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  1. .
    Corinna guardò la ragazza cascare in acqua, incredula forse della situazione paradossale in cui era capitata... un doppio salvataggio, dall'affogaggio e dal suo rapitore. Grandioso.

    Guardò le acque tumultuose, incerta sul da farsi.
    Non sapeva se avrebbe retto al turbinio dell'acqua...

    Estrasse l'arco e incoccò una freccia.
    "Fai un passo falso e sono disposta a portare due cadaveri a casa. Uno di una povera vittima affogata dal suo rapitore, e il suo rapitore. Non mettere in discussione la mia abilità d'arciere."

    devo davvero dire che passerò poi a infiorettare la scena? O è ormai scontata?
  2. .
    Corinna non staccò gli occhi da Vendetta nemmeno da un secondo.
    Dafyn parlava, parlava, parlava...
    Per gli Antichi Dei, non sembrava essere in grado di tacere nemmeno per un secondo.
    E la vedeva, quella povera pantera, affannarsi disperata per soddisfare le richieste della compagna umana ma in quella situazione era terribile poter lavorare...
    Corinna strinse i pugni, e inevitabilmente Bucefalo percepì la rabbia della padrona dalla tensione delle redini. Corinna attorcigliò le redini intorno al pugno e questo le accorciò inevitabilmente, portando il morso del cavallo a ledere sugli angoli della bocca. Nitrì, parecchio infastidito, scuotendo la testa e sbavando.
    Corinna era troppo in tensione per accorgersi che l'animale non stesse bene, era lei in primis ad essere nervosa.
    Tutto quel latrare dei cani, i cavalli, Dafyn...
    Era impossibile lavorare così.
    Avrebbe voluto entrare nella mente di Vendetta, ma troppi testimoni erano presenti e il rischio era troppo grosso.
    "Dafyn..."
    ringhiò la rossa.
    "O taci o la prossima vittima di oggi sarai tu."
    Lo fulminò con una occhiataccia, mostrando come tutto quello le stesse dando parecchio fastidio. Incredibile come, forse a forza di stare con quel gatto cresciuto troppo, anche le espressioni di fastidio e di rabbia stessero sempre più diventando...ferali.
    "Non riesco a tollerare le tue parole da agnello senza neanche un bicchiere di vino. Vai ad ammorbare qualcun altro con i tuoi dubbi sul mio conto, ora ho da lavorare."
    Spronò Bucefalo per farsi più avanti, chiedendo a Vendetta di seguirla.
    Se fossero riusciti a distaccarsi almeno un minimo dal marasma delle persone che li seguivano, avrebbe richiesto nuovamente a Vendetta di fiutare l'aria per almeno tracce di sangue o cavallo...
    "Lo so amica mia che ti sto chiedendo la luna... ma non lo farei davvero se non fosse necessario."
    Il legame che le legava era così forte che sembrava oltrepassare le barriere linguistiche a tal punto che la pantera annuì.
    Bastava una minima traccia di sangue o di zoccoli di cavallo... alla fine se l'aveva uccisa avrà avuto gli abiti impregnati di sangue? o almeno l'odore di esso...
    Bastava un nulla, bastava poco per dare speranza a quelle ricerche disperate.

    "Questa ci tornerà utile..."
    Horb ispezionò la cassa personalmente, attento a toccare gli oggetti il meno possibile.
    Prese personalmente la fialetta e la mise in borsa. Richiuse la cassa con grande attenzione e si rivolse agli altri uomini con lui.
    "Questa va direttamente al castello. Ci sono abiti, e robaglia varia... dubito che siano del porcaro, ma vale la pena vedere se li riconosce e se possiamo far risalire a chi ha fatto questo pettine e a chi l'ha venduto."
    Quella boccetta era troppo strana... se la sarebbe tenuta con sè, per evitare che andasse perduta o ancora peggio, rotta nel trasporto. Sarebbe sicuramente interessato a Corinna...

    460 parole


    Edited by Cioffa - 6/4/2024, 11:37
  3. .
    Corinna sbuffò.
    "Chiunque abbia un cavallo e nessuna paura della fretta addosso, mi segua nella foresta. Gli altri sono incaricati di trovare il guardiaporci e interrogarlo, oltre che indagare su questo posto da capo a piedi..."
    Dare ragione al Vance era come bere un bicchierino di veleno.
    Amaro, di pessimo gusto, ma necessario per non morire per il morso del serpente...
    Salì in groppa al cavallo nero, e con sé prese solo Vendetta.
    "Horb, Mogge e Kaffer, siete voi ora i responsabili di questo posto... badate bene a questi..."
    Vendetta guardò l'amica bipede e, nessuno sa con esattezza come, sembrò quasi capirla al volo. Annusò la coda di Bucefalo e poi si mise ad annusare per terra, palesemente in cerca di qualcosa.
    Se c'erano stati dei cavalli lì, lei avrebbe avuto il fiuto per sentirla.
    Se la pantera avesse scovato una pista, Corinna si sarebbe lanciata al galoppo dietro di lei, senza esitare nemmeno un attimo. Stava a Dafyn vedere se fidarsi o no di quell'improbabile duo...

