L’educazione è cosa del cuore

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  1. James Crakehall
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    ANNO 285. Baia di Crakehall.
    In rada. A bordo della "Quercia"



    Uno dei tanti privilegi dell’essere figlio di un Lord e dell’esser nato nobile era fare ciò che si voleva, dove lo si voleva e soprattutto quando lo si voleva. In quella mattina di Primavera c’erano le nuvole in alto nel cielo, minacciose di portar la pioggia ma a detta dei marinai più esperti della flotta battente bandiera dei Crakehall, la precipitazione si sarebbe presentata “solo” nel dopo pranzo. Ciò voleva significare solo una cosa: fortuna. Benevolenza degli Dei per fargli risparmiare il mare in tempesta. Era solo questione di ore, in ogni caso. Eppure, in parziale smentita delle parole dei marinai, il vento di Tramontana stava soffiando sempre più forte e le onde del mare, lentamente stavano crescendo facendo aumentare sia il rollio che il beccheggio della nave da guerra “Quercia”, la nave ammiraglia della loro piccola flotta militare e mercantile (composta appena da quattro navi da guerra e da una nave mercantile). James, avendo conoscenza dei segreti economici e finanziari della sua casata, sapeva che l’unica nave mercantile viaggiava sempre, era sempre in movimento per i mari conosciuti, portando con sé merci e beni da vendere o scambiare e, allo stesso tempo, ritornava con cose acquistate. Un andirivieni fondamentale per la varietà dei mercati locali, un tassello fondamentale per l’arte diplomatica della loro casata, un mezzo fondamentale per tessere amicizie o per acquietare le inimicizie – infatti era chiaro che, doni o regali, erano la giusta moneta di scambio per placare degli animi agitati o furenti – non sempre, ovviamente, ma molte volte era proprio così.

    Il secondogenito di casa Crakehall, in ogni caso, si trovava sul cassero di quella nave, con le mani sul parapetto a scrutare una lancia ancora lontana con a bordo una famiglia di nobili mercanti dell’oltre mare che era arrivata al largo del loro castello per barattare. Si vedeva il vecchio mercante, abbastanza grosso e robusto di corporatura accompagnato dal figlio adolescente, molto asciutto fisicamente parlando e più alto del padre e poi una donna, probabilmente la figlia, coetanea di James. Un sorriso nel vedere anche la presenza femminile. “Capitano, predisponga, per cortesia un modo per far salire a bordo i nostri ospiti in tutta sicurezza. Sarebbe oltremodo scortese che la Lady finisse in acqua con tutte le sue vesti. Inoltre si prepari un piccolo picchetto di benvenuto, quattro marinai con divisa ordinata e pulita, pronti a rendere gli omaggi a questi gentil signori che potrebbero trovare in Crakehall un luogo dove vendere e portar guadagno. Fate in modo, poi, che nella Vostra cabina, sia preparata una lauta ed abbondante colazione di benvenuto. Che non manchi il vino.” Il tono della voce con cui erano state fatte quelle richieste era risultato basso ma perentorio ed incapace di ammettere “prova” contraria – James era il rappresentante del padre su quella barca ed in quanto tale, aveva diritto di decidere della sorte di tutto e tutti, con coscienza, saggezza e avvedutezza ovviamente.

    Il tempo era passato veloce tanto che la lancia era arrivata, nel giro di una quindicina di minuti sottovento alla zona per l’ingresso a bordo. Sulla nave dei Crakehall le vele erano imbrogliate ai pennoni e svettava solo ed esclusivamente la loro bandiera. Il vascello da guerra era pulito, le parti metalliche risplendevano nonostante l’assenza del sole e le cime erano perfettamente annodate alle bitte di sicurezza. Il picchetto era predisposto, il capitano e il suo secondo facevano parte di esso. James Crakehall invece aspettava al termine del picchetto, perfettamente vestito in abito da rappresentanza della sua casata. Partendo dai piedi, venivano portati degli stivali in cuoio fino all’altezza del ginocchio, dei pantaloni color arancio con un soprabito di bell’aspetto e pregiatissima fattura di color marrone, intorno alla spalla sinistra una pelliccia di cinghiale perfettamente lucidata. Al petto il simbolo della sua appartenenza nobiliare. Era pulito, pettinato e profumato, come sempre. Una volta saliti a bordo i mercanti vennero salutati da quattro squilli di tromba e da altrettanti battiti di tamburo. James da canto suo si fece avanti, in primis a salutare il nobile mercante arrivato da lontano. “Messere, è un piacere dei Crakehall ospitarVi a bordo della nostra nave ammiraglia. Qualsiasi Vostra richiesta sarà esaudita in segno di ospitalità e rispetto verso il prossimo e i nostri marinai saranno lieti di mettersi al servizio per pilotarVi al molo, qualora lo vogliate. A nome di mio Padre, Lord Crakehall, Vi porgo ancora una volta il nostro benvenuto sperando di poterVi ospitare a cena a castello questa sera.” – la mano destra venne portata in avanti e tolta dal guanto che la avvolgeva in segno di saluto ed educazione; tutto ciò faceva parte degli insegnamenti ricevuti anni addietro dalla Septa Morgana. Subito dopo, il secondogenito di Casa Crakehall passò a salutare il figlio del mercante con altrettanta dovizia e con cotanto rispetto. Infine nei confronti della figlia del mercante, la mano sinistra venne portata dietro la schiena con un’angolatura di praticamente novanta gradi e la mano destra venne protratta in avanti con il palmo rivolto verso l’alto. Il tutto accompagnato da un lieve inchino, formale e galante ma non troppo in quanto non si trovava in presenza di una nobile. “Mia Signora, benvenuta a Crakehall. James Crakehall a Vostro servizio.” – questo era il suo modo di presentarsi ad una Dama che gli era stato insegnato nel corso degli anni.

    James insieme agli ospiti e di concerto al comandante e al suo vice si diresse verso il quadrato del comandante adibito per l’occasione a “sala di ricevimento”, al suo interni due giovanissimi marinai avrebbero tranquillamente svolto un servizio di ausilio al corretto svolgimento della colazione. “Gentili ospiti, i mercanti a Casa Crakehall sono ben accetti e questo piccolo banchetto è la riprova della nostra buona fede e volontà di aprire rotte commerciali ed accordi di scambio e baratto con persone che arrivano da lontano portando prodotti di qualità. Marinaio, servite da bere ai nostri ospiti, di grazia.” – il vino venne dunque servito nelle giuste coppe e nella giusta quantità a tutti i presenti che effettivamente lo gradivano ed accettavano. A seguire il brindisi, il quale doveva essere scelto con precisione chirurgica “Alle rotte commerciali e dell’amicizia, che possano esse portare prosperità e guadagno ad ognuno di noi.
     
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