Il prezzo di una Vita

Quest Astrid

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    Astrid • 28 gennaio • Mattina • Nave lunga in mano ai mercenari • A mezza giornata da Città del Gabbiano


    Se Eivor ha ragione, e mi auguro che ce l’abbia, i mercenari potranno portarci più rapidamente a Città del Gabbiano
    Questi erano alcuni degli ultimi pensieri fatti da Astrid prima di imbarcarsi sulla nave lunga diretta a Città del Gabbiano.
    Era stata una scelta saggia?
    Forse no, in primo luogo perché quel tipo di imbarcazione era completamente scoperta e anche il tendalino montato all'unico albero maestro non copriva molto. Il mare era per fortuna calmo ma una nave lunga era piuttosto bassa e non era raro che le onde che si infrangevano sullo scafo facessero zampillare acqua marina sul ponte.
    L'aria di mare faceva bene, molti Maestri erano di questo parere, forse però per un bambino già malato tutte quelle intemperie non erano un gran toccasana.
    La situazione di fronte ad Astrid, per di più, non aiutava di certo gli animi, con il piccolo Kristoff che tentava di piangere ma sembrava che anche le forze di quel gesto gli cominciassero a mancare.
    "Cosa? Dovrei tagliarvi la gola qui, ora!" A parlare era stato Billy Stone. Dietro di lui, che proteggevano Astrid, bloccata a poppa della nave, vi erano gli 8 soldati Grafton.
    "Tagliarci la gola? E per cosa? I termini di pagamento sono cambiati, tutto qua! Pensavate che lasciarci metà dell'incasso bastasse dopo tutto ciò che accade! Ammutinamenti, casi di malattia, addirittura furti! Vi dovrei accusare forse di averci anche derubato, ecco cosa! Pensate di pagarci e poi di riprendervi i vostri soldi? Oh nono, vogliamo avere 2 dragoni ciascuno. ORA. e i 150 a destinazione come concordato" Astrid, anche se presa da molti altri pensieri, poteva fare velocemente il conto: i mercenari su quell'imbarcazione erano 40, una superiorità numerica non indifferente.
    "Altrimenti, questa imbarcazione dirotterà verso un lido dove...forse sarete più convinti a concederci quanto chiediamo"
    "CANI! C'è un infante che sta morendo!"
    Quelle parole dette con così veemenza dal Cavaliere dei Grafton sarebbero arrivate a Astrid come una freccia.
    "E quindi?"

    Parole: 312

    Erika_111 Ecco il peso della questione non risolta. I mercenari vogliono 80 dragoni altrimenti non remeranno più verso Città del Gabbiano ma verso un'altra destinazione e Astrid ha deciso di partire in una imbarcazione piena zeppa di mercenari.
    Pesa il fatto che non è stato risolto il problema dei furti.

    Termine: 25/9
     
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    Di tutti gli inconvenienti che sarebbero potuti capitare, una volta imbarcati sulla nave dei mercenari, quello che si era verificato fu uno dei peggiori in assoluto, non tanto a causa del pericolo imminente che venne a creare. nessuno sembrava intenzionato a tagliare la gola a lei, a suo figlio e agli uomini che l’accompagnavano, quanto per via di ciò che avrebbe potuto comportare.
    Il piano di Astrid si era dimostrato a rischio fallimento fin da subito, non perché fosse mal studiato o con qualche difetto, semplicemente perché non aveva tenuto da conto della venalità dei mercenari: effettivamente non erano come i suoi uomini, legati da un vincolo di fedeltà a casa Grafton, seguivano semplicemente il richiamo dell’oro, nonostante il capitano dei mercenari stessi sembrasse accampare scuse che potessero dare una qualche parvenza di credibilità a quel “cambio di termini”.
    Sistemandosi Kristoff tra le braccia, Astrid rimase in silenzio per qualche istante e poi si fece avanti, ignorando le ciocche rosse della sua chioma sferzata dal vento: se si fosse ritrovata ad affrontare una simile situazione soltanto qualche anno prima, probabilmente avrebbe agito d’impulso ed avrebbe ordinato ai suoi uomini di massacrare coloro che si rifiutavano di portarla a Città del Gabbiano, ma gli ultimi avvenimenti l’avevano resa più saggia e sviluppato il suo senso della misura: a parte per gli otto soldati Grafton dietro di lei, soltanto ser Stone era in grado d’ingaggiare battaglia, ma l’inferiorità numerica appariva schiacciante: per ognuno di loro vi erano almeno tre o quattro mercenari, non sarebbe stato affatto difficile per questi ultimi avere la meglio. No, la forza non era la tattica migliore da utilizzare… non in maniera diretta, almeno.
    La diplomazia doveva avere necessariamente un ruolo di prim’ordine… ma anche in quel caso avrebbe dovuto dimostrare la propria posizione di forza anche semplicemente utilizzando le parole e non la spada.
    “Se posso, signori” Disse Astrid, cercando di attirare l’attenzione dei presenti.

    “Voglio ricordarvi che avete accettato un pagamento di un certo tipo, che razza di reputazione pensate di farvi se doveste agire così con ogni persona che vi assume? Tempo tre ingaggi e vi ritrovereste a saccheggiare qualche peschereccio per sopravvivere”
    Per tutto il tempo, Astrid mantenne il contatto visivo con il mercenario con cui stava dialogando, in modo da dimostrare di non avere paura.
    “Mica siete stati gli unici ad aver subito dei furti, tutto il gruppo li ha subiti, quindi non inventiamoci cazzate sul perché stiate facendo questa scelta. Ve lo dico molto chiaramente-”
    Era un rischio: la sincerità prematura poteva potenzialmente metterli in una situazione difficile, ma se ciò fosse andato a buon fine, forse sarebbe riuscita a fare qualche passo avanti.

    “-Se vi aspettate che vi sganciamo 80 dragoni d’oro sull’unghia potete scordarvelo, perché non li abbiamo. In compenso possiamo fare un accordo di questo genere: voi portateci a Città del Gabbiano ed annunciate di averci preso come prigionieri e di volere un riscatto, così i…”
    Astrid si fece rapidamente un conto mentale per capire quale fosse la cifra complessiva che avrebbero dovuto sganciare a quei figli di puttana per far sì che Kristoff non morisse a causa di una malattia fino ad allora sconosciuta.
    “… 230 dragoni d’oro li chiederete direttamente a loro e li otterrete di sicuro, senza correre il rischio di vederci scappare via. Per quanto riguarda la vostra idea di portarci altrove… bhè, vi racconto questa cosa: già una volta in passato sono stata rapita e portata ad Essos, mio padre ha sguinzagliato mezzo mondo ed è riuscito a trovarmi, anche per via delle sue importanti conoscenze a corte”

    Si trattava certamente di un bluff, ma solo in merito alla sua fuga ad Essos, da tutti conosciuta come un “rapimento”.
    “E chi mi aveva rapito faceva parte di un gruppo molto grosso di tagliagole esattamente come voi. Vi lascio immaginare cosa gli uomini di mio padre abbiano fatto ai responsabili. Ora, secondo voi, ad una quarantina di mercenari sgangherati che hanno dovuto rubare una nave perché troppo al verde per poterne comprare una cosa pensate che farebbero? Tu che cosa credi, ser Stone? Conosci mio padre quanto me, dopotutto”
    Gli chiese, voltandosi nella sua direzione