    Dall'altra parte, Horb aveva già le mani nei capelli.
    "Hey Horb... come lo troviamo un ago in un pagliaio?" chiese Mogge, palesemente confuso sia su cosa stavano cercando sia sul come.
    "Con una calamita idiota... ora controlliamo in giro se ci sono tracce della ragazza o di chiunque le abbia fatto quello...E PER L'AMOR DEI SETTE, SIGNORI, NON TOCCATE NULLA, E SE PROPRIO DOVETE TOCCARLO FATE IL PIU' PIANO POSSIBILE!" Si premurò di istruire quella banda di bifolchi prima che davvero si mettessero a cercare un ago in quel letamaio.
    Horb si concentrò sulle tracce, per capire almeno quanti cavalli erano passati da lì e quanti uomini.
    Mogge cercò dai porci, in caso fosse stato dato loro da mangiare qualcosa di strano per far sparire le tracce.
    Kaffer, amante delle donne, si premurò di controllare eventuali tracce o segni lasciati dalla ragazza.

    309 parole, poche ma è pur sempre qualcosa.
    Poi correggo con il codicillo del post tutto carino, ora non ho tanto tempo.
    Come in ogni buon giallo, splitto il party in due gruppi, così siamo inefficienti in due. Corinna si lancia sulle tracce dei cavalli seguendo la pista olfattiva di Vendetta, i gregari analizzano la zona.
  4. .






    L
    e fu quindi affidato il gruppo di ricerca.
    Cercò in una qualche maniera di svegliarsi, ancora mezza rincoglionita per la nottataccia passata.
    Fece cenno di assenso ad Edwin. Diede l'ultimo morso al pane imburrato e senza farsi troppo pregare, si alzò dal tavolo per organizzarsi. Doveva prima avere informazioni sulla ragazza, chi l'aveva trovata, fare un sopralluogo sul luogo dell'omicidio...
    Cazzo, era come tornare a indagare sulla sparizione di Will.
    Le venne un brivido lungo la schiena, che cercò di scrollarsi via con un rapido movimento di spalle.
    Alzata dal tavolo, la seguirono a ruota i gregari, ben poco contenti di lasciare quelle deliziose salsicce brasate lì... Mogge se ne prese una e continuò la sua colazione mentre camminava con il resto del gruppo. Di quell'uomo si poteva dire tutto, tranne che non arrivasse in fondo ai suoi obiettivi.
    Presi tutti i suoi a carico, si avvicinò a Edwin.

    «Ho ritrovato mio fratello privo di memoria dall'altra parte del Nord con solo un medaglione e un lembo del suo vestito. Non ti preoccupare Ed. Sia dell'omicida sia di... »


    gli sussurrò passandogli accanto in nonchalant mentre si dirigeva verso l'esterno con il gruppo di ricerca.
    Gli battè la mano sulla schiena e come si era avvicinata, così si allontanò dal nuovo Lord per seguire i corridoi che conducevano verso l'esterno.
    Fu Dafyn questa volta ad avvicinarsi a lei.

    «Sì, Dafyn. »


    gli rispose con un sorriso.
    E per gli Antichi, il sorriso di Corinna non aveva mai nulla di positivo, ma quella volta ne aveva davvero della pazza.

    «Non vedo l'ora di scoprire cosa hai in serbo per me... amo le sorprese, soprattutto se poi posso farne anche io di ricambio. Lo sai che sono un'ottima cacciatrice? »


    Nel corridoio recuperò tutti quelli che le erano stati affidati per il gruppo di ricerca.

    «Signori... consiglio a tutti di prendervi armature e armi. Possibilmente evitate quanto più metallo potete. Stiamo andando in una foresta in cui non sappiamo se il nostro allegro assassino ha colleghi su ogni fottuto albero o se si tratta solo di un povero pazzo in solitaria. Ma ha già ucciso, non si farà scrupoli a rifarlo probabilmente.
    Meno metallo vuol dire meno rumore, potremmo addentrarci nei luoghi e indagare senza destare particolari attenzioni. Consiglio inoltre corde e archi. Non sappiamo se trovandolo tenterà la fuga o meno, ma dovremo essere preparati eventualmente per catturarlo.
    Vi attendo tra dieci minuti al luogo di ritrovamento di Leonarda. Fate velocemente.
    »


    Corinna dal canto suo andò nelle sue stanze, recuperò il necessario e si premurò che Vendetta la seguisse.
    Guardò poi il cane, che al solo vedere Corinna si era messo ad agitare la codina mozzata in festa.

