Fonak

Quest per Kammo

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    Un paio d'ore di cavalcata furono sufficienti per tornare all'incrocio, a quelle rocce in cui aveva combattuto contro il bianco hrakkar di cui ora portava una zanna al collo. Era stato bravo, diversi guerrieri lo avevano lodato durante la battaglia, eppure non poteva non pensare che senza il prezioso aiuto del Khal non ce l'avrebbe fatta; infatti lui portava la pelliccia, il ragazzo solo una zanna. Eppure ora c'era una missione importante che lo aspettava e che avrebbe potuto permettergli di lavare pure quell'onta se tale fosse stata.
    La calura del giorno si stava a mano a mano affievolendo e benché non si potesse parlare di fresco, il pomeriggio che moriva toglieva i raggi del sole dal cadere a picco sul capo del Dothraki rendendo anche più piacevole la cavalcata. Presto sarebbe arrivato il tramonto e con esso il calare della notte; poteva essere positivo perché lo avrebbe aiutato a nascondersi da eventuali nemici, ma avrebbe anche reso più complesso riuscire a trovare delle tracce decenti da seguire.
    Un conto era cacciare degli okapi in giro per il Mare Dothraki, un conto era cacciare degli uomini e questo anche per Kammo era un'assoluta novità.
    Dovevano esserci degli uomini in giro per quelle zone, quelli mandati da Rakharo e quelli spediti dal Khal, eppure per il momento non v'era traccia di nessuno e nessun rumore se non il respiro affannato del cavallo.

    Mostrami pure cosa fai. Dove cerchi, cosa cerchi, ecc..se vuoi farmi delle mappe fammene pure che le utilizziamo meglio per orientarci. Primo post appunto di orientamento, fammi vedere come cacci e ti dico cosa trovi :)

    Il tempo di risposta disponibile é una settimana dall'ultimo post. Se si é impossibilitati a rispondere nel tempo stabilito basta comunicarlo nel topic assenze informando su quando si tornerà attivi. Se non ci saranno comunicazioni, il pg salterà il turno e sarà mosso come png dallo staff se necessario per quel turno. Ogni turno di *assenza*costerà un malus del 10%in punti esperienza.

    Il moderatore ha tempo una settimana per rispondere. Se é impossibilitato incaricherà un altro mod di occuparsene.
    Se dopo una settimana il topic non avrà ricevuto moderazione, i pg potranno proseguire in libera muovendo eventualmente altri png e riceveranno un "risarcimento" del 10% in punti esperienza a fine quest.
     
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    Come Merago lo aveva benedetto, Kammo aveva annuito, era salito a cavallo ed era partito. Si sentiva il cuor leggero, sia perché era certo che Qranna avrebbe avuto il suo bottino, ma soprattutto perché Merago gli aveva affidato una missione. Un’impresa non facile, lo sapeva bene, ma era pur sempre un passo avanti a conquistarsi l’ingresso in un khalasar come dothraki e non come schiavo.
    Raggiunto il crocevia, si assicurò che non ci fosse nessuno in vista, scavò una buca, nascosta tra le sterpi, e vi nascose le trecce che si era guadagnato con il proprio sangue e il proprio sudore.
    “Grande Stallone, non ti chiedo tanto, ti chiedo solo di non far a trovare a nessuno il mio bottino. Se non morirò tornerò a prendere tutto, ma se tornerò e non troverò nulla, me ne risentirò parecchio. Quindi, per cortesia, proteggi questo buco” pregò accorato, prima di rimettersi in sella.
    La scia lasciata dai tanti cavalli era ben impressa sul terreno, con intermezzi di sterco ormai secco. La seguì al galoppo per quasi un’ora ma poi fermò il cavallo, scrutando i dintorni. Rimanere su quella scia, però, voleva dire esporsi. Studiò il terreno circostante e scelse di salire lungo un crinale a sinistra delle tracce e sfruttarne le creste come copertura, per risultare meno visibile. Scelse di rimanere a sinistra, perché il sole si stava avviando verso occidente, quindi lo avrebbe avuto alle spalle. In questo modo sarebbe stato più difficile da notare. Certo, era costretto a tenersi a distanza dalla pista, ma essa era abbastanza evidente da poterla seguire anche a quella distanza. In fondo era una linea scura dai bordi imprecisi che tagliava in due il manto erboso che ricopriva il terreno.
    Sul tragitto trovò una piccola sorgente, non era altro che un rigagnolo che scivolava lungo le rocce, ma era abbastanza per permettere al cavallo di bere. Lui ne approfittò per fare altrettanto e passò l’acqua fredda sulle ferite. Nulla di serio, le cose peggiori erano le contusioni che aveva subito cadendo da cavallo più di una volta, ma quelle non avevano lasciato tagli, solo macchie sulla pelle che già a poche ore dalla battaglia erano diventate livide e dolevano. Al tatto la pelle risultava tesa, gonfia. Kammo pensò che il dolore avesse preso forma fisica e tangibile e si manifestasse così.
    I tagli erano poca cosa, bruciavano, li aveva lavati per bene, perché Qranna gli aveva detto che per non fare peggiorare una ferita doveva essere ben pulita. Aveva fatto bene ad applicare prima di partire per quella missione l’olio di lavanda. Almeno aveva disinfettato i tagli, quindi sperava di non peggiorare. Lasciò riposare un poco il cavallo, mentre lui si avvicinò alla cresta rocciosa e fece capolino, scrutando il paesaggio. La sua attenzione non era solo per le tracce, ma anche per quello che circondava la pista. Voleva essere sicuro che non ci fossero esploratori di Arraqo nascosti da qualche parte.
    Salì in sella e riprese la marcia. Tenne il cavallo al trotto, nei tratti dove il terreno lo permettava, per non affaticarlo e anche per non risultare troppo visibile a occhi ostili.
    Non si era mai avventurato in quelle zone, ma Qranna gliele aveva descritte quando gli aveva spiegato come orientarsi nel mare d’erba che circondava Vaes Dothrak. Gli aveva anche parlato delle città fortezza arroccate sulle montagne bianche, che il suo popolo chiamava Montagne delle Ossa. Sentirne parlare, però, non era la stessa cosa che trovarvici. Soprattutto ora che il cielo si era infiammato dei colori del tramonto e le ombre si allungavano rendendo sempre più difficoltoso seguire la pista. Man mano che la sera avanzava e la luce moriva, Kammo fu costretto ad avvicinarsi per tenere la pista all’interno della sua visuale. Se fosse sorta la luna piena, avrebbe potuto seguire l’orda comunque, anche nell’oscurità, ma sino a quando la pallida signora del cielo notturno non si fosse affacciata sopra l’orizzonte, era difficile anche avanzare senza rischiare di azzoppare il cavallo. Proprio per scongiurare quest’eventualità, scese dalla sella e avanzò tirandosi dietro la cavalcatura. Brandiva l’arakh perché non voleva rischiare un nuovo incontro con uno hrakkar, soprattutto considerando che non era riuscito a colpirne nemmeno una volta, almeno sino a quando non era intervenuto Merago.
    Precedendo il cavallo, poteva saggiare il terreno e percorrere il sentiero dove gli zoccoli dell’animale avrebbero fatto meno rumore.
    Quando però la luce a occidente si spense del tutto e rimasero solo le stelle, Kammo decise di fermarsi. Si sarebbe rimesso in marcia solo al sorgere della luna, quindi tanto valeva riposarsi. Anche se non poteva permettersi di dormire, almeno non profondamente.
    Si nascose con il cavallo dietro a un mucchio di rocce, legò l’animale al tronco di un piccolo albero e si sdraiò sulle rocce, tenendo l’arakh stretto nel pugno, pronto a usarlo all’evenienza. Dal suo nascondiglio scrutava i dintorni, dove probabilmente doveva esserci la traccia, ma che ora si mimetizzava quasi completamente nell’oscurità.
    La luna era la sua unica speranza.
    L’attesa, lo portò a pensare e a fare il punto della giornata appena conclusa. Aveva ricevuto delle lodi, era la prima volta che gli capitava. Era stato scelto per quella difficile missione e non aveva mostrato paura, non aveva esitato quando l’aveva accettata. Effettivamente il piano di Merago era saggio e intelligente e sperava di esserne all’altezza. Se avesse completato l’impresa, era certo che Merago lo avrebbe accolto. A quel punto avrebbe potuto comportarsi da vero dothraki, avrebbe razziato città, ucciso e stuprato per portare il proprio khalasar a essere ogni giorno più forte. Rakharo voleva andare a Qarth. Non sapeva bene dov’era, ma forse non era lontana da Astapor. Una volta conquistata la città degli uomini di latte, forse Rakharo si sarebbe dedicato proprio ad Astapor e lì avrebbe potuto ritrovare Shuri. O forse… proprio ad Astapor avrebbe potuto trovare un aiuto prezioso per razziare Qarth. Forse proprio Shuri avrebbe potuto fornire informazioni preziose.
    Attaccare Qarth voleva dire muovere un attacco alla cieca. Nessuno sapeva nulla di quella città, se non che aveva alte mura e si trovava al di là di un letale deserto. Ma i padroni di Astapor si erano spinti sino a Vaes Dothrak per acquistare dei cavalli, forse viaggiavano anche sino a Qarth per acquistare altro. E se lo facevano, dovevano conoscere la strada, la città. Forse Shuri c’era persino stata e lei poteva essere gli occhi che servivano ai dothraki per non muoversi a tentoni in quell’impresa ardita.
    Se Merago lo avesse accolto, forse avrebbe potuto convincere Rakharo ad andare prima ad Astapor. Forse…
    “Tokik* di un Kammo…” imprecò mentalmente il ragazzo, sbadigliando e passandosi una mano sul viso. Voleva rivedere Shuri, ma cosa ne avrebbe ottenuto? Erano passati mesi da quando aveva lasciato Vaes Dothrak e sicuramente lo aveva già dimenticato. In fondo chi avrebbe mai voluto ricordarsi di uno brutto come lui, che per di più non aveva nemmeno un khalasar.
    Si sforzò di non pensare più alla schiava e rimase a fissare i paraggi, in silenzio, i sensi all’erta per individuare anche il più piccolo pericolo. Come la luna sarebbe sorta, avrebbe ripreso la marcia, se la luce gli avrebbe permesso di seguire le tracce e non mettere il piede in fallo.

