Di doni e addestramenti

Semilibera Kammo/png vari

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    Trascorsero un paio di giorni da quando le cantrici di luna si erano unite malvolentieri al Khalasar.

    TOLGO 80 RAZIONI PER SFAMARE IL KHALASAR


    Kammo aveva concesso loro di onorare i loro morti secondo le loro usanze, ribadendo il concetto a Daznak che non aveva responsabilità nella morte dei tre travestiti. Se la donna fosse stata corretta e avesse rivelato immediatamente la loro natura, quei tre sarebbero rimasti in vita, lasciati liberi assieme ai due jhats e al cocchiere. Il giovane butterato dubitava che le sue parole avrebbero lenito l’animo della donna, ma non poteva fare altro.
    I dothraki si erano spostati ancora verso Nord e quel giorno, dopo la consueta marcia, si erano accampati nei pressi di un corso d’acqua che scendeva dalle imponenti montagne alla loro destra, a oriente.
    Kammo, osservando i suoi uomini da quando avevano recuperato quelle tre nuove donne, aveva iniziato a rimuginare che forse aveva raggiunto il numero adeguato di femmine nel khalasar.
    Quattro dothraki, lui compreso, avevano una moglie. Gli altri 13 potevano sfogare i propri istinti con le cinque schiave, importunando meno Oqetti e sua sorella Tirli.
    Viaggiare era diventato più agevole e rapido, perché il carro razziato di recente poteva trasportare tranquillamente diverse persone e, con le zorse sottratte alla gente del Jogos Nhai e il carro già in suo possesso, tutto il suo khalasar, schiavi compresi, poteva viaggiare a cavallo o sui carri, senza dovere camminare. D’accordo, doveva stipare una decina di persone per carro, e capitava comunque che qualcuno preferisse farsi un tratto a piedi, ma sicuramente la velocità di spostamento del khalasar si era un poco alzata.
    Quindi dalla sua prima razzia, nonostante l’amara sorpresa di trovarsi delle donne col cazzo, il suo khalasar aveva guadagnato in soddisfazione e in velocità.
    E in ricchezza, perché le cantrici di luna portavano con loro alcuni monili. Kammo li prese per sé e due li fece propri, indossando il bracciale in oro che pareva un serpente che si attorcigliava attorno al suo bicipite e il ciondolo in legno che ora penzolava vicino al dente dello hrakkar affrontato per primo.
    Visto che il morale era alto, per il giorno trascorso e quello in corso aveva evitato di costringere i cacciatori a uscire, sfruttando le scorte razziate e approfittandone per far dedicare i propri uomini alla cura della propria famiglia, dei propri animali e al proprio addestramento.
    Dopo essersi accampati, quel giorno, Kammo se ne stava seduto sul suo scranno, sotto la tenda parasole e continuava nella sua impresa di svezzare il piccolo Zasqa, offrendogli piccoli bocconcini di carne.
    Di tanto in tanto osservava i suoi uomini intenti chi ad addestrarsi, chi a prendersi cura delle proprie armi, chi dei cavalli.
    “Davvi” chiamò poi. La donna non era troppo lontana, tutte le donne erano al riparo del sole sotto la sua o l’altra tenda parasole, intente a lavorare alle loro cose da donne. Anche
    “Mi pare che abbiamo raggiunto un buon rapporto maschi e femmine. Forse ci manca giusto ancora una o due schiave per soddisfare appieno i maschi… Però in questi giorni Oqetti ha finalmente visto meno cazzi che le schiave… Credo che ormai le nostre dothraki non debbano più farsi scopare da tutti, non ce n’è più bisogno. Anzi, credo sia ora che inizino a pensare a prendersi un marito” disse guardando la khaleesi.
    “Regalerò loro i gioielli che abbiamo razziato, affinché sia più facile per loro trovare marito” spiegò a Davvi. “Tu non ne hai bisogno, sei comunque la più bella del khalasar… anche se ti è toccato in marito il più brutto del khalasar” commentò divertito. “Ma almeno scopo bene” disse orgoglioso. “Credo” aggiunse poi.
