motivo per cui tanta gente era annegata cercando di nuotare in luoghi non esattamente sicuri... ad ogni modo, Arthur non era lì per indagare su bellezze misteriose, tantomeno per pescare trote e lucci.

    Doran, dopo uno dei tanti allenamenti, gli aveva ordinato di farsi trovare l'indomani al sorgere del sole presso un punto specifico del fiume. << Esci dalla Porta del Fiume, o Porta del Fango, come la chiamano qui. Prosegui verso il mare tenendoti lungo la sponda, troverai un porticciolo rudimentale dove attraccano i pescatori. Vieni armato e dopo una lunga notte di sonno, sappi che dovrai faticare. >> queste erano state le uniche indicazioni dategli.

    L'uomo di Dorne lo attendeva proprio nel punto che aveva descritto: una banchina sbilenca realizzata grossolanamente ospitava due piccole barche e qualche botte, il tutto dava su uno spiazzo di terra battuta che, esattamente come il "molo", era imbrattato di fango melmoso. La carnagione di Doran, più scura di quella tipicamente occidentale, era illuminata dalle prime luci del mattino, e così la sua spada. Non era però solo; con lui c'era almeno un dozzina di persone. Alcuni avevano tutta l'aria d'essere pescatori, difatti intessevano reti e sistemavano le barchette di poco conto riempiendole del necessario per far abboccare i pesci. La maggior parte delle altre persone era però ben diversa, sia per il vestiario più affine a quello di soldati mercenari, sia per il fatto decisamente non trascurabile che erano armati.

    << Spero tu ti sia riposato. Impugna l'arma e mostrami cos'hai imparato dai miei allenamenti, duelleremo al primo sangue. >>

    Iniziamo con un po' di danza vecchio mio!
    Doran è il tuo addestratore e l'hai ruolato molte volte, a te la descrizione del duello e la sua conclusione, ruola tranquillamente il tutto nel tuo prossimo post. Lo scontro sarà al primo sangue, quindi il primo dei due che sanguinerà, anche solo in modo lieve, avrà perso!

    L'esisto dello scontro in sé non avrà conseguenze (nel bene e nel male), praticamente sarà un allenamento grintoso, ti lascio solo alcuni punti da seguire:
    - Doran non ci andrà leggero, ti farà faticare molto
    - Il terreno non è dei migliori soprattutto per via del fango ancora umido, questo sarà un impedimento in più
    - Una volta iniziato il duello il vostro pubblico farà parecchio casino tra incoraggiamenti a Doran e qualche scommessa sulla sua vittoria
    - Scegli pure la fine del duello e fermati alla sua conclusione, riprenderemo da lì

    So che non serve dirtelo però mi raccomando, anche se puoi scegliere tra vittoria o sconfitta sii coerente con la narrazione che hai fatto finora di Doran!

    Buon divertimento <3

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    Quel mattino Arthur si svegliò all'alba, come al solito, ed indossò i vari pezzi dell'armatura in cuoio. Era la più leggera tra quelle che aveva e la più adatta a ripararsi durante gli allenamenti più duri, senza però essere del tutto sprovvisto di protezione.
    Non sapeva bene a cosa andava incontro, ma supponeva che sarebbe stata una giornata molto dura ed impegnativa a cui Doran lo voleva sottoporre.
    Raramente il suo mentore gli aveva chiesto di andare da lui all'alba e mai gli era capitato che gli desse un vero e proprio appuntamento con tanto di raccomandazioni sulla dormita.
    E così il giovane valyriano aveva fatto. Aveva cenato molto presto nei suoi appartamenti nella Torre del Primo Cavaliere e poi, altrettanto presto, si era messo a letto. Così, quel mattino, si era svegliato fresco e riposato, anche se un po' indolenzito per tutte le botte che aveva preso nei vari addestramenti con il dorniano.

    Finì quindi di mettersi l'armatura, poi prese la spada e se la legò al fianco. A quel punto uscì e discese i ripidi e tanti gradini della Torre fino a giungere in uno dei tanti cortili interni della Fortezza Rossa. A quel punto uscì per le strade di Approdo del Re e giunse in fretta alla Porta del Fango. Non era in ritardo, ma odiava i perdigiorno. Per cui lui si comportava in modo da non divenirlo mai.
    Uscito da quella porta, una delle sette che dava accesso alla Capitale dei Sette Regni, si trovò dinnanzi le Rapide Nere. Se voltava verso destra avrebbe raggiunto la tranquilla e silenziosa ansa del fiume dove qualche mese prima, un periodo per Arthur più felice dell'attuale e ben prima della disfatta di Roccia del Drago, in cui lui ed Isabel si erano scambiati le loro promesse e si erano fidanzati.
    Con un tuffo al cuore si ricordò di quel giorno e l'importanza di ciò che stava facendo si acuì, dandogli modo di pensare che stava facendo tutto quello per assicurare a lei e ai loro futuri figli e discendenti un futuro prospero ed una terra in pace su cui vivere.
    Si riscosse e voltò a sinistra, seguendo le indicazioni di Doran.
    Arrivò così al molo indicatogli e subito notò l'ex capitano, già armato e pronto, fiancheggiato da una vera e propria folla di persone.
    Arthur poté riconoscerne due o tre, gente che si era battuta con lui in uno dei suoi tanti allenamenti con il dorniano. Ma gli altri...? Non sapeva chi fossero. Poté vedere che alcuni avevano reti e sistemavano barchette: di certo erano pescatori. Ma gli altri?
    In tutto una dozzina di persone erano presenti oltre al dorniano e al bastardo di Fondo delle Pulci.

