Il Pesce fuor d'acqua

Missione di Trama 24 febbraio 283

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. RowanNA
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Il sole, di cui un grande spicchio rosseggiava, dalla sua scarsa altezza irradiava uno stuolo di lucenti cavalieri galoppanti verso l'estremo opposto orizzonte: cosa lasciava dietro di sé quella cavalcata oltre le terre degli uomini, il confine del mondo e forse le porte dell'universo infinito? Tracce di un tono arancio, che sfrigolava con i colori più verdeggianti di quel territorio, dove i fiori, tanto fieri si elevavano oltre l'erba soffice e rada, non si spezzavano neanche sotto gli zoccoli del tramonto più sanguinoso. Assieme a quelle tonalità che sembravano lottare fra loro stesse per ripudiare la luce e sfuggire all'oscurità notturna, lunghe ombre si assottigliavano lungo le alture, i suoi freschi pendii, e si insinuavano tra le gole mascherate dalla vegetazione conciliante al riposo; sembravano tremolare all'unisono sotto quegli alberi le cui foglie rigogliose parevano inneggiare altrettanto al sonno ristoratore. I contadini che avevano curato i loro campi coltivati, i quali punteggiavano in un'armoniosa comunione le pianure e le colline dal tratto morbido che non ostacolavano l'ondata cavallerizza del giorno morente, all'ascoltare il moto mutato del vento e il cinguettare di uccelli diversi, si erano ritirati nelle loro modeste e defilate capanne. Il silenzio della natura lì nell'Altopiano era caratterizzato dal frusciare del sottobosco esteso, delle fronde floride di faggi solitari o ricchi maggiociondoli, dal furtivo scrosciare di un timido torrente e dai primi stridii delle cicale. Era infatti inevitabile spesso non sfiorare al passaggio noccioli e acetoselle, se non cespugli di mirtilli neri e rossi, componenti delle ultime propaggini di limitati ma numerosi boschetti di castagni, olmi e larici. Il muschio riusciva a tappezzare le rocce sparse per i colli come la brina avrebbe vestito il paesaggio la mattina. A prima vista si poteva dire fosse un luogo eccezionalmente bucolico e chiunque si sarebbe sentito trasportato in una realtà amena lontana dalle ferite e i lamenti del mondo.

    Un'aria nuova leniva dalla fatica del viaggio i polmoni di Rowan Tully, intento a scrutare l'orizzonte sopra una cresta rocciosa la quale non aveva molte difficoltà a sovrastare il resto, povero di rilievi. Un piede avanzato sulla pietra e la mano sul pomo della propria spada, sporgeva più la mente che il corpo. In lontananza, con uno sguardo apparentemente malinconico e colmo di quella quiete che al contempo per la sua acutezza l'avrebbe potuta strappare, si soffermò sull'avvistamento che per un attimo aveva dimenticato a favore di una duratura contemplazione. Contro il cielo arroventato vi era il castello di Alto Giardino, il quale racchiudeva all'interno della sua cinta muraria il cuore pulsante di quello stesso Altopiano. Il suo iter si era concluso, come suo padre Hoster Tully aveva decretato, riuscendo persino a deviare per un tragitto più lungo per sbarcare a Roccia del Drago, dove il suo incontro con il principe Daerion Targaryen gli aveva riservato un'esperienza a dir poco...interessante. Quel che ammirava adesso mestamente non aveva niente a che fare con la potenza espressiva dell'ossidiana dell'Isola e la sua stentorea fermezza. La sua potenza stava tutta in quella quiete estraniante, campagnola, simile ad alcuni spazi del regno di suo padre, ma che non poteva eguagliare quest'ultima a causa del fragore e dei vapori che caratterizzavano la naturale conformazione del luogo in cui era stato concepito e partorito. In seguito aveva navigato a ritroso per le Terre della Corona e da là aveva proseguito raggiungendo dopo qualche giorno il confine del regno prescelto. Nel frattempo era stato accompagnato da un piccolo gruppo composto da due cavalieri e tre inservienti dediti al trasporto e alla cura dei cavalli.
    Durante la traversata dalla Terra dei Fiumi e dei salici a quella fiorita e seducente dei Tyrell, aveva pensato a lungo a quel che si apprestava a fare: era giusta la decisione di suo padre? Avrebbe portato davvero vantaggi alla sua famiglia quell'avventura in regione straniera? Non sarebbe stato meglio ospitare un figlio di Mace Tyrell o altro ancora? Molte le domande che si era posto, essendo la sua prima esperienza in simili circostanze, ma a cui celermente aveva dato la risposta.
    Sicuramente ospitare un Tyrell avrebbe indotto fiducia per i Tully e, finché quello sarebbe rimasto sotto le loro ali, ci sarebbe stato un vincolo importante tra le due. Tuttavia, Rowan credeva che la fiducia tra casate fosse una fiducia del tutto fumosa, che volteggiava di volta in volta da una all'altra secondo le esigenze e il tempo, troppo facile era di fatto scordarsi dei debiti; quella fiducia affatto antropologica non seguiva le leggi che in un qualunque rapporto umano avrebbe seguito (sempre che i due rapportandosi fossero onesti e leali, altre due qualità effimere in politica).
    Se fosse stato accorto, deciso, diligente, era altrettanto ovvio che avrebbe portato vantaggi il suo operato. Tutto ciò che doveva fare era riscuotere simpatie e meriti agli occhi degli ospitanti. Si stava mettendo in gioco come mai prima di allora e il pensiero di doverlo dimostrare in una situazione così unica lo eccitava e lo rendeva ancora più determinato a compiere il suo obiettivo. Gli piacevano le sfide. Il principe di Delta delle Acque non era mai sicuro di sé completamente, questo era stipulato da quanto riusciva a riconoscere e riflettere oggettivamente, sul campo. Dava, in poche parole, poco spazio alle fantasie o alle preoccupazione futili, o almeno ci provava. Dunque, finché non si sarebbe trovato lì con tutta la sua buona volontà, non avrebbe potuto comprendere se avrebbe avuto successo. Fino a quel momento la sola certezza, imposta a se stesso, era che NON avrebbe fallito, per nessuna ragione. Ne andava dell'onore della sua famiglia e del proprio futuro.

    Sua madre era rimasta assai scossa alla notizia di doversi separare dal suo primogenito, un'apprensione che il ventenne in fondo riusciva a capire, ma a cui non voleva dare assolutamente corda. Forse pure suo padre... osservato attentamente... faceva trapelare una qualche ombra sul suo viso all'ultimo saluto per tempo avvenire. Però non voleva pensarci un secondo di più, il rapporto tra lui e suo padre era una questione delicata; no, anzi, assodata a tacito rispetto e lealtà, e probabilmente egli aveva avuto una fantasia infelice, ingiustificata. Per questo gli tornava spesso alla mente le parole che Lady Minisa Whent aveva avuto per il proprio figlio alla partenza.

    Ti voglio bene e so che per questo tornerai, presto.



