Scarsità di miracoli

Quest Aconé e Caleb

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    La quantità di informazioni che Hranzo stava condividendo con lui era enorme: questi aveva parlato di un oracolo, del ritorno dell'impero di Valyria, di un'ultima battaglia...
    Quante delle cose che il capocaccia aveva nominato coincidevano con le informazioni di cui Caleb era in possesso? Lo Stark si sentiva come se lui e il guerriero avessero due modi completamente diversi di dire le stesse identiche cose, il che era a tratti frustrante... Ma al contempo incredibilmente accattivante. Aveva un grande desiderio di sedere ad un tavolo con il capocaccia e confrontare tutte le loro conoscenze... Anche se una palude, probabilmente, non era il luogo adatto per farlo.

    Hranzo avrebbe spiegato a Caleb che gli organi dei draghi avevano una grande importanza per compiere dei rituali magici, cosa per cui Caleb non provava una gran simpatia, ma di certo un gran timore reverenziale, e che l'oracolo - chiunque egli fosse - aveva richiesto la morte dell'uomo che era rimasto attaccato alle scaglie del drago.

    Caleb avrebbe voluto radunare più informazioni a riguardo: a giudicare da quello che il capocaccia aveva detto, l'uomo trovato insieme ad Ikarus non poteva essere Rhaegar, anche perché altrimenti la creatura non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi, capicaccia o meno... Ma allora di chi si trattava?
    Pareva che questo oracolo fosse in grado di prevedere efficacemente il futuro, tanto da aver anticipato l'incontro di Caleb ed i capicaccia con cinque mesi di anticipo. Sembrava follia, eppure... Eppure lo stesso Caleb aveva visto cose folli almeno tanto quanto quella. Poteva davvero permettersi il lusso di non credere alle parole di Hranzo?

    Potrebbe essere il caso di lasciarci questa palude alle spalle…

    Caleb annuì bruscamente. Prima che lo facciamo, però, devo ricongiungermi con mia moglie. Lei è in questa spedizione con me e, ora che sono certo che siete nostri alleati, non intendo rimanere lontano da lei più a lungo del necessario. Intendo raggiungere Sar Mell insieme a lei, e penso che l'oracolo ti abbia informato anche di questo. Disse, usando il tono più perentorio che la sua scarsa conoscenza del basso Valyriano gli concedeva. Spero che questo non sia un problema, per voi.

    Avrebbe fischiato, richiamando Zephirus affinché il lupo potesse provare ad aiutarlo a trovare le tracce di Aconé. Allo stesso modo, avrebbe provato a rintracciare l'impronta mentale di Rocha, il falco di Aconé: attraverso il volatile, Caleb era riuscito ad avvicinarsi ragionevolmente alla palude, il che gli faceva sperare di poterlo raggiungere anche dalla palude stessa.

    Se posso chiedere, Hranzo, cos'altro ti ha detto l'oracolo? Avrebbe domandato inarcando un sopracciglio. Ti ha spiegato cosa ci attende a Sar Mell?

    414 parole
    Cerco di rintracciare Aconé tramite lupo e falco. Se la trovo e Hranzo accetta di muoversi tutti insieme, si parte!
    Intanto faccio domande a Hranzo, sperando di capire un po' cosa stia succedendo.
     
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    Aconé ebbe solo pochi attimi di coscienza dal momento nel quale l’uovo rotolò tra le fiamme. Un lampo di luce e la sensazione che, non solo le fiamme attorno a lei, ma tutto il mondo le si stesse ripiegando addosso.
    Dall’alto dei cieli, Caleb nel suo corpo di falco non ebbe una dissimile sensazione: il fascio di luce che dal suolo si levò lo accecò e per un momento tale condizione viaggiò da quel corpo di piume in cielo al suo corpo di carne in terra. Lo Stark, ormai esperto metamorfo in grado di gestire conversazioni complesse mentre controllava i corpi delle sue bestie, non riuscì nemmeno a sentire le risposte di Hranzo alle sue domande mentre la luce gli riempiva gli occhi. Mentre Aconé svenne quasi all’istante, Caleb percepì la sensazione di sentirsi la carne strappata di dosso, artigli che gli scavavano le orbite e corde che gli stringevano e bruciavano le articolazioni. Sentì le braccia uscire dalle spalle, le gambe dalle anche ed il collo dalla schiena, immobile ed impotente mentre un suo doppio lo scuoiava e gli entrava nelle ossa. Era quella la sensazione che provavano gli animali nei quali entrava?
    A poco a poco Caleb riacquistò la vista e a seguire l’udito, vedendosi circondato da capicaccia a metà fra lo stranito e lo spavento.
    Trovate sua moglie…portate l’oracolo. - sentì riacquistando le proprie facoltà nonostante il lancinante mal di testa. Il corpo era intatto, nessuno lo aveva squartato o disossato, restava solo un fitto dolore alla testa.
    Siete stato ferito? Avveleniamo certe armi, se siete ferito dobbiamo somministrarvi l'antidoto - domandò Hranzo offronedo la mano a Caleb preoccupato per il suo improvviso parziale black-out.

    Per Aconé, invece, la tortura non terminò con la ripresa di coscienza, ma anzi ebbe appena inizio: attorno a sé cenere e fumo denso che le bruciava gli occhi, dentro di sé una sensazione di spossatezza tale da ricordarle i momenti successivi al parto. Sentiva le ossa fragili, il sangue come lento nelle sue vene, ogni movimento una fatica. E un urlo, un urlo terribile, orribile, disumano che le violentava le orecchie. Come un cinghiale messo all’angolo dai lupi, come un uomo arso vivo. Alcuni metri alla sua sinistra Aconé scorse Rocha. Il falco donatagli dalla Florent sembrava essere precipitato e strideva anch’esso afflitto dai dolori di un’ala spezzata.
    Ma non era l’uccello a urlare in modo assordante. Se Aconé fosse riuscita a tirarsi su nonostante i dolori e la debolezza addominale, avrebbe visto quello forse qualche minuto prima aveva sperato: l’uovo era spezzato ed un essere in vita vi si agitava dentro, urlando furiosamente mentre tentava di aprirsi una via verso la luce.
    Nonostante una parte di lei lo avesse certamente desiderato, solo la vista dell’uovo in fase di rottura le provocò come un bruciore in tutto il petto e ventre.
    Avendo allontanato gli altri, Aconé era sola, sola a dover farsi forza e tirarsi su.
    Mai titolo di quest si è rivelato tanto ironico. Complimenti! Siete riusciti per la combinazione di vostre azioni a condividere un'esperienza molto dolorosa! Caleb è illeso, Aconé può muoversi ma è preda di un significativo disagio fisico [-20 P.v.]
    Lasciando a Hranzo l'onere, Aconé verrà trovata il prossimo turno dai Capicaccia. Per dubbi etc. scrivetemi pure.
    Ah sì, l'uovo si è schiuso. gif
    Scadenza 20/02
     