    “Tuttavia, vi sto offrendo due scelte, vista l’urgenza del vostro aiuto: ottenere ciò che chiedete una volta giunti a destinazione o ritrovarvi con braccia e gambe tagliate e sistemati sulla battigia a farvi mangiare da gabbiani, granchi ed insetti. Io se fossi in voi non avrei dubbi su cosa scegliere”


    Edited by Erica30 - 10/1/2024, 17:43
     
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    Astrid • 28 gennaio • Mattina • Nave lunga in mano ai mercenari • A mezza giornata da Città del Gabbiano


    [ Giudizio mod - Bonus fama/3 + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/4 + Diplomazia/2 + Bonus tortura] - [Giudizio mod + Bonus infamia + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/2]

    Giudizio mod Astrid = 8 circostanza (è madre), 2 modalità (sti qua non sono proprio desiderosi di contrattare), 4 scrittura = 14
    Giudizio mod Naaro= 6 circostanza (sanno che hanno il vantaggio numerico), 3 modalità (sono pronti a stare agli ordini se ricevono il denaro) = 9

    [14 - 0 + 14,5 + 0 + 4 + 9 + 0] - [9 + 0 + 15 + 0 + 12,5] = 5

    TABELLINA RISULTATI
    <10 Intimidazione non riuscita
    Da 10 a +40 Il pg difensore ha paura
    >40 Intimidazione riuscita


    Naaro non disse nulla, aspettò pazientemente che la donna finisse, come animata da un nuovo impeto che proteggesse lei e il giovane figlio malato.
    Astrid finì di parlare...poi il silenzio.
    "Oh...un peccato, sembra che parliamo lingue diverse" Disse in uno scatto di risata al primo mercenario che aveva alla sinistra.
    "Cambiate la rotta, andiamo alla Spiaggia Blu" Così dicendo, Naaro tirò fuori da un piccolo fodero un pugnale e lo alzò in direzione dello Stone.
    "Vedo che avete tutti una gran voglia di parlare, forse tagliarvi le lingue potrebbe migliorare il morale" Una seconda risata, questa volta espansa anche a qualche mercenario dietro di Naaro, non impedì ad alcuni uomini di seguire l'esempio dell'affarista dei mercenari e di prendere le spade alla mano.
    "Ora...ora vediamo un po' di riepilogare le cose: ragazzina nobile, pensi tanto di sapere come funzionano le compagnie mercenarie? Tsk, perdonatemi vostra eminenza e grazia" sia li appellativi che l'uso del "voi" erano ora usati con chiaro sfottò "ma non siamo certo dei cavaliere legati ai giuramenti. La nostra fedeltà va al contratto, o meglio...alle condizioni del contratto. Se queste condizioni fossero rimaste immutate, certo, avreste ragione, ma come avete appena confermato, anche voi sapevate dei furti e, a quanto deduco, non avete fatto niente per fermarli anche se avete perso in prima persona. Ecco, vostra grandissima Signoria, ecco come cambiano le condizioni, quindi cominciate a ragionare in senso obiettivo"
    In quel momento le vele dell'imbarcazione vennero ruotate e la nave lunga cominciò lentamente a virare rotta.
    Ser Stone era immobile ma era chiaro che, come un mastino, stava per saltare addosso alla preda.
    "Visto ragazzina a cui piace tanto parlare? Hai chiesto al tuo uomo di risponderti e neanche ha fiatato ahahah!" Il tono di Naaro era sempre più sfidanti e strafottente, i giorni di navigazione non avevano certo aiutato il suo umore.
    "Ma se credi che avrei accettato un accordo così idiota sei completamente scema, figlia mia...portarti a casa dove gli uomini di tuo padre non avrebbero mai ascoltato le mie ragioni? Ah, lì sì che sarei diventato cibo per gabbiani...oh no, hai detto che non vuoi pagare? Bene, sono sicuro che qualcuno lo farà per te...e per i tuoi amici, certo!" Certo...forse una madre senza braccia e gambe non farebbe bene il suo lavoro, potrei provare a te dare te in pasto a quegli animali ahaha! Ma se pensate che ingaggiare la Figlia Blu e trattarla alla stregua degli schiavi di Essos sia stata una cosa saggia, ti sbagli di grosso. Ora di' ai tuoi cagnolini di darci le armi, fatevi legare e state buoni fino a quando approderemo.

    Parole: 426

    Naaro non ha preso per niente....per niente ma proprio per niente...bene la minaccia. Cambiano rotta e intimano ai tuoi di lasciare le armi.
    Ser Stone sta per attaccare, Astrid lo capisce bene...vediamo come ti comporti.

    Termine: 8/10
     
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    In un certo senso, la situazione che si era venuta a creare era quella che Astrid aveva raccontato di aver vissuto quando, alcuni mesi prima, era inspiegabilmente scomparsa da Città del Gabbiano. In quel caso, tuttavia, la situazione era ben diversa: il rischio che stava correndo era ben più reale di quanto avesse immaginato e il tentativo di far ritornare al proprio posto i mercenari non ebbe alcun effetto, se non quello di gettare ulteriore legna sul fuoco, ormai divenuto un vero e proprio incendio.

    Ser Stone, Astrid glielo leggeva negli occhi, non aspettava altro che un ordine per estrarre la spada. Effettivamente non era mai stato un uomo di molte parole, da quel punto di vista, colei a perdersi in chiacchiere era più che altro l’erede al seggio di Città del Gabbiano, lui invece era più palese che fremesse per infilzare il mercenario di fronte a lui come uno spiedino… e la ragazza dai capelli rossi, muovendo un paio di passi all’indietro, si ritrovò combattuta: da un lato, il desiderio di vendicare l’onta di aver ricevuto parole simili da un pezzente che in un’altra situazione si sarebbe ritrovato a pendere per il collo dalle mura di Città del Gabbiano era molto forte, ma dall’altra doveva guardare le motivazioni che la trattenevano dal dare l’ordine… e la prima era stretta fra le sue braccia, in completo silenzio, eccezion fatta per qualche colpo di tosse.
    Se ciò non fosse stato sufficiente e già lo era, agli occhi, di Astrid, c’era anche da considerare l’aspetto morale: davvero avrebbe mandato a morire nove degli uomini al servizio di Casa Grafton per un “insulto”? Aveva avuto la lingua troppo lunga ed ora il peso di tale avventatezza lo avrebbe dovuto pagare lei, era giusto che ne portasse lei la responsabilità, non suo figlio né tantomeno i soldati che la scortavano. La sconfitta, in un eventuale combattimento sul ponte della nave, era pressochè certa: per un soldato Grafton c’erano almeno quattro mercenari, anche le armature decisamente più pesanti potevano fare ben poco, in uno scontro corpo a corpo come quello. Stavolta dovevano giocarsela con più accortezza ed evitare di peggiorare ulteriormente la situazione.