    Non aveva capito se sapesse che sarebbe tornato, scongiurando addirittura un non ritorno causato da chissà quale disgrazia, o che sarebbe stato presto nuovamente a casa. Se fosse questo che premeva la madre, non era lo stesso su cui rifletteva il figlio: quindi, se la madre gli avesse voluto bene, lui avrebbe sicuramente fatto ritorno presto o tardi. Non prendeva in modo così tragico il suo soggiorno ad Alto Giardino distante mille miglia dal suo castello natale, eppure le parole di Minisa Whent lo avevano colpito, perché sentiva come se in quell'istante lei gli avesse tessuto sopra la testa un amuleto, un porta-fortuna. L'amore di una madre su cui, senza ammetterlo, si era più volte appoggiato, in così tanti avvenimenti o semplici frangenti tristi, e che poi aveva allontanato come fosse un'esagerazione, un atto inadeguato. Quando gli era stato detto non aveva né tempo né voglia di dirle qualcosa in merito, per esempio che non dovesse preoccuparsi, che lui fosse forte, che suo padre riponeva fiducia in lui... Già, anche quando gli mancava l'affetto e la forza di suo padre si rivolgeva ai capelli rossi di sua madre, da cui dietro si poteva schermare. Minisa sapeva molto, se non più dello stesso Rowan, riguardo il rapporto che intercorreva tra lui e Hoster. Una volta che fosse ritornato a Delta delle Acque si sarebbe preoccupato della madre, anche se non sapeva ancora come.
    Arbusti di Peonie purpuree dispersi gli ricordavano pacificamente il profilo della donna da cui era nato e la sua voce, immaginata modulata attraverso una limpida cascata.
    Una cascata limpida che avrebbe bonificato le paludi della sua terra, qui non avrebbe trovato utilità. Non c'erano acquitrini o laghi o imponenti corsi d'acqua a frammentare pianure, colline e montagne. Era talmente lontano da casa, da solo, per la prima volta. Sorrise fiocamente al sole che si stava assopendo, spostando qual volta gli occhi penetranti attorno. Era giunto il momento delle presentazioni ufficiali e cominciare la sua rappresentanza in veste dei Tully. Cominciare ad essere Rowan Tully. Istintivamente il suo viso si fece di nuovo luminoso come se fosse ancora pieno giorno, alzandolo e pronto a dissipare come al solito qualunque eventuale dubbio fosse tornato in superficie. Uno dei compagni di viaggio, giovane, ma molto volenteroso, tenutosi a debita distanza e non avendo smesso di stare all'erta, sembrò percepire una rigenerata intenzione del figlio del suo Lord.

    Ci accingiamo a proseguire, mi Lord?

    Proseguiamo, Ser Blackwood.

    Dopo che riservò la sua mesta occhiata durante la risposta soltanto ad Alto Giardino, la meta ormai agognata, scese dalla cresta con calma, ripetendo l'ordine a chi era accampato lì sotto alla pendici -un numero esiguo-.

    Alto Giardino è vicina, proseguiamo!

    Si sarebbe avviato fin alle porte della città, costeggiando un sentiero ben delineato, dove o per il quale, secondo suo padre, gli sarebbe venuto incontro il figlio di Mace Tyrell a riceverlo.

    Scopriamo se crescono forti questi Tyrell.
     
    .
  2. ~Vez
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Lord Mace volse il suo sguardo verso quello del figlio, sorridendogli.

    Victor, eccoti finalmente. Allora, ormai hai un età adatta a compiere i tuoi doveri e mi aspetto che, da oggi in avanti, li esegua senza fiatare. Perché ricorda che tutto ciò che faccio lo faccio per i Tyrell. Comunque, ritornando a noi, ho deciso di accogliere nelle nostre dimore il giovane erede di Hoster Tully, il Lord di Delta delle Acque e nostro fidato amico. Mi ha chiesto ardentemente di ospitarlo per mostrargli tutta la bellezza dell'Altopiano! Ero...riluttante all'inizio ma... ho accettato perché... penso che tutti debbano vedere le meraviglie che Alto Giardino può offrire! Quindi vagli incontro e portalo qui.

    Ridergli in faccia sarebbe stato troppo offensivo, anche per Victor. Chi se la sarebbe mai bevuta una storia del genere? Non di certo il giovane Tyrell che, come i fratelli, aveva imparato a conoscere la sua ottusità che sua nonna Olenna tanto amava rimarcare.

    Va bene padre, farò come volete!


    Andare incontro al il figlio di Hoster Tully, presentarsi e scortarlo fino ad Alto Giardino. Gli ordini del padre gli erano rimasti ben impressi nella mente, e dopo il loro incontro Victor era rimasto sorpreso e l'emozione che più lo caratterizzava in quel momento era...euforia. Euforia, poiché finalmente avrebbe conosciuto qualcuno al difuori dell'Altopiano. Euforia perché finalmente poteva farsi conoscere a qualcuno al difuori dell'Altopiano. Euforia, perché finalmente suo padre lo aveva considerato pronto per compiere questi tipi di compiti. Per carità, non era nulla di che. Doveva solo, appunto, scortare il giovane Tully alla corte dei Tyrell, ma il tutto era impreziosito dal fatto che gli fosse stato detto da suo padre, e che quindi si fidava finalmente di lui. Come avrebbe reagito il figlio di Hoster, quando l'avrebbe saputo? Anche lui avrebbe avuto le sue stesse sensazioni? Questo era ciò che si chiedeva continuamente il giovane. In tutti i casi si decise che era suo compito rappresentare al meglio la sua casata. Era il momento di trovare degli alleati per i Tyrell, in quel periodo. I Martell, imparentati con gli Stark , erano da sempre in cattivi rapporti con i regnanti dell' Altopiano. A est, con i Targaryen, la situazione non era delle migliori mentre, con ciò che era accaduto al ricevimento tenutosi a Grande Inverno, si erano quantomeno incrinati i rapporti con Capo Tempesta. In più circolavano delle voci che raccontavano che la figlia di Lord Tywin Lannister e l'erede di Jon Arryn si fossero lasciati ad effusioni non troppo contenute allo stesso ricevimento. Se tutto ciò fosse stato vero l'Altopiano si sarebbe ritrovata letteralmente circondata da forze nemiche. Rimanevano però i Tully come faro di speranza, ed era per questo, pensò Victor, che il lord suo padre e il Lord di Delta delle Acque avevano organizzato quell'incontro.

    Pochi giorni dopo il discorso col padre arrivò un messaggero che annunciava imminente l'arrivo del figlio di Hoster Tully. Si preparò al meglio che poteva, cercando di non essere né scapestrato né troppo elegante. Con lui chiamò un piccolo manipolo di uomini, tra cui vi era Jason, uno degli attendenti di Ser Crane. Non era molto dotato, ma ci metteva passione in ciò che faceva e avrebbe inoltre "alleggerito" quel piccolo viaggetto che si apprestava a fare. Appena usciti da Alto Giardino scostarono per un piccolo sentiero nascosto, verso il quale si dirigeva anche il Tully. I fiori e gli alberi erano i due elementi che primeggiavano in quell'ambiente, crescendo forti e rigogliosi come in nessun altro posto. Quale altro scenario poteva eguagliare tanta bellezza? Aveva sentito parlare dei Giardini dell'Acqua di Dorne, o degli splendidi alberi diga del Nord, tributi agli antichi dèi. Ma quale poteva definirsi al pari di quella vista magnifica, quasi celestiale e divina? Questi pensieri, così come erano venuti, scomparvero alla vista in lontananza di un piccolo gruppo di uomini a cavallo. Non riuscì a contarli tutti, ma non dovevano essere molti più di loro. Uno degli uomini al suo fianco aumentò il passo della cavalcatura, posandosi a fianco a lui.

    Quello deve essere il figlio di Hoster Tully, mio signore

    L'euforia che si era a poco a poco spenta si era improvvisamente riaffermata, stavolta con più impeto e "rabbia". Non era intimorito da quell'incontro ma sapeva che comunque aveva una sua importanza, e si promise nuovamente che non avrebbe fallito. Avvicinandosi, potè vedere finalmente il Tully in faccia. Lunga chioma di capelli che andavano a ricadere sulle spalle, con una folta barba che andava a decorare il viso. Non ci mise molto a capire che, di età, era abbastanza più grande di lui.
    Dopo pochi altri secondi di attesa le due compagnie si incontrarono, faccia a faccia.

