Wyaria Manderly - Corsa nella neve

Resistenza 1 - Corsa nella neve

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    Wyaria Manderly non veniva lasciata fare molti esercizi che agli altri bambini del castello venivano permessi liberamente. Solo perché Wyri era una femmina non veniva lasciata divertirsi e sbattere le asce di legno contro quelle del suo gemello Edryck e gli altri ragazzini che venivano allenati dal maestro d’armi William nel cortile del palazzo. La fanciulla era sempre un po’ gelosa quando vedeva loro radunarsi nel cortile e mettersi a seguire gli ordini del cavaliere. Invece lei era costretta a osservarli solo dalla finestra alta sulle mura mentre poteva solo imparare come comportarsi correttamente al tavolo o quando ci si presentava agli ospiti. Wyri sognava di poter sudare e imparare al pari del fratello, ma i tempi in cui le veniva permesso di comportarsi come un maschiaccio erano finiti a Nuovo Castello.
    Uno dei tanti esercizi che Wyaria vide i ragazzi in corso per diventare scudieri fare fu una corsa costante ogni inizio di riscaldamento. La ragazza non sapeva di certo perché ma le urla di Ser William erano tanto forti da raggiungere le mura in cima al palazzo.
    Se avete fiato per chiacchierare avete fiato ancora per correre! Non voglio vedervi con la bocca aperta se non per affannare! Un cavaliere si mantiene silenzioso per essere pronto a ricevere gli ordini quando va sul campo di battaglia! Continuate a fare giri di campo fino a quando vi darò un altro ordine!
    La corsa era un esercizio per costruire il rispetto e la resistenza dei nuovi soldati. Non tutti quelli nel cortile sarebbero potuti diventarlo, qualcuno sarebbe stato costretto a rimanere un paggio o uno scudiero per molto più a lungo, ma in qualche modo ognuno di quei ragazzini un giorno avrebbe avuto la possibilità di guadagnare dell’onore sul campo di guerra. E invece lei Wyri era costretta a fare la bella bambolina.
    Wyaria era carica di energia da spendere in qualcosa e sapeva di essere più forte di molti di quelli altri bambini. Ma non poteva andare a sfidarli perché se lo faceva quando le guardie potevano vederla sarebbero andate a riferirlo alla Lady Madre e Wyri sarebbe stata alla fine fermata prima di poter mettere le mani addosso agli altri bambini, ricevendo invece solo punizioni.
    Una sera fu troppo quel trattamento ineguale che riceveva. Fuori dal castello faceva freddo e le nuvole coprivano la luna, ma per Wyri quello era meglio perché avrebbe significato meno popolani in giro a passeggiare. Con una mantellina scura e dei pantaloni che finivano dentro gli stivali Wyaria scivolò fuori dalle mura. I pesi ad anelli che aveva forgiato legati dentro le sue maniche, dando alla sua corsa un vero sforzo.
    Non era la migliore stagione che Wyaria aveva potuto scegliere per decidere di disobbidire e stare fuori dal caldo di palazzo. La neve fresca era caduta dal mattino al pomeriggio e le strade erano le uniche parti pulite. Ma sulle strade giravano le guardie che controllavano il rispetto del coprifuoco per i bambini e i carri lasciavano letame al loro passaggio. La fanciulla non sapeva se era peggio venire riconosciuta e catturata oppure portarsi la puzza addosso. Entrambi i problemi erano presenti solo se passando per le vie dei carri. Tagliando invece in mezzo ai prati Wyri si faceva strada tra la neve soffice. Era fredda e bagnata, ma un cavaliere uomo si sarebbe lamentato dell’umidità? Wyaria pensò di no e dunque decise di continuare, andando avanti tutta la notte. I percorsi che prese erano senza una vera ragione logica, i contadini il mattino successivo che li scoprirono furono molto perplessi infatti dall’apparizione di quei simboli nei loro campi. Wyri dal canto suo fece ritorno al castello prima del sorgere dell’alba, riuscendo a cambiarsi e mettersi in abiti da notte prima della sveglia dalle servitrici. Il sonno perso non fu la peggiore conseguenza, perché tutto quel correre e sudare nel clima freddo della notte nevosa fece buscare un brutto malanno alla bambina. Ma lei ne era felice. Era come una ferita ottenuta sul campo di guerra che poteva mostrare con orgoglio.
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