Posts written by Queenie_

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    Armageddon: il primo sigillo, post 2

    Jayna trattenne il respiro quando Marq, evidentemente indispettito dal suo silenzio, spiattellò tutto alla guardia su chi lei fosse, specialmente per come l’avesse denominata “figlia del traditore fatto decapitare da Re Rhaegar”. L’avrebbe rimbrottato se non avesse avuto più paura di ciò che sarebbe successo di lì a poco.
    L’uomo non era sembrato molto… aperto verso chi proveniva dalle Terre dell’Ovest, e se magari poteva lasciar passare il popolino in cerca di un rifugio, chi le diceva che invece non se la sarebbe presa con i nobili come lei?
    Il cavaliere si stava avvicinando e lei raddrizzò la schiena, pronta a ricevere gli insulti, le minacce e tutto ciò che le sarebbe stato riversato addosso. Invece non andò da lei, ma da Marq, dandogli un ceffone per aver imprecato davanti a lei, definendola una lady.
    Non voleva sperare, ma forse…
    Sembrava che la guardia fosse una di quelle “severe ma giuste”, e la Westerling avrebbe voluto piangere di sollievo quando, al termine del discorso, le diede il permesso di passare, dandole persino una piccola scorta per andare dal Maestro delle Leggi, Lord Waynwood, probabilmente per proseguire l’interrogatorio. Sarebbe stato un ulteriore passo, ma almeno era dentro Approdo del Re.
    ”Voglio scusarmi, Ser…?* Per avervi mentito, sul mio nome e su chi fossi. Mi rendo conto che il mio nome susciti svariate reazioni, ultimamente e sempre più spesso di stampo negativo. Spero possiate comprendere le motivazioni che mi hanno portata a presentarmi come Tylda e non come Jayna Westerling.
    Ciò nonostante, vi ringrazio per la vostra integrità. È stata inaspettata, e per questo ancora più gradita. Ora non sono nessuno per fare promesse, ma cercherò di non tradire questa flebile fiducia”


    Tuttavia, mentre si allontanava con l’ometto che era stato il suo accompagnatore per mesi, scortati da un piccolo drappello di guardie della Porta del Drago, Jayna non potè non riflettere su una frase che era stata detta. Sua madre aveva dato a Marq il compito di “rapirla” da Castamere per farla arrivare ad Approdo dove si trovava lei? La biondina non era sicura che fosse proprio quella la motivazione che aveva spinto il Cantore a fare tutto ciò; perché, se fosse stato effettivamente così, allora non gliel’aveva detto? Non era mica un segreto che volesse ricongiungersi a Lady Sybell… qualcosa non tornava, se lo sentiva.

    * qui chiedo il nome di Laenor

    Parole: 304 senza il parlato di Jayna
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    Armageddon: il primo sigillo, post II

    Evidentemente qualcosa nelle sue parole, o nel suo atteggiamento, o nei visi di chi l’accompagnava, non aveva convinto il cavaliere davanti a lei. Oppure semplicemente era un tipo molto diffidente.
    Fatto stava che non era caduto nel suo inganno e sembrava più irritato che convinto dal suo piccolo discorso. E ora che avrebbe fatto? Cosa sarebbe successo se avesse scoperto che aveva mentito e che era la figlia di uno dei generali più fedeli di Tywin Lannister, condannato a morte per aver seguito il suo signore e guidato i suoi eserciti? La mente le si riempì di scenari agghiaccianti che mai avrebbe voluto si avverassero. Forse aveva fatto male a mettersi in cammino.
    Jayna posò delicatamente due dita sul testone di Darys per centrarsi e tornare con l’attenzione al cavaliere davanti a lei.
    "Non mi portate nessun disturbo, anzi, tutt'altro ogni servitore del reame è un graditissimo ospite delle guardie della porta del drago della capitale, non e vero ragazzi?" Chissà perché, Jayna sospettava che non fosse proprio così. Temeva di aver incrociato proprio i più corrotti di tutti, quelli che chiedevano alle ragazze come lei di pagare il passaggio… in natura.
    "Immagino come vi dobbiate sentire. La guerra causata dal vostro Lord protettore che vi si ritorce contro tra massacri e razzie ed il seme dell'eresia che colpisce i vostri soldati e li rende nemici della corona. Molto probabilmente siete affranti e stanchi perciò facciamo così" disse il giovane, rivolgendosi direttamente a lei. "Perché milady non iniziate a seguirmi nel mio ufficio dove parleremo di come farvi entrare in citta mentre il mio seguito si prenderà cura della vostra compagnia . I miei uomini sono dei grandissimi padroni di casa non vi preoccupate, molto socievoli e amichevoli"
    A quelle parole, la Westerling si dovette trattenere dall’alzare un sopracciglio e dallo scoprire i denti come una fiera. Come si permetteva quel… quel… quel cavaliere di insinuare… Ma le successive parole la fecero desistere subito.
    "Naturalmente una volta entrati in città qualsiasi cosa mi abbiate detto che si rivelasse falsa verrà gravemente punita e sappiate che in questi ultimi tempi i bugiardi sono visti molto male in città. Pero credo che voi non mi abbiate mentito vero?"
    La biondina deglutì. Ora davvero temeva di aver mandato tutto a monte fuggendo nella notte da Castamere per raggiungere Approdo del Re per ricongiungersi a sua madre. L’avrebbero costretta a ritornare dallo zio? L’avrebbero imprigionata, o addirittura uccisa per aver mentito a questa guardia, per essere la figlia di Gawen Westerling?
    ”I-io… no… Vorrei venisse anche mio padre. Vi prego…” disse, la voce tremolante a seguito delle parole del cavaliere. Non voleva restare da sola, voleva solo ritrovare sua madre… non pensava di dover essere punita perché voleva sentirsi più al sicuro usando un nome falso. Ma per quello ci avrebbe pensato dopo, ora doveva superare il posto di guardia alla Porta del Drago. In un modo o nell’altro.