    «Dai, sacco di pulci, anche tu. Magari così riuscirò a trovarti un nome decente... vediamo che sai fare. »


    Il cane non si mosse, continuando a tenere la lingua fuori dalla bocca ed ansimare con una gioia del tutto immotivata.
    Corinna lo guardò perplessa.
    Anche Vendetta in effetti.

    «Ah sono abituata con Ven...vieni bello! Vieni qua! »


    disse, battendosi una mano sulla coscia. Ormai era così tanto abituata con Vendetta che bastava uno sguardo per intendersi che ora, a dover dare ordini semplici e chiari a un altro animale, le sembrò strano. Non doveva quasi mai dire a Vendetta di seguirla, ma avrebbe dovuto ricominciare da capo con il cane...
    Gli mise velocemente una corda all'anello del collare, e si diresse verso fuori.

    Corinna arrivò sul luogo del ritrovamento di Leonarda a cavallo di Bucefalo, mentre i suoi compagni andavano a piedi e tenevano al guinzaglio il cane, smanioso di fare qualcosa con quei nuovi bipedi che gli volevano bene.
    Bucefalo cercò un paio di volte di calciare il cane che si era messo ad annusargli la coda, ma il canide sembrava del tutto non preoccupato per la sua stessa vita.
    Corinna arrivò, e così fecero anche tutti gli altri.
    Con la grazia degli Antichi, avevano ben pensato di prendere i segugi con loro.

    «Mi chiedo perché spostarla... »


    rispose a Dafyn, o meglio quasi chiedendosi da sola.
    Corinna si avvicinò al presunto luogo di ritrovamento.
    Guardò per terra... a esclusione dei segni di piedi lasciati dal porcaro, non poteva essere impossibile sperare in qualche traccia lasciata dall'assassino. Leonarda non poteva essersi materializzata lì dal nulla.
    O era morta lì o ce l'avevano portata.
    Cercò di individuare nel terreno tracce di trascinamento diverse da quelle lasciate dal porcaro o tracce delle scarpine di Leonarda, per capire se si fosse mossa da sola con le sue forze fino a quel punto.

    «Sappiamo se manca qualcosa dal corpo di Leonarda? Gioielli, lembi di tessuto, pinze per i capelli...? »






    767 parole
    Ora con un attimo di calma indico l'inventario mio e dei gregari che ci prendiamo appresso.
    Prendo su anche il cane perché non lo ruolo quasi mai e ho bisogno che mi diventi un pochino più intelligente.

    CORINNA
    Calzettoni di lana (+10% Res freddo)
    Scarsella bianca (+7 Attrazione, +2 posti zaino)
    Stivali cuoio da uomo (+5 Attrazione, +15% Res freddo)
    Corazza donna serpente (Rid danno 9, peso 6)
    Corno da caccia
    Arco lungo (10 atk, peso 6)
    Frecce in metallo (2 atk)
    Pugnale Forrester (nascosto negli stivali, 7 atk, 2 dif, 2 peso)
    Spadone in acciaio a due mani (riposto sulla sella, 19 atk, 12 dif, 12 peso)
    Ascia in ferro (11 atk, 5 dif, 8 peso)
    Cavallo Bucefalo (cavallo da guerra)+redini+ferri+sella da guerra
    Vendetta
    Doberman(For 4, Int 3)

    HORB
    Armatura di cuoio borchiata
    Spada lunga in ferro (10 atk, 6 dif, 8 peso)
    Arco lungo (10 atk, peso 6)
    Frecce in metallo (2 atk) (x13)

    MOGGE
    Martello in ferro (11atk, 6dif, 9 peso)
    Arco lungo (10 atk, peso 6)
    Non ha attualmente frecce, farà a prestito con Horb quindi le smezzo dal suo inventario (x12)

    KAFFER
    Lancia in acciaio (14 atk, 6 dif, 10 peso)
    Scudo in legno (4atk, 8 dif, 5 peso)

    Spero di aver messo tutto.
  5. .






