Nozioni e leggende sui Draghi

Scritto da Maestro Balox, archivista della Cittadella

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    PREFAZIONE



    E' l'anno 154 A.A., sul Trono di Spade siede Re Aegon III, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame. Sono passati più di vent'anni dal terrificante conflitto ormai comunemente noto come “Danza dei Draghi”, e sotto la guida del nostro sovrano, il regno ha finalmente ritrovato la pace e quel po' di prosperità che era tristemente andata perduta. Eppure, rammarico e tristezza sembrano non abbandonare mai i Sette Regni: tra le tante tragedie consumatesi, siamo ormai davanti all'ennesima sciagura! Il tentativo del sovrano di inviare ben nove sapienti oltre il Mare Stretto per far schiudere le uova di drago in suo possesso è fallito. Con tutta probabilità, siamo davanti all'estinzione di queste imponenti creature, le cui uova rimangono immobili ed i cui resti sono ormai tutto ciò che ne rimane. Per contribuire al tentativo di salvare questa incredibile specie, il consiglio della Cittadella ha deciso di affidarmi la stesura di questo libro, contenente varie informazioni sui draghi. Io, in quanto Maestro ed archivista, così come gli Arcimaestri tutti, spero che queste informazioni possano risultare utili in qualche modo e non diventare una lapide commemorativa.
    Per scrivere questo tomo ho raccolto tutte le informazioni in possesso della Cittadella, comprese quelle più discusse e controverse, già che nessuno desidera omettere anche solo un singolo utile dettaglio. Proprio per questo, oltre alle nozioni accademiche, discusse o meno, ho selezionato alcune storie e leggende, che per quanto improbabili, possono ugualmente risultare utili al fine di conoscere e trasmettere la giusta conoscenza. Devo però specificare, che alcune delle seguenti storie o leggende potrebbero forviare un lettore inesperto; consiglio dunque di approcciarsi a queste con cautela, valutandone il valore storico e folcloristico, ma non quello accademico. Se invece consideriamo l'ambito puramente accademico, in questo libro potrete notare teorie spesso contrastanti, se non addirittura rivali! Ciò deriva dal fatto che le teorie più complesse sono tutt'ora discusse ed analizzate alla Cittadella, ma che a causa dell'attuale mancanza di draghi, è assai difficile escludere o confermare alcune teorie. Fortunatamente, i nostri archivi ospitano tomi recenti e passati che hanno già approfondito l'argomento qui trattato, fornendo perfino informazioni assai rivoluzionare e decisamente interessanti. Fra tutti, ritengo che sia opportuno citarne tre, ovvero quelli che mi hanno maggiormente consentito di portare avanti la ricerca. Il primo ed anche il più recente è “Danza dei Draghi, la vera storia” del Gran Maestro Munkun, nonché ex Primo Cavaliere del Re, unico dei reggenti di Aegon ad essere rimasto nel Concilio Ristretto dal 131 A.A. al 136 A.A., ovvero per tutta al durata della reggenza. Il suo tomo offre un punto di vista interessante sulla guerra ormai conclusa, poiché pare che Munkun abbia preso informazioni direttamente dalle cronache della guerra civile vergate dal Gran Maestro Orwyle. In questo libro ci sono inoltre numerosi spunti sulla natura dei draghi, dovuti ovviamente al