Iris

ARTI & MESTIERI sarta

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  1. blodreina.
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    Distrutta dai duri addestramenti di Rhorgo, Iris trovò un po’ di pace girovagando per il mercato. Spezie, stoffe, colori e odori la invasero, facendole dimenticare il dolore che ogni movimento le provocava. I muscoli si stavano rafforzando e i duri allenamenti le avevano fatto perdere la poca rotondità infantile che la fanciulla si portava dietro. Ora le sue forme erano scolpite nella carne, toniche e forti, anche se ancora dovevano sbocciare. Il seno di Iris era ancora piccolo e ci avrebbe messo del tempo per maturare, eppure la ragazza si sentiva più grande di quando era arrivata a Vaes dothrak, ormai parecchie lune piene fa.
    Si chiuse quanto ancora suo padre l’avrebbe fatta attendere, anche se, passata la nostalgia iniziale, quel posto le piaceva, ma soprattutto, le piaceva prendere le sue decisioni autonomamente.
    Si sentiva una donna e in qualche modo voleva dimostrarlo. Vide un carro poco distante pieno di vestiti di seta morbida che ondulavano al vento e vi si diresse.
    Osservò i colori caldi di quelle stoffe, sfiorandole con la punta delle dita. ‘ Quando sarò una Khaleesi’ pensò ‘ Dovrò avere dei vestiti così, in modo che tutti possano ammirarli e immaginarmi come una vera donna’ ma Iris non aveva nulla con se per prendere uno di quelli splendidi abiti.
    Avvilita, rimase a guardarli fino a quando la donna si avvicinò a lei, chiedendole se voleva acquistarne uno “Non ho nulla con me per pagarlo, mi spiace” rispose Iris, ma la donna non sembrò preoccupata “Sei una bella fanciulla, sai cucire? La mia figliola si è ammalata e non riesce a lavorare. Se fai qualche lavoro per me, uno te lo regalo” rispose la donna. Iris non sapeva come cucire, ma la donna le disse che era molto facile e che avrebbe imparato in fretta, così come aveva fatto lei.
    Poco dopo, Iris era seduta in uno sgabello di legno, con ago e filo in mano e miriade di stoffe sparpagliate addosso. Le venne quasi da ridere per quella scena. Passare dalla spada ad ago e filo.
    Non era molto difficile, si rese conto. Bastava prestare attenzione a non pungersi con l’ago, era un lavoro che permetteva di rilassarsi, restando comunque concentrata nel fare qualcosa. Perfetto per lei e la sua mente, in modo che i suoi pensieri si schiarissero.
    Quei vestiti, scoprì, erano stati rovinati o strappati e i proprietari li portavano alla donna per farglieli aggiustare in cambio di qualche oggetto o del cibo. Iris, una volta che ebbe preso la mano, cominciò a ridere e a scherzare con la donna che scoprì si chiamasse Ashug, la sarta. Sua figlia aveva avuto la febbre ed era a letto da parecchi giorni, ma lei non era preoccupata, si sarebbe ripresa, diceva.
    Iris le parlò dei suoi addestramenti e di quello che aveva imparato stando la e la voglia di ritornare al suo khalasar e la donna la ascoltò, inserendo l’ago e tirando il filo.
    Le spiegò come cucire su ogni tipo di stoffa. Alcune erano più morbide, altre più dure. Alcune si stropicciavano e rischiavi di rovinare tutto, altre seguivano il filo con delicatezza. Iris imparò a riconoscerle e a lavorarle.
    A fine giornata, quando il sole calò, le due donne si fermarono di lavorare e Iris si sollevò in piedi, sentendo le gambe stanche e pesanti da tutte quelle ore passate sedute “Attendi qui un attimo kalikki” disse la donna, per poi scomparire dietro una porta. Iris si allungò, cercando di risvegliare i suoi muscoli e massaggiandosi la schiena, chiedendosi qualche fosse il dolore peggiore tra gli allenamenti di Rhorgo e la giornata a cucire con Ashug.
    La donna ricomparve un vestito tra le mani “Ora è grande per te, ma quando crescerai sarai bellissima con questo in dosso” disse la donna, porgendoglielo. Iris rimase ad osservare l’abito, accarezzando la stoffa morbida e leggera “È davvero bellissimo”disse.
    Il colore dell’abito ricordava i colori della sabbia quando il sole sorgeva. La stoffa era leggera, perfetta per il caldo di quelle terre, leggermente trasparente. La gonna era lunga fino ai piedi e la schiena rimaneva scoperta “Grazie, Ashug. Non dovevi” la ringrazziò l ragazzina, affascinata dall’idea di poter indossare un vestito simile.
    La donna sorrise “Mi ha fatto piacere Iris. Se vorrai venire di nuovo il tuo aiuto è ben accetto, kalikki” la salutò la donna e iris ricambiò il sorriso, soddisfatta della giornate e felice di aver imparato qualcosa di diverso. Ora si sentiva più matura, più donna e sicuramente sarebbe ritornata ad aiutarla.

    parole 750 sarta:Richiede:4 addestramenti 4 PE ad addestramento
     
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    Alfiere

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    Approvato!
    Terminato 1 su 4 addestramenti della competenza!
    Guadagni 4 PE!
    Ps: ovviamente non ti posso dare l'oggetto da mettere nell'inventario, però sei libera di descrivere il tuo abbigliamento come vuoi nelle role eh ! (tralasciando che essendo una Dothraki te lo strapperanno di dosso prima o poi xD)
     
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1 replies since 23/10/2018, 10:36   22 views
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