    *Tokik=Stupido
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    Un rumore improvviso nel cuore della notte risvegliò improvvisamente i sensi di Kammo; l'orecchio del Dothraki avrebbe riconosciuto quel suono tra mille altri, si trattava di un cavallo. Gli occhi del ragazzo nella fioca luce della Luna, potevano osservare in lontananza un fiero destriero procedere furiosamente in sua direzione sollevando sabbia rossastra ad ogni affondo a terra. Ad uno sguardo più attento non sembrava ci fosse alcuno a cavalcarlo, né amico né nemico.
    Tuttavia se Kammo si fosse un poco avvicinato alla creatura, avrebbe notato che qualcosa comunque era appeso al dorso della bestia; due arti penzolavano sul fianco destro del cavallo insieme alla treccia sfatta e coperta di sangue, mentre il resto del corpo era ancora a cavalcioni dell'animale, stretto nella sua presa.
    Non lo conosceva di nome, ma quei segni sulla schiena, ora visibili mentre il cavallo si avvicinava a lui, non davano molto spazio a dubbi: era uno degli uomini di Merago che aveva incontrato all'incrocio prima della battaglia e questo poteva voler dire solo una cosa, nemici!
    Da quella posizione non poteva dire se l'uomo fosse morto o ancora vivo ed il cavallo non sembrava abbastanza docile da permettere di avvicinarsi, se avesse voluto fermarlo avrebbe dovuto faticare non poco.

    Okay, notte fonda, vedi un cavallo dei tuoi con un guerriero semiappeso addosso, Puoi darlo per morto/ignorarlo e tornare indietro o proseguire avanti (nel caso se torni indietro descrivimi pure le ore di cavalcata fino a Vaes Dothrak, se invece prosegui fammi vedere come e cosa cerchi). Se invece vuoi provare a fermare il cavallo per controllare se il Dothraki è vivo o morto/ vuoi provare a recuperare l'animale, devi ruolarmelo in maniera autoconclusiva.
    Cioé ruola sto Kammo addestratore che riesce ad ammansirlo/cavalcarlo (ovviamente non decretare se il cavaliere è vivo o morto ma solo che lo scuoti bu). Per farlo però perdi da 1 a 6 punti vita in base alla tua role. Non sono un'esperta di cavalli ma LadyDie sì e mi farò aiutare da lei a valutare se il sistema che ha adoperato Kammo è più o meno buono XD
     