    “Fate come dice” Disse asciutta, voltandosi brevemente dietro di sé e lanciando un’occhiata ai soldati che l’accompagnavano senza tradire alcuna emozione pur essendo, dentro di sé, terrorizzata da ciò che sarebbe potuto accadere in caso avesse pronunciato un’altra parola di troppo, ma preparandosi mentalmente a quelli che sarebbero stati giorni assai oscuri sia per lei che per Kristoff, nonché per tutti coloro che l’accompagnavano. Allungando una mano, andò a posarne il palmo sull’elsa dell’arma impugnata da Ser Stone, scambiando un’occhiata fugace con lui. La bocca le era diventata secca come il deserto di Dorne e da un certo punto di vista maledì il momento in cui aveva accettato di effettuare quella traversata con gente del genere
    “Non morirà nessuno qui per colpa mia” Pensò tra sé, attendendo che il disarmo degli armigeri là con lei venisse ultimato.
    “Io ho mio figlio in braccio, quindi lasciatemi le mani libere, legatemi le caviglie piuttosto, tanto su 'sta cazzo di nave non vedo dove potrei andare”.

    Ciò su cui non avrebbe lasciato spazio di trattativa era poter tenere Kristoff sempre con sé, non che i mercenari sembrassero particolarmente interessati a lui, ma era comunque meglio mettere in chiaro le cose fin da subito: il solo pensiero era in grado di farle accelerare il battito cardiaco a tal punto da farle temere che, da un momento all’altro, le potesse chizzare fuori dal petto: pian piano, il piccolo sussurro della follia si stava impadronendo della sua mente in preda al panico e, ne era convinta, si sarebbe gettata in mare assieme a lui qualora tale richiesta non fosse stata assecondata.

    assieme a lui qualora tale richiesta non fosse stata assecondata.
    La domanda vera e proprio, adesso, diventava un’altra: messasi a sedere in fondo alla nave, con le dita affondate nel tessuto che avvolgeva suo figlio, Astrid osservò il cielo sferzato dal vento mentre le parole di Naaro risuonavano come un eco nelle sue orecchie: Spiaggia Blu? Che diamine di posto era? Astrid non l’aveva mai sentito nominare, poteva solo sperare che l’intenzione dei mercenari fosse quella di trovare un posto sicuro dove rintanarsi in attesa di un riscatto e non quello di venderli a qualche schiavista.
    In quel caso la fuga sarebbe stata pressochè impossibile… e Astrid sarebbe stata costretta a scegliere la via allo stesso tempo più semplice e difficile per una madre.

    Edited by Erica30 - 10/1/2024, 17:44
     
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    Astrid • 28 gennaio • Mattina • Nave lunga in mano ai mercenari • A mezza giornata da Città del Gabbiano


    Ser Stone sembrava non sentire minimamente la voce di Astrid, fu dunque provvidenziale il fatto di posare una delle mani di lei sull'elsa della spada. Ricambiò lo sguardo e in quel momento nella mente dell'uomo si aprì uno dei grandi dubbi a cui chiunque scortava una Lady, presto o tardi, si sarebbe imbattuto. I suoi ordini erano quelli di proteggerla, a costo della vita, ma ora la ragazza chiedeva a lui di abbassare le armi.
    Quale disonore sarebbe stato per un cavaliere, farsi legare e permettere che delle persone tenessero in ostaggio lui, i suoi uomini e la figlia dell'uomo che serviva
    Dato che hai fallito il tiro contro il mercenario ti do un piccolo bonus e non tiro contro Ser Stone

    Gli occhi di Billy guizzarono da una parte all'altra, poi capendo che il suo onore l'avrebbe portato solo ad un suicidio e a lasciare, a quel punto veramente sì da sola la nobile Astrid, sospirò e lasciò che la spada cadesse per terra. Pur sgranando gli occhi, anche i pochi soldati di guardia che accompagnavano il cavaliere e la Lady fecero lo stesso, lasciando che i mercenari raccogliessero le armi
    "Oh, non preoccupatevi...Vostra Signoria, checché ne pensiate non siamo certo dei bruti che legherebbero una fanciulla con un figlio malato al di fuori del suo grembo" si fece serio "Siamo solo uomini d'affari che vendono la loro spada alle condizioni...di mercato...e come detto queste condizioni sono cambiate per eventi a noi non imputabili...d'altronde anche questa deviazione non apparteneva al contratto originario, dico bene?"
    Se quell'uomo fosse stato abbastanza abile con la spada quanto lo era con le parole di certo non avrebbe avuto nulla da temere la giovane Astrid.
    "Per gli altri...beh, come detto, vediamo di non mandare ancora più a puttane la situazione, giusto?" Guardò un paio di mercenari "Legateli, nodi stretti, mi raccomando...bene, ora vediamo di goderci il viaggio, la Spiaggia Blu non sarà che a meno di due giorni di navigazione, Rollaf, vediamo di arrivare presto non vedo l'ora di riscattare quel favore che mi devono"

    Parole: 319

    Ultima occasione per cambiare le carte in tavola: Astrid prova altro per dissuadere i mercenari? Si arrende e di fa portare dove vogliono loro?

    Termine: 16/10
     
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    Astrid conosceva bene i giuramenti che legavano un cavaliere alla casata che serviva ed era palese che il gesto appena compiuto da Ser Stone, a seguito della richiesta della Grafton, fosse quanto di più forzato potesse mai fare, ma del resto che altre opzioni avevano? Quali percorsi alternativi avrebbero mai potuto battere? Anche la superiore esperienza dei soldati Grafton nel combattimento non sarebbe bastata, di fronte ad una soverchiante superiorità numerica come quella che si ritrovavano di fronte.

    Da morti non sarebbero certo riusciti a tornare a casa, da prigionieri invece sì. Per il momento c’era una questione più urgente da sistemare: l’intuito di Astrid la stava portando a pensare che il passo successivo sarebbe stato raggiungere un porto che i mercenari ritenessero sicuro e da lì passare poi alle trattative per un riscatto degli ostaggi che avevano appena ottenuto.
    Se la situazione che si profilava sarebbe stata davvero la suddetta, ci sarebbero stati sia vantaggi che svantaggi.
    Il primo e più importante aspetto positivo era ovviamente la concreta possibilità di tornare a casa in un tempo relativamente breve, oltre al fatto di poter contare su un trattamento dignitoso per lei e per i soldati che l’accompagnavano… ma ciò che non smetteva di preoccuparla era invece la possibilità che Kristoff peggiorasse… e per evitare ciò fu necessario che Astrid sfoggiasse la sua migliore abilità diplomatica.

    “Sentite… il riscatto che chiederete a mio padre verrà pagato sicuramente, ma a me serve un Maestro o qualcuno di simile per mio figlio. Non ve ne fregherà niente e questo l’ho già capito, ma per voi sarà molto più semplice ottenere l’oro che vorrete se a mio padre giungerà la notizia che sia la figlia che il nipote stanno venendo trattati bene. Nessuno, nemmeno i Lord del Continente Occidentale, scambiano volentieri ostaggi in caso sapessero che non sono stati trattati dignitosamente. C’è qualcuno a questa… “spiaggia azzurra” o come si chiama che ne capisca qualcosa di malattie o cose del genere?”