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    Non ci fu il tempo di spaventarsi o di pensare.
    Il lampo che attraversò il cielo e in qualche modo anche il corpo della Tyrell fu istantaneo: col battito d'ali d'una farfalla l'intero modo attorno ad Aconé si rovesciò su di sé lasciandola a terra priva di sensi. Forse non aveva fatto in tempo neppure a provare dolore, ma quello lo sentì tutto nel momento in cui finalmente riuscì ad aprire gli occhi, nuovamente presente a se stessa. Le orecchie le fischiavano e per quanto cercava di sbattere gli occhi aveva difficoltà a mettere a fuoco l'ambiente attorno a lei; l'aria bruciava, tanto da urticarle la gola e farla tossire annaspando alla ricerca di ossigeno.
    Provò a tirarsi su, ma le membra non rispondevano ai suoi comandi.
    Qualcuno, qualcosa, gridava terribilmente non troppo distante; voltò il capo in direzione del rumore, gli occhi ridotti a due fessure tentavano di orientarsi in quell'aria piena di cenere.
    "Rocha..." -aveva avvistato il suo falchetto a terra, in evidente difficoltà. Se era stato colpito dall'esplosione o quel che era, voleva dire che Caleb non doveva essere troppo lontano. Il sollievo di quel pensiero non durò che qualche istante, poiché quel grido non proveniva dal povero volatile, ma dall'uovo di Daerion che giaceva a terra...spezzato?
    L'orrore le diede la forza necessaria per sollevarsi sul gomito sinistro, le gambe ancora a terra non ne volevano sapere di muoversi.
    "Cazzo..."
    Il grido veniva dall'uovo...ci era riuscita, l'aveva aperto!
    La rivelazione non le provocò la gioia immaginata e non era solo il dolore lancinante che le attanagliava il corpo a rovinare il momento, ma la stessa tremenda sensazione che aveva provato al banchetto delle sue prime nozze quando quell'affare bianco e viola era stato presentato al Principe Targaryen: terrore.
    Caricò il peso sugli avambracci, strisciando una manciata di centimetri alla volta in direzione del guscio aperto; ogni movimento la faceva urlare, ma quel che stava accadendo a pochi passi da lei era tanto più importante, tanto più grande.
    "Dei..." -non c'erano molte altre parole per descrivere lo spettacolo di una vita che veniva al mondo una volta ogni secolo. Era lì il nocciolo di tutto il potere dell'antica Valyria, in quella creaturina che tentava di farsi strada nel mondo risiedeva l'eredità di Galuadh ed il retaggio dell'intera stirpe Targaryen. Persino le lacrime che le bagnavano le guance bruciavano.
    Qualcuno si stava avvicinando...no, non era Caleb. In quell'aria irrespirabile di nebbia urticante non riusciva a distinguere bene l'aspetto di chi avanzava verso di lei, ma di sicuro non era lo Stark.
    "No...." -erano gli assalitori di qualche minuto prima? Forse il dolore non le permetteva di ragionare a dovere, ma in quel momento la Rosa non si preoccupava minimamente della sua vita o della vendetta che quei soldati avrebbero voluto prendersi su di lei; il cucciolo di Drago che stava venendo al mondo era un tesoro inestimabile. Qualcosa che avrebbe dovuto salvare il mondo, non condannarlo alla rovina.
    E fu proprio il panico a darle la forza di tirarsi sulle ginocchia gridando tutto il suo dolore.
    "Stai lontano!" -utilizzava l'antico valyriano, come aveva fatto con coloro che l'avevano aggredita. La sinistra si mosse ad avvicinare a sé i resti dell'uovo e la creaturina che ne stava sgusciando fuori portandosi davanti a protezione, mentre la destra raccoglieva il naginata e lo sollevava in direzione di colui che si stava avvicinando.
    "Non ti avvicinare!" -trovò la forza di urlare. Non aveva le energie per combattere, non sarebbe riuscita ad affrontare un avversario in quel momento...ma aveva forse altra scelta? Caleb aveva resistito ad orde di Bruti a Torre della Regina, lei avrebbe difeso quel cucciolo di Drago tutto il tempo necessario a far arrivare lo Stark da lei.
    Sbrigati...

    CITAZIONE
    618 parole

    Ovviamente l'intento di Aconé è di intimidirli/o Hranzo ecc per non farli avvicinare, ma non ti chiedo di tirare perché sinceramente carponi e mezza distrutta mi pare poco minacciosa XD
     
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    Il dolore era incommensurabile.
    Lo Stark si sentiva come se ogni suo muscolo fosse stato lacerato da esperti torturatori, ogni fibra del suo essere tagliata, punta, divelta... Le sue ossa sembrarono bruciare dall'interno, riducendosi a poco più che ceppi e carboni, i suoi occhi ciechi sarebbero stati asciugati e poi si sarebbero svuotati a causa dell'immenso calore. La testa sembrava esploderli, la gola e lo stomaco emettevano segnali di fame, dolore, raucedine... Ogni male che il suo corpo poteva avere, eccolo lì.
    Si sentì morire numerose volte mentre le sue ossa sembravano spezzarsi, la pelle rinsecchirsi e un rumore assordante riempiva le sue orecchie.

    L'unica cosa che poteva rivaleggiare quel dolore era l'orrore di quello che aveva involontariamente appreso: qualunque cosa avesse scatenato quel dolore incontrollabile e distruttivo era vicino, molto vicino ad Aconé.
    Qualunque cosa stesse succedendo, Aconé era in pericolo: in grande, grande pericolo. E Caleb non era lì a proteggerla.
    Doveva muoversi, doveva sbrigarsi, prima che fosse troppo tardi.

    Una volta tornato in sé, Caleb si sentiva profondamente disorientato, al punto che quasi perse l'equilibrio, dovendosi aggrappare alla mano che Hranzo gli aveva offerto.
    Aspettate... Esalò preoccupato all'indirizzo del capocaccia, che intanto lo aveva interrogato riguardo la presenza di eventuali ferite.
    Ferite? No.. No, sto bene... Nessuna ferita, Hranzo...

    Strinse gli occhi, scuotendo il capo con vigore mentre cercava di liberarsi di quel terribile mal di testa.
    Hranzo, devo andare anche io da mia moglie... E ho bisogno di rinforzi. E' successo qualcosa... Qualcosa che non comprendo... Ma mia moglie potrebbe essere in pericolo. Non posso lasciarla sola.

