Il prezzo del Ferro

Ision Greyjoy, Torgon Greyjoy, Euron Harlaw, Kraer Targaryen

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    La quiete e l’aspetto piacente del Lord di Pyke scomparivano quando la sua furia sanguinaria faceva capolino cancellando i suoi silenzi, Quellon Greyjoy era un uomo pericoloso, saggio e scaltro quanto completamente pazzo con un’arma in mano. Era il terrore del Mare del Tramonto, l’unico uomo in grado di tenere a bada Liz la Sanguinaria.
    Questo era l’uomo di Ferro e suo figlio Torgon aveva commesso l’errore di farlo aspettare poiché anche arrivando all'orario stabilito sarebbe comunque stato in ritardo.
    L’uomo appariva silenzioso mentre affilava un’ascia pesante che appariva priva di peso tra le sue mani, il rumore della roccia bagnata contro il metallo creava sibili e lievi scintille subito spente dall'umido della sala, qualcosa lo infastidiva e doveva occuparsene.
    Non guardò in faccia suo figlio ne ascoltò qualunque parola potesse raggiungerlo.
    I denti della piovra di ferro si sfregavano nella sua bocca al punto da essere sentiti, tanta era la ferocia della sua rabbia “Qualcuno dei nostri ha tradito, materie prime spariscono dalle nostre isole e per quanto abbia agito ancora non è chiara l’origine di questa emorragia…” quanta gente doveva essere morta? Quanta torturata perché Lord Quellon arrivasse a quella conclusione?
    La scure venne lanciata con forza e si conficcò nel muro del salone come se la pietra fosse stata fatta di burro, gli occhi insanguinati si posarono quindi sul suo secondogenito “Quel fanatico delle terre verdi di tuo fratello è inutile, tu devi dimostrarti diverso Torgon” non era una richiesta, il Greyjoy non chiedeva mai nulla “Partirai per seguire la via del Ferro, giungendo alle isole scudo per pagare il tuo prezzo e mentre sarai li scoprirai chi c’è dietro a questa storia” si alzò in un movimento rigido e il tavolo che gli stava di fronte venne gettato a terra in un tonfo raccapricciante.
    “Il responsabile sarà nell'equipaggio della tua nave, Dagmer verrà con voi ma non farà nulla oltre ad essere i miei occhi, rendimi fiero o non fare ritorno”.


    Si dia il via alla razzia!
    Prima fase: visto che sei solo potrai gestirtela liberamente e chiedermi le reazioni di ogni pg ecc…per ampliare il post.
    Partirai con la "Bevitrice di Schiuma" e Dagmer da bravo bastardo berrà e ozierà lasciando a te tutto il lavoro, segui il percorso migliore per le isole scudo. Scegli se passare via Mare o per il Mander, siete un piccolo manipolo composto da tre navi lunghe di cui la tua è la più veloce ma poiché gli Uomini di Ferro non saccheggiano da molto il vostro arrivo sarà inaspettato.
    Potrai scegliere quali villaggi saccheggiare fino a Ponte Amaro oppure prendere la strada più sicura e usare Scudo Verde come base allo stesso modo di Torgon il Ritardatario.
    In questo post fai le tue riflessioni e decidi la rotta da seguire descrivendo la partenza fino all'arrivo in mare aperto.
    Nella tua ciurma oltre a vari uomini di ferro ci sarà l'Harlaw


    Hai una settimana di tempo per postare, fino alle 00:00 del 15/11/2016.
    Se ci metti di più manda mp tanto sei solo XD


    Edited by Rege - 13/11/2016, 15:10
     
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    Doveva ridurre le parole al minimo ed essere accondiscendente, quello era l'unico modo per evitare di far infuriare ancora di più Lord Quellon. Lo sentiva e lo percepiva da ogni sua singola movenza, era incazzato nero. Durante il viaggio di ritorno da Approdo si erano scambiati pochissime parole e quando lo osservava riusciva a intravedere il temperamento oscuro che aleggiava attorno al padre, solo che imputava quell'umore al noioso banchetto e alla scocciatura che il matrimonio rappresentava per gli uomini di ferro. Era colpa di Ision, tempo sprecato per controllare cosa combinasse quella testa di cazzo, per poi rivelarsi un nulla di fatto. La mano di Quellon scorreva pesante sull'ascia, facendolo sembrare un boia in fase di manutenzione, doveva forse giustiziare qualcuno? Improbabile, non era quello il loro stile.

    “Qualcuno dei nostri ha tradito, materie prime spariscono dalle nostre isole e per quanto abbia agito ancora non è chiara l’origine di questa emorragia…”

    Ladri, ecco perchè era furente, qualcuno stava fottendo quel poco che le Isole di Ferro avevano da offrire, a quel pensiero dentro di Torgon si accese una fiamma, ira e rabbia, chiunque fosse stato l'artefice avrebbe pagato quell'impudenza a caro prezzo. Riflettendoci sopra era tutto così strano, solo gli uomini di ferro navigavano tra quelle isole, pochi erano i commercianti e i naviganti con l'ardore e il permesso di attraccare a un qualsiasi porto dell'arcipelago. Questo voleva dire che chiunque fosse stato era una persona che aveva prestato giuramento a casa Greyjoy, un traditore del suo popolo. Loro razziavano fin dall'antichità per fame e dovere verso il Dio Abissale, le isole erano dure e inospitali, offrivano solo pesce, legna, ferro e bestiame. Chiunque fosse stato era un vile ladro, uno schifoso codardo incapace a seguire l'antica via, Torgon ne era certo di questo. Il suono secco della scure che si conficcava nel muro sanciva l'apice della rabbia di Lord Quellon, oltre che far riprendere la giovane piovra dai suoi pensieri, dove una certa curiosità iniziava a formarsi, voleva sapere chi era il traditore.

    “Quel fanatico delle terre verdi di tuo fratello è inutile, tu devi dimostrarti diverso Torgon! Partirai per seguire la via del Ferro, giungendo alle isole scudo per pagare il tuo prezzo e mentre sarai li scoprirai chi c’è dietro a questa storia”

    In quelle frasi c'erano lacrime e gioia, delusione e realizzazione di un sogno. Aveva passato mattinate, pomeriggi e serate intere con Ision, a fantasticare sul loro futuro, sui nomi delle loro navi, sui posti che avrebbero razziato e conquistato insieme, sul nome che si sarebbero fatti nel Mare del Tramonto. Frasi, solo frasi e cazzate, ma erano frasi che nel fondo del suo cuore acquisivano un grande significato e il vederle sgretolare davanti ai suoi occhi era doloroso, provocandogli un dispiacere. Un dispiacere che contrastava tantissimo con la consapevolezza di aver superato il fratello, era Torgon Greyjoy a partire per la prima razzia dopo decenni, non il primogenito, ma il secondo. Gli anni in cui la collera e l'invidia la facevano da padrona verso il fratello erano passati, erano passati a Luce Solitaria e in mezzo al mare, ma quello era uno smacco, un trionfo, finalmente suo padre gli dava quanto gli spettava di diritto, una fetta del continente. Una piccola porzione per incominciare. Non doveva farsi prendere dalla voglia di strafare, appariva chiaro che non partivano con l'intento di depredare qualche isola dell'Altopiano, era una missione che consisteva nel cercare e nell'indagare. Quella era l'unica pecca, l'unica cosa che gli faceva storcere il naso, lui era curioso quanto suo padre, voleva vedere appeso quel traditore tanto quanto lui, ma la sua prima razzia se l'era sempre immaginata come un tripudio di fuoco e sangue, poche parole e tante mazzate.

    “Il responsabile sarà nell'equipaggio della tua nave, Dagmer verrà con voi ma non farà nulla oltre ad essere i miei occhi, rendimi fiero o non fare ritorno”.

    Torgon sosteneva lo sguardo del padre con serietà e impassibilità, ma fu più forte di lui, non riuscì a trattenere un grosso sorriso, la sua nave. Lui aveva una cazzo di nave ora, se aveva ricevuto poco niente in tutta la sua vita quel giorno stava ricevendo tutto e con gli interessi. Una nave lunga, capitano di casa Greyjoy, in cuor suo da tempo si chiedeva quando sarebbe arrivato questo momento. Doveva dimostrare di esserne degno, non l'avrebbe usata come il fratello per andare a spasso dei sette regni, non era una nave da crociera. Sapere che Dagmer era con lui lo rincuorava, era una persona valida su cui poter contare e di certo sarebbe stato utile. Sicuramente avrebbe detto la sua pur avendo solo l'incarico di supervisionare il figlio di Quellon. Era fatta, ora doveva solo obbedire e fare il suo dovere, trovare il traditore che stava sulla sua nave e portarlo possibilmente vivo al cospetto del Lord. Il fallimento non era contemplato, avrebbe fatto ritorno alle isole.

    Con una barca a remi o una nave lunga farò il mio dovere padre. Le Isole Scudo verranno messe a ferro e fuoco e quello sporco traditore che osa derubarci pagherà il prezzo del ferro.

    Si portò il pugno della mano destra all'altezza del cuore e salutò il padre chinando il busto in avanti.

    Noi non seminiamo.