    La sua voce, a dispetto della situazione tragica in cui si trovavano, era tranquilla e pacata… ma soltanto perché aveva capito che se avesse davvero voluto vedere quei mercenari penzolare per le loro budella da un albero avrebbe dovuto comportarsi in maniera più strategica e assennata rispetto a quanto fatto poco prima. Stringendosi Kristoff al proprio petto, gli scoprì leggermente il capo e ne carezzò la fine capigliatura rossastra.

    Questo evitò di dirlo ad alta voce, ovviamente, per evitare che i provvedimenti nei suoi confronti si facessero più duri… ma se Kristoff fosse morto, sicuramente si sarebbe lasciata morire anche lei. Non di fame o di sete, alla prima occasione utile avrebbe tentato di farla finita nel modo più efficace disponibile in quel momento… e quell’idea le faceva rivoltare le budella dal nervosismo e dalla paura, ma doveva essere forte per suo figli.
     
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    Astrid • 28 gennaio • Mattina • Nave lunga in mano ai mercenari • A mezza giornata da Città del Gabbiano


    "Mmmh?" Naaro si girò verso Astrid appena sentì la sua forma di richiesta. Stava per tornare a prua ma qualcosa in quell'uso di parole lo fece bloccare. "Riscatto? Oh ma avete compreso male, non siete prigionieri, ci assicuriamo solamente che i torti che ci sono stati arrecati vengano...ripagati, corretto?" La domanda non aveva un destinatario preciso e infatti, neanche gli uomini dietro al delegato, risposero. "In quanto a loro" indicò col viso Ser Stone e gli altri "Impediamo solo che venga versato sangue...vedrai che ci ringrazieranno. In ogni caso, saranno liberi di andarsene non armati una volta che saremo approdati, così come lo sarai tu non appena verrà versato quanto dovuto. "

    Tra gli sbuffi di Ser Stone, la nave lunga cominciò a solcare le acque verso il luogo in cui erano diretti, chi volente, chi nolente.


    ----



    Ci vollero quasi tredici ore per approdare, segno che rispetto al punto originario dovevano essere andati piuttosto a nord. Oramai la luce solare stava calando e in lontananza si potevano vedere delle fiaccole sulla spiaggia. Chiamarla spiaggia forse era un eufemismo perché come molte coste della Valla a fare da padrone erano tremendi scogli che rendevano dura la vita anche ad una nave lunga. Mano a mano che si avvicinava, Astrid poteva notare come la Spiaggia Blu, così l'avevano chiamata, non era altro che un tratto di costa isolato e roccioso, con una piccola spiaggia di sabbia grigio-azzurra che si adatta perfettamente al suo aspetto quasi inquietante. La semplicità e la discrezione del luogo sembravano essere particolarmente ricercate, infatti poteva vedere solo due edifici e un piccolo approdo: il primo ricordava una forma di rifugio fortificato, costruito in pietra e mal tenuto. Una struttura solida, mai quanto il castello in cui aveva vissuto, e ben nascosta tra le scogliere; Il secondo, invece, non era altro che una bassa torre di avvistamento, posta in una posizione comunque strategica per sorvegliare la baia. Sopra di essa si potevano notare distintamente alcune figure camminare.
    Un paio di mercenari sull'imbarcazione accesero delle fiaccole e le fecero sventolare un paio di volte.
    Circa venti minuti dopo, tra i pianti incontrollati di Kristoff, che sembrava non voler smettere neanche tra le cure materne, i mercenari cominciarono a scendere dall'imbarcazione, compreso Naaro.
    La cosa singolare era che nessuno fece per controllare o aiutare Astrid e i soldati ancora legati.
    "Giuro che li ammazzo tutti" sussurrò Ser Stone, abbastanza per farsi sentire anche dagli altri "prigionieri".
    In fondo l'aveva detto, il mercenario, non erano prigionieri...e in effetti nessuno li stava mettendo in prigione.
    Dalla spiaggia sembrava muoversi qualche figura che si avvicinava al gruppo di mercenari. Astrid era però troppo lontana per capire cosa dicessero e il pianto del figlio non aiutava.

    Arrivate alla spiaggia. Astrid non viene invitata a scendere così come gli altri soldati. La notte non è ancora scesa e vi trovate ancora sulla imbarcazione, dove sono rimasti una manciata scarsa di mercenari.

    Parole: 463

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    Più il tempo passava, più la situazione confondeva Astrid: non erano prigionieri, ma gli uomini che erano là con lei erano stati legati come criminali qualunque… non richiedevano un riscatto, ma un “risarcimento dei danni”… perché non attendere davanti alla costa di Città del Gabbiano, allora? Le navi di casa Grafton non erano certo sufficienti per un assalto in piena regola per cui non avrebbero potuto fare nulla neppure volendo.

    Rassegnata, Astrid si adagiò di schiena contro il bordo legnoso della nave, di fianco a Ser Stone e con Kristoff stretto tra le braccia e lo sguardo rivolto di fronte a sé, quasi come se stesse studiando coloro che si trovava di fronte, alla ricerca di qualche intenzione nascosta.

    ***

    Il loro arrivo, dopo una decina di ore di navigazione o poco più, non fu dei più rassicuranti: Astrid non aveva idea di dove diamine si trovasse questa famosa Spiaggia Azzurra, non ricordava neppure che gliene fosse mai stata fatta menzione durante le lunghe lezioni a Città del Gabbiano, per cui individuarne la posizione così a colpo d’occhio sarebbe stato difficile se non impossibile. A giudicare dalla sicurezza con cui la nave entrò in quella che aveva tutta l’aria di una baia utilizzata già altre volte dai mercenari per chissà quale giro d’affari piuttosto losco, quella non doveva certo essere la prima volta che si adoperavano in scenari del genere. Avevano fatto male, malissimo a fidarsi ma continuare a rimproverarsi non sarebbe servito assolutamente a nulla.
    Cercando di cullare Kristoff quel tanto che bastava per farlo smettere di piangere, Astrid osservò la stragrande maggioranza dei mercenari smontare dalla nave, alcuni di essi lanciarono più di qualche sguardo al piccolo gruppetto originario della Valle che erano riusciti a catturare, ma ciò che catturò maggiormente l’attenzione della ragazza dai capelli rossi fu il modo con cui i mercenari si dimostrarono così fiduciosi da annullare completamente ogni buonsenso, lasciando poche guardie là sulla nave.

    Non poteva contare sul favore delle tenebre, in quanto il sole ancora illuminava il cielo col proprio tepore, ma Astrid notò che coloro che erano stati lasciati a sorveglianza dei prigionieri non fossero esattamente attenti e ligi al proprio dovere: probabilmente parte di loro stava già pensando al bordello in cui sperperare i soldi del “risarcimento”, come lo chiamava Naaro.

