Danza dei Draghi

129 A.A. - 131 A.A.

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    Danza dei Draghi


    129 A.A. - 131 A.A.




    La Danza dei Draghi è un conflitto civile scoppiato sotto il governo della dinastia Targaryen. È una guerra di successione combattuta fra i sostenitori di Aegon II e quelli della di lui sorellastra Rhaenyra. I due Targaryen si contendono il trono del padre, il defunto re Viserys I. Lo scontro armato, che dura dal 129 A.A. al 131 A.A., si conclude con la morte di entrambi i pretendenti e con la conseguente incoronazione di Aegon III, figlio di Rhaenyra.

    Preludio
    Dalla prima moglie Aemma Arryn, re Viserys I ha avuto tre figli, dei quali soltanto la principessa Rhanyra, l’unica femmina, raggiunge l’età adulta. In assenza di un erede maschio, il sovrano educa quest’ultima di modo che sia lei a succedergli alla sua morte. A questo proposito, le impartisce lezioni di politica, la coinvolge negli affari di stato e le permette di partecipare alle assemblee del Concilio Ristretto. La principessa si guadagna in fretta schiere di simpatizzanti e sostenitori, ma, nell’anno 106 A.A., morta la regina Aemma, Viserys si risposa con Alicent Hightower. Dall’unione nascono altri quattro figli, tre maschi e una femmina, di cui il maggiore è il futuro Aegon II. Tuttavia, nonostante la nascita di ben tre figli maschi, Viserys continua a considerare Rhaenyra, la figlia di primo letto, come sua erede in linea diretta. Ella va in sposa a Ser Laenor Velaryon (il quale ha a sua volta sangue di drago nelle vene per parte della madre, la principessa Rhaenys Targaryen), dal quale ha tre figli maschi. La loro paternità è contestata da chi vocifera che siano nati dalla relazione extraconiugale della principessa col suo presunto amante, Ser Harwin Strong.

    Alla morte di Laenor Velaryon, Rhaenyra sposa lo zio, il principe Daemon Targaryen, fratello minore del padre Viserys I. Dall’unione nascono due futuri sovrani dei Sette Regni: Aegon III (inizialmente chiamato Aegon il Giovane per distinguerlo dallo zio Aegon II, detto Aegon il Vecchio) e Viserys II. Il diritto di Rhaenyra al Trono di Spade è confermato pubblicamente da re Viserys, come pure nel di lui testamento. Nel 105 A.A., centinaia di lord e cavalieri giurano fedeltà alla principessa.
    Nell’anno 111 A.A., ad Approdo del Re si tiene un gran torneo in occasione del quinto anniversario di matrimonio dei coniugi reali. Al banchetto d’apertura, la regina Alicent indossa un abito verde, mentre la principessa Rhaenyra veste platealmente dei colori dei Targaryen: rosso e nero. Da qui in poi, diviene abitudine parlare di “verdi” in riferimento al partito della regina e di “neri in riferimento a quello della principessa. Nella competizione, i neri riportano la vittoria quando Ser Criston Cole, campione della principessa Rhaenyra, disarciona tutti i sostenitori della regina Alicent, tra cui due dei di lei cugini e il fratello minore, Ser Gwayne Hightower.
    Il rapporto fra Rhaenyra e la matrigna Alicent, dapprima buono, va via via incrinandosi, poiché entrambe desiderano essere la prima donna del regno, ben sapendo che vi è posto solo per una di loro. A causa della competizione fra le due, i figli dell’una non simpatizzano con i figli dell’altra e, inoltre, Ser Otto Hightower, padre della regina, non cela più il suo disprezzo per il principe Daemon, esistente sin dai primi anni del regno di Viserys.

    La Danza dei Draghi

    Convocazione del Concilio Ristretto

    Re Viserys I Targaryen muore il terzo giorno del terzo mese dell’anno 129 A.A. La regina vedova Alicent e Ser Criston Cole (ora uno dei sostenitori di quest’ultima) ordinano alla Guardia Reale di convocare i membri del Concilio Ristretto. Nel corso dell’assemblea, emerge in breve la questione dell’incoronazione di Rhaenyra, ma Ser Otto Hightower, il Primo Cavaliere del Re, annuncia che sarà un altro sovrano a sedere sul trono. Lord Lyman Beesbury, il Maestro del Conio, ribadisce che la corona spetta a Rhaenyra e difende i di lei diritti sebbene parecchi altri membri del concilio si schierino contro di lui.

    Ser Tyland Lannister afferma che il giuramento fatto a Rhaenyra nel 105 A.A., ventiquattro anni prima, non è stato prestato da loro presenti e Verga di Ferro (Jasper Wylde) osserva che lo stesso Vecchio Re ha preferito per ben due volte un erede maschio alla principessa Rhaenys. Infine, Ser Otto ricorda che Rhaenyra è sposata con Daemon, il quale, nel caso la moglie erediti il trono, diventerebbe il vero sovrano, un sovrano crudele. Inoltre, se Rhaenyra venisse incoronata, sia lui che la figlia Alicent ed i figli di quest’ultima verrebbero senza dubbio giustiziati. Più tardi, si riporta che Aegon accetti la corona con riluttanza e solo per evitare che la madre, i fratelli ed i figli avuti con la sorella vengano fatti uccidere da Rhaenyra.

    Il Gran Maestro Orwyle prevede una guerra, credendo, a buon ragione, che Rhaenyra non rinuncerà mai al trono che le spetta di diritto e, se necessario, cercherà di prenderselo con l’aiuto dei suoi draghi. Lord Beesbury fa anche notare che la principessa ha molti sostenitori e che egli stesso si rifiuta di starsene seduto ad ascoltare mentre si cospira per sottrarle la corona. Alzatosi, è obbligato a tornare a sedersi da Ser Criston Cole, il quale, a tal punto, gli apre la gola con un colpo di spada. Lord Beesbury diviene dunque la prima delle innumerevoli vittime della Danza dei Draghi.
    Eliminato Beesbury, il Concilio Verde porta avanti i suoi progetti, giurando fedeltà al nuovo re, arrestando tutti i sostenitori di Rhaenyra presenti nella capitale ed inviando corvi a tutti coloro che potrebbero sposare la causa di Aegon. Nel frattempo, ancora ignara di tutto, Rhaenyra si trova a Roccia del Drago.

    Incoronazione di Aegon II

    Il principe Aemond viene mandato a Capo Tempesta per ingraziarsi l’appoggio di Lord Borros Baratheon con l’offerta di sposare una delle di lui figlie. Quando lascia la Fortezza Rossa, il tanfo emanato dal cadavere in decomposizione di Viserys I si è ormai sparso dal di lui letto di morte in tutto il Fortino di Maegor. Il decesso del sovrano è dunque (ma solo sette giorni dopo) reso noto alla città e il corpo è affidato alle Sorelle del Silenzio.
    I preparativi per l’incoronazione di Aegon si svolgono in fretta. È Ser Criston Cole a posare la corona di Aegon il Conquistatore sul capo del ragazzo, mentre Alicent Hightower incorona la sorella e regina consorte del figlio, Helaena.
    La notte che precede la cerimonia d’incoronazione ha tuttavia luogo la prima diserzione. Ser Steffon Darklyn ha infatti lasciato la città portando con sé anche la corona indossata da re Viserys I e, in precedenza, dal di lui nonno Jaehaerys I.
    Intanto, a Roccia del Drago, Rhaenyra, incinta del suo sesto figlio, viene a conoscenza della morte del padre e dell’usurpazione operata ai suoi danni dal fratellastro. L’ira le procura un travaglio prematuro che dura per tre giorni e al termine del quale viene al mondo una bambina deforme (e subito deceduta) a cui la madre dà nome Visenya.
    Dopo il difficile e sventurato parto, Rhaenyra giura vendetta contro i verdi e cerca di recuperare le forze necessarie a lasciare Roccia del Drago per conquistare il trono.

    Il Concilio Nero

    Rhaenyra forma un suo concilio, il Concilio Nero. Ne fanno parte, fra gli altri, il principe Daemon suo marito, i suoi tre figli maggiori della Casa Velaryon (Jacaerys, Lucerys e Joffrey), Lord Corlys Velaryon e la di lui moglie, la principessa Rhaenys Targaryen.
    I neri dispongono di più draghi rispetto agli avversari, ma questo non è un gran vantaggio se si considera che di questi nove solamente cinque sono abbastanza grandi per combattere e che i verdi hanno dalla loro parte Vhagar.

    Fiducioso d’avere alleati nelle Terre dei Fiumi che non attendono altro di potersi riunire in un esercito, il principe Daemon decide di conquistare Harrenhal con l’aiuto del suo drago Caraxes per poter impiegare l’enorme castello come base militare. Nel frattempo, Rhaenyra resterà a Roccia del Drago per riprendersi adeguatamente dal parto. I Velaryon bloccano il Condotto e il principe Daemon condivide la speranza di riuscire in tal modo a provocare Aegon il Vecchio, un ragazzo focoso, inducendolo a compiere un qualche gesto avventato.

    La principessa Rhaenys è convinta che Capo Tempesta si schiererà dalla parte di Rhaenyra, poiché Lord Boremund Baratheon, il defunto padre di Lord Borros, ha sempre appoggiato quest’ultima in vita.
    Anche se il Nord è troppo lontano per ricoprire un ruolo decisivo nella guerra, i neri inviano corvi anche ai lord di quelle terre. A Jacaerys, l’erede di Rhaenyra, è assegnato il compito di recarsi dalla Vergine della Valle, dagli Stark di Grande Inverno e dai Manderly di Porto Bianco. Lucerys, il secondogenito di Rhaenyra, raggiungerà invece Capo Tempesta, incaricato di una missione a detta di tutti ben più breve e meno pericolosa.

    Una volta prese simili decisioni, Rhaenyra è incoronata regina con la corona del padre e del suo bisnonno, portata a lei dalla capitale da Ser Steffon Darklyn. Il principe Daemon suo marito è nominato Protettore del Reame e Jacaerys diviene, a livello titolare, principe di Roccia del Drago ed erede in linea diretta al Trono di Spade. Rhaenyra accusa dunque di tradimento Ser Otto Hightower e la regina vedova Alicent, concedendo il perdono ai suoi fratellastri a patto che questi le giurino fedeltà. In tutta risposta, re Aegon II dichiara a sua volta Rhaenyra e Daemon traditori del Trono di Spade.

    Nella speranza che la disputa possa ancora concludersi pacificamente, il Gran Maestro Orwyle si reca a Roccia del Drago per un colloquio con Rhaenyra. A quest’ultima ed ai suoi sostenitori viene proposto un accordo diplomatico per evitare una fratricidio, ma la regina rifiuta. Poco dopo, la flotta di Lord Corlys salpa per bloccare il Condotto, Jace e Luke cavalcano i loro draghi carichi di richieste d’appoggio e Daemon monta Caraxes e parte in direzione del Tridente.

    Harrenhal cade ben presto nelle mani del principe Targaryen e Ser Simon Strong, il castellano, è fatto prigioniero assieme ad una dozzina d’altri ostaggi importanti, tra cui i di lui nipoti. Nel frattempo, anche la missione di Jace ha successo: Lady Jeyne Arryn, i lord delle case Manderly, Borrell e Sunderland e, infine, Lord Cregan Stark, hanno giurato fedeltà a Rhaenyra e alla sua causa.