    Si girò e si diresse con passo marziale verso l'uscita del salone, era carico, sicuro e eccitato. La stessa sensazione che si provava dopo aver vinto un rissa e spaccato qualche naso, solo che la sua rissa doveva ancora incominciare. Prima di uscire impugnò con una mano la lunga scure del padre e con uno strattone la staccò dal muro. Il suo capo si girò di novanta gradi per osservare un'eventuale reazione del padre, oltre che percepire gli occhi fissi puntati sulla sua schiena riuscì a sentire solo il silenzio che regnava in quel luogo. Si infilò quell'ascia nella cintura e uscì, doveva incontrare Dagmer al porto e il capitano della terza nave per parlare dei rifornimenti e della rotta, oltre che discutere su come trovare il traditore.

    ---



    Il cielo era momentaneamente terso e solo all'orizzonte si intravedevano delle nere nuvole, i passi del kraken affondavano non curanti del fango e lo condussero direttamente alla banchina dove stava ormeggiata la Bevitrice di Schiuma. L'imbarcazione del capitano Dagmer Mascella Spaccata era affiancata da due navi lunghe, tutte e due nere come la pece, una era l'inconfondibile Mano Dura del capitano Dente Blu, dove lo stesso Torgon aveva servito, mentre l'altra era a lui sconosciuta. Si diresse verso i due capitani che conversavano a fianco a delle casse che dovevano ancora essere caricate. Dagmer al vedere Torgon sputò a terra mentre Dente Blu gli rivolse uno sguardo amichevole, due uomini con metodi di comando differenti ma dello stesso valore e della stessa tempra di ferro, il figlio di Quellon come sarebbe diventato?

    Signorina sei in ritardo! Hai baciato i piedi di tuo padre ringraziandolo per questo comando? Hai avuto un bel culo.

    In effetti partire con una nave lunga da battaglia e non con una piccola nave da incursioni era una bella botta di culo, ma essere il figlio del Lord doveva pur contar qualcosa, anche in un posto come le isole. Si soffermò poco sulle cazzate di Dagmer osservando da quella distanza l'imbarcazione a lui affidata.

    Ragazzo guardala, pure maestria di Sigrin, una nave lunga veloce e manovrabile, ringrazia il Dio Abissale per questo dono, è un'ottima nave.

    Mentre quelle parole entravano nelle sue orecchie il suo sguardo erano intento a studiare quell'opera d'arte. Se i suoi occhi non lo ingannavano era su per giù lunga cento, centodieci piedi, scafo lungo e affusolato che poteva essere sospinto da almeno 60 remi; da come era modellata la prua riusciva a intuire che la chiglia era larga e appuntita, come un coltello fatto per sfilettare il pesce, questo la rendeva sicuramente veloce come diceva il capitano. Slanciata e armoniosa, sarebbero stati gli aggettivi che avrebbe utilizzato per descriverla, con quello scafo nero che rammentava a chiunque la provenienza di quella nave. Con un pescaggio di massimo un metro e mezzo era perfetta, semplicemente perfetta. A prua una polena da sfondamento in ferro raffigurante una lama contornava il tutto. Era meravigliosa a parte la polena, che per Torgon doveva essere necessariamente a forma di kraken e non una semplice spada.

    Dovrebbe ringraziare il Lord.

    Quella nave era visibilmente ben tenuta e non sembrava aver vissuto troppi momenti brutti in mare, anzi gli ricordava un nave appena messa alla fonda dopo un varo.

    Come si chiama e chi è quel pazzo che me la sta momentaneamente cedendo.

    Il viso di Dente Blu si incupì, come per comunicare a una madre la notizia del decesso del figlio.

    E' la Presagio Nero, avrà passato se non sbaglio... tre anni in mare e il poveraccio che stava al comando è morto di sifilide.

    Come cazzo si fa a morire di sifilide? Io ho infilato il cazzo in qualsiasi buco da qui a Tyrosh e ancora mi tira ah ah ah! E non guardarla con quegli occhi lucidi Torgon, sei il capitano per questa operazione, è tua solo in questo frangente, non affezionartici troppo!

    Questo lo sapeva bene, però ne era già innamorato, il solo vederla lo inebriava. Vedere quell'ammasso di legno che galleggia gli dava più emozioni che scopare una figa, ma come tutte le cose nuove sarebbe passata, diventando normalità.

    Basta cazzate e parliamo della rotta e degli obiettivi.

    Si era studiato tutto a puntino, dalla rotta all'isola da razziare, doveva solo mostrarlo ai due capitani. Tirò fuori dalla tasca una mappa raffigurante la costa occidentale del continente e la stese su un barile, seguito dallo sguardo attento dei due.
    Li squadrò velocemente, Dente Blu era attento e lo trattava come un suo pari, ne avevano passate tante insieme, Dagmer invece era sobrio, nulla da aggiungere. La sua testa si avvicinò a quella dei due, allungandosi oltre il barile e la giovane piovra iniziò a bisbigliare.

    Come saprete a bordo della mia nave ci sarà il cane che ci sta derubando... non so come e non so il modo, ma lo scoveremo, dovessi legare uno a uno i marinai ai remi della Presagio Nero. Se avete qualcosa da dirmi di cui non sono informato ditemelo, sennò durante il corso dell'operazione tenterò di scovarlo, i ladri... sono recidivi... e avari... questa persona tenterà di derubarci anche del bottino e spero di trovarlo in questo modo. Comunque vada deve arrivare vivo da mio padre, sia chiaro.

    I due si scambiarono una rapida occhiata e rimasero in silenzio, quelle parole dovevano rimanere tra di loro, nessun'altro avrebbe dovuto esserne al corrente. In pratica la razzia era un mero accessorio, rimaneva in secondo piano rispetto alla ricerca di quel bastardo. Avrebbe comunicato questa informazione solo all'Harlaw, l'unica persona che era rimasta assente dalle isole insieme a Torgon per tutta la durata del matrimonio reale. Ritornò dalla sua parte del barile e iniziò a tracciare la rotta, una linea nera delineava il movimento approssimativo che avrebbe seguito la piccola flotta.

    xarUZ98



    Complice il via vai di uomini che caricavano e scaricavano vettovaglie sulle navi, Torgon usò un tono basso per spiegare il suo piano.

    Come potete notare, la rotta non è diretta, non è la più veloce nè la più trafficata. Per un motivo, non voglio che nessuno sappia dove siamo diretti, soprattutto ora che partiamo dalle isole, non sappiamo se il cane ha qualcuno qui. Faremo finta di dirigerci a Nord, la classica rotta che passa attraverso le isole che usiamo per doppiare Capo Kraken, una volta al largo di Grande Wyk ci dirigeremo prima a Ovest, come per seguire la rotta verso Luce Solitaria, poi a Sud ovest tenendoci ben lontanti da occhi indiscreti. Questo procedimento ci farà perdere qualche giorno, ma è il prezzo necessario per far credere a chi ci guarda dalla costa che siamo diretti a Nord e non a Sud.

    Era un piano semplice ma meticoloso, forse paranoico, ma non voleva che nessuno sapesse la loro vera direzione fino a quando non sarebbero stati in mare aperto. A quel punto i marinai sarebbero stati informati dell'obbiettivo. Non voleva trasformare quella razzia in un massacro per la sua gente, la consapevolezza che un corvo viaggiava più velocemente di una nave lo metteva in guardia da possibili traditori.

    Proseguiremo navigando a sud, sfruttando le correnti e sospinti dal vento, fermandoci una volta arrivati al largo delle Isole Scudo. Lì ci muoveremo al mattino, avanzando verso Isola Verde, sede di casa Chester. Voglio che i nostri uomini calino sul villaggio più popoloso situato nella parte occidentale della piccola isola, di notte, in modo che il nostro attacco passi inosservato. Diciamo tra l'una e le tre di notte, quando contadini e guardie dormono e il traffico navale è ridotto al minimo. Un'azione pulita, si sbarca si fa quel che si deve fare, si carica e si torna indietro. La piovra non deve lasciare traccia, potranno pensare quello che vogliono una volta finito tutto, a dei pirati del Sud o anche agli uomini di ferro. Ma non voglio lasciare prove troppo evidenti. Ah, niente bandiere e vessilli. Se mio padre voleva scatenare una guerra o invadere l'Altopiano mandava tutta la Flotta di Ferro, non solo tre navi. Tutto chiaro?

    ---


    Il vento sospingeva leggero le tre navi al centro delle Isole di Ferro, Torgon rimaneva appoggiato all'impavesata di poppa osservando Vecchia Vyk che pian piano si allontanava, il dubbio di aver commesso qualche decisione sbagliata, di essersi fatto sfuggire qualcosa e di non essere pronto a volte riaffiorava. All'esterno tutto questo non traspariva, era semplicemente Torgon Greyjoy, che osservava la sua terra natia, la sua fonte di orgoglio più grande. Doveva essere forte come si era promesso, fermo nelle proprie decisioni e convinto, un'equipaggio rispondeva bene a una mano ferma, non a un'indeciso. Doveva usare l'istinto, ma anche riflettere a lungo e scegliere il momento giusto nel quale usare uno e nel quale usare l'altro.

    Sopporta pressioni e reprimi emozioni.

    Se lo era promesso, niente debolezze e cuore tenero, non era suo fratello. Quelle persone a isola Verde avrebbero visto che gran figlio di puttana poteva essere Torgon. Si girò a osservare il ponte, la calma, quel momento magico dove gli uomini possono sciogliere i nervi e pulire la nave, fare leggera manutenzione senza subire le urla del capitano, urla che non avevano mai udito. Chissà cosa pensavano di lui, anche questo lo incuriosiva. I suo occhi correvano, dal timoniere ai semplici mozzi, tra di loro c'era il traditore. Fece due passi verso il nostromo che affiancava il timoniere, parlottavano di qualcosa, che cazzo avevano da parlare?

