Il prezzo di una Vita

Quest Astrid

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  1. Erica30
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    In altre circostanze, soltanto qualche mese prima di dare alla luce Kristoff, Astrid si sarebbe comportata in modo completamente diverso, nonostante il proprio temperamento ribelle. Avrebbe sicuramente cercato un punto d’incontro, un qualcosa che potesse interessare a quella donna a capo del gruppo di mercenari che l’aveva rapita assieme a suo figlio… ma in quel caso qualcosa di più istintivo ed animalesco aveva cominciato a prendere possesso delle sue corde vocali e di quella parte del cervello che controllava reazioni e risposte. Era di sicuro quanto di peggio potesse fare, ma la disperata volontà di difendere Kristoff la stava portando a compiere una serie di decisioni che, dall’esterno, sarebbero risultate oltremodo rischiose ma che dal suo punto di vista potevano essere l’unico modo per cavarsela.

    Stava quasi per rispondere a quel “vediamo di mettere le cose in chiaro” quando un pizzicore si allargò sul lato del volto. Il suo sguardo, che fino a poco prima era rimasto fisso a scontrarsi con quello della sconosciuta, ora fissava in maniera vuota una porzione non meglio definita dell’altro capo della stanza. La sua mente ci mise più di qualche istante ad elaborare quanto appena accaduto e prima ancora che riuscisse a processare il tutto, avvertì un sapore metallico e una specie di pizzicante bagnato scorrere sul lato del suo collo.
    Il suo primo istintivo pensiero fu quello di trovare un posto dove poggiare Kristoff, ancora stretto tra le sue braccia, prima di cercare di ripagare con la stessa moneta l’onta appena subita, lavandola via nella stessa maniera in cui aveva lavato via altri gesti simili, quando aveva non più di dieci anni peraltro con ragazze decisamente più grandi di lei.

    In quel caso però non si trattava di una qualche litigata per un inchino troppo goffo o per qualche pettegolezzo giunto alle orecchie sbagliate: il coltello puntato contro di lei a pochi centimetri dal volto rappresentava un più che valido motivo per farla desistere e se ciò non fosse stato sufficiente, intervennero anche i mercenari presenti nella stanza ad immobilizzare le braccia di Astrid, prima ancora che quest’ultima avesse modo di “scegliere” (Come se la scelta dipendesse da lei e non da un repentino scatto d’ira) come rispondere.
    La situazione aveva raggiunto un livello di paradosso senza precedenti, nella vita della Grafton: più veniva minacciata, più si sentiva mancata di rispetto… e più a sua volta perdeva il controllo. Dimostrare debolezza dopo quell’iniziale tentativo di tenere testa alla rapitrice, nella sua testa, significava una resa… e tutti sapevano cosa accadesse alle ragazze rapite che si arrendevano.

    “Lasciatemi!” Ringhiò la ragazza, cercando di divincolarsi con strattoni da parte di entrambe le braccia che tuttavia non potevano essere irruenti come avrebbe desiderato, per via di Kristoff ancora tra le sue braccia. Fu proprio a quest’ultimo che le attenzioni di Astrid si rivolsero di scatto, andandolo a coprire come meglio poteva col proprio corpo, per evitare che il filo della lama si avvicinasse ancor di più al neonato.
    Alla domanda platealmente provocatoria della donna, Astrid tentò un nuovo strattone in avanti nel tentativo di liberarsi, facendo si che il braccio sinistro si facesse maggiormente carico del peso di Kristoff rispetto a quello destro: se fosse riuscita a far perdere la presa al mercenario collocato dietro di lei sulla destra, Astrid probabilmente avrebbe tentato di sferrarle un pugno sul volto, scelta non propriamente saggia, visto ciò che la sconosciuta si era dimostrata in grado di fare ad un cavaliere addestrato al combattimento, ma tutti i suoi tentativi di liberarsi sembravano vani.

    “Ho detto che si sarebbe mosso per mio figlio, ma qui ci sono anche io, nel caso in cui non ci fossi arrivata”

    La voce di Astrid era tagliente, sputò per terra parte del sangue che le era finito sulle labbra prima di continuare.

    “Secondo voi mio padre pagherà un riscatto solo per uno dei due? O pagherà un riscatto in assoluto se mi uccidete? Se io muoio, lo verrà a riprendere con i propri soldati e probabilmente con quelli di altri lord che vogliano aiutarlo. Se il vostro obiettivo è guadagnare qualche dragone d’oro, non potete uccidermi, mio padre non pagherà un riscatto solo per suo nipote, non se sua figlia è morta”

    Fu allora che Astrid decise di giocarsi il tutto per tutto: la tensione le aveva fatto montare una nausea tremenda, una di quelle in grado di aggrovigliarle le budella e farle pizzicare la gola, ma allo stesso tempo il sangue le raggiunse il cervello e le fece pizzicare le vene del collo e delle braccia a causa dell’adrenalina.
    “Se aveste voluto uccidermi l’avreste già fatto. Sperate di guadagnarci qualcosa con me, è l’unico motivo per cui vivete in questa fogna e di sicuro io non sono nemmeno la prima”

    Edited by Erica30 - 10/1/2024, 17:42
     
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