Storie Intorno al fuoco

Semilibera Kammo/png vari

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    Kammo si era rintanato tra i cespugli a medicarsi le ferite e a rimuginare sul suo fallimento. Se ne stava seduto su un tronco caduto, dopo aver finito di pulire e disinfettare le ferite dove era riuscito ad arrivare. Le gote coperte di sangue secco presentavano i segni delle lacrime. Sì, Kammo stava piangendo. Alla fin fine era un ragazzino di venti anni e forse era davvero stato un folle a fare quello che aveva fatto. Davvi lo aveva avvisato che anche se avesse ucciso il khal, non era detto che tutti gli uomini di quel khal lo seguissero.
    Avevano lasciato l’accampamento di Kovarro con giusto 2 cavalli in più rispetto al loro arrivo, la famiglia di Gralato e la moglie del defunto Khal. I cavalieri di sangue e Fakko manco avevano una moglie, quindi non poteva nemmeno annoverarle nel bottino. Ci era andato così vicino… Se solo fosse riuscito a schivare un solo colpo in più, forse avrebbe potuto affrontare anche Villo e diventare così Khal. Uno vero per lo meno, non uno con un khalasar composto da quattro donne e mezzo, lui e un vecchio. Uno dei cavalli recuperati però era davvero, ma davvero bello. Anzi, bella, perché era una femmina appena giunta all’età adulta. Aveva un fisico imponente, una muscolatura scattante e il manto nero come la notte. L’avrebbe chiamata Ajjalani, poco ma sicuro e lei e Noah avrebbero fatto tanti bei puledrini, che sarebbero diventati ottimi cavalli del suo khalasar.
    Quale Khalasar, idiota?
    La possibilità di avere un khalasar si era dissolta come una piccola pozza d’acqua in una giornata torrida. Aveva aspettato un poco, aveva volutamente impiegato più tempo del necessario per recuperare il cavallo di Fakko, ma nessuno lo aveva raggiunto dall’accampamento. Nessuno lo aveva seguito, nonostante avesse dimostrato la sua forza, nonostante avesse vinto lo scontro con Kovarro e se Villo non fosse intervenuto come un avvoltoio, avrebbe sconfitto anche l’ultimo cavaliere di sangue e a quel punto lui sarebbe stato khal.
    Invece era arrivato Villo, fresco e riposato come una rosa. Avrebbe dovuto ucciderlo quando poteva…
    Udì il rumore delle sterpaglie e intuì che qualcuno si stava avvicinando. Tirò su col naso, si riempì il palmo della mano con un poco d’acqua e si sciacquò un poco il viso. Non voleva farsi vedere piangere, aveva già fatto una così magra figura.
    “Mio Sole e Stelle” disse Davvi sbucando da in meglio i cespugli. Aveva passato in rassegna il bottino e aveva trovato alcuni pezzi di tessuto che sarebbero andati benissimo per medicare le ferite di Kammo.
    Il ragazzo la fissò e le rivolse un sorriso triste. “Luna della mia vita… Non ho ancora imparato a parare… eh?” commentò, sforzandosi di non dare peso a quella che per lui era una sconfitta. Aveva vinto tutte le battaglie… ma alla fine aveva perduto la guerra. Aveva fatto così tante promesse a Davvi e non le aveva ancora mantenute. Non si sarebbe arreso, non sarebbe venuto meno alla parola data proprio con lei.
    Davvi lo fissava severamente e Kammo sbuffò infastidito. “Dai su… non sono conciato così male… sono ancora intero… ho ancora le braccia” ironizzò e poi sospirò. “Mi aiuti con la schiena? Non riesco a medicarmela da solo…” spiegò. La ragazza andò alle sue spalle, scostò la treccia di Kammo spostandogliela oltre la spalla e descrisse la ferita a Kammo. Lui le spiegò come medicarla, così come Qranna aveva spiegato a lui. Lavare la ferita, tamponarla senza strofinare e bendare. Non aveva erbe medicamentose, poteva fare solo quello. Quando Davvi ebbe finito di fasciargli il torso, lo aiutò a indossare i gambali di cuoio e gli stivali che erano stati di Kovarro. Gli stivali erano un po’ larghi, ma erano sicuramente più robusti di quelli che Qranna gli aveva donato un anno prima, quando aveva rimesso piede a Vaes Dothrak dopo una decina d’anni di solitudine. Quindi tornò alle sue spalle e iniziò ad armeggiare con la treccia, sciogliendola con cura, per poi liberare i capelli dal sangue raggrumato. Quindi riannodò il crine in una nuova treccia aggiungendo le quattro nuove campanelle che il marito si era guadagnato.
    “Sono felice che non sei morto” disse, mentre armeggiava con i capelli di Kammo.
    “Lo sono felice anche io. Non avrei potuto proteggerti da morto… anche se non sono un granché nemmeno da vivo. Ti ho trascinato in un grande pericolo… E non me la sono sentita di rischiare lo scontro con Villo… se avesse vinto… avrebbe potuto farti del male… e avevi già rischiato troppo” mormorò, sospirando poi rumorosamente.
    Davvi ultimò la treccia e si inginocchiò tra le gambe del marito, prendendogli il volto tra le mani. “Sei stato bravo” disse semplicemente e gli posò un bacio sulle labbra.