    Parole: 327 senza il parlato di Laenor
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    Armageddon: il primo sigillo, post I

    Il resto del viaggio da Harrenhal verso la capitale era stato privo di eventi, e lei e Marq erano infine giunti al termine del loro peregrinare.
    Si diceva che Approdo del Re, ancora prima di vederla, la “sentivi”: era impossibile per così tante persone vivere tutte nello stesso posto ed evitare che non vi fossero odori di sorta. E Jayna poteva dire che, chiunque avesse inventato questa frase, avesse ampiamente ragione. Ancora prima di scorgere le torri e le guglie della Fortezza Rossa, la Westerling era stata assalita da vari olezzi, tanto che per qualche minuto aveva respirato direttamente dalla bocca.
    Tuttavia, quando finalmente ne ebbe una prima visione, un elemento in particolare spiccava sugli altri: centinaia, anzi migliaia di pellegrini si stavano concentrando sulle strade e in prossimità delle porte, premendo per entrare. Voleva forse dire che non facevano entrare nessuno? Oppure che censivano chi voleva entrare? Sarebbe stato un problema per lei? Era meglio entrare come Jayna o come Tylda?
    ”Uhm, non mi piace per niente. Andiamocene” disse Marq, tirandola di lato e facendola allontanare dalla fila come se nulla fosse, come se avessero cambiato idea e non volessero più entrare ad Approdo o volessero passare per un’altra porta.


    Non riuscirono a fare molta strada prima che qualcuno venne a fermarli. Si trattava di un giovane molto alto, sicuramente più grande di lei, dalla chioma talmente bionda da risultare quasi bianca e la pelle un po' scura. Era vestito con l’armatura, e sembrava il capo di quel piccolo seguito che si portava dietro. Jayna doveva stare molto attenta.
    ”Buongiorno a voi pellegrini. Come potete vedere oggi le porte di approdo del re stanno subendo un arrivo improvviso di servitori della corona sfollati. Vedo però che voi non sembrate far parte di quel gruppo perciò vorrei chiedervi in segno di pace, di fiducia e di rispetto per la corona e il suo re di identificarvi. Siete anche voi servitori della corona?”
    Lo sapeva che, staccandosi dal gruppo in quel modo, avrebbero destato l’attenzione, ma ora non poteva più farci nulla. Doveva giocare con la mano che aveva.
    ”Buongiorno a voi, buon cavaliere. Si, lo siamo; siamo fuggiti da coloro che invece non rispettano la pace del Re, in cerca di un rifugio sicuro, almeno per il momento.
    Mi chiamo Tylda, e lui è mio padre Lann. Veniamo dalle Terre dell’Ovest, il nostro villaggio è stato preso d’assalto dai disertori e siamo dovuti fuggire…”

    Mentre Jayna parlava, poteva notare il cambio di atteggiamento del cavaliere, più sospettoso e forse anche arrabbiato. Non era il momento migliore per una lady delle Terre dell’Ovest di trovarsi proprio ad Approdo del Re, ma sua madre era nella Fortezza Rossa e non poteva tornare indietro dopo tutto il viaggio che aveva fatto.

    Parole: 389 senza il parlato di Marq e Laenor.

    Non so se serve un tiro d’inganno visto che quanto dice Jayna non corrisponde esattamente alla realtà (a partire da nomi e parentele).
    Quindi, di seguito quanto serve per il tiro di inganno:
    Intrigo 7
    Diplomazia 46
    Attrazione 35
    Affinità generale +30
    Affinità Targaryen +10
    Affinità cultura valyriana +18
    Affinità Culto dei Sette +15
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    Rotolando ancora verso sud

    10 punti esperienza base +0 punti lunghezza - 0 post sotto le 300 parole + 2 mod - 11 punti ritardo (90% ritardo)= TOTALE 1 PUNTO ESPERIENZA
    1 punto Amministrazione
    Affinità Marq +1