    Spero tu ti sia riposato. Impugna l'arma e mostrami cos'hai imparato dai miei allenamenti, duelleremo al primo sangue.

    Doran lo apostrofò ed Arthur trovò superfluo rispondere. Si avvicinò e sguainò la sua lama, mettendosi poi in posizione di guardia.
    Quante volte si erano trovati in quella posizione i due, ormai, amici. Arthur considerava Doran quasi un secondo padre. Un uomo che si stava prendendo cura di lui, che gli stava insegnando molte cose, che si stava occupando della sua istruzione sia in ambito Marziale che in quello di cultura generale andando anche a toccare nozioni di economia e legge. Era stata una fortuna averlo incontrato, anche se il cordoglio del figlio perso aveva tinto l'incontro.
    I due si fronteggiarono: il dorniano dalla carnagione scura, segno del suo sangue per metà tyroshi e il valyriano dalla carnagione chiara, gli occhi viola e i capelli argentei.

    Vedendo che l'ex capitano aspettava lui, Arthur si fece avanti con una finta diretta al ginocchio del mentore, ma all'ultimo scartò e portò la lama in un fendente alla spalla dell'avversario.
    Nulla, Doran parò e gli astanti iniziarono a fare casino.
    Scoppiò tutto dal nulla ed il bastardo ne fu sorpreso. Grida, tifi e fischi si sprigionarono a quel primo scambio di colpi.
    Vide anche qualche moneta passar di mano e seppe di essere appena stato oggetto di scommessa.
    Dunque Doran voleva un pubblico. Il che, conoscendolo, fece strano al giovane bastardo. Doran non era tipo da cercare gloria, applausi, attenzioni o riconoscimenti.
    Doveva esserci un piano dietro a tutto ciò. Ma non poteva pensarci...

    Doran lo pressava mettendo in gioco tutta la sua maestria e l'arsenale di colpi a sua disposizione. Era più bravo di Arthur, questo era poco ma sicuro.
    Il valyriano si ritrovò ad indietreggiare cercando di parare sia con il fodero che con la spada stessa. Non riusciva a trovare un punto scoperto per andare all'attacco e il dorniano non gli lasciava nemmeno spazio di manovra. Finirono sulla sabbia bagnata che bloccava anche i movimenti di Arthur. Il terreno di scontro era molto importante e Doran lo conosceva meglio.
    Il valyriano era in oggettiva difficoltà e il pubblico se ne stava accorgendo. I fischi e il tifo erano più forte e raggiunse il suo picco quando Doran assestò un fendente al braccio armato del bastardo, lasciando una ferita non molto profonda, ma abbastanza lunga che scaturì subito qualche goccia di sangue. Una striatura che bastò ad interrompere il loro duello e, appena la vide, Doran si fece indietro abbassando l'arma.

    Ah... Mi hai battuto capitano... Molto bravo. Complimenti!

    Arthur non era dispiaciuto. Riconosceva che il mentore era più bravo di lui. E gliene doveva dare atto. Prese un lembo di stoffa dalla casacca e se la premette sul braccio ferito attendendo che Doran facesse il prossimo passo.

    925 parole.
    Nell'inizio, mi piace soprattutto l'ambiente. Ma lo sai già. Vai a te!
     
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    ARTHUR WATERS • Al sorgere del sole • Approdo del Re • Rapide delle Acque Nere


    << Hai combattuto bene, bravo. >> sentenziò Doran dopo aver riposto l'arma.
    Nel vedere Arthur sistemarsi la ferita alla bene e meglio frugò in una delle tasche dei pantaloni e ne estrasse un fazzoletto di stoffa bluastra. Lo pose al suo pupillo, un piccolo gesto d'affetto dopo un duello che, tutto sommato, non si era dimostrato una passeggiata. Era fiero dei progressi che quel giovane dai tratti valyriani aveva compiuto in così poco tempo.
    I due condividevano davvero un bel rapporto: Doran aveva accolto tanto la forza quanto la debolezza del suo protetto, lo aveva visto ergersi e resistere, comandare uomini, e piangere sfinito dalle molte fatiche. Anche Arthur aveva visto molto di Doran; il suo dolore alla perdita del figlio, la sua risolutezza come mentore e la sua premura come... amico? Padre? Era difficile esprimere quel legame con una singola parola.