    La Danza sul Golfo dei Naufragi

    Lucerys è intanto giunto in volo a Capo Tempesta, appena prima che si scateni un violento temporale. Lo aspetta però una brutta sorpresa: il principe Aemond, cavalcando Vhagar, l’ha preceduto. Egli comincia subito ad insultarlo per provocare una lite, accusandolo d’essere un bastardo della Casa Strong. Lucerys, che ha solennemente giurato a sua madre di non prender parte ad alcun combattimento, lo ignora e consegna comunque il suo messaggio a Lord Borros. Questi, letta la missiva, chiede dunque al ragazzo quale delle sue figlie intenda sposare in cambio del suo appoggio a Rhaenyra. Lucerys ammette allora d’essere già fidanzato a sua cugina Rhaena, al che Lord Borros gli chiede di lasciare il castello.
    Prima che Lucerys abbia il tempo di uscire dalla Sala Rotonda, Aemond sguaina la spada, ma il signore di Capo Tempesta, allarmato, lo trattiene:

    "È venuto quale emissario. Non permetterò che sangue venga versato sotto il mio tetto."

    Una volta fuori, Lucerys torna in groppa al suo drago e i due prendono il volo. Lord Borros riferisce ad Aemond che non si ritiene responsabile di qualunque cosa egli deciderà di fare fuori dalle mura del suo castello. A questo punto, le guardie del lord si fanno da parte, permettendo ad Aemond di lasciare la sala.
    Fuori imperversa una tremenda tempesta. Sebbene giovane e agile, Arrax è rallentato dal maltempo ed in breve raggiunto da Vhagar, montata dal principe Aemond, in cerca di vendetta contro Lucerys, il quale, tempo prima, gli ha cavato un occhio. La lotta fra i due draghi non si protrae a lungo. Vhagar, cinque volte più grande dell’avversario, abbatte quest’ultimo con facilità. Arrax precipita nel mare in burrasca e la sua testa ed il suo collo sono rinvenuti a riva tre giorni più tardi assieme al cadavere del principe Lucerys. In merito all'omicidio, l’Arcimaestro Gyldayn osserva:

    "Con la sua morte, la guerra combattuta da corvi ed emissari e patti nuziali arrivò alla fine. A cominciare in pieno furore fu la guerra fatta di fuoco e sangue."

    Sangue e Formaggio

    Alla notizia della morte di Lucerys, Rhaenyra ha un crollo nervoso. Un corvo giunge da Harrenhal, consegnando un messaggio vergato dal principe Daemon:

    "Occhio per occhio, figlio per figlio. Lucerys sarà vendicato."

    Daemon si è fatto molti amici nei bassifondi di Approdo del Re, a corte e fra le Cappe Dorate. Mysaria, in precedenza sua amante, assolda due loschi individui di cui la storia ricorda solo i soprannomi: Sangue, un ex membro della Guardia Cittadina, e Formaggio, un acchiappatopi della Fortezza Rossa.
    Formaggio conduce Sangue nel ventre della Fortezza Rossa sino alla Torre del Primo Cavaliere servendosi di un passaggio segreto ed aprendo porte nascoste. Mentre Sangue uccide la serva della regina vedova Alicent, Formaggio lega ed imbavaglia quest’ultima. Ai due non resta che attendere l’arrivo della regina Helaena e dei suoi tre bambini, coi quali ella si reca tutte le sere a far visita alla madre. Una volta che essi fanno il loro ingresso, Sangue spranga la porta e trucida le loro guardie mentre Formaggio agguanta il piccolo Maelor. L’acchiappatopi rivolge dunque a Helaena la fatidica domanda:

    "Qual è che vuol perdere, vostra grazia?"

    Helaena è costretta dai due sicari, presentatisi come “quelli che riscuotono i debiti”, a scegliere quale dei suoi due figli maschi verrà ucciso. Disperata, la regina offre se stessa, ma invano: dev’essere un figlio maschio a morire. Formaggio le intima di scegliere in fretta per impedire che Sangue, persa la pazienza, stupri sua figlia Jaehaera. Infine, con estrema riluttanza, Helaena fa il nome del più piccolo dei suoi figli, Maelor, ma Sangue, rivolgendole un sogghigno, assassina il figlio ch’ella ha voluto risparmiare, Jaehaerys, di sei anni. Come promesso, i due uomini non fanno del male né alla regina né ai suoi figli ancora in vita, dileguandosi con la testa mozzata del principino. Dopo l’accaduto, Helaena sprofonda lentamente ma inesorabilmente nella follia. Senza più poter alzare gli occhi su Maelor, ch’ella ha condannato a morte pronunciandone il nome, la regina trascorre i suoi giorni piangendo, chiusa nelle sue stanze. I suoi due bambini sopravvissuti sono affidati alle cure della nonna, la regina vedova Alicent.

    La Battaglia di Riposo di Corvo

    Dopo la caduta di Harrenhal, i sostenitori di re Aegon II sono sconfitti nella Battaglia del Mulino in Fiamme, combattuta presso Stone Hedge. Per il giovane sovrano, la situazione si fa problematica. I corvi fanno ritorno dall’Altopiano e, mentre la Casa Hightower di Vecchia Città ed Arbor si schierano fermamente dalla sua parte, Lord Costayne di Tre Torri, Lord Mullendore di Terrealte, Lord Alan Tarly di Collina del Corno, Lord Rowan di Goldengrove e Lord Grimm di Scudo Grigio giurano tutti fedeltà a Rhaenyra, così come la Valle, Porto Bianco, Grande Inverno, i Blackwood di Raventree Hall ed altri lord delle Terre dei Fiumi, i quali si stanno adunando ad Harrenhal.
    Assieme alla chiusura del Condotto, ciò contribuisce ad alimentare la collera di Aegon nei confronti del suo Primo Cavaliere, Ser Otto Hightower. Quest’ultimo, convinto che il principe Daemon, il temibile braccio destro di Rhaenyra, sia anche il maggior punto debole fra i sostenitori della pretendente, si assicura l’appoggio del Regno delle Tre Figlie, che hanno il controllo sul Mare Stretto – Daemon si è appunto creato numerosi nemici nel Continente Orientale attraverso le sue scorribande – nella speranza di poter usufruire della loro flotta per affrontare il Serpente di Mare.
    Aegon s’è però ormai spazientito e Ser Otto viene licenziato dal suo incarico. Al suo posto, viene nominato Ser Criston Cole, il quale, mettendosi subito al lavoro per pianificare la prossima mossa, si rivolge al re in tal modo:

    "Non è degno di te andare a chiedere il sostegno dei tuoi stessi lord, nemmeno tu fossi un mendicante che supplica l’elemosina. Tu sei il re di diritto di Westeros, e tutti coloro i quali lo negano sono traditori. È venuto il tempo che si rendano conto di quale sia il prezzo del tradimento."

    Larys Strong possiede una lista con i nomi di tutti coloro che hanno presenziato all’incoronazione di Rhaenyra a Roccia del Drago. Quelli che, fra loro, vivono su delle isole (i Velaryon e i Celtigar) possono essere raggiunti solo con adeguate forze navali, ma i lord le cui sedi si trovano sul continente non hanno il mare a difenderli e sono facile preda della collera di Aegon. In breve tempo, Duskendale cade nelle mani dei verdi e Lord Darklyn è decapitato per essersi unito a Rhaenyra. Ser Criston rivolge dunque la sua attenzione a Riposo del Corvo, sede della Casa Staunton.
    Lord Staunton fa chiudere ogni entrata al castello e batte i suoi aggressori, senza poter tuttavia difendere il popolino. A corto di provviste, egli manda un corvo a Roccia del Drago, chiedendo aiuto. Il suo appello è accolto dalla principessa Rhaenys, che giunge in groppa al suo drago Meleys. Tuttavia, Ser Criston, che si aspettava l’arrivo di un drago, ha fatto preparare scorpioni, archi lunghi e balestre con i quali i suoi uomini attaccano la bestia, riuscendo solo a farla inferocire.

    A questo punto, scendono in campo anche Sunfyre e Vhagar, contro il cui assalto combinato Meleys non ha speranze di vittoria. I draghi si scontrano a circa cento piedi d’altezza. Quando gli artigli di Meleys si serrano attorno al collo di Sunfyre, Vahgar piomba su entrambi e tutti e tre precipitano a terra. Dalle ceneri, solamente Vhagar si rialza illesa. Sunfyre ha un’ala in procinto di staccarsi dal corpo ed il suo cavaliere, re Aegon II, ha diverse ossa rotte e ustioni. Il cadavere carbonizzato della principessa Rhaenys è rinvenuto accanto alla carcassa di Meleys. Dopo la battaglia, il principe Aemond e Ser Criston prendono Riposo del Corvo giustiziando tutte le guardie. La testa mozzata di Meleys è portata ad Approdo del Re. A tale vista, migliaia di uomini e donne del popolino lasciano la capitale in preda al terrore, almeno finché le porte della città non vengono fatte chiudere dalla regina vedova Alicent.

    Re Aegon II è riportato alla Fortezza Rossa, dove i maestri si occupano delle sue ferite. Il sovrano è in gravi condizioni e, sotto l’effetto del latte di papavero, dorme nove ore di seguito per ogni dieci da sveglio. Il suo drago Sunfyre, incapace di volare e troppo grande per poter essere trasportato, rimane a Riposo del Corvo, vegliato da guardie incaricate di nutrirlo. Essendo Aegon impossibilitato a governare, il principe Aemond assume il ruolo di principe reggente e quello di Protettore del Reame.

    I Semi di Drago

    Appresa la notizia della morte di sua moglie Rhaenys, Lord Corlys minaccia d’abbandonare Rhaenyra, ma il principe Jacaerys lo convince a restare nominandolo Primo Cavaliere della Regina. Insieme, nonno e nipote pianificano l’assalto ad Approdo del Re. Il principe Joffrey viene mandato al sicuro nella Valle. Viaggiando in sella al suo drago Tyraxes, il ragazzo prende con sé la cugina, Lady Rhaena, la quale possiede tre uova di drago. Il principe Aegon il Giovane e suo fratello minore, il principe Viserys, sono invece imbarcati sulla Lieta Seduzione, un mercantile pentoshi, perché attraversino il Mare Stretto e siano dunque posti sotto la protezione di un principe di Pentos amico di loro padre Daemon fino a quando loro madre Rhaenyra non si sarà impossessata del trono.

