Hajolat

Quest per Rakharo

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    Il titolo di Khal lo si guadagna, non viene ereditato né viene concesso ed uno dei primi passi per diventarlo e succedere ad un grande Khal già presente è quello di guadagnarsi la fiducia della propria gente; dopo la disavventura con Arraqo, gli uomini e le donne di Merago erano piuttosto divisi sulla questione Rakharo. Per alcuni uccidendo il traditore e recuperando parte dei cavalli aveva dimostrato il suo valore e si era reso degno della sua prima treccia, c'era poi quell'occhio perso che animava i racconti delle anziani ai bambini inquietando i loro sonni e esaltando il loro spirito combattivo. Per altri invece era stato semplicemente uno sciocco che con la sua decisione di attaccare Qrath aveva fatto perdere al Khalasar buona parte dei suoi uomini e dei suoi cavalli.
    Tutti sembravano però piuttosto soddisfatti che Merago avesse deciso di non seguire il ragazzo con tutti i guerrieri.
    Non che non ci fossero uomini straordinari sui cavalli, pronti a partire insieme a suo figlio; per la precisione 4 dei suoi Cavalieri di Sangue, sangue del suo sangue li salutò prima di stringere la sua fronte sulla loro, epiteto che non rivolse neppure a Rakharo la cui madre invece non sembrava intenzionata a lasciare andare il figlio tanto facilmente.
    Ma il tempo era giunto, Rakharo doveva diventare uomo.

    ****
    Le scorte di carne secca sarebbero bastate per tutto il viaggio fino a Vaes Khadokh, il problema sarebbe stato rifornirsi di acqua fresca quando le borracce sarebbero state tutte svuotate, ma a parte Rakharo ciascuno di quei quattro uomini aveva già cavalcato a lungo nel Mare Dothraki e credevano di potercela fare senza troppo problemi.
    Dobbiamo fermarci per caricare le borracce d'acqua. Vaes Athjhikhari o Vaes Leqse?
    Allora, parti dal cerchio rosso (Vaes Dothraki) ed impieghi 11 giorni di cavalcata per raggiungere il segnetto blu che ti ho messo. A quel punto devi scegliere se virare versa Vaes Athjhikhari o Vaes Leqse, se chiedi in entrambe c'è acqua disponibile per voi e i cavalli, quindi immagino dovrai scegliere a simpatia XD Sappi che in entrambe succedono robe (ora mando il messaggio di prova a qualcuno così quando sceglierai ti mostro XD).
    Caratterizzami tu questi quattro Cavalieri di Sangue, nome aspetto carattere ecc e se vuoi puoi farci un add militare insieme durante il viaggio.
    mipp_LI


    Il tempo di risposta disponibile é una settimana dall'ultimo post. Se si é impossibilitati a rispondere nel tempo stabilito basta comunicarlo nel topic assenze informando su quando si tornerà attivi. Se non ci saranno comunicazioni, il pg salterà il turno e sarà mosso come png dallo staff se necessario per quel turno. Ogni turno di *assenza*costerà un malus del 10%in punti esperienza.

    Il moderatore ha tempo una settimana per rispondere. Se é impossibilitato incaricherà un altro mod di occuparsene.
    Se dopo una settimana il topic non avrà ricevuto moderazione, i pg potranno proseguire in libera muovendo eventualmente altri png e riceveranno un "risarcimento" del 10% in punti esperienza a fine quest.
    Limite minimo parole per non incorrere in malus= 600
     
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    Il giorno infine era arrivato. Dopo due giorni di riposo le ferite si erano finalmente richiuse su sé stesse e col tempo sarebbero diventate solo altre cicatrici sul corpo del giovane guerriero, un motivo di vanto per il futuro. Anche l'enorme taglio che gli aveva strappato l'occhio oramai era divenuto più guardabile rispetto a quando si era fiondato nella tenda di Qranna: la palpebra, completamente richiusa su sé stessa, pareva essere scomparsa in quella zona di pelle bruciata dove un tempo stava il suo occhio sinistro e un largo taglio diagonale la attraversava, arrivandogli a toccare persino il naso. Il suo aspetto ora come ora era decisamente più inquietante rispetto al passato e di quello di pochi giorni prima e di ciò non poteva che esserne contento. La paura era un'arma potente, se indirizzata al meglio contro i proprio nemici. O sui propri alleati se necessario...
    A dispetto dell'estetica, la ferita gli stava dando più problemi del previsto. Durante quella breve pausa a Vaes Dothrak aveva fatto del suo meglio per padroneggiare nuovamente il senso della profondità. Ce l'aveva fatta, ma doveva rimanere concentrato e questo gli pesava molto. Difatti quando non riuscì ad afferrare il telo che costituiva l'entrata nella tenda al primo colpo, un profondo irritazione lo colse e il giovane khalakko vi si limitò ad entrare come un furia. Il gruppo di schiave al suo interno arretrò all'improvvisa comparsa di un furioso Dothraki. Lo fissarono impaurite dall'altro lato della tenda e lui rivolse una singola occhiata di disprezzo.

    "Yeri hash ki?"
    "L'avete fatto?"

    Una di loro, la più matura, annuì immediatamente e corse verso un pila di stracci, posta ad un lato della stanza. Afferrò quell'informe ammasso e rispettosamente si avvicinò a Rakharo porgendoglielo. Lui lo prese con malagrazia gettando a terra uno dopo l'altro tutti gli stracci fino a rivelarne il macabro contenuto: un teschio umano, privo di mandibola. Arraqo.
    Avrebbe desiderato scuoiare il teschio di quel bastardo di persona ma avrebbe richiesto troppo tempo e nelle sue condizioni non era in grado di fare un lavoro di coltello fatto come si deve. Le schiave del Dosh Kaleen tuttavia avevano fatto un buon lavoro, rimuovendo ogni traccia di carne prima che andasse in putrefazione. Ora era un trofeo perfetto. Afferrò il cranio infilando le dita negli incavi delle orbite e, senza aggiungere altro, uscì nuovamente all'aperto. Bastarono pochi minuti per ricongiungersi al suo khalasar. Camminò in mezzo alla folla con il teschio del traditore in bella vista, si avvicinò al suo cavallo, già pronto per la partenza, e infilò il suo trofeo all'interno di una sacca legata alla sella. Voleva che tutti lo sapessero: chi si fosse messo sulla sua strada non sarebbe semplicemente morto, ma non avrebbe mai visto le Terre della Notte. Con un sol movimento salì in groppa all'animale, afferrando saldamente le redini e dandosi un'occhiata in giro. Gli occhi di tutti erano puntati su di lui... beh su di lui e i suoi compagni di viaggio, gli unici ad avere il culo poggiato su un cavallo. Suo padre aveva deciso di farlo accompagnare da quattro dei suoi Cavalieri di Sangue, e di questo, segretamente, ne fu lieto. Nelle condizioni in cui si trovava avere dalla sua braccia con esperienza sulle spalle era una manna dal cielo.
    Davanti a tutti stava Assilo, il più vecchio tra tutti i Cavalieri di Merago; con i suoi capelli e la lunga barba completamente brizzolati, si diceva che fosse vecchio quanto il Khal, se non addirittura di più. Di certo la sua treccia faceva concorrenza a quella di suo padre, ma non l'aveva mai visto avanzare sfide in tal senso.
    Accanto a lui, quasi per un'ironica opposizione, c'era Draenno, più grande di Rakharo di una manciata d'anni. Grosso quanto il cavallo che lo trasportava, il giovane aveva un'espressione seria in volto, accentuata dalla fosca barba e dalla pittura che gli segnava il volto: due strisce verticali che gli attraversavano verticalemente la fronte e gli occhi ed altre due il mento.
    Poco distante da entrambi stava Leqso. Magro, semiglabro e pallido rispetto ai normali Dothraki, pareva rispecchiare appieno il suo nome con quell'aspetto malaticcio; se era entrato nei Cavalieri di Merago tuttavia un motivo doveva pur esserci. In effetti c'era, e si trovava alle sue spalle. L'uomo non portava, come il resto dei suoi compagni, un arakh alla cintola ma un lungo arco d'ebano legato alla schiena, assieme alla faretra. Attorno al ventre poi, alla pari di un serpente pronto a colpire, era riposta la sua fedele frusta.
    Infine vi era Brako, il più anomalo tra quel variegato gruppo proprio per la sua "normalità". Portava un gilet di cuio, come molti altri, in cui erano infilati diversi coltelli e gli avambracci erano coperti da strisce di cuio. Gli occhi infine era circondati da una tintura nera che, aiutata dalle scure iridi, dava un tocco inquietante al volto.
    Quelli sarebbero stati gli uomini che suo padre gli aveva concesso, coloro che lo avrebbero accompagnato fino alla lontana Vaes Khadokh. E non poteva che esserne lieto; ma, pe quanto fossero tutti abili guerrieri, neppure la loro esperienza sarebbe servita a molto contro trecento traditori. Sempre che fossero davvero là... no, doveva credere che le parole della maegi fossero veritiere. La perdita di tutti quei cavalli avrebbe significato un pesante colpo per il khalasar, forse non sarebbe mai più riuscito a riprendersi da esso. E la colpa di tutto sarebbe inevitabilmente sarebbe ricaduta su di lui: lui aveva proposto l'attacco a Qarth che aveva spinto Arraqo a tradire e rubare i cavalli. Ora Arraqo era morto e quando i morti non possono pagare per i loro crimini, tocca ai vivi farlo.
    Khal Merago gli si fece incontro, accanto a lui Khaleesi Zheni. Sua madre non era affatto contenta che il figlio andasse a rischiare la vita dopo essere stato così vicino al punto di non ritorno. Ma per quanto la sua voce potesse contare all'interno del khalasar, neppure lei poteva discutere con gli ordini del Khal. Suo padre gli poggiò una mano sul braccio e si limitò a fissarlo dritto in volto con serietà. Rakharo si limitò ad annuire e, senza perdersi in inutili giri di parole, diede una lieve scossa alle redini. Fu così che quella piccola compagnia si mise in marcia verso il lungo viaggio che li aspettava.
    Vaes Dothrak cominciò a sparire sempre più all'orizzonte mentre le ore passavano senza sosta. Finora nessuno aveva ancora parlato, forse stavano tutti riflettendo sulla pericolosità della missione che stavano per affrontare. Ma a giudicare dai loro volti rilassati era più probabile che apprezzassero il silenzio. Accanto a lui, in prima fila, cavalcava Draenno fissando senza emozione alcuna il sole che si accingeva a tramontare.