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    Kammo si era assopito, ma era un sonno leggero, interrotto da ogni minimo rumore prodotto dal cavallo. Poi un altro suono disturbò il suo dormiveglia e il ragazzo aprì gli occhi.
    La luna era sorta, muta testimone che rendeva tutti i colori freddi, unendoli in un’unica tonalità dalle innumerevoli sfumature e in tutta quell’oscurità era un come un faro la cui luce quasi era fastidiosa, se fissata a lungo.
    L’attenzione del giovane dothraki fu attratta dalla sorgente di quel rumore ben noto al ragazzo. Un cavallo galoppava veloce, dall’andatura Kammo avrebbe pensato a un animale spaventato, ma nulla lo stava inseguendo. Nel chiarore argenteo però scorse qualcosa sul dorso dell’animale, un corpo!
    Kammo si affrettò ad agganciare i montanti alla cavezza del proprio cavallo, inserendogli il morso in bocca, poi sciolse le redini dall’arbusto al quale aveva assicurato la sua cavalcatura e saltò in sella, spronando l’animale a discendere il crinale. Quando Kammo raggiunse i piedi della collina, il cavallo incustodito lo sorpassò. Il dothraki lanciò il proprio destriero all’inseguimento, senza però emettere un fiato. Non voleva palesare ulteriormente la propria presenza ad altri, che probabilmente erano gli uomini di Arraqo.
    I due cavalli erano fianco a fianco e Kammo valutò la situazione. Impossibile capire se il poveretto lì sopra era vivo o morto e, con lui sulla sella, non poteva nemmeno saltare sulla groppa dell’altra cavalcatura per afferrare le redini. Spronò ulteriormente il cavallo, spingendolo ad aumentare ulteriormente l’andatura e si portò all’altezza della testa dell’altro equino. Strinse le gambe sulla groppa in maniera graduale, per non dare errati comandi all’animale, serrò la mano destra attorno alle redini e tese il braccio sinistro verso la testa dell’altro cavallo. Afferrare le redini che ondeggiavano selvaggiamente a causa della corsa del destriero era troppo difficile, quindi la sua idea era quella di afferrare la cavezza del cavallo senza controllo ed esercitare la giusta trazione sui montanti per far rallentare l’animale e fermarlo. Non fu facile: la bestia era spaventata e l’oscurità non aiutava il dothraki a tranquillizzarlo.
    Le dita di Kammo raggiunsero il loro obiettivo, iniziò a esercitare la trazione, ma il cavallo scartò con la testa, strattonandogli il braccio e per poco non rischio di cadere di sella. Non sarebbe stato piacevole, perché se fosse successo, molto probabilmente sarebbe stato pestato. Si umettò le labbra e ritentò, tese il braccio, quasi trattenne il fiato e nuovamente afferrò i montanti e iniziò a tirare gradualmente.
    “Vroz” disse, cercando di avere un tono rassicurante per l’animale impaurito, anche se il contesto non era dei più facili."Piano" ripeté più volte.
    Il cavallo strattonò ancora qualche volta, ma alla fine iniziò a rispondere ai comandi, iniziando a rallentare. Quando finalmente si fermò, Kammo raccolse le redini senza padrone, esalando tutta l’ansia prodotta da quell’intervento. Finire sotto agli zoccoli di un cavallo non era la sua massima aspirazione, non sarebbe stata nemmeno una morte onorevole. "Così, davra" si complimentò con il cavallo, accarezzandogli il muso.
    Non c’era però tempo da perdere. Guardò la strada alle sue spalle, cercando di individuare eventuali inseguitori, poi controllò lo stato del dothraki accasciato sulla groppa del cavallo. Ora aveva la certezza che fosse uno degli uomini di Merago e sembrava morto. “Grande Stallone, sono un coglione qualunque non Qranna che sa vita morte e miracoli di tutto… Lei saprebbe capire se questo tizio è vivo…” bisbigliò, tastando la schiena del guerriero, per sentire se la pelle era calda o fredda, lo scosse anche, metti mai che fosse solo svenuto… Ma la sua treccia era sfatta, coperta di sangue… Se era ancora vivo, doveva essersela vista davvero brutta. Se ormai il suo spirito era pronto per entrare nelle Terre della Notte, Kammo avrebbe dato una pacca sul posteriore del cavallo, facendogli riprendere la strada verso Vaes Dothrak. Ma se invece vi era ancora un soffio di vita in quel corpo abbandonato, forse poteva fare informazioni utili a Kammo.

    Vroz=piano
    Davra=Buono
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    Lady dice che l'approccio è giustissimo, solo che un poco male al braccio te lo fai, quindi ti faccio perdere soltanto 2 punti vita.

    rhellaya..
    Un debole sputo di vita affiorò alle labbra del Dothraki ancora mezzo appeso a quel cavallo; da quella posizione ora Kammo poteva osservare il volto tumefatto dell'uomo e la freccia che gli aveva scalfito la gola lasciando che il sangue, lentamente, ne zampillasse fuori. Gli occhi dell'uomo cominciavano a farsi vitrei eppure c'era qualcosa che voleva dire, e non era solo una richiesta d'aiuto.
    Nemici..un'ora da qui...non..
    Se Kammo non l'avesse trovato non sarebbe mai riuscito a raggiungere Vaes Dothrak per riferire quanto accaduto a Khal Merago, non in quelle condizioni.
    non sono...i traditori..il..il kos di..il kos di Khal Vorisi
    Kammo non aveva molta dimestichezza con le questioni "gerarchiche" ma aveva vissuto abbastanza a Vaes Dothrak da conoscere il nome di questo Vorisi, il defunto Khal di uno dei Khalasar più grossi del Mare Dothraki. Si vociferava che fosse caduto sotto le zanne di un hrakkar, altri che una maegi gli avesse rubato lo spirito, altri ancora che avesse cavalcato l'acqua velenosa e che comunque alla sua morte il Khalasar fosse stato smembrato in diversi kas più o meno grossi. Dunque ad aver attaccato il Dothraki non era stato uno degli uomini di Arraqo ma uno dei khos del vecchio Vorisi?
    hanno i nostri cavalli..sono un paio di decine, pensavamo di batte..di batterli..ma ci hanno..ci hanno portato nella terra che..che..nella terra che.."
    Le ultime parole dell'uomo morirono insieme al suo corpo, oramai appeso senza vita a quel povero cavallo.

    Buone notizie:
    -hai un cavallo in più
    -sai dove sono gli altri cavalli
    -sai che i nemici sono non più di una ventina
    Cattive notizie:
    -non sono i traditori di Arraqo ma un khalasar rivale
    -sei solo
    -di che terra sta parlando?

    Anche qui, se vuoi tornare da Merago ruolami pure la cavalcata e già che arrivi e ti fai ricevere.
    Se vuoi provare ad esplorare per cercare e trovarli (anche eventualmente passando la notte a riposare), ruola pure tutto quello che vuoi e che arrivi ad una radura dove vedi qualche cavallo brucare l'erba.
     
