Saccheggiamo?

Quest Kammo

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    19 maggio 285

    Le nuove aggiunte avevano fatto bene al Khalasar; Davvi si era persino addolcita al punto da permettere al marito di giacere con altre donne durante la festa del Khalasar ed in generale i guerrieri di Cohollo cominciavano ad integrarsi con i suoi.
    I villaggi indicati da Tirli non dovevano essere poi troppo lontani e non occorsero che poche altre settimane di cammino per far sì che gli esploratori individuassero del fumo da alcuni accampamenti apparentemente stabili a Nord. Era opportuno che le donne restassero nel proprio accampamento, almeno per il momento, poiché benché gli esploratori avessero parlato di villaggi che non contavano più di un centinaio di teste ciascuno, non erano poi troppo distanti tra di loro e si rischiava che potessero aiutarsi a vicenda creando non pochi problemi a Kammo e ai suoi.
    "Sono due villaggi, distano una decina di miglia l'uno dall'altro. Quello più vicino si trova proprio a ridosso delle montagne, ho visto diversi uomini caricare carretti su e giù per i pendii ma non mi sembra ci fossero uomini armati a protezione. Quello più lontano si trova verso occidente, c'è un sentiero battuto che li collega percorso da diversi carri."

    Per ora apro a Kammo visto che blood per ora non può, ma se torni e vuoi unirti scrivimi pure e vediamo come introdurre Iris!
    Situazione villaggi:
    villaggi_kammo
    Voi siete il puntino rosso.
    La strada gialla che vi conduce al primo villaggio la percorrete tutti in un turno (quindi arrivate tutti insieme).
    La strada viola (battuta) che collega i due villaggi tra di loro la percorrono in due turni i cavalli normali e in un solo turno i cavalli con statistiche (a prescindere da quali siano).
    La strada azzurra che vi conduce al secondo villaggio la percorrono in cinque turni i cavalli normali, gli altri riducono di un turno per velocità> ossia un cavallo con velocità 1 la percorrerà in quattro turni, uno con velocità 3 la percorrerà in due turni ecc ecc.
    La strada marrone che vi conduce al primo villaggio attraverso le montagne non si percorre a cavallo (troppo ripida) e vi impiega tre turni.


    Il tempo di risposta disponibile é una settimana dall'ultimo post. Se si é impossibilitati a rispondere nel tempo stabilito basta comunicarlo nel topic assenze informando su quando si tornerà attivi. Se non ci saranno comunicazioni, il pg salterà il turno e sarà mosso come png dallo staff se necessario per quel turno. Ogni turno di *assenza*costerà un malus del 10%in punti esperienza.

    Il moderatore ha tempo una settimana per rispondere. Se é impossibilitato incaricherà un altro mod di occuparsene.
    Se dopo una settimana il topic non avrà ricevuto moderazione, i pg potranno proseguire in libera muovendo eventualmente altri png e riceveranno un "risarcimento" del 10% in punti esperienza a fine quest.
    Limite parole= 600