    Avrebbe scosso nuovamente il capo, cercando di riordinare i pochi ricordi che aveva di quella traumatica esperienza: sebbene il suo corpo fosse integro, era davvero sorpreso di riuscire a muoversi.
    Hranzo... Devo raggiungere mia moglie. Avrebbe ripetuto, mentre il suo battito cardiaco accelerava al punto che riusciva a sentirlo nelle dita e nel cranio.
    Non so cosa sia successo, ma potrebbe essere in pericolo... Avrebbe detto un'altra volta.

    Detto ciò, avrebbe richiamato Zephirus con un fischio acuto e si sarebbe mosso per recuperare il suo cavallo, sperando che il capocaccia decidesse di affiancarlo: in quel momento, qualunque cosa fosse successa, non era certo di essere in grado di proteggere Aconé.

    Ma non poteva lasciarla sola, specialmente se era in pena o in pericolo.

    So dove si trova.. Seguitemi. Avrebbe detto in Basso Valyriano.

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    Sgomento fu il sentimento che Aconé lesse condiviso sui volti dei capicaccia su di lei sopraggiunti. I più rimossero il proprio elmo rivelando i volti scavati, scuri o bruciati dal sole, gli occhi sbarrati e le labbra tremanti. Un giovane immediatamente depose la propria spada e si piegò sulle ginocchia, abbassandosi come per dimostrarsi meno minaccioso, ma altri strinsero ancor più saldamente le proprie armi, confusi e scioccati dalla creatura che, facendosi largo tra frammenti viscidi di quella che attimi prima pareva pietra, strillava e si arrampicava su per la mano sinistra della Tyrell.
    La creatura era viscida e fumante, ma la Rosa, già stravolta non avrebbe necessariamente fatto caso al suo calore scottante quanto al suo insistente strillo, ancor più forte ed acuto una volta emerso dai frammenti di guscio. Il drago rassomigliava una biscia, lungiforme e debolmente arrotolata alla mano di Aconé, le piccole e sottili ali membranose avvolte attorno al proprio corpo, come a proteggere le scaglie traslucide e cangianti che pulsavano al punto tale da sembrare sottile pelle in certi punti. Lungi dall’indistruttibile fornace volante che Aconé aveva conosciuto e che, a sua insaputa, giaceva senza vita poco distante da lì.
    All’arrivo di Caleb e Hranzo, la creatura aveva messo a tacere le proprie grida di dolore affondando i giovani denti nella mano di Aconé, fissandola con occhi azzurri come il cielo. Sangue avrebbe presto iniziato a colare dalla mano della Tyrell, ma più di quel dolore l’avrebbe colpita un viscerale rigetto per quegli occhi, per quel mostro. Una feroce nausea l’avrebbe travolta, ma poteva permettersi di abbassare la Naginata?

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    Mostrando maggior contegno, Hranzo fu però egualmente sorpreso dalla visione come i suoi uomini.
    Oracolo! Cosa succede? Questa donna…com’è possibile? - domandò in Alto Valyriano, incomprensibile a Caleb, ma udibile da Aconé.
    Un bagliore confuse un momento sia lo Stark che la stordita Tyrell, alla quale parve di veder riemergere il vecchio cieco del villaggio per un momento.
    Dovrebbe forse morire?
    Non è il destino della tua caccia Hranzo. - rispose una figura emersa dal gruppo di capicaccia come un fantasma. - Il Segno è propizio. La fine delle mie profezie, la fine degli Dei di creta e legno, la fine dei tempi.- la voce echeggiava da dietro una maschera d’argento, avvolta da numerose lenzuola di lino.
    Sangue per sangue. Non avrei pensato che la morte di Mendaphilos sarebbe avvenuta così presto…o in questo modo. - proseguì ora lasciandosi comprendere da Caleb e rivolgendosi proprio a lui.
    Guardate vostra moglie e ditemi o Re dell’Ovest: vivrà per sedere al vostro fianco nel vostro regno o sarà regina solo delle vostre catacombe? - la domanda posta brutalmente non aveva tono provocatorio, ma sembrava una vera e propria richiesta di parere rispetto alle condizioni di Aconé: distesa e apparentemente confusionale con un mostro avvinghiato alla mano.
    Il Drago deve tornare a Valyria, non può non essere la priorità.- s’interpose Hranzo
    La fine delle profezie non necessariamente significa che sia esaurita l’utilità della tua caccia originale. Ma non sarebbe peccato mortale per te ora rinnegarmi, Hranzo, in fondo un Oracolo in un mondo alla fine dei tempi è utile come sabbia fuori da una clessidra spaccata.- non solo era in discussione la salute di sua moglie, ma adesso la guida che tanto avevano faticato per trovare sembrava voler intraprendere una diversa via.
    Siete riusciti a stranire i tipi strani! Per ora nessuno osa avvicinarsi ad Aconé, ma lei, più di Caleb, è consapevole del fatto che si discute anche la possibilità di sopprimerla. Il Draghetto è bello a mamma sua (ignota a quanto ho capito) e o strilla o morde per ora.
     
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    La vita, per Caleb, era una sorpresa costante.
    Ogni istante che passava, qualcosa di nuovo succedeva: qualcosa a cui lui non era pronto, qualcosa che lo lasciava del tutto sbalordito.

    C'è chi dice che le sorprese sono il sale della vita, ma a quel punto la vita di Caleb aveva già il sapore dell'acqua marina... C'era davvero bisogno di altro sale?

    Evidentemente sì, visto lo spettacolo che gli si era parato davanti.
    Aconé, ferita e piena di bruciature, era circondata dai Capicaccia d'Ebano che, come lei, fissavano con un misto di sorpresa errore la strana creatura che era apparsa in mezzo a loro.
    Forse fu l'odore di bruciato, forse la pietra fusa, forse le ustioni sul corpo di sua moglie... o forse qualcos'altro, ma Caleb ebbe l'improvvisa consapevolezza che la strana creatura non fosse un semplice serpentello deforme..

    Lo Stark sarebbe corso incontro a sua moglie, frapponendosi tra lei ed i Capicaccia, i quali sembravano profondamente indecisi sul da farsi... Il che non poteva in alcun modo essere un buon segno.
    Tieni duro.. Avrebbe sussurrato Caleb malgrado l'apprensione. Qui ci penso io.

    Certo, non si sarebbe aspettato di veder apparire dal nulla una figura in abito cerimoniale...

    Sangue per sangue. Non avrei pensato che la morte di Mendaphilos sarebbe avvenuta così presto…o in questo modo.
    Quell'uomo aveva intenzione di vendicare il prete rosso che Caleb aveva abbattuto poco prima? Non sembrava avere intenti bellicosi, almeno in quel momento, ma la maschera d'argento rendeva estremamente difficile indovinare la sua espressione.