    Pe: 102 -> 103
    Amministrazione: 49 -> 50
    Affinità Marq +2 -> +3
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    ”Parlato Jayna”
    ”Parlato Marq”


    Rotolando ancora verso sud, Post I

    Forse aveva sbagliato a fidarsi così tanto di Marq. Jayna non era sicura che l’unico obiettivo dello strano menestrello fosse quello di seguire le sue direttive – e quindi arrivare ad Approdo del Re dove si trovava Lady Sybell – tuttavia non poteva fare altro che appoggiarsi a lui fino a quando avesse potuto. E pareva che fino a quel momento stesse mantenendo la parola data. In ogni caso, al primo cenno di un cambio di direzione, e la biondina si sarebbe separata da lui. Non aveva intenzione di servire ai suoi oscuri scopi.
    ”Con questo finiamo i viveri” le disse Marq, mettendole senza troppe cerimonie un pezzo di pane duro e secco tra le mani. Decisamente poco invitante, però era tutto quello che avevano e la strada era ancora lunga, ancora circa una decina di giorni se la mappa che aveva in mente non la ingannava. Secondo i suoi calcoli erano nei pressi di Harrenhal, ma non potevano rischiare per del cibo, giusto?
    ”Qual è il piano?” le chiese l’uomo, osservandola con aspettativa.
    Così la ragazza iniziò a ragionarci su. Non poteva usare il nome dei Westerling, per svariate ragioni. La prima era che, agli occhi della Corona e dei lealisti, loro erano tutti dei traditori; la seconda era che non si trovavano nell’Ovest e quindi era probabile che non se ne facessero nulla del nome dei Westerling; la terza era che… beh, era davvero poco credibile come Jayna Westerling, con quel vestito strappato e rattoppato, i capelli in disordine e la pelle sporca. In quel momento avrebbe avuto più successo come girovaga che come nobile.
    Già, forse era meglio tentare con la caccia prima di infilarsi in quei vespai che erano i castelli.
    ”Siamo abbastanza vicini ad Harrenhal, ma penso sia meglio evitare un’altra Delta delle Acque. Possiamo passarci accanto, vedere se c’è qualche fattoria abbandonata al di fuori delle mura, ma non entrerei nella fortezza. Come te la cavi come cacciatore?*” gli chiese, osservandolo di rimando.

    * ci diamo alla caccia, ma cerchiamo di passare vicino ad Harrenhal così da osservare la situazione

    Parole: 327
  6. .
    Chi è curioso...

    1 punto albero delle qualità
    +1 affinità Himra
    Basso Valyriano


    Scorribande di strada

    10base
    +1lunghezza post <600
    -1brevitù post >300
    +3bonus mod
    +6interazione
    -4ritardo/assenza player
    = 15pe

    +3 punti parametro conoscenza
    -2affinità Cantore di Castamere (Marq)
    +2affinità Guardiani della Notte
    +5affinità Popolani
    +2 affinità Himra Celtigar


    Modifiche:
    PE: 87/120 -> 102/120
    Conoscenza 29 -> 32
    Punto qualità per Scelta dei vestiti (1/3) -> (2/3)
    Inserita la lingua basso valyriano
    Affinità:
    Himra +0 -> +3
    Marq +4 -> +2
    Guardiani +10 -> +12
    Popolino +10 -> +15
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    Scorribande di strada post IX

    Finalmente Jayna riuscì a scucire all’uomo qualcosa di più del solito “Sud” che le aveva propinato per quelle settimane, ma ciò che sentì non era sicura di piacerle. ”A Sud... sud dove ci sono i lealisti dei leoni... ecco dove andremo perché solo lì saremo al sicuro” aveva detto Marq, e le si era mozzato il fiato in gola. Stavano tornando tra le fauci del leone, lo stesso leone che aveva perso la guerra, i denti e gli artigli, ed ora era ridotto a poco più di un micino. Erano le braci morenti di un fuoco che aveva covato per troppo tempo e aveva bruciato troppo velocemente, lasciando solo morte e dolore.
    Non voleva andarci, ovunque questi lealisti fossero localizzati; voleva riunirsi con sua madre, lasciarsi alle spalle l’era di Tywin Lannister e vivere in pace. Una parte di sé voleva lasciarsi alle spalle anche il suo nome e seguire il resto della carovana alla Barriera, lontano da draghi e leoni.
    ”Se volete ci allontaniamo, se non volete non lo faremo ma allora dovremmo trovare dei dannati alleati in questa carovana!” disse ancora Marq, seccato dalla sua insistenza, ma Jayna non riuscì a sentirsi in colpa. Se fosse stato più sincero e aperto con lei sin dall’inizio, lei non avrebbe dovuto insistere così tanto.
    Quali alleati avrebbero potuto trovare nella carovana che non avrebbero potuto già trovare (ovvero nessuno)? Era tutta povera gente, forse qualche soldato come quel Ronny, ma chi di loro era ancora fedele ai leoni, nonostante la sconfitta cocente che aveva spaccato l’intera regione e la popolazione che l’abitava?
    Inoltre, chi poteva mai fidarsi di qualcuno come Marq, la cui mente sembrava essere stata pesantemente segnata dalla guerra e dalle torture subite… no, era meglio proseguire solo loro due e poi, quando sarebbe stato necessario, andare avanti da sola.
    ”Va bene, andiamo” disse solo la ragazza, sembrando quasi ammansita. Si, quasi.