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    Era vivo!
    Kammo non sapeva dove mettere le mani, il suo collo sanguinava, l’unica cosa che fece fu premere sulla ferita. Lo aveva visto fare a Qranna spesso, le volte che era tornato sanguinante da un addestramento.
    Il ferito biascicò alcune parole, appena udibili.
    “Nemici..un'ora da qui...non...”
    Kammo trattenne il fiato e avvicinò l’orecchio alle labbra del guerriero per non perdersi nemmeno una sillaba.
    “Non sono…” Le parole uscivano a fatica dalle labbra del sopravvissuto, intervallate da gemiti e momenti di debolezza. “I traditori… il… il kos di… il kos di Khal Vorisi…”
    Kammo guardò l’uomo, aggrottando la fronte. Di Khal Vorisi ne sapeva davvero poco, non chiacchierava con gli abitanti di Vaes Dothrak, ma qualcosa era arrivata alle sue orecchie e i racconti erano i più disparati. Tornò ad avvicinare l’orecchio alle labbra del ferito.
    “Hanno i nostri cavalli… sono un paio di decine, pensavamo di batte… di batterli… ma ci hanno… ci hanno portato nella terra che… che… nella terra che..."
    “Nella terra che cosa?” domandò Kammo, scostandosi quando l’altro tacque e solo allora si accorse che qualcosa non andava decisamente per il verso giusto. Non respirava più, Kammo lo constatò con apprensione, mettendo la lama dell’arakh sotto al naso del caduto.
    Si guardò attorno, solo la luna sembrava testimone di quel trapasso e il suo sguardo non individuava altre fonti di luce in qualsiasi direzione lo puntasse.
    Venti uomini avevano gli 800 cavalli rubati da Arraqo? Possibile?
    Condusse i cavalli in un posto più appartato, tirò giù il cadavere e lo depose a terra e iniziò a raccogliere legna, iniziando a organizzare una pira funebre.
    Doveva prendere una decisione.
    La cosa più saggia sarebbe stata tornare a Vaes Dothrak e informare Merago. Ma Kammo si stava domandando come avevano potuto venti uomini, non solo tener testa, ma sopraffare i primi venti inviati da Rakharo e gli altri sessanta spediti poi da Merago.
    Era pur vero che Rakharo con ottanta uomini aveva tenuto testa ai duecento di Arraqo, ma se non fosse arrivato il Khal, probabilmente non sarebbe finita bene per il khalakko.
    Una volta approntata la pira, Kammo vi mise sopra il corpo. Strinse le labbra frustrato. Sarebbe stato meglio riportare il caduto a Vaes Dothrak e fargli raggiungere le Terre della Notte scortato dalle preghiere della sua famiglia e del suo khalasar, ma all’alba chi si era impadronito dei cavalli probabilmente si sarebbe messo in movimento.
    Non poteva rischiare di perderli e non poteva rischiare nemmeno di chiamare Merago, senza prima aver scoperto a quale trucco erano ricorsi quegli uomini per sopraffare gli uomini del Khal.
    Se alla morte di Khal Vorisi il suo khalasar si era frammentato, il kos poteva aver bisogno di uomini, sia per gestire i cavalli che per potenziare il neonato khalasar.
    Se li avesse trovati, avrebbe potuto infiltrarsi.
    Prese una pietra e la strofinò contro la lama della daga, dando vita a scintille che incendiarono la catasta di legno.
    Kammo indietreggiò, osservando le fiamme alzarsi fino a lambire il corpo senza vita del signore dei cavalli.
    Il giovane alzò lo sguardo verso il cielo stellato, dominato dalla luna. “Grande Stallone, accogli questo guerriero nel tuo khalasar. È morto in sella al suo destriero, è morto eseguendo gli ordini del khal e le sue ultime parole sono state spese per aiutare il khalasar a non cadere intrappola. Aiutami a scoprire questa trappola e a renderla inoffensiva. Aiutami a recuperare i cavalli di Merago. Ma prima di tutto fai ardere per bene questo falò… non vorrei aver sbagliato qualcosa e rovinare il passaggio sino alle Terra della Notte di quest’uomo” spiegò riabbassando lo sguardo sulla pira. Non era certo di aver realizzato una buona catasta, non lo aveva mai fatto prima e l'aveva innalzata in fretta e furia per non perdere troppo tempo.
    Non poteva trattenersi. Per quanto avesse scelto un luogo appartato, quel falò avrebbe potuto attirare l’attenzione di chiunque.
    Trasferì le proprie cose sul cavallo del morto, perché gli pareva più robusto di quello che gli aveva prestato Qranna. Assicurò a quest’ultimo una corda che legò alla sella del suo nuovo cavallo, poi accarezzò il capo dei due animali.
    “Siete tutti e due dei bravi cavalli. Ho bisogno di voi, non mi abbandonate” mormorò, per poi salire in sella e incamminarsi verso la direzione da cui l’uomo di Merago era giunto.
    Un’ora al galoppo.
    Avrebbe significato essere visibile, ma non poteva perdere tempo. Alla luce della luna, spronò il cavallo e partì al massimo della velocità concessa dalle ore notturne. Aveva tenuto l’altro cavallo perché, se in quella corsa, uno dei due si fosse azzoppato, magari l’altro sarebbe rimasto intero e avrebbe potuto proseguire.
    Cavalcò senza sosta, verso quello che il Grande Stallone aveva in serbo per lui, ma dopo quasi un’ora di viaggio iniziò a studiare il paesaggio circostante per valutare un percorso che offrisse più ripari. In fondo l’uomo di Merago era stato ucciso da una freccia e voleva evitare di finire stecchito nel bel mezzo del nulla e di notte. Aguzzò la vista e ridusse l’andatura al passo, sia per fare riposare gli animali, sia per prepararsi a percepire qualsiasi pericolo.

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    Occhi e orecchie di Kammo erano sull'attenti per percepire qualsivoglia pericolo, ma ciò che accolsero nell'oscurità della notte, fu invece un mormorìo fin troppo conosciuto; un gruppo di cavalli brucava l'erba raccolti in uno spazio non troppo grosso e delimitato da lunghe funi tirate tra piccoli pali di legno. Non occorse molto per valutare che, sebbene numerosi, quei cavalli non dovevano essere la totalità di quelli rubati da Arraqo al Khalasar di Merago. Infatti non superavano la cinquantina di unità e questo poteva voler dire che aveva trovato i destrieri degli uomini del suo Khal, quantomeno. Non c'erano guerrieri a delimitare l'area ma soltanto un gruppo di donne dai capelli raccolti in trecce larghe e sfatte. Alcune chiacchieravano tra loro, altre invece continuavano a camminare avanti e indietro per il confine delimitato di quello strano recinto di cavalli.
    Fortunatamente per il momento Kammo era ancora non visibile dai loro occhi quindi se avesse valutato con attenzione la mossa successiva, godeva ancora di un discreto vantaggio. C'era da dire che quelle erano solo fanciulle e che Kammo aveva avuto la meglio persino su un hrakkar, forse se avesse cercato lo scontro ne sarebbe uscito vincitore; ma il numero non giocava certo in suo favore. Tre erano le donne che percorrevano il recinto di guardia e quattro quelle raccolte in un angolo a chiacchierare rischiarate dalla luce della Luna. Cosa fare?
    Ti metto una mappina. Kammo è il rombino azzurro, i cerchi rossi sono le signorine.
    CLAN
     
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    Mentre andava al passo, in sella al destriero, a Kammo giunse all’orecchio un suono familiare. Assicurò i cavalli al tronco di un arbusto e si avvicinò a quel rumore, camminando acquattato. A un certo punto vide un recinto improvvisato con delle funi che conteneva una cinquantina di cavalli. Strinse le labbra con disappunto, ne mancavano un’enormità. A guardia del recinto vi erano delle donne, sette in tutto. Se avevano armi, non erano visibili a quella distanza e all’argentea luce lunare.
    Erano in numero più che sufficiente a governare una mandria simile, ma Kammo si domandava dove fossero i guerrieri di quel khalasar.
    Assaltare il recinto era impossibile senza che una di quelle femmine iniziasse a urlare, allertando gli eventuali guerrieri e Kammo era sicuro che da qualche parte, nascosti nelle tenebre, ci fossero. Studiò la conformazione della mandria catturata, probabilmente erano i cavalli degli uomini inviati a cercare gli animali rubati da Arraqo, sia quelli di Rakharo che di Merago. Tentò di capire quale tra quegli equini fosse il capobranco. Se fosse stato costretto alla fuga, si sarebbe buttato nel recinto, tagliando le corde con l’arakh. Gestire cinquanta animali da solo era impossibile, ma se avesse individuato quello che era il capo branco, si sarebbe occupato solo di lui. Il branco lo avrebbe seguito ovunque egli andasse. Durante quello studio, il ragazzo analizzò anche il gruppo di femmine. Erano schiave? O erano dothraki?
    Kammo arretrò, cercando di non fare rumore, ritornò dai propri cavalli e sciolse le redini dal cespuglio. Si incamminò, tirandosi dietro gli animali, cercando di aggirare il recinto, tenendolo alla propria sinistra, studiando la conformazione del terreno. Aveva sfoderato l’arakh e lo brandiva nella mano destra. Se fosse stato attaccato da quel lato, avrebbe potuto difendersi, mentre da sinistra vi erano i cavalli, ma erano minacciati solo dalle donne da quel lato.
    Se si fosse tenuto sufficientemente lontano dal recinto, non avrebbero potuto vederli, sperava. Allo stesso tempo, però, nemmeno lui avrebbe potuto vedere loro. Doveva poi fare in modo di tenere buoni i cavalli: se avessero attirato troppo l’attenzione, sarebbe stato un bel problema.
    “Jon yath, silenzio” sussurrò all’orecchio degli animali, accarezzandogli il muso, durante una sosta presa per studiare i dintorni e cercare di individuare qualsiasi minaccia, nascondiglio obiettivo interessante.
    Quando capitava che lui o i cavalli facessero più rumore del previsto, il dothraki si fermava e rimaneva in silenzio, quasi trattenendo il fiato, con i sensi protesi a individuare qualsiasi possibile minaccia. Le iridi saettavano freneticamente da un punto all’altro delle tenebre, cercando di distinguere quanti più dettagli in quel mondo fatto di sagome dai colori falsati.
    Era convinto che da qualche parte ci fossero gli uomini che avevano ucciso gli uomini di Merago, assieme al kos visto dal morto a cui aveva dato sepoltura. Prima di fare qualsiasi cosa, doveva capire quali erano le forze del nemico e come erano distribuito. E soprattutto doveva capire in quale zona avevano attirato l’uomo di Merago, scampato a stento a quella che doveva essere chiaramente una trappola, studiata per sfruttare un qualcosa particolare nel terreno.
    Il giovane dothraki era combattuto: nascondere i cavalli per avere più possibilità di passare inosservato o tenerli con sé sfruttando i vantaggi che gli avrebbero dato in battaglia e la loro velocità di fuga? Ogni scelta aveva pro e contro e lui non si era mai trovato in un simile frangente. Anche perché uno dei cavalli era di Qranna. D’accordo, Merago forse le avrebbe dato un cavallo per sostituire quello prestato a Kammo, ma il ragazzo non era sicuro lo avesse fatto, per il semplice fatto che ora ogni singolo animale era indispensabile al khalasar. L’altro invece era del khalasar di Merago, lo aveva recuperato e avrebbe dovuto renderlo. Se li avesse persi, avrebbe fatto brutta figura con Qranna e pure con Merago. Probabilmente sarebbe anche morto. Quindi decise di non allontanarsi dai cavalli e difenderli a costo della sua stessa vita. “Vezofh, ho bisogno di te più che mai” mormorò inudibile a fior di labbra, invocando il nome del Grande Stallone.