    Manda a chiamare l'Harlaw.

    Un semplice ordine, poche parole e persone che corrono, questo era quello che voleva. Doveva discutere con Euron, due occhi in più non facevano male, anzi. Ritornò nel suo piccolo angolo a poppa, voleva rimanere sul ponte per tutta la durata della prima manovra. Le sue mani si sfregarono, sarebbero stati in mare per minimo due settimane, quella nave sarebbe stato il suo regno.

    Ogni capitano è Re sulla propria nave.

    Si infilò una mano in tasca recuperando un pezzo di stoffa bianco macchiato di un rosso pallido, sangue secco. Si legò quel lembo di sottana attorno alla spalliera del pettorale di cuoio, alle Isole Scudo si sarebbero aggiunti altri fiocchi insanguinati. Rimase ad aspettare Euron per qualche minuto, doveva tener conto di quello che poteva pensare la falce argentata.


    Essendo la mia prima quest ho deciso di non muovere troppo Dente Blu e Dagmer, non sapendo quali sono i limiti. Se ho sbagliato qualcosa fammi sapere che correggo.
    Perdona eventuali errori di distrazione ma sono cotto XD
     
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    La Canto del Mare quel giorno risaltava in mezzo alle altre navi per dimensioni e per bellezza. Non si poteva certo dire lo stesso del suo capitano: Rodrik Harlaw era più minuto di molti dei suoi uomini, e i lineamenti duri e invecchiati non lo rendevano certo piacevole allo sguardo. Euron guardava meravigliato il gran numero di navi che occupavano il porto o che erano alla fonda. E ammirava con occhi lucidi il gran via vai di uomini armati che si preparavano per partire. In particolare suo padre, che nonostante tutto ai suoi occhi spiccava su chiunque.

    Padre, lasciami venire con te.

    La guerra non è un gioco, Euron. Tu rimarrai qui, ti ho detto.

    Ma so combattere, l'ha detto Ralf!

    Ralf, il suo maestro, glielo diceva sempre, promettendogli che sarebbe diventato un grande guerriero e che avrebbe partecipato a mille battaglie. Perché allora suo padre non capiva?

    Ralf dovrebbe imparare a parlare meno. Devi capire, Euron, che sei ancora troppo giovane. Quando crescerai, potrai partecipare anche tu a una guerra.

    Ma le guerre finiscono. E anche questa finirà, entro pochi anni. E allora io cosa farò?

    Lord Harlaw si inginocchiò per essere alla stessa altezza di Euron.

    Euron Euron, devi ancora imparare così tanto... Sai perché stiamo partendo per la guerra?

    Per... Per liberare il nostro popolo... Per tornare all'antica gloria e per... Per sfamare la gente e sopravvivere all'inverno.

    Euron concitatamente elencò quelli che per lui erano buoni motivi per partecipare a una guerra. Ogni volta che ne parlava o ci pensava gli batteva forte il cuore dall'emozione.

    Sciocchezze. Combattiamo per mettere una corona sulla testa di un Pazzo. Il sogno della regalità è la follia che noi Uomini di Ferro abbiamo nel sangue.

    Un sorriso triste e rassegnato si dipinse sul volto di Rodrik.

    E questa follia porterà a tante altre guerre. Non preoccuparti, le occasioni di usare la spada non ti mancheranno.

    Dovresti essere tu il re!

    Mi fa piacere sentirtelo dire, ma preferisco farne a meno. La felicità del mio popolo per me conta più di un pezzo di ferro in testa. Ricordatelo.

    Si voltò e guardò verso le navi. La flotta era pronta per salpare, gran parte dei marinai erano già a bordo.

    Mi sa che mi stanno aspettando. Arriverà anche il tuo momento, abbi solo pazienza. Ma ricorda sempre cosa è più importante. La guerra è uno strumento, non uno scopo. E la corona pure. Tienilo sempre a mente.

    Prese suo figlio per le spalle e stampò un bacio sulla sua fronte. Aveva negli occhi uno sguardo triste, malinconico: lo sguardo di un padre consapevole che potrebbe non vedere mai più il proprio figlio.

    Comportati bene.

    Si alzò e, dopo aver scompigliato i capelli di Euron, si allontanò.




    Il momento, alla fine, era arrivato. Gli Uomini di Ferro, a bordo dello loro nere navi lunghe, riprendevano finalmente il mare. In quel momento stava caricando una di queste in vista della vicina partenza. Un via vai di persone, che si davano da fare per riempire le stive, occupava il porto; un'atmosfera carica di eccitazione permeava l'aria: aveva notato che nessuno sapeva precisamente quale fosse la meta di quel viaggio, ma tutti sospettavano che le tre navi da guerra non stessero partendo per una visita di cortesia. I tempi erano pronti, si diceva. E in molti pensavano che fosse arrivato il tempo della rivincita. Ma oltre a vaghe supposizioni, nessuno pareva conoscere qualche dettaglio interessante. A Ovest, per sbarcare direttamente sulle dorate terre dei Lannister, pensava qualcuno; a Nord, per raggiungere le bianche lande degli Stark, temevano in molti; a Sud, per conquistare le verdi pianure dei Tyrell, speravano i più. Solo tre persone dovevano sicuramente conoscere la rotta che avrebbero seguito: i tre capitani delle tre navi. Dagmer Mascella Spaccata, forse l'Uomo di Ferro più conosciuto e più temuto sia lì che nel continente, avrebbe partecipato alla spedizione a bordo della sua Bevitrice di Schiuma, mentre Denteblu, uno dei capitani più abili ed esperti della Flotta di Ferro, seguiva con la sua Mano Dura. Ma nessuno di questi grandi uomini avrebbero guidato tutti quegli Uomini di Ferro in quella che forse sarebbe stata la prima seria incursione dopo quindici anni di pace. Dalla Presagio Nero a guidare la formazione c'era nientemeno che Torgon Greyjoy. Inesperto, impreparato e giovanissimo, il figlio del Lord possessore di Pyke aveva ricevuto l'impegnativo compito di guidare una spedizione, nonché una bellissima nave nuova. Euron non poteva negare che tutto ciò lo infastidiva particolarmente. Da sempre si era convinto che almeno lì, diversamente dal resto del continente, venisse premiato l'impegno e il merito, e non un semplice cognome altisonante, ma a quanto pareva i Greyjoy facevano eccezione: mentre lui era lì a faticare come tutti gli altri, il giovane Greyjoy probabilmente si stava grattando le palle. A un certo punto vide arrivare anche lui e lo guardò avvicinarsi agli altri due capitani; Euron si fermò un attimo a osservare quel trio di possenti uomini parlottare, ma dopo poco, non riuscendo a capire cosa si dicessero, riprese a caricare le ultime cose. Avrebbe voluto unirsi a loro per poter informarsi sui loro piani, ma non era arrogante a tal punto. Soprattutto sperava che Torgon da lo cercasse per parlargliene, non per l'importanza del suo nome, ma per la loro datata amicizia. Forse doveva solo attendere pazientemente o accontentarsi di saperne quanto gli altri. Quando fu tutto sistemato, i tre capitani e i rispettivi equipaggi salirono sulle navi. Tre scure sagome si allontanarono lentamente dalla costa scivolando delicatamente sull'acqua del mare.

    I remi si alzavano e si abbassavano con un ritmo costante, fendendo l'acqua a ogni discesa. A muovere uno di questi erano le braccia indolenzite di Euron. Da ore vogava al ritmo dettato dal caporematore, in un continuo spingere e tirare. Era ormai convinto di non farcela più quando una voce chiamò il suo nome.

    Euron! Euron!

    Si voltò nella direzione della voce, vedendo un uomo che si avvicinava a lui.

    Il capitano ti vuole sul ponte. Ti sostituirà Greg.

    Il nostromo indicò un altro uomo alle sue spalle; Euron, senza nemmeno pensarci una volta, si alzò e lasciò il posto all'altro vogatore. Dopotutto non aveva dovuto aspettare molto, poche ore di viaggio, e infatti salendo in coperta riconobbe le sacre sponde dell'Isola di Vecchia Wyk.

    "Verso Nord, quindi. Chissà, forse incontreremo gli altri..."

    Ora che sapeva la rotta, desiderava ancora di più sapere qual era l'obiettivo del viaggio. L'Isola dell'Orso? Come se tra i possedimenti del Kraken mancassero isole rigide e prevalentemente inutili. Nel resto del territorio c'erano solo distese di foreste e di terre innevate, che oltre a legna in quantità non offrivano niente. Legna... Possibile che anche loro... No, inutile pensarci, ora avrebbe saputo tutto quel che c'era da sapere, o almeno così si aspettava. A passi veloci si avvicinò a Torgon.

    Mi hanno detto che mi cercavi.
     
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    Il movimento delle onde era lo stesso di quando anni addietro stava a remare per Dente Blu, infatti il mare non guardava in faccia al ruolo o al sangue, ogni uomo era uguale all'altro sopra quella pianura d'acqua. Questo gli faceva pensare che anche per il Dio Abissale gli uomini di ferro erano tutti uguali, o forse no. Come al solito interrogare il mare non gli portava risposte, solo altre domande e una più stupida dell'altra. In cuor suo iniziò a sperare in dei nuvoloni neri, fulmini e tuoni in lontananza per parlare col Dio della Tempesta, almeno lui si degnava di rispondere alle domande della piovra.