    Vhagar è l’unico drago rimasto a difesa di Approdo del Re (anche Dreamfyre è nella città, ma la regina Helaena, impazzita dal dolore per l’uccisione del figlio maggiore, non è più in grado di montarla) e Jacaerys intende dunque attaccare la capitale con il maggior numero di draghi possibile. A Roccia del Drago ci sono ben sei draghi, ma tutti privi di cavaliere. Jacaerys lancia perciò un appello ai semi di drago dell’isola, promettendo ricchezze, terre ed il titolo di cavaliere a chiunque di loro sia in grado di domare una delle bestie. Sono in molti a presentarsi all’appello e tra loro ci sono pure alcune donne. Nel tentativo, perdono la vita sedici uomini, tra cui il Lord Comandante Steffon Darklyn, mentre altri quarantotto escono dall’impresa gravemente ustionati o mutilati. Infine, quattro sono i nuovi cavalieri di draghi dei neri: Hugh Martello, riuscito a montare Vermithor, Ulf il Bianco, che ha saputo cavalcare Ali d’Argento, Addam di Hull, che fa coppia con Mare Infuocato e, in ultimo, Nettles, una ragazzina che si è conquistata la fiducia di Ladro di Pecore

    Lord Corlys chiede a Rhaenyra di rimuovere il marchio del bastardo da Addam e suo fratello Alyn, rendendoli dei Velaryon a tutti gli effetti. Una volta esaudito, il Serpente di Mare nomina il valoroso Addam erede di Driftmark.

    Battaglia del Condotto

    Preludio

    Dopo che il castello di Harrenhal si è arreso al principe Daemon Targaryen e che ai verdi sono state inferte ulteriori altre sconfitte, Ser Otto Hightower, Primo Cavaliere di re Aegon II, escogita un piano per forzare il blocco navale dei Velaryon, i quali hanno chiuso il Condotto per impedire l’arrivo di approvvigionamenti ai nemici. Ser Otto attraversa il Mare Stretto in cerca di un’alleanza con gli avversari del principe Daemon – il Regno delle Tre Figlie – nella speranza di persuaderli a combattere il Serpente di Mare.
    Il piano di Ser Otto richiede però parecchio tempo per essere attuato e Aegon II, spazientitosi delle prevaricazioni del nonno, licenzia quest’ultimo dal suo officio, conferendo il prestigioso incarico a Ser Criston Cole.
    Tuttavia, la strategia di Ser Otto porta infine i suoi frutti: a Tyrosh, l’Alto Concilio della Triarchia ha accettato la sua offerta garantendogli appoggio. Novanta galee da guerra capitanate da Sharako Lohar di Lys, ammiraglio della Triarchia, salpano dalle Stepstones innalzando i vessilli delle Tre Figlie e puntando i remi in direzione del Condotto.
    Nel frattempo, a Roccia del Drago, il principe Jace decide che i suoi due fratellastri minori, Aegon e Viserys, debbano essere posti sotto la protezione di un principe di Pentos finché loro madre Rhaenyra non sarà riuscita ad impossessarsi del Trono di Spade. Verso la fine del 129 A.A., i bambini sono dunque imbarcati sulla Lieta Seduzione, un mercantile pentoshi. Il Serpente di Mare fa scortare i giovani principi da sette sue galee da guerra.

    Cattura della Lieta Seduzione e del Principe Viserys

    Sfortunatamente, la Lieta Seduzione, con a bordo i due principi Targaryen, finisce dritta nelle fauci della flotta delle Tre Figlie, che naviga verso il Condotto. La Lieta Seduzione viene sequestrata, le navi che la scortano affondate o catturate a loro volta. Il principe Viserys, il quale possiede soltanto un uovo di drago, non ha modo di fuggire abbandonando l’imbarcazione ed è quindi fatto prigioniero.

    Fuga del Principe Aegon

    Aegon il Giovane, di nove anni, abbandona la Lieta Seduzione, assaltata dal nemico, volando in groppa al suo giovane drago, Nube Tempestosa. I marinai cercano di fermarli, con il risultato che la bestia viene gravemente ferita, con innumerevoli punte di freccia conficcate nel ventre ed un dardo di scorpione infilzato nella cervice. Tuttavia, Nube Tempestosa vive abbastanza da raggiungere Roccia del Drago, ove Aegon riporta quanto accaduto e riferisce della nuova minaccia giunta dall'Est.

    Arrivo del principe Jacaerys su Vermax

    Il principe Jacaerys balza in groppa al suo drago Vermax nell’intenzione di fermare la flotta delle Tre Figlie. Raggiunte le galee lyseniane, drago e cavaliere si abbattono sul nemico, ottenendo in risposata una pioggia di lance e frecce. I marinai della Triarchia hanno già affrontato altri draghi nel corso della Guerra per le Stepstones e sono dunque preparati a difendersi dal fuoco di drago con le armi a loro disposizione. I capitani della flotta danno ordine di uccidere Jace, così che il suo drago lasci il campo di battaglia e gli uomini delle Città Libere non smettono di combattere nemmeno quando due delle loro navi sono incendiate. A questo punto, però altre quattro ombre alate giungono dal Monte del Drago attaccando gli avversari.

    Arrivo di altri quattro draghi

    Assieme ai loro cavalieri, Ali d'Argento, Ladro di Pecore, Mare Infuocato e Vermithor discendono sulle galee delle Tre Figlie e il coraggio abbandona gli uomini della Triarchia: una dopo l’altra, le navi da guerra disertano di fronte all’arrivo di nuovi draghi. I cinque draghi dei neri si abbattono come fulmini, sputando fuoco. Le galee nemiche sono fatte a pezzi o consumate dalle fiamme e uomini urlanti si gettano in mare per sfuggire al fuoco che sta straziando loro le carni. Colonne di fumo nero si alzano dalle acque.

    Morte del principe Jacaerys e Vermax

    Tutto sembra ormai perduto per le Tre Figlie, finché Vermax, volando troppo a bassa quota, non si schianta in mare. I resoconti sui motivi e la modalità della morte del drago sono numerosi e discordi. I sopravvissuti attestano che la bestia cerchi disperatamente di uscire dall’acqua, centrando in pieno una galea in fiamme e rimanendo intrappolato, affondando poi con la nave stessa.
    Si racconta che il principe Jacaerys balzi dal suo drago mentre questo precipita e che si tragga in salvo aggrappandosi ai resti di un relitto fumante sino al momento in cui degli arcieri di Myr su di una nave vicina non lo bersagliano di frecce. Il principe è più volte colpito e, infine, un dardo gli si conficca nel collo facendogli perdere la presa. Il ragazzo è inghiottito dalle onde.

    Assalto a Driftmark

    Durante la notte, la battaglia infuria a nord e a sud di Roccia del Drago. La flotta delle Tre Figlie risparmia l’isola-fortezza, probabilmente ritenendola inespugnabile, ma infligge un brutale colpo all’isola di Driftmark.
    Città delle Spezie è saccheggiata senza pietà. Uomini, donne e bambini sono passati a fil di spada ed i loro cadaveri macellati riempiono le strade. Il castello di Altamarea, ospitante il Trono di Legno della Casa Velaryon e tutti i tesori orientali accumulati dal Serpente di Mare nel corso dei suoi viaggi, è dato alle fiamme. I servitori del lord delle Maree sono trucidati mentre tentano di sfuggire agli assalitori.

    Conseguenze

    La battaglia miete migliaia di vittime. Altamarea è ridotta ad un cumulo di rovine e Città delle Spezie, devastata, non verrà più ricostruita. La flotta dei Velaryon ha perso almeno un terzo delle sue forze, ma nessuna perdita è avvertita dai neri con tanta afflizione quanto la morte del principe Jacaerys Velaryon.
    Anche se non viene fatta menzione del destino di Viserys Targaryen e del di lui uovo di drago, è certo che il principe sequestrato sopravviva alla guerra civile.
    Nonostante abbiano vinto la battaglia, le Tre Figlie non sono esenti da ingenti danni e perdite disastrose. L’ammiraglio della Triarchia, Sharako Lohar di Lys, salpato dalle Stepstones con una flotta di 90 galee da guerra, fa ritorno con solo 28 di esse. Ciò significa che 62 navi sono andate perdute nello scontro. La reazione della Triarchia di fronte ad un prezzo così alto ed una vittoria tanto amara resta sconosciuto, sebbene sia noto che, nel Giorno della Vergine dell’anno 130 A.A., l’allenza cominci a sciogliersi.

    Battaglia di Vino di Miele

    Preludio

    Nel 129 A.A, alla morte di re Viserys I, sorge la problematica della successione al trono. Alcuni lord vedono in Aegon l’unico erede legittimo secondo l’usanza degli Andali, che favorisce l’ascesa di discendenti maschi a discapito delle discendenti femmine; tuttavia, altri nobili appoggiano la causa di Rhaenyra Targaryen, in quanto il defunto sovrano ha indicato lei come sua erede in linea diretta .

    I neri ricevono un'amara delusione quando Lord Borros Baratheon e le Terre della Tempesta si schierano con i verdi. Rhaenyra, la quale aveva dato l’alleanza del signore di Capo Tempesta per scontata poiché il padre di Borros era stato un suo fervente sostenitore, considera la scelta di quest’ultimo come un vero e proprio tradimento. Ciononostante, anche i verdi hanno una crudele sorpresa: L’Altopiano, dal quale provengono gli Hightower, la famiglia della regina vedova Alicent e dunque i maggiori sostenitori di Aegon II, non si schiera completamente con loro. Al contrario, molte delle più potenti case del nord e dell’est dell’Altopiano, fra cui la Casa Rowan di Goldengrove, la Casa Caswell di Ponte Amaro e la Casa Tarly di Collina del Corno, giurano fedeltà a Rhaenyra. Persino parecchi influenti vassalli degli stessi Hightower come i Costayne e i Beesbury garantiscono il loro appoggio alla pretendente. Non è chiaro perché i verdi fossero convinti che i Beesbury li avrebbero sostenuti dato che il Maestro del Conio Lyman Beesbury, prima vittima della guerra di successione, è stato sgozzato da Ser Criston Cole all’interno del Concilio Ristretto, sotto gli occhi di Alicent Hightower.
    Anche i Tyrell, come da essi anticipato, negano il loro appoggio ad Aegon II. Al tempo della Guerra di Conquista, i Tyrell hanno giurato fedeltà ad Aegon il Conquistatore non appena è divenuto chiaro che i Targaryen avrebbero vinto il conflitto ma, durante la Danza dei Draghi, dato che l’Altopiano è a pari merito diviso fra neri e verdi e che, perciò, risulta impossibile prevedere con certezza chi avrà la meglio, essi scelgono di rimanere neutrali e di non mettere a disposizione la propria armata per nessuno dei due Targaryen. L’attuale lord di Alto Giardino è ancora un neonato e sua madre, la reggente, non vuole correre rischi esprimendo la propria preferenza per un partito anziché un altro.
    Di conseguenza, al posto di marciare verso nord con un massiccio esercito di uomini dell’Altopiano per unirsi alle altre forze dei verdi e sopraffare i neri, gli Hightower ed i loro sostenitori si vedono costretti ad avanzare lentamente e a rispondere agli attacchi dei nemici mentre cercano di farsi strada nello stesso Altopiano.
    La battaglia che precede quella di Vino di Miele, la sanguinosa Battaglia del Condotto, ha comportato ingenti perdite per entrambi gli schieramenti. Siccome fra queste vi è la morte del principe Jacaerys Velaryon e del suo drago Vermax, lo scontro viene annoverato fra le sconfitte dei neri, sebbene abbia significato una disfatta pure per i verdi.

