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    «A volte le cose succedono.
    Succedono e basta.
    Non puoi farci niente.
    Ma è ciò che fai dopo che conta.
    Non conta ciò che succede, ma come decidi di reagire».
    - XIII libro di una raccolta perduta.


    Avrebbe dovuto darle la forza di reagire, il ricordo di quelle belle parole. Ma chi aveva scritto quelle belle parole, sapeva di che parlava?
    Leggendo quella lettera probabilmente, avrebbe capito il loro significato; avrebbe compreso come quelle parole fossero in realtà pesanti macigni sulle spalle che cercano di trascinarti giù, ti rendono impotente perché le cose accadono e non puoi far nulla.
    Se davvero in quella lettera ci fossero state brutte notizie, così come aveva annunciato il Maestro Pycelle, come avrebbe reagito?
    Si credeva forte Adhara Dayne; fino a quel momento.
    In cuor suo sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento di dimostrare chi fosse. Di non tremare stringendo in mano il pugnale che fino a pochi secondi prima era stato sollevato contro di lei. Di non mordersi più il labbro inferiore, come farebbe una qualsiasi bambina in preda a indecisione. Avrebbe anche lei affrontato l'istante in cui non ci sarebbe più stata nessuna tremarella, nessuna insicurezza.
    Ma perchè avrebbe dovuto scontrarsi con quel salto ora? Ma ancora di più, perché in quel modo?
    Si credeva sincera Adhara Dayne; fino a quel momento.
    E le veniva da piangere.
    Dopo aver sfilato la lettera dalle dita secche dell'anziano di fronte a lei e dopo aver letto quelle frasi, avrebbe voluto solo piangere.
    Invece niente.
    Nell'assoluta debolezza, conservava un briciolo di amor proprio. Non piangere lì sembrava forse l'unica sicurezza; e avrebbe giustificato quel mancato abbandono dicendo che la speranza teneva ancora le redini del suo cuore. La speranza di ritrovare il padre che a piedi, tornava verso Stelle al Tramonto ricoperto di fango.
    No. Non vi era nessuna speranza.
    E allora, cosa ti tiene dritta in piedi, Adhara Dayne? Perchè non inizi a tirar su con il naso e mostrarti debole come in realtà sei?
    Fece finta di soffermarsi su quelle parole un istante in più, come se dietro esse ci fosse un enigma da svelare; ma nulla.
    La calligrafia di sua zia era chiara e il suo messaggio fin troppo limpido. Avrebbe potuto farle una promessa.
    «Ti promettiamo di ritrovarlo»
    Avrebbero potuto rendere meno amare quelle frasi.
    «Sia io che mio marito, non temiamo il peggio»
    Avrebbero potuto darle qualche effimera illusione.
    Invece no.
    A quale parola doveva aggrapparsi per non sentirsi abbattuta?
    Fu un attimo. Pensare che di suo padre non fosse rimasto nulla, che tra le mura silenziose e nell'arancione sfocato della luce, si sentì immancabilmente sola. Era qualcosa di diverso da prima; fino ad allora aveva chiuso un occhio su quella sensazione di solitudine, anzi ci stava riuscendo riempendo le giornate di passatempi e giri tra il mercato.
    Ora invece era stata chiusa la città. Nessun mercante poteva riempirle le orecchie con il suo vociare; e se fino a pochi istanti prima le era rimasta la speranza di inviare la sua lettera, ora non vi era neanche quella. Non serbava nessuna speranza in quelle stelle.
    E se prima aveva visto la stella a sinistra brillare più della destra, ora le era rimasta solo una domanda. In realtà era la destra che aveva preso a risplendere di meno?

    ~~~
    Maestro! Quell'anello che portate, quello lì giallino, cosa significa?
    Questo, mi è stato donato per la mia conoscenza in astronomia.
    Astr...cosa vuol dire?
    Astronomia, vuol dire che ho studiato le stelle, piccola Dayne.
    Allora voi lo saprete!
    Cosa dovrei sapere?
    Il destino delle stelle.
    ~~~


    Erano passati sedici anni, eppure quei puntini continuavano a stare lì apparentemente immutati e immutabili. Ma gliel'aveva spiegato pochi anni addietro, le stelle nascono, crescono e muoiono. Se noi non ce ne rendiamo conto è solo questione di tempo, poiché per mutare hanno bisogno di un tempo troppo lungo perché possa permettere agli esseri umani di apprezzarne i cambiamenti.
    Ma lei non voleva apprezzare proprio nulla. Si era abituata a vedere quegli astri lì immobili; chi era suo padre per rovinarle quella sensazione di tranquillità? Perchè le aveva permesso di allontanarsi da casa per servire la Principessa di Dorne?
    Sapeva che era stata lei. Lei aveva accettato quel compito, ed ora non se ne ricordava neanche il motivo.

    Mia signora, nella lettere non se ne fa menzione, ma vuole per caso che avverta anche vostro zio?