    "Quanto credi che ci metteremo a raggiungere Vaes Khadokh?"

    Sapeva dove si trovava quella città in rovina, ma non aveva mai viaggiato verso di essa. Il gigante si limitò ad osservarlo per un momento, poi osservò gli altri Cavalieri ed infine tornò a posare il suo sguardo dinnanzi a sé, senza risposta alcuna. Rakharo sentì distintamente una risatina alle sue spalle e fece appena in tempo a voltarsi per vedere Leqso sforzarsi di mantenere un'espressione seria. Si voltò nuovamente, irritato, e fece per rivolgersi nuovamente al Cavalierie che l'aveva appena ignorato. La tranquilla voce di Assilo tuttavia lo fermò.

    "Non te la prendere, ragazzo. Semplicemente non ti risponderà, non ricordo di averlo mai sentito aprir bocca..."

    Il khalakko guardò l'anziano Dothraki per poi passare nuovamente sul giovane che osservava ancora dinnanzi a sé come se non stessero parlando di lui.

    "E' muto?"

    "Ma no! Il fatto è che Draenno è davvero tanto timido!"

    Questa volta l'energumeno si voltò lanciando un'occhiataccia a Leqso che aveva appena parlato e che osservava il compagno con un sorriso malizioso sulla bocca. Assilo scosse la testa con un sospiro e parlò a Rakharo ignorando l'irriverente compagno.

    "Contando le pause per far riposare i cavalli, direi che da qui ad un mese dovremmo arrivare a Vaes Khadokh. A patto che non ci siano altre complicazioni..."

    "Tipo... un agguato?"

    Lanciò un'occhiata divertita al figlio del Khal. Era evidente a cosa stesse alludendo; ancor prima che quello se la potesse prendere, però Leqso si dimostrò nuovamente svelto con la lingua.

    "Cioè... non per sminuirti, ragazzo. Hai dato un'ottima prova contro Arraqo, ma... esattamente cosa speri di trovare laggiù? Se ti sbagli, abbiamo buttato via due mesi; se hai ragione, più di duecento traditori faranno da guardia ai nostri cavalli. Quindi... qual'è il piano?"

    Si prese un attimo prima di rispondere, cercando una risposta adeguata. La verità però era che non ne aveva una.

    "Per ora cerchiamo di scoprire se i cavalli sono là. Una volta che avremo più chiara la situazione, penserò a qualcosa..."

    "Dunque... improvviseremo. Adoro improvvisare!"

    "Qualunque cosa il Grande Stallone ci riserverà, noi l'affronteremo."

    A parlare era stato Brako, in fondo al gruppo. Gli occhi del Dothraki fissavano privi di emozione ciò che stava davanti a lui e non pareva intenzionato a dire altro.

    "Ovviamente. Non oggi però. Troviamo un posto per accamparci prima che cali il sole!"

    Due ore dopo le tende erano già state piantate e un fuocherello brillava nel buio della sera. Decisero di fare dei turni di guardia per evitare brutte sorprese; steso sul suo giaciglio tuttavia Rakharo non riusciva a prendere sonno. Quando fu stufo di fissare le pareti della sua stessa tenda, decise finalmente di uscire. L'impatto col buio della notte fu più difficile del previsto e per qualche istante temette di aver perso completamente la vista. Il falò fortunatamente era lì vicino, e Assilo vi sedeva lì accanto. Il vecchio non lo degnò di un'occhiata mentre si accomodava anche lui accanto alle fiamme e per qualche momento nessuno dei due disse nulla.

    "Ansioso di cominciare il tuo turno?"

    Scosse le spalle.

    "Non ho sonno."

    Quello annuì lievemente, con un grugnito. Ancora attimi di silenzio.

    "Come va l'occhio?"

    Perché quella domanda così all'improvviso? Cercò di mostrare indifferenze nella sua risposta.

    "Bene."

    "Tu menti, ragazzo. Ti sarai anche ripreso dalle ferite ma... hai sbandato cinque volte oggi mentre cavalcavi."

    Il khalakko chiuse l'occhio inspirando, la mano stretta a pugno. Dunque era come temeva: la sua parziale cecità stava influendo sulle sue capacità. Cavalcava da fin quando ne aveva memoria, cosa sarebbe accaduto se avesse dovuto prendere in mano nuovamente un'arma? Messo com'era, sarebbe stato ammazzato dal primo stronzo con un minimo di abilità. Assilo parve notare la sua preoccupazione, persino al buio della sera.

    "Ti riprenderai, ragazzo. Le ferite esistono per questo motivo: rendere più forte chi gli sopravvive."

    Tante belle parole, ma la verità era un'altra.

    "Assilo. Io non ci vedo. Metà del mio mondo è vuoto! Cosa farò la prossima che un nemico arriverà dalla sinistra?"

    Il vecchio guerriero osservò attentamente il suo sguardo irritato. Poi si alzò dandogli un pacca sulla spalla.

    "Molto bene. Seguimi."

    All'inizio non capì cos'avesse intenzione di fare ma vedendolo allontanarsi dalle tende si affrettò a seguirlo. Camminarono fino ad arrivare ad una ventina di metri dall'accampamento, abbastanza per avere solo la luna come fonte di luce.

    "Che ha in mente?"

    "Addestramento."

    "Cosa? Qui? Ma non si vede nulla!"

    "Meglio! Vuol dire che ti dovrai sforzare con più impegno. Ora ascoltami bene...

    Non capiva quali fossero le intenzioni di quel vecchio ma decise di non dire nulla, almeno per il momento.