    La Battaglia

    Due settimane più tardi, sulle rive del fiume Vino di Miele, nell’Altopiano, Lord Ormund Hightower si trova accerchiato dagli eserciti di Lord Thaddeus Rowan e Tom Flowers, il Bastardo di Ponte Amaro, giunti da nord-est con un imponente schieramento di cavalleria pesante. L’unica via di fuga di Lord Hightower, la strada per Vecchia Città, è immediatamente bloccata da Ser Alan Beesbury, Lord Alan Tarly e Lord Owen Costayne.

    Attaccato contemporaneamente su tutti i lati, l’esercito di Lord Hightower comincia a disgregarsi e la disfatta sembra ormai imminente, ma ecco che una gigantesca ombra oscura i cieli sopra il combattimento: il principe Daeron Targaryen discende sul campo di battaglia in sella al suo drago Tessarion. È a questo punto che le sorti dello scontro volgono a favore delle forze di Aegon II e che i sostenitori della regina si danno alla ritirata con ingenti perdite nelle retrovie.

    Conseguenze

    Per la regina Rhaenyra Targaryen ed i suoi alleati, i neri, questa è la seconda sconfitta di seguito. Le enormi perdite subite attestano che vincere la guerra non sarà cosa facile per nessuno dei due partiti e non preannunciano alcuna rapida conclusione. Lo scontro priva Rhaenyra di alcuni esperti comandanti come Tom Flowers, Ser Alan Beesbury, Lord Alan Tarly e Lord Owen Costayne. Tuttavia, nemmeno i verdi di Aegon II sono risparmiati da perdite consistenti.

    Nel giorno stesso della battaglia, il principe Daeron Targaryen è acclamato come eroe e nominato cavaliere da Lord Ormund Hightower, il quale gli fa dono della spada lunga in acciaio di Valyria chiamata Vigilanza. Non appena si è concluso lo scontro, il giovane principe è soprannominato "Daeron il Temerario", ma egli replica con modestia che il vero vincitore è il suo drago Tessarion.

    La battaglia rallenta la marcia della massiccia armata Hightower che, lasciata Vecchia Città, stava proseguendo verso il Nord. Lo scontro impedisce quindi, indirettamente, che le forze dei verdi stanziate nell’Altopiano prestino aiuto a quelle più a nord nella regione, facendo sì che l’armata verde delle Terre dell’Ovest subisca una clamorosa disfatta nella Battaglia sulla Riva del Lago e che quella delle Terre della Corona venga sbaragliata nella Danza del Beccaio.
    Le forze dei neri non cessano di assaltare l’armata Hightower con atti di guerriglia mentre essa avanza, lentamente, lungo la Strada delle Rose e nonostante il principe Daeron voli in avanscoperta in groppa a Tessarion per eludere le imboscate. Infine, avvicinandosi ad Approdo del Re, gli eserciti rivali si scontrano nella Prima Battaglia di Tumbleton.

    Caduta di Approdo del Re

    La situazione sembra volgere a favore dei neri: la morte di Jace pare infondere nuova forza a Rhaenyra, la quale si decide a scatenare i suoi draghi in battaglia.
    Lord Mooton è intanto riuscito a liberare Riposo del Corvo. Tenta di uccidere Sunfyre, che giace ancora ferito nei pressi del castello. Il drago si difende ardendo vivi parecchi dei suoi aggressori, fra i quali lo stesso Lord Mooton. Coloro che sono risparmiati dalle fiamme si danno alla fuga, per sferrare un nuovo attacco poco dopo. Trovano però solo i cadaveri dei caduti: Sunfyre è scomparso. Dato che non vi sono impronte di zampe sul terreno, se ne deduce che abbia spiccato il volo nonostante le ferite.
    Appreso che il Nord sta arruolando un esercito, Ser Criston si allarma e pensa a come impedire che le truppe raggiungano il principe Daemon ad Harrenhal.
    Il principe Aemond afferma:

    "La baldracca della Roccia del Drago non è la vera minaccia. Non più di quanto lo siano Rowan e i suoi traditori sull'Altopiano. Mio zio, lui è il vero pericolo. Morto Daemon, tutti questi stolti che ora vanno a raccogliersi sotto i vessilli di mia sorella torneranno a rintanarsi dentro i loro castelli e non ci daranno più pensiero."

    L’armata che il principe Daemon sta adunando ad Harrenhal è in continua crescita e il principe Aemond, a fianco di Ser Criston, lascia Approdo del Re con quattromila uomini ed il suo drago Vhagar. Daemon, a conoscenza dei loro piani ancora prima che essi abbandonino la capitale, vola a sud in groppa a Caraxes, tenendosi a dedita distanza dalle truppe nemiche in marcia.

    "Si narra che quando apprese che Aemond e ser Criston Cole avevano lasciato Approdo del Re, il principe Daemon sia scoppiato in una risata: «Ed era anche ora». Un momento, questo, che egli aveva lungamente atteso. Un intero stormo di corvi prese così il volo dalle torri ritorte di Harrenhal."

    Dopo diciannove giorni di marcia, Aemond e Criston trovano il castello di Harrenhal completamente disabitato e considerano ciò un segno di vittoria. La realtà è ben diversa: con Vhagar e il grosso delle truppe lontano, Approdo del Re è difesa solo da Dreamfyre (senza cavaliere, peraltro, poiché Helaena non è più in grado di montarla). Daemon e Caraxes non sono affatto fuggiti, si sono bensì uniti alle forze guidate da Rhaenyra e Syrax. I combattenti e i loro draghi sorvolano la capitale per il terrore del popolino che li osserva dal basso. La flotta del Serpente di Mare raggiunge la Baia delle Acque Nere e, a questo punto, l’unica rimasta a proteggere la città è la regina vedova Alicent. Il Gran Maestro Orwyle viene arrestato mentre cerca d’affidare messaggi d’aiuto ai corvi. I cavalieri portatori di missive sono fermati e catturati prima che possano uscire dalla capitale e i sette guardiani alle porte della città sono tutti uccisi o incarcerati dalle Cappe Dorate fedeli al principe Daemon. Viene dunque aperto il passaggio agli uomini arrivati con le navi dei Velaryon.
    Approdo del Re cade in meno di un giorno.

    "Quindi Rhaenyra lasciò la scelta alla matrigna: resa o rogo."

    I membri del Concilio Verde presenti nella capitale sono tutti arrestati ad eccezione di Lord Larys Strong, il Signore dei Sussurri, il quale è scomparso portando con sé re Aegon II, la principessa Jaehaera, il principe Maelor, Ser Willis Fell e Ser Rickard Thorne della Guardia Reale. I verdi che si dichiarano sconfitti sono risparmiati e Rhaenyra prende il posto che le spetta sul Trono di Spade.
    La regina vedova Alicent è graziata, ma il di lei padre, Ser Otto, è decapitato e lo stesso vale per Verga di Ferro. Ser Tyland Lannister è invece torturato, nella speranza che riveli il luogo in cui ha nascosto l’oro.
    Sebbene, inizialmente, Approdo del Re esulti per il ritorno di Rhaenyra, il gran numero di teste infilzate sulle picche della Fortezza Rossa e l’incremento delle tasse fan sì che il popolino cominci a soprannominare la regina “Maegor con le Tette”. Ciononostante, i principi Joffrey ed Aegon il Giovane sono fatti giunger nella capitale.

    La Battaglia sulle Rive del Lago (il Banchetto dei Pesci)

    Quando la notizia della Caduta di Approdo del Re raggiunge il principe Aemond, i combattimenti riprendono nelle Terre dei Fiumi. Un’armata Lannister è già in marcia capitanata da Lord Lefford. Sulla riva occidentale dell’Occhio degli Dèi, gli uomini di quest’ultimo s’imbattono in Roddy la Rovina ed i suoi Lupi dell’Inverno, che si sono uniti alle forze di Lord Forrest Frey e Robb Rivers il Rosso. Per arrestarli, da sud giungono Lungafoglia l’Ammazzaleoni ed i lord delle case Bigglestone, Chambers e Perryn. Il giorno seguente, Lord Garibald Grey, Jon Charlton e Benjicot Blackwood si uniscono alle truppe del Nord e delle Terre dei Fiumi, mentre i corvi di Lord Lefford sono tutti abbattuti. Il giorno dopo ancora ha inizio la battaglia, il più sanguinoso dei combattimenti via terra della Danza, con centinaia di morti nell’arco di sole ventiquattr’ore.
    Ad Harrenhal, il principe Aemond e Ser Criston Cole non si trovano d’accordo sul piano per la prossima mossa. In aggiunta, le provviste di cibo scarseggiano. Criston vorrebbe ritirarsi a sud per unirsi alle truppe di Lord Hightower e del principe Daeron, mentre Aemond, furibondo per aver perduto Approdo del Re e per l’esito della Battaglia sulla Riva del Lago, intende attaccare la capitale. È così che i due si dividono: Ser Criston porta l’esercito a sud ed il principe Aemond s’impegna a saccheggiare le Terre dei Fiumi, in attesa che Rhaenyra mandi qualche drago a fermarlo, che lui possa quindi annientare con Vhagar.

    La Piovra Rossa

    Dopo che, in principio alla guerra, Lord Beesbury è stato ucciso, Ser Tyland Lannister diviene il nuovo Maestro del Conio. Ciò fa sì che il posto di Maestro della Flotta resti vacante. Il Concilio Verde intende dunque offrire l’officio a Dalton Greyjoy in cambio del suo appoggio in battaglia. A conflitto appena avviato, lo stesso re Aegon II osa pensare che il suo regno sia inattaccabile, poiché detiene il controllo delle tre città più grandi e potenti del Continente Occidentale: Approdo del Re, Lannisport e Vecchia Città; senza contare i forzieri pieni dell’oro e dei tesori del padre Viserys I.
    Il concilio di Rhaenyra offre però a Lord Dalton qualcosa di decisamente più di suo gusto e la Casa Greyjoy giura fedeltà alla regina. Gli Uomini di Ferro trarrebbero ben poco guadagno dal circumnavigare il continente per attaccare i sostenitori di Rhaenyra nel Nord e nella Valle di Arryn, mentre le ricchezze di Lannisport e Vecchia Città (l’orgoglio di re Aegon II) sono una preda assai più facile da raggiungere se si combatte a favore dei neri. Quando l’armata Lannister viene sconfitta nel Banchetto dei Pesci ed i verdi marciano ad est in direzione del Tumbleton, le coste sono disseminate delle ossa dei vinti. Per due anni, Dalton e i suoi predoni saccheggiano i centri sul mare delle Terre dell’Ovest e dell’Altopiano, catturando Kayce e Isola Bella e, pur non riuscendo ad introdursi a Castel Granito, razziando la città di Lannisport.