    Guardate vostra moglie e ditemi o Re dell’Ovest: vivrà per sedere al vostro fianco nel vostro regno o sarà regina solo delle vostre catacombe?

    Mia moglie vivrà. Disse senza ombra di dubbio. Vivrà e con me fermerà la fine di tutto.
    Erano lì per salvare i Sette Regni dall'arrivo di un mostro ben più grande di ciò che i Capicaccia avessero mai visto.
    Fermeremo la fine di tutto. Insieme. Avrebbe ripetuto, ripensando alle orribili visioni che il Corvo a tre occhi gli aveva mostrato. Erano arrivati fin lì, non potevano fermarsi in quel momento.

    Avrebbe tratto un sospiro profondo, cercando di calmare il cuore che batteva all'impazzata.
    Non era certo di cosa avesse detto Hranzo poco prima, quando aveva parlato in Valyriano alla figura sconosciuta, né era certo dei suoi obiettivi, ma forse poteva fare un tentativo.

    Il drago è parte di tutto questo. Il drago fermerà con noi l'avanzata della morte. Solo unendo le nostre forze potremo farlo, o presto saremo tutti sabbia in un deserto infinito... E non ci saranno più nemmeno delle catacombe su cui regnare.

    Hranzo.. Avrebbe provato a chiamare. Il destino e gli Dei ci hanno condotti fin qui, fino a questo momento. Sono diretto alla tomba di Sar Mell perché gli Dei mi hanno assegnato il compito di fermare l'avanzata della Morte. Ho ancora bisogno del tuo aiuto, la tua caccia e la mia caccia non si sono ancora concluse...


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    Aveva smesso di ragionare diversi istanti prima.
    Ora che le figure al suo cospetto si ammucchiavano, talune inchinandosi altre emergendo dall'oscurità con fare più stupito e minaccioso, tutto ciò su cui Aconé riusciva a concentrare le sue attenzioni era il cucciolo di Drago che abbarbicato al suo braccio le aveva affondato i denti nella mano.
    Era un demonio.
    Sarebbe stato ancora semplice disfarsene schiacciandolo sotto la suola della scarpa, ma l'arrivo di Caleb (finalmente) le impose di prestare ascolto alle figure che lo accompagnavano tra cui la Tyrell credette di vedere addirittura il vecchio cieco del villaggio. Suo marito sembrava avere confidenza con quegli umani che parlavano della sua morte e di riportare il drago a Valyria.
    Col cavolo.
    "Neanche per sogno." -aveva parlato la lingua di Westeros, ma non si stava rivolgendo allo Stark. Era confusa, stanca, ferita...forse avrebbe fatto meglio ad accasciarsi e lasciar fare al Lord di Grande Inverno.
    "Mio figlio è Sangue di Valyria, se avete ancora un briciolo dell'onore del vostro antico ordine ci penserete due volte prima di toccare questa creatura." -quel poco che aveva scoperto sui Capicaccia d'Ebano nella biblioteca di Urman parlava di un antico e valoroso ordine che non si era arreso alla caduta della Libera Fortezza, benché dispersi e a volte scacciati persino.
    "Guardia della gente, caccia delle minacce. Il vostro dovere è venuto dunque meno, alla fine? La più grande delle minacce incombe sul nostro tempo e se non saremo pronti l'intero mondo cadrà con Valyria."
    Un colpo di tosse la zittì accasciandola nuovamente a terra.
    Avrebbe dovuto lasciare al marito tutto il resto a quel punto, ma il dubbio che la sua presenza fosse un peso ora non la sfiorava più.
    Aveva schiuso un uovo di Drago, unica dopo Rhaegar Targaryen.
    Ikarus non sarebbe più stato solo...

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    Hranzo si grattò il mento barbuto visibilmente combattuto.
    La donna parla nell’Alto linguaggio, dice il vero? - borbottò rivolgendosi all’oracolo. Questo semplicemente annuì.
    Re dell’Occidente, rispetto la vostra missione e la fiducia che avete per la forza di vostra regina. - non sapendo che aveva prima chiesto il parere dell’Oracolo, Caleb avrebbe persino potuto credere che quel rispetto fosse genuino. - Ma non esiste che lei o il drago vengano esposti ai pericoli di Sar Mell o alle mire corrotte della Vecchia Volantis.- scosse il capo guardando la donna stremata ed il giovane drago.
    Oracolo, se la Regina dell’Ovest è realmente la madre di questo drago vi chiedo di condurla al più presto dove deve. E se non dovessi tornare dalla mia caccia…
    Quanto successo oggi consacra il tuo nome alla mitologia Hranzo. - lo rassicurò la figura mascherata chinandosi ed avvicinandosi lentamente ad Aconé.
    Vedo che non sei estranea alla maternità Figlia. - disse con voce candida offrendole la mano. - Ma non basterebbe il seno di tutta Volantis per sfamare questo figlio. Se verrai con me potremo aiutarti.
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    Era parte di una comitiva volantiana…gli abbiamo attaccati quando si sono avvicinati troppo. Prima ha ucciso un capocaccia, poi ha iniziato a danzare con le fiamme -spiegò nel frattempo proprio uno di quei guerrieri che poc’anzi aveva scagliato il proprio giavellotto. Hranzo ascoltò, in silenzio e si rivolse nuovamente a Caleb.
    Quindi viaggiavate con una comitiva di volantiani? Prima di partire per Sar Mell dobbiamo ritrovarli e ucciderli prima che diffondano la voce. -Quella di Hranzo non suonava come una richiesta di opinione quanto una semplice ricapitolazione della scaletta di priorità. Anzi, dallo sguardo con cui guardava Caleb sembrava addirittura stargli chiedendo di partecipare. Ma Bohras, Adharos, gli uomini del governatore di Urman…per non parlare di Jolland e Thraur! I capicaccia d’ebano erano la chiave della loro missione, ma il sentiero che tracciavano non smetteva di rivelare la sua crudeltà.
    Aconé è salva, super salva, così salva che la vogliono salvare.
    Volete salvare anche gli altri?
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    Era riuscita a salvarsi la vita in qualche modo, ma la situazione non le sembrava comunque favorevole.
    "Con voi?" -stavolta aveva utilizzato il valyriano più popolare affinché anche lo Stark potesse comprenderla -"Dove volete condurmi?"
    L'idea di allontanarsi da Caleb non le piaceva proprio per nulla.
    Si trovava a miglia e miglia da qualsiasi altro alleato e con una creatura di indicibile valore tra le mani; quanto a lungo avrebbe potuto fare affidamento sul sangue Targaryen di suo figlio per proteggere sé e la neonata lucertola? Non era un baluardo abbastanza solido per difendere un tesoro su cui tutto il mondo conosciuto avrebbe voluto mettere le mani. Caleb lo era. Caleb era l'inespugnabile fortezza che avrebbe protetto quell'affare fino al compimento della sua missione ed era proprio Caleb la persona a cui aveva affidato l'uovo prima che sparisse nel nulla!
    D'altro canto era pur vero che se Sar Mell era persino più pericolosa di quella palude, le abilità di Aconé non sarebbero state di alcun aiuto al marito durante uno scontro, specie così indebolita come si trovava in quel momento! Per non parlare del fatto che non aveva la benché minima idea di come si allevasse un drago e senza l'aiuto di quella gente non sarebbe mai stata in grado di farlo ritornare a Westeros tutto intero...
    Prima però che potesse preoccuparsi per sé, la prospettiva che quei Capicaccia o ciò che sarebbero dovuti essere intendevano portare avanti l'ennesimo massacro la costrinse a distogliere la sua attenzione dalla separazione con il Lupo per portarla su qualcosa di più urgente: "In quella carovana ci sono i nostri servitori, li dobbiamo recuperare..."-chiarì a quello che era stato chiamato Hranzo che sembrava essersi guadagnato una certa confidenza anche con Caleb -"Una Regina che abbandona chi la serve lealmente non merita né il titolo né la testa."
    Aveva utilizzato gli stessi termini usati in precedenza dal guerriero anche se la testa iniziava a dolerle così tanto da farle considerare l'opportunità di stare zitta e lasciare che fosse il Lord di Grande Inverno a salvare la pelle di Jolland e Thraur stavolta. E non solo la loro! Il capocarovaniere non le ispirava gran simpatia, ma di certo non meritava la morte, e lo stesso si poteva dire del povero Adharos che era stata lei stessa a trascinare in quella disavventura!
    "Oggi è stato sparso fin troppo sangue inutilmente. Nessuno di loro ha visto il Drago o l'uovo, la loro morte non è necessaria." -aveva ucciso un uomo solo qualche momento prima, non intendeva ripetere l'esperienza con un innocente stavolta!
    C'era poi un fattore del tutto pratico e poco nobile nella preoccupazione della Rosa: se il figlio del governatore di Urmàn veniva sgozzato sul suo carro ed i due committenti di Westeros sparivano dalla scena, tutta Volantis si sarebbe sollevata a cercarli e condurli alla giustizia!
    "Potrebbe invece risultare dannosa se l'esercito del padre del nostro accompagnatore si mettesse sulle tracce nostre o vostre per avere la sua vendetta..."-si tirò su appoggiandosi al braccio del marito con la mano su cui ancora era avvolto il piccolo mostro invece di accettare subito quella di colui che veniva chiamato Oracolo.
    "E' la mia punizione per aver versato sangue al tuo posto. Eccoci...draghi e valyriani ci separano ancora una volta."