    Si alzò in piedi e lasciò alla moglie il piccole leone. Le aveva parlato della sua idea, non tanto per chiederle il permesso, ma giusto per avvisarla, sperando che non prendesse male il fatto che lui avrebbe fatto regali ad altre donne del khalasar. In fondo se Tirli e Oqetti si fossero sposate, avrebbe avuto altri due dothraki soddisfatti sessualmente. Anche se Tirli era incinta, se si fosse sposata, magari l’avrebbe data al marito, o almeno così sperava Kammo.
    Il giovane dothraki raggiunse la sua tenda e ne uscì poco dopo, dirigendosi tranquillo dove le figlie di Gralato sembravano intente a creare degli abiti.
    Sorrise loro. “M’ath!” salutò, per poi sedersi a terra con le gambe incrociate. “Ora che abbiamo le tre nuove schiave, soprattutto tu, Oqetti, non dovete più sopportare le attenzioni dell’intero khalasar. Quindi ora potete pensare a scegliervi un marito e per aiutarvi a trovarne uno che vi piaccia, ho deciso di darvi questi” disse porgendo alle due figlie maggiori di Gralato gli altri due ciondoli che aveva razziato. “Considerateli come una ricompensa per quello che avete fatto per me e per il khalasar sino a ora” spiegò. Poi prese una boccettina e la porse a Tirli. “Qui c’è un infuso all’anice che Qranna dà alle donne incinte. Riduce la nausea. Ne ho un’altra per Davvi, ma anche tu ne avrai bisogno e ho deciso di fartene dono” spiegò, poi prese altre due boccettine e le porse a Oqetti. “Questa” disse porgendole la prima, “è decotto di flava...coso. Serve a rendere il ventre di una donna più adatto a ricevere la benedizione di Verzhof. Dovrai berne il contenuto prima di farti montare dal tuo futuro marito. Almeno così mi disse Qranna” raccontò e poi le diede l’altra boccetta. “Quest’altra invece la dovrai dare al tuo sposo. Qranna usa parole difficili, ma è qualcosa dove c’è dell’edera e per quello che ho capito, serve a un uomo per farglielo andare in tiro come a un cavallo e a dargli la giusta potenza virile per fargli ingravidare una donna. Se le userai, sono certo che riuscirai a ottenere la benedizione di Verzhof, così non sarai più arrabbiata che tua sorella è incinta e tu no” commentò, alzandosi. “Buona caccia al marito a entrambe” disse soddisfatto, congendandosi. Non si trattenne più del dovuto, per evitare che Davvi se la prendesse. Andò da Mirri e le mise una mano sulla spalla. “Ehi, tutto a posto?” le chiese.
    “Ancora non preghi Verzhof?” domandò poi. “Se tu lo facessi, sono certo che uno dei miei guerrieri ti prenderebbe in moglie! Magari ti condividerebbe con gli altri, ma non dovresti farti montare da tutti gli altri… credo. E poi se pregassi Verzhof, sono certo che lui ti benedirebbe con un figlio. A quel punto saresti parte integrante del mio khalasar” le assicurò.
    Aveva sempre difeso le schiave e gli schiavi dalle punizioni ingiuste e dagli eccessi dei suoi ragazzi, in cuor suo sperava che Mirri abbandonasse quella stupida fede nel Grande Pastore, dedicandosi a divinità serie e reali come gli spiriti e Verzhof. Non poteva prendersela lui come moglie, perché Davvi si sarebbe incazzata a morte, ma poteva pur sempre sperare che qualcuno dei suoi dothraki la volesse come moglie. Le sorrise e le accarezzò una guancia, poi si allontanò e tornò da Davvi. “Fatto tutto!” disse tronfio e orgoglioso, recuperando Zasqa dalle sue braccia.
    “Ora porto questo giovanotto con me. Magari cacceremo qualcosa assieme, magari riuscirò a insegnargli qualcosa di utile” spiegò, schioccando un bacio sulla guancia della moglie.
    Sellò quindi Noah e si allontanò dal Khalasar, risalendo il corso del fiume, tenendo Zasqa in braccio.
    Non si allontanò di molto, forse un paio di chilometri appena, però trovo una macchia di vegetazione e lì si fermò, assicurò il cavallo a uno degli alberi e iniziò ad addestrare Zasqa alla caccia. Iniziò con prede piccole. Si acquattò con il leoncino tra l’erba alta e ne stimolò l’istinto da cacciatore nei confronti di uccelli, lucertole e altri piccoli animali che si avvicinavano al greto del torrente. Non gli importava che riuscisse a catturare qualcosa, gli importava che imparasse a seguire i suoi comandi.
     
