Hoc volo, sic iubeo

Quest Astion

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    Alfiere

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    Finalmente era arrivato il momento dell’azione, il momento di assicurare un sontuoso bottino ad Hammerhorn e di cemetificare il suo potere nelle isole. Meldred prese i suoi uomini per andare ad attaccare le fattorie, mentre lui e sua madre avrebbero attaccato Lotus Port.
    Alla domanda della madre Astion rimase pensoso, quanti soldati avrebbe lasciato a guardia delle navi? Probabilmente abbastanza per assicurarsene la sopravvivenza, ma come poteva saperlo se ancora non era neanche arrivato in vista della città?

    “E` ancora troppo presto per dirlo Madre, prima dobbiamo conquistare il porto, una volta fatto ciò, decideremo quanti soldati lasciare a guardia delle navi.”
    Astion guardò verso gli altri vascelli prima di continuare.

    “Aspetteremo qui per qualche tempo, aspettando che Meldred ed i suoi comincino a gettare a ferro e fuoco le fattorie vicine, solo a quel punto attaccheremo la città, useremo l’imbrunire per coprire il nostro arrivo il più possibile.”

    Osservò le facce dei presenti.

    “Una volta arrivati in città dovremmo prendere immediatamente possesso delle banchine, poi divideremo gli uomini in tre colonne, due avranno il compito di recuperare quanto più bottino possibile, attaccando le zone del mercato e delle masserie. L’altra comandata da me invece andrà verso la parte più ricca della città, attirando l’attenzione delle possibili truppe nemiche. Con l’oscurità della notte non sarà facile per i nostri nemici usare gli archi, quindi potremmo sfruttare al meglio la posizione.”


    Aspettiamo un po per dare il tempo agli altri di creare il diversivo e poi attacchiamo le banchine
     