    L'ammasso di pensieri nella sua testa fu interrotto dalla voce roca di Pycelle.
    Zio Arthur.
    Solo in quel momento Adhara alzò gli occhi dalla lettera, lasciando che i fili corvino le coprissero i lineamenti del viso.
    Da un lato avrebbe voluto andare dall'unico familiare vicino a lei, anche se probabilmente troppo occupato. Dall'altro sapeva che se lo avesse incontrato, sarebbe finita in lacrime e - volontariamente - avrebbe lasciato a lui tutta la faccenda.
    Ma se quello era il suo destino, lo avrebbe condotto lei.

    No. Avvertirò mio zio quando ritroverò il corpo di mio padre.
    Con o senza vita...

    Maestro Pycelle, penso abbiate letto quello che ha scritto mia zia Lady Cybill. Ho bisogno di sapere che potrò partire oggi stesso... So che questo è un momento difficile per la città, ma io devo mettermi in viaggio per tornare a casa. Mi avete aiutata già una volta, durante il banchetto nuziale e non ho più avuto modo di ringraziarvi. Quindi grazie Maestro, ma dimostratemi il vostro buon cuore, vi prego, aiutandomi una seconda volta.

    Pensava che le emozioni iniziassero a prendere il sopravvento nel momento in cui le labbra si sarebbero dischiuse; invece la voce non ebbe sussulti, nè tanto meno pause di riflessione. I suoi dubbi erano scomparsi nel momento in cui aveva deciso che sarebbe ripartita. Non le importava come, nè cosa o chi avrebbe dovuto affrontare quella sera. Avrebbe galoppato, corso, camminato o attraversato il mare per arrivare a casa sua e ritrovare suo padre. Sapeva però che di quella decisione doveva parlarne con una cara persona, un'amica che possibilmente avrebbe capito.

    Edited by Adhara• - 21/4/2017, 18:26
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    Erano tornate ad Approdo sane e salve, più salve che sane visti i corpi stremati da quel viaggio che seppur breve si era rivelato pieno di sorprese. In fondo, sarebbe stato bello festeggiare anche solo il poter essere tornate vive; sì, godersi un momento di silenzio lontano da tutto e tutti, dimenticando le giornate trascorse, dimenticando il laghetto, la locanda, le Piume Bianche e chi altri? Ah certo, il tipo pelato, nonché Varys e il suo rapporto con Lilyanne che sembrava avesse innescato qualcosa ad Approdo. Non vi era più traccia di nulla, solo in lontananza si potevano riuscire a scorgere le teste mozzate degli uomini che avevano provato a rivoltarsi contro il maestro dei sussurri, spiccare nel rosso del cielo. Un quadro sconcertante. E quel silenzio, rendeva quell’atmosfera ancora più tombale.
    Non era la prima volta, per lei, riuscire a godere di quel colore che assumeva il manto sopra quella terra; forse banalmente il crepuscolo era il momento che più la rasserenava e la attraeva a sé, e l’aspettava con gli occhi socchiusi verso il tramonto che egocentrico, faceva attendere la sua scomparsa. Il sole era così, si levava presto ma si abbassava lentamente volendo lasciare una sorta di nostalgia. E la notte accompagnava bene quel sentimento lasciato dal sole; la notte rendeva tutto nostalgico ma al tempo stesso intrigante.
    Ricordava ancora quando presa da quei momenti un po’ più profondi, si era abbandonata su di un sasso poco lontano dal Castello, lasciandosi completamente rapire dalla cornice armoniosa che le si era creata tutt’intorno, fatta di mare, terriccio umido e stelle. Era rimasta lì a fissare le onde infrangersi sulla scogliera per chissà quanto, sicuramente un lasso di tempo tale da portar suo padre alle spalle di Stelle al Tramonto per andare a controllare che fosse tutto apposto e vedendola lì quasi sonnecchiante, invece di prenderla con sé per farla rientrare, si era seduto accanto a lei.
    "Sono qui". Era quello che le diceva, anche senza dirlo.
    E quel pensiero, anche in quel momento, tornava. E tanto forte era la nostalgia che lasciava il sole, che rimanendo seduta sulla sedia del piccolo tavolo, proprio di fronte quel panorama, aveva intinto la penna nel calamaio apprestandosi a scrivere la lettera che avrebbe inviato il mattino dopo verso Stelle al Tramonto.

    Caro padre,
    come sai sono ad Approdo da parecchi mesi ormai, ma riesco a scriverti solo adesso. Non preoccuparti, non ho avuto granché da fare, probabilmente saprai che un po’ per pigrizia, un po’ perché non sapevo che scriverti, non ho mai preso in mano questa penna fin’ora. Cosa c’è oggi di diverso? Le stelle.
    Una sera mi indicasti le due stelle più a destra dell’orizzonte, dicendo che quelle due erano proprio Antares e Adhara, quelle che sono sempre state e sempre saranno le due più brillanti che si trovano nella volta celeste. Ero piccola quando me lo raccontasti e assai credulona, quindi iniziai a pensare che quei due punti luminosi fossero come nostri protettori, ma poi crescendo lasciai stare quei pensieri come la piccola storiella che in realtà è. Questa sera però, ti volevo avvisare che quella più a sinistra delle due mi sembra più luminosa… mi sentivo quasi in dovere di fartelo sapere!
    Tranquillo padre, non sono né impazzita né tantomeno cambiata, sto solo imparando a stare più attenta a ciò che mi circonda.
    Non vedo l'ora di riabbracciarti.
    Ti voglio bene, Tua Adhara.


