Votes taken by Astion

  1. .
    Astion si era appoggiato sul parapetto del castello di poppa osservando i memebri della delegazione diplomatica lasciare l’ammiraglia della flotta per avventurarsi verso l’isola. Era poi rimasto lì, fermo a meditare cosa avrebbe potuto fare per migliorare la situazione. L’Isola dei Targaryen sarebbe stata un incubo da assediare, anche con un numero molto limitato di uomini avrebbero potuto resistere per settimane, se non per mesi. Tempo che lui non aveva né tantomeno voleva utilizzare per una battaglia che riteneva inutile. La sua idea era quella di aumentare il proprio controllo sulla flotta di ferro e dover condividere l’azione con gli uomini del re, non lo aiutava di certo.

    Portare alla giustizia (preferibilmente la sua) i colpevoli della morte di Lord Goodbrother avrebbe senza alcun dubbio tirato acqua al suo mulino, ma al momento non sapeva bene come muoversi.
    In linea teorica visto lo spiegamento di forze davanti a loro, i fanatici si sarebbero dovuti arrendere, specialemente se Illyria si trovava davvero sull’Isola.
    In una Westeros in guerra, anche senza una figura politica a portarli avanti i Fanatici sarebbero probabilmente riusciti ad accaparrarsi qualche vittoria prima che i Lord li prendessero sul serio, ma vista l’improvvisa fine della guerra quel pericolo era scongiurato, se avessero preso Illyria la rivolta sarebbe morta sul nascere, dovevano evitare ad ogni costo era che lei riuscisse a fuggire.

    Astion ripassò mentalmente la mappa di Roccia del Drago che aveva studiato poco prima sotto coperta, la maggior parte della città era coperta da varie cinte di mura, una grande torre copriva uno dei possibili punti di sbarco, mentre uno dei piccoli camminamenti che portavano alla città era quello che il primo cavaliere, Tosco e Lyanne avrebbero usato per raggiungere la fortezza.
    Il cavaliere di ferro sorrise, ben sapendo quanto importante fosse la parte psicologica durante un’assedio, in cuor suo sperava che Tosco e Lyanne riuscissero a persuadere i ribelli a lasciare le armi ed a sottomettersi al volere del Re, ma non sapeva quanto questa fosse una cosa fattibile.
    I suoi pensieri vennero all’improvviso interrotti dal battibeccare di due voci, apparentemente il suo meditare sul da farsi era stato interpretato come un simbolo di indecisione da Lord Ashford il quale cominciò immediatamente a sbraitare ordini ai membri della flotta di ferro.
    Immediatamente questi risposero per le rime andando a creare una situazione che a conti fatti sarebbe potuta diventare una bella gatta da pelare.
    Astion non disse una parola, abbandonò semplicemente il parapetto, arrivando davanti al Lord di Ashford.

    “Parole coraggiose le vostre, non mi pare di ricordarvi guidare l’assalto alle mura di Lannisport, né tantomeno partire alla carica, in inferiorità numerica per sconfiggere i Lannister nella piana di Castel Granito.”

    Prese un secondo di pausa prima di continuare.

    “Ma non siamo qui per rivangare il passato...”

    Si avvicinò all’uomo di ferro che gli aveva posto la domanda.

    “Siamo qui per vendicare la morte di Lord Goodbrother ed assicurarci che i veri responsabili di questa follia vengano fermati.”

    Sorrise verso lord Langward.

    “Ed il nostro desiderio coincide con gli ordini del Re, di conseguenza se abbiamo finito con queste stronzate, possiamo passare all’azione.”

    Astion sorrise ai presenti prima di muoversi verso il centro del castello di poppa, dove si trovava il timoniere. L’omone al comando era intento a mantenere la nave in posizione mentre chiacchierava con il nostromo.

    “Nostromo”

    L’uomo si girò verso il cavaliere con fare inquisitivo.

    “Dai l’ordine alla flotta di mettersi in movimento, il corpo principale con l’ammiraglia al comando si premunirà di bloccare il porto principale, tutta l’ala destra si muoverà per bloccare il porticciolo del villaggio, rimanendo sempre pronti ad intervenire in caso di necessità. Mentre le restanti navi rimarrano in attesa, assicurandosi che nessuno dei nemici riesca a forzare il nostro blocco. Lord Ashford, a voi lascio il compito di vegliare sul ritorno del primo cavaliere, e di intervenire nel caso in cui abbiano bisogno di aiuto per tornare a bordo. Aspettate cinque ore, se entro questo tempo non avete ricevuto nessuna notizia dal corpo diplomatico prendete possesso della spiaggia, ed aspettate un ordine per iniziare l’attacco.”


    Non sto tentando di fare nessun tiro in particolare solo per reference ho le seguenti affinità:
    Prestigio:74
    Tyrell: +64
    Vassalli: + 30
    Truppe :+30

    Schieramenti:

    Astion: 35 Navi a bloccare il prorto con la torre (4)
    Ala Destra (Non so che Lord ci sia al comando delle navi al momento se mi date una lista vi dico chi ci va): 20 Navi A bloccare la Baia (9)
    Riserve: 50 Navi in riserva con il compito di bloccare qualunque imbarcazione cerchi di scappare dall'isola.
    Ashford: 5 navi vicino alla baia (1) pronti ad intervenire nel caso i diplomatici dovessero avere problemi, e se in 5 ore non ricevono notizie hanno il compito di conquistare la spiaggia (Senza suicidi ovviamente)
  2. .
    Astion squadrò per qualche secondo la ragazza che si trovava di fronte. Prima di arrivare ad Approdo non aveva mai veramente sentito parlare di lei, certo qualche pettegolezzo gli era arrivato, ma impegnato com'era nella campagna contro i Lannister non aveva mai ascoltato con troppo interesse alle storie di campo. Quando il Re l'aveva convocata e dato l'investitura a cavaliere, il Goodbrother era rimasto sorpreso, non tanto dalla nomina in sé ma soprattutto per la velocità e dalla prontezza con cui molti Lord si erano schierati dalla sua parte quando i mormorii si alzarono nella sala del trono. Probabilmente se Lord Stark e Tosco non avessero teso le loro lodi per la Forrester, Astion avrebbe evitato di parlare publicamente, ma fidandosi del loro giudizio anche la sua voce si era alzata a favore della giovane. Quanti animi deve aver infranto quella nomina, che il re avesse scelto una donna per diventare cavaliere invece che uno dei tanti figli di nobili che avevano combattutto in quella guerra aveva sicuramente trovato terreno fertile per inguirie e supposizioni. Non che nulla di tutto quello interessasse l'Isolano, alla fine a lui importava poco della micro politica, se Corinna se lo era guadagnato, non vedeva il motivo per il quale non dovesse ricevere la giusta ricompensa.