    "Ci sono punti nel corpo che se colpiti possono far davvero male ad una persona, molto più male di quanto tu possa pensare. Ognuno di noi ha molti punti deboli ma i più gettonati, quelli facili da colpire, sono l'inguine, la gola e il volto. "

    Indicò ciascuna della parti del corpo menzionate con il proprio dito. Nel mentre Rakharo si mise ad ascoltare con maggiore attenzione, incrociando le braccia al petto.

    "Ora cercherò di colpirti in ognuno di quelle zone, una volta alla volta, e tu dovrai cercare di pararti. In posizione!"

    Immediatamente il giovane obbedì iniziando a capire quale fosse davvero lo scopo di quell'addestramento.

    "Userò il braccio sinistro. Testa, gola, inguine."

    Detto questo Assilo iniziò l'attacco. Per tre volte il pugno si avvicinò al corpo del giovane e per tre volte quello parò con relativa facilità i suoi attacchi. Quei pugni non era certo finti, ma erano notevolmente meno potenti e rapidi di quanto il Cavaliere fosse in grado di darne.

    "Bene! Ora braccio destro. Testa, gola, inguine."

    La difesa volta fu più difficile perché avveniva nella sua zona cieca, ma nonostante tutto se la cavò discretamente.

    "Molto bene! Ora userò entrambe le braccia."

    Rakharo si mise in posizione ma, prima che se ne rendesse conto, un poderoso calcio lo raggiunse in mezzo alle gambe facendolo crollare a terra. Mugugnò di dolore mentre una forte sensazione di calore lo pervadeva. Guardò con odio Assilo che lo sovrastava.

    "Sii più concentrato, nelle tue condizioni una distrazione può risultare fatale. Col tempo però, se sopravvivrai, quella ferita ti renderà un guerriero più attento di quanto tu sia mai stato. Ti renderà migliore, più forte, a patto che tu sappia imparare da essa.
    Guardami, ragazzo: mi hanno perforato, tagliato, lacerato e ho il doppio dei tuoi anni. Eppure sono qui, mentre tu sei a terra."


    Gli offrì la mano per rialzarsi con un sorriso. Dopo un attimo di dubbio, il khalakko la afferrò e si issò in piedi.

    "Solo cerca di non esagerare con le ferite, o farai la fine di Brako..."

    Lo guardò confuso.

    "Che ha Brako?"

    Assilo sospirò dando un'occhiata all'accampamento.

    "Hai visto che si copre le braccia, sì? Lui era dell'idea che fosse doveroso far scorrere sempre del sangue per il Grande Stallone; così quando non c'era una battaglia da un po', lui si faceva lunghi tagli su entrambe le braccia. Ormai però credo che lo faccia solo per... sentirisi vivo."

    Scrollò le spalle.

    "Ma finché è in grado di cavalcare e combattere può fare quel cazzo che vuole! Ora riprendiamo..."



    Quello non fu l'unico allenamento del viaggio. Ogni notte Assilo gli diede lezioni, a volte persino con gli arakh, insegnandoli ad affinare i sensi e a prestare attenzione all'intero campo di battaglia. Oltre a colpire dove fa più male, ovviamente.
    L'undicesimo giorno, dopo una nottata particolarmente proficua, il vecchio gli si fece incontro.

    "Dobbiamo fermarci per caricare le borracce d'acqua. Vaes Athjhikhari o Vaes Leqse?"

    Da quel che ricordava entrambe erano abbastanz vicina e scegliere l'una o l'altra non avrebbe influito granché sul viaggio. Si rivolse a tutti i Cavalieri.

    "Dirigiamoci a Vaes Athjhikhari!



    Parole 2324

    - "Poco distante da entrambi stava Leqso. Magro, semiglabro e pallido rispetto ai normali Dothraki, pareva rispecchiare appieno il suo nome con quell'aspetto malaticcio..."; Piccola spiegazione: Leqso deriva da Leqse che significa "Ratto".
    - Ci butto l'allenamento Punti Deboli 1 ( non mi ricorda il numero di parole necessarie ma credo basti^^). Spero che vada bene anche se ho cercato di camuffarlo per altro in modo da renderlo narrativamente più sensato.
    - E niente Vaes Leqse (mi sono appena accorto che ha lo stesso nome del tipo, ma non ho forza di aggiungere commenti nel post a riguardo) è troppo facile da pronunciare rispetto all'altra, mi sa di inculata...
    - Addosso ho l'arakh e i gambali. Il resto finché non capisco che posso farci lo tengo sul cavallo.
     
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    Ahahaha la strategia di scelta è bellissima.
    Vita Rakharo= 78/81


    Ancora due giorni di cavalcata occorsero al gruppo per raggiungere Vaes Athjhikhari, ma quando infine furono arrivati qualcosa ripagò tutte le loro fatiche. Rakharo non avrebbe potuto saperlo, ma l'antica città di Sallosh, ora conosciuta col nome Dothraki che significava "Città della Malattia", era anticamente un punto di ritrovo molto importante per gli studiosi del Continente Orientale che vi si recavano per le sue eccellenti biblioteche ed accademie. Tutto questo fino al Secolo di Sangue, quando fu conquistata e rasa al suolo dai Dothraki, avvezzi ad altro genere di piacere e passioni.
    Piacere e passioni che ad esempio i Cavalieri di Sangue che accompagnavano Rakharo avrebbero trovato in un piccolo gruppo di fanciulle che perlustrava le rovine dell'antica città alla ricerca di qualcosa di valore che non fosse già stato depredato da altri; erano tre giovani donne, dalle vesti stracciate e dal viso sporco, non di certo guerriere e molto probabilmente neppure Dothraki. Se i cavalli potevano dissetarsi nelle acque placide del ramo orientale del lago su cui le rovine poggiavano, i loro cavalieri lo avrebbero fatto nelle carni morbide di quelle fanciulle.
    A nulla potevano valere le grida disperate delle ragazze ed il loro tentativo di fuga, nel momento stesso in cui i guerrieri avrebbero posato i piedi a terra sarebbero state catturate.
    "Il Grande Stallone infine ci ha premiato, avanti uomini!"

    Ora come ora io vedo tre opzioni:

    1. ti unisci ai Cavalieri di Sangue
    2. in questo caso descrivi la tua partecipazione allo "stupro" come vuoi metti però il bannerino e scegli come concludere la cosa; le lasci andare? Le catturi come schiave? Le ammazzi?
    3. te ne resti in disparte
    4. in questo caso puoi evitare di descrivere alcunché, i tuoi uomini faranno quello che devono e concluderanno ammazzando le tre ragazze. Te mostrami se cerchi tra le rovine della città, se resti coi cavalli alla riva del lago o insomma quello che fai.
    5. provi a fermarli
    6. In questo caso mostrami cosa e come lo fai.
     
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    I due giorni che li separavano da Vaes Athjhikhari non furono molto diversi da quelli già trascorsi. I brevi momenti di riposo erano solo degli intervalli all'interno di lunghe ore di cavalcate e la notte era dedicato sia al sonno che all'addestramento. Le sessioni con Assilo stavano finalmente dando i loro frutti: Arraqo era ormai in grado di tener testa al Cavaliere di Sangue in uno scontro al buio. Se avesse dovuto combattere nuovamente alla luce del sole, sarebbe stato come se non avesse mai perso l'occhio. Anche il cavalcare, data la molta pratica a cui era sottoposto, non costituiva più un problema per lui e la sua mezza vista. Lasciava comunque che fossero gli altri a guidare però, del resto erano molto più esperti di lui di quella zona. Con il khalasar di suo padre aveva viaggiato per tutto il Grande Mare d'Erba imparandone la geografia e i migliori luoghi in cui saccheggiare, tuttavia doveva ammettere di non ricordare molto di Vaes Athjhikari. Del resto le rovine non hanno molta utilità, a parte fornire acqua come in quel caso.
    Il pomeriggio del secondo giorno finalmente la città finalmente apparve ai loro occhi. Fin da quella distanza riuscì a distinguere le rovine delle case di pietra che tappezzavano quel pezzo di terra che si alzavano debolmente contro il cielo, alla pari delle ossa di una carcassa lasciata a marcire al sole. Ignorava chi abitasse un tempo i luoghi come quello, né riteneva importante saperlo; probabilmente uomini dalle vesti di seta troppo deboli per difendersi quando il suo popolo aveva reclamato quelle terre. Cazzo... persino i patetici Uomini Agnello era riusciti a sopravvivere in qualche modo! Quel genere di pensieri lo spinse a sputare a terra mentre si avvicinava coi suoi compagni all'ammasso di rovine. I cavalli avanzarono senza timore attraverso la città abbandonata fino a raggiungere la riva del lago accanto ad essa. Fu proprio in quel momento che il khalakko si rese conto che la ripetitività di quei giorni stava per subire una piacevole variazione: tre giovani donne parevano aver avuto la loro stessa idea andandosi a dissetare su quelle fresche acque. Fu interessante notare la dualità di quei punti di vista; per i Dothraki quell'idea comportò una donna fortuna, per le fanciulle invece... beh probabilmente fu il peggior errore di tutta la loro vita. Non servì nemmeno dare l'ordine che i Cavalieri di Sangue lanciarono alla corsa i propri cavalli. Le prede, nonostante il loro disperato tentativo di fuga, non ebbero la minima speranza.