    Approfittando del pianto di Kristoff, che continuò comunque ad essere coccolato il più possibile ma i cui vagiti coprivano la maggior parte dei suoni che avrebbero potuto produrre con una conversazione appena sussurrata, Astrid si avvicinò quel tanto che bastava a Ser Stone per far sì che soltanto lui potesse udirla, sistemandosi furtivamente in maniera tale che il proprio corpo coprisse ciò che stava facendo nell’istante in cui allungò una mano dietro alla schiena del cavaliere, cercando di sciogliere il nodo che stringeva i suoi polsi, impresa non facile in cui riuscire, motivo per cui decise di sistemare Kristoff in una posizione sicura contro il proprio petto, usando temporaneamente il mantello come supporto in modo da avere entrambe le mani libere.
    “Ne sono rimasti pochi sulla nave, se riuscissi a slegarvi poi potremmo slegare anche gli altri soldati della scorta e pensare ad un piano, però siete tutti disarmati… potreste provare a cogliere di sorpresa quelli che sono rimasti e usare le loro armi, ma arrivando qui ho visto una… non so cosa fosse, una torre d’osservazione o cose simili” Spiegò la ragazza, che comunque di certo non brillava per doti strategiche: il piano che si era venuto a creare nella sua mente era soltanto frutto dell’improvvisazione.
    “Il punto è che là sopra c’erano guardie o non so che cavolo fossero… se ci vedono è la fine”

    Astrid imprecò mentalmente nel tentativo di sciogliere il nodo che stringeva i polsi di Ser Stone: da bambina era un vero talento a disincastrare corde di vario tipo strette da nodi solidi come l'acciaio, al porto di Città del Gabbiano, ma doveva ammettere che coloro che avevano imparato a fare nodi del genere conoscessero il fatto loro.

    Edited by Erica30 - 10/1/2024, 17:44
     
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    Astrid • 28 gennaio • Sera • Nave lunga in mano ai mercenari • Spiaggia Blu


    Mentre tutto attorno a loro taceva, il che era di per sé strano, il piccolo piano di Astrid cominciava a prendere forma: un paio di soldati della scorta avevano fatto delle facce quasi sbigottite quando avevano sentito che la loro Lady aveva proposto loro di provare a mettere su una fuga senza neanche possedere delle armi. Per andare dove, poi? Nessuno lì sapeva bene il luogo in cui erano approdati.
    Ma la vita era quella, loro erano semplici soldati, seppur tra i migliori in quanto assegnati alla scorta persona della figlia del Lord, mentre lei...per l'appunto, era la figlia del Lord. Se ella stessa avesse detto loro di assaltare tutti i mercenari con la sola potenza delle nocche delle dita, questo loro avrebbero dovuto fare. Se si fossero rifiutati? Forse sarebbe stato meglio per loro unirsi ai mercenari, perché nessuno, primo Ser Stone, avrebbe perdonato l'insubordinazione e nessuno avrebbe tolto loro la relativa pena, molto probabilmente di morte.
    Dunque, sebbene quelle facce non fossero sfuggite ad Astrid, quando Ser Stone annuì portando leggermente le mani di lato per agevolare la distensione dei nodi, nessuno proferì dubbi o controproposte.
    Nessuno proferì parola, in realtà, ma dettagli. La cosa era comunque ottimale perché farsi scoprire dalle guardie rimaste sulla nave avrebbe mandato tutto in fumo.
    "Mia Signora, qualsiasi cosa accada restate dietro di me" sussurrò con flebile voce "E se dovessi morire non abbiate timore ad arrendervi. Dei mercenari non ci si può fidare, è vero, ma non sono così pazzi da macchiare le proprie mani del sangue di due nobili".
    C'era solo da sperare che l'uomo avesse ragione.
    I nodi erano posizionati strategicamente, in modo che qualsiasi movimento delle mani del prigioniero rendesse il tutto ancora più stretto e complicato. Non c'era un solo filo fuori posto; ogni aspetto del nodo era stato progettato per rendere la liberazione impossibile. Difficile dire come quei mercenari fossero capaci di creare una cosa del genere in così poco tempo; Astrid non ne aveva alcuna conoscenza approfondita ma una cosa del genere poteva dirsi più opera di uno schiavista che di un semplice mercenario.
    Non era impossibile liberarlo ma di certo avrebbe richiesto non poco tempo.

    Mentre ella operava, qualcuno salì sulla nave lunga. Non usò nemmeno la passerella ma si issò direttamente con la forza delle proprie braccia salendo da tribordo. Oramai la luce era quasi esaurita e il buio non permetteva di riconoscerne la fisionomia. Era una figura certamente minuta ma fu la voce a tradirne almeno il sesso.
    "Dunque sono loro? E da quando in qua ora rapite dei nobili? Un infante per di più?" Era una voce di donna, non particolarmente matura ma che aveva visto già parecchi cicli, e forse non solo quelli.
    "Non li abbiamo rapiti sono semplic..." provò a rispondere un mercenario "Taci" la donna gli tirò uno spintone che quasi lo sbalzò fuori dal parapetto della nave.
    "Sono quelli là, no? Ora sarà da divertirsi"

    Parole: 477

    Puoi continuare a slegare Ser Stone, all'inizio del mio turno di moderazione sarà libero (solo lui).

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    Le possibilità di successo di quel piano così raffazzonato ed improvvisato non giocavano certamente a favore dei prigionieri: non solo ciò che stava facendo Astrid avrebbe potenzialmente causato un inasprimento delle loro condizioni di prigionia, se scoperta a tentare di liberare Ser Stone e gli altri prigionieri, ma chi poteva garantirle che non ci sarebbero state eventuali punizioni fisiche da affrontare? Per lei… o per il figlio che portava con sé e che in quel momento sembrava essersi temporaneamente calmato, quel tanto che bastava per permettere ad Astrid di concentrarsi sullo sciogliere quel nodo: qualche progresso sembrava farlo, ma chiunque lo avesse stretto sapeva certamente il fatto proprio.

    Ma… per quale motivo un mercenario avrebbe mai dovuto avere così tanta esperienza nello stringere nodi in grado di risultare ostici per chiunque? In un primo momento, l’ipotesi che la giovane Grafton ritenne più probabile fu un parallelismo tra quel nodo e quelli da conoscere necessariamente per poter condurre una vita in mare senza problemi di sorta, ma in ogni caso qualcosa sembrava comunque non tornarle… e tale sensazione parve amplificarsi a dismisura non appena una figura nascosta dall’oscurità, ormai sopraggiunta come una lugubre coperta buia, montò a bordo della nave. Astrid si distrasse per non più di un paio di secondi, quel tanto che bastava a rendersi conto che il nuovo arrivo fosse a sua volta una donna, esattamente come lei… e la cosa non mancò di farle asciugare la bocca a causa del nervosismo: aveva udito ben poche storie di donne ammesse in luoghi del genere, solitamente popolati invece da mercenari, armigeri e dalla peggior feccia tutta al maschile. E nei pochi casi in cui c’erano di mezzo donne… spesso il tutto si traslitterava in un unico, semplice termine, tanto semplice quanto banale.
    Schiavisti.