    "Mi dispiace avervi colto di sorpresa"


    Le disse Astion con un sorriso in risposta all'espressione della Forrester.

    "Non vi preoccupate, non c'è bisogno di convenevoli... devo dire che è stata una cosa casuale, vi ho solo visto da lontano e non avendo avuto l'occasione di presentarmi prima... mi è parso giusto... rimediare."

    Il tono di Astion era sincero, quello non era stato un incontro voluto, né tantomeno uno cominciato con fini politici.

    "Inoltre non perdo l'occasione di poter scambiare due parole, con altre anime affini... da come avete parlato durante l'incoronazione, posso dedurre che abbiamo molto in comune"

    Le sorrise lanciando un occhiata dietro di sé come a volersi sincerare che il magistrato che lo aveva avvicinato prima se ne fosse andato.

    "Anche se questa città mi ha fatto quasi dimenticare cosa significhi essere un soldato... C'é sempre qualcuno pronto a fare domande o a cercare di guadagnare qualcosa tramite la politica, non è il mio terreno, mi fanno rimpiangere i giorni passati a combattere sotto le mura di Lannisport, almeno lì mi sentivo a mio agio."

    Indicò dietro di sé verso lo stuolo di persone che passavano per l'entrata.

    "Proprio adesso mi stavano avvicinando di nuovo, il vostro arrivo è stato... tempestivo. E per questo vi ringrazio"

    Dalla sua posizione il Cavaliere di Ferro poté controllare la meridiana posta vicina all'uscita, ormai era tarda mattinata, questo voleva dire che se fosse partito in quel momento sarebbe riuscito ad arrivare per la dodicesima ora alla taverna dove alloggiavano i suoi soldati.

    "Ero diretto ad una delle Taverne qui vicino, vedete la parteza inaspettata verso la capitale ha fatto sì che la maggior parte dei miei uomini sia ancora nell'Ovest, di conseguenza cerco di mantenere un via vai costante di informazioni tramite i soldati che sono venuti con me qui ad Approdo..."

    Abbassò poi la voce per aggiungere

    "Inoltre di tanto in tanto ho bisogno di prendere aria da questa vita, niente di meglio di una Birra ed un pasto decente per dimenticare i boriosi che vivono tra queste mura."

    Era ovvio che non tutti i presenti alla fortezza Rossa facevano parte di quella categoria, ma quella di sgattaiolare nei quartieri popolari della città era stata una valvola di sfogo usata spesso da Astion durante la sua permanenza ad Altogiardino, in fondo il giovane era quasi sempre vestito con abiti sobri od un'armatura leggera sebbene di buona qualità, non attiravano troppo l'attenzione, permettendogli di mischiarsi senza troppi problemi tra la folla.

    "E' Quasi ora di pranzo, se volete potete unirvi a me, non c'è nulla di meglio di una buona birra per rinvigorirsi ... Almeno è quello che faccio io dopo i miei allenamenti. Ovviamente se siete troppo stanca o volete tornare nelle vostre stanze non ve ne vorrò ovviamente ci saranno altre occasioni"
  3. .
    La luce dell’Alba penetrò lentamente dalla finestra della stanza del Cavaliere di Ferro, andando ad illuminare la vista del giovane già affaccendata alla luce di una lanterna, mentre scriveva una missiva a Ser Flower per tenerlo aggiornato di ciò che accadeva nella capitale. Gli ultimi giorni erano stati pieni di imprevisti e sorprese, dalla morte del padre all’incontro con i funzionari reali e con gli altri uomini di ferro. Aveva molto da preparare e poco tempo per farlo, eppure non riuscì ad evitare di affacciarsi per gustarsi il sole che faceva capolino all’orizzonte. Non era mai stato interessato alle bellezze naturali, ma dopo oltre vent’anni passati sulle sponde occidentali di Westeros quelle viste donavano una boccata d’aria fresca.

    Passò il resto della mattinata a terminare la missiva, sorridendo soddisfatto del risultato, pronto a mandare avanti la propria agenda. Chiuse la porta dietro di sé immergendosi nella moltitudine di corridoi della fortezza rossa, più esattamente nell’ala riservata agli ospiti. Ad essere sinceri quella sezione della fortezza era ormai sovraffollata, la chiamata del Re verso tutti i vassalli aveva riunito ben troppe persone donando un’atmosfera completamente diversa di quella che aveva quando era arrivato quasi una settimana prima. L’obbiettivo della giornata era abbastanza semplice, evitare come la peste qualunque nobile o funzionario, anche lui voleva aumentare la propria rete di alleati all’interno del regno ma onestamente dopo quasi una settimana di “incontri” e “sotterfugi” era quasi arrivato al limite della sopportazione e raggiugere una delle taverne in città per dare la missiva ad uno dei suoi uomini (Che batteva bandiera Tyrell) e consegnarla a Ser Flower. Senza troppi indugi il Cavaliere di Ferro si mosse verso l’uscita, ma venne fermato da uno dei funzionari che aveva avuto modo di conoscere negli ultimi giorni.

    “Ser Goodbrother permette una parola…”

    Il Cavaliere imprecò a denti stretti, ma senza dare troppo nell’occhio, cercando un appiglio per liberarsi da quella situazione. La sua “fune di fuga” si presentò nelle fattezze di una giovane ragazza che aveva avuto il piacere di conoscere ma alla quale non si era ancora presentato. Corinna Forrester era appena entrata nella fortezza.
    La giovane Forrester era stata nominata cavaliere dal Re ed Astion aveva parlato in suo favore durante l’incoronazione ma a parte questo non sapeva molto altro di lei. Nonostante ciò le parole di Corinna al re avevano dato ad Astion l’impressione che fosse una persona schietta ed informale, inoltre aveva sentito dire che era anche una formidabile combattente.
    Il cavaliere di Ferro aveva già preso la decisione di presentarsi alla prima occasione, e se nel farlo poteva anche liberarsi di quel ficcanaso, tanto meglio.

    “Mi dispiace, al momento ho un altro impegno, sono sicuro che ci sarà un’altra occasione”

    Rispose quindi con un ghigno soddisfatto andando verso la Forrester.

    “Dama Forrester, un piacere incontrarvi di nuovo, l’ultima volta non mi sono potuto presentare, Astion Goodbrother. Felice di fare la vostra conoscenza.”
  4. .
    Parlato Giuseppe
    Parlato Calogero
    Parlato Salvuzzo

    *= In dialetto Traduzione a pié pagina

    New York,
    Saturday 5 May 1925


    “Te lo dico il mondo si sta rimbambendo, dopo questa dannata guerra. Hai visto che cosa è successo a casa?”