    C

    orinna, all'entrata di Edwin in sala, portatore di tetre notizie, rimase un attimo interdetta.
    Certo, la sua uscita era stata strana ma sicuramente la rossa di Ironrath non poteva immaginare fosse per un omicidio.
    Per una volta gli Antichi Dei sembrarono volerle bene.
    Non era nessuno che le era caro, per una volta.
    Quanto si poteva essere egoisti a tirare un sospiro di sollievo per un omicidio? Forse una vocina le suggeriva in cuor suo che avrebbe dovuto mostrare almeno un po' di emozione, almeno di fronte ai parenti della vittima ma...
    L'unica cosa a cui riusciva pensare era "non è nessuno dei miei". Forse era quello che aveva creato la guerra. Essere lieti di avere il clan, il gruppo, la famiglia unita più che la salvaguardia di tutti. Quando si è disperati, si guarda ai propri compagni e si è ciechi nei confronti dei dolori altrui.
    Voleva sentirsi in colpa, ma non ci riusciva.
    Mantenne comunque una certa freddezza, non facendo trasparire nulla al di fuori per non sembrare sconveniente.
    Ecco, ecco che un altro pensiero sorgeva nella mente della ragazza. Dopo l'iniziale sollievo, si insinuò l'ansia della realizzazione che c'era qualcuno a castello, lì dove reputavano di essere al sicuro, con le mani sporche di sangue.
    Attenzione, non era l'ansia della morte a preoccupare Corinna, e nemmeno la vista del sangue la inquietava. Era più il non riconoscere il lupo nel gregge...
    In guerra di morti e feriti, di viscere e sangue se ne vedono a quantità ciclopiche, la ragazza ne era diventata quasi del tutto assuefatta e non le procurava più nessun fastidio il rumore umido delle coltellate nella carne.
    Ma in guerra il nemico è chiaro, è quello con i colori opposti ai tuoi, semplice.
    Qui?
    Tutti, anche lo sguattero della cucina sarebbe potuto essere.
    Guardò Dafyn, scrutò poi ogni viso. Non le pareva si fossero allontanati da lì... era qualcuno da fuori probabilmente.
    Bevve un sorso d'acqua, finendo il bicchiere.
    No non sarebbe partita. Oltre che a scoprire che cosa Dafyn avesse contro di lei, non voleva lasciare da solo Edwin in un castello circondato da assassini.

    Corinna dormì, certo, ma con un occhio aperto.
    Si fece dare una stanza da letto con altre tre brande. All'inferno le dicerie sul suo conto e sui tre uomini che dormivano in stanza con una ragazzina. Se qualcuno voleva ammazzare uno dei suoi avrebbe dovuto svegliare tutti gli altri.
    Vendetta sembrava percepire l'ansia della ragazza.
    Sdraiata nel letto, guardava il soffitto. Un raggio di luna pallido illuminava come una lama d'acciaio il soffitto. Si vede le tende alle finestre non erano state tirate bene, e quello spiraglio di luce inquietante illuminava la stanza quanto bastava per tenere sveglia Corinna.
    I tre gregari, invece, sembrarono ben poco preoccupati dalla luce.
    Vendetta, che in quel momento sembrava essersi ricordata tutto di colpo di essere un gatto cresciuto troppo, era sdraiata parallelamente all'amica bipede, come una piccola sfinge. Si stava godendo con estremo piacere i grattini sul capo, socchiudendo gli occhi e facendo le fusa.
    Non sembrava condividere le ansie di Corinna.
    Anche il cane sembrava totalmente all'oscuro degli avvenimenti esterni... a pancia all'aria, ai piedi del letto di Corinna, sognava probabilmente di correre dietro a una lepre.

    «Che faccio Ven? »


    Il micio aprì un occhio, quasi disturbata dalla voce di Corinna.

    «Vorrei tornare a casa, dico davvero. »


    sussurrò Corinna, per non svegliare gli altri.

    «Mi manca... mi mancano i miei genitori, Wood... devo anche risolvere quel casino di mia nipote... »


    parlava a ruota libera, perfettamente cosciente del fatto che non avrebbe avuto nessuna risposta.

    «Ma non voglio lasciare in questa situazione di merda Ed. E più che lui, mi preoccupa anche quel Dafyn del cazzo. »


    Vendetta comprese forse che l'umana stava blaterando cose a caso, tornò a godersi i grattini ignorandola.

    «Cosa può aver scoperto? Il mio incidente...? Per gli Antichi, sono passati mesi, e avevo fatto in modo che il Maestro non ne facesse parola con nessuno... e anche se fosse? Va bene, sai che sono sterile, cosa vuoi fare? Minacciarmi di dirlo ai miei genitori? Rovinarmi il mio futuro matrimonio? Sono già perfettamente coscienti che non ci sarà uomo al mondo a volermi, dubito che la mia...deformità sia motivo di scalpore per loro. Magari di dolore, certo.
    I bambini che ho ucciso? Non credo che sia uomo da farsi problemi per queste tematiche... che abbia compreso la mia maledizione? Cazzo sarebbe un genio indiscusso, ma comunque non credo possa essere motivo di ricatto. Molti altri l'hanno come me, e anche se fosse come vorrebbe dimostrarlo? Dicendo che una gazza ladra gli ha consegnato una lettera? Wow, davvero una prova schiacciante.
    »


    Vendetta appoggiò la testa sulle proprie zampe, facendo finta di dormire o almeno provandoci.