ruolo che queste creature hanno avuto nella Danza dei Draghi. Specifico che ho scelto solo queste informazioni da inserire in questa raccolta, in quanto le informazioni storiche di Munkun sono sotto esame per via di alcune possibili incongruenze. Ma nonostante queste polemiche, il valore dell'osservazione dei draghi qui riportata è davvero innegabile! Il secondo libro da me selezionato, offre invece un punto di vista molto approfondito sul ciclo di vita dei più famosi draghi che hanno solcato i cieli del reame. Si tratta del celeberrimo “Stirpe di drago. La storia di casa Targaryen dall'esilio all'apoteosi, con una considerazione riguardante la vita e la morte dei draghi.”; in questo libro sono evidenti e ben chiare le teorie sullo sviluppo di queste creature, così come sulle cause della loro morte. Il libro venne scritto dal Maestro Thomax, il quale non lo farcì di molte teorie, limitandosi ad un'osservazione più basilare, concentrandosi dunque su fatti molto chiari e largamente comprovati e solo di rado criticando alcune teorie precedentemente redatte. Quello di Thomax è certamente il punto di vista più misurato su molte questioni riguardanti i draghi, ed è un prezioso spunto di riflessione su come spesso la malizia dell'uomo tenda a forviarlo, facendogli elaborare riflessioni del tutto incoerenti. Difatti, sono certo che chiunque abbia la possibilità di esaminare il libro del Maestro Thomax, potrà apprezzarne la dignitosa sobrietà. L'ultimo libro preso da me in esame, ha ben poco di sobrio, nonostante sia stato scritto da un Septon: dimostra in alcuni passaggi dei toni eccessivi, ma è pur sempre un'opera di grande valore. “Draghi, idre e viverne: la loro storia innaturale.”, di Septon Barth, di certo un grande studioso ed un buon Primo Cavaliere, il cui acume è però stato spesso oggetto di critiche, nonché accuse di eccessiva immaginazione. Il Credo stesso ha spesso criticato apertamente Barth, dandogli dello stregone ed arrivando a mettere al bando il suo libro, per quanto effettivamente privo di eresie nei confronti dei Sette. Barth ha inoltre dimostrato una buona conoscenza storica e faunistica, tale che probabilmente il suo è l'unico libro completamente redatto nel Continente Occidentale ad esporre il problema delle Idre di fuoco nelle miniere dell'antica Valyria. Infine, ho provato a cercare anche solo alcune pagine di un tomo meno famoso, ma pur sempre pregno di informazioni essenziali, provenendo proprio dal popolo che era riuscito a domare i draghi! Questo libro il cui scrittore è tutt'ora ignoto, è intitolato “Sangue e fuoco”, ma spesso viene citato col titolo di “La morte dei Draghi”; per quanto noto per rarità e per contenuti, nessuno sa effettivamente cosa vi sia scritto, ed io stesso non sono riuscito ad entrarne in possesso.
    Senza dilungarmi ulteriormente in questa prefazione, nonché guida alla lettura di questa raccolta, è mio dovere riportare il desiderio della Cittadella di rendere omaggio al nostro Re, il quale ci ha fin troppo generosamente concesso di vagliare i documenti presenti nella Fortezza Rossa. Preghiamo tutti affinché il suo regno possa durare a lungo, ed essere colmo di soddisfazioni, e possano i Sette benedirlo, portando nuovamente il fuoco dei draghi nel nostro reame!