    La Danza del Beccaio

    Preludio

    In seguito alla vittoria riportata dai neri nella Battaglia sulla Riva del Lago, Ser Criston Cole, il Creatore di Re ed il Primo Cavaliere di Aegon II Targaryen, porta la sua armata, costituita dai 3600 verdi sopravvissuti, a sud di Harrenhal, nelle Terre dei Fiumi. Criston intende unire le sue forze a quelle dell’esercito di Lord Ormund Hightower e del principe Daeron Targaryen, in marcia dall’Altopiano. Invece di affiancare Criston, il principe Aemond Targaryen comincia ad incenerire le Terre dei Fiumi col fuoco del suo drago, Vhagar.
    I verdi di Criston, procedendo verso sud, marciano lungo la sponda occidentale dell’Occhio degli Dèi, ma i lord dei fiumi fanno terra bruciata attorno a loro, appiccando fuoco ai propri villaggi e alle foreste. Essi si difendono poi tendendo agguati agli avversari e assaltandoli con atti di guerriglia, col risultato che molti verdi disertano fuggendo o unendosi ai neri. Al villaggio di Olmi Incrociati, le forze di Criston sono attaccate da uomini fattisi passare per cadaveri. Prima che possa accorgersi della farsa, il comandante perde una dozzina di uomini.

    La Battaglia

    Aemond dà alle fiamme Darry, la Città di Lord Harroway, Mulino del Lord, Blackbuckle, Buckle, Claypool, Swynford e Bosco del Ragno. Conducendo i suoi uomini verso sud, Ser Criston attraversa foreste e villaggi devastati e ridotti in cenere ed assiste all’orrendo spettacolo di uomini e cavalli macellati. I suoi esploratori incontrano cadaveri in armatura, viscidi di putrefazione, collocati nella grottesca pantomima di un banchetto. Quattro giorni dopo aver lasciato Harrenhal, Criston comincia a perdere soldati per via degli attacchi di arcieri in agguato. L’armata dei verdi s’imbatte in altri “festini di cadaveri” e, fatta ormai l’abitudine a simili orridi spettacoli, continua a procedere. Sulla piazza del villaggio di Olmi Incrociati, tuttavia, i resti putrefatti si rivelano essere uomini vivi, i quali balzano in piedi aggredendo Criston e le sue truppe mentre questi li affiancano a cavallo. Criston, fronteggiato dall’immane esercito dei lord del Tridente, guidato da Roderick Dustin, sfida a duello i capi dei neri, ricevendo un secco rifiuto. Nel corso della battaglia, la più decisiva della Danza, Criston perde la vita falciato in sella al suo cavallo. Alla vista del suo cadavere piombato nella polvere e nel sangue del campo di battaglia, gli uomini a lui leali rompono le righe e si danno alla fuga, inseguiti e uccisi a migliaia dal nemico.
    Il massacro passa alla storia con il nome di Danza del Beccaio e rimane il più grande successo del partito di Rhaenyra.
    Temendo l’arrivo di Vhagar, Lord Mooton prega Daemon e Nettles di accamparsi a Maidenpool per difenderlo. Aemond non cessa di terrorizzare le Terre dei Fiumi, assaltando con il fuoco del suo drago Testa di Pietra, le Montagne della Luna, Dolcesalice, la Forca Verde, Danza di Sally e la Forca Rossa. Ogni giorno, Caraxes e Ladro di Pecore si levano in volo con i rispettivi cavalieri ed ogni sera fanno ritorno all’accampamento, senza aver scovato Vhagar.
    Intanto, nella capitale, giungono notizie patetiche e controverse al pari di quella della morte del primogenito di Aegon II: mentre la figlia dell’Usurpatore, la principessa Jaehaera, è giunta sana e salva a Capo Tempesta, il suo figlio minore, il principe Maelor, è stato bloccato presso Ponte Amaro da una folla selvaggia di sostenitori di Rhaenyra; uomini e donne hanno reclamato il bimbo di tre anni come bottino, facendolo letteralmente a pezzi. Qualche giorno dopo, in rappresaglia, l’armata Hightower si mette in marcia lungo la Strada delle Rose e, raggiunto Ponte Amaro, rade al suolo il castello che vi si erge.

    Prima Battaglia di Tumbleton

    Preludio

    Lord Ormund Hightower guida l’armata dei verdi dell’Altopiano in direzione di Approdo del Re, al momento nelle mani della regina Rhaenyra Targaryen e del suo partito, i neri. Ulf il Bianco e Hugh Martello il Duro sono inviati con i loro draghi Ali d’Argento e Vermithor a Tumbleton, un fiorente centro mercantile e l’ultimo avamposto leale a Rhaneyra che si frappone tra la capitale e le truppe Hightower in marcia. L’armata dei neri a difesa di Tumbleton arriva quasi a raggiungere le 9000 unità, fra le quali vi sono truppe di Ponte Amaro, di Lunga Tavola e delle Terre dei Fiumi, così come i Lupi dell’Inverno. Tuttavia, l’esercito comandato da Lord Hightower è ben più imponente e, prima che la battaglia abbia inizio, molti dei suoi soldati s’infiltrano nella città travestiti da rifugiati.

    La Battaglia

    Aemond continua a seminare il panico nelle Terre dei Fiumi, colpendo inaspettatamente. La vera minaccia resta però il principe Daeron, a capo di un grande esercito a fianco di Lord Ormund Hightower. In lenta marcia verso Approdo del Re, questi ultimi sconfiggono gli uomini della regina, i quali prendono a fuggire alla vista di Tessarion. Per affrontare Aemond e Vhagar, il principe Daemon e Caraxes si dirigono nelle Terre dei Fiumi insieme a Nettles e Ladro di Pecore, mentre Ulf il Bianco e Hugh Martello volano verso Tumbleton sui loro draghi per battere Daeron e Tessarion.
    L’esercito di Rhaenyra presso Tumbleton è assai più numeroso di quello di Lord Hightower. In verità, gli uomini che si rifugiano nella città per sfuggire alla guerra sono però segretamente parte dell’armata dei verdi. Inoltre, Ser Ulf il Bianco e Ser Hugh Martello, da qui in poi noti come i Due Traditori, cambiano schieramento. Sebbene Lord Ormund e suo cugino Ser Bryndon cadano per mano di Roddy la Rovina, quest’ultimo è a sua volta ferito a morte e l’armata Hightower passa in vantaggio quando Vermithor e Ali d’Argento si uniscono in volo a Tessarion sputando improvvisamente fuoco su Tumbleton. Ne segue un atroce saccheggio.
    Appreso dei due disertori, la regina Rhaenyra comanda di chiudere le porte della capitale. I Tradimenti di Tumbleton fan sì che il Concilio Nero metta in dubbio la lealtà degli altri semi di drago, Addam Velaryon e Nettles. Sono in parecchi a suggerire che entrambi vengano arrestati, ma Lord Corlys parla in loro favore, dichiarando che sia Addam che suo fratello Alyn sono dei Velaryon degni di Driftmark. La sua difesa, per quanto appassionata, risulta vana. Rhaenyra, temendo d’essere nuovamente tradita, ordina l’arresto di Nettles, la quale si trova a Maidenpool con il principe Daemon, e di Addam, al momento a guardia della Fossa del Drago. Ser Luthor Largent lascia il castello per raggiungere la Collina di Rhaenys, ma il ragazzo, preavvertito, si dileguato in sella a Mare Infuocato. A venire arrestato è dunque Lord Corlys, il quale ha reso possibile la fuga del suo erede.
    Intanto, nella città si va lentamente avviando una rivolta.
    A Tumbleton, ove l’armata di Lord Hightower resta accampata, regna il caos. I figli del comandante, dei ragazzini inesperti, sono rimasti a Vecchia Città e, pur essendo stato nominato cavaliere in merito al suo coraggio, lo stesso principe Daeron è ancora un giovane imberbe, abituato a ricevere ordini. Ser Hobert, un cugino di Lord Hightower, si sente dunque in dovere d’assumere il controllo della situazione. Il principe Daeron gli impone di porre fine al brutale saccheggio, ma Hobert si rivela un incapace. Ser Ulf e Hugh sono una preoccupazione anche maggiore: il primo si ubriaca in continuazione, dà donne in pasto al suo drago e diviene livido di rabbia quando lo si chiama lord di Ponte Amaro, desiderando lui Alto Giardino; dei due, il peggiore è comunque Ser Hugh, il quale ambisce nientemeno che alla corona.
    All’interno dell’armata Hightower, non si riesce perciò a prendere alcuna decisione sensata e l’esercito si riduce ogni giorno di più a causa delle continue diserzioni.

    Draghi Danzanti a Roccia del Drago

    All’incirca nello stesso periodo della Prima Battaglia di Tumbleton, il mercantile Nessaria, necessitando provviste e riparazioni in seguito ad una tempesta, sosta a Roccia del Drago. Prima di giungere in porto, sorprassando il Monte del Drago, gli uomini a bordo avvistano due draghi che lottano.
    Il giorno successivo, intrigati dal racconto dei marinai di Volantis, i pescatori del luogo escono in esplorazione con le loro barche, imbattendosi nei resti anneriti di un drago. A giudicare dal colore di ali e scaglie, la carcassa dilaniata appartiene a Spettro Grigio. Ser Robert Quince, il castellano di Roccia del Drago, accusa subito il Cannibale. La verità viene a galla solamente più tardi nel corso della guerra.

    Caduta di Roccia del Drago

    Dopo aver aiutato a fuggire Aegon, Jaehaera e Maelor dalla capitale presa d’assedio, Lord Larys ha affidato i bambini a due diversi membri della Guardia Reale, incaricati di portarli al sicuro. Aegon è stato invece fatto travestire ed infiltrato a Roccia del Drago, sede di Rhaenyra, ovvero l’ultimo posto al mondo in cui i suoi nemici andrebbero mai a cercarlo. Qui, sempre all’insaputa di tutti, Aegon si riunisce al suo drago Sunfyre. È stato proprio quest’ultimo e non il Cannibale ad abbattere Spettro Grigio.
    A tempo debito, drago e cavaliere si alzano in volo uscendo allo scoperto, mentre gli uomini dei verdi convincono diversi neri a passare dalla loro parte e ad aiutarli a prendere la fortezza. Scarsamente difesa, Roccia del Drago cade in breve nelle mani nemiche. Lady Baela, la temeraria figlia del principe Daemon, sfugge tuttavia agli uomini che intendono catturarla e, sellato il suo drago Danzatore di Luna, affronta Aegon II e Sunfyre. I due draghi lottano furiosamente nei cieli e il giovane Danzatore di Luna, seppur accecato dall’avversario, non si arrende. Infine, le bestie precipitano entrambe a terra, ove Sunfyre ha la meglio. Re Aegon si è spezzato entrambe le gambe lanciandosi nel vuoto prima che la sua cavalcatura si schiantasse al suolo, mentre Baela, ricoperta di lividi e bruciature, si è teneuta saldamente aggrappata a Danzatore di Luna sino alla fine. Ella è fatta prigioniera ed Aegon è il nuovo padrone di Roccia del Drago.

    Danza su Harrenhal

    Lord Manfryd Mooton si ritrova in una difficile situazione. Nel messaggio inviatogli da Approdo del Re, Rhaenyra gli chiede di mandarle la testa di Nettles. La ragazzina è accusata di tradimento per esser divenuta l’amante del principe Daemon, ma Lord Mooton non può ucciderla senza infrangere il diritto dell’ospite o, ad ogni modo, affrontare la furia del principe, al quale non dev’essere fatto alcun male. D’altra parte, disobbedire a Rhaenyra equivarrebbe a dichiararsi traditore. Maestro Norren afferma che sarebbe stato molto meglio non ricevere mai la lettera e, più tardi quella notte, informa Daemon circa le disposizioni della moglie.