    «Vorrei solo tornare a casa Ven, vorrei tornare a casa e vivere per un attimo la mia vita di prima. Mangiare i dolcetti del cuoco, andare a caccia con Wood e mio padre, sentirmi sgridare da mia madre... »


    Un sospiro.

    «Cazzo ho solo diciannove inverni. Non è... giusto. »


    Vendetta iniziò ad agitare la coda, innervosita dalla mancanza di silenzio.

    «Voglio tornare a casa, ma come al solito qualcosa va storto. Dovevo solo accompagnare Ed, mandare qualche lettera e andarmene al Nord. E invece sono incappata in intrighi di questo cazzo di palazzo di fango, circondata da rane e rospi, e pure un omicidio. E come se non bastasse sono pure minacciata da uno sconosciuto, che pensa di fare lo sbruffone con me e di ricattarmi senza avere conseguenze forse. Mi vogliono fuori da qua, forse perché sanno che sono in grado di combattere e potrei essere un buono scudo per Edwin. Penso c'entri la mia amicizia con lui credo, se no non vedo perché farmi pressioni per andare...
    Ma voglio solo casa mia, capisci?
    Perché devo combattere la guerra di tutti ma non posso mai tornare a casa? Sembra che io sia maledetta, sembra che gli Antichi mi vogliano mostrare come non sia il mio destino tornare a casa.
    Cosa ho fatto di male? Ho rispettato i comandi, ho combattuto quello che potevo combattere, ho... mi sto muovendo anche per vendicare Lionel, mio fratello e mio zio. Cosa devo fare di più?
    »


    Vendetta sembrò apprezzare quel momento di pausa, smettendo di muovere la coda.

    «Perché gli Antichi mi stanno impedendo di tornare a casa ora, mettendo in mezzo anche questa storia di questa Leonarda?! »


    A Mogge forse andò di traverso un blocco di saliva da tanto stava russando. Tossì due volte e si rigirò nel letto, senza nemmeno aver aperto occhio.

    «Domani farò un'altra preghiera agli Antichi... voglio tornare a casa Ven, sono tanto stanca, le ossa mi fanno male e sono stanca... a vent'anni dovrei mangiarmi il mondo, lo so, ma sono solo stanca. Vorrei chiudere gli occhi e non pensare più a nulla.
    E mi manca Will.
    »


    Come al solito, il pensiero di suo fratello si intrufolava nella marea di altri pensieri senza chiedere permesso o scusa. Arrivava e faceva male come sempre.

    «Lui saprebbe cosa fare, lui saprebbe cosa dire... mi manca Will... domani pregherò anche per lui. »


    E con queste ultime parole, praticamente strascicate tanta era la stanchezza, gli occhi verdi si chiusero.

    All'alba, tutto sembrava girare in maniera... assurda. Non c'erano pianti, grida, casini e rumori. Il castello sembrava riprendere la sua vita quotidiana ma in un silenzio tombale.
    La colazione si dispiegò in pochi bocconi di cibo e tanto silenzio, interrotto solo da qualche commento fugace.
    Corinna era lì, quasi come un fantasma. Mangiava e beveva, senza proferir parola ma ascoltando tutto. Si sentiva quasi come un arazzo: presente in sala, sotto gli occhi di tutti, ma inconsistente e inutile.
    Forse era la stessa maniera in cui si sentivano i suoi gregari.
    Prese un pezzo di pane, lo cosparse con una virgola di burro, il minimo indispensabile per reggersi in piedi durante la giornata.
    Era così bello essere invisibile, ma allo stesso tempo così estraniante. In realtà nemmeno stava ascoltando quello che dicevano i commensali, sicura che a nessuno sarebbe importato di rivolgersi a lei. Guardava la mollica del pane imburrata, con sguardo vuoto e anche un pochino assonnato. Era rannicchiata nelle sue stesse spalle, come se si vergognasse per una volta di occupare spazio nel mondo. Curva, con il coltello da burro in mano, si limitava a fare pochissimi gesti meccanici e calcolati.
    Si sentiva una estranea nel dolore altrui.
    Che fare? Che dire...?
    Il silenzio sembrava l'unica soluzione a tutto.