    Mi hanno detto che mi cercavi.

    Euron Harlaw, buon guerriero e marinaio, inoltre sapeva leggere e scrivere e su quella barca le persone che sapevano farlo si contavano sulle dita di una mano. Al vedere l'Harlaw non riuscì che a trattenere un mezzo sorriso, doveva chiedergli tante cose e dirgliene altrettante. Dietro di lui gli uomini sul ponte lanciavano occhiate nella loro direzione, forse si aspettavano il primo cazziatone a bordo della Presagio Nero, cercavano uno spettacolo. D'altronde era così su ogni nave, i marinai dovevano aver sempre qualcosa su cui parlare e spettegolare.

    HARLAW!!! Euron il duellante! Euron il ballerino!

    Non poteva farsi sentire da nessuno, una parola all'orecchio sbagliato e tutta l'operazione sarebbe andata a puttane. Tutti sul ponte sapevano che si conoscevano, ma nessuno doveva presumere che i due erano in buoni rapporti, se no si sarebbe giocato l'uomo sul campo.

    Certo devo dirti due cose che non riesco proprio a mandare giù.

    Allungò il braccio di scatto verso di lui, prendendolo per il collo e spingendolo con violenza fuori bordo. Con la mano tratteneva la testa di Euron oltre la murata, in modo che l'unica cosa che potesse vedere fosse il mare. Non c'era un posto adatto a parlare, ma l'unico modo era far si che un tono basso e il rumore delle onde coprissero le sue parole. Con la testa ancora eretta il Greyjoy sbraitò ad alta voce in modo che tutti sentissero.

    PEZZO DI MERDA MI HANNO RIFERITO LE STRONZATE CHE DICI SUL MIO CONTO!!! E QUANDO TI MANDO A CHIAMARE RICORDATI IL CAZZO DI SALUTO, QUESTA NON E' UNA BARCACCIA MERCANTILE DI PENTOS! ALLA PROSSIMA FINISCI LEGATO A UNA CIMA AD ASSAGGIARE IL SAPORE DEL MARE!

    Allentò la presa al collo tenendolo sempre abbassato e spostò la sua testa il più possibile verso quella di Euron e abbassò il tono di voce, da alto e spavaldo a basso e sommesso. I marinai avrebbero potuto pensare qualsiasi cosa, da sputi a minacce di morte sussurrate a un'orecchio.

    Non potrò dirtelo in altre occasioni, ed è meglio che tu lo sappia da subito. Sulle navi non c'è discrezione e pure le gomene hanno le orecchie, quindi tu spalanca le tue e annuisci se riesci a capire.

    Digrignò i denti per rabbia, odiava queste pagliacciate, dover agire da spia a bordo della sua stessa nave, ma non aveva altra scelta .

    Sulla nave c'è un traditore, un ladro, deruba il nostro popolo per tornaconto personale. Durante l'arco della razzia dovremo trovarlo... so per certo che è tra uno di questi uomini... o più di uno. In pratica il Lord mi ha detto solo che ci sta fottendo da mesi, ogni isola Euron, non possiamo permetterlo. Io sono il capitano e appena mi avvicino gli uomini smettono di parlare, hanno paura e in più sono controllato. Te invece riusciresti a captare informazioni che io mai potrei sentire, aiutami a trovarlo. Sai benissimo come funzionano le cose su una nave, ora se il Dio Abissale è con noi, penseranno che non siamo in buoni rapporti e si apriranno con il rampollo di casa Harlaw. Tu comportati come un marinaio di merda, fa il tuo dovere e mostrati come un cane desideroso solo di fare soldi con chi supponi ci tradisca.

    Alzo il cranio giusto il tempo per vedere due uomini che distoglievano lo sguardo facendo finta di lavorare. Che cani cazzo e pensare che lui prima si comportava nello stesso modo, godendo degli altri marinai cazziati. Ma come biasimarli, in qualche modo si doveva passare il tempo. Spinse la testa di Euron ancora più in basso, non dovevano pensare che fosse tutto finito lì.
    Il suo volto si riavvicinò a quello dell'Harlaw.

    E tieniti cazzo! Non vorrai cascare fuori bordo! Comunque andremo a razziare un grosso villaggio alle Isole Scudo, puttanelle dell'Altopiano ah ah. Questa razzia è una copertura per trovare il cane, quindi occhi aperti. Una volta a terra parleremo meglio, per ora fa il tuo dovere e ascolta ogni stronzata che dicono.

    Serrò di nuovo la stretta sul collo di Euron e lo spinse all'indietro buttandolo verso il ponte, lo sguardo da sereno si fece truce e squadrò chiunque osasse guardarli. Era comunque un temperamento meno duro rispetto a quello che Dagmer riservava ai suoi sulla Bevitrice di Schiuma.

    CHE CAZZO GUARDATE! LAVORATE CANI!

    Fissò Euron nel modo più cagnesco possibile sperando che avesse capito tutto, poteva affidare un compito così delicato a lui?
    Spostò il suo sguardo sul nostromo e si scrocchiò il collo con la mano destra.

    Mastro Gibs rimandi questo spina a remare. E appena possibile doppiamo il capo di Grande Wyk, abbattete a Ovest e spiegate le vele, successivamente rotta a Ovest come per andare a Luce Solitaria fino a nuovo ordine.
     
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    Avvicinandosi al capitano della Presagio Nero, Euron notò che qualcosa non andava. Torgon, stranamente, non sorrideva e nemmeno accennava a un normale amichevole saluto.

    HARLAW! Euron il duellante! Euron il ballerino!

    E perché ora lo stava sbeffeggiando in quel modo? Sempre più confuso, Euron aprì bocca per chiedere spiegazioni, ma fu anticipato dal Greyjoy.

    Certo: devo dirti due cose che non riesco proprio a mandare giù.

    Cos...

    La mano da cui si aspettava una pacca amichevole si ritrovò a stringerlo per il collo, mentre sotto di lui sciabordava il mare. Lo spavento che provava era nulla comparato con la sorpresa di trovarsi appeso oltre la murata. Sarebbe anche riuscito a sconfiggere Torgon in un corpo a corpo, ma non si aspettava certo questo dal suo compagno ed amico. Ecco le belle informazioni che avrebbe ricevuto.

    PEZZO DI MERDA, MI HANNO RIFERITO LE STRONZATE CHE DICI SUL MIO CONTO! E QUANDO TI MANDO A CHIAMARE RICORDATI IL CAZZO DI SALUTO, QUESTA NON È UNA BARCACCIA MERCANTILE DI PENTOS! ALLA PROSSIMA FINISCI LEGATO A UNA CIMA AD ASSAGGIARE IL SAPORE DEL MARE!

    Torgon, a giudicar dal tono della voce, appariva inferocito. Urlava, come a voler mostrare a tutti cosa succedeva a chi osava non compiacerlo. Ed effettivamente, seppe poi Euron, era quello l'intento del capitano.

    Non potrò dirtelo in altre occasioni, ed è meglio che tu lo sappia da subito. Sulle navi non c'è discrezione e pure le gomene hanno le orecchie, quindi tu spalanca le tue e annuisci se riesci a capire.

    Il sussurro del Greyjoy arrivò vicino alle orecchie dell'Harlaw, segno che si era avvicinato. Fu sollevato alla notizia che quella era tutta una messa in scena: dopotutto, ci teneva alla loro amicizia. Annuì, mostrando di aver capito.

    Sulla nave c'è un traditore, un ladro: deruba il nostro popolo per tornaconto personale. Durante l'arco della razzia dovremo trovarlo... so per certo che è uno di questi uomini... o più di uno. In pratica il Lord mi ha detto solo che ci sta fottendo da mesi, ogni isola, Euron: non possiamo permetterlo. Io sono il capitano e appena mi avvicino gli uomini smettono di parlare, hanno paura e in più sono controllato. Te invece riusciresti a captare informazioni che io mai potrei sentire: aiutami a trovarlo. Sai benissimo come funzionano le cose su una nave: ora se il Dio Abissale è con noi, penseranno che non siamo in buoni rapporti e si apriranno con il rampollo di casa Harlaw. Tu comportati come un marinaio di merda, fa il tuo dovere e mostrati come un cane desideroso solo di fare soldi con chi supponi ci tradisca.

    Il cuore di Euron smise di battere, gli parve, o forse sperò, che Torgon avesse mollato la presa e che il mare lo avesse inghiottito. La sorpresa e il sollievo provati poco prima furono completamente sostituiti da un sentimento strano. Rimorso? Vergogna? O forse era orgoglio? Perché lui sapeva benissimo di chi parlava il capitano: non doveva far niente per scovare i ladri in questione. La voce di Torgon lo fece rinsavire dal suo intontimento.

    E tieniti cazzo! Non vorrai cascare fuori bordo! Comunque andremo a razziare un grosso villaggio alle Isole Scudo, puttanelle dell'Altopiano ah ah. Questa razzia è una copertura per trovare il cane, quindi occhi aperti. Una volta a terra parleremo meglio, per ora fa il tuo dovere e ascolta ogni stronzata che dicono.