    Voi dovete essere Rowan Tully, figlio di Hoster Tully. Io sono Victor Tyrell, figlio di Mace Tyrell, Lord dell'Altopiano. E' un piacere per me conoscervi, Rowan. Prego, seguitemi: vi accompagnerò fino ad Alto GIardino!

    Ok, ho modificato leggermente seguendo le indicazioni del mio post!


    Edited by ~Vez - 14/4/2016, 15:08
     
    .
  3.     Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    Alfiere

    Group
    Dorne
    Posts
    4,238
    Prestigio
    +36

    Status
    Anonymous
    Bene, proseguite la role come al solito: cercate di parlare un po' e di trovare qualche argomento mentre vi avviate verso Alto Giardino ... insomma, fate quello per cui i vostri genitori vi hanno fatto incontrare, ovvero cercare di stringere alleanze! La strada per la fortezza dei Tyrell non è lunga, ma di certo nessuno vi mette fretta: passeggiare per l'Altopiano è sempre piacevole, quindi andate pure con calma e cercate di conoscervi un po'.
     
    .
  4. RowanNA
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Rowan conduceva al trotto -le mani salde sulle briglie cautamente manovrate attraverso tiri e rilassamenti- il proprio cavallo bruno per il sentiero battuto che aveva imboccato, oltrepassato il collo dalla cui cima si erano dedicati all'osservazione del paesaggio dell'Altopiano. Il sole si era liberato degli ultimi sottili cirri del dì per permettere che la sua luce collidesse brutalmente con il singolare colore rosso porpora che prepotente si imponeva sui capelli e sulla barba, sebbene più scura e meno tendente al delicato viola, del giovane Tully. Quella tinta particolare gli era discesa dalla casata di sua madre, i Whent, l'unico lascito che sembrava provenire dalla genia materna. Sinceramente colpito, come quando si trovava sulla cresta rocciosa, i suoi occhi verde acqua ispezionavano attorno l'ambiente, coinvolgendo in quell'esperienza altri sensi. L'olfatto adesso percepiva profumi floreali, odori genuini di una natura spavalda e forte. L'erba, che a tratti si faceva intrepida e rompeva gli argini del sentiero immettendosi dinanzi, carezzava stimolata dal vento gli arti inferiori del ventenne. Poteva quasi ammettere di non saper distogliere sguardo e attenzione da ciò che lo circondava suadente, però, una volta che si era prefissato con maggior impeto la sua meta, era difficile che Rowan si lasciasse troppo andare a ulteriori profonde contemplazioni del mondo naturale, allorché chiuse gli occhi massaggiati dai raggi cangianti del tramonto per concedersi un ultimo pieno respiro e la ripetizione stolida di ciò su cui da quel momento in poi si sarebbe dovuto concentrare. La cura dell'anima si era svolta e conclusa; veniva il momento del risveglio e dell'azione.

    Quando riaprì solennemente le palpebre, poté individuare all'orizzonte di fuoco delle ombre che si stagliavano e moderatamente si avvicinavano a loro. La realtà della sua percezione fu confermata dalla voce di uno dei suoi cavalieri. La scorte dei Tyrell si stava appropinquando e presumibilmente era guidata da uno dei figli di Mace Tyrell, i quali, se non errava, Rowan ricordava fossero due, entrambi piuttosto piccoli in confronto a lui. Chissà quale età il ragazzo che si sarebbe presentato al principe di Delta delle Acque avrebbe avuto...Contenne una smorfia incitata dalla luce che si faceva a tratti caparbia e dal pensiero di doversi misurare come prima persona nel territorio di Alto Giardino con qualcuno che fosse poco più che un bambino. Ormai era celebre a sé medesimo l'insofferenza provata per giovanissimi pionieri dei Sette Regni che si atteggiavano a re intoccabili e invincibili. Da una parte la modesta età di colui che stava venendo loro incontro lo avrebbe potuto favorire da un punto di vista pratico: la sua voce, il suo portamento, le sue parole, non credeva minimamente che potessero essere soltanto avvicinate a quelle di qualsivoglia rampollo e quest'ultimo poteva esserne influenzato o addirittura intimorito. Nonostante queste idee, il Tully si accontentò di comportarsi come si sarebbe sempre comportato, ovvero con fermezza e tenacia, se fosse stato necessario. Non tanto perché non voleva sottovalutare l'eventuale lattante, ma perché non voleva abbassarsi ad architettare chissà quali piani teorici contro un individuo del genere; innanzitutto perché non doveva temere alcun atteggiamento inadeguato o inconsueto da se stesso: la sua prima proposizione in ogni incarico era la retta coerenza con se stesso e con i suoi ideali, difatti; e per secondo non doveva temere alcun atteggiamento debilitante o ostile da parte di un erede di Casa Tyrell. Egli non aveva paura di essere lì, finora era stato stupito ed era stato convinto del percorso da percorrere per portare a termine al meglio la sua mansione. Seguire semplicemente ciò che gli avrebbe suggerito la sua ragione. La strada si sarebbe costruita da sé e lui l'avrebbe imboccata al trotto con apertura sensitiva e mentale e saldezza di spirito al fine di completare con successo la propria missione.

    Vicini i rappresentati della casata regnante dell'Altopiano, Rowan tradusse tutta quella riflessione, istintivamente, in un irrigidimento iniziale che ebbe poi fine nella postura notoriamente (a Delta delle Acque per il momento) solida e quanto più onorevole benché ancora in sella al cavallo. Non gli importava più niente del sole e i suoi occhi sembravano essersi schermati con l'immagine che aveva di fronte, tenaci come erano nell'analisi dei soggetti: un poco nutrito gruppo di uomini a cavallo, tra cui si distingueva facilmente al centro una figura più snella e ridotta. Non smise di porre intensa attenzione neppure quando furono gli uni davanti agli altri. L'individuo al centro che aveva focalizzato il suo interesse era un ragazzo davvero giovane, dai tratti ancora fanciulleschi, ma che rivelavano i primi segni della pubertà nella lieve peluria sulle guance. Sembrava a proprio agio così come era, sebbene la sua evidente sproporzione in rapporto a tutti quanti, e fu una delle prime cose che a Rowan piacque annotare. I corti capelli castani capitolavano in una breve frangia e i suoi occhi, perlomeno da quella distanza, parevano grandi e di un colore assolutamente chiaro. L'erede delle Terre dei Fiumi non mancò, secondo la sua indole, di squadrare critico il ragazzo. Non dimenticò, ciononostante, l'educazione dovuta a... a... Rowan Tully aveva sempre avuto qualche tentennamento con il ricordo dei nomi ed era piuttosto intollerante a quei lapsus. Senza dare nell'occhio, si morse la guancia, chinò il capo con gravità in segno di saluto e rimembrò il nome nello stesso tempo in cui il fiero adolescente lo pronunciò -così piaceva pensare all'uomo, che senza aiuto sarebbe potuto riuscire ad ogni modo in qualunque intento-. Schioccò la lingua impercettibilmente come per punire il proprio morso così lento a confronto delle parole fiduciose e posate di Victor Tyrell. Di certo non mancava di calibrata educazione (sapeva il fatto suo e non diede molto tempo a Rowan per rispondergli "adeguatamente" come molti avrebbero preteso) e per ora non troppo presuntuosa sicurezza, questo poteva già darlo per scontato e quando i suoi occhi si riposarono sul figlio del Lord di Alto Giardino vollero cercare famelici solamente negli occhi dell'altro, per constatare se i suoi ragionamenti in merito fossero veri.

    Il piacere è mio, Victor Tyrell.