    1404 parole
  6. .
    No ma off game non mi interessa, gioco fino a quando c'è da giocare, sto solo pensando alla timeline del pg perché non credo voglia passare un anno a casa di Edwin, CHE PER CARITA' ADORABILE EH, ma non è esattamente nei suoi piani.
    Rimango comunque fino al 11 Febbraio per motivi di corrispondenza
    CITAZIONE
    La risposta di Lady Elysa alla tua lettera giunge a Cascate del Tumbler tramite corvo il giorno 11 febbraio 286, che tu sia ancora lì o no.

    Poi dopo vedrò se partire o meno. Perchè partire ha terribilmente senso a livello di pg, ma pure dare una sistemata a Dafyn e capire che minchia di segreti ha su di Cora è altrettanto preoccupante...
    Mi do fino a quella data per decidere il da farsi, può andare bene? Nel frattempo sto là e indago sullo stronzo Dafyn detto il pezzo di sterco sull'omicidio.
    Se per quella data si è tutto calmato O non ho prove a sufficienza per farlo fuori parlarci civilmente, vado a casa. L'ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza...
    Ishu, vediamo di collaborare per mettere tutto in sicurezza entro l'11 così posso partire senza avere l'angoscia di lasciarti da solo tra le vipere.
  7. .
    Cioè capì a parte le lettere che devo aspettare, le minacce di Dafyn mi fanno anche voler rimanere per rimetterlo in riga ma non ci vorrei spendere 8 anni di vita. Non so, sono davvero indecisa anche perché ho paura di invischiarmi in affari che mi riguardano poco e calare di attenzione e interesse, e mi dispiacerebbe molto non dare onore alle quest per disinteresse personale/pg.
  8. .
    Duca carissimo, ho modo di intuire se la prossima quest mi occuperà un anno di gioco on o è solo questione di qualche giorno?
    Perché di trama posso anche rimanere per qualche tempo dato che sto aspettando delle missive di risposta, ma se ho modo di sospettare che qui mi tengano rinchiusa un anno devo fare bene i miei conti...
  9. .
    In realtà sono titubante sul da farsi. Vorrei partire per il Nord e farmi gli affaracci miei, ma il signorino Dafyn mi puzza di cavolo marcio e non mi fido manco per errore a partire. Vorrei sentire che mi dice il mio compare di quest Ishu, non so cosa decidere.
  10. .
    Fre non puntare a Mattarella, direttamente Re Sole
  11. .
    Corinna guardò il Vance allontanarsi, tenendo tra le mani un bicchiere di vino.
    Tremava.
    Era come un combattimento, l'adrenalina di uno scontro... ma tutto verbale. E questo l'aveva messa in agitazione. Le sembrava di essere un coniglio, con le lunghe orecchie attente a percepire ogni movimento.
    Cosa aveva lui da usarle contro? Chi era lui in realtà...
    "Horb...dopo parliamo noi due."
    Disse, a voce più o meno bassa, al signore dai capelli pallidi che a mala pena stava toccando il cibo da tanto era occupato a folgorare il Vance con lo sguardo.
    Corinna cerco di recuperare quel minimo di freddezza di cui amava ammantarsi. Prese un profondo respiro e cercò di calmare la mano tremante.
    Vide la fanciulla a lei vicino, dal viso sconosciuto e dal nome incerto, farsi nervosa.
    "Milady, perdonate il mio ardire ma... c'è qualcosa che non va? Vi vedo turbata." Si allungò per parlare con la fanciulla, quasi a voler fornire supporto a quest'ultima in un forse momento di ansia.
    mi vergogno di questo post, ma almeno ci ho provato
  12. .
    Corinna sorrise.
    Era preparata a questo, da una vita ormai.
    "Di cosa vorresti minacciarmi Dafyn? Di distruggermi? Ti sfido solo a provarci, pezzo di merda."
    Sussurrò con il sorriso sulle labbra.
    Guardò andare via l'uomo con una strana sensazione di eccitazione e agitazione.
    Allungò una mano verso il bicchiere in cui c'era un dito di vino rosso, non versato da lei ma che sicuramente in quel momento gradiva molto.
    Una volta che si allontanò, Corinna Guardò Edwin.
    Lo sguardo era serio mente oscillava tra Ed e Dafyn. Avrebbe mai capito che era un modo per dirgli che c'erano problemi?
    Glielo avrebbe poi spiegato in un secondo momento...
    Casa chiamava, ma sentiva di dover rimanere un altro giorno almeno.