    Le parole pronunciate in un inglese striminzito con un forte accento italiano raggiunsero Giuseppe come un lontano sussurro, perché cazzo il boss continuava a mandarlo insieme a Calogero? Non faceva altro che parlare e lui era quello che doveva lavorare.
    Per nulla scoraggiato dalla mancanza di una risposta il palermitano continuò imperterrito con la sua arringa contro la dittatura che ormai si era instaurata in Italia. Anche se il suo unico vero problema era la linea del nuovo stato verso la mafia, che lo aveva costretto ad emigrare nuovo mondo, trovandosi a dover rispondere a persone anche molto più giovani che avevano deciso di abbandonare il bel paese prima di loro.

    “Non credi anche tu che sia ingiusto? Minchia come mi manca Palermo.”

    Giuseppe ignorò ancora una volta i commenti del suo compagno, arrivando finalmente al ciglio della banchina lasciando andare il povero malcapitato che stava portando a spalla. L’uomo, imbavagliato e legato sia alle mani che ai piedi osservò impotente mentre il giovane siracusano legava una delle estremità della corda ad un grosso blocco di cemento.

    “Mi vvoi rispùnniri?*”

    Esclamò seccato in dialetto Calogero, mentre Giuseppe ammirava soddisfatto il nodo “savoia” che aveva fatto per legare le due estremità della corda.

    “Futtitinni, ùora si pi New York e cca comandiamo nuatri*”

    Rispose laconicamente il Capo, mentre controllava il portafoglio del prigioniero estraendone la patente.

    “John Smith, fuck, questi lavori stanno diventando ripetitivi, ma come cazzo è che vi chiamate tutti nello stesso modo?”

    Un ghigno apparve sul volto di Calogero

    “E che ha fatto il poveretto?”

    “Il solito, pensava di essere furbo ed ha spifferato tutto agli sbirri, non immaginava che l’agente Smith fosse anche lui sul nostro libro paga.”

    Con qualche difficoltà Giuseppe riuscì a mettere John in ginocchio, questi cominciò a divincolarsi per poi irrigidirsi quando il freddo metallo della canna della beretta alla testa.

    “Nothing personalE, it’s just business”

    *Bang*

    La pallottola trapassò il cranio da parte a parte, ed il cadavere si accasciò a terra, per poi scomparire inghiottito dai flutti quando Calogero, rendendosi utile per la prima volta in più di due settimane, spostò il blocco di cemento facendolo cadere in acqua.

    “Chista è a vita*”

    -------

    New York,
    Sunday, 6 May 1925


    L’entrata di Giuseppe nel HQ della famiglia Maranzano venne accolto da molti cenni d’approvazione, dopo la morte di John Smith aveva avuto il tempo di bere qualcosa prima che il Boss lo chiamasse di nuovo all’azione.
    Salvatore, per gli amici Salvuzzo, lo stava aspettando nel suo studio.

    “Oh Picciriddu, bentornato, hai fatto quello che dovevi?”

    Giuseppe si sedette sulla sedia davanti alla scrivania, porgendo il portafogli della vittima come prova.

    “Ed il cadavere?”

    “Ai pesci”

    Il Boss sorrise soddisfatto prima di iniziare immediatamente la nuova conversazione

    “Lo sai che stiamo cercando di espanderci nel Massachussets?”

    La domanda era retorica, ovviamente lo sapeva.

    “Ero riuscito a prendere contatto con un certo Arnold Marsh, quel figlio di buona donna gestisce un raffineria d’oro, possiede anche una piccola flotta commerciale, che di solito non viene mai controllata, se dovessimo entrare in affari con lui riusciremmo a contrabbandare la nostra roba in tutta la regione.”

    In teoria questa era una cosa che non riguardava il “Grim Reaper” gli accordi commerciali non erano per lui.

    “Purtroppo anche i Gambino hanno preso interesse in quest’affare, quindi non posso mandare qualcuno che non sa badare a sé stesso. Giuseppe, mi fido di te, cerca di evitare di far iniziare una guerra tra gentiluomini, ma fa ciò che devi per assicurarti che la flotta lavori per noi.”

    Il Boss dei Maranzano schioccò le dita ed immediatamente uno dei sottoposti entrò portando con sé un Thompson di ottima fattura.

    “Nun cc'è tiempu pi' li compromessi*, prendi l’artiglieria pesante e non aver paura di usarla. Per il resto mi fido”

    Giuseppe si alzò prendendo il Thompson, ma anche una cassetta del pronto soccorso

    “Prendo pure questa non voglio che vada a finire come nel Queens”

    Il boss sorrise alle parole del suo miglior assassino.

    “Almeno ne sei uscito vivo”

    “Uscirne anche intero era meglio”

    Senza altre parole Giuseppe si mosse verso l’uscita ed il luogo d’incontro.

    -------

    Innsmouth
    Monday, 7 May 1925


    Il “Grim Reaper” aveva raggiunto la cittadina nel tardo pomeriggio, parcheggiando la sua auto poco lontano da dove si sarebbe dovuto incontrare questo famigerato Marsh. Lasciò nella sua macchina la fidata beretta, era sempre meglio avere un’arma di riserva nascosta, mentre portò con sé sotto l’impermeabile il Thompson e nelle grandi tasche il contenuto della cassetta pronto soccorso.
    Non ebbe il tempo di esplorare la città, né tanto meno ne aveva voglia era lì con un solo obbiettivo, siglare quel patto o uccidere chiunque fosse necessario per farlo firmare. Entrò nella caffetteria, sedendosi al primo tavolino libero sulla sinistra, fino a quel momento non c’era ancora nessuno a parte la cameriera. La quale senza neanche preoccuparsi della sua esistenza non sembrò interessata a prendere il suo ordine. Meglio per tutti, Giuseppe non era lì per divertirsi.
    In ordine sparso arrivarono anche altri quattro individui. Due strambi che viaggiavano insieme, ai quali non prestò troppa attenzione, una giovane donna vestita in maniera eccentrica ed infine quello che doveva essere la sua controparte mandata dai Gambino, che si sedette direttamente dietro di lui.
    E lì cominciò l’attesa, il tempo passò ma nessuno sembrava presentarsi, stranamente anche la cameriera era sparita… come se non bastasse la pioggia era diventata una tempesta, infastidito Giuseppe cominciò a giocherellare con le dita, quando anche questo non riuscì a trattenerlo si girò direttamente verso l’altro mafioso.
    Non era difficile riconoscere qualcuno nel loro giro d’affari, ma un rapido sguardo gli permise di rintracciare anche nell’altro le sue origini siciliane.

    “Unni spacchio* è finito questo?”

    Gli domandò infine, senza presentarsi né nulla.

    “Eri qui per parlare con Marsh anche tu no?”

    Attese una risposta, girandosi anche verso gli altri presenti, che anche loro fossero stati attirati in quel luogo dalla stessa persona?