    Pose fine al suo parlare baritono seguendo come gli era stato consigliato da Victor il manipolo, verso Alto Giardino. Non si occupò più dello studio del giovane, avendo memorizzato, a detta sua, ognuno dei dati fisici e non che egli avrebbe potuto considerare utili o interessanti. Si dedicò all'equitazione mentre ricercava la soluzione finale al quesito postosi prima di incontrarlo: tuttavia era fin troppo presto per dirlo e sembrò non voler mormorare a se stesso nemmeno la prima impressione generale...Doveva lasciare da parte il pregiudizio che lo caratterizzava, nella sua selettività e criticità. Il suo istinto in questo caso lo avrebbe potuto sviare e far incorrere più facilmente nell'errore di interpretazione. Passo dopo passo... ogni pezzo si sarebbe congiunto, pur non avendo che miseri frammenti ancora. Forse mettere da parte per attimi il suo carattere schivo e taciturno non sarebbe stata una mossa malvagia. I nobili, dotati di lingua biforcuta, parlavano così tanto quando non sputavano veleno. E per un istante, nella ricerca forbita e calcolata delle parole, la sua mano indugiò nello scostare un ciuffo di capelli purpurei dal volto.

    L'Altopiano non si smentisce dal vivo: incantevole. Mi interessa questa sua...natura. Alto Giardino non sarà da meno, immagino.

    Primo passo, compiuto. Trattenne un sorriso, tramutandolo in una smorfia a invettiva contro il recidivo sole tramontante; avrebbe dovuto imparare a nascondere la sua soddisfazione per questi banali successi retorici. Pensò fosse solo questione di abitudine e attese scrutando altresì intensamente Victor Tyrell per ricevere qualche ipotetica vantaggiosa informazione su Alto Giardino prima di esservi introdotto.
     
    .
  5. ~Vez
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Il piacere è mio, Victor Tyrell.

    Un risposta semplice ma decisa, ciò che Victor si aspettava. L'uomo prese a seguirlo affianco a lui, al capo di quel manipolo d'uomini che avevano il compito di proteggere due rampolli che il giovane Tyrell considerava, alla fine, inutili. Cosa mai potrebbe essere successo da lì fino ad Alto Giardino?
    Di fianco all'erede di Delta delle Acque Victor sembrava un scricciolo. Non era basso per la sua età, anzi. Era anche un po' più alto degli altri, ma il Tully era possente fisicamente e, dalle apparenze, anche spiritualmente. Da vicino potè notare i capelli rossastri che quasi andavano a confondersi con la luce del sole tramontante. Se non fosse stato che quell'incontro fosse stato organizzato il Tyrell molto probabilmente avrebbe avuto molte meno difficoltà a rapportarsi con lui, ma il fatto che ciò lo fosse lo portava a strozzare qualsiasi tentativo di discorso che non fosse opportuno, creando una piccola tensione che man mano andava crescendo. Victor, in realtà, non vedeva l'ora di tornare al castello. Quel giorno sarebbe dovuta ritornare sua sorella, che non vedeva ormai da settimane e fremeva dall'idea di riabbracciarla. Inoltre Aconè era molto più brava di lei ad accogliere gli ospiti. All'improvviso un pensiero gli balenò in quella mente. E se il motivo di quell'incontro fosse, oltre all'incontro dei due rampolli, una proposta di matrimonio? La sorella era ormai entrata in età da marito e, da quello che ne sapeva, Rowan non era sposato. E quale migliore alleanza poteva esserci, se non un matrimonio? Un brivido gli scese giù per la schiena. Rowan sembrava, almeno a prima vista, un brav'uomo, ma alla sorella, conoscendola, mai le sarebbe stato bene un matrimonio combinato, con un uomo che mai aveva visto. Ma probabilmente stava divagando, e quei pensieri erano dovuti, pensò, alla tensione. Tensione che, il Tully, spezzò.

    L'Altopiano non si smentisce dal vivo: incantevole. Mi interessa questa sua...natura. Alto Giardino non sarà da meno, immagino.

    Una domanda che venne improvvisa, ma non inaspettata. Era ovvio pensare che prima o poi gli avesse chiesto della sua terra, nella quale adesso si trovava. Per chi non era abituato, quello scenario era, come aveva detto Rowan, incantevole.

    Si, Rowan. Alto Giardino non è seconda allo scenario che la circonda. All'interno delle mura potrete osservare tutte le sue bellezze...

    Una frase imparata quasi a memoria, per non sfigurare. Era nato e cresciuto lì, il giovane Tyrell. Era abituato a quel agglomerato di fiori e alberi e se gli altri si meravigliavano a quelle vedute, per lui rappresentavano la normalità quotidiana.

    ...ma vedete: in realtà ci si stanca dopo un po' di fiori e alberi, e la bellezza che a prima vista vi colpisce si tramuterà in monotonia...

    Sincerità. Il rampollo di Hoster Tully non sembrava come gli altri spocchiosi e arroganti nobili, che purtroppo spopolavano ad Alto Giardino e Victor ne approfittò per cercare di aprire un discorso vero, che discostasse da quelli finti e preimpostati che di solito predominano il primo incontro fra due persone altolocate. Il passo continuava adagio, mancava ormai poco ad Alto Giardino e il tenue sole stava quasi per sparire del tutto, lasciando posto alla luna, che avrebbe schiarito l'oscurità della notte. Le notti stellate dell'Altopiano era ciò che, anche dopo tanto tempo, Victor amava osservare dalle torri di guardia. Lo rilassava e, negli ultimi tempi di solitudine, quelle stelle erano state la sua compagnia. Chissà, invece, a cosa era abituato lui, nelle Terre dei Fiumi. Il nome era già un preludio, pensò, dell'ambiente. Aveva letto che fosse una regione composta da pianure, foreste, colline e fiumi infiniti e che fosse una delle terre più fertili dei Sette Regni. Non tanto dissimile, forse, dall'Altopiano.

    E ditemi: com'è Delta delle Acque? Non ho mai avuto occasione di andarci e le uniche informazioni che ho vengono da libri
     
    .
  6. RowanNA
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Durante la traversata che stavano compiendo i due ragazzi dalle nobili origini, Victor Tyrell non smise di guardare innanzi a sé, con una di quelle espressione indurite che su un volto giovanile come il suo risultavano ancora più accentuate. Evidentemente era immerso in una riflessione o intento a percepire qualcosa dalla situazione in cui si trovava. Non poteva biasimarlo, stava svolgendo un ruolo a quell'età a cui dava molta più importanza di quanto non ne avesse; quanto mai mirata gli sembrò dunque la sua frase una volta pronunciata, cosa che sembrò ammorbidire e placare lo stato meditativo dell'adolescente. Anche se, ascoltate le sue parole con attenzione, Rowan poté quasi udire una certa meccanica impressa su quella risposta. Così Alto Giardino non era seconda alle bellezze dell'Altopiano. Doveva aspettarlo, d'altronde il castello non doveva essere chiamato a caso "Giardiano" e il figlio di Mace Tyrell non poteva di certo lamentarsene di quella grandiosa città in cui era nato. Forse Victor Tyrell, nel dubbio, si era infine rivolto all'etichetta che gli era stata sicuramente impartita alla corte del castello, in modo da non incorrere in brutte figure o offendere il suo ospite. Il Tully inclinò la testa non smettendo di studiare il Tyrell, con una punta di divertimento: dunque Victor Tyrell non era diverso da molti altri piccoli rampolli che tanto affliggeva con i propri giudizi? Sul suo viso, tuttavia, non vi era ombra di disprezzo o rimprovero, vi era soltanto una curiosità dettata dal voler mettere alla prova il ragazzo; scoprire se egli si sentisse a suo agio oppure no. Quali fossero le sue emozioni, le quali probabilmente lo costringevano a moderare e poi sottolineare aulicamente la sua istruzione nobiliare. Ebbe la netta impressione che Victor Tyrell o fosse l'una o fosse l'altra, che non fosse confuso tra i due registri linguistici.