    Kammo chiuse gli occhi a quel contatto e assaporò lentamente le labbra di sua moglie. Stava quasi per dimenticare i suoi fallimenti e mettersi a montare Davvi, quando la voce di Gralato lanciò un grido d’allarme.
    “Cavalieri! Devono averci seguito!”
    Kammo scattò in piedi, afferrò l’arakh di acciaio e raggiunse il vecchio e la sua famiglia. All’orizzonte vi erano davvero dei cavalieri e la direzione da cui provenivano era inequivocabile. Kammo salì in groppa a Noah e si preparò al peggio, perché contava almeno 15 cavalieri. Ma poi vide anche alcune teste appiedate. Donne… bambini… forse schiavi e persino un carro. Alcuni dei volti di quei cavalieri li riconobbe: i sei che Villo aveva abbandonato dandosi alla fuga.
    Il gruppo si avvicinò lentamente, poi i guerrieri scesero da cavallo e quella ventina di persone si prostrò ai suoi piedi.
    “Noi riconosciamo la tua forza e vogliamo seguirti, khal Kammo” disse quello che doveva essere il portavoce.
    Kammo rimase spiazzato, guardò loro, guardò l’orizzonte per assicurarsi che il resto del khalasar di Villo non arrivasse a massacrarli, poi Gralato e infine Davvi. Quest’ultima gli sorrise.
    Kammo scese da cavallo e conficcò l’arakh nel terreno. Non sapeva cosa fare, guardò nuovamente Davvi e lei gli fece cenno di avvicinarsi.
    Lui si umettò le labbra, si avvicinò al portavoce e gli porse la mano per aiutarlo a rialzarsi.
    “Seguitemi e assieme cacceremo, razzieremo e ci renderemo degni dei favori di Verzhof” disse Kammo, sollevandolo da terra. Se ne pentì immediatamente, perché come quello fu in piedi, Kammo si accorse di arrivargli sotto al mento. Sospirò infastidito, non era colpa degli altri se erano alti, era lui che era fottutamente basso.
    “Aiutiamoli ad accamparsi!” esordì il ragazzo rivolgendosi a Gralato.
    Assieme allestirono quell’accampamento. Il suo primo vero accampamento, un vero e proprio khalasar, piccolo, ma lo avevano chiamato khal! Avevano scelto di seguirlo, nonostante conoscessero Villo da più tempo. Be’ a Kammo era bastato poco per inquadrare Villo come un opportunista di merda, pronto a cambiare decisione così come uno stelo d’erba ondeggiava a seconda dei capricci del vento.
    Quel gruppetto aveva raccolto le sue cose, smontato le proprie tende, quella di Kovarro che Kammo non aveva preso perché non aveva posto dove metterla con solo quattro cavalli e si era incamminato dietro di loro. Temevano di averli persi, ma Kammo si era liberato dei corpi di Fakko e dei due cavalieri di sangue lungo la via, quindi avevano potuto seguirlo e trovarlo. Ed eccoli lì, accampati in una macchia d’alberi sperduta nel mare d’erba, alla luce del tramonto, tutti raccolti attorno al fuoco con quel poco che avevano avuto modo di cacciare. Ma c’era latte di cavalla per tutti, grazie alla giumenta di Qranna!
    Kammo avrebbe fatto fatica a ricordarsi i nomi di tutti, ci avrebbe impiegato un po’ di tempo, ma se li era fatti dire.
    I 15 guerrieri erano Qorro, Tenno, Sago, Nero, Kothoro, Rakharo, Garro, Laro, Temaro, Djago, Barbo, Chero, Ferro, Mago e Pirro. Poi ovviamente c’era Gralato.
    Le donne invece erano Irri e Jiqui, più Puni, la vedova di Kovarro. A queste ovviamente si aggiungevano Izhi, la moglie di Gralato, Tirli e Oqetti, le due figlie più grandi, e Kassi, la piccola senza gambe. Meno male che c’era un carro ora, sarebbe stato meno problematico trasportarla!
    Poi c’erano due vecchie, Elaji e Jilli, che dovevano avere visto trascorrere parecchie stagioni.
    Infine c’erano sei schiavi, tre maschi e tre femmine. Kammo non chiese i nomi, prima avrebbe parlato con i dothraki, ma sicuramente si sarebbe informato, anche perché aveva 15 guerrieri e solo due avevano moglie e due figli a testa, se non contava Gralato.
    C’erano le due figlie grandi di Gralato, e volendo le tre schiave… ma doveva procurarsi altre femmine per i suoi uomini, per evitare che guardassero troppo Davvi. Kammo pensò che fosse meglio, almeno per il momento. che i tredici scapoli si spartissero le tre schiave. Poi se Oqetti e Tirlo avessero provato interesse per qualcuno di loro, magari si potevano sposare. Una cosa era certa: non voleva stupri tra membri del proprio Khalasar.
    “Qorro” esordì Kammo, vuotando la propria scodella di latte. “Mentre combattevo con Fakko, Villo è scappato a sud ovest. Quando l’ho raccontato a Kovarro, lui sembrava sapere dove si fosse diretto. Lo sai anche tu?” chiese rivolto al guerriero.
    Era strano potersene stare lì a chiacchierare, senza il rischio di un attacco a sorpresa. Kammo aveva piazzato Temaro e Laro a far la guardia ai cavalli, mentre Chero e Mago controllavano il perimetro. L'accampamento era piccolo, quindi era facile gestirlo.