    “Tutto questo è molto, troppo strano, perché abbandonare il proprio bar? Ma soprattutto dove è finito questo Marsh?”

    Estrasse prontamente il suo Thompson da sotto l’impermeabile, quella storia gli puzzava, troppo.

    “Controllate qui dentro se trovate qualche indizio su che spacchio sta succedendo.”

    Si girò poi verso Antonio Rizzo (Anche se non sa come si chiama)

    “Finché non sappiamo che sta succedendo propongo un’alleanza, andiamo a controllare fuori”


    Così mentre gli altri si affaccendavano nelle loro azioni, Giuseppe attese che l’altro si muovesse verso l’esterno per poi controllare alla loro destra. Prima di uscire però si girò verso gli altri dicendo

    "Giuseppe Caruso, nel caso in cui qualcuno se lo stesse chiedendo"


    NB. Macchina e pistola sono cosmetici in "NO WAY, SHAPE or FORM" saranno usate nel gioco, metto le mani avanti.
    Giuseppe

    kit_rosso_0

    Traduzione:

    -Mi vuoi Rispondere?
    -Fottitene, Ora sei a new York, qui comandiamo noi
    -Questa è la vita
    -Non c'è Tempo per i compromessi
    -Dove Cazzo
  5. .
    Il giovane Lydden convenne con le sue parole, arrivando non solo a ringraziarlo per averlo ripreso, ma arrivando addirittura a riconoscerlo come una figura “di riferimento”. Quello sinceramente il cavaliere di ferro non se lo aspettava. Come poteva lui essere una figura di riferimento per chicchessia? Era vero negli ultimi tempi era maturato molto, quella guerra lo aveva cambiato, aveva lasciato da parte molte cose del suo vecchio carattere. Senza volerlo ripensò al banchetto dell’Hightower, quello dove aveva conosciuto Shyla, quanto era diverso quell’Astion dal cavaliere di ferro? Forse anche troppo. Fu per questo che il Goodbrother non riuscì a trattenere un sorriso alle successive parole di Ausel.

    “Onestamente non credo che se ci fossimo visti un paio di anni fa, avreste la stessa impressione di me. Di Errori ne ho commessi molti.”

    Rimase in silenzio per qualche secondo prima di continuare, quello davanti a lui era un giovane, abbattuto da quello che era successo in guerra. Aveva perso il padre, era stato tradito dal suo signore. Ora aveva bisogno di qualcuno che gli tirasse su il morale e che lo aiutasse a superare quel momento. Se avesse potuto Astion avrebbe imprecato. Da quando era diventato una balia? Eppure non riuscì a tirarsi indietro, lui aveva perso la sua famiglia da giovane, ma era stato fortunato, i Tyrell lo avevano accolto forse lui avrebbe dovuto fare lo stesso.

    “Sono convinto che diventerai un ottimo Lord… ma se pensi che le mie conoscenze possano esserti utili, sono a tua disposizione.”
    Gli strinse la mano, poi rimase in qualche modo ancora più sconcertato. Cosa sapeva di Zelda? Perché l’aveva tirata in ballo in quel modo? I ricordi dell’incontro con gli altri Isolani ancora rimbombavano nella sua testa. Se si fosse scoperto che era scappata e che non si sapeva dove si trovava… al momento non voleva pensarci.

    “Cosa sai di Zelda…? E come credi di potermi aiutare a ritrovarla? “
    --
    Il re era stato proclamato ed ora come a voler prolungare il loro supplizio cominciò a dispensare cavalierati a coloro che si erano distinti durante la guerra. Astion seguì annoiato i vari lord giurare, fino all’arrivo di Corinna Forrester. Sghignazzò alle parole del Re ed ancora di più a quelle della donna, non fece caso al tumulto che si sollevò dai vari lord nella sala del trono. Una donna cavaliere, secoli di tradizioni alle ortiche. Il Cavaliere di ferro sapeva bene cosa significasse una cosa del genere, il Re era alla disperata ricerca di alleati, e questo lo sapeva bene visto quanto la corona era disposta ad interferire nelle isole pur di fargli avere il suo feudo senza troppi problemi.
    In molti si alzarono per difendere la nomina di “Dama Forrester” tra i tanti anche Tosco. Lui era stato il primo e probabilmente unico Isolano ad aver ricevuto il titolo di Cavaliere dei Fiori, con quel titolo aveva conquistato l’ovest per la corona sapeva cosa significava essere un’eccezione alla regola.

    “Non conosco direttamente Dame Forrester, ma mi fido del giudizio di coloro che la ritengono degna di questa nomina. Così come decretato da Lord Redwyne, sono pronto a fare da garante per Dame Corinna Forrester”

    Sorrise per rivolgersi direttamente all’interessata

    “Anche quando Lord Tyrell decise di nominarmi cavaliere in molti si opposero e ad oggi, ogni dubbio è stato sedato. Sono sicuro che dato il giusto tempo, anche coloro che sono scettici oggi dovranno riconsiderare la loro posizione per via delle vostre imprese.”
  6. .
    Almeno parzialmente le parole del Goodbrother sembravano aver smosso l’opnione del Re verso i vecchi vassalli di Tywin. Il Cavaliere di ferro ben sapeva che purtroppo non sarebbe riuscito a salvarli tutti, ma ottenere un’udienza a favore di coloro che non si erano schierati apertamente contro di lui era già qualcosa.
    Inoltre, il Lydden sembrava davvero dispiaciuto del suo operato, ma Astion con un gesto della mano fece capire che era oramai acqua passata.

    “Ormai non possiamo più cambiare quello che è stato fatto, capisco i perché avete agito in quel modo, vi sto solo avvisando per il futuro. Ora siete solo un ragazzo, neanche troppo pericoloso ai loro occhi. Ma più avanti? E posso assicurarvi che quando sarà di convenienza a qualcuno se non imparerete a gestire queste emozioni, le useranno contro di voi.”

    --
    Astion si riunì ai vari lord delle isole, che aspettavano inquieti la fine della cerimonia. Come biasimarli? Era tutto fin troppo noioso anche per Astion in qualche modo abituato alle cerimoniosità dell’Altopiano, figurarsi per gente come loro, immaginò che molti di loro avrebbero preferito trovarsi sulla propria nave a combattere contro una tempesta piuttosto che lì in quel monotono palazzo.
    L’unica nota positiva di quell’attesa fu rivedere Acone, che aveva portato anche suo figlio, il nipote del re. C’era molto che si dovevano dire, tanto di cui parlare, si ripromise di andarla a cercare una volta finita quell’interminabile farsa.
    Come gli altri del suo gruppo il Cavaliere di ferro perse completamente interesse per quello che stava succedendo e passò il suo tempo, commentando a bassa voce con la madre quanto fosse inutile quella farsa, fu colto quindi di sorpresa dalla dichiarazione del prossimo matrimonio del re. Quando, infine, l’alto Septon disse le fatidiche parole.