    All’alba, Nettles monta in groppa a Ladro di Pecore con le guance rigate di lacrime. Lei e il principe non si scambiano alcuna parola d’addio, ma, una volta che Ladro di Pecore ha spiccato il volo, Caraxes emette un ruggito. La ragazza e il suo drago scompaiono senza lasciare alcuna traccia.
    Daemon chiede a Lord Mooton di far sapere che si recherà, solo, ad Harrenhal e che è lì che suo nipote Aemond lo troverà, se intende affrontarlo. Quando il principe se n’è ormai andato, Lord Mooton abbassa i vessilli della regina Rhaenyra ed innalza quelli con il drago dorato di re Aegon II.

    "Aemond: Sei stato uno stolto a venire da solo.
    Daemon: Se non fossi stato solo, tu non saresti venuto."


    Il principe Daemon sottrae il castello di Harrenhal ai pochi rimasti a custodirlo, dopodiché attende il suo rivale per tredici giorni. Il quattordicesimo giorno, nei cieli appare Vhagar, che trasporta il principe Aemond e la sua amante, un’indovina di nome Alys Rivers, incinta di lui. Fatta scendere Alys, Aemond ha un’ultima conversazione con lo zio prima che entrambi montino i propri draghi e prendano quota. Il primo ad attaccare è Caraxes, che piomba addosso all’avversario. Lo scontro termina quando le due bestie, avvinghiate l’una all’altra, precipitano verso le acque sottostanti. Si racconta che sia proprio in questo momento che il principe Daemon balza da un drago all’altro brandendo Sorella Oscura. Aemond, lo fissa in preda al panico, senza poter schivare il suo attacco in quanto legato alla sella. Daemon gli strappa l’elmo e infilza la spada nell’orbita del suo occhio perduto, che egli ha da sempre riempito con uno zaffiro. Mezzo secondo più tardi, i draghi si schiantano in acqua.
    Caraxes vive abbastanza a lungo da raggiungere la terra ferma e spirare sotto le mura Harrenhal. Vhagar muore invece in acqua e la sua carcassa è rinvenuta solo anni dopo, a guerra terminata, con il cadavere di Aemond ancora legato alla sella, chiuso nella sua armatura e con l’occhio mancante trafitto da Sorella Oscura.
    Non v’è dubbio che il principe Daemon muoia quello stesso giorno, poiché non è possibile che sia sopravvissuto alla caduta. Tuttavia, le sue ossa non vengono mai ritrovate e ciò ispira i menestrelli, i quali cantano che sia miracolosamente rimasto in vita e dunque fuggito assieme a Nettles per passare con lei il resto dei suoi giorni.
    Siamo al ventiduesimo giorno del quinto ciclo di luna dell’anno 130 A.A.

    Insurrezione di Approdo del Re

    Ad Approdo del Re, la flotta dei Velaryon, che conta più della metà degli uomini salpati da Roccia del Drago, abbandona Rhaenyra non appena si sparge la notizia che Lord Corlys è stato gettato nelle celle nere. Coloro i quali rimangono non sono degni di gran fiducia.
    Lo stesso giorno, la regina Helaena si getta dalla finestra della sua stanza nel Fortino di Maegor, morendo impalata su di uno dei rostri che contornano il fossato secco al di sotto. La versione raccontata, a notte inoltrata, per le strade e nelle taverne, è assai diversa e più oscura. Si vocifera che la donna sia stata trucidata al pari dei suoi due figli maschi, tesi alla quale il popolino non fatica a prestar fede. Si riporta inoltre che, nel momento della morte di Helaena, il di lei drago Dreamfyre si sia scosso ruggendo e spezzando due delle catene che gli impedivano di volare.
    Quella medesima notte, la città insorge. Si scatena un tumulto infernale, con vittime sia tra il volgo che tra i nobili. I marinai impossibilitati a tornare alle loro navi assaltano la Porta del Fiume, mentre Ser Luthor si reca alla Piazza dei Selciatori con le sue Cappe Dorate per disperdere i rivoltosi. Messi in fuga i primi, però, ne insorgono decine di migliaia d’altri. La folla accusa Luthor d’aver assassinato Helaena e la sola vista dell’uomo li fa inferocire ulteriormente. Le Cappe Dorate, solo in cinquecento contro la folla sterminata, sono fatte a pezzi assieme al loro comandante.
    Ser Perkin la Pulce, un cavaliere errante, incorona il suo scudiero Trystane Truefyre, dichiarando che egli sia il figlio bastardo di Viserys I. Poi, arruola sostenitori per la causa dell’amico, nominandoli cavalieri.
    Il giorno successivo, l’ordine è in parte ristabilito in alcuni angoli della capitale, ma in ogni altro posto regna ancora il caos.
    Quella sera, Rhaenyra viene a conoscenza del tradimento di Maidenpool e della fuga di Nettles. La regina invia un corvo a Grande Inverno ed uno a Nido dell'Aquila, implorando aiuto, e nomina il nuovo Lord Comandante della Guardia della Regina, Ser Glendon Goode. Il principe Joffrey, indossata la sua armatura, chiede di poter combattere, ma la madre glielo proibisce categoricamente.
    La notte seguente, Ser Perkin e “re” Trystane hanno già parecchi uomini al lor seguito. I rivoltosi aprono la Porta del Re e la Porta del Leone, poiché le Cappe Dorate a guardia della prima sono fuggite, mentre quelle a guardia della seconda si sono unite alla folla. Con Ser Perkin a detenere la Porta del Fiume, tre delle sette porte della città sono aperte ai nemici.

    I cittadini di Approdo del Re hanno ormai perso la fiducia in Rhaenyra e nella di lei capacità di proteggerli. Si aduna una folla grande il doppio di quella della notte prima ed un profeta folle, il Pastore, tiene un’invettiva contro i draghi. I rivoltosi si dirigono dunque verso la Fossa del Drago, che si trova in cima alla Collina di Rhaenys, per uccidere le bestie che vi sono ospitate. Giunti sul posto, il loro numero è raddoppiato. Rhaenyra assiste a tutto ciò dal Fortino di Maegor. Il principe Joffrey, temendo per la sorte del suo drago Tyraxes, prega la madre di lasciarlo intervenire, ma ella non gli presta ascolto, ripetendo che la folla finirà arsa viva. Joffrey, non soddisfatto da una simile risposta, esce fuori e monta Syrax, il drago femmina di Rhaenyra, deciso a volare in direzione della Fossa del Drago. Dato che i draghi accettano un solo cavaliere per volta, Syrax disarciona Joffrey mentre dal basso vengono scagliate frecce e picche per colpirli. Il ragazzo, che non ha usato una sella, muore schiantandosi al suolo.

    Assalto alla Fossa del Drago

    I draghi ospitati nella Fossa del Drago al momento dell’assalto sono i seguenti:
    -Shrykos – il drago dell’ora defunto principe Jaehaerys Targaryen, non più reclamato dalla morte di quest’ultimo.
    -Morghul – il drago della principessa Jaehaera Targaryen.
    -Tyraxes – il drago nato dall’uovo del principe Joffrey Velaryon.
    -Dreamfyre – dapprima cavalcata dalla regina Helaena Targaryen e rimasta senza cavaliere dopo la morte di quest’ultima.

    L’assalto alla Fossa del Drago ha inizio. Dei quattro draghi all’interno, Shrykos è il primo a morire, brutalmente abbattuto da un taglialegna, che gli sfonda il cranio con la sua ascia. Morghul è ucciso dal Cavaliere Ardente e Tyraxes, ritiratosi nella sua tana, muore aggredito dalla folla, ma solo dopo aver arso un gran numero d’individui. In ultimo, Dreamfyre, liberatasi dalle catene, risponde all’attaco con fiamme, zanne e artigli, uccidendo molte più persone degli altri tre draghi messi assieme, finchè un dardo di balestra non la colpisce ad un occhio. La bestia balza dunque in aria schiantandosi contro la cupola già danneggiata, che crolla schiacciando sia lei che gli assassini di draghi sotto un cumulo di detriti.
    Syrax, ancora viva, si libra in volo per poi discendere sulla folla inferocita, dalla quale è infine uccisa. Rhaenyra assiste al macabro spettacolo dalla cima del Fortino di Maegor, da dove ha continuato a seguire l’evento senza osare separarsi da Aegon il Giovane, l’unico figlio rimastole (il destino di Viserys, nelle mani dell’ammiraglio di Lys, resta a lei sconosciuto).
    I membri del concilio di Rhaenyra sono tutti concordi nell’affermare che la capitale è perduta e la regina viene convinta a fuggire con il figlio il mattino seguente attraverso la Porta del Drago per poi raggiungere Duskendale.

    Seconda Battaglia di Tumbleton

    Preludio

    Durante la Prima Battaglia di Tumbleton, il fiorente centro mercantile, roccaforte dei neri, assiste al tradimento di Ser Ulf il Bianco e Ser Hugh Martello, i quali incendiano la città con il fuoco dei draghi Vermithor e Ali d’Argento. Riportata la vittoria, i verdi saccheggiano Tumbleton trucidando tutti i neri che si dichiarano sconfitti. Ser Hobert Hightower, il più anziano Hightower rimasto nell’armata verde dopo la morte del cugino Lord Ormund Hightower, assume il comando delle forze. Il principe Daeron Targaryen, disgustato dal brutale saccheggio, gli intima di fermare i vincitori, ma Hobert si rivela incapace di portare a termine il compito.

    Ulf e Hugh si mostrano riluttanti all’idea di appoggiare Daeron nel suo piano di marciare su Approdo del Re. Lord Unwin Peake vuole aspettare l’arrivo dei rinforzi di Lord Borros Baratheon, mentre Hobert Hightower sarebbe propenso a ritirare le truppe per far rifornimento nell’Altopiano. L’indugio dei verdi ha come risultato l’assottigliamento del vasto esercito, per diserzioni e malattie.

    Appena saputo che Approdo del Re si è ribellata al governo della regina Rhaenyra Targaryen, i nobili più giovani, fra cui Ser Jon Roxton, Ser Roger Corne e Lord Peake, premono perché si avanzi in direzione della capitale, ma Hobert li richiama alla prudenza ed i Due Traditori risultano irremovibili. Quando Hugh si autoincorona re e fa aggredire Roger dai suoi uomini, tredici lord alleati, i Rostri, cospirano contro i due cavalieri di draghi con l’intenzione di eliminarli.

    Nel frattempo, il cavaliere di draghi Ser Addam Velaryon, un nato dal seme di drago al pari dei Due Traditori e accusato di tradimento da Rhaenyra, decide di sottrarre Tumbleton al nemico per dimostrare la sua lealtà e difendere il proprio onore. Il giovane fugge da Approdo del Re in groppa ad drago Mare Infuocato e, a quanto raccontano i menestrelli, cerca consiglio presso gli Uomini Verdi che abitano l’Isola dei Volti. Quel che è certo è che il ragazzo riesce ad adunare circa 4000 uomini dei fiumi sotto ai vessilli di Rhaenyra.