    ASPETTO



    E' in primo luogo necessario comprendere a pieno la fisionomia dei draghi, per poterne comprendere ed apprezzare le incredibili doti, da alcuni ritenute perfino soprannaturali! Queste fiere creature possiedono un corpo molto particolare rispetto a qualsiasi altro animale: collo, coda ed ali ne rappresentano la gran parte, mentre il petto e le zampe posteriori hanno misure minori, compensate da un'abbondante muscolatura. La loro testa, similmente al corpo, è di forma allungata, paragonabile a quella di alcuni serpenti, per quanto i denti ricordino quelli di una lucertola-leone. Dal cranio spuntano le corna, solitamente grosse e non molto lunghe, se ci si basa sulle proporzioni del resto del corpo. Il collo diviene estremamente lungo nel corso della loro crescita, ed è inoltre particolarmente flessibile ed agile, tanto che i suoi rapidi movimenti permettono ai draghi di afferrare le proprie prede anche se queste si trovano in posizioni proibitive. Il busto largo e muscoloso sorregge il peso del corpo, per tanto si sviluppa in maniera estremamente massiccia; non a caso alcuni dicono che sperare di uccidere un drago al primo colpo trafiggendogli il busto, sia tanto folle quanto fatale. La coda normalmente diviene lunga tanto quanto il collo e presenta la stessa flessibilità di quest'ultimo, se non perfino maggiore. La grandi ali dei draghi sono membranose come quelle dei pipistrelli, e presentano un'apertura davvero immane! Basti pensare che un drago con le dimensioni di Balerion, aprendo le ali potrebbe oscurare un'intera città senza troppi problemi.
    Come forse avrete notato, per quanto questi animali siano tanto straordinari, presentano indubbiamente elementi esistenti in altre creature decisamente più comuni. Per descriverne la testa e le fauci ho difatti citato i serpenti e la lucertola-leone, ebbene, il corpo dei draghi è ricoperto da scaglie, all'incirca come lo sono i corpi di questi due animali. Le scaglie dei draghi sono però molto più robuste e coriacee, se pur questo è dovuto alla loro mole non indifferente. Un elemento però unicamente presente nella specie dei draghi, è il colore nero che presentano le ossa ed i denti: nere come la notte e lucide come l'acciaio, tanto che spesso vengono usate per forgiare armi di impareggiabile magnificenza! Un altro particolare unico, è il fatto che le loro scaglie possiedano colori estremamente variegati tra loro, come riportato da Maestro Thomax, il quale mise in paragone la colorazione delle scaglie di numerosi draghi, dimostrandone inequivocabilmente la varietà. Anche le uova da cui nascono i draghi possiedono una grande varietà di colori, apparentemente legati ai colori del drago racchiuso al loro interno: questo fatto però non è ancora stato del tutto chiarito e purtroppo, potrebbe rimanere in certo per molto tempo ancora...