    Pronto soccorso 1


    Edited by Baldr - 27/8/2018, 00:08
     
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    Qorro si grattò a lungo il mento per cercare di trovare una risposta alla domanda di Kammo, che infine gli arrivò chiara, non senza alcuni lunghissimi momenti di riflessione.
    "Se non sbaglio l'ho sentito parlare un paio di giorni fa con Kovarro di un khalasar a sud, nei pressi di Vaes Diaf."
    Si strinse nelle spalle per cercare informazioni più importanti.
    "Aveva qualcosa in ballo con degli schiavi, parlava di presentarsi in una delle città della Baia, non so altro. Il Khal non sembrava affatto contento però e si era dovuto far passare la voglia."
    "Voleva scendere fino a Mereen, far dono ai loro khal degli schiavi catturati e pretendere doni in cambio. Diceva che le carovane a sud lo facevano spesso."
    Ad intervenire fu Puni. La donna aveva lo sguardo spento ed i capelli arruffati avevano diverse striature grigiastre; si era fatta avanti portandosi accanto al fuoco insieme al resto degli uomini per dire la sua.
    "A Kovarro non piaceva rischiare. Diceva che il mondo di un Dothraki è il Mare d'Erba, non le città degli uomini di latte."
     
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    Kammo rifletté su quelle parole e si grattò il capo. Si massaggiò persino la tempia, perché qualcosa gli sfuggiva.
    “Fatemi capire… Villo aveva proposto a Kovarro di osare… e la maggior parte dei vostri fratelli ha scelto di restare con lui, dopo che lui mi ha accusato che vi avrei fatto rischiare?”
    Si grattò la barbetta, liberandola dai grumi incastrati in essa. Era il caso di fare un bagno il prima possibile, o avrebbe attirato mosche da chilometri.
    “Quando lui è il primo che in passato voleva rischiare?” concluse. Si strinse nelle spalle.
    “Io fuori dal mare d’erba ci voglio andare, ma direi che ora siamo ancora un po’ troppo pochi. Torneremo a Vaes Dothrak, siamo a cinque giorni di viaggio… ma abbiamo gente appiedata, quindi facciamo sette giorni…” commentò. “Così potrai entrare nel Dosh Khaleen” spiegò Kammo, guardando Puni e aggrottò la fronte. Si morse il labbro con espressione pensierosa. La vedova non sembrava felice, probabilmente perché lui gli aveva ammazzato il marito. “Perdonami se non ti ho permesso di rimanere con il tuo vecchio Khalasar… Ora la pira di tuo marito starà brillando nella notte, portando la sua anima alle Lande della Notte. Ha combattuto bene… È stato davvero un grande avversario… era forte. Ma dovevo riprendermi le donne di Gralato. Gli avevo promesso di aiutarlo a ritrovarle” le spiegò, poi si frugò nella cintura e sfilò le trecce dei guerrieri caduti. Aveva preso una campanella da ciascuna di esse e se le era fatte acconciare da Davvi, ma le trecce erano ancora lì. Prese la più lunga, quella di Kovarro e la porse a Puni. “Immagino non sia la stessa cosa, ma puoi bruciare la sua treccia e pregare per lui.” Guardò gli altri e mise a loro disposizione le trecce che aveva reciso. “In fondo erano vostri fratelli… Avete il diritto di pregare per loro, anche quelli a cui non ho concesso una pira…” assicurò tranquillo. Poi si alzò e si avvicinò al gruppo di donne dove c’erano anche le figlie di Gralato. Si sedette di fronte a Kassi e la studiò irrispettoso. Alzò lo sguardo sul volto della bambina e le sorrise. "Troveremo un modo di farti andare a cavallo. Dobbiamo vedere se c’è qualcuno qua in mezzo che sa costruire selle. Secondo me, se ci mettiamo un qualcosa dietro, come lo schienale delle sedie, potremmo farti stare dritta legandoti a esso. Ma sino ad allora dovrai andare sul carro” spiegò tranquillo, poi guardò Oqetti e Tirli. “Vi hanno stuprato molto?” chiese indelicatamente. “Perché ora ci sono tanti guerrieri senza moglie e se ce ne fosse uno che vi piace, non sarebbe male se voi vi faceste montare. Ma non voglio stupri nel mio khalasar… quindi vi farete montare se lo vorrete… ma non siate timide… Perché se anche lo stupro è ricevuto contro la propria volontà, farlo perché lo si vuole è bello… o almeno… credo a Davvi piaccia” borbottò e guardò Davvi, arrossendo. “Be’ a me piace di sicuro” aggiunse sfregandosi un orecchio imbarazzato. “Credo dovrebbe piacere anche a voi, altrimenti non saprei spiegarmi perché vostra madre ha fatto tre figlie” commentò poi. “Immagino che vostro padre stanotte si darà da fare con vostra madre. Non l’ho messo di guardia apposta, immagino lei gli sia mancata, così come gli siete mancate voi. È una vera fortuna che Kovarro vi abbia tenute tutte con sé… la mia paura era che foste state vendute!” spiegò. “Invece il Grande Stallone vi ha tenute tutte assieme e ora avete potuto riabbracciare vostro padre” disse soddisfatto. Quel salvataggio era stata l’unica soddisfazione prima di scoprire che qualcuno invece lo aveva seguito e scelto come Khal.
    La sua attenzione si spostò quindi su Irri e Jiqui. Erano entrambi madri di due bambini una di loro stava persino allattando al seno. “Cosa sapete fare?” chiese. “Magari qualcuna di voi due sa fare medicazioni o curare con le erbe? O qualsiasi cosa utile” disse, poi distolse lo sguardo, perché si era reso conto di stare guardando le tette di quella donna. Se a lui non piaceva che altri guardassero Davvi, magari agli altri dava fastidio alla stessa maniera che gli altri guardassero la propria donna. Però guardare il bimbetto di un anno attaccato al seno gli aveva fatto venire malsane idee e tutte vertevano sulle tette di Davvi. Scrollò il capo e cercò con lo sguardo Izhi, ma magari Gralato se la stava già montando da qualche parte. Se avessero rapito Davvi, la prima cosa che Kammo avrebbe fatto una volta recuperata, assicuratosi che stesse bene, sarebbe stato montarsela, per farle capire che andava tutto bene. Non era di certo laureato in psicologia. Spostò poi lo sguardo sul gruppo di schiavi. “E voi? Cosa sapete fare?” domandò. Era importante sapere chi sapeva fare cosa in un khalasar. Se uno schiavo fosse stato superfluo lo si sarebbe potuto barattare con qualcosa di più utile.
     