    Parole: 314
  8. .
    Scorribande di strada post VIII

    Jayna e Marq potevano fare tutte le ipotesi e tutti i piani di questo mondo, ma comunque rimanevano ignari di ciò che stava succedendo in testa alla colonna. L’unica cosa che pareva lampante era che il Capitano dei Corvi sembrava sempre più scontento di come si stava evolvendo la situazione, lo si capiva da come scuoteva la testa, altamente seccato.
    Ben presto ci fu del movimento, e un uomo prese a scendere lungo la colonna, fermandosi a tratti: sembrava incaricato di diffondere loro una notizia e, quando li raggiunse, la Westerling finalmente potè udire il motivo: si sarebbero accampati nella piana a sud. Dunque, i mercenari avevano negato loro l’ingresso a Delta delle Acque, ragionò la ragazza, e li avrebbero effettivamente fatti dormire all’addiaccio ancora una notte come aveva supposto Marq poco prima.
    Il volto del “padre” s’incupì a quella notizia e, seccato, le borbottò ”Valuteremo se prenderci la licenza dalla carovana già questa notte”
    Ma ancora una volta non le aveva detto dove a Sud di preciso sarebbero andati, e Jayna stava già pensando, anche se non avrebbe voluto farlo, che forse davvero avrebbe dovuto proseguire da sola, da un certo punto in poi.
    ”Mi dirai mai con esattezza qual è la nostra destinazione?” chiese Jayna, con un falso tono leggero ma indossando un’espressione severa in volto. Quanto le sarebbe piaciuto cavare di bocca al Cantore tutti i suoi piani con solo un’occhiata di traverso oppure un sorriso e uno sfarfallio delle palpebre, ma l’uomo sembrava immune a questi trucchetti, ci aveva già provato. Quello che poteva fare era rimanere con lui fino a quando avrebbe potuto farlo, perché la farsa del padre con la figlia era migliore di una ragazza sola per le strade del Continente, e distaccandosi solo quando davvero necessario; temeva solo la sua reazione quando se ne sarebbe andata.
    Ogni tanto la ragazza si chiedeva se esistesse davvero un uomo onesto, in tutto e per tutto, nei Sette Regni, e si sentiva terribilmente sola.