    CITAZIONE
    Vorrei dirti quante parole sono ma se apro un'altra scheda con il contaparole questa muore e cancella tutto.
    Quindi andiamo così.

    EDIT (di Marco, aggiungo il numero di parole)
    550 parole


    Edited by Robb_Stark - 26/3/2024, 21:53
     
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    Caleb avrebbe fissato in silenzio Hranzo e quello che era stato chiamato oracolo. Comprendeva ben poco di quello che stava succedendo, ignorava buona parte dei ragionamenti della controparte, né ne conosceva la cultura o le origini.
    I capicaccia, per quanto cordiali, meritavano il tipo di rispetto destinato alle belve feroci, comprese lo Stark. Non sapendo da dove originassero le loro opinioni, né il loro codice etico, quanto poteva fidarsi di loro?

    Prima che procediamo di anche un solo passo. Intervenne Caleb con voce ferma. Intendo sapere dove intendete condurre mia moglie. Non accetterò nessuna opzione che non garantisca la sua incolumità.
    Dieci, cento o mille capicaccia non sarebbero stati abbastanza per arginare la sua ira se la vita di Aconé fosse stata in pericolo. Già una volta, sperando di proteggerla dai pericoli, aveva deciso di proseguire da solo... Ed ecco il risultato.
    Non si sarebbe mosso senza delle garanzie della sua incolumità.

    Avrebbe mosso una mano verso la creatura neonata, cercando di accarezzarla con il palmo ruvido. Quell'essere, in un modo o nell'altro, era nato grazie a sua moglie. In qualche modo, quel drago avrebbe avuto un ruolo chiave nella salvezza dei Sette Regni... E lui lo avrebbe dovuto proteggere fino a quel momento.
    Non poteva essere altrimenti.

    Mentre uomini e oracoli parlavano in lingue sconosciute allo Stark, questi teneva lo sguardo fisso su Aconé, tentando di valutare le condizioni in cui si trovava. Sembrava che sarebbe servito un miracolo a rimetterla in sesto..

    Improvvisamente, la conversazione virò sul destino del resto della carovana. Tolti Thraur e Jolland, Caleb avrebbe anche potuto accettare la decisione di Hranzo: uccidere qualunque possibile testimone sarebbe stata la scelta migliore, magari nascondendone i corpi e bruciandoli per nascondere le tracce del misfatto. Era un'idea che lo Stark trovava detestabile, ma sapeva anche di potersi fidare solo marginalmente dei Volantiani...
    Al contempo, era evidente che Aconé non avrebbe tollerato altre morti: sembrava completamente scioccata dallo scontro appena avvenuto, scontro di cui Caleb ignorava i dettagli, e non voleva saperne di lasciar morire il resto della comitiva. D'altronde, le parole che la donna aveva proferito poco prima erano chiare: era stata costretta a uccidere un uomo, aveva preso una vita per la prima volta.. E ora i draghi erano tornati a invischiarsi nelle loro vite.

    E io che speravo di prendere una casa vacanze qui ad Essos... Lontani da guerre, draghi e Valyriani... Avrebbe sussurrato Caleb in risposta, sperando di strapparle un sorriso persino in quella situazione drammatica.

    I nostri compagni sono uomini fedeli, pronti a dare la vita per me e la mia regina. Quale che sia il destino degli altri, loro due vivranno e rimarranno al nostro fianco. Avrebbe decretato, fissando Hranzo negli occhi. Entrambi gli uomini sono avvezzi ai misteri di questo mondo, entrambi hanno giurato di seguirci fino alla fine dei nostri cammini. Tali giuramenti non andranno in fumo.