    La sua fame fu saziata pochi secondo dopo all'aggiunta di un inserto personale, che gettava luce su quel che Rowan si era chiesto. Il ventenne di casa Tully non era un uomo che sorrideva spesso -si oserebbe dire raramente- e quando la soddisfazione voleva concretizzarsi autonomamente sul suo volto si tramutava nel movimento lento e grave dell'annuire. In tal modo si ritrovò a reagire Rowan, domandosi comunque che cosa spingesse Victor a saltare da quello a quel modus in un unico discorso. Avvallò l'ipotesi che fosse una leggera incertezza, indotta da chissà quale motivo. Victor, come già si era accorto, sapeva il fatto suo e non era uno stupido. Dacché si lanciava nel discorso teneva a mente ciò che conosceva del mondo nobiliare, ma voleva dare di sé l'impressione più affidabile e disinvolta, non mancando di rimarcare con le proprie parole quanto fosse sinceramente sicuro nel parlare apertamente dal suo privato punto di vista senza tanti arzigogoli. Tutto ciò fu trovato apprezzabile dal principe della Terre dei Fiumi, il quale in parte poteva affermare di condividere la volontà comportamentale di quel Tyrell. Piuttosto, salì a galla nuovamente l'evidenza di quanto Victor fosse giovane: pensandoci bene, poteva tramutarsi quindi tutto in un suo pregio se quell'adolescente avrebbe dimostrato di essere coerente. Un altro accorto passo verso la risposta finale che cercava Rowan Tully.

    Il crepuscolo aveva ormai aperto il passo ad un luminoso cielo notturno, approfittando della scarsezza di nubi. Rowan amava osservare le stelle, erano quei corpi naturali che più lo intrigavano, così intrise di misticità e mistero, tanto da ispirare qualunque passionale osservatore a viaggi mentali incredibili, che lo avrebbero portato a infuocare le sue più remote domande e cullarlo nel buio della notte. Anche a Delta delle Acque, sebbene meno, le nuvole temporalesche davano grazia agli uomini affinché potessero bearsi di un momento di silenzio a tu per tu con quelle sfere luccicanti. Del resto, pure Victor si guardava attorno, forse proprio perché era sopraggiunta la sera, come se quella in realtà fosse l'unico scoglio a spezzare i flutti della monotonia che aveva segnalato al Tully lì nel rigoglioso Altopiano. Dovunque la notte tirava le sue tinte magiche sul paesaggio e incantava più di qualunque cruda immagine giornaliera. La domanda di Victor si insinuò rapida tra i sordi rumori di zoccoli che prendevano spazio nell'orchestra soltanto più dolce di quella del dì che animava i boschetti e la pianura. Gli chiedeva come fossero le Terre dei Fiumi in cui era stato partorito venti anni fa da Minisa Whent, sposa di Hoster Tully. Passò qualche secondo di quiete, sfruttata da Rowan per guardarsi attorno un'ennesima volta e raccogliere le sensazione da confrontare con quelle aveva sempre provato a casa.

    Le Terre dei Fiumi sono fertili, ma la natura è più selvaggia e intricata di qui. Se il terreno non è bonificato o è foresta o è palude. E le paludi non sono un bel posto. I fiumi sono la vera linfa del nostro regno, le sue arterie. Sono vantaggiosi per molte cose oltre a portare per primi prosperità lungo le loro rive e penso che da loro derivi la tenacia delle nostre piante e la loro forza: querce, pioppi, salici, ontani, cipressi calvi, giunchi e selci. Credo che i nostri regni abbiano due concetti di bellezza differente. Delta delle Acque non è ampio, è concentrato e ruvido; non è bello: è...

    ...casa.

    La pausa non fu molto duratura, ma la parola che affiorò tra i pensieri di Rowan lo distrasse un attimo. Non risentiva della lontananza, questo poteva giurarselo, nonostante quel tentennamento; ma forse era talmente vero adesso, come mai prima di allora, che le cose assumono di improvviso il loro grande valore che hanno sempre avuto nel momento in cui ti ci allontani, o peggio, le perdi. Strinse il pugno intorno alla briglia del cavallo, rallentando la breve accelerazione che stava facendo spontaneamente.

    ...è forte.

    Aveva parlato così tanto per i suoi gusti -o almeno così gli era parso- che respirò profondamente e volle attirare l'attenzione del giovane su altro, senza attendere altro tempo.

    I vostri fratelli la pensano come voi riguardo la regione?

    Un altro argomento che a Rowan premeva di approfondire fin da subito se gli sarebbe stato possibile. Conoscere meglio ognuno dei rampolli di Casa Tyrell prima di presentarsi a loro di persona; con indicibile calma i due figli di Lord erano quanto mai prossimi alle porte di Alto Giardino, che da quella distanza, pur non delineando bene i contorni, il Tully già scardinava con gli occhi socchiusi per trafiggere i nembi notturni.

    Edited by RowanNA - 17/4/2016, 16:04
     
    .
  7. ~Vez
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Ascoltava le parole del ragazzo con estrema attenzione, cercando di carpire qualcosa dal suo sguardo duro e profondo. Rowan Tully non si perdeva in mirabolanti discorsi o in estenuanti racconti ma diceva le cose essenziali, e questo a Victor piacque. Dal suo dire, al giovane Tyrell, parve quasi che le Terre dei Fiumi non erano terre i più deboli. Forte. Fu quella la parola che lo colpì di più. Chi ci abitava doveva imparare a sopportare le avversità dell'ambiente, e a dipendere soprattutto dai tanti fiumi che ne costellavano la regione. Una terra che temprava i suoi abitanti, e li rendeva uomini forti.
    Tutti quei pensieri erano confermati anche dall'impressione che gli aveva fatto il Tully che, intanto, aveva rallentato a causa di una piccola accelerazione, forse involontaria. Per Victor era strano pensare al concetto di "palude" o "infertile", essendo lui nato in quel così ricco e rigoglioso Altopiano su cui si sprecavano gli elogi e in cui le praterie regnavano trionfanti per tutta la regione.
    Nelle sue parole l'erede di Delta delle Acque sembrava nascondere un pizzico di malinconia, riferitosi forse alla sua casa, così lontana adesso. Rowan stava attraversando adesso, molto probabilmente, quello che Victor avrebbe vissuto quando si sarebbe allontanato da Alto Giardino, cioè un insieme di orgoglio, euforia, paura, malinconia e felicità.

    I vostri fratelli la pensano come voi riguardo la regione?

    La richiesta non tardò ad arrivare, dopo la spiegazione delle Terre dei Fiumi. Quella domanda non fece che riaccendere i suoi pensieri su di loro. Pensava che, in quel momento, sarebbe dovuto essere con Hadray a sostenerlo e, per come poteva, proteggerlo. D'altro canto pensava anche che era suo compito accogliere la sorella non appena fosse arrivata dal lungo viaggio e di cercare di proteggerla almeno per un po'dalle noiosi sessioni con la septa. No: la progenie di Mace Tyrell proprio non aveva la vocazione per i Sette. Che abbia trovato conforto negli Antichi? si chiese tra sé e sé, stavolta trattenendo a stento una fragorosa risata, coprendosi la bocca con la mano destra e ripensando a quando erano bambini e cercavano in tutti i modi di non andare al tempio. Fu in quel frangente che si accorse che i suoi pensieri l'avevano distolto dall' iniziale domanda del Tully.

    Potrete chiederglielo di persona, ad Alto Giardino. Mia sorella, Aconè, dovrebbe essere ormai arrivata al castello o comunque il suo arrivo dovrebbe essere ormai prossimo...