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    Pruni prese tra le mani la treccia offertale da Kammo chinando il capo in segno di ringraziamento; era strano ringraziare l'uomo che aveva ucciso il proprio marito per un gesto di umana cortesia, ma era più di quanto ci si poteva aspettare in una situazione del genere ed era sufficiente. Del resto la vedova era piuttosto convinta che sarebbe stato il tempo, da solo, a vendicare la morte di Kovarro.
    "Villo è molto furbo, ma è un codardo. Probabilmente avrebbe mandato avanti Kovarro ed i suoi restandosene in disparte a godersi i proventi delle razzie. Diventare Khal è un onore, ma anche una grossa responsabilità, dovrai sempre guardarti le spalle. San athchomari yeraan." - concluse allontanandosi per riposare.
    Oqetti e Tirli al contrario della vedova sembravano molto meno sicure di loro stesse; avevano riabbracciato il padre restandosene in disparte ed in silenzio per tutta la camminata e tutta la serata, l'una sempre accanto all'altra. I loro occhi si socchiusero di fronte alle parole di Kammo, lui era l'uomo che le aveva liberate ed era evidente che intendesse continuare a proteggerle, ma sembrava anche un perfetto idiota o comunque le ragazze fraintesero le parole del Dothraki. Fu Oqetti a prendere la parola per prima togliendo la sorella dall'imbarazzo.
    "Dal Khalasar da dove proveniamo è comune che il vincitore di una battaglia scelga una delle donne come concubina. Se Khal Kammo vorrà scegliere me o mia sorella ne saremmo felici."
    Davvi non disse nulla, si limitò ad incendiare con lo sguardo le due ragazze ed il novello sposo; sapeva perfettamente che presto o tardi Kammo avrebbe trovato un'altra donna da affiancarle, ma quello era davvero troppo presto! A placare la furia della ragazza che sembrava scoppiare da un momento all'altro, ci pensarono le due donne interrogate dal Khal, più adulte e pragmatiche delle giovanissime figlie di Gralato.
    "Sappiamo tenere i cavalli, al Khalasar eravamo noi donne ad occuparcene perché c'erano pochi uomini e quelli che c'erano dovevano combattere. So allevare i puledrini e curare quelli affetti da gorgolio, mentre Irri è capace di far sgravare qualsiasi cavalla, anche i parti più difficili."
    A differenza delle donne invece, gli schiavi restarono perlopiù in silenzio guardandosi tra di loro come se non avessero capito una parola o, se lo avevano fatto, come se non sapessero quale fosse la risposta migliore da dare. Vi erano quattro uomini e due donne. A parte un ragazzino che non pesava più di un soldo di cacio, gli altri maschi sembravano comunque abbastanza muscolosi da essere adatti al duro lavoro manuale; per quanto riguardava le donne invece una era molto anziana, tanto che le rughe ne incorniciavano volto ed arti, mentre l'altra più giovane le stava sempre attaccata quasi come fosse una parente stretta. Fu proprio la donna più giovane ad alzarsi in piedi e a pronunciare qualche parola in uno strano accento ma in lingua Dothraki.
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    "Mia nonna. Io. Sappiamo cucire. Stoffa, filo...per fare vestiti."
    *Molto onore a te
     