    Trasse un respiro profondo. Per quanto riguarda gli altri... Parliamo di un carovaniere che pensa solo al denaro, un ragazzo inesperto e quattro soldati... O ciò che ne è rimasto. Borbottò. Se non hanno visto il drago né l'uovo, non c'è motivo di pensare che siano una minaccia. Il ragazzo, per contro, è l'ultimo figlio del governatore di Urman: se decidessimo di ucciderlo, è probabile che le conseguenze ci perseguiterebbero negli anni a venire, portando danni ben più grandi lungo la via.
    Aveva già una battaglia da combattere: non poteva affrontare anche le ire di Urman e, potenzialmente, di tutta Volantis.

    Avrebbe messo una mano su quella di sua moglie e l'altra a contatto con la lucertola che, in un modo o nell'altro, sembrava intenzionata a diventare parte della loro famiglia.
    Se non hanno visto nulla, possiamo congedarli con una scusa senza che questi finiscano per perseguitarci nei tempi a venire. Propose. Non sapendo le vostre identità, possiamo convincerli che siano stati attaccati da dei briganti e che, per tutelare le loro vite, abbiamo deciso di proseguire il nostro viaggio da soli.

    Inclinò il capo da un lato, in attesa di una risposta. Me ne occuperò personalmente, una volta chiarito il resto del piano. Avrebbe ribadito. Certo era che non avrebbe lasciato sola sua moglie prima di aver trovato un terreno comune con Oracolo e Capicaccia.

    688 parole

    Tratto, provo a fare amicizia con la lucertola, provo a salvare vite.
    Salviamo gente?
     
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    [(3+4+4)+ (121 + 133)/4] - [(5+5) + 38/2 + liv 2*5]= 75 – 39= 36 Seduzione riuscita



    L’Oracolo girò il suo volto mascherato d’argento verso Hranzo, permettendo ad Aconé di intravederne il collo. Pelle bronzea ed una giugulare talmente ingrossata da sembrare un rampicante bluastro avvolto ad un raggrinzito tronco.
    Se il figlio del governatore muore assieme a tutta la sua scorta in queste terre sarà il popolo pagano a pagarne il prezzo. Se invece racconta quello che ha visto qualcuno potrebbe riuscire a mettere assieme i pezzi…ma se il Re dell’Ovest crede di poterli persuadere a interpretare le vicende di oggi diversamente ci fideremo di lui. - dichiarò il Capocaccia, inghiottendo l’istinto omicida che avrebbe senz’altro condannato Adharos e Bohras altrimenti.
    Ma questa fiducia dev’essere ricambiata- puntualizzò folgorando con lo sguardo l’esile draghetto avvinghiato attorno al braccio della Tyrell. La creatura si fidò del tocco di Caleb, spingendo la testolina contro la mano di questo e fissandolo con i suoi lucenti occhi azzurri.
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    Indugiando nell’osservarne gli occhi, lo Stark avrebbe avuto come l’impressione di veder mille colori danzare ai bordi delle sottili pupille. Colori brillare prima di un pigmento, poi di un altro, mutevoli e mai fermi. Come in Aconé, anche in Caleb lo sguardo sostenuto gli avrebbe suscitato una decisa reazione corporale, come un dolore allo stomaco, una nausea e nervosismo. Ma il drago, per contro, sembrava fidarsi di lui, seguendolo con lo sguardo pur rimanendo attanagliato ad Aconé.
    Tolos -rispose dunque l’Oracolo - Perlomeno per riprendere fiato. E’ quasi un mese di viaggio lungo la Strada del Demone, ma è l’unico luogo dove poter prendersi cura del drago finché non sapremo di più sulla sua nascita.
    Un uovo schiuso senza nessuno dell’Sangue di Valyria per domarlo. Finché sarà selvaggio sarà nostro compito proteggerlo: portarlo a Valyria rimarrà la destinazione finale per esso. -persino quei guerrieri cresciuti ed imbevuti di mitologia Valyriana si trovavano a disagio di fronte all’esule lucertola.
    Caleb non era un Targaryen e Aconé lo era stata solo per la legge, ma non certo per nascita, eppure entrambi sentivano un legame con la creatura. Non era piacevole, non era come quello che Caleb aveva con Zephyrus…era forse quello che Rhaegar aveva con Ikarus? O meglio, aveva avuto.

    Accettano che Caleb tenti di persuadere Adharos&Co della versione dei fatti relativa proposta, ma questo per loro dovrebbe servire affinché voi vi fidiate di più rispetto al dafarsi per il drago.
    Le opzioni sono innumerevoli, ma innanzitutto dovete decidere se separarvi o rimanere uniti consapevoli che è possibile che se doveste separarvi sarebbe probabilmente per un bel po'. La seconda cosa da tenere a mente nella vostra scelta è quanto intendete legarvi ai Capicaccia ora che avete sperimentato brevemente il tipo di sacrifici che potrebbero richiedervi.
    Scadenza: 9/04
     