    CARATTERISTICHE



    L'aspetto dei draghi è legato alla loro crescita, la quale continua incessantemente fino al momento della morte, difatti, più a lungo vive un drago, più le sue dimensioni divengono immani. Alla crescita è anche legata la capacità di sputare fuoco, tanto temuta da chiunque abbia avuto la sfortuna di trovarsi su un campo di battaglia sorvolato da una di queste creature. Il loro fuoco aumenta di intensità man mano che il drago aumenta le proprie dimensioni, cosa che ha spinto alcuni maestri a sostenere che i draghi possiedano una riserva di fuoco interna. Fatto alquanto inconsistente secondo la maggior parte delle persone con una cultura superiore alla media: va però detto, che la loro temperatura corporea è decisamente elevata. Si dice perfino che nelle notte invernali, i corpi dei draghi emettano un sottile fumo biancastro, quasi fossero un vero e proprio fuoco. Esiste difatti una diffusa credenza tra le genti meno sviluppate di Essos, secondo cui i draghi siano fuoco divenuto carne. Storia ampiamente sfruttata dai preti rossi per diffondere il proprio credo, ma assai poco veritiera, dato che come tutti gli esseri viventi, i draghi nascono da qualcosa di concreto e tangibile (ovvero dalle loro uova), e non da una volubile fiammella. C'è una teoria ancora più ridicola, evidentemente frutto di sciocche superstizioni primitive, secondo cui i draghi sono fuoriusciti niente meno che da una seconda luna che solcava i cieli moltissimi anni a dietro. Questa fantomatica luna sarebbe esplosa rigettando i draghi in tutto il mondo: ovviamente, giusto per non fermarsi a simili sciocchezze, questa è la medesima teoria che vedrebbe la luna, quella attuale, come un enorme uovo ugualmente colmo di draghi. Queste sciocchezze non sono ovviamente degne di considerazione, ma poiché è mio compito riportare tutto il sapere sui draghi in possesso degli studiosi, non ho escluso nemmeno simili idiozie. D'altronde, com'è sempre stato, noi Maestri serviamo il Reame, con fedele dedizione e indiscutibile costanza.
    Tornando ad argomentare teorie serie e comprovate, è risaputo in ambito accademico che le scaglie dei draghi crescono con l'aumentare della loro età non solo in larghezza, ma anche in spessore. Questo fenomeno fisico che ho precedentemente citato, sembra sia il segreto della grande resistenza dei draghi al calore e perfino al fuoco! Essi però non ne sono del tutto immuni, bensì le scaglie ne attenuano gli effetti, riducendo quelle che sarebbero ustioni mortali per qualunque essere vivente a ustioni assai lievi, le quali però si sviluppano sotto le scaglie, intaccando la carne viva. Seguendo questo ragionamento, è ipotizzabile che draghi della grandezza di Balerion potrebbero resistere al fuoco di draghi più piccoli, mentre quelli più piccoli potrebbero perire sotto il fuoco di esemplari più grandi. Pare inoltre che gli alchimisti si siano ispirati al fuoco dei draghi per creare l'Altofuoco, ma nessuno sa di preciso se questa sia una mera diceria o una realtà effettiva. Per concludere, c'è una frase particolarmente nota di Septon Barth riguardante il fuoco dei draghi, certamente di grande effetto e fin troppo veritiera. “ La morte esce dalla bocca del drago, però non entra da quella medesima via”. Il fuoco però, non è certamente l'unica cosa da temere di un drago!
    Zanne ed artigli, oltre ad essere neri, sono estremamente resistenti e taglienti come lame di Valyria: basti pesare che se abbastanza grande, un drago potrebbe sradicare gli arti di un cavaliere in armatura completa, senza fare il mino sforzo. Questa considerazione al contrario di molte altre, non nasce da una speculazione, bensì da un fatto documentato agli albori della Danza dei Draghi, quando Denys l'Argenteo tentò di domare il drago Ladro di Pecore, finendo per perdere un braccio nell'impresa, e poco dopo la vita ad opera delle fauci del Cannibale. Con tutte queste premesse, non c'è da sorprendersi se i draghi sono stati considerati per secoli, la più terrificante arma della famiglia reale. Difatti, ad eccezione di Dorne, nessuno dei Sette Regni è riuscito a resistere al potere di queste creature.
    A tal proposito, esistono varie teorie sul modo in cui i draghi possono essere impiegati, o per meglio dire, addomesticati per essere totalmente obbedienti agli ordini di un cavaliere. Per alcuni il legame tra drago e cavaliere si instaura quando l'uomo accudisce il drago fin dalla più tenera età, mentre secondo altri si tratta di un legame più istintivo, in quanto bisogna riuscire ad imporsi sulla natura selvaggia dei draghi. Quest'ultima teoria è però ritenuta inconsistente ed è stata ampiamente smentita negli ultimi anni, quando dopo la misteriosa scomparsa del Cannibile, è stato possibile penetrare nella sua tana e scoprire gli innumerevoli resti di coloro che avevano provato a domarlo. Alcuni Maestri ritengono che gli unici a poter efficacemente addestrare un drago siano i figli sopravvissuti di Valyria, i quali avrebbero una sorta di mistico legame coi draghi. Quello che è chiaro, è che pochissimi posso addomesticare un drago, soprattutto perché spesso in troppi si sono dimenticati di cosa sono queste creatura: ovvero, predatori carnivori incredibilmente efficaci e spietati. Per quanto ammaestrato, un drago pienamente sviluppato conserva per tutta al vita la propria natura predatrice, dovendo dunque dilettarsi nella caccia di prede da divorare. Spesso i draghi della famiglia reale venivano addestrati a cacciare solo animali, in modo che, se spinti dalla fame, questi non causassero vittime tra la popolazione. In un unico caso documentato, un drago è arrivato a mangiare la carne dei propri simili per saziarsi: questa belva assetata di sangue era del tutto selvaggia e divenne nota come il Cannibale. Sorse spesso il dubbio su quanto dovesse mangiare un drago di grandi dimensioni, come ad esempio Balerion, che potendo arrivare a divorare un Mammut in un sol boccone, doveva per certo essere dotato di una fame a dir poco grottesca. Negli anni a seguire però, alcuni draghi della famiglia reale vennero tenuti così tanto in cattività, da perdere completamente la capacità di procurarsi il cibo in maniera autonoma, non a caso venivano nutriti solo dai loro padroni.