    << Tu sei ambizioso Arthur, lo so bene. Hai le potenzialità per arrivare lontano, come soldato, condottiero, e non solo. >> la folla schiamazzante di poco prima si era quietata, nessuno stava parlando né bisbigliando. Tutti gli occhi erano puntati su mentore e allievo, le orecchie tese per cogliere ogni sfumatura di quello scambio di battute. << Ma questo posto, Approdo, così come molti altri, non ha solo braccia aperte da riservarti. Che tu sia il braccio destro del primo cavaliere, o perfino il sovrano in persona, più arriverai a sfiorare la cima, più nemici ti farai. E non solo quelli che potrai affrontare con la spada. >>

    Doran indicò il gruppetto alle sue spalle << Se uno di loro avesse avuto una balestra nascosta e avesse voluto ucciderti? Durante questo duello avrebbe avuto tutte le possibilità di farlo. Se la mia spada fosse stata avvelenata? Un duello al primo sangue ti sarebbe costato la vita. O se al mio posto, venendo qui, ti fossi trovato solo in un'imboscata, lontano da guardie o soldati ai tuoi ordini? O peggio, se l'imboscata te la tendessero guardie e soldati ai tuoi ordini? >> l'uomo si avvicinò al giovane mettendogli la mano sulla spalla. Il suo non era uno sguardo di rimprovero o di commiserazione. C'era del calore, dell'affetto, anche se l'espressione severa del suo volto pareva smorzarlo. << Per quanto tu sia bravo, ci sono situazioni da cui non potrai uscire da solo, per questo queste persone sono qui oggi >> il mentore si mise a fianco all'allievo.

    << Questi uomini sono gente fidata. Alcuni sono stati sotto le armi con me, altri li ho conosciuti navigando. Sono qui oggi perché potrebbero essere interessati a diventare i tuoi uomini di fiducia. Guardie del corpo, soldati, forse perfino consiglieri in alcuni casi. Sappi però che io non li obbligherò, né tu dovrai farlo; se ti seguiranno sarà perché dovranno credere in te, nei tuoi obbiettivi, nella tua causa. Di soldati che ti seguiranno per obbligo o danaro è pieno il mondo, e saranno anche i primi a lasciarti solo, quando le cose volgeranno al peggio. >>

    Lasciando il fianco dell'allievo Doran si andò a sedere su una delle botti del molo, poco lontano dallo spiazzo in cui aveva appena combattuto. << Parlagli. Convincili a seguirti. Se ci riuscirai, quando il giorno sarà finito avrai dei nuovi alleati su cui contare. >>

    Bene vecchio mio, dopo la danza il canto!
    Hai dimostrato che con le armi ci sai fare, ora cosa dimostrerai?

    Rispondi pure a Doran e inizia a parlare al gruppetto davanti a te; dal prossimo post vedremo chi si farà avanti per te!

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    Il giovane valyriano prese la stoffa che Doran gli stava passando e se la legò al braccio. La ferita che il dorniano gli aveva lasciato non faceva male, ma era meglio evitare che si infettasse o che il sangue imbrattasse la casacca, l'armatura o l'impugnatura della spada.
    Mentre si risistemava alla meglio e si asciugava il sudore, il suo mentore iniziò a parlargli. Sembrava più un discorso da padre a figlio che da mentore ed allievo.
    E si ritrovò a riconoscere quanto ormai i due si volessero bene, provassero rispetto reciproco e volontà a restare vivi.
    E questo impegno Doran lo mostrava cercando di fare il possibile per addestrare meglio il Valyriano, formandolo in molti aspetti della vita, non solo in quelli prettamente marziali. Lo stava educando.
    Quando si avvicinò mettendogli la mano sulla spalla e mettendogli davanti molte situazioni in cui il ragazzo poteva trovarsi... Non seppe cosa rispondere. Aveva ragione ovviamente, ma non sapeva trovare qualcosa da dire o che soluzioni poter trovare a quei problemi.
    Doran invece sembrava averle. Ed eccolo spiegare il motivo del loro pubblico. E doveva convincerli? Arthur? Che non sapeva manco lui cosa doveva fare della sua vita? Questa era bella... E vide un'altra cosa: Doran avrebbe fatto da spettatore. Si era andato a sistemare su un barilotto e si sarebbe fatto quattro risate a sentirlo parlare.
    Scosse la testa, le paranoie ora non servivano. Era riuscito a trasformare il dolore del dorniano stesso per la morte del figlio in voglia di mettersi in gioco e di addestrare altri solo con le sue parole... Qualcosa voleva pur dire. Prese coraggio, un respiro potente e fece un passo avanti.