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    Prezzi da pagare, fiducia da ricambiare... da quando avevano messo piede in quel dannato continente non c'era stata una sola occasione in cui la loro vita ed il futuro del mondo intero non era stato messo sulla bilancia. In fondo era stata avvertita dal cugino: Essos era terra di accordi e di scambi commerciali, solo che non aveva intuito fino a che punto potessero spingersi in tal senso.
    Davvero stavano chiedendo di scambiare la vita di Jolland, Thraur e degli altri con il controllo del Drago? Non era un prezzo che il mondo poteva permettersi di pagare, ma l'alternativa non le piaceva affatto.
    Tolos...un mese di viaggio.
    Poi Valyria?
    "Non è possibile."
    La risposta fu immediata e poco ragionata, dettata dallo stato d'animo della Tyrell. La soluzione che le stavano prospettando avrebbe aggiunto MESI al loro viaggio ad Essos; forse il Serpente di Mare in passato si era permesso un viaggio della durata di anni, ma non poteva essere richiesto qualcosa di simile a lei e a suo marito! Quei poveretti accecati dalle magie e dal passato nemmeno avrebbero potuto comprendere le motivazioni della Rosa.
    C'erano i suoi figli, per cominciare.
    C'era il fatto che erano Signori di uno dei Sette Regni, per continuare. Se si fossero assentati troppo a lungo chissà che accidenti sarebbe potuto accadere in patria. Tosco avrebbe stretto le sue luride mani su Alto Giardino per cominciare. Non c'era nessuno a difendere l'eredità di Galuadh e men che meno quella di Torrhen. E le ambizioni del Nord che l'avevano dichiarata Regina? Chi restava a calmare gli animi e a cercare una via più diplomatica?
    No, per il mondo occidentale erano in viaggio di nozze; se il loro ritorno fosse ritardato troppo li avrebbero dati per dispersi o morti. Sarebbe stata la fine.
    Non era possibile, per l'appunto.
    "Non possiamo abbandonare il nostro regno così a lungo o non avremo nulla a cui tornare." -ribadì cercando la complicità dello Stark in quanto stava per proporre. C'era un prezzo da pagare e di certo quella gente non avrebbe permesso loro di tornarsene a casa con il cucciolo di Drago come se nulla fosse accaduto.
    "Troviamo un accordo." -si fece forza appoggiandosi al marito; in condizioni normali i suoi pensieri sarebbero stati veloci e fluidi, ma con le ferite e lo shock che aveva riportato era già tanto se riusciva a sostenere quella conversazione!
    "Tornate con me a Westeros." -forse quel tizio strano che si faceva chiamare l'Oracolo l'avrebbe anche seguita, ma dubitava che i Capicaccia d'Ebano avrebbero abbandonato la loro secolare missione per attraversare il Mare Stretto, ma un tentativo andava fatto.
    "Anche nel nostro Regno esistono luoghi sicuri dove la magia regna ancora incontrastata." -parlava direttamente all'Oracolo adesso. I territori dei Reed e la loro misteriosa Fortezza delle Acque grigie ad esempio, un territorio paludoso praticamente disabitato ed intriso della magia degli Antichi poteva essere il luogo ideale dove crescere un Drago?
    "E mio figlio è sangue di Valyria: crescerà insieme a lui così come Rhaegar ha fatto con Ikarus." -esisteva un esempio di un Drago nato e cresciuto in territorio valyriano. Il Targaryen era un infante quando l'uovo di Ikarus si era schiuso, se era riuscito in qualche modo a domare la bestia infernale che ora cavalcava forse anche Galuadh avrebbe avuto qualche speranza!
    C'era un'ultima frase che Aconé aveva da portare a quella tavola. Qualcosa che davvero pensava fosse abbastanza convincente per quegli strani tizi, qualcosa che al contempo le faceva ribollire le viscere di disgusto. Eccolo il famigerato prezzo da pagare. Se non li avesse dissuasi dall'idea di tornare a Valyria, avrebbero fatto di tutto per sottrarle il Drago e questo non era qualcosa che potevano permettersi. Se fosse stata più forte...più brava...se avesse avuto una scorta...avrebbero potuto combattere forse in qualche modo; Aconé non aveva nulla di tutto questo però per forzare la mano degli sconosciuti. Aveva la sua lingua e quella avrebbe dovuto usare per strappare un sì.
    Pagando il prezzo, per l'appunto.
    "Ne sarete la guida." -stava davvero trascinando l'Oracolo nel suo castello? Stava davvero affiancando al suo primogenito quella figura inquietante per gli anni a venire? Aveva fatto di tutto per allontanare l'ombra Targaryen dal futuro di Galuadh per renderlo il governante perfetto per l'Altopiano ed ora lo sottoponeva a quei folli...che ne sarebbe stato di un bambino che aveva come padrino Lord Hightower protettore del Tempio Stellato, come guida un visionario valyriano e come padre adottivo il prescelto degli Antichi? Follia...ecco cosa attendeva Orwen Targaryen: la pazzia. Questo era il prezzo per la salvezza del mondo.
    "Affinché nonostante la morte del padre non dimentichi le sue origini valyriane." -si rivolse stavolta a quello che veniva chiamato Hranzo andando a solleticarne l'orgoglio. Guidare, indirizzare il secondo cavaliere di Drago esistente al mondo (anch'esso in territorio occidentale) doveva pur valere qualcosa!

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    Qualunque cosa fosse successa, Caleb sembrava condividere uno strano legame con il drago. Qualcosa in quella creatura dagli occhi policromi lo turbava nel profondo, come se le sue interiora fossero vittime di una feroce morsa.
    Qualcosa in quella creatura andava ben al di là della sua capacità di comprensione...

    Lo Stark aveva già sperimentato legami con altre creatura viventi: corvi, gatti, lupi, insetti e persino altri umani! Ma nessuno di quegli scenari ricordava neppure lontanamente ciò che Caleb stava vivendo in quel momento.

    "Non possiamo abbandonare il nostro regno così a lungo o non avremo nulla a cui tornare."

    Sarebbero state quelle parole a riscuotere Caleb dal profondo turbamento che stava provando.
    Aconé aveva ragione: Tolos e Valyria erano mete esageratamente lontane. Altri mesi di viaggioli avrebbero costretti a rimanere esageratamente lontani dalle loro terre e dai loro figli... E quello che Caleb aveva intravisto dei Sette Regni lasciava sospettare che non potessero permettersi il lusso di aspettare ancora a lungo.

    "Tornate con me a Westeros. Anche nel nostro Regno esistono luoghi sicuri dove la magia regna ancora incontrastata."
    Comprendendo dove la Tyrell stesse andando a parlare, Caleb annuì solenne. Le terre dei Reed rispondevano perfettamente alla descrizione della Tyrell.
    Se è il sangue Valyriano che serve, lì ne troverete. Avrebbe confermato Caleb non appena la Tyrell ebbe nominato Galuadh. Un drago senza un cavaliere ha meno possibilità di sopravvivere di un drago cresciuto con le massime cure. Portarlo a Valyria e attendere che il futuro lo raggiunga è una scelta più rischiosa di marciare in testa al futuro.

    Avrebbe fissato l'oracolo negli occhi. Voi, Oracolo, sapete quello che accadrà. Voi, come me, sapete qual è il rischio che tutti corrono. Questo è il momento di compiere scelte folli e inaspettate, perché difendere quello che abbiamo non è una strategia che durerà in eterno.
    Questo è il momento di osare, come abbiamo fatto noi nel venire fin qui per incontrarvi, perché l'inerzia è troppo poco per sopravvivere.


    Si riferiva alla visione che gli Antichi gli avevano mostrato, quella in cui la Morte avrebbe invaso l'intero mondo conosciuto. Quella in cui, non agendo come un fronte unito, tutti coloro che Caleb conosceva erano stati spazzati via.

    Perché i draghi possano tornare a solcare i cieli... E' necessario respingere il più grande nemico di tutti. Dividerci non è la scelta più saggia, voi lo sapete. Per il bene di tutti... Incluso il nuovo arrivato, dobbiamo unire le nostre forze.

    Rhaegar non c'era più. Ikarus non c'era più. Ora più che mai era necessario non lasciare i Sette Regni sguarniti... E far andare Aconé a Valyria insieme al drago - che era la loro miglior opportunità di respingere gli Estranei - sembrava il piano perfetto per la rovina.
    Non poteva permettere che ciò accadesse.