    Parole: 329
  9. .
    Chi è curioso, beve le proprie lacrime

    Per Jayna era diventata un’abitudine: non appena si allestiva il campo, lei e altre donne si avventuravano – stanno sempre attente a non perdersi di vista – nella campagna per raccogliere l’acqua che sarebbe servita sia da bere che per preparare il pasto. La prima volta che si erano fermati, visto che lei non sapeva cucinare, le era stata assegnata una grossa pentola con l’incarico di andare a prendere l’acqua assieme ad altre donne.
    Non sarebbe stata comunque da sola perché il suo gruppo agiva in sincronia con altre donne che avevano il simile compito di rastrellare il sottobosco per raccogliere rami e ramoscelli per i vari fuochi che sarebbero stati accesi di lì a breve.
    Jayna stava appunto tornando con Darys al seguito da una di queste spedizioni a prendere l’acqua – non che poi non sarebbe dovuta tornare, quelle che avevano questo incarico tendevano a mangiare per ultime perché dovevano andare continuamente a fare rifornimento – quando notò il cavaliere di discendenza valyriana che li aveva accolti nella carovana. A dire il vero, era difficile non notarlo: il suo gigantesco cavallo nero, che sembrava uscito direttamente dai sette inferi, era circondato da bambini che volevano spazzolarlo da tutte le parti che probabilmente riuscivano solo ad innervosirlo, mentre le madri erano poco lontane a pregare i Sette e tutti gli dei del creato che non succedesse nulla ai pargoli. Da fuori era una scena anche piuttosto divertente, la Westerling doveva ammetterlo.
    ”Si chiama Zīrtys Perzys” sentì dire al cavaliere, e subito la ragazza si fece più attenta. Sembrava Alto Valyriano, ma al tempo stesso la pronuncia sembrava storpiata rispetto a quella che aveva imparato. ”Significa Ossidiana nella nostra lingua”
    Jayna aveva potuto ugualmente intuirne il significato, ma evidentemente i bambini non avevano avuto la sua stessa fortuna. E nemmeno avevano idea di cosa fosse l’ossidiana, perché lo sentì nuovamente spiegare. ”L'ossidiana è tipo un vetro completamente nero ... nero come lui” Si, aveva senso come nome.
    ”Ohh ma che lingua è Shrti Persis?” chiede un bambino, e lei dovette sforzarsi per non fare una faccia sconvolta nell’udire quella violenza alla lingua valyriana. ”Darys, torna al carro e rimani lì” disse piano la quindicenne, per poi avvicinarsi alla scena priva del cane, in tempo per sentir rispondere il cavaliere ”È valyriano”.
    ”Sapete il linguaggio dei draghi?!” chiesero stupiti i bambini, e a Jayna scappò una risatina. Anche se i draghi non avevano il dono della parola, probabilmente nelle loro favole i draghi parlavano.
    ”I draghi non parlano ... e non è nemmeno la lingua dei soli valyriani, ma di tutta Essos ... un po "come me"” rispose lui, e la Westerling annuì, per nulla sorpresa in realtà. L’eredità di Valyria era ancora molto forte nel Continente Orientale, e con tutti i soldati che erano stati fatti arrivare da lì per la guerra di Tywin con Rhaegar, aveva senso che anche quel ragazzo lo fosse. Dopotutto, i suoi tratti lo tradivano.
    ”Ma tu conosci quella lingua? Ce la insegni?” venne chiesto, e Jayna non potè non farsi sentire. ”Oh si, vi prego messere, sareste così gentile da insegnarcela?” Il cavallo, Zīrtys Perzys, completamente dimenticato in pochi attimi.
    ” Bhe ... si la conosco. Ma si dai, qualcosa posso insegnarvi visto che attraverseremo Delta” Quindi il principale castello delle Terre dei Fiumi era base di mercenari di Essos, tanto da necessitare l’uso del valyriano, sebbene quello imbastardito delle Città Libere? La Westerling seguì il gruppetto lontano dal destriero, sinceramente interessata ad imparare la lingua, e si sedette assieme ai bambini in cerchio attorno al cavaliere, che si accomodò su una grossa pietra.
    ”Il valyriano antico e quello nuovo sono la stessa lingua, ma modificata molto più dei nostri dialetti” iniziò a spiegare, usando un bastoncino per scrivere nel fango. ”Io sono un bravo bambino” disse in basso valyriano, e tutti i bambini cominciarono a ripetere per mandare a memoria la pronuncia. Jayna fece lo stesso, ma poi le venne un dubbio. ”E il femminile delle parole?” chiese, per assicurarsi che fosse come l’alto valyriano e che le parole non avessero genere neutrale.
    Andarono avanti così per un po', facendo pratica con la pronuncia di altre frasi che potevano risultare utili, finchè il cavaliere riprese la parola. ”Un'altra cosa a cui dovrete fare attenzione è il senso della frase: così come nella nostra lingua, se qualcuno vi dice "bravo" significa che vuole farvi un apprezzamento oppure prendervi in giro. Non guardate nemmeno i gesti per capire cosa dicono: sono molto diversi dai nostri: a volte il cenno che per noi è "si", per loro è "no". Questa lingua proviene da un sacco di posti diversi e ogni posto è a sé. Ragionate e ragionate su quello che sta succedendo per capire il tutto”
    Aveva assolutamente senso: anche se era una lingua che arrivava ad accomunare le genti delle Città Libere, ognuna di queste aveva il proprio accento e le proprie usanze: ciò che valeva a Tyrosh non poteva valere a Braavos, e una parola pronunciata a Norvosh poteva avere un altro significato a Lys.
    Intanto il cavaliere improvvisatosi maestro stava andando avanti a spiegare. ”Ad esempio in alcune città è normale parlare sempre cadenzato ed in modo aulico, mentre in altre è normale parlare di se stessi in terza persona. Diciamo che se un fornaio vi dà il pane e vi chiede tre grossi, non sentireste un “Pagami tre grossi” ma una cosa tipo “Un fornaio vuole tre grossi da un bambino””
    Tutto il gruppo, cui si erano nel frattempo uniti anche altri, alcuni un po' più grandicelli e anche qualche madre, si mise a ridere, e Jayna si unì con spensieratezza. Era da tanto che non rideva così, di gusto e senza pensieri.
    ”Orsù non distraetevi e ripetete con me: Un fornaio vuole tre grossi da un bambino”
    Anche la Westerling iniziò a ripetere, perfezionando la pronuncia delle frasi, fino al successivo cambio di argomento. ”Molto bene e ora cominciamo con i numeri ...” Jayna sorrise, genuinamente contenta di tornare ad imparare. Non immaginava che le sarebbe mancato così tanto.