    Finalmente qualche notizia interessante. Tutto fu spazzato via dall'eccitazione: la sua prima incursione era vicinissima, a neanche due settimane di viaggio. C'era però da ricordarsi che sarebbero state due settimane molto lunghe, due settimane di finzione e di sotterfugi.

    CHE CAZZO GUARDATE! LAVORATE CANI!

    Un giorno, se se ne fosse presentata l'occasione, avrebbe spiegato al giovane Greyjoy che la paura è un'arma a doppio taglio, pericolosa e che si arrugginisce in fretta. Un lord autorevole dormirà sempre più tranquillamente di un lord autoritario, o almeno così diceva lord Rodrik.

    Mastro Gibs rimandi questo spina a remare. E appena possibile doppiamo il capo di Grande Wyk, abbattete a Ovest e spiegate le vele, successivamente rotta a Ovest come per andare a Luce Solitaria fino a nuovo ordine.

    Euron s'incamminò per tornare alla sua postazione da rematore. Il suo turno sarebbe dovuto finire di lì a mezz'ora, ma doveva anche recuperare il tempo in cui l'aveva sostituito Greg. Greg... In lui si trovavano il problema e la soluzione: rimaneva solo da trovare quest'ultima.

    Nelle cabine all'ora del lupo.

    Niente più che un sussurro in un orecchio, vaghe parole pronunciate prima di sedersi e riprendere a vogare. E a riflettere.


    Era buio. Era sempre buio all'ora del lupo. I soli rumori che si percepivano erano il continuo battere del tamburo e i ripetitivi tonfi dei remi nell'acqua. I cambi erano stati fatti da poco: chi non era occupato a remare dormiva, riposandosi dalle fatiche della giornata; il capitano probabilmente si godeva le comodità della sua cabina. E in quel momento di calma totale, Euron attendeva paziente.

    Euron. Euron, ci sei?

    Sst! Niente nomi.

    Sì, mio signore.

    Euron si avvicinò furtivo alla fonte di quella voce. Si immagina come avrebbe visto Greg con un minimo di luce in più: basso e mingherlino rispetto alla media delle Isole, una figura che scompariva in mezzo agli altri.

    Ti stanno cercando. Il Pazzo ti vuole, e sai cosa vuol dire.

    Chi, io? Perché lord Greyjoy dovrebbe voler me?

    Lo sai benissimo! Non deve essere stato contento di notare che qualcuno gli rubava da sotto il naso.

    E... E ora che faccio?

    La voce del giovane si fece infantile, tremolante dalla paura.

    Ora stammi a sentire. A breve raggiungeremo Isola Verde.

    Per... Perché?

    Zitto e ascoltami. Qui attaccheremo un villaggio: è solo una scusa per giustificare il viaggio, ma è anche la tua unica opportunità. Durante la battaglia fuggirai: ti daranno per morto o per disperso, non cambia niente, perché non potranno tornare a prenderti.

    E poi? Non posso restare lì, mi impiccheranno!

    Sst, parla piano, dannazione! Quando ce ne saremo andati, troverai dei vestiti diversi nel villaggio. Allora andrai da lord Chester e ti fingerai un contadino sopravvissuto e denuncerai l'accaduto.

    Devo dire che ci hanno attaccati gli uomini di ferro? Ma...

    Non dire sciocchezze, ti facevo più furbo! Ci vuoi tutti morti ancor prima di iniziare la guerra? No, dirai che sono stati i dorniani. Hai mai visto una nave da guerra di Lancia del Sole?

    S...Sì. Sono...

    Non m'interessa, lo so già. Devi dirlo al lord, non a me. Recita bene, perché sennò sei morto.

    E dopo?

    Ti farò venire a prendere con una nave mercantile, dà meno nell'occhio. Te lo meriti, sei stato bravo.

    Gra... Grazie.

    Continua così. Sei bravo a fingere, lo sei sempre stato, mascalzone... Fa' che non ti scoprano prima dell'attacco, o siamo entrambi cibo per i pesci. Tutto ciò che ti ho detto non deve uscire dalle tue labbra, ma questo ormai l'hai imparato. Sperando che il Dio Abissale sia con noi, ti saluto.

    Si allontanò furtivamente, com'era arrivato, avviandosi verso la sua branda.
     
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    La traversata non aveva ancora subito intoppi, gli uomini di ferro conoscevano le loro acque e ne andavano fieri, la velocità era la loro maggiore virtù ma anche la conoscenza degli scogli e della marea. Non erano un popolo colto ma avevano molto da insegnare per ciò che riguardava navigare…
    Torgon aveva colpito positivamente metà equipaggio con la sua sfuriata, preoccupando i giovani e facendo ridere gli anziani, il fatto che fosse un Greyjoy lo elevava in effetti ma non dal punto di vista dei favoritismi quanto più nelle aspettative, il figlio del Kraken e della sanguinaria doveva avere qualcosa da offrire.
    Grandi barili ricolmi di birra ondeggiavano nella cambusa e il parlottio dei marinai era incessante neanche il capitano fosse una gran bella donna. Superarono fuochi di festa e in molti si stupirono del cambio di rotta mentre altri pensarono all’inesperienza del giovane di ferro.
    Il mare però cominciava ad alzarsi e una leggera maretta presagiva scossoni e forti piogge, il vento iniziava a diventare violento e il capitano avrebbe potuto rischiare e sfruttarlo o ammainare le vele e decidere il da farsi. Sarebbero occorsi dei giorni per raggiungere le isole scudo indisturbati, avvicinarsi troppo alla costa avrebbe di certo scatenato curiosità e preoccupazione.

    Proseguite come preferite, il mare sarà leggermente mosso, la pioggia battente e il vento violento. Cercate di non scivolare dal ponte o di non farvi buttare giù da qualcuno…


    Edited by Rege - 24/11/2016, 18:49
     
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    A vele spiegate la Presagio Nero incominciò a fendere l'acqua come burro, la chiglia elegante era come una lama d'acciaio valiryano, una perfetta rappresentazione della migliore tradizione navale delle Isole di Ferro. Con un'andatura al gran lasco la nave poteva correre senza troppe preoccupazioni, non era al cento per cento della sua velocità, ma comunque era di gran lunga più veloce di qualsiasi nave da guerra del continente e questo bastava. Era ora di scoprire a quanto stavano andando.

    Velocità.

    Due marinai corsero a poppa col solcometro e lanciarono la barchetta, facendo srotolare velocemente la bobina contenente filo e nodi. Uno contava i nodi e l'altro con una piccola clessidra teneva il tempo. Bastò meno di un minuto per ottenere il risultato.

    Stop.

    Gridò quello con la clessidra.

    Capitano undici nodi e mezzo.

    Il secondo bloccò il filo e prontamente gridò la risposta. Era un'ottima andatura, con un vento ottimale in poppa, scafo pulito, e carico leggero avrebbero potuto ottenere i quattordici o anche quindici nodi. Osservò l'orizzonte, nuvoloni neri e mare mosso li attendevano, questo era sicuro, avrebbero avuto ancora pochi momenti di calma prima che il fottuto Dio delle Tempeste dicesse la sua. Avrebbe sfruttato questi ultimi momenti di calma per parlare con l'equipaggio e conoscere meglio i marinai di quella nave, un giro di controllo, routine. Si guardò intorno, gli uomini sul ponte erano tranquilli, si concedevano riposo e parlavano, avrebbe incominciato dal ponte di coperta. Diede un colpo d'occhio al nostromo che era di turno in quel momento, fortuna voleva che i sottufficiali di quella nave lunga erano persone competenti e con voglia di fare, un buon equipaggio valeva oro.

    Mastro Allen, lei ha il comando, regoli la velocità in base a quei due vecchi che ci stiamo portando dietro ah ah, non vorrei sentire Dagmer lamentarsi, non esca fuori rotta e non si avvicini alla costa.

    Il nostromo scuro in faccia rispose semplicemente con un Aye, sapeva quali erano i suoi doveri e di certo non avrebbe sgarrato. Torgon s'incamminò sul ponte rispondendo ai saluti con cenni del capo e mezzi sorrisi, era sempre meglio mantenere un certo distacco con la ciurma, un buon ufficiale non faceva mai amicizia con i gradini più bassi di una nave. Il rischio che con la scusa dell'amicizia i marinai se ne approfittassero era sempre troppo alto e questa cosa valeva sia in una nave sia in un reggimento di soldati, cortesia e rispetto, disciplina e gerarchia, erano queste le cose che permettevano a un'imbarcazione militare di navigare veloce e pronta. Era l'autorità quello di cui avevano bisogno e la fermezza, solo così si otteneva il rispetto degli uomini e senza di questo tutto andava in malora. Scese con calma sottocoperta, osservando i comportamenti dei suoi uomini, erano divisi in gruppetti, chi giocava a carte o a dadi, chi sbraitava e litigava e chi semplicemente riusciva a dormire con tutto quel trambusto. La mano destra strinse il polso della sinistra dietro la schiena e lentamente incominciò ad avanzare, rispondendo a ogni saluto e a ogni cenno. Non pretendeva che un cazzo di marinaio si alzasse in piedi ogni volta che passava annunciando la sua presenza, non erano sulla fottuta Lord Quellon, ma la disciplina non doveva mancare. Il suo sguardo si posò su alcuni uomini intenti a fare scommesse con mezzi, penny e grossi.