    Si, e lo sperava davvero. La sorella era da troppo tempo via e si chiedeva se sarebbe tornata cambiata dal contatto diretto con la nobiltà dei Sette Regni o se fosse la solita, pura Aconè. Si chiedeva anche come si sentiva dopo ciò che era successo col Baratheon, così lontana da casa e dalla sua famiglia. Un mugolo di rabbia cominciò a scandire la cavalcata del giovane che, inavvertitamente, accelerò il passo. Le scuse dei Cervi, e non solo, erano arrivate rapide ma con lentezza, invece, se ne stava andando la rabbia per l'offesa subita.

    Per mio fratello, Hadray, dovrete aspettare un po' di più... si trova adesso a Collina del Corno e vi rimarrà per qualche altro giorno

    Gli zoccoli dei cavalli riempivano le sue parole e le sue pause, rendendo il tutto più continuo e costante. Il sole aveva fatto definitivamente capolino e le stelle cominciavano a riaffiorare sempre più prepotentemente nel cielo. L'aria stava divenendo sempre più fredda, segno che, anche al Sud, arriva l'Inverno. Stava sperando di dare una buona impressione al giovane Rowan. Non perché gli fosse stato imposto, ma perché sentiva una somiglianza, seppur fievole, con lui. Non lo considerava uno dei tanti nobili, no: quello l'aveva capito sin da come aveva risposto al primo saluto. Quelle poche risposte che gli aveva dato avevano già delineato, nella mente di Victor, il suo carattere deciso, ma doveva ancora capire se tutto ciò era una facciata per far in modo di accentuare la sua età o se quello fosse il suo vero e proprio animo. Intanto il sentiero cominciava a prendere una forma sempre più delineata, segno che erano ormai prossimi alla città, della quale si potevano ormai scorgere il castello e le mura possenti.

    E' la prima volta che vi allontanate così tanto dalle Terre dei Fiumi, Rowan?

    Edited by ~Vez - 20/4/2016, 19:47
     
    .
  8. RowanNA
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    La domanda di Rowan Tully suscitò una reazione criptica in Victor Tyrell, il quale, distogliendo l'attenzione dal volto del principe, sembrò gettarsi in una riflessione, simile a quella in cui si era rifugiato Rowan prima di descrivere le sue Terre; seppure questa durò decisamente di più e si concluse con una risata soffocata che spinse il sopracciglio destro del Tully a sollevarsi evidentemente stranito dal comportamento del giovane: poco prima, mentre parlava della "bellezza" di Delta delle Acque, pareva che l'adolescente fosse seriamente interessato alla risposta e i suoi occhi riflettevano piuttosto chiaramente l'analisi che probabilmente pure lui stava conducendo sul ventenne. Tuttavia, riteneva quantomeno troppo difficoltoso, se non impossibile, carpire nell'insieme ciò che pensava e, sopratutto, ciò che provava. Oltre all'abile recitazione a cui si era sempre attenuto per rispondere delle sue sospette assenze al castello a sua madre, Rowan si era più volte messo alla prova -sfruttando certamente un viso duro che lasciava poco spazio all'emozione dilagante- con quei ragazzi con cui gli capitava di litigare, di discutere e di rapportarsi, per tentare in ogni modo di nascondere al meglio ciò che avveniva unicamente dentro se stesso. In particolare, con chi lo sfidava; non avrebbe mai potuto negare di aver provato paura, ma altrettanto poteva confermare di non averlo mostrato visto la reazione di alcuni di quei prepotenti. D'altro canto egli da ragazzo era stato assai competitivo e audace incontro agli ostacoli, tratto che col tempo aveva levigato finché non si era definitivamente attenuato per non incorrere in spiacevoli situazioni. Come quella che gli si presentò insieme ad una persona con la quale più di tutte aveva esercitato -nel bene e nel male- la sua arte mimetica.
    Persona che non emerse sufficientemente dalla sua mente per incatenarlo in sensazioni già avute, che conosceva bene e che lo avrebbero indotto a sprofondare in uno stato anomalo. Si affrettò a concentrarsi sul Tyrell, che a quel punto sembrò riprendere il controllo sia di sé che del cavallo: che strano, il cavallo non aveva più sentito le briglie forti di entrambi i padroni, ma in fondo per cause differenti. Difatti non era difficile intuire che non fosse una punta indesiderata di malinconia che pungeva l'animo di Victor, al più un ricordo quantomeno più sereno e visitato. Forse citare i fratelli lo aveva colto in un frangente dedito al ricordarsi di loro e delle esperienze fatte.

    La risposta del figlio di Mace Tyrell al quesito lo stimolò oltremodo al ragionamento: poteva dedurre che Aconé Tyrell stesse tornando da quel Ricevimento a Grande Inverno a cui suo padre non aveva permesso che partecipasse; ragazza che sicuramente avrebbe avuto interesse di conoscere, dato che forse aveva notato che il figlio di Hoster Tully non era presente tra gli ospiti degli Stark e nobilitare agli occhi di Alto Giardino la reputazione della famiglia, nonostante non si fosse presentato all'evento neanche un rappresentante, era una priorità per Rowan. Inoltre, intraprendendo un discorso con lei, avrebbe potuto anche ricevere informazioni sul Ricevimento, sugli individui presenti e gli avvenimenti degni di nota. Se non errava, ella stessa era la ragazza offesa senza alcun ritegno da uno dei due figli di Steffon Baratheon. Quel figuro era senza ombra di dubbio un deficiente privo di ragione, forse pericoloso se non si fosse rivelato soltanto un poppante come altri con gli ormoni impazziti di un toro da monta, oltre che un ignobile maschio, anziché uomo, come avrebbe indicato solitamente il principe uno meritevole di tal nome. Non che Rowan si stupisse molto: i popolani con cui si intratteneva da piccolo gli avevano insegnato a non generalizzare mai e dunque trovava più che plausibile che tra il sangue blu ci fosse un morbo nero, e in un certo senso lo reputava possibile a maggior ragione. Il Tully di questo ne faceva spesso una decisa convinzione e conoscere quegli individui da una parte lo attraeva immensamente. Erano persone che un giorno, scoprendole, avrebbe voluto eliminare... Fece tacere i suoi pensieri così pian piano propensi alla potenza, con la paura che i loro tuoni potessero essere uditi dall'adolescente che cavalcava di fianco a lui. Se non altro riportarono negli abissi l'immagine di quella presenza passata che lo stava per attanagliare di sorpresa in vorticose emozioni incontrollabili persino per lui.
    La freddezza che tratteggiava spigoloso il suo volto aveva catturato quegli impulsi nervosi e li aveva sottomessi, non permettendo a nessuna, a quanto credeva Rowan, di penetrare il mistero dietro lo sguardo profondo e al tempo stesso caliginoso che lanciava occhiate interessate a Victor. E più che per nascondere malinconie ipotetiche e istinti omicida verso l'ignominia, il gelo era dovuto ad altro che ora non si sarebbe più ricordato; quel solito qualcosa che era solito sbiadire di propria volontà e dimenticare di essere stata mai presente.