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    Tiro di furtività Kammo vs signorine. Livello medio 6= 60 punti esperienza.
    Parametri:
    Diplomazia 5
    Marzialità 40
    Amministrazione 0
    Intrigo 14
    Conoscenze 1

    [Giudizio mod + Intrigo/2 + Liv competenza Spionaggio*2 + Liv competenza Mimetismo*4 + Marzialità/2] - [Giudizio mod + Liv Competenza Controspionaggio*4 + Liv competenza Spionaggio*4 + Affinità attaccante/30 + Intrigo/2]
    Giudizio mod Kammo= 8 circostanza (mi sembra l'idea migliore non buttarsi a capofitto), 4 modalità (bene il passaggio tenendoti sulla sinistra del recinto) 4 scrittura= 16 punti

    [16+ 10/2 + 0*2 + 0*4 + 56/2] - [0 + 0 + 0 + 0 + 14/2]= (16+5+28)-7= 49-7= 42 Prova di furtività riuscita.
    Per ora, nessuna si accorge di te.


    Il passo del Dothraki era stato così felpato che nessuna delle donne presenti volse lo sguardo in suo direzione e Kammo poté agire indisturbato e continuare a studiare guardie e cavalli.
    Per quanto riguardava le prime, l'orgoglio con cui sorvegliavano la merce sottratta e gli argomenti di cui parlavano tradirono senza dubbio la loro natura di Dothraki; infatti agli orecchi del ragazzo poterono giungere diversi aneddoti sulla profezia dello Stallone che avrebbe montato il mondo che, la più vecchia del gruppo, raccontava alle altre ragazze. Per Kammo questa profezia era ben nota, molto meno lo erano però le elucubrazioni della donna secondo la quale era Grub in persona il personaggio tanto atteso e tanto profetizzato. Da quella distanza il guerriero avrebbe anche potuto notare che nessuna delle donne riunite a chiacchierare possedeva alcuna arma, mentre quelle che erano di guardia portavano un piccolo pugnale appeso alla cintola. Non avevano proprio l'aria di guerriere anche se Kammo non poteva dubitare che avessero un minimo imparato a combattere, probabilmente gli uomini del Khalasar le usavano come vedette e qualcuno di loro doveva essere appostato non troppo lontano da quella zona; eppure, almeno per il momento, non v'era traccia di nessun altro.
    Per quel che invece riguardava i cavalli, Kammo non avrebbe fatto molta difficoltà a trovare lo stallone, l'unico maschio che, fiero, continuava a perlustrare in lungo ed in largo il recinto come se intendesse valutare la nuova situazione che li ospitava; ma se il ragazzo avesse imparato qualcosa dagli insegnamenti ricevuti, non era il maschio a capo di quella mandria, bensì la femmina, una delle più vecchie, che lo stallone proteggeva. Eccola, in posizione centrale all'interno del gruppo di cavalli, la femmina più anziana e con più esperienza, pronta ad indirizzare le più giovani verso alcune rocce site all'interno del sito stesso, probabilmente ricche di sali.

    Al momento non si vedono guerrieri nei paraggi, non sei visto. Puoi farti un'idea su queste donne (Dothraki quindi) di cui solo 3 sono armate con pugnali le altre con nulla. Che si fa?