    non so quante parole, ma giuro che correggo in post produzione
  13. .
    Corinna continuava a fissare quell'uomo dritto negli occhi.
    Era incredibile come un uomo potesse mentire anche se scoperto... forse non doveva sorprendere allora la sua agilità nel saltare da letto in letto.
    Le stava dando improvvisamente noia. E poi a sapere che era pure sposato, la cosa la irritava ancora di più.
    "Certo, dammi del tu..."
    Allungò la mano sotto al tavolo con fare disinvolto.
    "Ma ancora tu mi stai mentendo. E questo non è molto da amici, lo sai?"
    Strinse tra le dita usando solo le punte di esse la rotula dell'uomo, per fargli più male possibile. Quel ginocchio era andato troppo oltre ai suoi gusti.
    La favola era finita ormai.
    "Ti consiglio di non fare espressioni facciali. Dimmi solo perché mi volete lontano da Edwin e potrei lasciarti uscire da questa sala con il tuo ginocchio intero. Quanto è vero che odio gli uomini, è vero pure che odio chi mi condisce la gentilezza con le bugie. Il tuo altruismo è finto come la tua fedeltà a tua moglie."
    La voce si era fatta ancora più bassa, un bisbiglio appena, ma sapeva che poteva bastare.

    non so quante parole ho fatto, passo in sgommata in ritardo ma ci sono.
    Ah, si, e tiro intimidazione.
  14. .






    s

    i era limitata fino a quel momento a non parlare con nessuno se non con Edwin.
    Era abbastanza stupita da quanto quella corte, infinitesimamente più piccola di quella di Approdo, non mancasse comunque di intrighi e politica. Si era sempre immaginata come nelle corti minori, quelle facilmente dimenticabili, la politica e l'inganno fosse comunque l'affare meno importante per il Governo.
    Ma solo vedendo Ed in ballo con tutti quei signorotti intorno si era accorta di come la sua idea fosse evidentemente basata sulla sua conoscenza infantile della corte di Ironrath. Da piccola non aveva mai visto tutto questo intrigo, ma forse era solo perché era piccola e ignara di tutto.
    Corrucciò la fronte, ascoltando il discutere degli uomini, come era solita fare.
    Era così concentrata a sentirli parlare che quasi non si accorse della improvvisa vicinanza di Messer Dafyn.
    Se ne accorse solo sentendo il suo profumo, che ancora non aveva dimenticato dal giorno precedente. Era un profumo di fiori, come fiori di bosco dal sottotono di pioggia.
    Si girò verso Dafyn, con un fare quasi... elegante. La treccia che era stata fatta con i capelli rossi fiamma molto lasca ricadde sulla spalla opposta a quella a cui si era approcciato Dafyn, e qualche ciuffo uscì dall'intreccio per creare una cornice intorno al viso di Corinna.
    Le sue parole uscivano come miele, e andavano ad avviluppare il cuore di Corinna in una morbida morsa. Sentì infatti il battito non accelerare ma farsi più pesante, più forte da sentirlo fino in gola. Un battito era come un tuono nel petto della ragazza.
    A quel punto della conversazione non sapeva più se l'emozione che stava provando era relativa ai bellissimi fiori portati dall'uomo o la promessa di ritornare a casa.

    «Oh Dafyn... »


    le scappò detto, mentre infilava il naso nel mazzolino di fiori.
    Per un attimo, le venne in mente l'ultimo mazzo di fiori regalatole da qualcuno... era stato proprio Red, a regalarle un bouquet di girasoli. Teneva ancora i loro petali in un sacchetto di tela, essiccati...
    Quando tirò via il viso dai fiori, non poteva saperlo ma era rossa come un tulipano dell'Altopiano.

    «Siete un uomo cortese, Ser Dafyn, molto cortese e sono lusingata di questa vostra attenzione. Mi auguro che non facciate così con ogni donna che vedete o queste povere terre sarebbero private di ogni bel fiore. »


    Corinna si sedette al tavolo, all'esatto opposto di Edwin e quindi più vicino alla porta d'ingresso. Con una rapida occhiata invitò anche Dafyn a sedersi accanto a lei.
    Gli uomini al suo seguito si sedettero insieme, in tripletta, dalla parte opposta di Corinna. Non sembravano a loro agio, nonostante fossero nelle loro terre di origine...