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    Davvi non aveva posto alcuna obiezioni alla decisione di Kammo di fare doni alle altre donne del Khalasar, specialmente perché questo poteva voler dire che tutte avrebbero trovato marito e che avrebbero finalmente lasciato in pace il sesso del suo povero marito.
    Tirli ed Oqetti sembravano entrambe grate per i regali ricevuti anche se, sorprendentemente, Tirli appariva più entusiasta della sorella poiché non aveva esitato un secondo a prendere tra le sue mani in special modo l'infuso di anice che sarebbe servito ad alleviare le nausee che evidentemente tormentavano Davvi tanto quanto lei.
    Mirri d'altro canto ricevette a modo suo anch'essa un dono, il tempo del Khal che si era preoccupato di fermarsi al suo fianco a elargirle qualche consiglio; la sua tradizione, viva nella figura della nonna che era quasi sempre al suo fianco, non poteva essere dimenticata o cancellata in favore degli Dei dei suoi aguzzini, ma sapeva che avere un figlio ne avrebbe alleggerito la posizione all'interno del Khalasar, per cui accettava di buon grado i suoi compagni negli ultimi giorni, nella speranza che una gravidanza ne aiutasse la vita futura.


    ****
    "Non sono arrabbiata perché Tirli è incinta ed io no."
    La voce di Oqetti risuonò alle spalle di Kammo e del cucciolo di hrakkar che balzò spaventato a quel rumore arruffandosi e rotolando a pancia in su prima di tornare a rialzarsi sulle zampette.
    "Sono arrabbiata perché Tirli ha le tue attenzioni ed io no, solo perché non hai messo un bambino nel mio grembo."
    Ad eccezione di Davvi, Oqetti era sicuramente una delle donne più belle del Khalasar ed i suoi modi di fare sprizzavano seduzione da ogni poro. Le movenze delle lunghe gambe erano sinuoso e la voce grave e calda, come di chi aveva di fronte a sé tutto il tempo del mondo.
    "Come mai? Non ti piacevo abbastanza Khal?"
    Due boccette riposavano nelle mani della ragazza, i due infusi di cui Kammo le aveva fatto dono.
     
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    Kammo si voltò di scatto, brandendo l'arakh, poi lo abbassò vedendo Oqetti.
    "Non dovresti allontanarti dal khalasar da sola..." disse preoccupato, poi aggrottò la fronte. "Non è che non ci ho provato" replicò a quell'accusa. "Ho giaciuto con te due volte, così come ho giaciuto con Tirli due volte, prima di scoprire che fosse incinta. Poi la khaleesi ha deciso che è gelosa e possessiva, perché qualcuna le ha detto che io ho goduto di più scopando lei che mia moglie..." spiegò abbozzando un sorriso, un sorriso che si fece malinconico. "Forse non è il tuo grembo a essere secco. Forse Davvi e tua sorella non hanno nemmeno mio figlio in grembo... Qranna disse che forse ho cicatrici che non si vedono che potrebbero impedirmi di avere figli. Forse i bimbi nelle pance di Davvi e Tirli sono di altri uomini del khalasar..." Al pensiero che Davvi potesse essere incinta di Draggo, Kammo strinse i pugni.
    Rise alla domanda di Oqetti. "Non essere scema. Sei bellissima Oqetti, fai impazzire tanti uomini, mi piaci molto. Ora che non sei più costretta a soddisfare tutti e potrai dire no, sicuramente qualcuno ti vorrà a tal punto da volerti sposare. Probabilmente avremmo scopato altre volte se non avessi detto alla khaleesi che mi avevi dato più piacere di lei... Ma quello che è fatto, è fatto. Magari un giorno Davvi ti consentirà di entrare nel mio letto ancora, non mi dispiacerebbe" disse tranquillo, poi si umettò le labbra lasciando scivolare lo sguardo su quelle lunghe gambe ben tornite. Sospirò. "L'uomo che ti sposerà sarà molto fortunato" commentò e le sorrise.
     
