Iris

Combattimento a cavallo

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  1. blodreina.
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    I giorni a Vaes Dothrak diventarono sempre più lunghi e ripetitivi, anche se quella volta gli allenamenti di Iris erano decisamente più divertenti, anche se faticosi. Col tempo scoprì di essere brava a cavalcare e di amarlo fare più di qualsiasi altra cosa. Quando saliva in sella al suo cavallo si sentiva viva e forte come non avrebbe mai immaginato. Nonostante il dolore, la fatica e la stanchezza si sentiva bene e tutti i pensieri negativi scivolavano via.
    Imparò a stare al trotto, a galoppare, veloce come il vento. Imparò a mantenere l'equilibrio sul cavallo con gli strani esercizi a cui Rhorgo la sottoponeva. La faceva issare in piedi sulla sella mentre il cavallo camminava, la faceva sdraiare, le diceva di toccare terra con il braccio senza staccarsi dal suo destriero.
    Col tempo Iris imparò ad essere un tutt'uno con l'animale. Svuotava la mente e lasciava che fosse il corpo del cavallo a guidarla, seguiva i suoi movimenti, ondeggiava insieme a lui, perfino anticipandolo a volte.
    Imparò a guidarlo con leggeri spostamenti del corpo, senza usare le mani e le redini. Rhorgo era fiero di lei, poteva leggerglielo negli occhi quando lo sguardo fugace della ragazza si posava su di lui, mentre la osservava. Quel giorno il guerriero le si avvicinò e le porse un arma in legno "Fai finta che sia un'arma vera, quella che ti pare, non ha importanza. Non posso farti maneggiare armi nella città sacra." Iris prese il bastone ricurvo che assomigliava vagamente all'arahk di suo padre "Quello che serve ora, è che tu capisca come mettere in pratica quello che hai imparato. Hai capito come manovrare il cavallo senza mani, ma è tutta un'altra cosa quando la tua mente è impegnata su altro. Dovrai stare attenta ai movimenti che fai perchè il cavallo potrebbe confondersi. "
    Iris annuì pensierosa, prese il bastone con la mano destra e lo osservò per qualche istante, immaginandosi l'acciaio tagliente della lama al posto del legno "Voglio che tu esegua, più velocemente che riesci, questo percorso" le spiegò Rhorgo, muovendosi all'interno del recinto, mostrando alla ragazza il tragitto da intraprendere, i bersagli da colpire con il bastone. Era una specie di otto delimitato da dei manichini che avrebbero dovuto raffigurare gli avversari. Alcuni erano a terra, altri rialzati da una pedana, come se fossero guerrieri a cavallo. Iris percorse il tragitto con lo sguardo un paio di volte, studiandolo e immaginando come avrebbe fatto.
    "La parte superiore del tuo corpo deve combattere, mentre quella inferiore deve dire al tuo cavallo dove andare. E' una cosa che ti deve venire naturale Iris. La tua testa in battaglia non può essere concentrata sulla divisione del tuo corpo. Devi combattere e le gambe devono andare in armonia con il tuo pensiero, il cavallo deve fare ciò che pensi" La ragazza inspirò profondamente e con un calcio laterale al fianco del cavallo partì al galoppo.
    Non fu facile, la velocità del cavallo non le permetteva di pesare lucidamente. Atterrò un manichino, ma poi fu costretta a reggersi alla sella per non cadere. L'otto diventò una forma strana, imprecisa e tagliata mentre la ragazza cercava di colpire i sacchi a terra.
    "Libera la mente ragazza o finirai a terra. Non avere paura della velocità del cavallo, è la cosa che ti salverà la vita." Rhorgo continuò ad urlargli cosa fare mentre Iris ripeteva il percorso "Non pensare al cavallo, schiverà da solo gli ostacoli, non è scemo. Pensa a fargli seguire il percorso e a colpire gli avversari" questa volta Iris ne buttò giù tre, ma ancora il tragitto era sconnesso e irregolare.
    "Punta il tuo bersaglio e colpisci"
    La ragazza fece seguì il percorso fino allo svenimento, le girava un po la testa, ma dopo vari tentativi aveva smesso di pensare al cavallo e si era concentrata sui manichini. Era riuscita a colpirli tutti più di una volta e con il tempo, gestire il tragitto del cavallo passò in secondo piano, lo fece automaticamente, senza pensarci. Le sue gambe si muovevano in armonia con il galoppo dello stallone e il suo corpo si piegava da una parte all'altra, arrivando fino a toccare terra per poi risollevarsi sulla sella senza l'utilizzo delle mani.
    Era stancante, faticoso, difficile. Mai avrebbe pensato che potesse essere tanto dura combattere a cavallo eppure si rese conto che quello era stato l'allenamento più difficile di tutti. Ma i suoi anni da guerrira apprendista le erano serviti. Le sue gambe erano solide e forti, gli addominali non facevano fatica a tirarla su e le sue braccia erano abituate ad armi pesanti.
    Nei giorni seguenti Rhorgo le fece ripetere il tragitto, cambiandolo e posizionando più manichini, anche difficili da raggiungere. La fece saltare un ostacolo e contemporaneamente doveva colpire il manichino che Rhorgo aveva posizionato più in alto. Le diede a disposizione più armi in legno, facendole impegnare entrambe le mani durante il combattimento. Il percorso diventò più lungo e insidioso, simulando una situazione di guerra, dove i nemici provenivano da ogni lato. Cominciò a lanciarle cose che lei doveva schivare o colpire. Era un allenamento duro, ma Iris non si era mai divertita così tanto e da quel momento capì che non sarebbe andata più da nessuna parte senza il suo cavallo.

    872 parole, Combattimento a cavallo, Requisiti:Marzialità 17, Arte del combattimento a cavallo2, Ricompense:Arte del combattimento a cavallo 3, 8 punti esperienza, +25% esperienza tratto marziale
     
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