    Edited by Freene - 20/6/2018, 18:36
     
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    Kammo si era acquattato nell’erba, intento ad ascoltare le parole dell’anziana. Sia mai che si perdesse qualche insegnamento riguardo a Verzhof!
    Secondo la vecchia era Khal Vorisi il khal a cui la profezia faceva riferimento. Kammo avrebbe voluto urlarle di tacere. Secondo l’uomo di Merago quel khalasar era una parte del clan guidato proprio da Khal Vorisi e, alla sua morte, i kos se lo erano spartito come i cani selvatici facevano con le antilopi.
    Sicuramente un morto non poteva essere il leggendario Vezh fin saja rhaesheseres. A meno che in realtà non fosse davvero morto… Il che avrebbe significato che Kammo si stava infilando nell’equivalente di un enorme alveare pieno di vespe con l’arrabbiatura facile. O peggio… Vorisi era morto, ma per colpa di una qualche maegi era tornato come dannato e cavalcava ancora. Un morto in sella a un cavallo. Il sol pensiero che fosse possibile fece venire la pelle d’oca a Kammo. Fortunatamente, una delle due ragazze, in maniera rispettosa, ma cercando di non scoppiare in faccia alla vecchia, le fece notare che aveva sbagliato nome. Il Khal ora era Grub, uno degli ex Kos di Khal Vorisi.
    Kammo tirò un sospiro di sollievo, almeno significava che non c'erano morti che galoppavano, ma comunque era turbato dalle parole biascicate dal guerriero al quale aveva dato sepoltura, che gli dava l'idea di qualcosa di soprannaturale.
    Il dothraki riprese a muoversi lentamente, sfruttando la debole luce dell’astro della notte. Se davvero c’era di mezzo la magia, si spiegavano le parole dell’uomo di Merago, di come il terreno fosse stato letale per gli uomini del padre di Rakharo.
    Kammo scosse il capo. Non poteva credere che la magia fosse coinvolta. Nessun dothraki sano di mente sarebbe ricorso alla magia per raggiungere i suoi scopi, il Grande Stallone lo avrebbe maledetto per l’eternità.
    Le quattro donne chiacchierone sembravano disarmate, mentre le tre che percorrevano il recinto sembravano disporre solo di piccoli pugnali.
    L’uomo di Merago era stato colpito da una freccia e la perdita di sangue causato dalla ferita lo aveva inesorabilmente portato nelle Terre della Notte.
    Doveva esserci almeno un arciere in zona, magari stava semplicemente dormendo, o semplicemente era di sentinella da qualche parte, magari proprio in quel momento lo stava tenendo sotto tiro e presto si sarebbe trovato una freccia in pieno petto.
    Il ragazzo si fermò di nuovo e si acquattò a terra, lasciando vagare le iridi scure su quel poco che i suoi occhi riuscivano a distinguere. Alberi, rocce, qualsiasi punto sopraelevato avrebbe potuto essere un ottimo punto per appostarsi se si voleva fare il cecchino e c’erano molte più possibilità che, se c’era un arciere fosse posizionato strategicamente. Decise di recarsi quindi nel punto sopraelevato più vicino, per raggiungere il quale la conformazione del terreno e la distribuzione della flora offrisse sufficiente copertura. Dall’alto lo stesso Kammo avrebbe avuto una visuale migliore e sperava quindi di individuare il resto del khalasar al seguito del defunto khal Vorisi… qualsiasi cosa lui fosse.
    Kammo diede un paio di delicate pacche al torso dei cavalli e si rimise in marcia, quindi, muovendosi con cautela. Se il terreno lo esponeva troppo, accelerava un poco l’andatura per offrirsi come beraglio il meno possibile. Ovvio che non poteva mettersi a correre a perdifiato fino a quando si trovava troppo vicino al recinto. Camminava tenendosi il più basso possibile, la schiena incurvata in avanti, le ginocchia piegate. Il khalasar doveva essere a portata di voce, gli uomini dovevano essere lì nei dintorni.e lui doveva trovarli se voleva valutare quella minaccia e poter finalmente pensare a un piano per recuperare quanti più cavalli possibili.
    Il mare d’erba quella notte era un tripudio di musica. I grilli suonavano la serenata per la signora argentea che attraversava il cielo dove innumerevoli stelle brillavano come gemme preziose, mentre l’ondeggiare lento dell’erba sembrava accompagnare a ritmo quel gran frinire notturno.
    Se Kammo si fosse fatto scoprire, già si immaginava le urla delle donne che avrebbero spezzato quella magica quiete. Grida alle quali avrebbero risposto quelle degli uomini, poi il rumore degli zoccoli dei cavalli si sarebbe alzato a coprire qualsiasi ronzio e il silenzio sarebbe tornato solo quando il sangue avrebbe smesso di scorrere.

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    Edited by Baldr - 20/6/2018, 07:59
     
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    Uno strano spettacolo si era aperto di fronte agli occhi di Kammo nel momento in cui questo era salito su una piccola altura; in effetti il suo presentimento era corretto, vi era qualcosa a non troppa distanza dal recinto di cavalli, ma di certo non era ciò che il Dothraki poteva immaginarsi. Vi era un accampamento, non troppo grande per la verità, e gli occhi del ragazzo avrebbero facilmente individuato decine di guerrieri al suo interno, ma, se fosse stato particolarmente attento, non avrebbe avuto troppa difficoltà a riconoscere buona parte degli uomini che Merago aveva spedito a cercare i cavalli scomparsi. Non poteva riconoscerli tutti, ma se i suoi occhi non mentivano quelli erano gli uomini che aveva lasciato all'incrocio col compito preciso di scovare i traditori di Arraqo e benché forse il ragazzo non fosse avvezzo a quel genere di cose di certo avrebbe potuto dire che non stavano affatto combattendo.
    Bevevano, danzavano, si accoppiavano come animali con alcune donne che si affrettavano a riempire brocche e a strusciarsi lascive su questo o quel guerriero; donne che assomigliavano per vesti ed acconciatura a quelle che presidiavano la recinzione coi cavalli e che quindi dovevano far parte di questo nuovo Khal occupato, almeno a quanto sembrava, solo dal gentil sesso.
    Prova di furtività Dothraki vs Kammo
    [Giudizio mod + Intrigo/2 + Liv competenza Spionaggio*2 + Liv competenza Mimetismo*4 + Marzialità/2] - [Giudizio mod + Liv Competenza Controspionaggio*4 + Liv competenza Spionaggio*4 + Affinità attaccante/30 + Intrigo/2]
    I parametri del pg medio sono gli stessi, stavolta però sei te a difendere in quanto qualcuno cerca di nascondersi e i tuoi occhi devono cercare di scoprirli.
    Giudizio mod= 8 circostanza (beh, sei lì appunto per questo!) 5 modalità (sei in una posizione sopraelevata) 4 scrittura= 17 punti
    Affinità Kammo vs guerrieri del Khalasar= Affinità casata/2 + Affinità casata maggiore/8 + Affinità vassalli/8 + Affinità cultura/2 + Affinità culto/100*pietà controparte + Affinità tratto specifico/5 + Affinità pg= 0/2 + 0/8 + 0(8 + 13/2 + 10/100*50 + 0 + 0= 11,5
    [0 + 14/2 + 0*2 + 0*4 + 40/2] - [17 + 0*4 + 0*4 + 11,5/30 + 10/2]=
    (7+20)-(17+0,38+5)= 27- 22,38= 4,62 Prova parzialmente riuscita.

    Che anche quegli uomini avevano tradito Merago e si apprestavano ad accodarsi a questo nuovo Khal dopo aver depredato il proprio Khalasar di tutti quei cavalli? Eppure l'uomo che aveva raccolto precedentemente era stato ucciso da una freccia e questo non si sarebbe potuto fingere. Un rumore strisciante elettrizzò i sensi del ragazzo indirizzandogli lo sguardo in lontananza, a non troppa distanza dal margine dell'accampamento. Non riusciva a vedere alcunché, ma gli sembrava che la terra si sollevasse, così come i piccoli nuvolotti di sabbia che si perdevano nella notte; sembrava un serpente sinuoso che si muoveva sotto terra e che si avvicinava, a poco a poco, all'accampamento...

    La prova di furtività che hanno fatto contro di te è parzialmente riuscita, questo vuol dire che no, non vedi cosa diamine sta succedendo per bene, ma percepisci questa ""terra"" che si smuove avvicinandosi all'accampamento dove i tuoi bevono e cazzeggiano. Che si fa?
     