    «Sono un regalo meraviglioso, se uniti alla vostra proposta. Ad Approdo avreste fatto una strage di cuori, sapete? »


    Parlava tenendo sempre lo sguardo sui bellissimi fiori. Era così un peccato non riuscire più a credere a certe moine...
    La Corinna sedicenne avrebbe dato via i genitori per un uomo che le porgeva quel tipo di cure e attenzioni. Ma dopo tutto quello che aveva visto e sentito...
    Si ricordava delle parole di Aconè. Quelle non poteva dimenticarle. "Certi uomini sanno essere crudeli. Tu sei una bellissima fanciulla, ma sei anche il primo cavaliere donna nella storia. Taluni ti cercheranno solo per poi vantarsi con gli amici di aver fatto capitolare la donna più forte dei Sette Regni."
    Strinse il mazzo di fiori tra le dita, quasi pentendosi di non potersi più godere del loro profumo dopo quel pensiero.
    Prima era stato Tosco, poi Red... tutti quelli che le avevano dato attenzioni si erano rivelati uomini vuoti di sentimenti e dignità.
    Mandò giù il boccone amaro, prima ancora che arrivasse la prima portata della cena.
    Perché non era più semplice tutto quanto? Perché non c'era la libertà di ricevere bigliettini d'amore, un mazzo di fiori e un complimento senza doversi ricordare della pochezza dell'animo umano?
    Guardò Dafyn, e quasi le veniva da piangere. Si morse l'interno della guancia per trattenersi. In fondo era sempre stata così... uno scherno, un gioco, una scommessa. Ce n'erano di motivazioni per cui gli uomini ci provavano con una brutta come lei.
    Cosa non avrebbe fatto per avere una parola gentile detta con il cuore, non intrisa di fiele...

    «Ma sapete cosa ho imparato ad Approdo, Ser? Che gli uomini, o presto o tardi, hanno sempre doppi fini. »


    Non lo stava dicendo con tono accusatorio o aggressivo, era più la voce mesta di qualcuno arreso alla vita.

    «Se mi sto sbagliando Dafyn vi chiedo perdono ma... ho motivo di pensare che le vostre attenzioni siano frutto di un interesse diverso. Se è un modo per portarmi nelle vostre stanze, ammetto che è un modo molto elegante e delicato, ci stavo quasi cascando. Ma se sono altri i motivi... vi chiedo di essere sincero con me. »


    Si avvicinò all'orecchio dell'uomo, per non farsi udire da troppe orecchie.

    «So che state giocando, e so che questo è un tavolo da gioco e non una cena tra amici... ditemi perché di tutte queste vostre attenzioni e liberatevi dell'increscioso obbligo di fare avance alla donna meno appetibile di questa corte. Se siete mio amico come dite, spiegatemi questo gioco. »






    863 parole
    Banquet1
    Allora, Corinna sull'esterno della tavolata verso quello che presumo possa essere la porta (di solito il capotavola è rivolto verso la porta d'ingresso, idk)
    Dafy accanto così facciamo i provoloni
    Horb seduto vicino a me che mi tiene sotto controllo perché è un papino apprensivo
    Mogge al centro perché è socially awkward
    Kaffer verso il centro del tavolo per fare il provolo con qualsiasi essere che respira.

    Edit per errore di battitura


    Edited by Cioffa - 1/11/2023, 14:46
  15. .







    «James ha creato problemi ha molti... »


    commentò sottovoce al ragguaglio fatto da Edwin. Il disprezzo della ragazza per il maggiore dei Roote non era mai stato celato.

    «Tu forse non lo sai Ed, ma ho lavorato spesso nelle stalle. »


    Guardava l'orizzonte, aspettando che qualcosa apparisse prima o poi.

    «Di cavalli ne ho visti parecchi. Li conosco. Alcuni sono come la mia Bouddica, buoni e compassionevoli, altri come Bucefalo... mordono a vista. Ma ho imparato una cosa da loro. »


    Erano torce quelle? E vessilli.

    «Sono prede, scappano quando possono. Ma il momento in cui li metti all'angolo... ti calpestano senza pensarci due volte. Ho visto cavalli schiacciare lupi con tutta la loro forza. Spero che non ci sia una infestazione di animali feroci che infestino questa terra, ma sono sicura che una mandria di cavalli non avranno problemi. »


    Aveva imparato a parlare per metafore e allusioni alla Capitale. Sembrava non essere l'unica...
    Non le erano mai piaciuti i tipi così.
    Provava una naturale antipatia per i nobilotti grassocci, li trovava alquanto disgustosi e detestabili.
    Tacque, aspettando che Edwin facesse i saluti di casa.
    Lei, dal suo canto, rimaneva dietro di lui, come un ombra.
    Se c'era una cosa che accomunava Vendetta e Corinna era il silenzio e lo sguardo feroce. Se qualcuno avesse avuto le traveggole, avrebbe potuto giurare che dietro a Edwin c'era un mastino e non una donna...




    229 parole
    Lancio questo sputo di parole, poi passo ad abbellirlo


    Edited by Cioffa - 1/11/2023, 14:42
159 replies since 5/7/2015
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