    "Il Grande Stallone infine ci ha premiato, avanti uomini!"

    Una volta arrivati a portato i guerrieri saltarono dalle loro montatura direttamente addosso alle donne, placcandole e inchiodandole a terra. Ciò che sarebbe accaduto dopo... beh era ovvio fin dal principio. Quelle sciocche lo sapevano, i Cavalieri lo sapevano, il khalakko lo sapeva. Le stuprarono. Con la ferocia e la gioia intrinseca che solo i Dothraki sapevano donare a quell'atto. Rakharo, d'altro canto, si era tenuto in disparte durante l'inseguimento e faceva lo stesso ora che il divertimento stava finalmente iniziando. Non che non volesse fottersele, per il Grande Stallone no!
    Semplicemente, sebbene fosse abituato alle orge pubbliche e avesse partecipato a molte di quest'ultime, se poteva scegliere, preferiva avere il corpo di una donna unicamente per sé. Non era pudore, era più che altro... scarsa capacità di condivisione.
    Inoltre nel vedere quelle tre la sua mente aveva cominciato a pensare, e non solo sulle enormi tette della più giovane. Gli pareva che tre donne si trovassero così lontane da un qualsiasi villaggio. Perlomeno non da sole.

    "Non ammazzatele. Ancora."

    Scrollò le redini del suo cavallo e si allontanò man mano dallo stupro, cercando di ignorare il membro già indurito. Doveva avanzare, insidiandosi sempre più nelle rovine e cercando, per quanto fosse possibile in groppa ad un cavallo, di non farsi individuare. Se il suo intuito aveva visto giusto, assieme a quelle donne c'era qualcun altro. Una persona, tante persone, armate, non armate... non faceva differenza. Le avrebbe trovate e avrebbe preso ciò che più gli serviva. Tipo informazioni. Poche cose possono smuovere delle gente verso un luogo abbandonato come quello. Cose come un khalasar.
    Se invece si era sbagliato, sarebbe tornato indietro. Avrebbe preso una delle prigioniere e se la sarebbe scopata. Dopodiché avrebbero parlato.
    Del resto era sempre stato un tipo sentimentale...



    Parole 710

    Scusami davvero per il ritardo ma è stata un settimana davvero piena!
     
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    Ho provato anch’io.
    E’ stata tutta una guerra
    d’unghie. Ma ora so. Nessuno
    potrà mai perforare
    il muro della terra.

    Le urla delle ragazze in sottofondo coprivano qualsivoglia rumore potesse alzarsi tra l'erba che, lentamente, aveva preso il sopravvento sulla pietra ricoprendo ogni edificio di un sottile e peloso manto erboso. Eppure Rakharo era particolarmente attento a scovare eventuali presenze in quella città oramai distrutta, ma nessuna voce, nessun rumore, nulla di nulla sembrava arrivargli. Persino girovagando tra quel che restava delle antiche vie della città nessuna presenza gli si palesò davanti; forse si erano cacciati in una trappola con dei guerrieri particolarmente abili, o forse davvero quelle donne erano sole.
    V'era un solo edificio ancora in piedi, sebbene privo del tetto e con diversi crolli in alcune pareti; dalle aperture tra le pietre non si intravedevano pericoli di alcun tipo, solo alcuni scaffali rovesciati pieni di libri ridotti parzialmente in cenere, o interamente carbonizzati. Solo un libro, ad una rapida occhiata, sembrava ancora intatto e pienamente leggibile anche se in una lingua del tutto sconosciuta per Rakharo.
    "Rakharo!Abbiamo finito."

    Nessun nemico all'orizzonte. Se vuoi puoi prendere il libro (di cui non capisci nulla per ora e in cui non ci sono figure <3). Le ragazze sono ancora vive. Vedi cosa vuoi fare ed eventualmente per quanto mi riguarda se vuoi puoi già lasciare la cittadella e gestirti altre 3 giorni di allegra cavalcata.
     
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    Non seppe neppure lui quando durò esattamente la sua ronda. Aveva cercato in lungo e in largo addestrandosi persino nelle rovine, pur rimanendo quanto più possibile vicino al resto del gruppo per evitare sgradite imboscate. Tuttavia la sua precauzione pareva essersi rivelata abbastanza inutile: non vi erano tracce di altri visitatori da quelle parti e nessuno l'aveva attaccato fino a quel momento. Dunque quelle donne era giunte sole a Vaes Athjhikhari, oppure chi le accompagnava si era dato alla fuga preferendo non rischiare la vita per loro. Per essere totalmente sicuro della cosa si introdusse in uno delle poche case di pietra rimaste in piedi, gli pareva un buon posto dove nascondersi da occhi indiscreti. Dentro, come aveva immaginato, non vi erano nessuno ma la stanza non era vuota. Strani oggetti, piuttosto antichi, erano sparsi lungo il pavimento. Il tempo li aveva irrimediabilmente rovinati ma uno pareva essere in condizioni migliori. Rakharo lo prese in mano osservandolo con attenzione. Era un insieme di fogli attaccati tra loro con delle strane scritte incise su di essi; il suo popolo non scriveva, ma aveva già visto cose del genere presso gli stranieri che visitavano Vaes Dothrak. Sapeva che quei segni dovessero significare qualcosa ma non era minimamente in grado di decifrarli ed era piuttosto sicuro che se anche fosse riuscito a farlo, quella non doveva essere lingua Dothraki. In pratica era inutile, quelle rovine dimenticate erano il posto in cui meritava di stare. Tuttavia la curiosità che da sempre lo animava, la stessa che lo aveva spinto a cercare i consigli di un maegi anni prima, fece nuovamente capolino. In fondo non pesava molto, e non c'era nulla di male nello scoprire cosa vi fosse al suo interno. Forse avrebbe trovato qualcuno in grado di comprendere quelle scritte, oppure semplicemente avrebbe rimediato un buono scambio a Vaes Dothrak.

    "Rakharo! Abbiamo finito."

    La voce di Leqso lo riscosse dai propri pensieri. Con una scrollata di spalle si diresse verso il cavallo mettendo l'oggetto appena trovato insieme al resto della sua roba. In un paio di minuti ritornò alle sponde del lago dove i Cavalieri avevano finito di sfogarsi su ciò che restava di quelle donne. E per quanto il khalakko avrebbe gradito fare altrettanto, vi era qualcosa che desiderava ancor di più delle loro carni. Informazioni.
    Le fece mettere in fila vicine alla riva facendole poggiare sulle loro ginocchia. Due di loro stavano piangendo a dirotto pur cercando di non fare troppo rumore per evitare di infastidire i loro carcerieri, quella che pareva essere la più giovane invece era in un evidente stato di shock emotivo. Non smetteva di tremare e il suo sguardo si perdeva nel vuoto. Fu proprio a quest'ultima che Rakharo si parò davanti chinandosi alla sua stessa altezza. Il tremolio aumentò notevolmente con la sua vicinanza e di questo non poté che esserne soddisfatto. La fissò direttamente negli occhi.