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    Man mano che Kammo si inerpicava su per il pendio, lentamente, poiché si portava dietro due cavalli e non voleva rischiare di strattonare quello che aveva ancora il morso tra i denti, per non ferirlo, alle sue giovani orecchie giungevano dei suoni, come di una festa.
    Strinse i denti con disappunto: probabilmente chi aveva massacrato gli uomini di Merago, stava festeggiando il loro successo.
    Quando giunse nei pressi del culmine della collinetta, Kammo assicurò le redini al tronco tozzo di un arbusto ritorto, dai piccoli fiori chiari, forse gialli ma era difficile da dirlo nel buio della notte, e avanzò strisciando fino alla sommità.
    Fu allora che ai suoi occhi si svelò un accampamento dove uomini e donne bevevano, danzavano, copulavano come se non ci fosse un domani. Le iridi di Kammo si illuminarono di ira, ma non poteva gettarsi in mezzo alla mischia, non da solo. Però poteva cercare di individuare il Khal e ucciderlo. Uno contro uno, in un duello all’ultimo sangue. Il suo sguardo vagò quindi sui visi dei presenti e nonostante la distanza accadde qualcosa che il ragazzo non pensava fosse mai possibile. Quegli uomini… erano quelli di Merago. Ovviamente non aveva la capacità di riconoscere tutti quegli uomini visti di sfuggita nel momento in cui il padre di Rakharo aveva spartito i suoi guerrieri per inviarne una misera parte alla ricerca dei cavalli rubati, ma alcuni, quelli con il volto più particolari, le pitture rituali particolari sulla pelle, quelli gli erano rimasti impressi. Quando realizzò che gli uomini di Merago stavano festeggiando, strinse i pugni. Si fece violenza per non scattare verso i cavalli e avventarsi in carica nel bel mezzo dell’accampamento falciando quanti più traditori possibili, ma era consapevole che sarebbe stato un suicidio e non avrebbe avuto modo di informare Merago di quanto accaduto.
    Rimase fermo, sforzandosi di capire le dinamiche dell’accampamento che andavano oltre alla bisboccia generale. Si erano forse uniti a Khal Grub?
    Il viso del giovane dothraki si contrasse assumendo un’aria assorta. Se Khal Grub aveva conquistato la fiducia degli uomini di un khalasar estraneo, portandoli ad abbandonare il loro Khal (e aveva conquistato la fiducia degli uomini di Merago, non gli pareva che ci fosse qualcuno forzato a festeggiare), forse voleva dire che era lui a essere Lo Stallone che monta il mondo. Egli sarebbe stato il khal che avrebbe unificato sotto un unico comando, il suo, tutti i khalasar dothraki esistenti.
    Kammo doveva scoprire se quel Grub aveva i requisiti citati dalla profezia: figlio di un grande khal e una grande khaleesi, capacità di comando, ottimo guerriero…
    Scosse il capo imbronciato. Se anche fosse stato lo stallone che monta il mondo, però, gli uomini di Merago si erano dimostrati dei figli di centomila padri senza spina dorsale. Invece che tradire il proprio khal, avrebbero dovuto presentare a Merago la possibilità di unirsi sotto il comando di Grub, invece avevano scelto la via del silenzio, della menzogna e Kammo lo trovava disonorevole.
    Anche Grub, se veramente fosse stato Lo Stallone che Monta il Mondo, avrebbe dovuto rendersi conto che unificare i dothraki in una maniera così meschina, era disonorevole. Kammo poteva capire se avesse catturato quegli uomini e li avesse obbligati a scegliere tra la fedeltà o la morte, quello era tollerabile. Ma sedurli con qualche natica tornita e svariate paia di tette sode. O forse erano le tette tornite e le chiappe sode… Kammo non aveva idea, era un campo in cui non aveva mai, letteralmente, messo mano.
    In tutte quelle elucubrazioni, un rumore bizzarro attirò l’attenzione del ragazzo. Per un istante Kammo pensò di essere stato scoperto, istintivamente si appiattì ancora di più al suolo, aspettandosi l’arrivo delle frecce, invece non era un sibilo di freccia, ma qualcosa di strisciante. Qualcosa che si muoveva al limitare dell’accampamento in festa. Kammo sollevò un poco il capo, per cercare di capire cosa fosse. Fu la curiosità a farlo agire ma, come si rese conto del pericolo, riabbassò lesto la testa. Era come se qualcosa strisciasse sottoterra, sollevando sbuffi di polvere lungo il suo percorso.
    Kammo rimase perplesso. Non gli sembrava nulla che avesse mai visto prima. Cioè ricordava un serpente, ma non aveva mai visto delle serpi muoversi sotto la superficie. Al massimo li aveva visti entrare dentro a delle buche che usavano come tane o per predare altri animali, ma mai muoversi attraverso il terreno come se si stesse nuotando nel Grembo del Mondo.
    Kammo rimase fermo, l’arakh stretto nella mano destra, con lo sguardo intento a seguire quella cosa ma guizzante lungo l’accampamento, per evitarsi spiacevoli sorprese.

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    Ora che finalmente il serpente sinuoso si era fatto dappresso all'accampamento, gli occhi di Kammo poterono scoprire la verità, quella che il guerriero morto aveva cercato di rivelargli esalando l'ultimo respiro. Non c'erano mostri sotto il Mare Dothraki e non era la terra a muoversi.
    Come un'onda leggera che comincia al largo e inesorabile giunge a riva, uno dopo l'altro una serie di mantelli di iuta coperti di terra venivano sollevati verso l'alto e gettati all'aria rivelando un paio di decine di uomini Dothraki, archi alla mano. Bastò un semplice segnale di uno di loro, probabilmente questo famigerato Grub, affinché una pioggia di frecce si riversasse verso l'accampamento trapassando da parte a parte qualsiasi uomo che incontravano sul loro cammino.
    Era una trappola!
    Leste come faine, a quel segnale le donne estrassero daghe e pugnali avendo la meglio degli uomini mezzo addormentati e mezzo ubriachi del Khalasar di Merago. Molte di loro perirono in quello scontro iniziale, ma furono di più gli uomini di Merago quelli che, colti alla sprovvista e nel mezzo del piacere, non seppero reagire ad una simile iniziativa.
    Un'altra serie di frecce stavano per essere incoccate e lanciate verso l'accampamento.

    Situazione battaglia
    Uomini Grub= 20
    Donne Grub= 30
    Uomini di Merago= 139 (120 cavalcavano i 60 cavalli mandati da Merago + 20 quelli di Rakharo - 1 quello defunto)

    Caduti sotto le frecce degli uomini di Grub= 40% (20)= 8 caduti
    Superiorità numerica= 2 pv Merago
    Superiorità strategica= 0 pv
    Superiorità territoriale= 2 pv Grub
    Attacco a sorpresa= + 6 pv Grub

    Totale= 8 pv Grub: 2 pv Merago
    Caduti= 10 donne Grub/ 40 uomini Merago

    Nuova situazione:
    Uomini Grub= 20
    Donne Grub= 20
    Uomini di Merago= 91


    Eccoci qui! Nessun strano mostro, semplicemente un trucchetto per mimetizzarsi nell'erba; era ovviamente una trappola che il guerriero morto non aveva fatto in tempo a rivelare ai suoi compagni. Il turno "speso" ad osservare meglio ha concesso un turno di vantaggio a Grub e ai suoi che quindi hanno fatto la loro prima azione massacrando un po' di guerrieri. Che si fa?
     