    La Battaglia

    Nel giorno che i Rostri hanno scelto per attuare il loro piano contro Ulf e Hugh, i verdi accampati a Tumbleton sono svegliati, nel cuore della notte, dal fragore della battaglia. Sebbene l’esercito nemico sia superiore, per numero, ai 4000 uomini dei fiumi guidati da Addam, i lealisti di re Aegon II Targaryen sono colti totalmente di sorpresa. Colonne di cavalieri attaccano da nord a ovest, mentre schiere di arcieri fanno piovere le loro frecce. Il fuoco di Mare Infuocato incendia gli accampamenti fuori dalle mura di Tumbleton, così come gli edifici della città scampati al recente saccheggio.

    Ulf il Bianco, in stato di forte ubriachezza, resta assopito per tutto il tempo dello scontro sotto a un tavolo del Lurido Tasso, una locanda di Tumbleton. Hugh Martello, al contrario, si precipita verso le scuderie per sellare Vermithor, ma è ucciso lungo il cammino da uno dei Rostri, Lord Jon Roxton. Il principe Daeron il Temerario perde la vita nel suo accampamento ad ovest della città; i particolari della sua morte restano sconosicuti. I neri cercano di abbattere Ali d’Argento e Vermithor, che dormono nei campi a sud di Tumbleton, ma non vi riescono. Vermithor, senza più nessuno a montarlo, uccide numerosi cavalieri che tentano di aggredirlo, dopodiché si alza in volo sputando fuoco. Lord Piper e Lord Deddings sono arsi vivi dalle sue fiamme.

    Addam e Mare Infuocato stanno affrontando il drago del defunto Daeron, Tessarion, in un duello aereo, quando il ragazzo avvista un Vermithor inferocito fare strage dei suoi uomini. Egli fa dunque voltare Mare Infuocato, aizzandolo contro l’imponente bestia color bronzo. Lord Benjicot Blackwood pensa che, con buone probabilità, Vermithor farà a pezzi Mare Infuocato, ma ecco che Tessarion si unisce al combattimento: tutti e tre i draghi lottano furiosamente l’uno contro l’altro. Vermithor uccide Mare Infuocato, ma collassa spirando a sua volta di lì a poco. Tessarion, la Regina Azzurra, tenta di alzarsi in volo per tre volte, invano, e ricade al suolo, ove agonizza per ore finché Lord Blackwood, impietositosi, non ordina al suo migliore arciere, Billy Burley, di abbatterla.
    La battaglia termina al crepuscolo.

    Conseguenze

    La vittoria dei neri nella Seconda Battaglia di Tumbleton non può essere considerato un successo assoluto. Nonostante i lord dei fiumi abbiano perso meno di cento uomini e abbattuto più di mille soldati dell’armata verde di Hobert Hightower, i sostenitori di Rhaenyra Targaryen non riescono a riprendersi Tumbleton. I lealisti di Aegon II Targaryen sopravvissuti si ritirano all’interno della città, sbarrandone tutte le entrate. I neri, in mancanza dell’adeguato equipaggiamento per organizzare un assedio, se ne vanno nella notte che segue la fine della battaglia. Dei quattro draghi presenti a Tumbleton durante lo scontro, soltanto Ali d’Argento è ancora in vita.
    I Rostri portano avanti il loro complotto ai danni di Ulf il Bianco, con il risultato che sia quest’ultimo che Hobert muoiono bevendo del vino avvelenato. Lord Unwin Peake sostituisce Hobert in veste di comandante, ma il massiccio esercito ch’era partito da Vecchia Città è decimato dal recente scontro e da continue diserzioni. Lord Peake ordina dunque la ritirata delle truppe da Tumbleton: Approdo del Re è libera dalla minaccia dei verdi.

    Con meno di 100 perdite e più di 1000 vittime nelle decisamente più numerose schiere nemiche, lo scontro è ad ogni modo una vittoria decisiva per i neri. Dopotutto, l’esito della battaglia rivela una forte valenza strategica, in quanto l’armata Hightower, completamente sfaldata, è costretta alla ritirata. Tuttavia, anche se Addam si è sacrificato salvando Approdo del Re dall’armata di Hobert Hightower, i neri hanno comunque perso il controllo della capitale. In preda al terrore per l’imminente arrivo dell’esercito dei verdi, la città è infatti insorta contro la regina.
    Lord Grover Tully muore poco dopo la Seconda Tumbleton, permettendo così a Ser Elmo Tully di succedergli, seppur per un breve periodo, come lord di Delta delle Acque.

    Ritirata di Rhaenyra a Roccia del Drago

    Rhaenyra, all’oscuro degl ultimi eventi, si vede rifiutare l’ingresso a Rosby e riceve il permesso di fermarsi a Stokeworth per una notte soltanto. Metà delle sue Cappe Dorate hanno disertato durante il viaggio e parecchi dei suoi cavalieri sono stati aggrediti e uccisi. Lei e il figlio sono poi lasciati entrare a Duskendale, ma senza potervi rimanere a lungo. Rifiutandosi di allontanarsi da Aegon e in mancanza di navi, la regina vende la sua corona in cambio di un passaggio a bordo di un’imbarcazione braavosiana che riporta lei ed il suo erede a Roccia del Drago. Ella spera che almeno una delle uova presenti sull’isola possa schiudersi, in quanto necessita di un nuovo drago.
    A Roccia del Drago, però, Rhaenyra ha una crudele sopresa: Robert Quince, il suo castellano, è stato trucidato. Il suo corpo carbonizzato è stato esposto sulle mura della fortezza da Ser Alfred Broome, che bramava l’incarico per sé. Gli uomini di quest’ultimo uccidono tutti gli alleati della regina, incarcerando lei stessa, le sue dame ed Aegon il Giovane. Nel cortile del castello, Rhaenyra si trova faccia a faccia col fratellastro Aegon II ed il suo drago, Sunfyre.
    Non molto tempo dopo che Roccia del Drago è caduta, in segreto, nelle mani di Aegon II, dei corvi sono giunti ad avvisare il re dell’imminente arrivo della rivale. Aegon ha dunque avuto modo di preparare il benvenuto che si riserva ai nemici.

    È così che la regina trova la sua sede personale usurpata da Aegon il Vecchio. Quest’ultimo non perde altro tempo e dà la sorellastra in pasto al suo drago, sotto gli occhi del di lei figlio Aegon il Giovane. Essendoci la possibilità che i sostenitori di Rhaenyra continuino a combattere nel nome dei suoi figli, il bambino è preso in ostaggio. Siamo al ventiduesimo giorno del decimo mese dell’anno 130 A.A.
    Il nono giorno del dodicesimo mese, Sunfyre il Dorato spira a Roccia del Drago. Aegon inizia dunque a pianificare il suo ritorno nella capitale. Tornerà a sedersi sul trono, ma solo per metà anno ancora.

    "Il tempo di nascondersi è giunto al termine. Liberate in volo i corvi. Che il reame sappia che la pretendente è morta e che il suo vero re sta tornando a casa, a rivendicare il trono di suo padre."

    Luna dei Tre Re

    Dopo che gli uomini di Rhaenyra l’hanno abbandonata, la capitale sprofonda nel caos per diverse settimane. Il Pastore è sopravvissuto alla distruzione della Fossa del Drago e la folla selvaggia dei suoi sostenitori prende in gran parte il controllo della città.

    Si fanno avanti due pretendenti al trono, il primo è il già menzionato Trystane Truefyre, scudiero di Ser Perkin la Pulce, da quest’ultimo presentato come il figlio illegittimo del defunto Viserys I. Ser Perkin ha precedentemente arruolato sostenitori per la causa dell’amico ed il ragazzo è installato nella Fortezza Rossa.

    Il secondo pretendente è un bambino di quattro anni chiamato Gaemon l’Albino, figlio di una prostituta che reclama d’averlo concepito con Aegon II Targaryen. Date le abitudini promiscue di re Aegon, ciò potrebbe anche essere vero. Tuttavia, in seguito, la madre del piccolo ammette ch’egli è il frutto della relazione con un vogatore di Lys dai capelli argentei, finendo impiccata. Gaemon regna dalla Collina di Visenya sino alla Casa dei Baci, riunendo migliaia di seguaci ed emanando una serie di editti, tra i quali uno che decreta la parità di diritti fra maschi e femmine in merito all'eredità. L’Arcimaestro Gyldayn scrive che Fungo afferma che tali editti provengono quasi certamente da una prostituta dorniana di nome Sylvenna Sand, notoriamente amante di Essie, la madre di Gaemon.

    Infine, Lord Borros Baratheon e i suoi uomini delle Terre della Tempesta si riprendono la città. Trystane Truefyre è giustiziato, non prima d’esser stato, dietro sua insistenza, nominato cavaliere. Gaemon l’Albino, sebbene arrestato, sopravvivrà alla guerra. Re Aegon II Targaryen fa ritorno alla Fortezza Rossa e Lord Corlys Velaryon, fatto rinchiudere nelle celle nere per ordine di Rhaenyra, è liberato ed ammesso nel Concilio Ristretto del sovrano.
    Rimasto vedovo e con la figlia Jaehaera come unica erede, Aegon acconsente a sposare la maggiore delle figlie di Lord Borros.

    Battaglia della Melma (Battaglia della Strada del Re)

    Preludio

    Ricevuta la notizia di rinforzi in arrivo dal Nord e dalla Valle di Arryn, i lord dei fiumi sopravvissuti alle precedenti battaglie si raccolgono sotto ai vessilli delle case Tully e Blackwood nell’intenzione di sferrare un ultimo, disperato attacco marciando verso la capitale lungo la Strada del Re. L’esercito comincia ad avanzare all’incirca nel quarto mese dell’anno 131 A.A.

    I soldati delle Terre dei Fiumi sono capitanati da Lord Kermit Tully, dal dodicenne Benjicot Blackwood e dalla di lui zia, "Aly" Blackwood. I tre ed i loro uomini, esperti in battaglia nonostante la giovane età, vengono chiamati "i Ragazzi". Al momento dell’avanzata, l’armata dei Ragazzi arriva a sfiorare le 4000 unità, per cui Borros Baratheon, alla guida di un esercito ben dieci volte più imponente, si lascia sfuggire una risata nell'apprendere della loro marcia. Date le premesse, Borros decide dunque di non restare inerme in attesa dell’assedio nemico e avanza coi suoi soldati sulla Strada del Re per arrestare gli ultimi sostenitori di una regina defunta.

    Borros si ritiene scaltro e previdente per aver preservato il suo esercito delle Terre della Tempesta dagli scontri più brutali della guerra civile. L’orgoglioso lord ha riso quando i soldati Lannister sono stati trucidati nel cosiddetto Banchetto dei Pesci, dalla quale la sua armata è invece stata risparmiata, ed ha riso anche dopo che gli uomini dei fiumi sono arsi vivi nel fuoco di Vhagar e stati fatti a pezzi nella Prima Battaglia di Tumbleton - gli Hightower sono infatti gli unici ad essere scesi in battaglia, venendo uccisi, ed ora Borros dispone del più massiccio esercito, con il quale è pronto a sbaragliare i pochi uomini dei fiumi sopravvissuti.