    Signori! Attenti a non giocarvi la vostra parte di bottino!

    Il tono era scherzoso, per il Greyjoy quei uomini potevano giocarsi pure le loro madri, basta che saldassero i propri debiti e non arrivassero alle botte per qualche pezzo di rame. Inutile tenerli sulle spine, quello non era un viaggio di cortesia e tutti lo sapevano, un piccolo indizio avrebbe stimolato la loro fantasia. Continuò la sua passeggiata sul ponte fino a incontrare il nocchiere che non era di turno.

    Tutto regolare?

    Era intento a mangiare un pezzo di carne salata che emanava un'odore nauseabondo.

    Tutto tranquillo, nessuno ha perso le dita, per ora.

    Era quello che desiderava sentirsi dire, fece dietro front e risalì sul ponte, i marinai erano tranquilli e aveva visto pochi scarafaggi a terra, che stranezza. Si mise affianco ai suoi due sotto ufficiali e incominciò una conversazione con quest'ultimi, il timoniere era giovane e apriva la bocca solo se strettamente necessario, quasi per paura di una possibile reazione del Greyjoy, mentre il nostromo si rivelò un'abile conversatore. Le frivolezze abbondarono, ne aveva bisogno, era vero quando si diceva che il capitano era l'uomo più solo di una nave, in cuor suo sperava di trovarsi una bella moglie del sale a tenergli compagnia in quelle lunghe traversate. Mentre parlavano il suo pensiero era rivolto al cazzo di traditore, erano passati dei giorni dalla partenza ma di segni nessuno e l'Harlaw non aveva nulla da riferire, possibile che quella merda di uomo non si vantasse di tutte le cose che stava fottendo alle Isole? Certo che era possibile, a una simile azione sarebbero stati gli stessi marinai a spellarlo vivo, allora come cazzo fare? Magari invece di essere un solo traditore erano più di uno, due, tre, quattro, uomini di merda. Le cazzate abbondarono fino a quando il mare non richiamò la loro attenzione, stava per avere inizio una piccola schermaglia tra i loro Dei.

    ---------------

    La pioggia colpiva la nave come un fabbro faceva con un pezzo di ferro da lavorare, rendeva scivoloso il ponte e incerto il movimento dei marinai meno rodati. Non poteva andare a farsi un sonnellino in quel momento, anche se in effetti era forse l'uomo che dormiva di meno in tutta la fottuta nave. I marinai sul ponte erano circa un terzo di tutta l'equipaggio, una ventina di persone, si stupì del fatto che iniziava a ricordare il nome di ogni marinaio, era un bene. L'Harlaw non era di turno, meglio per lui, non avrebbe corso il rischio di cadere fuori bordo a causa del mare e degli scossoni che la barca subiva, di certo sotto coperta non sarebbero riusciti a giocare a dadi o a riposarsi. Tuoni in lontananza presagivano il peggio, ma non voleva cambiare rotta, non voleva avvicinarsi alla costa nè addentrarsi di più nel Mare del Tramonto rischiando di perdere la rotta e di ritrovarsi una volta corretta ad Arbor. Lui stesso aveva preso posto al timone per controllare quella fottuta nave lunga e non farla sbandare per il piacere del Dio Abissale, riusciva a sentire quanto la corrente facesse forza su tutto il meccanismo del timone. I suoi muscoli lavoravano per contrastare quella forza e tenere in rotta la nave mentre i marinai facevano quel che potevano per tenere il ponte pronto a qualsiasi evenienza.

    Se il Dio Abissale desidera tanto vedermi remare dovrà fare ben altro.

    Controllate se gli altri due ci stanno dietro!!!

    La voce di Torgon tuonava, non era diretta a nessuno in particolare ma qualcuno avrebbe eseguito quell'ordine, non aveva tempo per vedere chi aveva dietro o chi avanti, a pronto comando pronta risposta. Non era più tempo per le formalità, era tempo di urlare e farsi sentire da una parte all'altra della nave, i tuoni sommati all'infrangersi delle onde e alla pioggia che cadeva rendeva una conversazione impossibile. Un'uomo si sporse leggermente da poppa e tentò di avvistare le navi che componevano la flotta.

    V-v-vedo una nave, ma non riesco a riconoscere se è la Mano Dura o la Bevitrice di Schiuma capitano!

    Porca puttana non poteva lasciare indietro quei due vecchi; il vento soffiava aggressivo e violento e le vele erano gonfie, così gonfie che dentro di lui si insinuò la paura che potessero squarciarsi, sarebbe stato un disastro. La nave non poteva ridursi a un fasciame unico e in più non c'era motivo di rischiare la sorte per tirare come uno stallone in calore, per di più aveva due navi lunghe alle spalle che erano effettivamente più lente.

    Voi tre!

    Urlò ai giovani marinai vicini all'albero intenti a tirare delle gomene.

    Riducete a mezza vela!

    Senza perdersi in sciocchi assensi o risposte i tre risalirono l'albero e tra il rischio di cadere sfondandosi la schiena e di finire in mare si misero all'opera per tirare su quella tela in fibra di canapa che gli permetteva di galleggiare ancora. Ci misero pochi minuti, ma per Torgon equivalevano a ore, quei secondi furono lenti e parevano non finire mai. La nave perse gradualmente velocità, ora appariva come una bestia domata, facile da controllare e più reattiva. Tutto l'equipaggio esposto alle intemperie era ormai fradicio e oltre al suono della pioggia che scendeva le sue orecchie saggiavano gli scatarri dei presenti, compresi i propri.

    Maledetta pioggia.

    Fu più un grugnito che un'affermazione, aveva tenuto in conto cose ben peggiori di una piccola tempesta con del mare mosso, ma proprio non ci voleva quel rallentamento. Ora la nave stava affrontando le onde con tutt'altra foga, quasi fluttuando su di esse, mentre pochi minuti prima le sfondava come un ariete. Passò la guida della nave al timoniere, mentre aguzzava la vista per vedere se gli altri due stavano guadagnando terreno, non riusciva a capirlo, troppa pioggia e i fottuti scafi neri si confondevano col moto ondoso. La navigazione proseguì tra repentini ordini e accentuati cambi di rotta, effettuati solo per sfruttare in modo migliore quel violento vento.

    ---------------

    La piccola cabina era illuminata da candele che colavano cera in tutte le direzioni a causa del lieve rollio della nave, fuori da quella stanza un suono ovattato di festa e uomini che sbraitavano cantando le peggio canzoni. Alcune le conosceva pure lui ma altre invece gli erano sconosciute, un giorno gli sarebbe piaciuto essere al centro di una di quelle canzoni, ovviamente narrazioni positive. Tutti bevevano e urlavano e lui era lì, insieme a Gibs e all'unica persona che poteva definirsi il commissario di bordo, una bottiglia di vino davanti a loro e un registro con dei nomi. Torgon impugnava una penna con fare stanco, mentre il nostromo tamburellava le dita sulla scrivania, tre uomini dietro a un tavolo e una sedia davanti. Come da suo ordine, gli uomini erano stati premiati a gruppo di trenta, trenta persone sottocoperta a bere e ubriacarsi con birra e vino e trenta uomini sul ponte a governare la nave. I primi a essere ubriachi erano quelli che avevano servito durante la tempesta, sotto ordine di Torgon un sottufficiale si doveva assicurare che tutti quei marinai si godessero il loro meritato premio, bevendo birra e anche vino, mischiando, dovevano essere tutti ubriachi marci, nessuno escluso o il cane incaricato di controllarli avrebbe pagato per non aver eseguito alla lettera l'ordine.
    Torgon chiamò a gran voce il marinaio che era di guardia davanti alla porta e gli ordinò di prendere l'uomo che gli sembrava più ubriaco e di portarlo negli alloggi del capitano. Una volta arrivato il primo uomo, visibilmente ubriaco, quasi da non reggersi in piedi incominciò la vera e propria chiaccherata, ma più che chiaccherata era un'interrogazione. Le domande erano sempre le stesse, ma con delle piccole varianti in base a chi si trovava davanti, per i marinai più giovani riservava un trattamento più spartano rispetto a quelli più anziani, uomini diversi andavano presi in modi diversi.

    Buongiorno.

    Quello o un semplice cenno era la frase di rito.

    Nome?

    A seguito della rivelazione del nome il commissario di bordo andava a cancellarlo dall'elenco, voleva assicurarsi che ogni marinaio dicesse la sua, nessuno escluso.

    Signor ... tenteremo di fottergli meno tempo possibile, io farò delle domande lei mi darà delle semplici risposte, tutto chiaro? Faccia solo segno di si con la testa.

    La semplicità era la chiave, alcuni di loro erano fin troppo ubriachi per poter capire determinate parole e il nostromo a volte doveva ripetere le parole che il capitano diceva.

    Ha notato qualche comportamento strano nel ponte inferiore? Qualche uomo o più uomini che confabulano...ehm parlano di nascosto? O che in sua presenza cambiano discorso o si zittiscono? Qualche cosa che a lei è sembrato losco? Qualche voce di corridoio?

    Domande semplici, non c'era bisogno di dire che un pezzo di merda a bordo si stava arricchendo alle loro spalle, i più furbi l'avrebbero capito da soli, altri invece avrebbero pensato a qualche fatto increscioso avvenuto sulla nave dove Torgon voleva far luce.