    Che la sorte stesse davvero cercando Astrid per vendicarsi della menzogna raccontata molti mesi prima per giustificare la propria fuga improvvisa da Città del Gabbiano? Ora la situazione che fino a poco tempo prima aveva prospettato come ciò che realmente era accaduto al momento della sua scomparsa, quando ancora non sapeva di portare in grembo Kristoff, si stava materializzando sotto ai suoi occhi? Non poteva permetterlo, non poteva permettere che a suo figlio fosse fatto qualcosa di male, ma ciò che Ser Stone disse subito dopo fu anche ciò che produsse un violento brivido gelido lungo la spina dorsale della ragazza dai capelli lunghi.

    “E se… non fossero mercenari?” Sussurrò Astrid in maniera impercettibile, in modo che le proprie parole non attraversassero l’etere ed attirassero l’attenzione involontaria dei loro carcerieri, collocati sull’altro lato della nave. Imprecando mentalmente contro i nodi e la loro solidità, Astrid riuscì ad insinuare un paio di dita al di sotto delle corde. Era come se sciogliendone uno se ne materializzassero altri tre, ma mentalmente continuava a ripetersi di concentrarsi e di far presto, implorando mentalmente che Kristoff non riprendesse a piangere proprio in quel momento. Non voleva ammetterlo, ma l'eventualità che i mercenari vedessero i loro ostaggi come merce da vendere era tutt'altro che remota e la sola idea fu in grado di far rivoltare le budella di Astrid, procurandole un fitto senso di nausea.

    Ci stava decisamente mettendo troppo, ogni secondo era una lama in più che le veniva puntata alla gola o almeno così pensava… ma c’era anche da considerare un altro fattore: l’incognita di cosa fare subito dopo. I loro rapitori avevano comunque la superiorità numerica dalla loro parte e non sapevano neppure dove la nave fosse approdata. La soluzione chiaramente non era quella di combattere, ma di fuggire… ma dove?
    Facendo scivolare un altro capo della corda dal nodo appena sciolto, Astrid si concentrò sui polsi del cavaliere incaricato di proteggerla: liberati quelli, far scivolare fuori le mani e donar loro una rinnovata libertà sarebbe stato facile… ma a quel punto cosa avrebbero potuto fare?
     
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    Astrid • 28 gennaio • Sera • Nave lunga in mano ai mercenari • Spiaggia Blu


    Non appena le dita di Astrid riuscirono a slegare gli ultimi nodi che erano stati fissati, Ser Stone cadde in un religioso silenzio, ancor più nel momento in cui quella donna che aveva detto qualcosa poco prima si era rivolta verso di loro e aveva cominciato a camminare sul ponte.
    Quasi a intuire quel passo deciso, anche Kristoff cominciò a piangere.
    "Quindi è vero...tsk, dovrei sperare che le acque li inghiottano prima che facciano altri disastri" La donna stava parlando tra sé e sé ma i suoi occhi erano puntati sul piccolo bimbo.
    "Sta male, no? Una madre se ne accorgerebbe subito..." continuò questa volta spostando lo sguardo appena poco distante da Kristoff, donando ad Astrid un'occhiataccia piena di risentimento e disprezzo "a quanto pare non tutte le madri possono meritarsi di essere chiamate tali, trasportare un infante in queste condizioni via mare" Era come se quella donna stesse per fare una pesante ramanzina alla Grafton.
    "Il ragazzino ora la prendo io, di certo peggio di così non potreste fare!" Affermò quasi con rabbia e protendendo le braccia verso il grembo di Astrid, punto in cui aveva lasciato il figlio.
    In quel momento, però, Ser Stone agì, confortato ancor di più dal fatto che Astrid non solo avesse continuato a slegare i suoi polsi ma anche che non gli avesse dato più alcun ordine.
    Di certo non avrebbe permesso che l'erede dell'erede di Città del Gabbiano venisse portato via da una donna che nemmeno conoscevano.
    Afferrando proprio una delle braccia che la donna stava protendendo, si tirò su immediatamente di scatto e sferrò una pesante ginocchiata alla pancia contro la nuova avversaria, che non poté fare altro che, completamente presa alla sprovvista, incassare il colpo urlando di dolore.
    Ser Stone, probabilmente sognando quel momento, continuò sferrando un altro pugno diretto al volto della donna, facendola accasciare quasi contro uno dei parapetti della nave lunga.

    I mercenari che erano rimasti sull'imbarcazione tirarono fuori immediatamente le armi ma la donna con un urlo li fece fermare.
    "Oh...ti piace giocare, quindi?" Lo aizzò.
    Sicuro del vantaggio, Ser Stone si rigettò ancora una volta sulla donna ma, questa volta, ella gli afferrò il braccio che stava caricando il colpo e con un affondo delle dita sembrò quasi bloccargli tutto il sangue che passava per le vane.
    Senza alcun tentennamento, la probabile mercenaria tirò una testata contro Ser Stone seguita da uno, due, tre, quattro, pugni in faccia.
    L'uomo rimase stordito e si portò le mani al volto ma la donna non fece altro che prendere una di queste mani e darle un colpo talmente repentino che probabilmente era riuscita a spaccargliela.
    Ma non era finita, perché come presa dalla sete di sangue, la testa di Ser Stone venne presa per i capelli e venne schiacciata almeno altre sei volte contro uno dei barili poco distanti.

    Astrid poteva vedere, e chiaramente sentirne l'odore, del sangue e la faccia del cavaliere cominciava a tumefarsi in fretta mentre rivoli di sangue colavano tanto dalle ferite che dagli occhi.
    "Non...vi...hanno...insegnato...a...non...attaccare...chi...vi...vuole...aiutare?" Ogni singola parola era stata accompagnata da una sfracassata della testa dell'uomo su altri punti della nave.
    Sempre che ci fosse ancora qualcosa da fare per salvare la vita dell'uomo, quell'azione doveva finire in fretta ma la donna non sembrava averne intenzione, nemmeno con Kristoff che aveva ripreso a piangere pesantemente.
    La restante scorta di Astrid era legata e quella donna, seppur non sembrasse avere un potente fisico sotto quelle vesti, era appena riuscita ad avere la meglio, a mani nude, su un cavaliere di Casa Grafton.

    Parole: 571

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    Per quanto Astrid tentasse, Kristoff diventava sempre più inconsolabile ad ogni crisi di pianto e cercò comunque di fare del proprio meglio anche in quell’occasione per calmarlo, ma al timore per le condizioni del bambino si aggiunse anche quella che nella testa della ragazza dalla chioma ramata venne immediatamente interpretata come una minaccia: quella donna che fino a poco prima si era limitata a conversare poco amabilmente coi due mercenari, ora era diretta verso i prigionieri… e la prima persona con cui se la prese senza tanti giri di parole fu proprio la stessa Grafton.

    La ragazza, dal canto proprio, si chiuse in un profondo silenzio, si limitò a sorreggere lo sguardo colmo di disprezzo che quella sconosciuta le aveva lanciato, come a lasciar intendere che, nonostante se la stesse effettivamente facendo sotto dalla paura, per il bene di suo figlio non si sarebbe fatta intimidire, specialmente da una completa sconosciuta che non aveva idea di cosa significasse essere madre. Il respiro pesante della Grafton, colmo di paura, forse tradivano un po’ la sicurezza che invece pretendeva di ostentare, ma nulla di più.