    “-Lunga vita al Re!-“

    Astion si accodò alle acclamazioni che seguirono, sperando vivamente che quello fosse l'inizio della tanto sperata pace, donandogli il tempo che gli serviva per rimettere in sesto la sua vita.

    Edited by Astion - 1/3/2021, 14:42
  7. .
    Astion imprecò sottovoce alle parole del re, quando questi chiese di mettere sottochiave i due Lord arrivati con Ausel. Che coloro che avevano imbracciato le armi contro la corona fossero spacciati era oramai chiaro, solo un folle o un idealista poteva credere il contrario ed il cavaliere di ferro sapeva di non poter fare più nulla per loro. Ma se ognuno dei Lord che aveva deciso di non imbracciare le armi contro i Targaryen fossero stati trattati in quel modo allora tutto sarebbe stato diverso, i Lord dell’Ovest rimasti non sarebbero venuti da soli al loro macello, e sebbene non più in grado di vincere o anche solo combattere una guerra, il regno avrebbe dovuto sprecare tempo e risorse preziose per debellare la loro presenza.
    Non fece neanche in tempo a pensare come poter risolvere la questione che immediatamente le guardie si fecero avanti per scortarli via. Come aveva immaginato Ausel si mise immediatamente in mezzo, cercando di fermare le guardie ed implorando il re di ascoltarlo.

    Che scena patetica, pensò il cavaliere.
    Ovviamente il Re non era stato lungimirante in questa scelta, era chiaro, ma sbraitare davanti all’intera corte sperando di far cambiare idea al re non avrebbe portato a nulla.
    Sicuramente non li avrebbero uccisi durante quella cerimonia e ci sarebbe stato il tempo per portare avanti il loro caso in un'altra sede. Senza pensare troppo si mosse a grandi passi verso il Lydden che era stato strattonato e messo da parte.

    “Mio signore, vi prego di scusare il mio intervento, ma devo andare a supportare quello che è dice questo giovane. E’ vero che molti dei Vassalli dei Lannister hanno alzato le armi contro di voi, ma altri quando è arrivato il momento di scegliere, hanno deciso che il loro posto era al vostro fianco. Questo è il caso di Lord Serrett, è stato il primo a scegliere la corona contro i Lannister, permettendomi di usare la loro città come testa di ponte nell’Ovest. Ma anche l’ormai defunto Lord Lydden, che schierandosi con noi mi ha permesso di recarmi a Castel Granito e prenderla in vostro nome senza aver paura di dovermi difendere da attacchi provenienti da Est. E come loro molti altri hanno preso questa decisione. Vi prego di permettermi di parlarvi di coloro che hanno scelto di aiutarvi nonostante i loro obblighi come bannerman di Tywin prima di prendere una decisione finale.”

    --

    Non poté fare altro che accettare la risposta del re e fece quindi un passo indietro andando ad avvicinarsi ad Ausel per poi portarlo lontano dalle prime file.
    Posò il suo sguardo severo sul giovane, prima di parlare.

    “Cosa credevi di fare? Volevi finire in galera anche tu? Non è questo il modo di rivolgersi al re, né tantomeno il luogo! Speriamo di avere l’occasione di portare avanti il nostro caso”

    Parole: 469
  8. .
    Astion tese la mano andando a stringere quella di Ausel.

    “Dubito la prossima guerra ci potrebbe vedere come rivali in qualunque caso, ma mi fa piacere sapere che potrò contare su di voi in futuro, fosse anche solo per avere un consiglio. Potresti diventare la voce della ragione, in questo maledetto continente.”

    Sempre ammesso che non cambi crescendo, la vita era strana e ti portava a cambiare. Anche lui era cambiato molto nel complesso, soprattutto negli ultimi anni. Lasciò andare la mano del ragazzo, per posarla sulla sua spalla.

    “Per quanto riguarda i lord catturati, posso prometterti che non verranno maltrattati fintanto che saranno sotto lamia custodia, e quando parlerò al re cercherò di parlamentare per loro, cercando di mantenere una specie di status-quo, qui nelle Westerlands… ma onestamente non credo che si salveranno. I Targaryen non sono famosi per la loro benevolenza. E considerando la situazione, penso che uccidere questi lord e ridistribuire le loro terre a quelli che si sono rivelati fedeli al Re sarà il modo più facile di gestire la situazione, se quello che dice il messaggio che abbiamo letto è vero e questa Illyria ha davvero intenzione di scatenare un putiferio allora avrà bisogno di quanto più sostegno possibile e quelle terre faranno gola a tanti.”

    Lo lasciò andare e si avviò verso la scrivania, per prendere un altro sorso di vino.

    “Ad ogni modo non pensiamoci ora, e speriamo di riuscire a salvarli.”

    Guardò verso l’esterno, l’ora si era fatta ormai tarda, e la stanchezza per quella giornata così lunga cominciava a farsi sentire.

    “Se non hai altre domande, me ne tornerei a finire la corrispondenza, la giornata è stata molto lunga e la stanchezza comincia farsi sentire.”

    Astion avrebbe aspettato le domande o proposte del giovane, qualora ve ne fossero state, e poi lo avrebbe accompagnato alla porta, aprendola per lui.

    “Ragazzo, tu mi piaci, sei molto risoluto per la tua età e soprattutto sembri sapere cosa vuoi, ho però un consiglio per te, impara a fissarti degli obbiettivi che siano tuoi, e sii un po’ più egoista, questa volta sei stato fortunato, hai incontrato delle persone che hanno visto in te qualcosa di più ed hanno accettato le tue proposte, ma hai rischiato di morire, molte volte oggi. E questa cosa mi dispiacerebbe, quindi fai in modo di imparare ad avere un po’ di amor proprio”

    Gli disse mentre usciva dalla sua stanza, attese qualche secondo per poi richiuderla e rimettersi seduto, la giornata era quasi finita, lui era stanco morto, ma aveva ancora parecchio da fare.
  9. .
    Il giovane Cavaliere sorrise alle ultime parole del Lydden, finalmente erano riusciti in qualche modo a chiarirsi, ma prima di rispondere voleva in qualche modo ragionare su quello che era successo, se i Florent non avessero attaccato, sarebbe comunque andato all’attacco? Guardò negli occhi Ausel sicuro di non voler mentire al ragazzo.