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    La maschera fissò prima Aconé e poi Caleb per lunghi istanti ascoltando le loro proposte.
    Hranzo non pareva aver bisogno di riflettere: Il drago è nato ad Essos, dove deve stare. Il primo drago nato in suolo Valyriano da innumerevoli secoli! E’ fuori discussione che se ne appropri l’occidente. Avete un ruolo da giocare, ma questo ruolo E’ legato alla nostra missione a Sar Mell, non al drago!- insisteva il Capocaccia - Perché nascere qua oggi se non per essere consegnato al nostro ordine?
    Le profezie sono finite Hranzo, nemmeno Menophilos aveva previsto di morire. - commentò l’Oracolo, evidentemente più sensibile alle richieste della coppia
    Era pur sempre seguace di un falso dio - rispose con un grugnito il guerriero
    Tutti gli Dei diventano bugiardi di fronte alla Fine. Voi immaginate terre per crescere il drago, noi ne pensiamo altre. Finché il drago si avvolgerà alle vostre carni e non alle nostre sarà vostro il fardello di discernere le migliori alternative di ogni scelta. Io vi accompagnerò ma confesso che il mio personale scopo sarà far vedere a voi la luce della mia ragione.
    Hranzo non prese bene la proposta dell’Oracolo, sfoderando un’ampia daga e poggiandola alla nuca di questi.
    L’ordine dipende dalla tua guida, ma tu appartieni all’ordine. - ringhiò suggerendo un ulteriore complessità nel rapporto tra l’Oracolo e gli altri Capicaccia.
    Mi fraintendi Hranzo: accompagnerò il drago fino alle sponde di questo continente per convincere la Regina d’Occidente a volgere il suo sguardo ad oriente…se dovessi fallire non attraverserei il Mare, ma tornerei da te per prendere responsabilità del mio fallimento.
    La spiegazione dell’Oracolo uscì chiara e inespressiva da dietro la protezione della maschera, mettendosi in gioco per evitare che tra Aconé e Caleb ed i Capicaccia ci fosse uno strappo netto, ma mise alla luce un altro problema:
    E fin dove l’accompagneresti? Volantis? Dove il drago sarebbe senz’altro preso ed utilizzato come araldo per una qualche guerra tra le figlie di Valyria? Ad Urmàn, dove stiamo già permettendo che superstiti possano tornare a rivelare la nostra presenza? O forse s’intende nuotare con il drago sulla testa? Inutile che tu difenda la loro ragione. Se ritengono che loro figlio possa essere degno di domare il drago dovranno portarlo a Valyria così che possa crescere tra i palazzi dei suoi avi.- sbottò Hranzo non convinto, abbassando la daga. Con le storie che giravano a Westeros riguardo all’antica valyria non sembrava il migliore dei posti dove far crescere un infante.
    Potremo portare il drago e la donna con noi a Sar Mell se questo tranquillizzerà il Re dell’Ovest, ma il drago rimarrà ad Essos. E’ da Oriente che sorgerà la Notte, ed è sulle fondamenta di una nuova Valyria che si alzerà la nuova alba!- propose quindi, tradendo forse la sua reale percezione di Aconé come strumento o accessorio rispetto alla missione.
    La reputazione di fanatici intrattabili non era totalmente campata per aria e, per quanto molto predisposti al parlare di profezie e Notti eterne, sembravano non concordare con le informazioni rivelate a Caleb. E se anche il consiglio ricevuto a Pentos fosse stato errato? Magari era la nascita del Drago il loro vero obbiettivo, forse a Sar Mell non c’era altro. Cos’altro poteva esserci dopotutto?
    La creatura emise un nuovo stridio e sembrò come illuminarsi per un momento: le scaglie si stavano opacizzando lentamente, finalmente facendo venir meno quell’inquietante trasparenza che lo faceva assomigliare ad un verme. Ora guardava Caleb fisso tenendo la boccuccia aperta e gli occhi strabuzzati, come se si stesse aspettando qualcosa da lui.
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    Qualcosa nel suo sguardo disturbava ed offendeva, come se di quelle difficoltà che la sua nascita aveva comportato, se ne stesse ridendo. Osservava Caleb con familiarità ed ignorava Aconé pur usandone il braccio a mo' di ramoscello. Litigavano per il possesso ed il destino di quell'essere, ma quello che l'Oracolo forse aveva intuito era che dal canto suo, il drago sembrava aver già scelto.
    L'Oracolo ci starebbe pure, ma dovete fare di meglio per convincere i Capicaccia che non vogliono perdere in un colpo solo Drago e Oracolo. Inoltre c'è il problema del come tornare a Westeros data la vostra attuale posizione. Hranzo preferirebbe addirittura rischiare di portare anche Aconé e il mostro a Sar Mell, ma non fa mistero di quello che preferirebbe fare dopo...Potete provare a fare una migliore proposta, accettare provvisoriamente di proseguire tutti quanti verso le rovine maledette, oppure far saltare il tavolo.
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    "Non ce la faccio più..."
    Era esausta.
    Aveva viaggiato, era stata aggredita, aveva ucciso e infine aveva fatto nascere un cucciolo di Drago. La Tyrell non era in grado attualmente di valutare le sue condizioni e l'entità dei danni che aveva riportato dai due incidenti che l'avevano colpita nel giro di pochi minuti, ma si sentiva spossata e assolutamente troppo stanca per continuare a discutere con quegli sconosciuti.
    Quello che chiamavano Oracolo sembrava anche felice di seguirli oltre il Mare Stretto, ma gli altri non apparivano della stessa opinione. Poi per quanto riguardava il viaggio di ritorno, ammetteva anche a sé che non aveva la minima idea di come si sarebbero comportati. Aveva cercato un passaggio sicuro e anonimo ed ora tutti sapevano che si trovavano lì e per peggiorare le cose ora dovevano trasportare quella bestiola che tendeva a non passare facilmente inosservata. E se già la prospettiva di riuscire a lasciare in fretta quel continente sembrava sfumare secondo dopo secondo, quando venne palesata l'idea di condurre suo figlio a Valyria, la povera Rosa ebbe quasi un mancamento.
    "Aspettiamo, prima di decidere." -si sfiancò nuovamente a terra posando le ginocchia sul terreno, il braccio su cui era avvinghiata la creaturina ancora stretto al fianco del marito. Non conosceva altri modi per convincerli al momento e qualsiasi tentativo di fuga in quel frangente sarebbe finito prima ancora di cominciare. Tutto ciò che la ferita Aconé poteva ancora riuscire a fare era prendere tempo; tempo che sarebbe stato utile per valutare un'altra strategia, per convincere quei testoni, per provare a fuggire, o per decidere infine di ammazzare il risultato di quella lunghissima covata.
    "Non posso combattere ora...scusami" -sbiascicò lentamente allo Stark mentre le forze le venivano meno e cadeva come corpo Eldridge cade si accasciava su quel terreno che suo malgrado aveva imparato a conoscere.

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