    Ripiegò la lettera su di sè, lasciandola sul tavolo così da ricordarsi di inviarla il giorno dopo con l'ausilio di chi l'avrebbe potuta accompagnare verso la volariera contenente il corvo per Dorne.
    Tra quelle righe vi era una piccola bugia, minuscola: era cambiata. Non il suo carattere, quello rimaneva lì rendendola caparbia e sicura nelle scelte fatte e da fare, ma il suo atteggiamento stava mutando. Era sempre più convita fosse inutile continuare a credere nelle persone, o quantomeno, era arrivato il momento di iniziare a contare maggiormente su se stessa. Era per questo motivo che aveva fatto modificare il bracciale al vecchio orefice e per questo stesso motivo, sempre sul medesimo tavolo aveva poggiato le due boccette di veleno di vipera e del sonaglio del serpente, rifersando rispettivamente il primo nell'occhio sinistro della serpe e il secondo in quello destro, riattaccando le due pietre che ne bloccavano la fuoriuscita del fluido.
    Si sentiva più sicura adesso? No. Portare al polso due veleni le metteva un po' di soggezione; ma al tempo stesso quella specie di scossa di adrenalina.
    E avrebbe avvelenato o tanto meno ipnotizzato qualcuno dentro e fuori quelle mura? Non era la domanda giusta, eppure la divertiva pensare che prima o poi, anche lei avrebbe allungato un biscotto ripieno di veleno verso chi l'avrebbe meritato. Alla fine, anche se si trattava di veleni, si poteva credere di possedere un'etica per farne il giusto uso. Anche solo il fatto che il loro costo era fin troppo alto per potersi permettere di usarli a sproposito.
    Sistemata ogni cosa al suo posto, lasciando il tavolo sgombro da boccette e quant'altro, si apprestava a cambiarsi per decidersi di distendersi, ma non ebbe tempo di slacciarsi il vestito, quando sentì bussare alla porta in modo delicato e lento.

    Lady Dayne, sono il Maestro Pycelle.

    Non si aspettava certo quella visita e fece passare pochi secondi prima di aprire la porta, rivelando dietro essa la figura gobba del vecchio. Ricordava quando proprio lui le diede la crema che potè usare per alleviare i suoi pruriti durante il matrimonio avvenuto mesi prima. Adesso invece, avrebbe potuto fare a meno di chiedere aiuto, anzi possibilmente sarebbe stata capace di interpretare a suo modo le reazioni del corpo, gli eritemi, le bolle, i mal di testa. Certo, non si credeva così capace da poter dire di eguagliare la conoscenza di un maestro. Non ora. Forse mai?

    Maestro Pycelle, entri pure. A cosa devo la vostra visita?
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    Buongiorno a tutti!
    Credo sia già un buon inizio augurare una bella giornata, ma non penso sia sufficiente, e quindi...che dire, non mi presento in un forum da una vita, ma dovendo farlo, vi parlerò un po' di moi ~
    Sono una 22enne in cerca di avventura [?], e per questo sono approdata qui! Mi mancava soprattutto partecipare ad un gdr ben strutturato - come si presenta questo - e quindi la curiosità e la voglia di tornare a scrivere hanno preso il sopravvento alla pigrizia, ed eccomi qui, in tutto il mio splend- ehm no.
    Parlando dei miei hobbies e passioni, inizio dalle serie tv, che ultimamente ho preso ad amare, obv Got, The Walking Dead, The big bang theory, Breaking bad, 2 Broke girl, New girl, Gotham, Doctor Who, Orange is the new black, Misfits, Skins, Vikings...!
    Posso dire che mi piace anche leggere, soprattutto classici, thriller e fantasy, ma certe volte mi lascio sopraffare dalla pigrizia, e infatti colgo l'occasione per dirvi che faccio parte di quella percentuale della popolazione che non ha ancora letto la saga, e me ne pento. Don't judge me ;_; Posso dirvi però che ho intenzione di rimediare all'errore.
    Per quanto riguarda la musica, vario anche qui tantissimo, non chiudo le porte a davvero nessun tipo di musica, e dipendo molto dal momento! Sono una tra quelli che mette la riproduzione casuale su YouTube XD

    Passando a quello che concerne il gdr, sono un'amica di Sir Andel, e avevamo intenzione di fare due pg imparentati! Ho letto nella sua presentazione che i Martell sono occupati, quindi aggiorno le nostre idee, dicendo che vorremmo fare la casata minore di Dayne, sperando sia fattibile [quegli occhi viola sono la figaggine XD ]. Vorremmo fare padre e figlia, ma dovremmo ancora informarci sull'età di Lord Dayne, così da scrivere una storia cronologicamente giusta. Ma faremo le apposite domande nei giusti topic :)

    E qui passo e chiudo ~
3 replies since 16/4/2012
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