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    La notte per la verità era calata già nel post precedente, dunque i tempi erano maturi. La luna sorgeva con grazia nel cielo notturno, una perla d'argento immersa nell'oscurità infinita. La sua luce si diffondeva delicatamente, baciando le onde del mare con una carezza luminosa ed il mare, come un amante devoto, danzava al ritmo incalzante delle maree, cullato dalla magia della sua sposa. Le stelle, diamantine sul velluto blu, guardavano in ammirazione la loro dea argentata, illuminando il cielo con una timida ma complice luce. Sotto questo cielo incantato, il mondo sembrava sospeso in un'atmosfera di eterna promessa: il profumo salmastro si mescolava con la brezza, il tempo sembrava dilatarsi, e ogni battito del cuore era un eco di eternità. Il suono dei grilli era un coro monotono, una sinfonia di piccoli stridii che riempiva l'aria mentre le foglie degli alberi pendevano immobili, appesantite dalla calura, e il profumo della terra secca si mescolava con quello delle piante bruciate dal sole. La pelle degli uomini di ferro, impregnata di salsedine, riluceva sotto i raggi argentei della regina della notte con mille piccole gocce di sudore. I cuori erano tesi, preparati allo sforzo bellico che sarebbe stato richiesto di lì a poco. La notte, che pur favoriva le incursioni dei razziatori, aveva lo svantaggio di impedire una buona visuale agli abitanti delle isole di ferro su quella che sarebbe stata la meta del loro peregrinare. Il molo con le sue banchine era ancora visibile sotto i raggi della luna ed il fuoco delle torce appese come stelle ai muri delle casupole più vicine al porto; era ancora occupato dalle imbarcazioni di coloro che del mare avevano fatto la loro ragione di vita. Le ombre si allungavano, danzando con le luci, creando un gioco di chiaro-scuro che dava vita al molo in un'atmosfera quasi surreale. I pescatori solitari erano immersi nel loro rituale notturno, lanciando le loro lenze con maestria nell'abisso oscuro, sperando di catturare un frammento di vita dal profondo del mare. Le barche a riposo dondolavano dolcemente, in attesa del prossimo viaggio all'alba. E le barcarole dei pescatori furono le prime avvisaglie che si stavano avvicinando alla riva che la ciurma ferrosa intravide lungo il suo cammino; sei piccole imbarcazioni di legno che fornivano con il loro lavoro il pane sulla tavolta ad altrettante famiglie. Con le loro torce accese nella notte brillavano sul tappeto di velluto blu del mare fornendo un contraltare alle stelle nel cielo. Non impedivano con la loro presenza l'avanzata degli uomini di ferro, ma fornivano testimoni che sarebbero potuti andare in cerca d'aiuto se ne avessero avuto il tempo. Di certo occuparsi di sei barchette di pescatori non sarebbe stato un problema per la ciurma che però ne sarebbe stata rallentata e avrebbe fatto scattare l'allarme nella cittadina di Lotus Portus il cui molo, sebbene fosse oramai notte, era ancora popolato da coloro che si affaccendavano fino alle ore più piccole. Ogni passo sul porto risuonvaa leggermente, un sussurro discreto nel silenzio circostante. Gli zoccoli delle barche si muovevano leggermente con il movimento delle onde, cullate dalla marea che cantava una ninna nanna tranquilla. Poiché gli ordini del capitano erano quelli di non avvicinarsi ancora al porto, non era possibile individuare quanti soldati vi fossero a sorvegliarlo a quell'ora della notte, ma i rumori del molo indicavano una notte animata sebbene tranquilla. V'era spazio per l'attracco di sole due navi alternate e separate da quello che era un grosso mercantile che batteva una bandiera romboide che sventolava nella notte ed un piccolo brigantino che gli si poneva accanto come fratellino sulle spalle di quello maggiore. Se le barche dovevano restare al largo, pronte alla fuga, gli uomini di ferro avrebbero dovuto usare delle scialuppe per approdare; le scialuppe avrebbero però consentito una fuga altrettanto veloce in caso le cose si fossero messe male? Sfortunatamente il capitano non poteva commettere errori questa volte poiché la fiducia di tutti i suoi uomini si basava sul successo di quella razzia. Ancora di più, la sua testa e quella di sua madre dipendevano da quanto fossero riusciti a rientrare nelle perdite subite nelle terre orientali. Quindi, finalmente, il tempo concordato arrivò: da lontano iniziarono ad accendersi fuochi nella zona in cui si presumeva vi fossero fattorie. Era senza dubbio una presenza che catturava lo sguardo e richiamava l'attenzione: le scintille danzavano nell'aria, facendo un balletto incandescente, illuminando la notte con un'eleganza selvaggia tipica delle isole di ferro. L'ombra delle fiamme si proiettava sulla terra e sul mare circostante e le urla degli uomini erano una eco lontana che riverberava sul legno delle navi lunghe che ospitavano nel loro ventre il terrore delle isole. Prendersene cura era un compito fondamentale poiché già troppe erano state perse a roccia del drago e quellon avrebbe chiesto il conto delle perdite direttamente al cavaliere di ferro; se c'era un modo per evitarlo quello era guadagnarsi un grosso bottino da quelle isole. In risposta ai fuochi e alla violenza che egli stesso aveva fatto causare alle fattorie, l'allarme venne lanciato in tutta Lotus Portus. Il suono lontano delle campane bronzee che sbattevano e risbattevano allontanandosi e avvicinandosi come due amanti che scappano e poi si rincorrono di nuovo per cercarsi in un bacio. Il compito di catturare l'attenzione era stato portato a termine e il suono della campane venne ripreso da decine di luci che si accendevano a poco a poco nella cittadina illuminando la notte che oramai non appariva più tranquilla come all'inizio. Il molo venne animato da decine di passi di gente che rispondeva al segnale d'allarme così come era stato insegnato loro a fare. Se solo si fossero avvicinati avrebbero potuto notare il movimento delle formichine che prendevano la posizione assegnata per portarsi al riparo e prepararsi a fronteggiare qualsiasi nemico. Una sinfonia di candele accese e passi frenetici stava ora animando la cittadina assordata dal rumore della campane. Bisognava domandarsi quanti soldati erano stati spediti a domare gli incendi e assicurare i razziatori alla giustizia e quanti ve ne fossero ora a presidiare le strade della cittadina e del suo molo e dei suoi palazzi nella zona più ricca. Gyselle guardava il figlio tesa e pronta all'azione, con la mano sull'ascia sebbene le fosse stato chiesto di restare al sicuro sulle navi almeno per il momento; era un movimento abituale che la donna compiva ogni qualvolta si avvicinava l'azione. Era giunto il momento d'agire se si voleva sfruttare il diversivo procurato da Meldred, o forse sarebbe stato meglio attendere ancora un poco. La confusione che aveva generato nella cittadina poteva essere un vantaggio o uno svantaggio: aiutava indubbiamente nel mettere in difficoltà le difese avversarie, ma al contempo ostacolava il percorso dei suoi che sarebbero stati risucchiati dalla calca del paese oramai avvisato dell'esistenza di un qualche pericolo. Astion era uno straordinario guerriero ma sfortunatamente l'esperienza coi fanatici aveva dimostrato che non aveva esperienza nel combattimento all'interno delle città poiché, sebbene ora governasse una nave lunga e comandasse dei razziatori, egli era stato cresciuto nelle terre verdi dove lo scontro veniva insegnato nei campi da torneo o al limite in quelli di battaglia. Non nei vicoletti di una città. Sarebbe stata fondamentale l'organizzazione che aveva deciso di dare ai suoi uomini per ritrovarsi anche quando si sarebbero persi e per fornire loro un generale o un comandante in carica se si fossero allontanati troppo dal Goodbrother. Le imbarcazioni dei pescatori si mossero, richiamati dal suono delle campane, per raggiungere il porto. La loro velocità sarebbe stata presto doppiata dalle navi lunghe, ma non dalle scialuppe.
     
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    Questa quest ha raggiunto il 100% di ritardo.
    Procedo a chiuderla


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    Si riassume quando si chiude la cosa
     
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