    "Parli Dothraki?"

    Tutto ciò che ottenne fu uno sguardo terrorizzato accompagnato da una bocca che pareva voler dire qualcosa ma non riusciva ad emettere alcun suono.

    "L-lo parliamo!"

    Una delle altre due prigioniere aveva risposto per la compagna. Rakharo sospirò dandole a malapena un'occhiata, mentre si rimetteva in piedi.

    "Non ho chiesto a te."

    Subito dopo diede una forte ginocchiata sul volto della giovane che aveva davanti facendola cadere indietro sulla sponda del lago. Poi, mosso da una ferocia inaudita, le si avvicinò rapidamente e, ancor prima che potesse mettere la testa fuori dall'acqua, le mollò un calcio alla gola premendola infine verso il basso con il proprio piede. Sentì le altre due disperarsi e gridare alle sue spalle ma probabilmente erano immobilizzate da i suoi compagni. Quella puttana invece pareva aver ritrovato nuova energia e cercava di sgusciare con tutte le sue forze dalla presa. Le esili braccia risalivano, disperate, la gamba del Dothraki graffiando e tentando inutilmente di spostarla. Presto i movimenti divennero sempre più incerti, poi furono molto deboli fino a spegnersi del tutto. Le braccia galleggiavano inermi sulla superficie ma il ragazza preferì restare ancora qualche momento in quella posizione, giusto per essere sicuro. Quando sollevò la gamba, anche il volto della donna fece capolino. Il naso era completamente rotto e gli occhi aveva mantenuto l'ombra della paura che l'aveva accompagnata nei suoi ultimi istanti. A passi lenti uscì dall'acqua tornando di fronte alle due sopravvissute, che non riuscivano a guardarlo negli occhi e aveva iniziato a tremare come la compagna deceduta. Si rivolse a quella che prima aveva parlato, come se niente fosse.

    "Perché siete qui? Sono passati altri Dothraki?"

    Quella subito scosse la testa.

    "No, n-non vediamo nessuno da mesi da queste parti. E-eravamo venute per trovare qualcosa da barattere..."

    Quella risposta non gli piacque per nulla. La faccenda di Arraqo e i traditori non aveva neanche un mese e loro dicevano di non aver visto nessun altro per molto più tempo. Che quei bastardi avessero preso un altro percorso? Doveva crederci, sarebbe stato umiliante arrivare a Vaes Khadokh e non trovare nulla.
    Lo sguardo cadde sul suo cavallo e gli venne un'idea. Forse quelle troie potevano avere ancora una qualche utilità. Si avvicinò alla cavalcatura e ne tirò fuori la reliquia che aveva trovato. Ricevette qualche occhiata stranita dai Cavalieri ma non ci fece caso, tornando dinnanzi alle due e poggiando l'oggetto a terra.

    "Sapete dirmi cosa significa?"

    Timidamente lo aprirono e ne osservarono i simboli. A giudicare dai loro sguardi, tuttavia, Rakharo seppe la risposta ancor prima di udira.

    "Non lo sappiamo...
    Sembra Alto Valyriano ma conosciamo solo qualche parola..."


    Questa volta gli rispose l'unica che fino a quel momento era rimasta zitta. Ignorava cosa fosse "l'Alto Valyriano", forse era una cosa da Città Libere. Si limitò quindi ad annuire.

    "Molto bene."

    Si mosse verso quella che gli aveva appena risposto e, ancor prima che se ne rendesse conto, il suono di un collo spezzato riempì l'aria, subito accompagnato dal grido disperato dell'unica sopravvissuta. Quella si nascose il volto nella mani e cominciò a piangere mentre il khalakko, lasciato cadere a terra il corpo senza vita dell'altra, si chinò per sussurrarle all'orecchio.

    "Voglio che tu sappia che lei è morta e tu no... solo perché il tuo seno è più grande."

    Detto questo, si rivolse ai Cavalieri.

    "Muoviamoci!"



    Ancora pochi colpi e venne copiosamente con un verso simile ad un ringhio. Osservò il corpo nudo della donna di fronte a sé mentre l'eccitazione svaniva lentamente lasciando spazio a pura irritazione. Aveva dovuto fare lui tutto il lavoro; per di più non potevano permettersi pause di piacere e aveva scoperto a sue spese che scopare in sella ad un cavallo era più difficile del previsto, specie senza collaborazione. Certo in fondo doveva immaginarselo: due giorni di marcia senza mangiare né bere potevano ridurre ad uno straccio chiunque. Ma del resto non aveva la minima intenzione di sprecare provviste per quella puttana. Fu così, dopo aver estratto il pene dal suo ano, la spinse di lato facendola crollare miseramente da cavallo. Respirava ancora, ma non pareva aver molto voglia di rialzarsi. I cavalli nel frattempo continuarono ad avanzare senza fermarsi. Si era divertito con lei, ora era il turno dei cani selvatici.
    Leqso gli si fece vicino mentre rinfilava il cazzo nei pantaloni.

    "Dì un po': se volevi fotterla così tanto, perché l'hai fatta ridurre in quello stato?"

    Rakharo lo guardò, poi tornò a posare il proprio sguardo all'orizzonte.

    "Curiosità, Leqso. Volevo scopare qualcosa di morente..."



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    "Vojjor Samui in tutto il suo splendore"
    Come per la città precedente dell'antica Kasath, la Città delle carovane, non erano rimasti che rovine ed edifici cadenti. Antiche statue di pietra di ragguardevoli dimensioni accolsero l'ingresso di Rakharo e dei suoi; tutte erano semisgretolate o prive della testa ed era quello forse il motivo per cui presso di Dothraki la città era conosciuta come Vojjor Samui, gli dei distrutti.
    "Guarda là!"
    Uno dei Cavalieri di Sangue richiamò l'attenzione di Rakharo su un cavallo che brucava l'erba che ricopriva un antico edificio semidistrutto dalle funzioni sconosciute per il gruppo di Dothraki. Non sembrava ci fosse nessuno a reclamarlo e di certo la bestia possedeva una sua maestosità.

    Era più nero delle notti senza Luna e le sue zampe possenti reclamavano un posto sulla terra che spettava solo ai migliori della sua razza. La criniera era stata tagliata, segno che a qualcuno quell'esemplare doveva appartenere, ma se Rakharo avesse osservato con attenzione avrebbe visto sulla pelle dell'animale i segni di corde strette sulle carni. Forse la forza di volontà lo aveva spinto a liberarsi strappando le funi.
    "Dì un po', hai mai domato un cavallo selvaggio?"
    Tutti i presenti osservarono il figlio di Merago sogghignando tra i denti. No, domare un cavallo selvaggio non era certo affare da poco ma sarebbe potuto essere un bel banco di prova per il ragazzo.

    Se vuoi catturare il cavallo fammi vedere come fai e vediamo che succede.
    Se invece non ti interessa puoi ripartire e farti 5 giorni di cavalcata <3
     
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    Non ci volle troppo tempo per incrociare una nuova rovina sulla loro strada, Vaes Khadokh non doveva essere ormai troppo lontana. Ora però era Vojjor Samui ad estendersi davanti ai loro occhi, non troppo differente da Vaes Athjhikhari per le diverse case di pietra che coprivano la zona. Tuttavia essa presentava anche numerosi idoli di pietra, i quali testimoniavano ancora una volta la furia che il suo popolo era in grado di scatenare sui propri nemici. Alcuni erano a terra, scomposti in centinaia di frammenti, altri invece non possedevano più le braccia o la testa. Con ogni probabilità quest'ultime si trovavano come trofei a Vaes Dothrak. Niente di strano insomma.... l'ennesima città decaduta in cui i Dothraki dovevano entrare per giungere alla metà.
    Questa volta sfortunatamente parevano non esserci giovani fanciulle ad allietarli, ma il viaggio fu comunque in grado di regalargli una sorpresa. Dopo essersi inoltrati attraverso quell'ammasso di dei caduti, la voce di Leqso, improvvisamente più bassa del solito, lo richiamò.

    "Guarda là!"