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    Kammo sgranò gli occhi, quando il serpente strisciante si rivelò per ciò che era realmente. Dothraki! Anzi, chiamarli così era un insulto. I dotrhaki dovevano arrivare a cavallo, non strisciando come vermi. Il Grande Stallone non aveva fatto uscire dal Ventre del Mondo il primo dothraki in sella a un cavallo, per poi farlo strisciare sulla terra come degli insetti!
    Gli uomini di Merago dovevano aver trovato le donne del khalasar di Grub e avevano ceduto alle loro moine. Gli uomini di Grub si erano avvicinati di soppiatto e ora li avevano presi di sprovvista. Nessuno degli uomini di Merago era nel pieno delle proprie forze e nessuno di loro aveva il proprio destriero.
    Ecco cosa accadeva a non dare retta al proprio Khal. Merago aveva detto loro di recuperare i cavalli e riportarli a Vaes Dothrak e loro invece avevano preferito giocare alla cavallina con delle femmine, disattendendo gli ordini ricevuti e ora erano davvero nella merda.
    Kammo raggiunse lesto i cavalli, salì in groppa a quello con i finimenti adatti al galoppo, poiché a quello che gli aveva prestato Qranna gli aveva tolto il morso per non causargli danni e una corda univa la cavezza al tronco del cespuglio. Il nodo però era lasciato volutamente lento. Se Kammo fosse morto e non fosse tornato a liberarlo, l’animale si sarebbe potuto sciogliere con qualche strattone.
    Aveva pensato di correre a prendere i cavalli nel recinto, ma c’era bisogno di intervenire subito! Inoltre, portare i cavalli agli uomini in battaglia, rischiava di avvantaggiare anche gli uomini di Grub, che magari si sarebbero ricordati di essere ‘signori dei cavalli’ invece che degli insetti striscianti e sarebbero saliti in sella al posto degli uomini di Merago.
    In sella al destriero dell’uomo di Merago, Kammo si lanciò giù per la collina, urlando a squarciagola.
    “Uomini di Merago, alle armi! Usate quelle puttane come scudo, se necessario, e combattete per tornare dal vostro khalasar! Merago aspetta i suoi cavalli!” tuonò con l’intento di attirare l’attenzione degli aggressori e dare tempo ai dothraki di Merago di armarsi e reagire.
    Kammo puntò il cavallo dritto verso gli uomini di Grub, nello specifico verso quello che aveva dato il segnale di attacco. Se uccideva il capo di quella combriccola, avrebbe destabilizzato gli aggressori e gli uomini di Merago avrebbero avuto più possibilità di sopravvivere.
    Dopo aver sbraitato quelle indicazioni, la voce di Kammo si impegnò per far salire al cielo con quanta più forza possibile il proprio grido di battaglia. Il Grande Stallone lo avrebbe ascoltato e si sarebbe accorto di come gli uomini di Grub si erano comportati da codardi, strisciando tra le sterpi e traendo in inganno i loro avversari. Grub e il suo neonato Khalasar andavano puniti. Dopo quello che aveva visto, era chiaro che non fosse lui Lo Stallone che Monta il Mondo, poiché non si comportava da vero dothraki!
    Se qualcuno degli uomini di Merago fosse sopravvissuto a quella notte, e con loro Kammo, il giovane li avrebbe riportati a Vaes Dothrak e allora avrebbero pagato per la loro leggerezza. Forse li avrebbe uccisi Merago o li avrebbe puniti in maniera diversa dando però loro modo di riscattare il proprio onore che avevano macchiato con quel comportamento così stupido.
    Kammo roteò l’arakh e spronò il cavallo, spingendolo al massimo della velocità. In quella corsa, diretto verso il capo nemico, scelse la traiettoria che lo avrebbe portato a travolgere quanti più arcieri possibili. Meno arcieri avessero avuto modo di scoccare, meno uomini di Merago sarebbero morti sotto le frecce. Inoltre, in un combattimento in mischia sperava che gli archi non fossero così efficaci, anche se non aveva mai affrontato delle frecce e non aveva idea di come difendersi da esse. Una cosa era certa: il suo unico vantaggio era l’essere a cavallo. Qualsiasi cosa fosse accaduta, la sua priorità era impedire che l’animale venisse ferito o che lui finisse disarcionato.
    Non appena raggiunse il suo obiettivo, menò un fendente abbassando al lama dalla sua spalla sinistra verso la testa del capo di quegli insetti striscianti.

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    Marzialità a cavallo 59, -1/3 pv persi, (10/3= 3,3, arrotondo per difetto a 3) quindi 56 la ripartisco così: ATT 27 DIF 29
    Nel caso possa attaccare:
    Arma: Arakh di Stagno ATT 11 DIF 0 Peso 5 (con il bonus specifico le stati diventano ATT 14 DIF 3
    Arte dell'arakh 3 (variabile max=9)
    Combattere a cavallo 3, bonus cavalcatura 6 ad attacchi semplici, Difese Semplici ed Elusioni. Bonus+10 negli attacchi su nemico appiedato (sempre che il leone sia considerato un nemico appiedato)
    Attacco semplice: VARIABILE * ATT/10 + valore di attacco dell'arma + bonus cavalcatura+ 10 per nemico appiedato = 9*27/10+14+6 +10=54.3
    Nel caso il cavallo dell'uomo di Merago avesse un qualche valore di velocità, ci metto pure il bonus di carica a cavallo (aggiungere all'attacco semplice il bonus di velocità del cavallo.
     
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    Facciamo così, ti inserisco la tabellina di riferimento per i nemici "normali", mentre Grub che è una sorta di "mini boss" lo affrontiamo con il combattimento.

    Nemici uccisiPunti vita persi
    11
    23
    36
    410
    515
    621
    728
    836
    945
    1055

    Praticamente nel tuo post puoi ammazzarmi quanti ne vuoi di "nemici base", facendo riferimento alla tabellina di cui sopra, mentre combatti con Grub.

    Attacco Kammo=54,3 + 2 bonus velocità del cavallo= 56,3
    Grub. Marzialità= 50 ATT 25 DIF 25 Arco corto + frecce/ Arakh in acciaio 12 ATT 1 DIF Peso 6 (appiedato) Vita= 60
    Difesa:10*25/10+1= 26 Difesa non riuscita
    Danni presi da Grub= 27/2 + (56,3-26)= 30,3
    Vita Grub= 60-30,3= 29,7

    Situazione battaglia
    Caduti sotto le frecce degli uomini di Grub= 40% iniziale lo riduco al 20% per la tua mossa= 4 uomini di Merago
    Battaglia
    Superiorità numerica= 2 pv Merago
    Superiorità strategica= 0 pv
    Superiorità territoriale= 2 pv Grub
    Incitamento= aggiungo un +1
    Situazione 2 pv Grub= 3 Merago

    Caduti=9 donne Grub/ 6 uomini Merago

    Nuova situazione=
    Uomini Grub= 20
    Donne Grub= 11
    Uomini di Merago= 81


    La cavalcata spavalda di Kammo distrasse gli arcieri dal loro compito, tanto che molti, pur di non restare travolti dall'incedere del cavallo, dovettero spostarsi e rinunciare ad incoccare alcuna freccia in quel frangente, tanto che buona parte degli uomini di Merago ancora nel campo, riuscirono a tirare un sospiro di sollievo e a trovare le forze di reagire all'imboscata.
    Fu Kammo il primo ad individuare colui che rispondeva al nome di Grub, che incitava i suoi guerrieri ad imbracciare le proprie armi e a correre nell'accampamento per dar manforte alle compagne; ma non appena gli occhi del Dothraki si scontrarono con lo sguardo del ragazzo che avanzava in carica verso di lui, il guerriero estrasse il suo Arakh pronto a difendersi dall'avanzata. La mossa fu però poco repentina e gli zoccoli del cavallo lo sospinsero a terra, nella stessa polvere che fino a quel punto aveva usato per nascondersi.
    Ezas eshna gech ahilee!-bofonchiò prima di sollevare di nuovo la lama di fronte a sé e rialzarsi lentamente da terra. Quindi si stirò, caricando un affondo portato con entrambe le mani e diretto nella coscia destra del ragazzo, lì dove arrivava il suo sguardo.

    *= vai fare in c**o praticamente <3 XD

    Attacco Grub9*2,5+(12*2)= 46,5 (l'arma tenuta a due mani raddoppia la potenza, non metto il malus perché la sua difesa non è stata vittoriosa)

    Tutti quelli che ammazzi si aggiungono ai caduti; nel prossimo turno andranno tutti potentemente ad attaccare l'accampamento
     
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