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    "Ma io? Io non sono stata fortunata."
    Oqetti depositò lentamente le boccette a terra camminando un passo alla volta in direzione del suo Khal fino a quando non gli fu abbastanza vicino da toccarlo se avesse allungato un braccio, eppure non lo fece, si portò invece le mani dietro al collo.
    "Sono stata rapita dalle braccia di mio padre e condotta tra uomini mediocri che non riuscivano neppure a finire una monta se il loro vecchio Khal non glielo ordinava."
    Gli occhi della ragazza si fissarono in quelli di Kammo con impudenza ed irriverenza, quindi continuò a parlare slacciandosi lentamente le corde che le legavano la tunica dietro al collo.
    "Mi hai salvata, mi hai fatto conoscere cosa fa un uomo vero e cosa regala alle donne che giacciono con lui."
    Lasciò che le mani si spostassero dunque e che la tunica slacciata le ricadesse lungo i fianchi scoprendo due seni sodi, più piccoli di quelli di Davvi ma dai capezzoli induriti dall'agitazione e dall'eccitazione al contempo.
    "Eppoi, siccome tua moglie è gelosa di condividerti, ti neghi e mi neghi i diritti di un Khal?"
    Un leggero movimento di bacino fu sufficiente a privarla di ciò che restava della tunica rivelando i suoi fianchi ed il suo dolce frutto allo sguardo di Kammo.
    "Non voglio un figlio di un Dothraki qualsiasi, uno di quelli che restava fermo mentre venivo stuprata. Voglio un figlio tuo, un figlio del Khal che ci ha liberato tutte e dell'uomo che sa cosa donare ad una donna."

    Prova di seduzione Oqetti vs Kammo.
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    Diplomazia 25
    Marzialità 2
    Amministrazione 0
    Intrigo 20
    Conoscenze 3

    [Giudizio mod + Affinità bersaglio/10 + Liv Competenza Seduzione/2 + (Attrazione + Diplomazia)/4] - [Giudizio mod + Intrigo/2 + liv controspionaggio*5]
    Giudizio mod Oqetti= 8 circostanza (lei sto bambino lo vuole da te a tutti i costi) 3 modalità (ti ha preso in disparte nei boschi, lontano dallo sguardo di Davvi)=11 punti
    Giudizio mod Kammo= 4 circostanza (hai fatto comunque una promessa a Davvi che stai cercando di mantenere a tutti i costi) 1 modalità (sei solo in un bosco, ci sta solamente il tuo..onore..a fermarti) 3 scrittura= 8 punti
    [11+0+0+(0+25)/4] - [8+22/2 + 0]= 17,25 - 19= -1,75 Seduzione parzialmente riuscita.

    Ovvero, non sei incapace di agire ecco..ti riservo la discrezione sul risultato, ma sicuramente non gli resti indifferente.
     
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    Kammo si irrigidì quando Oqetti gli si avvicinò. Non che avesse paura di lei, ma aveva paura di se stesso, soprattutto dalla sua salsiccia, che infatti come la ragazza iniziò a spogliarsi inziò a gonfiarsi per mettersi in mostra.
    Kammo sbuffò e si umettò le labbra. "O-oquetti..." esordì, mettendole le mani sui fianchi. No, forse era meglio non mettere le mani lì, perché giù una parte di lui desiderava stringerla e montarla.

    «Che cazzo fai, Kammo?» Nella sua testa sentì la voce di Erran. Effettivamente il mercenario lo avrebbe rimbeccato per non approfittare della situazione.
    «Davvi non vuole...» rispose mentalmente a quella voce.
    «Vedi Davvi? Idiota, questa ti vuole, dice che sei il maschio più maschio che c'è!» Gli fece notare la sua controparte lussuriosa.
    «Eh, ho capito, ma io l'ho già montata e il figlio mica gliel'ho messo in pancia...» fece notare al suo immaginario interlocutore.
    «Coglione, la khaleesi ti vuole perché sei khal mica perché sei un maschio con i controfiocchi!»