    La vera minaccia però venne a crearsi nell’istante in cui, con un ordine perentorio, quella sconosciuta le ordinò di consegnarle Kristoff. Astrid, per tutta risposta strinse ancor più a sé il neonato tra le proprie braccia e una semplice parola che riassumeva bene quello che pensava di lei, di quei mercenari e di quella dannata situazione sfuggì dalle labbra della ragazza.

    “Vaffanculo” Sibilò, un attimo prima che tutta quella situazione accelerasse all’improvviso: il trambusto generato da Ser Stone tutto d’un tratto confuse la stessa ragazza, che con un sussulto tentò di farsi piccola piccola contro il parapetto della nave: approfittando del braccio teso della sconosciuta, il cavaliere di Casa Grafton si era rialzato di scatto e l’aveva allontanata da Astrid sferrando un paio di colpi che in un primo momento parvero efficaci per una manciata di secondi ma che in realtà produssero un effetto completamente inaspettato: quando Ser Stone, per l’ennesima volta, passò all’attacco, la mercenaria, sempre che tale potesse definirsi -contrattaccò in un modo talmente efficace e brutale da far urlare Astrid dall’orrore che si consumò sotto i suoi occhi: Ser Stone, il miglior cavaliere di Città del Gabbiano e che all’apparenza doveva avere la meglio in pochi secondi su quella donna, era stato letteralmente preso e massacrato senza pietà: l’odore del sangue colpì immediatamente le narici di Astrid, che dovette mettere tutta sé stessa nel tentativo di non vomitare, reprimendo un conato soltanto a causa del terrore che l’aveva investita come un vero e proprio tsunami.

    “Basta! Lasciatelo stare!” Gridò alzandosi in piedi, approfittando della fasciatura che manteneva il neonato “legato” al corpo di Astrid, la quale si diresse ad ampie falcate verso il punto della nave dove si stava consumando quell’atroce crimine, tentando di frapporsi tra Ser Stone, ormai esanime e col volto ormai ridotto ad una maschera di sangue e all’apparenza esanime. Non sapeva se fosse ancora vivo, ma Astrid non poteva comunque permettere che qualcuno che aveva servito così fedelmente la sua famiglia morisse per mano propria, per la propria ignavia e codardia. Stringendo a sé Kristoff, con un braccio, come a far capire che non glielo avrebbe mai consegnato, tentò d’intervenire e il primo istinto fu quello di tentare di interrompere la presa della donna su Ser Stone, cercando di spingerla via con l’unico braccio disponibile per tale azione.
    Ser Stone, che era almeno il doppio più robusto della ragazza, era stato facilmente messo fuori gioco, per cui se quella donna avesse voluto avere la meglio su Astrid, sarebbe stato un gioco da ragazzi, ma in quel momento tutto ciò che Astrid volle fare fu sia proteggere Kristoff che il cavaliere che aveva cercato di difenderla.

    “Non vi consegnerò Kristoff, non importa quanto possiate fare del male a me o ai miei uomini, quindi tutta questa violenza è inutile!” Sbraitò con sguardo stralunato, recapitando un paio di epiteti non propriamente cordiali all’indirizzo di quella donna. Aveva paura di lei, certamente, ma la paura che qualcuno potesse far del male a Kristoff era sufficientemente più forte per permetterle di moltiplicare il proprio coraggio per cento.
    Fu un tentativo di mediazione alquanto patetico, se ne rendeva conto lei stessa, ma una sedicenne terrorizzata come lei in quel momento non aveva davvero altre frecce al proprio arco ed era costretta a giocarsela con ciò che aveva.

    Edited by Erica30 - 10/1/2024, 17:44
     
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    Astrid • 28 gennaio • Sera • Nave lunga in mano ai mercenari • Spiaggia Blu


    Quasi incurante di ciò che Astrid, quasi in preda alle lacrime, aveva detto alla donna, tra la supplica e l'arrabbiatura, questa prese per il bavero il povero Ser Stone e, guardandolo per qualche secondo, lo lasciò di colpo facendo risbattere la testa sul ponte di legno della imbarcazione.
    "Lasciarlo stare? Ma certo...la violenza è inutile, ma dovresti insegnarlo anche al tuo mastino"
    La donna si inginocchiò per guardare la pozza del sangue di Ser Stone che si allargava debolmente dalle ferite alla testa. Proprio in quell'istante un braccio di Astrid riuscì a farle perdere minimamente l'equilibrio allontanandola di qualche centimetro. Era chiaro che la donna non aveva preso quel gesto come una potenziale minaccia e di tutta risposta non aveva fatto altro che alzarsi nuovamente in piedi, ignorare altamente la Grafton e richiamare l'attenzione dei mercenari che erano rimasti sulla nave lunga.
    "La prossima volta che mi accorgo che non siete in grado neanche di legare correttamente dei polsi, saranno vostre le mani ad essere tagliate, mi sono spiegata?"
    Nonostante l'attenzione di Astrid fosse naturalmente dirottata verso il suo povero compagno di avventura, avrebbe potuto capire che dai mercenari non era giunta alcuna risposta a quella minaccia.
    Che fossero terrorizzati o semplicemente non l'avessero presa sul serio non era dato saperlo.
    "E ora veniamo a te, ragazzina a cui piace dare fiato alla bocca, immagino questo sia il tuo primo figlio, sbaglio? Già, solo una nobilotta idiota circondata da tutrici e balie non riuscirebbe a capire che il bambino sta male, guarda il colorito delle guance."
    Nei bambini piccoli questa era effettivamente una delle parti che normalmente tenevano un colorito più rosato e acceso, cosa che Kristoff non possedeva per niente, anzi.
    Proprio in quell'istante si sentì un rantolo provenire dal cavaliere di Casa Grafton. La cosa positiva, se così di poteva definire, è che l'uomo era ancora vivo ma quel sibilo che proveniva insieme al respiro non faceva presagire niente di buono.
    Dietro di lui i restanti soldati di casa Grafton avevano cercato di dimenarsi ma sapevano tutti che con le mani legate non avrebbero fatto una fine migliore del loro capitano.
    "Di certo non farò morire un infante senza alcuna colpa su questa spiaggia, della tua sorte o di quella dei tuoi compari invece mi interessa molto poco, d'altronde sarebbe un bel modo per ripagare la gente come te...per tutti i modi in cui ci avete trattato." Quasi ridette.
    "Quindi ora scendi da questa nave con tuo figlio in braccio e prosegui verso la torre, altrimenti farò la stessa cosa, al tuo posto."
    Un altro rantolo provenne da Ser Stone.

    Parole: 420

    E' chiaro che la donna sia parecchio seria...
    Ser Stone è ancora vivo per il momento

    Termine: 3/12
     
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    La capacità di ragionamento di Astrid era andata a farsi benedire da molti minuti a quella parte, ma allo stesso tempo conservava una sorta di strana lucidità, come se sentisse di avere il controllo dei propri pensieri ma anche di essere prossima al perderne il dominio nel giro di qualche istante.