    RIPRODUZIONE



    La riproduzione dei Draghi è forse il più grande mistero a loro legato, tanto che i tre maggiori esperti di draghi: il Gran Maestro Munkun, il Maestro Thomax e Septon Barth, non hanno formulato ipotesi con anche un solo punto in comune. E' ovviamente chiaro che siano creature ovipare, in grado di deporre anche molte uova in una sola volta. Questo fatto secondo alcuni, sarebbe sufficiente a determinare il sesso dell'animale; non a caso il drago Syrax, cavalcatura della principessa Rhaenyra, era comunemente ritenuto una femmina, in quanto depose una consistente quantità di uova. Va però detto che nessuno è mai riuscito a distinguere il sesso di un drago, poiché gli organi riproduttivi non sono per nulla visibili, secondo i più fantasiosi, sarebbero perfino assenti. Tuttavia avendo le uova come prova della loro capacità di riprodursi, è da escludere che siano del tutto privi di organi sessuali adeguatamente funzionanti! Alcuni Maestri affermano che gli anni di cattività nella Fossa del Drago di Approdo del Re, hanno infine reso i draghi assai meno prolifici di quanto fossero un tempo, ed anche più fragili. Certamente il fatto di incatenarli non ha aiutato, come dimostrato durante la Danza dei Draghi, quando la rivolta scoppiata nella capitale è culminata nell'assalto alla Fossa del Drago, causando la morte di tutti i draghi lì rinchiusi e di Syrax che era stata attirata dall'odore del sangue. Seguendo questo ragionamento, draghi selvaggi come Ladro di Pecore o come il Cannibale, sarebbero non solo più forti dei draghi in cattività, ma anche più adatti alla continuazione della specie. Purtroppo però nessuno è mai riuscito a studiare questi draghi, a causa della loro estrema ferocia e del fatto che si spostavano frequentemente, pur mantenendo tane fisse.
    Alcuni Maestri hanno da tempo aperto un dibattito sulla possibilità che i draghi possano deporre le uova anche molto tempo dopo avere generate con l'atto riproduttivo, cosa che spiegherebbe le covate deposte da draghi che non avevano avuto contatti apparenti con altri esemplari della loro specie. Per cercare conferma a queste teorie, in molti hanno rivolto lo sguardo a Valyria, dove, stando a ciò che sappiamo, di draghi vennero trovati per la prima volta dai Valyriani, presso la catena vulcanica delle Quattordici Fiamme. E' comunemente risaputo che al tempo vivessero molti più draghi, eppure a causa del Disastro, molte conoscenze essenziali per comprendere queste creature sono andate perdute. A nulla sono servite le spedizioni nei luoghi del Disastro e ben pochi osano solcare quei mari, poiché sono ancor meno quelli che da lì fanno ritorno. Pur senza prove certe, restano comunque in molti ad essere convinti che in quelle zone vi siano ancora informazioni utili al fine di comprendere i draghi, perfino misteriosi testi come il leggendario “Sangue e Fuoco”, detto anche “La morte dei Draghi”. Le infinite speculazioni su questo tomo misterioso non sono degne di essere trascritte, ma sembra possa contenere informazioni sui draghi molto superiori alle nostre. Alcuni dicono che sia appunto un libro di origine Valyriana, mentre altri ritengono che sia stato scritto nel nostro continente, ma sfruttando le conoscenza dell'Antica Valyria. Se ciò sia vero o meno, nessuno può saperlo, ma se davvero contenesse informazioni su come far proliferare i draghi, allora è certo che ne abbiamo un bisogno urgente, poiché mai come ora, la terra ed il cielo sembrano più vuoti e meno misteriosi. Infine, vi è una particolare teoria, elaborata da Septon Barth, che gli ha però fatto guadagnare sia derisione, che una pessima nomea, soprattutto presso gli ambienti religiosi. Ma non è mia intenzione dare dell'eretico ad un rinomato studioso, se pur piuttosto particolare nei modi e nei toni. Egli, tramite studi non meglio citati, affermava che i draghi non possiedono un sesso normale, come i comuni animali che popolano la terra, ma che siano “mutevoli come le loro fiamme”. Parlando in maniera meno enigmatica, egli pareva convinto del fatto che i draghi siano capaci di scegliere il proprio sesso durante l'accoppiamento, determinando così quale dei due membri del rapporto debba portare avanti la covata. Come sia giunto a simili conclusioni è un mistero, non a caso sia il Gran Maestro Munkun che il Maestro Thomax si sono apertamente schierati contro la sua tesi, pur non trovando nemmeno tra loro stessi punti d'accordo comune. Ora che i draghi paiono così tragicamente scomparsi, molti studiosi si disperano all'idea di non poter più portare avanti le teorie sul loro modo di riprodursi, che potrebbero di certo favorire un ripopolamento adeguato di questa specie. Nel mentre, teorie moderne e precedenti si mischiano, dando vita ad un accesissimo dibattito come non lo si vedeva da anni; è per me un enorme rammarico, non poter scrivere il capitolo conclusivo di questo dibattito, che probabilmente continuerà anche ben dopo la mia dipartita.