    “Se ho attaccato in quel momento è stato solo perché altrimenti avrei mandato al macello duemila dei miei soldati. Non duecento, duemila. Con una perdita del genere, anche se uno volesse togliere il fattore umano dall’equazione, i Lord dei Lannister si sarebbero ritrovati in netto vantaggio su di noi. Capisco che voi pensiate che eravamo noi in vantaggio per i numeri, ma la realtà è che i Lannister già con solo i loro uomini era più di noi, divisi ma più di noi, se duemila dei miei uomini fossero semplicemente scomparsi, allora non avrei avuto più i numeri necessari per proteggere la città”

    Si soffermò un attimo su quelle parole, non era una bugia, se si era ritrovato a dover attaccare il nemico in quelle condizioni che non lo avvantaggiavano era solo per l’atto di Lord Florent.

    “Allo stesso modo non posso sapere se gli eventi non mi avrebbero potuto costringere a fare la stessa scelta in un secondo momento, onestamente avevo mandato dei cavalieri a controllare la posizione e l’entità del campo nemico, ma sono stati trucidati, non ero nelle condizioni di attaccare, solo uno stolto attaccherebbe senza informazioni, così come ha fatto Lord Florent, che sono poi stato costretto a salvare, ed ha pagato con la sua vita per questa azione. Con il vostro ritorno avrei avuto già tutte le informazioni necessarie per mantenere lo status quo e soddisfare l’accordo stretto con la mia famiglia. Quindi no, in quel momento ho attaccato solo per dare una possibilità ai miei uomini di sopravvivere nel lungo termine, e non trascinare un'altra fazione in guerra. Posso essere sicuro al cento percento che la necessità della battaglia non si sarebbe presentata successivamente? No… ma se tutto fosse rimasto come quando siete partito allora posso dire che non ci sarebbe stato bisogno di ingaggiare battaglia. Se i Lannister si fossero fatti avanti per primi, forse la battaglia ci sarebbe stata in qualsiasi caso… ma di nuovo sono solo congetture.”

    Sorrise al giovane, sperando che le sue parole riuscissero a donare al Lydden le risposte che cercava.

    “Ad ogni modo non ero a conoscenza della voce sulla presa di Lannisport, ho solo fatto il mio dovere come comandante delle truppe. Se mi vorranno ricompensare con questa città sarò felice di accettarla, ma come vi ho già detto non sono sicuro che questo sarà il caso, sono pur sempre un uomo delle isole, e nonostante sia cresciuto nell’altopiano, certi pregiudizi sono duri a morire.”

    Si alzò quindi, andando verso la finestra e posando gli occhi sul via vai sottostante.

    “Qualunque sarà il risultato di questa guerra, purtroppo credo non sarà l’ultima nella nostra vita. Il trono rimane abbastanza debole, e se ha vinto la guerra è stato solo grazie ai suoi alleati, ed al suo drago. Questo ha dimostrato a tanti come flebile sia il potere dei Targaryen, e vi posso giurare che altri cercheranno di approfittare di questo. E se così sarà, spero di potervi contare tra i miei amici e non tra i nemici. Ammiro la convinzione con la quale avete tentato in tutti il modo di evitare la battaglia, ed ammiro il vostro coraggio. Farò quello che posso per far si che il nome dei Lydden sia benvoluto a corte, lo devo a vostro padre, ma anche a voi, per quello che avete fatto oggi. E se il tempo vorrà, potremo fare molto insieme per sistemare i problemi dell’Ovest, o come lord di Castel Granito o più semplicemente come amico. “
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    Il giovane cavaliere ripensò al suo incontro con il Lydden mentre si avvicinava alla parte della città dove i cavalieri dei Tyrell si stavano radunando per l’imminente scontro. Era rimasto piacevolmente colpito da Ausel, era ancora molto giovane ma sembrava pieno di speranza e soprattutto di una fede incrollabile nella sua missione. Purtroppo, non era troppo sicuro che il giovane Tasso sarebbe davvero riuscito a portare dalla sua parte i nobili Lannister o Tully, né aveva potuto promettere che non avrebbe attaccato a sud. La realtà era molto più complessa, sebbene in cuor suo Astion sperava di vedere tornare sano e salvo il ragazzo e doveva ammettere che non tutti avrebbero preso sul serio un giovane, che non aveva il coraggio di prendere una posizione per salvare delle vite. Si chiese anche se non lo avesse mandato verso la sua morte, era anche possibile che i Lannister non prendessero bene le sue parole e lo considerassero un traditore. Rabbrividì a quel pensiero e giurò a sé stesso che se fosse successo qualcosa al Lydden, la sua furia sarebbe ricaduta sui responsabili.

    Senza nemmeno accorgersene era arrivato finalmente in vista delle mura e non appena fuori vide Lord Tarly venirgli incontro. Ripensò a tutte quelle volte che lo aveva incontrato ad Altogiardino, ricordò anche l’ostilità, che come tutti i signori dell’altopiano, gli aveva riservato quando Mace al contrario di quanto gli fosse richiesto aveva deciso di trattarlo come un membro della famiglia Tyrell. Fu quindi molto sorpreso quando questi li venne incontro e gli strinse la mano da pari a pari. Era chiaro che in qualche modo ancora non lo considerasse un vero membro dell’Aristocrazia dell’Altopiano ma Randyll era un uomo pratico e sapeva bene che in guerra veniva fuori il vero valore delle persone.

    “Lord Tarly, sono felice di vedervi, il vostro aiuto così come il vostro parere sarà sempre ben accetto, quindi vi prego di non trattenervi in caso abbiate delle idee differenti dalle mie.”

    Si girò verso il figlio di Lord Tarly, Robert. Astion non lo conosceva, aveva avuto il piacere di incontrare qualche volta Garth, prima che egli perisse per il Tifo, se non ricordava male vi erano state delle voci da parte di Mace che premevano a far diventare il primogenito dei Tarly un suo scudiero, all’epoca non ne sarebbe stato felice, ma in quel momento un paio di mani in più non avrebbero certo fatto preoccupare il Goodbrother. Robert si presentò con un inchino formale.

    “L’onore è mio, Robert ma ti prego di non essere troppo formale con me, immagino tu sappia già che le smancerie di corte non siano il mio forte.”

    Gli rispose il Cavaliere di ferro tendendogli la mano, per poi girarsi di nuovo verso Randyll.

    “Per rispondere alle vostre domande, al momento la nostra situazione non è delle migliori, siamo circondati a sud vi è un contingente di truppe Lannister che ammonta a settemila soldati. A nord un altro Esercito di Tully e Lannister con altri settemila uomini, inoltre da Ovest sembra che Lord Tywin abbia scelto di fare un patto con i Greyjoy, la flotta di Ferro è in avvicinamento.”

    Rimase in silenzio per qualche minuto rendendosi conto di quanto fosse assurda quella situazione. Di tutti gli uomini in quel maledetto continente la difesa di Lannisport era stata incaricata a lui, un isolano, avrebbe dovuto combattere contro i suoi stessi parenti.
    Ad ogni modo tornò a guardare con aria seria Randyll.