    Parole: 1004
  10. .
    Scorribande di strada post VII

    Jayna non capiva quale fosse il problema in testa alla colonna, capiva solo che entrambe le parti erano scontente, probabilmente per la presenza l’uno dell’altro. Personalmente, se doveva essere sincera, a lei fregava poco: l’unica cosa che l’interessava era riuscire ad arrivare ad Approdo del Re e ricongiungersi con sua madre.
    ”Questi sono quelli che hanno tradito Lord Hoster” borbottò Marq, e la Westerling lanciò un’occhiata prima tutt’intorno prima di tornare ad osservare l’uomo: pareva che fossero tutti intenti ad osservare lo scambio che stava avvenendo in testa alla colonna e a discutere tra di loro, ignorandoli, ma era sempre meglio essere prudenti. Non si poteva mai sapere chi fosse in ascolto, dove risiedevano le lealtà di ognuno.
    La ragazza realizzò che non poteva nemmeno dire che il Cantore le fosse leale, non sapeva cosa lo stesse spingendo a fare tutto quello. Non voleva essere un’altra pedina nella scacchiera di qualcun altro.
    Però la frase le rimase in testa: facevano parte dell’esercito dei Tully come Ronny, che ancora ne vestiva la casacca? Oppure erano dei mercenari? Non sembravano Westerosi… ”Non sembrano di qui…” rispose piano lei, dando ancora un’occhiata nella direzione da cui proveniva tanta “azione”.
    ”Raggiunta la Strada del Re scenderemo a Sud” le rispose, sebbene Marq rimase vago su dove a Sud, esattamente, intendesse andare. Il Sud era grande, immenso, e voleva dire tutto e niente allo stesso tempo. Ma quello non era il momento di indagare, non così tante orecchie che potevano essere tese ad ascoltare.
    Era paranoica?
    Non poteva permettersi di tornare a Castamere.
    Jayna avrebbe dovuto forzare la sua partenza anche da Marq un giorno? Non le piaceva questa mancanza di precisione, ma forse non avrebbe avuto alcuna scelta. Sperava di riuscire a fargli cambiare idea lungo la strada, altrimenti avrebbe dovuto ideare un piano per fuggire e raggiungere Approdo da sola. ”Spero di raggiungerla in fretta. Non che non sia stata contenta di unirmi alla carovana, ma non voglio rimanere bloccata qua a lungo”


    Mi scuso per il ritardo, ho avuto difficoltà a recuperare dopo l’assenza
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    Scorribande di strada post VI

    Il viaggio doveva essere stato estenuante per chi non aveva visto venirsi offerto un passaggio su uno dei carri, dentro nei quali si stava comunque stipati e si era soggetti ad ogni minimo scossone del carro stesso. Però almeno non camminavano, pensava distrattamente Jayna, che si godette ugualmente quei giorni in cui le gambe avevano potuto riposare un poco dopo lo sforzo fatto in precedenza.
    Accarezzando e coccolando Darys*, che diventava ogni giorno più grande, e chiacchierando con le altre donne, da cui si separava solo quando si trovava in compagnia di Marq, la ragazza riusciva a far passare il tempo trascorso sul carro, mentre durante le soste le sembrava di non riuscire mai a sedersi nemmeno per un secondo: c’era sempre qualcosa da fare, qualche compito da portare a termine, e lei non poteva esimersi, doveva rendersi utile in ogni modo possibile che non fosse… quello**.
    Fu così che quasi la Westerling non si accorse che i giorni erano passati, che quella che stavano costeggiando era la Forca Rossa e che quello era davvero il castello di Delta delle Acque, sede di Casa Tully. Forse avrebbero potuto riposare all’interno delle mura, con un tetto sopra la testa; Tylda non chiedeva molto altro…
    Alla testa della colonna avvenne uno scambio di frasi e opinioni, e pareva che le speranze di molti stessero venendo schiacciate sotto uno stivale come formiche: non li avrebbero accolti nel castello. ”Ci aspetta una serata lunga! All'agghiaccio come molte altre” le disse Lann, confermandole la cosa.
    ”Forse i cavalieri riusciranno a convincerli a farci entrare…” rispose piano Tylda, ma non era convinta nemmeno lei. Aveva passato tante notti ormai a dormire nei fossi e sotto gli alberi, con solo un mantello a farle da coperta: una notte in più non avrebbe poi fatto molta differenza.
    La ragazza si piegò ancora di più verso l’uomo, con l’intenzione di farsi sentire solo da lui, finendo praticamente per parlare nel pelo di Darys. ”Piuttosto, mi sai dire con precisione dove stiamo andando? Dobbiamo forse incontrare qualcuno? Mia madre è ad Approdo, e vorrei andare da lei. Se non mi dai qualche risposta, e in fretta anche, seguirò questi profughi fino a Grande Inverno o anche alla Barriera, e ai sette inferi i tuoi piani***” sussurrò ancora più piano rispetto a prima, cercando di approfittare anche del fatto che l’attenzione di molti sembrava essere catalizzata dalla scena che stava avvenendo in testa alla colonna.