    Invece il fratello, Hadray Tyrell, si trovava lontano da casa a Collina del Corvo e con una sorta di saggezza Victor sembrò non voler rivelare altri dettagli, come se legittimamente potesse bastare quello che aveva già detto. Era probabile che lo facesse senza accorgersene, non con il reale intento di celare, però ciò poteva confermare che l'adolescente, pur, ripensandoci, la sua giovanissima età, aveva una naturale predisposizione per la cautela e non era né sprovveduto né insicuro, man mano che accresceva la confidenza. Lui sembrava esattamente restare al passo di Rowan, come il battito degli zoccoli sul selciato.
    Alla domanda finale di Victor, il Tully allontanò del tutto l'intenzione di mettere alla prova il ragazzo e spremere, per così dire, anche mellifluamente, tutto ciò di cui necessitava e che gli sarebbe potuto essere utile dal rampollo. Annotandosi che comunque una buona impressione iniziale avrebbe potuto giovare, sopratutto innanzi ad un adolescente spesso capace di influenzare con la sua animosità e entusiasmo gli adulti mettendo in luce immediatamente ciò che di buono aveva potuto trovare nell'ospite, Rowan volle dedicarsi sinceramente a rimanere anche lui a quel passo con tranquillità -pure il paesaggio persuadeva con seduzione alla calma-, pur restando vigile. Non si poteva mai rifiutare al principe di Delta delle Acque l'essere vigili e tesi, in quanto era una sua caratteristica che lo contraddistingueva attraverso la poca loquacità, il soppesare le parole, lo studiare intensamente l'interlocutore (proprio come stava facendo). Tante volte Minisa Whent lo aveva invitato a rilassarsi, mentre il padre ne elogiava la disponibilità costante in ogni campo.
    In fondo la domanda di Victor lo aveva alleggerito dai pesi del dovere immediato che sentiva gravare persino in quell'incontro così semplice e cresciuto spontaneo, a tal punto che il suo desiderio, oltre alle ragione che si dava per giustificare i propri atteggiamenti, si limitava davvero e unicamente al tranquillo scambio. Tuttavia mai lo avrebbe ammesso completamente a se stesso. Se c'era una cosa di cui non si rendeva conto, quella erano i moti genuini del proprio stesso animo. Strano, ma fondamentalmente vero.

    E' così. Voi vi siete mai allontanati dall'Altopiano? Sapete, inizialmente ci chiedevamo, io e mio padre, se non fosse meglio invitare voi ad un soggiorno a Delta delle Acque. Secondo voi sarebbe stato meglio, o lo è così come è andata?

    Gli occhi verde acque che sinora erano pietrificati davanti a sé a causa della gelata si spostarono con tutta la loro intensità su quegli di Victor; ma abbandonando il ghiaccio e aprendosi al calore di una sincera voglia di sapere che cosa avrebbe risposto il Tyrell, voglia che parlava anche del piacere di una conoscenza e non solo del doppio fine di scoprire e di discorrere con quel giovane. Era palese a Rowan che -non smentendosi nemmeno stavolta- la domanda non era lanciato lì a caso, ma mirava a conoscere le idee in merito di un Tyrell, il suo punto di vista, e captarne altri elementi interessanti. Però lo spirito, cosa che contava molto per il Tully, era mutato ulteriormente a favore di Victor e a vantaggio di quel soggiorno che, sebbene il cerimoniale delle conoscenze che avrebbe dovuto fare e la consapevolezza di dover compiere un incarico, non si preannunciava così male.

    Edited by RowanNA - 21/4/2016, 14:46
     
    .
  9. ~Vez
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Poteva confermare, ormai, il fatto che Rowan soppesava ogni sua parola. Ad ogni risposta che Victor dava al giovane Tully egli ascoltava con attenzione e rifletteva, anche se per pochi secondi, alla giusta risposta. Tutti lo facevano ad Alto Giardino. Servi, cuochi, scudieri ma anche cavalieri e nobili. In quel mondo fatto di menzogne e lussuria erano rari i momenti di onestà e questo il Tyrell, seppur giovane, lo sapeva molto bene. Rowan però non sembrava mosso da un desiderio maligno, almeno alle apparenze, ma più da un fatto "personale", come se il suo animo lo costringesse a relazionarsi così al prossimo: con cautela e studiando il suo interlocutore. Fu per questo che alla domanda del figlio di Hoster Tully Victor si sorprese. Le sue parole si erano sciolte e il suo sguardo, freddo e osservatore prima, si era trasformato in uno intenso e vivo.
    Dunque per Rowan era il primo viaggio così lontano da casa, dalla sua famiglia e dalla sua gente. Chissà come si sentiva adesso, si chiese il Tyrell. Il Tully era un uomo fatto e finito ma era indubbio che adesso stesse provando emozioni forti.
    Si chiese anche lui se non fosse stato meglio andare a Delta delle Acque. Aveva sempre sognato di viaggiare lontano dall'Altopiano. Un posto piacevole, ma era stato sempre un suo desiderio conoscere l'ignoto e non si faceva bastare di certo le parole scritte sui libri.

    Personalmente avrei preferito soggiornare a Delta delle Acque, Rowan. Come ho detto prima l'Altopiano è un posto magnifico, ma abitarci per quattordici anni senza mai uscirne diventa...


    Una breve pausa, per cercare di trovare la miglior parola che potesse identificare al meglio il suo stato d'animo. Quante volte aveva passato notti insonni a leggere sul grande Tempio di Baelor? Sulle lande innevate del Nord, o sulle montagne della Valle? Il suo sguardo, però, non si fermava solo ai Sette Regni. Il Continente Orientale era un posto che catturava da sempre la sua immaginazione e i suoi pensieri andavano soprattutto verso la grande piramide di Meereen e la grande città di Qarth che, da quello che si diceva, era la più grande e ricca città al mondo. Tutti questi suoi pensieri lo rendevano ogni tanto malinconico, sapendo che c'era un incredibile Mondo da vivere e vistare e lui era relegato lì, tra fiori e alberi.

    ...pesante

    Pesante. Era una parola banale e priva di significato allegorico e si maledì subito dopo averlo detto, ma alla fine era forse quella migliore a sottolineare ed a raggruppare le sue emozioni. Il suo sguardo volse quello del giovane Pesce che, dal canto suo, lo stava guardando. Aveva sentito dir che Hoster Tully non era esattamente una persona che esternasse i suoi sentimenti ma che fosse una persona saggia, dalle poche parole e fatti concreti e pensò che, da giovane, fosse come Rowan. Stavolta però, più di prima, il suo sguardo era cambiato in uno più dolce - se così si può dire - e le sue parole non erano più scandite da una voce meccanica e frasi studiate a memoria, ma da un desiderio vero di conoscerlo e non studiarlo. Victor si sentì decisamente meglio a quella sensazione: aveva fatto forse una bella impressione al Tully? O era solo un abile bugiardo?
    Mancavano davvero pochi minuti ad Alto Giardino ormai, della quale adesso si scorgevano anche le torri di guardia, e già pregustava l'abbraccio della sorella. Al contrario di lui Aconè non aveva problemi a mostrare le sue emozioni e sin da quando erano bimbi era considerata la più allegra dei tre. In questo, seppur non l'avrebbe mai ammesso, era molto simile alla madre Alerie.

    Siamo praticamente arrivati al castello, manca pochissimo. Quanto pensate di rimanere?

    La domanda non era posta lì per caso, ovviamente. Voleva sapere per quanto tempo avrebbe trascorso le giornate con lui. Non che la sua persona lo disturbasse, tutt'altro. Rowan pareva un uomo interessante da conoscere e dal quale Victor avrebbe potuto imparare qualcosa.
     