    “Le difese della città sono solide e la popolazione non ci è troppo ostile, potremmo combatterli qui. E presumo questo sia quello che loro si aspettano, ma se devo essere sincero penso che sia meglio sconfiggerli al dettaglio. Ossia cercare di non farli unire e sconfiggere delle unità più piccole invece di cercare una grande battaglia Campale. Intanto stiamo aumentando le difese nel porto, in modo tale da costringere la flotta di Ferro in una simil battaglia terrestre piuttosto che in mare in quanto non abbiamo né i numeri né tantomeno l’esperienza per sconfiggerli in mare… Inoltre se dovessimo fargli capire che la conquista della città costasse troppo in termini di vite umane non credo che ci attaccheranno, le razzie sono il forte dei Greyjoy non la guerra.”

    Il giovane smise di parlare perdendo il suo sguardo verso l’accampamento dei suoi soldati e il via vai di cavalieri indaffarati.

    “Direi di Aspettare il ritorno degli esploratori e poi decidere il da farsi. Idealmente la cosa migliore sarebbe quella di attaccare nel cuore della notte, quando meno se lo aspettano, se riuscissimo a togliere quei settemila uomini dall’equazione allora tutto sarebbe molto più facile.”

    Astion sorrise ai suoi interlocutori per poi aggiungere.

    “Durante questa guerra ho avuto modo di capire quanto la vita di queste persone sia importante per me. Per tutta la durata della mia Giovinezza ho avuto dei seri problemi a capire dove appartenessi. Eppure quando mi è stata data la scelta, non ho esitato a rimanere nell’Altopiano. Ed ho preso una decisione, quando questa guerra sarà finita ho intenzione di abbandonare la mia casata ed iniziare qualcosa di nuovo nell’Altopiano, una nuova famiglia, speravo di avere il vostro supporto in questa mia decisione.”


    Parole: 860
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    Una, due, tre spallate e finalmente la massiccia porta di legno si lasciò piegare dalla forza dell’uomo di ferro scaraventandosi a terra con un forte tonfo. Davanti a loro si aprì un piccolo corridoio, che dava l’impressione di essere una specie di anticamera dove vi erano presenti altre due porte molto simili nelle quali erano presumibilmente “incarcerati” i possessori delle voci che avevano risposto al suo richiamo. Intravide immediatamente delle chiavi che sembravano essere in grado di aprire le porte. Si girò come a volerle mostrare a Tosco quando si accorse che aveva trovato una specie di Mappa. Molto lugubre certamente ma senza dubbio interessante. Spese qualche secondo cercando di mettere a fuoco le immagini, il sangue rappreso sembrava rendere ancora più lugubre alla mappa.

    “Ben fatto”

    Disse a Tosco indicando la mappa, per fortuna aveva quel volpone con lui, le cose sarebbero state molto più complicate altrimenti.

    “Insomma siamo riusciti ad espugnare Lannisport e Castelgranito, non credo che uscire da qui possa essere troppo più difficile.”


    In realtà non lo pensava, però sentiva il bisogno di far trasparire fiducia nelle loro capacità e soprattutto far capire che non era il caso di disperarsi infondo non sapevano veramente cosa stesse succedendo.

    Il Giovane Redwyne gli fece cenno di aprire le altre due porte, mentre si apprestava a controllare la stanza subito alla loro sinistra.

    “Vai controlla pure apro io le porte, mi raccomando dovessi trovare qualcosa di utile fai un fischio”

    Non attese una risposta dall’altro fidandosi ciecamente di Tosco e si mise ad armeggiare con le chiavi.

    “Adesso aprirò le vostre porte, potete uscire tranquillamente il corridoio fuori non sembra pericoloso.”

    Parlò a voce più alta per farsi sentire in tutte e due le stanze, sperando in qualche modo di inspirare un po’ di fiducia a quegli sconosciuti, solo gli dei sapevano cosa avrebbero dovuto affrontare insieme.
    Il cavaliere di Ferro aprì le due celle, lasciando spazio a coloro che le occupavano, senza tempestarli di domande ma sfoggiando un timido e traballante sorriso, come per cercare di fargli capire che erano sulla stessa barca. O meglio castello.
    Una volta che ebbe tutti sotto il suo sguardo sperò intensamente che almeno uno di quelle persone avesse una minima idea di cosa stesse succedendo.

    “Mi chiamo Astion e quello laggiù che sta controllando la stanza più avanti è Tosco, qualcuno di voi ha qualche idea di come siamo finiti qui? L’ultima cosa che ricordo è stato addormentarmi a Castel Granito…”
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    Il freddo, un freddo così intenso da ricordare al giovane tutti i rigidi inverni passati nella sua spoglia casa nelle isole… eppure come poteva essere così freddo? Castel Granito era sicuramente più a nord dell’Altopiano eppure neanche nelle notti passate nella tenda dell’accampamento faceva così freddo. Astion aprì gli occhi, esterrefatto. Era in una cella, almeno così pareva a prima vista… come era possibile? Cercò di ricordare, ma l’unica cosa che gli tornava in mente era la chiacchierata della sera prima con Ser Flower prima di addormentarsi… erano forse stati attaccati ed era stato fatto prigioniero? Ma come non poteva essersi accorto di una cosa del genere? Si mise a sedere cercando di mettere a fuoco meglio la situazione quando un forte urlo di una donna, arrivò alle orecchie del cavaliere di ferro… ora che si era svegliato del tutto e che la sua vista era tornata alla normalità poté finalmente rendersi conto che non era solo nella cella, accanto a lui vi era Tosco. Come era possibile lui era partito per il nord! Solo allora cercò di ragionare meglio, stava sognando, era l’unica soluzione!

    “Che Cazzo succede?!”

    Lo disse senza pensarci, ma ad una voce più alta di quella che normalmente avrebbe usato, visibilmente alterato.

    “Tosco! Non eri in viaggio per il nord? Hai idea di dove siamo finiti?”

    Le domande poste al neo Lord di Arobor erano per lo più retoriche, certo che non lo sapeva. Astion cercò di esaminare la stanza dove si trovavano, non era molto grande, ma abbastanza da non costringerli ad essere troppo vicini. La porta che avevano davanti sembrava abbastanza robusta, ma pur sempre di legno…

    Sospirò pesantemente, perché aveva la sensazione che una storia del genere l’aveva già vissuta? Istintivamente si passò la mano sull’orecchio come a volersi sincerare di averlo ancora attaccato… Perché quel gesto? Mah solo il tempo avrebbe potuto svelarlo! Ad ogni modo sembrava troppo reale per essere un sogno eppure non era sicuramente la realtà… che fosse caduto in un limbo? Magari l’abissale voleva punirlo per la sua blasfemia?