    Confuso, osservò prima il Cavaliere e poi il punto indicatogli. E fu allora che lo vide.
    Le Dosh Kaleen gli avevano insegnato che il primo uomo era fuoriuscito dal Grembo del Mondo in groppa al primo cavallo. L'esemplare che brucava ad un centinaio di metri da loro doveva essere discendete in linea diretto di quest'ultimo. Il manto era scuro alla pari delle Terre della Notte, dove solo i migliori potevano sperare di cavalcare, e la possenza era tale che avrebbe facilmente schiacciato qualunque folle si fosse trovato dinnanzi ai suoi zoccoli. Non aveva mai visto animali del genere nel khalasar di suo padre. Quello era il signore di tutti i cavalli, quello era il cavallo di un Khal.
    Il pensiero si era già fatto strada nella sua mente ben prima che Leqso gli lanciasse la sfida.

    "Dì un po', hai mai domato un cavallo selvaggio?"

    Osservò il Dothraki che stava ghignando, alla pari di tutti i presenti. Evidentemente si aspettavano tutti un bello spettacolo, e un suo eventuale rifiuto non era stato nemmeno considerato. Non che lui avesse intenzione di ritirarsi ovviamente! Solo un idiota ed un codardo avrebbe rinunciato a cavalcare una simile creatura. Sorrise sardonicamente di rimando ai suoi compagni.

    "Dopo oggi, sì."

    Scese dalla propria montatura e tirò fuori una lunga corda da uno dei bagagli legati al suo dorso. Afferrò la cima e la ripiegò fino ad ottenere un cappio, l'ampiezza ad occhio sarebbe bastata per il collo del cavallo. La avvolse diverse volte su sé stessa per trasportarla meglio e finalmente cominciò la sua impresa. Avanzò a passi lenti e calcolati verso il suo bersagli, stando chino su sé stessa e muovendosi solo nell'erba alta. L'animale non pareva essersi accorto della loro presenza e non poté che ringraziare il Grande Stallone per quello; dubitava che i loro cavalli potessero stargli dietro in un inseguimento. Man mano che si avvicinava non poté non notare alcuni dettagli che la lunga distanza gli aveva impedito di cogliere: la criniera tagliata indicava che quell'esemplare doveva essere appartenuto a qualcuno, ma i segni di corda sulla pelle suggerivano una sua eventuale fuga. Probabilmente avvenuta non molto tempo fa dato la visibilità di questi ultimi. Forse quella bestia appena fuggita non avrebbe apprezzato il tocco di una nuova fune, con ogni probabilità avrebbe lottato con tutte le sue forze per mantere intatta la sua libertà. Tuttavia non c'era altro modo o quello si sarebbe allontanato di corsa non appena lo avesse intravisto.
    Ormai la vicinanza si era estremamente ridotta. Rakharo si stava praticamente muovendo a quattro zampe per allertare il cavallo del pericolo imminente, portandosi sempre più alle sue spalle. Quando ritenne di essere sufficientemente vicino, sciolse la fune e rapidamente si rizzò in piedi. Prima che il cavallo comprese cosa fosse appena sbucato dietro di lui, il khalakko aveva già fatto oscillare a mezz'aria il cappio che ricadde agilmente sul collo della bestia. Come previsto, quest'ultima divenne immediatamente una furia. Il giovane rotolando schivò per un pelo uno zoccolo che altrimenti gli avrebbe fracassato il cranio. Le stretta sulla fune tuttavia rimase salda. La forza dell'animale stava iniziando a trascinarlo facendogli strisciare i piedi sul terreno, ma cercò comunque di muovere una mano alla volta sempre più in avanti sulla corda per avvicinarsi ad esso. Una volta giunto a portata, sarebbe balzato in groppa all'animale cercando in tutti i modi di non farsi sbalzare via. Poi sarebbe venuta la parte pericolosa: sfruttando al massimo tutti i suoi anni di addestramento, avrebbe cercato di liberare il collo del cavallo dalla stretta della corda; difatti era convinto che quella bestia, viste le esperienze passate, avrebbe opposto una maggiore resistenza con quella sensazione sulla pelle. Se fosse riuscito a domarla, avrebbe dovuto farlo reggendosi unicamente al suo collo o alla poca criniera che le rimaneva.
    Pregò solo il Grande Stallone di non fare una fine così insulsa...



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    Gli zoccoli del cavallo si erano puntati a terra deciso a non proseguire oltre la danza con quello strano uomo
    il dorso dell'animale si sollevava e si abbassava ritmicamente nel tentativo di sgropparsi di dosso l'intruso,
    quindi riprendeva a galoppare furiosamente e a sgroppare di nuovo.


    Le risa dei Cavalieri di Sangue di Merago erano incontenibili, Rakharo stava offrendo uno spettacolo che nessuno dei presenti avrebbe dimenticato molto facilmente.

    il ragazzo venne sbalzato a terra, trattenuto solo dalla forza delle sue braccia
    la carne del polpaccio sinistro graffio la dura terra e le pietruzze che vi erano disseminate
    lacerandosi in più punti mentre il cavallo continuava la sua corsa.


    "Le scorte di cibo sono finite, se ti fai ridurre a brandelli potremmo cibarci della tua carne!"-risero quelli iniziando a puntare scommesse sul momento in cui il ragazzo si sarebbe arreso.

    Le reazioni del cavallo me le ha consigliate Lady, allora nel prossimo turno descrivi pure che lo catturi tranquillamente, ma perderai 8 punti vita dati dalle belle strusciate e zompate per terra. Puoi inserire nel tuo post anche i 5 giorni di cavalcata fino a Vaes Khewo considerando quanto ti hanno detto gli uomini, ossia le scorte stanno terminando. Sei ancora nel deserto, puoi catturare un piccolo animale per potervi sfamare. Se non me lo ruoli vi tolgo 1 punto vita per ogni giorno senza cibo.
    Per ora l'acqua ancora ne avete. Dai che ci siamo quasi, sei all'ultima fermata prima di Vaes Khadokh :D

    Non segnare nulla ancora in scheda, me lo segno io come promemoria:
    Vita= 72/81
    Cavallo da guerra maschio (R4 V9)
     
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    Come ci si poteva aspettare l'impresa fu tutt'altro che semplice. L'animale, non appena Rakharo riuscì a saltargli in groppa, bloccò tutte e quattro le sue zampe a terra rifiutando istintivamente di muovere un singolo passo. Il giovane Dothraki pensò che quell'atteggiamento avrebbe facilitato notevolmente la liberazione del collo dalla corda ma dovette ben presto ricredersi; inizialmente con deboli sgroppate, poi in maniera sempre più violenta e furiosa, il cavallo prese a scalpitare cercando di scrollarsi di dosso il suo nuovo cavaliere. L'idea di sporgersi per liberarlo dalle corde svanì completamente quando quello prese a galoppare e saltare per la zona, costringendo così il khalakko a doversi attaccare ad essa. Tuttavia, a causa di quell'improvvisa reazione, le dita non riuscirono a stringersi al meglio attorno al cappio ed inevitabilmente scivolarono dopo un paio di scossoni. Il ragazzo si ritrovò catapultato all'indietro e per pura fortuna il suo collo non si ruppe all'impatto col terreno. Si era fatto qualche graffio contro i resti di quelle antiche rovine ma non c'era tempo per potersi leccare le ferite: la bestia pareva particolarmente irritata del suo tentativo di domarla, tanto che, giratasi verso di lui, si alzò sulle zampe posteriori per cercare di schiacchiarlo sotto i propri zoccoli. Solo i suoi sensi allenati da decine di addestramenti gli permisero di rotolare appena in tempo o anche il suo cranio avrebbe fatto la stessa fine di coloro che un tempo vivevano lì. Una volta fuori portato, si rimise in piede tremando leggermente ma senza distaccare gli occhi dal suo nuovo "avversario", che continuava a scalpitare riempiendo l'aria con i suoi nitriti.

    "Le scorte di cibo sono finite, se ti fai ridurre a brandelli potremmo cibarci della tua carne!"