    Rispondere a queste domande non fà di lei una spia anzi, dimostra quanto lei sia fedele al Dio Abissale e ai nostri fratelli delle Isole di Ferro. Qualora le sue risposte ci fossero d'aiuto in qualche modo o portino a delle novità che per le Isole.. sono vitali, lei verrà ricompensato lautamente. Qualsiasi richiesta in termini ragionevoli sarà accontenta, una promozione o un trasferimento su un'altra nave della Flotta, Dragoni, una piccola proprietà terriera su una delle nostre Isole, quello che vuole.

    Era meglio mettere in chiaro che chi parla non era una spia, anzi. Confortare un uomo e dirgli che il suo operato sarebbe stato ricompensato era essenziale per la buona riuscita dell'operazione.

    Ma se, scopriremo che sapevi qualcosa... e non ce l'hai detto, oppure ancora peggio, che eri invischiato in qualcosa che può nuocere alle nostre terre e non hai avuto le palle per dircelo... bhe hai capito, non c'è bisogno che io dica come mio padre si è guadagnato il titolo di Pazzo.

    Quella invece era la piccola dose di Isole di Ferro che tutti dovevano aver presente, i cani traditori e gli omertosi avrebbero pagato un caro prezzo, ogni uomo che non aveva nulla da riferire veniva segnato e rischiava tutto, non c'era spazio per gli indecisi o i doppiogiochisti.

    Voglio i nomi... non fottute favole, le cose che dici rimarranno ovviamente in questa cabina, senza esclusioni. Se non vuoi dirli, scrivili sul foglio al posto mio e dammi più informazioni possibili. Ma niente cazzate! Fatti e nomi.

    Puoi tornare a svagarti, grazie marinaio.

    Era così che congedava ogni uomo che veniva interrogato, così per sessantacinque persone. Al suono di campana i trenta ubriaconi furono mandati in coperta insieme a Gibs e i rimanenti si dettero alla pazza gioia con l'alcol. Su una pergamena segnava ogni cosa che gli uomini dicevano, dai nomi alle cazzate che poteva dire un'ubriaco, nulla doveva essere lasciato al caso. Alla fine avrebbe controllato ogni singola cosa scritta e visto se tra i racconti di uno e dell'altro ci fossero state congruenze di qualche genere o un qualche tipo di attività sospetta. Quella era una fottuta nave con paratie spesse massimo quindici centimetri, le notizie e le parole ad Approdo superavano le mura di pietra del fortino di Meagor, non era possibile che nessuno sapesse niente, che nessuno non avesse sentito nulla. O quel figlio di puttana di un traditore era davvero solo e furbo o non c'era a bordo di quella nave. Gli uomini ubriachi parlavano volentieri e l'alcol infondeva in loro coraggio e stupidità, questo era il motivo per cui li voleva vedere tutti rubicondi e storti.

    Chi manca cazzo! Saranno sei ore che sono seduto qui!

    Il culo gli doleva e aveva sentito così tanti ubriaconi che gli facevano male le orecchie, la gola era secca per il continuo ripetersi e a tutto quello avrebbe quasi preferito una lezione di storia di Wendamyr.

    Euron Harlaw, dopo ci sarei io, Gibs che ora è sul ponte, il sottufficiale che deve far ubriacare ogni uomo e...

    Bene Euron, finalmente avrebbe saputo se il suo uccellino aveva qualcosa di nuovo da riferire.

    E!?

    Il marinaio di guardia alla porta.

    Chiamate l'Harlaw e finiamo sta storia, che dopo di voi mi toccherà leggere tutto sto puttanaio.

    Pochi minuti dopo arrivò il rampollo in questione.

    Euron... tutto bene sul ponte? Bando alle cazzate, sai qualcosa di nuovo o come gli altri giorni nulla da riferire?

    Si versò un bicchiere di vino mentre attendeva la risposta dell'Harlaw. Era stufo di tutto quel casino, il suo sogno era razziare e fottersi qualche bella puttanella dell'Altopiano, non fare la cappa dorata. Successivamente alla risposta dell'Harlaw, il Greyjoy interrogò i rimanenti, i pochi fidati che aveva e si rinchiuse nei suoi alloggi. Curioso di vedere quali informazioni era riuscito a raccogliere da quella banda di ubriaconi.

    @Euron, durante la mia ispezione sottocoperta scegli te se essere sveglio o dormire, durante la tempesta eri sottocoperta.

    Domanda per il mod, come fa Euron a sapere che a Isola Verde ha seggio casata Chester se non ha genealogia nobiliare? Tecnicamente lui di ste cose non dovrebbe saperne nulla, soprattutto di alfieri minori come quella dei Chester.
     
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    Alla fine un marinaio alticcio e divertito si era presentato da Torgon a seguito dell’elenco, gli occhi porcini brillavano briosi e la pancia prominente tremava dalle risate eppure nonostante il volto rubicondo e il naso a patata i muscoli delle braccia e l’enorme ascia che portava a fianco rendeva chiaro che scherzare con lui fosse un azzardo nonostante l’età avanzata.
    Gli mancavano due dita da una mano e fissava il rampollo di Quellon confuso e divertito “Non ficco il naso negli affari altrui per questo non ho ancora incontrato il Dio Abissale. Ma quel frocetto dell’Harlaw continua ad appartarsi con un tizio, avrebbe proprio bisogno di sbattersi una femmina”.

    La tempesta finisce lentamente ma siete fortunati, le nubi hanno nascosto ancora di più il vostro arrivo perché solo dei pazzi si muoverebbero col mare mosso.
    Siete in prossimità delle isole scudo, scegli cosa fare. Mandare messaggi agli altri comandanti per chiedere aiuto e suggerimenti sull’attracco o decidi da solo, non è ancora sera ma nel giro di un paio d’ore caleranno le tenebre, decidi bene in quale orario attaccare.
    L’unica informazione che ricevi è quella dell’uomo grasso.
    Sbarca sulla terra ferma e ti fornirò la descrizione del luogo.
    Dyanna apparirà nel mio prossimo post e potrà unirsi al vostro gruppo.
     
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    Cavaliere

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    Pioveva. Dall'esterno arrivavano sottocoperta i cupi suoni della tempesta che infuriava sulle acque del mare. Euron sapeva che quel cambiamento climatico avrebbe presto portato a una spiacevole conseguenza: remare. Quando avevano superato le acque che bagnavano le Isole di Ferro, avevano smesso di vogare e si erano abbandonati alla forza benevola dei venti. Ma ora che il Dio delle Tempeste ricominciava a contestare il dominio del Dio Abissale, avrebbero presto dovuto riprendere i remi in mano. Quello preoccupava tutti i marinai: fino ad allora i lavori erano poco faticosi, con tanto tempo per oziare. Anche Euron ne aveva approfittato e per gran parte del suo tempo libero aveva riposato. In verità, un po' temeva di impigrirsi, ma le attività sulla nave non erano granché. Oltre a questo, mentre gli altri lavoravano, dormivano o giocavano d'azzardo, aveva scambiato due parole con Greg: non si erano detti niente di importante, voleva solo controllare che quel ragazzino non impazzisse e facesse qualche sciocchezza. Per il resto, aspettava con trepidazione il momento della battaglia: poco tempo prima era semplice desiderio di combattere e di mostrare le proprie capacità; adesso era solo timore per i suoi piani, per la sua pelle e per quella di Greg. Sperava che Torgon non gli chiedesse come andavano le ricerche finché non fosse arrivato il momento della fuga. Ma le speranze non servono a niente. Il capitano della Presagio Nero aveva distribuito fiumi di birra e vino, e a quel punto tutti, chi più e chi meno, erano ubriachi. Euron non aveva potuto evitare di bere come tutti gli altri, quindi in quel momento era più che alticcio. Intanto, a uno a uno, i marinai che erano sottocoperta con lui vennero condotti nella cabina del Greyjoy. Nessuno sapeva per certo cosa volesse il capitano da tutto l'equipaggio, ma Euron sospettava di sapere cosa stesse facendo il suo amico. E non era sicuro se dovesse ammirarlo per la genialità della mossa, oppure odiarlo per le spiacevoli conseguenze a cui sarebbe andato incontro. Alla fine, arrivò anche il suo turno e un sottufficiale venne a chiamarlo e ad accompagnarlo dal capitano. Entrò nella piccola cabina, dove trovò Torgon seduto dietro a una scrivania.

    Euron... tutto bene sul ponte? Bando alle cazzate, sai qualcosa di nuovo o come gli altri giorni nulla da riferire?

    Euron, prima di rispondere, si sedette.

    Tutto bene. Ma dimmi: che cazzo stai facendo?

    L'alcool non l'avrebbe mai fatto parlare, ci teneva troppo alla sua vita. Prima di quel momento, però, aveva temuto che la paura e l'ebbrezza avrebbero fatto parlare il debole Greg; ma se ancora Torgon era lì a parlargli, poteva essere certo che dalla bocca del suo complice non sarebbe mai uscita una parola sbagliata. L'unico problema era che la birra e in particolare il vino gli avevano sciolto troppo la lingua ed intensificato le sue emozioni: le sue parole uscirono ancor più aggressive di quanto avesse voluto.

    Certo che so qualcosa di nuovo, ma se non te l'ho detto, forse non è abbastanza, non credi? Cazzo! E ora tu che fai, mandi alla malora qualsiasi possibilità di trovare quel cane?