    * mi dimentico sempre del cane, c’è anche il cane
    ** Jayna intende l’insinuazione fatta da Himra che, dato che era carina, forse era una prostituta
    *** tiro di furtività contro quelli attorno a me e a Marq per evitare che mi sentano, o quantomeno capiscano ciò che gli sto dicendo, mentre gli parlo:
    Intrigo 7
    Marzialità -> Destrezza 1
    Non so se servono le affinità, in caso penso siano utili:
    Generale +30
    Andali +22
    Popolino +10

    Parole: 404
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    Scorribande di strada post V

    ”Signorina un secondo” Jayna stava già per salire sul carro, e si fermò per ascoltare quanto il cavaliere avesse da dire. ”A meno che il vostro aspetto vi sia utile per una certa professione…” La sua reazione fu di shock e negazione a sentire quelle parole: le labbra si schiusero un poco e gli occhi si sgranarono prima di ritrarsi leggermente dal ragazzo e scuotere la testa in un muto No. ”Durante un viaggio come il nostro può essere un problema. La strada dietro di noi era piena di briganti e quella davanti non promette nulla di diverso, quindi cerchi di farsi molte amiche, in modo da non esser mai sola quando si allontanerà per i più disparati motivi”
    Jayna deglutì la saliva. ”G-grazie per il consiglio, Ser, è davvero molto gentile a dirmi queste parole. Lo terrò a mente” gracchiò, per poi schiarirsi la gola e decidersi a salire sul carro, come a voler scappare da ciò che le era appena stato detto, dall’insinuazione appena fatta. Ringraziò l’uomo per la disponibilità e ascoltò distrattamente Marq scambiare qualche convenevolo con il ragazzo che era un cavaliere errante, il quale poi si allontanò da loro con la vaga promessa di rincontrarsi ai bivacchi.
    Tylda si chiese in cosa potesse essere utile alla carovana, perché Jayna era nata e cresciuta nobile e sicuramente non poteva dire di avere lo stesso tipo di conoscenze di uno qualsiasi di questi profughi cui si erano uniti. Ma l’avrebbe trovato, ne era sicura, a costo di farsi venire i calli alle mani e spezzarsi le unghie, a costo di divenire irriconoscibile agli occhi di sua madre.
    Sua madre, Lady Sybell, che le ultime informazioni volevano ad Approdo del Re… chissà se era ancora lì e se stava bene. Erano parecchi giorni dalla Zanna Dorata fino alla Capitale, e Jayna sperava che la donna non si muovesse da lì nel prossimo futuro, così che lei potesse raggiungerla. E poi… e poi ci avrebbe pensato più avanti. Era ancora troppo presto per sperare ulteriormente.

    Concordo anche io per lo skip

    Parole: 336
  13. .
    Scorribande di strada, post IV

    ”La Strada del Fiume? Questa porta a Delta delle Acque, se temete i briganti e i disertori fate pure, ma non arrecate disturbo a quanti già camminano con noi” rispose il cavaliere, e Jayna subito si ritrovò ad annuire con un piccolo sorriso. Si, era una richiesta ragionevole, e sembrava fosse bastato quello per far allontanare l’uomo. Marq pareva soddisfatto da come aveva gestito l’incontro, perché annuì a sua volta. ”Andiamo avanti, forse qualche buon uomo ci ospiterà sul proprio carriaggio”
    Ma come il primo cavaliere se ne andò, un secondo ne prese il posto, su un cavallo nero gigantesco che pareva uscito direttamente dai sette inferi. Jayna potè notare che questo nuovo arrivato era di discendenza valyriana ed era vestito di tutto punto, con l’armatura e una sopravveste bianca, sebbene il viso risultasse giovane circa quanto il suo.
    ”Signore ... signorina” disse questo, domandando la loro attenzione. ”Questa carovana è composta da Corvi Erranti, aspiranti Guardiani, condannati al nero, cavalieri di scorta e per lo più profughi diretti verso il Dono” Andavano al Nord? Forse potevano comunque camminare insieme per qualche giorno, confondersi con loro e proseguire la loro fuga sotto l’egida inconsapevole dei Guardiani della Notte. ”Potete rimanere quanto volete con noi a patto che vi rendiate utili in qualche modo” Al che la ragazza iniziò a percepire una certa ansia: Jayna aveva sempre lavorato di intelletto prima di Vecchia Spiga, ma Tylda avrebbe dovuto sporcarsi le mani. Cos’avrebbe potuto offrire in cambio della loro permanenza con la carovana? ”Se decidete di lasciarci prima del tempo, date almeno avviso” Certo, era buona educazione farlo, a meno che Marq non ritenesse necessario sparire.
    ”Non create problemi e se ne avete venite a parlarne con me o con Ronny” proseguì il loro interlocutore, indicando una persona su un carro, e Tylda annuì. ”È forse l'unico con ancora i colori dei Tully addosso” aggiunse lui, e Jayna dovette trattenersi dall’annuire di nuovo. Tylda non sapeva nemmeno chi fossero i Tully. ”Sopratutto non importunate il Capitano dei Corvi, ne avvicinatevi ai condannati”
    Quella pareva l’ultima regola, perché il nuovo arrivato si fermò e li guardò come se si aspettasse una qualche replica da loro. Giusto, ora toccava a lei. ”Buon cavaliere, sono tutte richieste ragionevoli. Sono sicura che io e mio padre riusciremo a renderci utili durante il nostro tempo con voi. Grazie per non averci cacciati via” aggiunse Tylda, con un goffo inchino che era più in piegare la schiena in avanti, in attesa di una risposta dal cavaliere. O che Marq s’inserisse e la portasse via da lì, salvandola da quel colloquio.