    Kammo mise la mani sulle spalle di Oqetti e tese le braccia respingendola delicatamente e guardando il suo corpo nudo con malcelato desiderio. Si umettò le labbra, fece una smorfia di rassegnazione e si sforzò di incrociare lo sguardo della ragazza.
    "Già due volte non sono riuscito a darti un figlio. Non sono poi così maschio come credi..." mormorò avvilito. "Ti concedo un solo altro tentativo... dopo non tentarmi più... se non ci riuscirò... a meno che la khaleesi non ti vorrà nel mio letto, tu non mi tenterai più. Il patto è questo. E se lo accetti non dovrai mai, mai e poi mai parlarne con nessuno, nemmeno con le tue sorelle, tua padre o tua madre, ma soprattutto con Davvi. Se per te va bene."
    Oqetti aveva coccolato il suo orgoglio maschile, cosa che Davvi non aveva mai fatto. Aveva giudicato male la ragazza, credeva fosse solo una a cui piaceva farsi montare e invece voleva la qualità. O almeno così sembrava dalle sue parole. Ma in fondo non era così anche Davvi? Si era trovata bene nei panni di Khaleesi. Però, così come Kammo si preoccupava di non far insorgere dissapori tra gli uomini del khalasar per le poche donne, doveva anche fare in modo che non sorgessero tra le donne.
    Quindi se Oqetti avesse accettato quel patto, lui sarebbe venuto meno alla sua parola e avrebbe pregato Verzhof con tutte le forze che Davvi non lo scoprisse. O non avrebbe battuto chiodo sino alla nascita di suo figlio, come minimo.
     
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    Oqetti restò un attimo impietrita; aveva solamente un'altra possibilità per avere un figlio dal Khal, solo un'occasione che era riuscita a strappare al rigido rigore imposto dalla Khaleesi. Annuì accettando l'offerta ed il patto poiché non vi era altro da ottenere quel giorno per lei, ma indicò le boccette che aveva lasciato a terra e che poco prima le erano state donate dallo stesso Kammo.
    "Daremo un guerriero a Verzhof. I tuoi intrugli ci aiuteranno, e nessuno saprà che nel valoroso condottiero che cavalcherà tra diversi anni in testa al nostro Khalasar ci sarà il tuo seme, Khal Kammo."

    Lei ti invita a bere le cosine, se accetti e bevi puoi già...descrivere.. e regalarmi un tiro bimbi <3 XD
     