    Seguirono delle risate. Di certo i suoi compagni si stavano godendo uno spettacolino divertente dalla loro distanza di sicurezza. Lui d'altro canto non poteva permettersi il lusso di controbattere visto che lo scontro che aveva iniziato era ancora in atto. Beh se volevano divertirsi, tanto valeva dar loro qualcosa da ricordare...
    Preso un bel respiro, cominciò ad avvicinarsi nuovamente al cavallo ruotandogli attorno e cercando di seguire il ritmo dei suoi movimenti. Gli occhi scuri dell'animale erano perennemente puntati su di lui in attesa della prossima mossa. Non dovette aspettare molto perché il Dothraki si lanciò con un balzo verso il suo fianco afferrando il lembo della corda, ancora stretta attorno al collo. Immediatamente il destriero scalciò spostandosi di lato ma lui sfruttò questo movimento per rigettarsi sulla groppa. Stavolta niente buone maniere: la corda sarebbe rimasta dove stava, magari addirittura un po' più stretta. La afferrò con una mano mentre l'altra andava ad insediarsi tra le pelle del cavallo e il cappio e ancora una volta cercò di resistere ai continui movimenti a cui venne sottoposto. Un paio di volte rischiò nuovamente di andare a faccia a terra ma la migliore presa che era riuscito a mantenere gli consentì di rimanere in groppa. Bastò un'altra manciata di minuti per far desistere l'animale che finalmente si arrese di fronte al suo padrone. Lentamente mosse una mano verso il suo collo massaggiandolo per tranquillizzarlo, la battaglia era stata estenuante per entrambi. Le sue palle in particolare erano state quelle a risentirne di più, ma nonostante tutto non poté non esserne fiero.



    "Non fartelo sfuggire, Rakharo!"

    Come se ci fosse bisogno di dirglielo! Le scorte erano ormai finite, erano riusciti a tirare avanti con qualche piccola preda trovata dopo Vojjor Samui ma niente che potesse sfamarli sul lungo periodo. Mancavano ancora quattro giorni prima di Vaes Khewo, quella poteva essere una delle loro ultime possibilità di non morire di fame.

    "Quel figlio di puttana scappa più veloce di una donna agnello!"

    Il khalakko spronò nuovamente il proprio cavallo, i cui zoccoli battevano pesantemente sul terreno. L'animale dava ancora alcuni segni di ribellione ma in generale si era abituato alla sua presenza. E di questo non poteva che esserne felice. Rovina, questo era il nome che gli aveva dato, era un esemplare meraviglioso ed era certo che col tempo si sarebbe rivelato un compagno fidato. In quella caccia di certo lo fu: supero in velocità l'okapi e gli si piazzò davanti spaventandolo e costringedolo a rallentare per cambiare direzione. Un lasso di tempo sufficiente a Leqso per trapassare il collo di quella preda con una delle proprie frecce. Rakharo osservò soddisfatto il cadavere dinnanzi a lui dando un paio di pacche sul collo dell'animale.
    Sì, quel viaggio si stava rivelando più proficuo del previsto. Sperava solo che alla sua fine vi fosse la ricompensa finale...



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    Vaes Khewo era stranamente popolata rispetto alle città che avevano attraversato durante quel lungo viaggio: mercanti di ogni tipo avevano stanziato le loro carovane tra i ruderi dell'antica città del regno di Sarnor allestendo un mercato a cielo aperto che aveva accolto già alcuni piccolissimi khalasars di passaggio. Certo, non si trovavano a Vaes Dothrak, questo voleva dire che versare il sangue era permesso e che avrebbero dovuto fare attenzione ad attraversare la capitale tutti interi, ma per il momento ogni guerriero sembrava intento a barattare averi per riceverne altri in cambio e nessuno sembrava avere intenzioni ostili.
    Ad una rapida occhiata Rakharo non avrebbe individuato nessuno dei traditori del suo khalasar, al contrario un bancone ricco di carne essiccata, latte e formaggi. Accanto vi era un'anziana dothraki intenta a vendere pelli di cavalli e di altri piccoli animali come ornamenti, guanti e stivali. Più a destra vi erano invece una serie di armi affilate disposte in ordine su un bancaccio di legno ammuffito, con un fabbro preso a battere il suo martello sull'incudine. Un giovane ragazzo infine commerciava in gioielli e tinture per il corpo.
    "Forse dovremmo prendere da mangiare prima di proseguire. Da qui a Vaes Khadokh ci attende un ripido percorso di montagna, non credo troveremo molto di cui sfamarci."
    "Potremmo barattare il cavallo volendo.."

    Qui hai incontrato un piccolo mercato. Ricapitolando:
    cibo
    pelli
    armi
    ornamenti
    Vedi se vuoi prendere qualcosa (ovviamente non hai soldi, devi barattare quel che ti sei portato dietro), vuoi domandare qualcosa, vuoi provare a rubare qualcosa ecc ecc. Non incontrerete cibo sufficiente per i prossimi giorni.
     
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    Tra tutte le mete di quel lungo viaggio di certo fu Vaes Khewo quella a stupirlo maggiormente. Tutto si aspettava tranne che trovare proprio in mezzo a quelle rovine fatiscenti un vero e proprio mercato pieno di vita. E lo stupore non poté che aumentare nel vedere altri Dothraki popolare quelle antiche vie, senza ammazzarsi a vicenda perdipiù. Da quel che sapeva solo all'interno dei confini di Vaes Dothrak vigeva l'antica legge di non versare sangue, quindi per quale motivo quelli si stavano limitando a barattare al posto di saccheggiare i numerosi stranieri che soggiornavano in mezzo a loro? Forse i mercanti erano diretti a Vaes Dothrak e, sfruttando la protezione offerta dai doni per il Dosh Kaleen, avevano deciso di attardarsi in quella città defunta per ottenere qualche buono scambio ancor prima del tempo.
    Sì, doveva essere per forza così! A giudicare dagli sguardi altrettanto sorpresi degli altri Cavalieri infatti, quella non pareva essere una cosa così comune. E per quanto la protezione potesse essere quasi scontata per quegli stranieri, lo stesso non si poteva dire per loro. Man mano che avanzavano, guardinghi, tuttavia si resero ben conto di non ricevere occhiate troppo ostili: gli altri Dothraki erano troppo intenti ad ottenere un buono scambio per far caso ai nuovi arrivati e, fino a quel momento, non avevano ancora incontrato neanche uno dei traditori sopravvissuti. Rakharo iniziò quindi a rilassarsi e ad osservare ciò che Vaes Khewo poteva offrirgli. In effetti quella sorpresa era stata un bel colpo di fortuna; la carne dell'okapi era ormai finita la sera prima e dubitava di trovare un'altra possibile preda in una zona così popolata. A quel che pareva Assilo condivideva le sue stesse preoccupazioni.

    "Forse dovremmo prendere da mangiare prima di proseguire. Da qui a Vaes Khadokh ci attende un ripido percorso di montagna, non credo troveremo molto di cui sfamarci."

    Annuì, pensieroso.

    "Potremmo barattare il cavallo volendo.."

    A parlare era stato Brako, supportato dal silenzioso cenno di Draenno. Il khalakko osservò lui, poi il cavallo che li seguiva, privo di cavaliere, in fondo al gruppo. Lo aveva servito bene fin dalla partenza da Vaes Dothrak ma il Grande Stallone gli aveva concesso di trovare Rovina sulla sua strada, e dubitava che avrebbe cavalcato altro fino alla morte sua o dell'animale. Annuì nuovamente, l'animale aveva perso ogni utilità ormai. Ciò che gli serviva davvero era cibo.
    L'occhio cadde su una bancarella gestita da un'anziana donna del suo popolo. Su di essa erano esposti carne essiccata, latte, formaggi... esattamente i beni di cui avevano bisogno. Si avvicinò quindi alla vecchia, scendendo da Rovina ed afferrando per le redini la propria merce di scambio. La fissò negli occhi e indicò col capo l'animale.

    "Quanto cibo ci puoi dare per questo cavallo?"