    Bene... Dobbiamo ballare? Balliamo!

    La frase, quasi sussurrata, ma abbastanza udibile, era rivolta più a se stesso che ad altri. Doveva trovare un modo per iniziare. Battè l'elsa della spada contro l'usbergo dell'armatura per richiamare l'attenzione degli astanti.

    Signori! Non starò qui a robbonirvi con parole vuote o promesse che poi magari non potrò mantenere. Mi servono alleati, si. Ma non so per cosa. Non so quale sarà il mio destino, non so cosa diventerò, se mai diventerò qualcuno. Al momento dinnanzi a voi trovate un umile scudiero, bastardo per nascita. Lo scudiero del Primo Cavaliere si, ma sempre uno scudiero. Non posso darvi titoli, soldi, terre. Però.... C'è una cosa che posso darvi. Una cosa che al giorno d'oggi è sempre più assente. Posso darvi amicizia, rispetto e lealtà. Posso darvi la mia vita in cambio della vostra fedeltà. Posso darvi conoscenza.

    Si fermò un attimo dal parlare, rinfoderò la spada e prese a camminare avanti e indietro davanti a loro guardandoli uno per uno negli occhi.

    Siamo in guerra, siamo in guerra da tanto e per molto tempo non finirà. Io so perfettamente dove schierarmi in questa guerra. Mi schiererò sempre dalla parte del debole, dell'indifeso o dalla parte di chi protegge la propria casa, la propria famiglia dagli invasori. Questa è casa nostra! Chi vuole stare con me a difenderla? Chi vuole invece guardare dall'altra parte e fregarsene? Chi vuole entrare nella Luce? Non vi prometto nulla, non so se diventerò mai qualcuno. Ma so che potrò essere qualcuno per ognuno di voi. Io sono Arthur Waters, scudiero del Primo Cavaliere del Re. E potrò essere vostro amico. E vostro alleato. Se voi saprete essere questo per me!

    Aveva fatto buona impressione? No. Aveva convinto qualcuno a seguirlo? Forse. Ed era questo l'importante. Questo era il suo obbiettivo, o meglio... Questo era ciò che Doran gli aveva imposto.

    600 parole spaccate.
     
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    Le sue parole scorsero tra gli astanti, che in silenzio ascoltavano, riflettevano e soppesavano le sue parole. Non erano certo parole ponderate o che avrebbero sollevato le masse in suo onore, ma non si poteva dire che fossero sincere.

    Nel sentire del poco che possedeva e del nulla che prometteva molti tra coloro che Doran aveva radunato si allontanarono, ma non gliene si poteva fare una colpa: per molti il soldo aveva il suo valore e quando si doveva vendere la propria spada conveniva farlo o al migliore offerente o a colui che aveva le migliori possibilità di farcela.

    Quando promise la sua amicizia al posto di ricchezza e titoli, un uomo, probabilmente oltre i trenta si mise a ridere, per poi lisciarsi i baffi ed osservarlo con maggiore attenzione.
    Qualcosa lo aveva divertito, ma anche incuriosito.

    Alla fine del suo discorso il silenzio si sparse per il campo d’allenamento, prima di essere rotto dall’avanzare e dalla voce di un ragazzo, più giovane di lui.
    Capelli castani e la carnagione olivastra, assieme all’accento della sua voce, lo identificarono come straniero, anche se Arthur non avrebbe saputo dire da dove provenisse.

    “ho avuto padroni e ho subito soprusi, se intendi combattere per i deboli sarò ben felice di aiutarti, anche senza riceverne nulla in cambio. A fianco di un pari sono disposto a farlo, lo giuro sulle sacre fiamme e la luce di R’hllor”
    il giovane appariva pieno d’ardore e dell’irrequietezza della gioventù, ma la sue parole sembravano venire dal cuore.

    Mentre il giovane rimaneva in attesa di una sua risposta l’uomo che aveva riso poco prima parlava a bassa voce con un altro, dai folti capelli neri.
    Lo fissavano con occhi di falco, pronti a studiare ogni sua mossa.

    290 parole.

    scusa per il ritardo, ora saremmo un po' più sul pezzo
     
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    Chiudo la quest perché ha raggiunto e superato il100% di ritardo.
    Ricompense:
    0 punti esperienza
    1 punto Diplomazia
    Affinità Doran +3
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    Per Paky: se vuoi ottenere i gregari, apri una semilibera tu quando hai tempo utilizzando come primo post la risposta a questa quest.

    Per i mod: non serve riassumere questa quest per ora, se e quando concluderà la vicenda in semilibera si potrà riassumere il tutto.
     
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5 replies since 24/5/2023, 09:42   169 views
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