    1200px-Jonathan_G_Meath_portrays_Santa_Claus

    Edited by Freene - 14/12/2020, 11:48
     
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    Il viaggio verso nord proseguì per più di due settimane. In quei giorni la luna cambiò fase quasi tre volte e Kammo ebbe tempo di studiare gli uomini di Cohollo. Non erano poi così malvagi, erano arrugginiti, quello sì. Le donne erano agguerrite, ma non erano di certo superiori a tutte le altre donne che aveva conosciuto. Alla fin fine, qualsiasi femmina dothraki sapeva maneggiare un’arma, Draggo lo aveva imparato sulla pelle dei propri uomini, la notte in cui Kammo aveva dimostrato di essere un buon dothraki. Strano, ma almeno capace di combattere. Da quella notte, il giovane butterato aveva imparato che era il caso di non abbassare mai la guardia. Non si trombava se non c’era la certezza di poterlo fare senza essere interrotti da qualcuno o qualcosa che voleva ucciderti.
    Aveva dedicato quei giorni di viaggio ad affinare le capacità dei propri uomini. Quando il Khalasar si fermava, il grosso degli uomini andava a caccia, parte delle donne andava a raccogliere erbe, gli schiavi cucinavano e facevano manutenzione ai carri e alle bestie, mentre Kammo raccoglieva attorno a sé mezza dozzina di elementi e li allenava.
    Dovevano essere tutti pronti per quando sarebbero arrivati ai villaggi del nord. A Kammo non gli interessavano le guide che vi avrebbe trovato, interessavano quello che quegli uomini e quelle donne sapevano fare. Aveva bisogno di fabbri, conciatori, guaritori, traduttori, cavalli, capre, bovini, pecore, pollame e carri, servivano a lui e alla sua famiglia.
    I prigionieri catturati che sarebbero tornati utili al khalasar sarebbero rimasti come schiavi del khalasar, mentre quelli che non avevano alcuna utilità sarebbero stati scambiati. Sì, sarebbe tornato a Vaes per scambiarli o si sarebbe diretto ancora più a ovest. I grandi khalasar andavano a scambiare schiavi e oggetti con gli abitanti delle case di pietra. Aveva sentito dire che alcune città facevano doni ai dothraki per non essere razziate. Sicuramente il suo khalasar però non era così grosso da impensierire una grossa città e se un villaggio era sufficientemente piccolo da non preoccupare il khalasar di Kammo, tanto valeva razziarlo e prendere tutto quanto. Scontrarsi con una città abbastanza grande da portarti via troppi guerrieri sarebbe stata una follia. Non poteva ancora permettersi di perdere troppi uomini.
    Se razziare il villaggio avesse portato nel khalasar un buon bottino, tornati a Vaes Dothrak qualche dothraki forse si sarebbe unito a loro, allettato dalla forza dimostrato da quel piccolo khalasar emergente.
    Ma cosa lo aspettava a Nord, realmente?
    Se i villaggi fossero stati troppo grossi e difesi? Se metà dei suoi uomini fossero morti durante l’attacco, chi avrebbe governato gli schiavi e le bestie?
    Erano dothraki, non potevano aver paura di attaccare, ma se Kammo avesse dato gli ordini sbagliati, facendo morire inutilmente i suoi uomini?
    Forse non era ancora pronto a quella responsabilità. Man mano che il khalasar avanzava verso nord, i sonni del Khal si fecero più inquieti.
    Se avesse fallito? Se avesse deluso il Grande Stallone e Davvi? Se fosse morto? Lasciando Davvi e Tirli senza un uomo che le aiutasse a crescere i figli che forse erano suoi?
    Se fosse morto alla sua prima razzia, Iris lo avrebbe preso per il culo da lì all’eternità. Aveva fatto tanto il gradasso con lei e suo padre e poi finiva stecchito alla prima razzia. Sarebbe stata una scena tragicomica per davvero.
    Di giorno cavalcava solitario alla testa del khalasar, di notte aveva iniziato a dormire all’aperto, scrutando le stelle, nella speranza che il Grande Stallone gli mandasse un segno del suo volere. Magari anche un consiglio sarebbe stato gradito.
    Quanto tempo era passato dalla festa? Secondo Tirli, quando partirono il giorno dopo l’incontro con Cohollo, mancavano meno di venti giorni.
    Se la secondogenita di Gralato gli avesse ricordato quella cosa prima dei festeggiamenti, probabilmente non avrebbe scopato con Oqetti e Mirri. Perché nei giorni successivi la sua mente fu completamente orientata verso la quella che sarebbe potuta essere la sua disfatta.
    Una parte di lui ci provava a essere incoraggiante. Aveva sconfitto Grub, Draggo e Kovarro. Ed era certo che se avesse incrociato le armi con Cohollo gliele avrebbe sonoramente suonate. Insomma, doveva pur contare qualcosa, no? Non era poi così debole. Era un vero dothraki, uno forte! Oqetti non faceva che dirgli che era l’unico uomo del khalasar. Cosa positiva da una parte, negativa dall’altra. Era triste pensare che una dothraki non trovasse piacere dall’essere montata. Insomma era una cosa così divertente e a lui pareva che le sue donne si divertissero, quindi era triste pensare che nessun altro si prendesse la briga di farle divertire. Forse lui avrebbe potuto farle divertire tutte… Ma anche se fosse, da quando Tirli gli aveva ricordato che erano quasi arrivati, la sua salsiccia aveva deciso di fare sciopero.