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    "Me n'ero accorto che era un codardo" commentò Kammo in risposta a Puni. Ascoltò le parole della vedova e annuì. Guardarsi sempre le spalle. Lo aveva fatto sin dal suo abbandono, non pensava fosse poi così difficile. O forse lo era e lui non aveva idea del guaio in cui si era infilato. Ma era Khal, camminava a un metro da terra dalla felicità e dall'orgoglio.
    Alle parole di Oqetti, Kammo aggrottò la fronte. Gli erano sfuggite le occhiate di fuoco della moglie e nella sua ignoranza aveva appena incontrato una parola che non conosceva e stava cercando di capire che significato avesse. Fece cenno a Davvi di avvicinarsi e le mostrò la ciotola vuota e la moglie gliela riempì con il latte di cavalla ancora tiepido di mungitura. La cinse i fianchi con un braccio e le baciò il collo. "Cos'è una concubina?" le sussurrò. In fondo Davvi era la sua consigliera e si era presa l'impegno di educare il marito alla vita sociale dei dothraki.
    Kammo iniziò a bere dalla ciotola, osservando Davvi, la quale abbassò il capo e strinse le labbra con disappunto, chiudendo i pugni appoggiati sulle cosce. "Una moglie..." soffiò con disappunto.
    A Kammo andò di traverso il latte, tossì un paio di volte e si pulì le labbra guardando le due figlie di Gralato e poi Davvi. "Un'altra? Cioè... se io sconfiggo qualcuno posso prendere le sue donne come mogli? Ma... sarebbero tutte khaleesi?" chiese ancora sottovoce.
    Davvi scosse il capo. "La khaleesi sarebbe la tua preferita ed è solo una. Le altre... sono solo donne da scopare" disse con fastidio.
    Kammo inarcò un sopracciglio studiandola e bevve un altro sorso di latte e poi guardò Tirli e Oqetti. Non erano belle come Davvi, ma l'idea di poter scopare altre donne non gli dispiaceva. Poi aggrottò la fronte, studiando Davvi.
    Lo sguardo tornò quindi sulle figlie di Gralato e sorrise. "La vostra offerta mi riempie di orgoglio e monterei entrambe senza problemi, ma voi vi offrite solo perché è consuetudine. Le tradizioni sono importanti, ma come vi ho detto io voglio che voi vi facciate montare perché lo volete. E a parte Davvi nessuno vuole scopare uno brutto come me" ammise candidamente. "Ammettiamolo... potrei anche tagliare la testa di Khal Merago, ma non sarei mai figo quanto lui, rimarrei sempre basso e sfregiato..." disse. Posò la ciotola a terra, mise le mani sui fianchi di Davvi e se la mise a sedere sulle gambe. "La mia Khaleesi è bella, fiera e forte, degna moglie del più forte dei khal, ma io l'ho vinta per me e ho intenzione di mettere dei bambini dentro di lei se il Grande Stallone lo permetterà" disse riportando lo sguardo sulle due sorelle. "Non ha ancora un khas. Voi potreste farne parte e servirla in quanto vostra regina. Così quando sceglierò dei cavalieri di sangue per lei, magari saranno dei bei dothraki alti e dalla pelle liscia, al massimo qualche cicatrice, che vi faranno venire voglia di farvi montare a prima vista e anche voi potreste pensare a fare tanti bambini per rendere forte il khalasar. Poi magari servendo Davvi scoprirete che pure io vi faccio venire voglia e a quel punto, metti mai che Davvi sia stanca di farsi montare da me e io invece abbia ancora energie, allora verrò da voi" assicurò. Ma era certo che difficilmente Davvi si sarebbe stancata, anche se c'era da dire che ora avevano un khalasar. Kammo non doveva più preoccuparsi di fare la guardia e riposare il giusto per essere in grado di combattere il giorno successivo. Inarcò un sopracciglio portando lo sguardo sulla tenda da khal. Non gli piaceva dormire in tenda, gli spazi chiusi gli avevano sempre messo ansia, ma quella costruzione era ampia e se una volta dentro fosse scopato Davvi fino allo sfinimento era certo che avrebbe dormito come un ghiro. Avere più mogli. Non sarebbe stato male, così quando avrebbe avuto dei guerrieri di sangue, avrebbe tenuto Davvi per sé e condiviso le altre... Annuì e si leccò le labbra. Tutto quel parlare di montare e scopare gli stava facendo venir voglia.
    Scosse il capo e si dedicò alle altre donne. Annuì e sorrise. "Che bello! Mi racconterete le vostre esperienze! A Vaes Dothrak Qranna del Dosh Khaleen mi ha insegnato tutto sui cavalli, qualcuno l'ho fatto nascere anche io!" spiegò. "Ma sicuramente avete più esperienza di me e mi sarà utilissimo parlare con voi!" disse felice, per poi spostare lo sguardo sulle schiave.
    La giovane non era decisamente male... la vecchia... be' qualche prurito ai guerrieri avrebbe potuto toglierlo.
    Kammo scostò delicatamente Davvi e si alzò per avvicinarsi alla giovane che aveva parlato, si accovacciò davanti a lei e le mise due dita sotto il mento, sollevandole il viso per rimiralo. "Tu parli un'altra lingua?" le domandò. Glielo chiese anche in basso valyriano e poi in lingua dothraki le chiese: "Da dove vieni? Da quanto sei schiava di questi uomini?"

    Edited by Baldr - 29/8/2018, 23:55
     
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    Le due ragazze non riuscirono a trattenere una risatina alle parole di Kammo; era il primo uomo che avevano incontrato a parlare così duramente e senza alcuna vergogna di sé. Era brutto, era evidente, ma probabilmente sarebbe stato meglio lui di tanti altri. Accettarono entusiaste la proposta di servire la Khaleesi che, d'altro canto, sembrava finalmente cheta e soddisfatta.
    **
    La schiava annuì con decisione alla domanda del Khal, sia in lingua Dothraki sia in Basso Valyriano, ma in entrambi i casi il suo accento sembrava stentato come se parlasse una qualche forma dialettale di entrambe. Tremò leggermente quando Kammo le toccò il viso aspettandosi forse di essere schiaffeggiata e rialzò lo sguardo debolmente su di lui solamente quando questi le fece un'altra domanda.
    "Kosrak." -rispose con decisione prima di chiarire il significato della parola appena pronunciata.
    "Sono Lhazareen, la mia città è Kosrak. Schiava da...da qualche mese."
    Iniziò a muovere le mani come per voler gesticolare qualcosa.
    "Fiume Skahazadhan, per lavare lana per vestiti. Loro hanno attaccato e preso."
    "Haesh rakhi, uomini agnello." - chiarì Jiqui, ancora col bambino al seno.
     