    La Battaglia

    I meri calcoli di Lord Borros si rivelano tuttavia un’imperdonabile imprudenza. Gli uomini delle tempesta sono sì freschi e in forze, ma questo equivale a dire che l’armata dei verdi è “verde” in ogni senso: formata, cioè, da soldati imberbi che, non avendo preso parte ad alcuna delle precedenti battaglie della Danza, non sono ancora stati temprati dalla guerra.
    L’armata dei fiumi dei Ragazzi, seppur indubbiamente dieci volte inferiore alle forze di Borros, è costituita da guerrieri capaci, veterani di numerosi scontri, in quanto si sono battuti nelle maggiori e più aspre battaglie della guerra civile: il Banchetto dei Pesci, la Danza del Beccaio, la Prima e la Seconda Battaglia di Tumbleton. Borros sottovaluta il valore dei giovani comandanti e dei soldati che essi guidano, ritenendoli niente più che dei ragazzini, senza tener conto che chi ha preso parte al Banchetto dei Pesci e ai combattimenti presso il Tumbleton si è guadagnato anni d’esperienza in battaglia in soli pochi giorni, cosa che non si può certo dire dei suoi soldati, rimasti al sicuro a casa propria a rimpinzarsi mentre i Sette Regni venivano lacerati dal conflitto militare in atto.
    L’esperienza acquisita dai restanti uomini dei neri arriva dunque a soverchiare la superiorità numerica della possente, ma ampiamente incapace, armata degli uomini della tempesta.

    Senza minimamente tener conto di tutto ciò, Borros, esageratamente sicuro di sé, carica gli avversari. I due eserciti si scontrano lungo la Strada del Re e il lord di Capo Tempesta finisce dritto in una trappola: egli sprona all’assalto la sua cavalleria proprio in un punto della strada reso fangoso dalla pioggia. Gli uomini della tempesta rimangono impantanati e le loro linee si spezzano. Ne deriva che la Battaglia della Strada del Re diviene anche nota come "la Battaglia della Melma". I neri assaltano l’esercito avversario sferrando colpi in una dura battaglia combattuta sotto la pioggia battente. Ben il Sanguinario sfonda il fianco dei soldati nemici, mentre Aly la Nera è a capo degli arcieri che abbattono numerosi uomini della tempesta ormai rimasti intrappolati nel fango. Infine, dopo aver ucciso una dozzina di cavalieri, Lord Darry e Lord Mallister, Borros è ucciso in duello dal giovane ma abile Lord Kermit Tully. La sua morte pone fine alla battaglia, sancendo la clamorosa vittoria dei neri. L’armata delle Terre della Tempesta, inizialmente composta da circa 40.000 unità, è stata decimata e dispersa.

    Conseguenze

    Il vittorioso esercito dei Ragazzi si trova ora ad un giorno di marcia da Approdo del Re, senza forze nemiche in grado di arrestarne il cammino. Inoltre, stanno per giungere ulteriori rinforzi: Cregan Stark, passata l’Incollatura, si sta dirigendo a sud, ed anche le armate della Valle proseguono la loro avanzata.
    Aegon II ha perso la guerra. Corlys Velaryon, ora Maestro della Flotta del sovrano, consiglia a quest'ultimo di arrendersi e prendere il nero. Il sovrano rifiuta e ordina invece che al nipote Aegon il Giovane sia tagliato un orecchio come monito per l’armata avversaria in avvicinamento – se la sua stirpe è destinata ad estinguersi, lo stesso dev’essere per i discendenti della sorellastra Rhaenyra. Il re sale poi sulla portantina e viene trasportato nelle sue stanze da alcuni membri del Concilio Ristretto. Lungo il percorso, per alleviarlo dai dolori, gli viene data una coppa di vino. Quando la scorta, raggiunti gli appartamenti reali, scosta i veli della portantina, trova il sovrano morto, con le labbra umide di sangue. Nessuno è a conoscenza di chi l’abbia avvelenato: taluni sostengono sia stato Coryls Velaryon, altri che il colpevole sia Larys Piededuro, altri ancora ritengono più ovvia la possibilità che tutti i membri del concilio abbiano cospirato per assassinare il re.

    La fine della Danza

    L’armata nera dei "Ragazzi" è a un solo giorno di marcia da Approdo del Re e i verdi hanno ormai ben poche forze per contrastarli. Lord Cregan Stark continua ad avanzare e una terza armata è in arrivo dalla Valle di Arryn. Ciononostante, re Aegon II rifiuta d’arrendersi e a nulla valgono i consigli di Lord Corlys Velaryon, ora suo Maestro della Flotta, il quale gli suggerisce di dichiararsi sconfitto e prendere il nero. Re Aegon II ordina invece che a suo nipote venga tagliato un orecchio e che esso sia poi mandato ai Ragazzi in segno d’avvertimento: se la sua discendenza viene sterminata, quella di Rhaneyra subirà lo stesso destino.
    Il sovrano risale sulla lettiga per essere portato nelle sue stanze. Lungo la strada, gli viene dato del vino per calmare i dolori. Quando i barellieri, giunti a destinazione, scostano le tende della lettiga su cui egli giace, lo trovano morto, con le labbra umide di sangue.
    Il responsabile dell’avvelenamento rimane sconosciuto. Ad ogni modo, ventidue uomini sono più tardi arrestati con l’accusa d’aver commesso il delitto.

    Conseguenze

    La Falsa Alba

    Morto Aegon II, Aegon il Giovane è incoronato re Aegon III Targaryen. L’armata del defunto sovrano è stata sconfitta e la flotta dei Velaryon è ancora al servizio del Trono di Spade, ma, nonostante ciò e la speranza di un nuovo inizio, il periodo immediatamente successivo alla Danza viene ricordato come "la Falsa Alba".

    Il reame incontra numerosi dilemmi. Innanzitutto, è messo in ginocchio da un rigidissimo inverno che, cominciato nel Giorno della Vergine dell’anno 130 A.A., si protrae fino al 135 A.A. A ciò si aggiunge il fatto che gran parte del regno è stata ridotta in cenere dal fuoco dei draghi. Le Terre dei Fiumi, devastate da Vhagar su incitazione del suo cavaliere Aemond, sono il luogo maggiormente danneggiato. Centinaia, migliaia di mutilati e fuorilegge affollano la campagna e l’ordine pubblico è sconvolto pressoché ovunque. La Piovra Rossa e i suoi Uomini di Ferro (che hanno combattuto a fianco dei neri solo a livello titolare e per razziare domini ricchi e fertili) si rifiutano di sottostare agli ordini di un re ragazzino che comanda loro di porre fine ai saccheggi.

    Lord Cregan Stark e il suo esercito di uomini celibi, di orfani, di senza casa e figli minori, hanno marciato sulla capitale in cerca del sangue della guerra, di avventure, di un ricco bottino ed una morte eroica, trovando invece ad aspettarli la cruda realtà dell’improvvisa morte di Aegon II. Il signore di Grande Inverno, furibondo e deluso, avrebbe dunque voluto punire Capo Tempesta, Castel Granito e Vecchia Città per essersi schierati con i verdi, ma, al suo arrivo nella città, Lord Corlys Velaryon aveva già liberato in volo i corvi con diplomatiche richieste di pace.

    L'Ora del Lupo

    Lord Cregan è fermamente deciso a punire coloro che hanno tradito e avvelenato re Aegon II. Con l’accusa d’omicidio, fa incarcerare ventidue uomini in nome di re Aegon III, tra cui Lord Larys Strong e Lord Corlys Velaryon. A tal punto, si fa nominare Primo Cavaliere del Re dal giovane Aegon. Il suo officio dura solo un giorno, un giorno segnato da processi ed esecuzioni. Molti degli accusati scelgono di prendere il nero (fra questi c’è anche Ser Perkin la Pulce), mentre altri (tra cui Ser Gyles Belgrave della Guardia Reale e Larys Strong) preferiscono la morte.
    Il giorno seguente, Lord Cregan si licenzia dal suo incarico e torna nel Nord. Parecchi dei suoi uomini restano nella capitale.

    La Reggenza di Aegon III

    A guerra finita, viene costituito un concilio di sette reggenti che regnino in vece del giovane re Aegon III. Il loro governo s’interrompe nel 136 A.A., nel giorno in cui Aegon compie la maggiore età. Il periodo di reggenza non è esente da turbolenze, poiché ricostruire un regno lacerato da un conflitto tanto sanguinoso non risulta affatto facile. Dei sette reggenti scelti in principio, solo il Gran Maestro Munkun serve sino al termine del periodo d’amministrazione.

    Durante il governo dei reggenti, re Aegon III si unisce in matrimonio alla principessa Jaehaera Targaryen, l’unica sopravvissuta dei figli del defunto zio. La sua giovane moglie muore due anni dopo ed il re torna a sposarsi, stavolta con una cugina di Lord Alyn Velaryon: Lady Daenaera. Dalla nuova unione nascono cinque figli.

    Nel frattempo, la Piovra Rossa continua a razziare la costa occidentale. Le terre devastate dell’Ovest e dell’Altopiano hanno però recuperato le forze necessarie a contrattaccare gli Uomini di Ferro. Ne deriva una guerra privata, combattuta fra i Greyjoy e i lord della costa occidentale, un conflitto che si protrae per tre anni nel cuore dell’inverno. Infine, Dalton Greyjoy muore ad Isola Bella, sgozzato nel sonno da una ragazza che ha stuprato nel talamo di Lord Farman.
    Siccome la Piovra Rossa ha come unici eredi diversi figli di sale, si scatena un’acre disputa per la successione. Nel 134 A.A., un’armata Lannister, affiancata da Ser Leo Costayne, attacca le Isole di Ferro per vendicarsi razzie dei Greyjoy. Interi villaggi sono distrutti, uomini, donne e bambini passati a fil di spada. Gran parte dell’esercito perisce nello scontro, ma coloro i quali sopravvivono non tornano a casa senza un trofeo: uno dei figli di sale di Dalton. Lady Johanna Lannister fa castrare e mutilare quello portatole dal marito, costringendolo a diventare il buffone del figlio.

    Altre Conseguenze

    Nel 171 A.A, alla morte di re Baelor I Targaryen, la questione della successione al trono risulta poco chiara. Baelor non ha indicato alcun erede e, di conseguenza, taluni lord e individui del volgo ritengono che il Trono di Spade debba passare alla maggiore delle sorelle del defunto sovrano, la principessa Daena Targaryen. Tuttavia, è ancora vivo il ricordo del breve regno di Rhaenyra e delle disgrazie che esso ha procurato al Continente Occidentale. La memoria della Danza dei Draghi è dunque une delle ragioni che spingono il concilio a scegliere come legittimo successore il principe Viserys Targaryen, zio di Baelor, anziché Daena.
    La preferenza per Viserys rispetto a Daena è la prova che, a partire dalla Danza, le donne sono sempre poste dopo ogni erede maschio nella linea di successione della dinastia Targaryen.

    Edited by devilbepps - 2/4/2016, 15:58
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