    In seguito sarebbe passato ad altri tipi di compere. Fin dal suo arrivo aveva subito notato un fabbro straniero, affiancato da una discreta quantità d'armi. Gli si avvicinò a passo deciso con un sacchetto di pelle stretto nella mano. Una volta arrivato abbastanza vicino, ne versò il contenuto sul suo bancone: un piccolo mucchio di pietre preziose si ritrovò ben presto a brillare alla luce del sole. Osservò il fabbro, con un sopracciglio inarcato.

    "Hai una faretra e delle frecce?"

    Infine, per puro sfizio personale, si sarebbe diretto da un giovane, poco distante, che vendeva tinture per il corpo. Non che fosse mai stato vanitoso, perlomeno non troppo, ma effettivamente le pitture che lo coprivano stavano ormai iniziando a sbiadire e poi voleva sbarazzarsi di un peso inutile. Aveva trovato una daga dopo la battaglia contro Arraqo; ma come poteva essere utile una lama tanto patetica, quando nella sua mano stava stretto un potente Arakh?



    Parole 602

    Per comodità ho già scritto tutti gli scambi che volevo fare, se è un problema considera solo il primo!

    Cavallo ----> Cibo
    Quarzo ----> Faretra e Frecce
    Daga ----> Tintura Corpo
     
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    Forse il viaggio di Rakharo era stato benedetto dalla fortuna, o forse, più semplicemente, non aveva fiuto per gli affari e non si accorgeva del valore di ciò che stava barattando, ma il giovane Dothraki ottenne tutto quello che aveva chiesto per i prodotti consegnati, ed in abbondanza!
    Per il vecchio cavallo del khalasar ricevette formaggio, latte e carne secca in grado di sfamarli non solo fino a Vaes Khadokh ma anche per buona parte del ritorno; per il quarzo, gioiello prezioso di cui probabilmente non conosceva il valore, ricevette una piccola faretra piena di frecce. Per la daga infine, arma piccola ma comunque ancora buona, il ragazzo guadagnò un barattolo ripieno di polvere bluastra.
    "Alza la guardia d'ora in poi. Cavalcare in territorio montuoso non è semplice come sul mare d'erba."

    Allora, per ora non inserire in scheda, poi ti lascio tutto a fine quest, tanto mi basta un solo singolo post. Questo qui!
    Se vuoi puoi domandare ai mercanti/ fare qualcosa ecc io reagisco di conseguenza, in ogni caso hai de descrivere:
    1 giorno e mezzo di viaggio nel mare d'erba +
    8 giorni di viaggio per una zona montuosa.
    Come al solito puoi fare add marziali presenti a Vaes Dothrak ecc, ma ciò che mi interessa è che tu mi dica come arrivi a Vaes Khadokh. Nel senso, ci entri e basta? Ti apposti? Vi dividete? Aspetti la notte? Giorno? Vedette? Insomma, dopo il tuo post ti chiudo la quest e ti riapro il grosso a destinazione giunta, fammi vedere come cominciare :D
     
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    Finalmente finì di sistemare il tutto sul fianco di Rovina. Il baratto era andato meglio del previsto: ora accanto all''arco, vi era una faretra piena di frecce e la vecchia aveva dato loro talmente tante provviste per il cavallo che si erano dovuti spartire il peso in tutto il gruppo. Per ultimo mise in una tasca dei bagagli la boccetta di tintura appena ottenuta, assicurandosi che non si rompesse durante il viaggio. Con un piede nella staffa poi si issò sul proprio destriero afferrandone le redini, osservò i suoi compagni ed accennò un movimento del capo.

    "Leviamoci di mezzo!"

    Per quanto fosse un ottimo luogo ove riposarsi e fare rifornimento, i suoi timori tutt'ora persistevano. Quel posto non era Vaes Dothrak, i Dothraki lì presenti non erano tenuti a rispettare nessuna antica legge e il loro grosso carico di cibo poteva far gola a qualche disperato. Preferiva di gran lunga riposare lontano da occhi e lame indiscrete. Il gruppo quindi, seppur con discrezione, uscì rapidamente dall'ennesima rovina incontrata in quel lungo viaggio. Fortunatamente non incontrarono problema alcuno nel farlo, cosa che consentì al khalakko di focalizzarsi ancora una volta sul proprio viaggio. Li attendevano ancora una decina di giorni a cavallo, ma alla fine sarebbero finamente arrivati a destinazione. E avrebbero scoperto se i suoi sospetti fossero fondati.



    Le parole di Assilo si erano rivelate fin troppo veritiere. Raramente gli era capitato di cavalcare su tratti montuosi e mai per periodi di tempo così lunghi. Era davvero molto più difficile che muoversi nel Grande Mare d'Erba: spesso ci si ritrovava a dover affrontare lunghi pezzi in salita senza alcun preavviso e il terreno si era rivelato instabile in diverse occasioni. Ciò aveva pesantemente influito sull'andamento del viaggio ma Rovina, come aveva previsto, si era dimostrato un'ottima e resistente cavalcatura riuscendo ad affrontare quella prova senza uscirne troppo affaticato.
    Alla fine anche quell'estenuante viaggio ebbe un termine e poté sentire quelle dolci parole.

    "Siamo arrivati."

    Isntintivamente tirò un sospiro di sollievo mentre gli occhi vagavano sull'orizzonte. Il sole era già calato da un po' ma la luce della luna consentiva loro di vedere, un centinaio di metri più in là, le informi sagome delle rovine. Vaes Khadokh era finalmente a portata di mano. E con lei, forse, il resto dei loro cavalli.

    "Che facciamo ora, Sfregiato?"

    Girò il cavallo verso Leqso. Osservò prima lui, poi ad uno ad uno tutti gli uomini che lo avevano accompagnato in quella folle impresa. Lo avevano fatto solo perché il loro Khal glielo aveva comandato, ma non poté che sentirsi orgoglioso della loro presenza.

    "Sfruttiamo le ombre e avviciniamoci. Tenete pronti le armi ma non siate avventati..."

    Se si era sbagliato, probabilmente nulla li attendeva nella Città dei Cadaveri. Se aveva ragione, tuttavia, più di duecento uomini si nascondevano in quelle rovine. E la testa del loro precedente Khal stava riposta a pochi centimetri dalla sua coscia.



    Parole 472

    Perdona il post striminzito ma non vi veniva proprio in mente nulla e non volevo farti aspettare una settiman^^
     
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    <span>[IMG=oqmOPj5]http://i.imgur.com/oqmOPj5.jpg[/IMG]<p><b>Brutale</b>
    Descrizione: il PG è particolarmente violento
    <i>Effetti Immediati</i>: +2 Marzialità, -2 Diplomazia
    <i>Effetti Permanenti</i>: - 15 Fama, +5 Pietà(culto Grande Stallone), +10 Affinità Tratto Brutale</p></span>

    Attivazione Terrore dei Villaggi 2/3
    Affinità Dothraki +3
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    Cancella dalla scheda: Quarzo, Daga di Ferro
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    Faretra in cuoio
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    <span>[IMG]http://www.leoricus.it/img_prodotti/faretre/big/far010_01.jpg[/IMG]<p>Faretra in cuoio (contiene 30 frecce)</p></span>

    30 frecce di legno
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    <span>[IMG]http://i66.tinypic.com/2wf2wro.jpg[/IMG]<p> Frecce di legno ATT 1 (*30)</p></span>

    Tintura per il corpo
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    <span>[IMG]https://i.ebayimg.com/images/g/w3AAAOSwTA9X2s-Y/s-l300.jpg[/IMG]<p>Tintura per il corpo (+10% riuscita Tiri di Intimidazione/ 3 dosi)</p></span>

    Cavallo da guerra maschio
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    <span>[IMG]https://i.ebayimg.com/images/g/w3AAAOSwTA9X2s-Y/s-l300.jpg[/IMG]<p>Cavallo da guerra maschio R4 V6 </p></span>

    Libro misterioso
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    <span>[IMG]http://www.tuttopistoia.it/ridimensiona.html/cms/600/360/10/cms/custom/files/100017/ct50012_id166304_t1/il-libro-antico-22847513.jpg[/IMG]<p>Libro misterioso </p></span>
     
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