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    Kammo le sorrise e le accarezzò la guancia. Rivolse un cenno di ringraziamento a Jiqui e riportò l'attenzione sulla schiava. "Ho sentito parlare di voi, ma sei la prima con cui parlo" le spiegò e lasciò che la carezza scivolasse lungo il collo, mentre ne osservava le forme. "Una volta mi piacerebbe montare una femmina degli uomini agnello. Se sono tutte belle come te ne troverò una" spiegò tranquillo. "Come ti chiami? E perché hai così paura? Ti hanno picchiato perché hai fatto qualcosa di male?" le domandò gentilmente e le scivolò alle spalle, abbracciandola nel tentativo infantile di rassicurarla. D'accordo, ne approfittò per toccarle le tette, però insomma, era una schiava, con una schiava poteva farlo no? "Se tu fossi mia schiava, ti picchierei solo se tu facessi qualcosa di brutto... come cercare di scappare... o se cercassi di fare del male al mio khalasar. Sei così bella che sarebbe brutto rovinarti. Anzi, cercherei di mettere bambini dentro di te, perché il Khalasar ha bisogno di crescere e se tu crescessi dei guerrieri dothraki, saresti comunque schiava, ma avresti una posizione migliore degli altri. Ma immagino che al momento a te non piaccia l'idea di farti montare da noi" commentò arricciando le labbra. "Però porta pazienza... troverò altre donne e tu non dovrai più sopportare le attenzioni di tutti... e ribadisco, se il Grande Stallone ti dovesse benedire con un figlio di uno di noi, ordinerei che tu venga tratta con rispetto, al pari di una femmina dothraki. Forse è poco per alleviare le tue pene, ma spero ti possa aiutare un poco per il futuro... se sarai brava e ubbidiente, vivrai bene con noi. Non voglio che gli schiavi del mio khalasar siano trattati come bestie. Siete importanti sai? Sai fare i vestiti! Io non saprei da dove iniziare! Ti troverò della lana... anche delle pecore o capre... e tu farai dei sottosella per i cavalli, degli indumenti per noi e delle copertine per tenere i nostri bimbi al caldo quando verranno. Mi aiuterai, Agnellina? Aiuterai il mio Khalasar?" le domandò gentilmente.
    Kammo non era un campione di psicologia e diplomazia, ma non era nemmeno un efferato psicopatico incline alla violenza. D'accordo, ora che aveva scoperto il sesso, aveva sviluppato un'attrazione per la cosa, ma c'era Davvi a soddisfarne le voglie, anche se l'idea di montare una donna per ogni popolo che avrebbe incontrato stava germogliando in quella sua testolina infantile.
    "Qorro" esclamò rivolgendosi al guerriero. "Come bottino mi avanzano 5 arakh di bronzo e una daga. Prendi quelle armi e dividile con chi non ha armi da mischia. Ho visto che alcuni di voi hanno solo archi... se ci troveremo in battaglia voglio che tutti possano difendersi" disse.
    Lazhar. Ne aveva parlato anche Rakharo, come tappa intermedia prima di andare a Qarth. Aveva capito che Lazhar fosse un posto dove molti dothraki andassero a razziare. Accarezzò il corpo della schiava e sorrise. Be', ci sarebbe andato anche lui. Avrebbe razziato quel posto, avrebbe preso schiavi e li avrebbe barattati a Vaes Dothrak con un qualche khalasar. Magari qualche Khal minore si sarebbe unito a lui in cambio di un bel po' di schiavi. Magari avrebbe trovato qualche femmina bella come quella che stringeva tra le braccia e