    CASI ANOMALI E CONOSCENZE DELL'ANITCA VALYRIA



    Per ultimare questa raccolta di informazioni, ho deciso di inserire un breve capitolo su casi particolari inerenti appunti ai draghi, assieme alle poche conoscenze Valyriane in nostro possesso.

    In primo luogo, è interessante scoprire come probabilmente la razza dei draghi fosse più varia di quanto noi possiamo immagine. Sembra difatti che nel territorio dell'Antica Valyria, esistessero delle creature estremamente simili ai draghi, perfino capaci di sputare fuoco, ma che si muovevano sottoterra. Non sappiamo se i valyriani siano riusciti a catturare degli esemplari di queste creature, ma sappiamo che erano soliti chiamarle col nome di “idre di fuoco”. Numerosi schiavi presso le miniere di Valyria, vennero trovati arsi vivi e divorati, e la colpa venne spesso attribuita proprio a queste strane creature. Septon Barth ha raccolto queste informazioni, mettendole poi nel suo libro assieme a teorie ed altre nozioni sulle possibili varietà di draghi. Queste informazioni sulle idre di fuoco, che parrebbero originarie delle Quattordici Fiamme, sono spesso usate dagli studiosi per confermare la teoria secondo cui i draghi sono originari di quella catena montuosa.

    Coloro che praticano la magia, pur essendo perlopiù eretici e ciarlatani, affermano che i draghi siano fonti di grande potere soprannaturale; perfino gli alchimisti conservano questa strana credenza. Che sia suggestione o verità, tutto ciò sembra preoccupare molto i cultori di simili pratiche, che nel vedere i draghi estinguersi, stanno diventando parecchio irrequieti. Va detto a favore di questi bizzarri individui, che in molti racconti si narra del potere magico dell'antica Valyria, eppure ben pochi hanno saputo fornire esempio concreti all'infuori delle visioni profetiche di una discendente della famiglia reale. Ammetto di parlare da profano, in quanto ho ben scarsa conoscenza degli “Alti Misteri”, ma sono certo che qualche mio collega più valente in tal senso avrà modo di approfondire la questione.

    Stando alle informazioni in nostro possesso, antichi sapienti di Valyria sfruttavano il fuoco dei draghi, assieme a chissà quali sortilegi, per manipolare la roccia come fosse argilla, dandogli poi la forma desiderata. Pur sembrando una credenza decisamente eccessiva, vi può essere un fondo di verità, in quanto come visto ad Harrenal, il fuoco di un drago può arrivare a sciogliere la pietra.

    Edited by TsundereBoy - 19/4/2019, 19:54
     
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