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    Kammo sospirò. Aveva la netta sensazione di essere in procinto di commettere un madornale errore. Prese la boccetta di succo d'edera e la svuotò in un sorso, poi fece una faccia schifata e sputò per terra. "Miseriaccia! Qranna dovrebbe fare degli intrugli più gustosi... questo fa proprio schifo..." bofonchiò, continuando a far schioccare la lingua sul palato.
    Si accovacciò vicino a Zasqa e dalla scarsella tirò fuori qualche bocconcino di carne, mentre Oqetti beveva la sua pozione. "Tu stai qui, piccoletto, e fai a modo" gli ordinò facendogli un grattino sulla testa e all'attaccatura della coda. Quindi si alzò.
    L'intruglio contro l'impotenza stava facendo effetto. Non che la sua salsiccia non andasse in tiro, ma con quel succo d'edera davvero gli si smuovevano tutti gli ormoni.
    Si sciolse i legacci che sostenevano i calzoni e si avvicinò a Oqetti. "Ma davvero nessuno a parte me ti ha dato piacere? O lo dici solo perché sono il Khal?" domandò, accarezzandole i seni, per poi cingerla a sé per baciarle il collo, lasciando scivolare le mani sino alle natiche, che strinse con desiderio. Afferrandole i glutei, la sollevò da terra, lasciando che Oqetti gli cingesse i fianchi con le gambe e strofinò la sua virilità contro la sua parte intima. Si avvicinò a un albero e fece appoggiare le spalle di Oqetti al tronco. Avrebbe voluto dilungarsi nei preliminari che a lui piacevano tanto, ma voleva togliersi quel dente alla svelta e fare finta che nulla fosse mai accaduto.
    Impalò Oqetti con irruenza e urgenza e iniziò a muoversi in lei con decisione e desiderio. Sentiva il sangue pulsare, le carni della ragazza cingerne il membro e ne cercò le labbra per un bacio vorace, impudente. Le appoggiò la fronte contro quella di lei, grugnendo di piacere a ogni affondo. "Solo io ti faccio godere" disse gongolando. Quello fu senz'altro l'amplesso più travolgente per il giovane Kammo. Essere considerato il meglio tra altri 16 uomini era decisamente un ottimo incentivo a impegnarsi in quel coito.
    Quando finalmente riversò tra i fianchi della dothraki il proprio seme, gemette soddisfatto, la strinse a sé ansante, accarezzandole i glutei e i seni per qualche minuto, prima di scostarsi a malincuore. Avrebbe voluto possederla ancora, ma aveva detto che quella era l'ultima volta, a meno che Davvi non cambiasse idea in merito.
    "Verzhof, ti prego, benedici questa femmina e dammi un altro figlio" mormorò, riallacciandosi i calzoni. Sorrise a Oqetti. "Speriamo di esserci riusciti... te lo auguro tanto... e ora andrò in cerca anche di maschi validi, che siano in grado di soddisfarti a dovere" la informò, tornando poi a dedicarsi al piccolo leoncino bianco.
     
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    Sfortunatamente sta Oqetti è sfigata


    La donna si rivestì in fretta e furia soddisfatta di ciò che era riuscita ad ottenere e speranzosa che il suo grembo si riempisse presto di nuova vita; il leoncino dal canto suo non sembrava molto interessato a quel che si era consumato di fronte ai suoi occhi qualche istante prima, soprattutto perché il suo interesse era stato catturato da qualcosa che si muoveva tra il fogliame.
    Sembrava un roditore di piccole dimensioni e dal pelo grigio, abbastanza veloce da nascondersi in mezzo all'erba ed evitare il leoncino che tentava di azzuffarlo con scarso successo.

    Se vuoi prova ad insegnare al piccolino a cacciare e chiudiamo :)
     
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    Kammo si accorse del movimento in mezzo all'erba. Si acquattò al fianco di Zasqa, tenendo gli occhi sulla preda.
    "È il tuo momento, Zasqa" sussurrò. Se quel roditore non era scappato con tutto il casino che avevano fatto lui e Oqetti, non sarebbe di certo scappato con un sussurro.
    "Avvicinati silenzioso e saltagli sulla schiena, mordilo sul collo per ucciderlo!" spiegò, come se il leone potesse capire le sue parole. Ma non conosceva lo Hrakkese, quindi Kammo si limitava a parlargli in dothraki.
     
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    Zaqsa arretrò un pochino abbassandosi in mezzo all'erba alta tanto che sarebbe stato difficile distinguerlo persino per qualche più alto di un roditore, come Kammo. Piantò le zampe posteriori nel terreno fiutando con le narici l'aria ed i movimenti della sua preda e muovendo ritmicamente il sedere a destra e a sinistra, per prepararsi all'assalto; quindi, senza nessuna paura, fece forza sulle zampette anteriori caricando il suo salto verso il bersaglio, ma la zampetta destra cedette ed il leoncino rovinò rumorosamente a terra in una capriola che diede al roditore l'occasione necessaria per fuggire in qualche buco scavato nel terreno.
    Il cammino sarebbe stato lungo, ma prima o poi quella piccola bestiola avrebbe dato le sue soddisfazioni al Khal.

    Kammo
    Purtroppo...niente abbassamenti alla fertilità... :(
    1 punto a piacere
    1 punto Intrigo (diciamo che hai fatto qualcosa alle spalle della khaleesi dai XD)
    Affinità Oqetti +7
    Affinità Davvi -3
    Affinità Zaqsa +5

    Zaqsa
    Affinità Kammo +5
    Destrezza +1
    Intelligenza +1
     
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