    Cercò di calmarsi, perché Torgon non era tipo da lasciarsi urlare in faccia senza reagire. E su una nave l'insubordinazione significava morte. Prese due profondi respiri, e riprese a parlare più lentamente.

    Allora... Avevo un paio di piste promettenti. Avrei potuto avere un nome sicuro prima della battaglia, ma adesso... Ora tutti staranno all'erta, nessuno si fiderà del proprio vicino e parlare con qualcuno sarà malvisto!

    Fece una breve pausa, osservò le reazioni, assenti, del Greyjoy. Allora si alzò, e prima di andarsene aggiunse alcune parole.

    Io ci proverò, Torgon. Certo che ci proverò, per te questo ed altro, ma non ti prometto niente. Prima della battaglia non c'è abbastanza tempo, ma durante il ritorno ci riproverò. Ma smettila di fare sciocchezze, l'equipaggio deve essere unito. Buonanotte.

    Euron si voltò e prese la porta, col cuore che batteva all'impazzata. Sperava fortemente che quello menzogne e quelle mezze verità avessero convinto il capitano, ma ormai aveva imparato a non abbandonarsi alle speranze. Nessun piano di riserva, nessuna opportunità di salvarsi su quella nave. Un ordine e lui sarebbe morto. Tempo. Il tempo scorreva, e le Isole Scudo si avvicinavano.

    Ci sono. In ritardo ma ci sono. Torgon, quella dei Chester è stata una svista. È ininfluente, ma se cambia posso rimuoverlo.
     
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    Condottiero

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    Il leggero rollio che accompagnava la lettura degli appunti del capitano era tremendamente fastidioso. Era stanco e assonnato e ogni volta rileggeva la stessa riga più volte per stamparsela ben in testa e valutare se fosse effettivamente utile. Le rivelazione si perdevano tra quelle palesemente false, tanto da sembrare burle e storielle. Visibilmente accigliato Torgon rileggeva la prima pagina, nella speranza di trovare qualcosa che potesse dare una svolta alla ricerca del traditore.

    Ho visto il nostromo sporsi dalla murata e baciare una sirena... ma che diavolo! Devo ricordarmi di far frustare questo stronzo.

    Cosa poteva aspettarsi da degli ubriaconi? Voltò la pagina trovando altre castronerie e fandonie, forse una confessione di un furto, ma non era questo quello che stava cercando. Continuò a leggere le varie confessioni trovando un po' di tutto, soffermandosi attentamente solo su quella di un vecchio marinaio.

    Ma quel frocetto dell’Harlaw continua ad appartarsi con un tizio, avrebbe proprio bisogno di sbattersi una femmina

    Ricordava bene quelle parole, ma sul momento non ci diede troppo peso. Però ora che le rileggeva lo lasciavano perplesso, Euron Harlaw, silenzio e amante dei balletti, omosessuale? Era una insinuazione grave, l'omosessualità non era tollerata dal loro culto, certo qualche marinaio poteva cascarci per noia e un capitano poteva chiudere un'occhio, ma il figlio di un nobile delle isole si macchiava di una grande vergogna. Più ci ripensava più non riusciva a capacitarsene, a Euron piaceva il cazzo? Effettivamente non si era perso in commenti sulle donne ad Approdo, ma questo probabilmente a causa della sua indole silenziosa. Poi il tizio chi poteva essere? Uno della sua squadra di rematori? Sfogliò le pagine fino a trovare gli uomini in questione, uno stronzo di Saltcliffe che non aveva molto da riferire, uno di Lordsport che accusava un'altro marinaio di essere un baro ai dadi e quel cane che svenne alle prime domande, un ragazzino di nome Greg. A quanto pare a Euron piacevano giovani e sbarbati, aveva imputato lo svenimento alla quantità di alcol nel corpo e non alla paura che il capitano esercitava sulla sua persona. Quell'uomo era svenuto per non rispondere alle domande, per coprire la tresca. I pensieri corsero veloci così come la sua mano, le parole dell'Harlaw erano scritte nero su bianco davanti a lui. Era stato sulla difensiva, io cerco io faccio, che stesse nascondendo qualcosa? Che avesse il timore di essere scoperto e gli mancasse il coraggio di rivelare quelle cose a Torgon gli appariva chiaro come il faro di Vecchia Città. Doveva andare a fondo in questa questione, non poteva permettere che Euron si inzozzasse il nome in quel modo, se si fosse sparsa la voce non avrebbe mai ottenuto rispetto dai suoi futuri uomini. In nome della loro amicizia doveva risolvere il problema alla radice. Il suo sguardo stanco si perse in quella stretta cabina fino a fermarsi sulla porta, urlò ad alta voce degli ordini all'uomo che era di guardia dall'altra parte.

    Manda a chiamare Gibs.

    Dopo pochi minuti la porta si aprì e mostrando il marinaio di guardia.

    Capitano il nostromo sta dormendo. Le mando l'uomo di turno sul ponte?

    No cazzo! Se dico Gibs, voglio Gibs! Rincoglionito! Sveglialo!

    Ma cazzo era la prima volta che faceva questo lavoro quell'uomo? Nell'attesa iniziò a rigirarsi tra le mani l'ascia di suo padre, ancora poco e avrebbe versato del sangue, questa cosa gli lasciava una strana sensazione. Era eccitato in parte ma anche teso, era la sua prima razzia. Il suo pollice saggiava l'affilatura della lama ripensando a quello che suo padre gli aveva detto.

    Come se fosse facile trovare un traditore, cazzo!

    Torgon, dimmi tutto.

    La voce catturò la sua attenzione, era il suo uomo.

    Tra non molto incominceremo la fase preparativa di questa operazione, prendi il comando, fa fermare la nave e attendi che Dagmer Mascelladicazzo e DenteBlu si affianchino, scambieremo due rapide parole ora che c'è bel tempo. Fammi chiamare quando ci hanno raggiunti.

    Aye.

    Il nostromo fece per uscire.

    Ah, un'altra cosa! Che resti confidenziale, fai le squadre di sbarco, assicurati di avere uomini a te fidati e prendi tra i tuoi Euron Harlaw, osserva ogni sua mossa, dopo la razzia mi dirai se hai notato qualche sua inclinazione di tipo sessuale strana, se così possiamo chiamarla. Compreso Gibs? E se trovi il tempo... obbligalo a scoparsi qualche donna, ovviamente dopo di te, non vorrei che il buco si allargasse troppo! Per quanto riguarda me, affidami il timoniere e qualche marinaio esperto, in più i tre rematori che fanno squadra con l'Harlaw, io terrò d'occhio quest'ultimi.

    Tutto chiaro.

    Dopo la disposizione degli ordini Torgon si sdraiò tentando di riposare dopo il casino di quei giorni, speranzosi di poter recuperare le forze spese nella tempesta e negli interrogatori.

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    Le tre navi ora condividevano lo stesso specchio d'acqua, restando molto vicine tra loro in quel tranquillo mare.

    Allora ragazzo, hai deciso come fottere questi stronzi dell'Altopiano?

    Dagmer e Denteblu erano a bordo della Presagio Nero pronti a discutere e contestare ogni singola parola del Greyjoy, fortunatamente in tutto il tempo della traversata aveva avuto modo di pensare a un buon piano. Guardò prima il silenzioso capitano esperto e in un secondo momento il burbero maestro d'armi di Pyke.

    Il vento ci è favorevole, partiremo tra un giro di clessidra. Dovremo essere veloci e coordinati, voglio sbarcare tra le due e le quattro di notte, mentre tutti dormono, i pescatori si dovrebbe alzare per le cinque tipo quelli alle isole e dopo la mezzanotte nessuno sarà sveglio. Inoltre attaccheremo di notte perchè nasconderemo il nostro arrivo e eviteremo di essere avvistati dalle spiagge.

    Le vele nere delle loro navi non erano solo per estetica, non riflettevano la luce evitando di farsi fottere in operazioni notturne.

    Il tempo è stato inclemente e non avvengono incursioni da anni, non se lo aspetteranno. Organizzate i vostri uomini a squadre di cinque o più persone, non voglio cani sciolti che corrono da destra a sinistra a casaccio, meno morti possibili dal nostro lato. Sbarcati stabiliremo un punto di raccolta, ammassate donne di tutte le età, bambini e ragazzini. Gli uomini devono morire tutti! Prima si ammazza, poi si razzia che sia chiaro a tutte le squadre. Se i nostri cadono fate ammassare i cadaveri che li bruceremo e tassativamente niente incendi prima della nostra partenza, nessuno deve sapere che siamo qui, ci godremo il falò dalle barche.

    Il suo dito si muoveva sul piatto dell'ascia mentre pronunciava quelle parole, dentro di se sparava che sarebbe andato tutto per il meglio.

    Affilate le armi, domani ogni uomo avrà una moglie del sale.

    Non doveva essere una frase per incitarli, era un dato di fatto.
     
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  11. Rege
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    Ricompense:
    Torgon:
    10 punti esperienza (Base) +3 [Conteggio caratteri] +4 [Merito Mod]
    Ascia in ferro (+20% probabilità successo Arte dell'Ascia)

    Harlaw:
    10 punti esperienza (Base) +2 [Conteggio caratteri] +1 [Merito Mod]



    LA QUEST CONTINUA QUI

    Edited by Rege - 13/12/2016, 17:30
     
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10 replies since 8/11/2016, 17:15   344 views
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