    Chiedo umilmente scusa, non mi ero accorta della scadenza

    Parole 432
  14. .
    ”Parlato Jayna”
    ”Parlato Tylda”
    ”Parlato Marq”
    ”Parlato cavaliere”

    Parole: Word dice 322



    Jayna Westerling • 22 dicembre 285 • Strada del Fiume, Riverlands • Scorribande di strada, post III
    La sua proposta di scendere verso la strada non incontrò opposizioni, se non quella che Jayna pensò dopo che Marq disse di farla di corsa. Tuttavia, la corsa non sarebbe stata la cosa più strana che aveva fatto, quindi Tylda lo seguì verso la strada, mantenendo il passo del padre.
    Sbucarono accanto alla colonna, i cui componenti lanciarono solo qualche occhiata per poi proseguire come se nulla fosse successo. ”Ultima fatica figlia mia” le disse l’uomo, e Jayna usò quella frase per calarsi nella parte di Tylda, che la ragazza non si aspettava di dover usare prima di quanto si aspettasse.
    Sebbene avesse parlato in modo chiaro e netto, Marq era affannato e gli mancava il respiro, e anche la Westerling respirava più profondamente per compensare il debito d’aria. Forse fu proprio quello che attirò un cavaliere che stava scortando il gruppo, che si staccò dalla colonna e li raggiunse. ”Avete forse smarrito la strada?!?”
    Il padre sembrava troppo affannato per rispondere, così tutto ricadeva su di lei. Come poteva rispondere ad una domanda del genere se nemmeno sapeva dove stessero andando? Dannata fosse la segretezza che Marq aveva mantenuto per tutto il viaggio.
    Jayna decise di tentare con uno battito di ciglia e qualche sorriso ben piazzato, cercando di prendere tempo senza rispondere direttamente alla domanda, così da far subentrare il Cantore. ”Buon cavaliere, mi saprebbe dire se è questa la Strada del Fiume?” Tylda fece una piccola pausa, cercando di fare gli occhi dolci al cavaliere, per smuoverlo nei suoi e nei loro confronti. ”Possiamo unirci a voi, almeno per un pezzo? Le strade sono diventate pericolose quanto i boschi in questo ultimo periodo, pullulano di disertori*”
    Con l’ultima frase Jayna stava lasciando intendere che fossero sfuggiti ad alcuni di quei disertori finendo quindi su quella stessa strada, anche se in realtà loro erano fuggiti a tutt’altro brigante. Una bugia piccola e innocente. Era una bugia piccola ed innocente, vero?



    *è tutto un unico tiro di seduzione (bentornato, mio caro e vecchio amico) per far rispondere il cavaliere senza che Jayna risponda direttamente alla sua domanda:
    Diplomazia 46
    Attrazione +35 (valore base, non indossa la collana)

    Affinità che penso siano utili:
    Vassalli dell’Ovest +5
    Militari +9
    Cultura Andala +22
    Affinità Generale +30

    Ad inizio post c’è il link alla scheda
  15. .
    ”Parlato Jayna”
    ”Parlato Tylda”
    ”Parlato Marq”

    [SPOILER]Parole: Word dice 173



    Jayna Westerling • 22 dicembre 285 • Strada del Fiume, Riverlands • Scorribande di strada, post II
    ”Che sia la Zanna Dorata!?! Anzi, lo dovrebbe essere sicuramente” disse Marq quando
    La Zanna Dorata, il seggio di Casa Lefford? Erano più a nord e più ad est di quello che la ragazza pensava. Ma dopotutto il Cantore aveva tenuto un ritmo di camminata piuttosto sostenuto in quei giorni, ansioso di mettere quanta più distanza possibile tra loro e Castamere, quindi era abbastanza normale, anche se non aveva potuto non essere sorpresa da quanta strada avevano fatto.
    ”Raggiungiamo la strada! Guardate, una colonna di carri abbandona il castello. La nostra occasione di allontanarci nella mischia e senza faticare” aggiunse Marq, e per una volta Jayna fu d’accordo con lui con tutta la fibra del suo essere.
    ”Iniziamo a scendere, cosa ne dici, padre?” chiese la Westerling, calcando sull’ultima parola. Per lei era chiaro che avrebbero utilizzato i loro pseudonimi di Lann e Tylda, padre e figlia, fino a quando non ce ne sarebbe più stato bisogno. O, al più, fino a quando Marq avrebbe ritenuto fosse sicuro utilizzare i propri veri nomi.


    Mi scuso per il ritardo e per il post striminzito

    Se Marq approva la discesa subito, Jayna gli va dietro, altrimenti si ascolta quello che lui ha da dire
203 replies since 21/5/2018
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