l'avrebbe stuprata. Non aveva ancora mai stuprato nessuna. Aveva capito che era come scopare, ma che serviva per far capire agli schiavi chi comanda. La cosa non lo convinceva. Perché scoparsi le femmine e picchiare i maschi? Aveva più senso il suo pensiero, ovvero che le femmine potevano dare figli ai dothraki e quindi nuovi guerrieri. Se quando era solo lo avessero catturato e costretto a fare cose che non voleva, lui avrebbe odiato i padroni e avrebbe fatto di tutto per liberarsi dal giogo della schiavitù. Ma era consapevole che a quel tempo sarebbe stato solo un moccioso debole, gli sarebbe stato impossibile ribellarsi di fronte alla forza.
    Kammo era strano, lo sapeva. Lui ci provava a essere normale, un bravo dothraki come tutti gli altri, ma finiva sempre per fare cose strane. Anche Shuri glielo aveva detto. Lui chiedeva prima di prendere. Ora era khal, avrebbe potuto prendere tutto quello che voleva, perché un dothraki se voleva qualcosa se la prendeva. Ma perché prendere una donna già schiava che non poteva far nulla per impedirlo? Era divertente? Sicuramente lo strusciare il cazzo dentro di lei poteva essere piacevole per lui... ma... che esempio di forza era? Era come prendere a pugni un bambino secondo lui.
    Kammo sbuffò, schioccò un bacio sulla guancia della schiava e si alzò. "Hai un bel corpo, mi hai proprio messo voglia. Ma stuprarti non credo mi farà apparire più forte. Stuprare una donna credo sia facile... non l'ho mai fatto, ma siete più minute, meno forti... Credo sia facile vincere le resistenze di una femmina e stuprarla. Più difficile è soddisfare una donna! Sì, quello è davvero difficile!"
    Le mise una mano sulla spalla e le sorrise. "Io non ti stuprerò, fai parte del mio khalasar ora e mi assicurerò che tu stia bene, per aiutare il khalasar in quelle cose che nessuno di noi sa fare. Ti proteggerò, quando avrai un bambino dothraki dentro di te, ucciderò chiunque tenti di farti del male, perché nessuno farà del male alla mia gente. Un giorno, se abbraccerai le nostre tradizioni, pregherai il potente Verzhof e ti dimostrerai forte come una dothraki, io deciderò che tu sarai tale e potrai sceglierti un marito come chiunque altra in questo khalasar. La tua nonna forse è troppo anziana per questo, ma proteggerò anche lei, finché farete il bene del khalasar" le assicurò, raddrizzando poi il busto e cercando sua moglie con lo sguardo. Le si avvicinò quindi, sorridendo sornione. "Ora sono Khal" esordì gongolante. "Ti va di farti scopare dal khal?" le chiese sorridendole, mentre le metteva le mani sui fianchi. "Quanti guerrieri ha con sé tuo padre?" le chiese. "Perché così so quanta gente dovrò convincere a stare con me, prima di andare a prendere tuo padre, farlo schiavo e donartelo" le disse poi fissandola negli occhi.
    La lista di Kammo era breve:
    uccidere Villo, perché sapeva di potercela fare contro quel vigliacco, non appena si fosse ripreso;
    trovare il padre di Davvi e fargliela pagare per aver tradito la figlia e il suo stesso khal.
    Non aveva dimenticato la sua promessa. Avrebbe portato Puni a Vaes Dothrak per permetterle di prendere il suo posto nel Dosh Khaleen e poi sarebbe tornato a cercare Villo. Una volta trovato sarebbe bastato arrivare a lui evitando tutto il resto del khalasar e poi ucciderlo.
     