    In tutto ciò si accorse di essere riuscito a calmarsi completamente.

    “Tosco tu cerca in giro, magari c’è qualcosa di utile nella stanza, io provo a saggiare la robustezza della porta.”

    Per prima cosa Astion poggiò il proprio orecchio sulla porta, sentì dei rumori molto ovattati forse c’era qualcun altro?

    “Hey! C’è Qualcuno!?”

    Urlò nella speranza di poter avere aiuto da qualcuno…poi però senza aspettare incominciò a dare qualche leggera spallata alla porta di legno, per saggiarne l’effettiva consistenza, per poi se avesse reputato possibile buttarla giù andare con tutta la sua forza e sperare di salvare lui e Tosco da quello strano inferno.
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    Situazione attuale
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    Squadra Kiwi


    Astion era rimasto sconvolto dalla svolta che avevano preso gli eventi lì nel continente occidentale. Neanche era iniziata la guerra contro Tywin e poi all’improvviso BAM! Una Mormont assetata di sangue sul trono di Westeros. Ma soprattutto quello che faceva stranire Astion era il tempo. Cioè oddio tutti sapevano che erano passati cinque anni e che la Regina aveva conquistato il trono usando la sua collana magica (Che per inciso nessuno aveva mai visto attivata) ma chiedendo a chiunque nessuno avrebbe potuto dirti con esattezza come avesse passato quei cinque anni. Era come se semplicemente il tempo fosse andato avanti da solo, senza che Astion e tutti quelli come lui potessero fare nulla. Ma ovviamente Astion sapeva che una cosa del genere era impossibile eppure ora si trovava lì davanti alla fortezza Rossa senza neanche ricordarsi come aveva viaggiato da Altogiardino.
    L’entrata alla fortezza era controllata da Red Karstark attorniato dalle sue piccole brute, Astion aveva vaghi ricordi del guerriero del nord, probabilmente si erano incontrati durante la guerra che nessuno ricordava. Li portò quindi al cospetto della regina, o della Khaleesi come aveva detto il nuovo governatore della città. Ma quello che attirò più l’attenzione di Astion fu la Nuova Aconé. Certo quasi nessuno avrebbe potuto riconoscerla così, ma infondo Astion era il suo fratellastro ed in qualche modo era riuscito a riconoscerla provando qualcosa a metà tra l’attrazione e la tristezza vedendo quello che era diventata.

    *Tutta questa è un’idea di Frà ne sono sicuro!*

    Queste parole fecero sussultare Astion

    “Che hai detto?”

    Chiese immediatamente a quello davanti che lo squadrò con aria interrogativa, facendo capire in modo abbastanza chiaro che non aveva parlato.

    *Ma sei cretino Astion che ti urli!*


    Immediatamente il cavaliere avvertì un forte colpo al collo come uno scappellotto si girò di scatto cercando di capire chi fosse stato ma senza risultato.

    *Dio Santo! Vedi che forse qualche punto in Conoscenze lo avrei dovuto investire, tutto muscoli e poco cervello. Sono qui! Dentro di Te!*

    Astion si pietrificò in mezzo alla sala.

    *So che stai per parlare di nuovo ad alta voce, ma non c’è bisogno per parlare con me basta pensare su, e smetti ci comportarti in maniera strana! Altrimenti capiranno che c’è qualcosa che non va!*

    Il giovane Goodbrother rimase in silenzio per qualche momento mentre la fila per omaggiare la regina tagliandosi l’orecchio andava avanti.

    *Chi sei?*

    *Eh Chi sono… io sono te, o meglio io sono me e tu sei una proiezione di me… Oh Cribbio è abbastanza complicato, sappi che io ho creato te… E sì sono il tuo creatore.*

    *Sei l’abissale?!*

    *Non essere sciocco! Lo sai benissimo che l’Abissale non esiste, ti ho creato Ateo dopo tutto! Io sono Edoardo il tuo creatore e sono qui perché dobbiamo rubare quella collana!*


    *Ma sei scemo la collana della regina?! Vuoi forse farmi uccidere!?*

    *Oh ma tu non moriresti adesso! Insomma questo è solo uno spin-off una fan-Fiction… Ah ma tu non sai quello che vuol dire, beh sappi che non morirai! Basta che ti fidi di me!*

    *La fai facile tu! *

    Senza neanche accorgersene era arrivato il loro turno per dare l’omaggio alla Regina e le guardie reali, ma soprattutto Caleb stava squadrando in “Cagnesco” Astion.

    *Ecco Adesso siamo arrivati devo tagliarmi l’orecchio!*


    *Oh non ti preoccupare… Facciamo così ora vai e ti tagli l’orecchio io farò in modo che non ti faccia male… se così sarà tu mi crederai e mi aiuterai a rubare la collana!*

    *Ma perché è così importante questa collana? *

    *Serve per riportare l’equilibrio nelle Ciollimpiadi*

    *Nelle cosa?*

    *Non stare a fare troppe domande, allora ci stai?*

    *Ci sto!*

    Subito dopo aver assentito ad aiutare il suo creatore Astion sentì in lontananza alcuni rumori strani come se qualcuno stesse premendo dei tasti.

    *Ecco ho modificato la tua scheda, adesso non puoi provare dolore*

    *La mia che?*


    *E Smettila di fare domande e vai a tagliarti l’orecchio!*

    Sconsolato Astion prese il coltello e lo passò sull’orecchio tagliandolo di netto. L’ondata di dolore che avrebbe dovuto invaderlo non si presentò lasciando il Goodbrother senza parole.


    *Non ti ha fatto male eh?*


    *Ma come è possibile?*

    *Oh Aspetta e vedrai faremo anche di meglio*

    Astion da lontano sentì altro rumore di tasti e immediatamente dopo il suo orecchio cominciò a ricrescere.

    *Oh ecco come un vero Namecciano!*

    *Per gli déi che magia è mai questa?!”

    *Che Stregoneria! Non magia porca miseria Astion almeno prendi le citazioni per bene! Non potresti proprio vivere nel ventunesimo secolo.*

    Intanto i due si erano da qualche minuto allontanati dal trono e nessuno sembrava troppo interessato a loro.

    *E ora che si fa?*

    *Ora si aspetta mentre cerchiamo l’occasione giusta per rubare la collana!*

    Astion prese posto nello scranno più vicino. Era una giornata maledetta dagli Déi e sperò che finisse meglio di come era iniziata.
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    Approvato:

    Ottieni

    Pe: 5 -1(Tratto) +1(mod) + 1(Lunghezza) =6 PE

    Competenza: Conoscenze Religiose 2
16 replies since 9/4/2009
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