    “E’ un cavaliere, che cosa cazzo vi aspettavate se osate minacciare la sua signora? Una stretta di mano?!” Sibilò velenosamente, soffocando il nodo alla gola ma al contempo lasciando andare la propria presa sul braccio della donna capì di aver fatto guadagnare a Ser Stone qualche altro minuto: tutto ora stava a scoprire se fosse in grado di passare la notte e sopravvivere alle ferite ricevute o se invece tutto ciò non avesse fatto altro che prolungargli la sofferenza. A giudicare dai rantoli e dall’aspetto tumefatto del suo volto, che Astrid osservò con un’espressione pietrificata e sconvolta, sembrava già essere più di là che di qua. Avrebbe voluto dire qualcosa, scusarsi per aver messo a repentaglio la sua vita in un modo del genere, ma dalla sua bocca non fuoriusciva alcun suono, soltanto quello dei propri respiri accelerati.

    A distogliere la sua attenzione da quella terribile vista intervenne la voce della misteriosa donna che era stata in grado di appendere la vita del cavaliere di Città del Gabbiano ad un filo con una facilità disarmante, ma il tono di giudizio con cui venne apostrofata in maniera sprezzante non riuscì proprio a farselo andare giù.

    “E secondo voi perché stavamo cercando di tornare a Città del Gabbiano? Lo vedo anch’io che mio figlio non sta bene, non avevamo un Gran Maestro con noi quando siamo salpati dalla Capitale, sono stati i tuoi uomini o chiunque cazzo siano questi… a far sì che mio figlio peggiorasse! Se ci avessero portato a Città del Gabbiano fin da subito non sarebbe successo niente!” Replicò digrignando i denti con fare rabbioso mentre stringeva Kristoff al petto.
    Che fosse una madre giovane lo sapeva e l’aveva accettato come sua nuova condizione, quello che invece non accettava era il giudizio di una donna che nemmeno era a conoscenza dei fatti per come realmente stavano.

    Fu però quel “Per tutti i modi in cui ci avete trattato” a non avere alcun senso: lei non aveva trattato nessuno in alcun modo: che c’entrassero suo padre o gli altri lord del Continente Occidentale? E che colpa poteva mai averne lei? Malvolentieri, ma costretta, si rese conto di non avere altra scelta se non quella di eseguire quell’ordine perentorio di raggiungere la torre che svettava a pochi passi da là…

    Gettando un’ultima, colpevole occhiata a Ser Stone, ancora riverso sul ponte della nave, Astrid strinse nuovamente al petto il figlio e si incamminò per poi scendere dalla nave, in preda a sensi di colpa di ogni genere, nonché all’incertezza più assoluta.
    I suoi piedi affondavano nella sabbia con facilità e camminare in quel modo non era affatto facile, specialmente quando si sentiva le gambe molli come budino, ma per fortuna la sua destinazione non si trovava a più di un paio di minuti di strada: poteva soltanto sperare che gli altri soldati della sua scorta non finissero per essere giustiziati, in sua assenza… ma di ciò non aveva ricevuto alcuna garanzia.
     
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    Astrid • 28 gennaio • Sera • Spiaggia Blu - Torre d'osservazione


    La donna non fece altro che alzare le spalle quando Astrid provò a ribattere a tono su ciò che era capitato al povero Ser Stone. "Non è importante quello che mi aspettavo" Dicendolo, Astrid avrebbe potuto comunque vedere come una mano andava a massaggiare la parte del braccio che era stata afferrata e strattonata poco prima dal Cavaliere, per poi passarla sul punto in cui l'uomo le aveva sferrato l'attacco. "L'importante è vedere chi sta ora imbrattando di sangue il ponte della nave...ora, forza, basta e scendi dalla passerella." Così dicendo la donna saltò letteralmente già dallo scafo della nave lunga e atterrò sulla sabbia morbida che vi era al di sotto, bagnando solo leggermente le suole degli stivali che stava indossando.
    "Tsk, tipico dei nobili lamentarsi e dare le colpe agli altri, non avete mai saputo fare alto, non è vero? No, ragazzina vissuta negli agii, non è minimamente colpa degli uomini che ti hanno portata qui che tuo figlio stia così, è della sconsiderata donna e dello sconsiderato uomo che l'hanno generato e hanno creduto bene di portarlo in un viaggio via mare. Lo vedo lontano un miglio che non è un infante nato dal Ferro e dal Sale delle Isole ad Ovest...solo dei folli butterebbero così al vento una vita appena nata"
    L'occhio della donna era quasi infuocato e non sembrava minimamente spaventata dal tono usato da Astrid, anzi, come se toccata sul personale, continuava ad aggredirla verbalmente. Il tono era piuttosto calmo, in realtà, quasi a non voler agitare di più il piccolo, ma da ogni parola traspariva il completo disprezzo per Astrid e per ciò che stava facendo, quasi che ogni lettera pronunciata fosse stracolma di veleno che avrebbe voluto iniettare nelle vene della sua interlocutrice.
    "Ora, del perché quegli idioti vi hanno portato qui, beh, questa è un'altra bella storia che voglio scoprire, ma per quanto idioti non sono uomini che vengono meno al contratto siglato, pertanto immagino che siate stati voi a interromperlo o a non adempiere a questi obblighi. In ogni caso, in questa spiaggia nessuno di voi è il benvenuto, quindi a meno che non avrete qualcosa da offrirmi, ve ne potete tornare per me" La fissò ancora per qualche secondo "Ma non mi macchierò di certo le mani della morte di un infante"
    Cosa intendeva?

    Mentre camminavano nella sabbia verso la torre, un paio di altri mercenari camminavano in direzione opposta con le fiaccole alzate per fare un po' di luce. Sembrava molto una ronda e si dirigeva verso la nave. Questi fecero un segno di saluto alla donna che camminava davanti ad Astrid, proprio mentre il figlio di questa ricominciava a piangere, leggermente infastidito dal fatto che la camminata avesse disturbato il sonno in cui cercava di cadere.
    La torre d'osservazione non era altissima, una ventina di metri scarsa e anche l'interno, o meglio il piano terreno, sembrava piuttosto spoglio. Vi era qualche tavolo qua e là e alcuni barili dai quali Astrid poteva vedere uscire qualche pomolo di arma bianca e qualche freccia qua e là.
    Due uomini di carnagione chiara e dai capelli quasi brizzolati si alzarono vedendo entrare le donne. Uno si risedette subito, l'altro fece altrettanto ma prima alzò una mano in segno di saluto.
    Gli interni erano piuttosto freschi anche se vicino alle scale che portavano al piano superiore c'era un piccolo braciere quasi chiuso, in modo tale che gli zampilli non potessero scappare.
    "Ora, veniamo a noi...Città del Gabbiano? Cosa sei, una Grafton per caso? Sentiamo la tua versione, perché i nostri esimi colleghi hanno portato qui te e quei pazzi legati? Così pochi su una nave di mercenari? E sappi che se mi mentirai non mi farò problemi a far crescere il ragazzo senza una madre...forse sopravvivrebbe anche"

    Parole: 617

    Termine: 11/12

    Dal prossimo turno la quest passerà a Black! Grazie della role!
     
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