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    Anche la schiava guardò Kammo in modo strano.
    C'era qualcosa in quel Dothraki che lo rendeva diverso non solo tra i Dothraki, non solo tra le schiave di Astapor, ma evidentemente anche tra i Lhazareen.
    La ragazza strinse le labbra quasi mordendosele fino a quando Qorro e gli altri guerrieri non si furono allontanati per spartirsi le armi tra chi ne aveva più bisogno. Forse Kammo non era l'uomo più bello che avesse mai visto ma di sicuro si era dimostrato buono e le aveva addirittura domandato prima di prendersela; non che si sentisse particolarmente spinta verso quell'uomo dalla voglia, ma la consapevolezza che se le sue parole fossero state vere quella sarebbe stata la scelta più saggia. Se gli avesse dato dei figli l'avrebbe protetta, quello le aveva detto.
    "Va bene. Mirri ti aiuterà."-concluse solamente.
    ***
    Davvi abbracciò senza vergogna o pudore il proprio marito di fronte all'intero Khalasar lì riunito, anzi ad uno sguardo più smaliziato sarebbe stato chiaro che la donna sembrasse addirittura orgogliosa del suo nuovo status e volesse renderlo chiaro a tutte le donne lì presenti, Dothraki o schiave che fossero.
    "Quattrocento uomini lo seguirono, più o meno, ma non so quanti gli siano rimasti fedeli o se ne abbia attirati altri."
    Quindi con un piccolo salto conquistò il bacino di Kammo stringendoselo tra le cosce e gli regalò il più umido dei baci.
    "Sì mio Khal"-rispose in un sorriso.

    1 punto parametro Amministrazione
    1 punto parametro a scelta
    Affinità Davvi +5
    Affinità schiavi +3
    Affinità Dothraki +1
    Affinità Vassalli +3


    Edited by Freene - 31/8/2018, 09:59
     
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7 replies since 26/8/2018, 19:10   115 views
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