    Era capitato che Davvi lo cercasse. Lui si era limitato a toccarla, poi dalla notte successiva aveva deciso di dormire all’aperto, spiegandole i motivi della sua inquietudine e della sua ansia. Si vergognava di quei suoi pensieri, era certo che un vero dothraki non si sarebbe preoccupato di una razzia e non aveva voglia di sentire una delle solite ramanzine di sua moglie.
    Dopo diciotti giorni di marcia il khalasar si accampò. Mentre il khal era intento a ad allenare alcuni uomini e Iris, il gruppo dei cacciatori ritornò in anticipò e a mani vuote. Ma avevano informazioni. Avevano visto i villaggi, due, distavano una decina di minuti al galoppo l’uno dall’altro. Uno era a ridosso delle montagne, l’altro era spostato verso occidente. I cacciatori non avevano visto uomini armati.
    Kammo immaginò che il villaggio più ricco fosse quello a ridosso dei monti, ma cosa c’era sui monti? Se le popolazioni avessero raggiunto le montagne, sicuramente avrebbero saputo come muoversi, come nascondersi.
    Quindi, se era gli schiavi che voleva, forse era meglio attaccare il villaggio a ridosso ai monti per primo. Ma cosa c’era su quei monti? Se vi fosse stato un altro villaggio, Kammo avrebbe rischiato di trovarsi stretto ai lati.
    Attaccare prima il villaggio a occidente, richiedeva al khalasar troppo tempo però. I due villaggi erano infatti collegati da una strada battuta che avrebbe agevolato i movimenti tra i due villaggi, permettendo al villaggio vicino di inviare rinforzi prima ancora che il khalasar arrivasse a destinazione. Alcuni esploratori individuarono un sentiero di montagna, ma quello era impraticabile con i cavalli. Kammo non avrebbe di certo condotto la sua prima razzia a piedi!
    Tornò all’accampamento e riunì l’intero khalasar attorno a sé. Erano in pochi, quindi non era difficile parlare a tutti.
    “Preparate tutti i cavalli” ordinò. “Ajjalani Tuono e una zorse rimarranno all’accampamento che verrà difeso dalla khaleesi e da Iris e dalle donne di tutto il khalasar. Si assicureranno che gli schiavi non scappino e proteggeranno il khalasar da eventuali attacchi nemici. Terrete d’occhio la battaglia, senza mai perdere di vista il sentiero che viene dai monti. Non vorrei che eventuali fuggiaschi cerchino di aggredirvi da là” spiegò e poi si rivolse ai guerrieri.
    “Noi tutti ci dirigeremo a occidente, tenendoci fuori dall’orizzonte del villaggio occidentale. Poi ci muoveremo verso nord e quando il sole sarà sufficientemente basso sull’orizzonte, attaccheremo. Uccideremo chiunque impugnerà un’arma contro di noi e avanzeremo travolgendo il villaggio occidentale e proseguiremo verso quello orientale. Una volta fatto ciò razzieremo le case di pietra, staneremo coloro che si sono nascosti, stupreremo le loro donne e condurremo i loro tesori e i prigionieri al khalasar. E stanotte festeggeremo qui o in cielo con Verzhof!” sentenziò.
    “!n sella!” ordinò, per poi raggiungere Davvi e prenderle il volto tra le mani, posandole un bacio sulla fronte, per poi abbassare lo sguardo e posarle una mano sul ventre che iniziava a notarsi. “Farò di tutto per tornare” mormorò, “ma se fallirò, prendi Ajjalani e fai quello che ritieni giusto per difendere il bambino” le disse alzando lo sguardo a cercare gli occhi scuri della moglie. “E, se puoi, non lasciare indietro Tirli. Spero di non dover lasciare indietro nessuno. Non voglio raggiungere le lande della notte… non oggi” spiegò tranquillo e accennò un sorriso. Baciò Davvi e poi raggiunse Noah e salì in groppa. I 42 guerrieri si misero in marcia, tenendosi troppo a sud perché potessero vedere il villaggio, ma dal villaggio non potevano vedere loro. Il sole era ancora alto sull’orizzonte, ma ormai era in direzione d’arrivo per il tramonto, quando il khalasar deviò verso nord, tendendo ad avvicinarsi ai monti. In fondo, ora avevano il sole alle spalle, erano più difficili da individuare. Quando il villaggio fu in vista Kammo fermò Noah e scrutò le case di pietra.
    “Attaccheremo su un’unica fila, gli arcieri ai lati, ci muoveremo tutti alla stessa velocità sino a quando non saremo a tiro. A quel punto gli uomini armati di arakh entreranno nel villaggio, mentre gli arcieri lo aggireranno. È così piccolo che non ci perderemo di vista. Una volta attraversato il villaggio,ci inconteremo dall’altra parte e proseguiremo verso quello ai piedi dei monti e ripeteremo lo schema, a meno che non deciderò diversamente.”
    Sganciò l’arakh dalla sella e lo sollevò al cielo. “Date il massimo e stasera avrete tante nuove fighe da sfondare!”commentò con un sorrisetto sghembo. "AVANTI!” tuonò quindi. Spronò Noah, lanciandolo al galoppo e i guerrieri iniziarono a muoversi all’unisono, mentre le loro grida di guerra raggiungevano il cielo.
    Il cavallo di Kammo era più veloce, guidava precedeva la linea di cavalli alle sue spalle che si muoveva a tutta velocità. Una linea sola in movimento era meno facile da colpire rispetto a un gruppo compatto, o almeno così sperava il giovane Khal. Quello era il momento di scoprire se le sue speranze erano ben riposte o meno.
    1603 parole
    Aspetto a distribuire marzialità perché ancora non ho capito la capacità offensiva dei villaggiani.
     