    .
  10. RowanNA
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Rowan Tully -l'ospitante poteva accreditarlo ormai- non solo era un uomo di poche parole, ma era persino distaccato il più delle volte, teso a ricevere e dare tutto con estrema serietà e concentrazione, tipica del suo temperamento intransigente, come se fallire o mostrare tentennamenti (se non debolezze, qualora le avesse veramente avute) durante un discorso equivalesse ad una sconfitta in battaglia. Non amava paragonare il suo soppesare alla malignità e all'eccessiva maniera etichettante della nobiltà, anzi, un confronto di tal genere lo avrebbe indignato: in quanto la sua maniacalità, se così si può definire, non era dovuta ad altro se non il proprio carattere guardingo e introverso, il quale assumeva le sue tinte più cupe e profonde in presenza di qualcuno che non conosceva oppure che appartenesse, giustappunto, alla nobiltà di cui tanto aveva ragionato per come schermarsi. Al sangue, il sangue; Rowan gestiva questa semplice regola non di certo abbassandosi al livello di perfidia di chiunque avesse di fronte, ma ponendosi tagliente e deciso per dimostrare che egli sapeva giostrare con l'individuo e non si sarebbe fatto prendere in giro. Piuttosto gli avrebbe rovesciato addosso la sua acqua gelida di fiume e, no, lo sottolineava fermamente, il suo onore, il suo dovere, la sua famiglia, mai li avrebbe lasciati da parte, come quella ignobile nobiltà contro cui spesso anelava scontrarsi. Eppure dietro i suoi occhi, che qualche volta ne attingevano avidi affinché si potessero ammantare di quella sostanza vivida, si trovava un'alluvione di forte sentimento che, ad accenni, poteva manifestarsi intensamente per proprio interesse personale, come nel caso di quello scambio accertato come privo di trappole nascoste o di un'interlocutore indesiderato, tutt'altro, piacevole da ascoltare e conoscere, o per altri motivi assai più importanti. Ecco perché aveva accantonato un poco il fine massimo dietro la conoscenza. Rowan poteva essere tutto, anche se non lo ammetteva, ma non era un cinico dinanzi alla purezza di parole e di intenti e al così raro placido scorrere della vita incontro a questi momenti preziosi (ne percepiva il valore come se potessero essere persi da un istante all'altro), poi colti come di raccoglimento del suo animo inquieto, per quanto rigidamente non confessato a se stesso ancora.

    Così come si era affacciata quella tempesta umana dal colore chiarissimo d'improvviso delle iridi del Tully, altrettanto celermente la notte tornò a rendere nebbioso lo sguardo, perché gli era stato utile abbastanza e non c'era bisogno di abusarne. Victor avrebbe compreso, oppure no, stava a lui prendere quello scorcio come vero o fasullo: ciò sinceramente non gli importava, il principe di Delta delle Acque sapeva che cosa era e aveva lenito la sua fatica, non quella del rampollo di Alto Giardino. Egli agiva così, per sé, di istinto, un istinto soppesato, che non si aspettava ringraziamenti né ricambi. Quando si specchiava il suo volto risultava, tra luce ed ombra, enigmatico e oscuro perfino a lui. Le sue orecchie invece restarono appuntite all'ascolto della risposta che aveva brillantemente voluto Rowan.
    Il Tyrell sembrava voler ribadire con quel suo dire la noia che lo aveva avvolto progressivamente durante la sua vita ad Alto Giardino. Era qualcosa che il ventenne, a primo acchito, non poteva comprendere, osservando le gioiose meraviglie di quella regione, tuttavia avrebbe potuto confrontarlo con il senso di solitudine che a volte da bambino lo aveva attanagliato. Forse soltanto la vastità e la crudezza del paesaggio delle Terre dei Fiumi gli ricordavano quella ingombrante sensazione e gli suggerivano di volare via, planando verso luoghi diversi in cui trascorrere delle avventure, conoscere il mondo e i suoi innumerevoli aspetti, coltivare le proprie passioni e trovare una pace che l'uomo, come essere intelligente, abbisognava e, in particolar modo, il Tully, seppur rare volte, si era chiesto più incisivamente dove fosse quella pace. Lontano da lì dov'era, difatti, era la risposta più immediata e banale, eredità proveniente dalla sua vivace infanzia. Però vi era pure da contare quando, e infine con chi. L'ultima domanda era così scomoda e estraniante da sé che aveva trasformato la sua solitudine in ricerca sovente della solitudine, che, a pari passo con ciò che capitava negli anni seguenti, lo rendeva più schivo contro molte persone e, ponendo la corona sulla sua introversione, chiuso, freddo e altri tratti che aveva mostrato a Victor Tyrell mentre cavalcava verso Alto Giardino. Gli estranei non potevano scrollarsi di dosso quell'occhio penetrante, in cerca di macchie, di impressioni, di dettagli, pregiudicante, determinato, preciso, incisivo come la punta di coltello. Era la naturale barriera tra lui e il mondo così come lo giudicava. Valicata, per esempio, dall'emozione che gli infondeva la sua terra natale, luogo della sua crescita personale, a cui credeva di dovere assai per le circostanze là avvenute. Ribadiva quel suo bagaglio a se stesso e questo aveva l'effetto collaterale di andare a toccare le corde nascoste di quell'animo inquieto e muovere nostalgia, ora che era la prima volta che si allontanava da casa.
    Da quel punto di vista, avrebbe augurato a Victor di non restare mai troppo lontano da casa propria, il nome stesso lo consigliava. Da un altro, però, più solido grazie agli scudi, confusi in maschere, confusi in abiti, confusi in convinzioni, che tanto a lungo e duramente aveva forgiato, c'era il consiglio opposto:

    Viaggiare è il modo migliore e più entusiasmante per imparare e per sperimentare quel che, essendo figlio di un Lord, voi un giorno dovrete affrontare, nel bene e nel male.

    Non si era neppure ben reso conto del fatto di aver espresso ad alta voce quel pensiero; d'altro canto si accorse perfettamente, malgrado la sua fermezza, di aver tralasciato quel pensiero ugualmente importante e di averlo totalmente omesso. Era tipico di Rowan, non se ne sarebbe rammaricato troppo nemmeno quella volta. Ma pareva che ciò, specificatamente nei confronti di Victor, lo avesse provato a tal punto che ne diede un minuscolo indizio quando sospirò piuttosto rumorosamente, mentre si voltava in una direzione vaga.
    Accolse la domanda del Tyrell con uno slancio simile a quello precedente. Anche perché in quella ricerca di informazioni, con quella voce ancora in via di crescita sull'onda dell'adolescenza dirompente, gli sembrò -e avrebbe volentieri voluto sbagliarsi visto lo stridio che provocava alla sua persona quell'impressione gaia contro la durezza del suo usuale recepire- che vi si trovasse una sincera voglia di sapere quanto sarebbe rimasto per interesse diretto del ragazzo. Lo stridio si fece più forte nel momento in cui, non solo le sue orecchie avevano permesso che quella nota apparentemente mansueta si facesse strada, ma andasse a stuzzicarlo come con l'estremità di una piuma l'estremità più imposta recondita del suo animo in tali situazioni.
    Rowan sorrise.
    Misuratamente, un tenue disegno inarcato sull'angolo della bocca dalle labbra fini. E sorrise, però, mentre avvistava le porte della florida città ormai talmente prossime, a pochi metri. Victor poteva bensì vederlo e ciò non dispiaceva neanche troppo al Tully. Lo aveva convinto sotto molti punti di vista, più di quanto, in piena sincerità, si sarebbe potuto aspettare...

    Non saprei. Credo che non sarà così tanto. Né così poco.

    Rowan Tully si fermò tirando con leggerezza le briglie della propria cavalcatura, attendendo con la sua solita statuaria pazienza di fare i primi passi entro Alto Giardino, dimora della casa Tyrell, casa del giovanissimo e convincente Victor.
     
    .
  11. GoT_Staff
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Finalmente siete arrivati - o tornati, a scelta - ad Alto Giardino, seggio della Casa Tyrell. Neanche il tempo di entrare nella fortezza, che un servo dei Tyrell vi raggiunge e vi informa che Lord Mace vorrebbe parlare con Rowan. Nulla impedisce a Victor di seguirlo, se ne avesse voglia. In ogni caso, il servo avverte che il Lord ha altre cose da fare, quindi possono prendersela comoda e parlare/fare altro prima di andare da lui, se ne hanno voglia.

    Riaprite ad Alto Giardino, a voi la scelta se fare altre due chiacchiere o andare direttamente da Mace
     
    .
10 replies since 8/4/2016, 22:08   274 views
  Share  
.