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    Kammo raggiunse il villaggio per primo, apparentemente non visto da nessuno. Il sole che moriva alle sue spalle era riuscito a coprirlo e a nasconderlo da chicchessia, tanto che riuscì quasi ad entrare nel villaggio indisturbato. La prima ad accorgersi della sua presenza fu una donna col pancione che tentava di interrompere i giochi dei suoi figli per portarli al loro giusto sonno, ma quelli non ne volevano sapere e continuavano a rincorrersi esasperando la giovane madre. Impiegò qualche istante per incrociare il cavallo di Kammo e la sua figura e rendersi conto del pericolo, ma non appena lo fece urlò con così tanta voce nel petto che persino i sue due bambini si spaventarono e presero di corsa la via di casa seguiti dalla donna che faticava a tenere il loro passo e continuava a gridare e a gettare l'allarme.
    Benché diverse donne delle più svariate età erano accorse al richiamo della gravida ed un certo movimento cominciava già a serpeggiare per il villaggio, nessuna guardia o difesa era ancora stata organizzata e benché i suoi guerrieri avrebbero impiegato ancora qualche minuto a raggiungerlo, Kammo poteva dirsi al sicuro per il momento.
    L'arrivo di un solo Dothraki aveva gettato il panico nel villaggio?

    Per ora sei solo, al prossimo turno ti raggiungono anche gli altri.
    Non vedi guerrieri per ora, solo un fuggi fuggi generale di donne, bambini e qualche vecchio. Usa la scaletta (quella nuova) se vuoi farli fuori/catturarli fino ad un massimo di 20 tra donne, vecchi e bambini. A tua scelta. Non vedi edifici particolari che possono sembrarti adibiti ad altro, ma ci sono una trentina di cavalli legati ad una staccionata.
     
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    Nessuna pioggia di frecce giunse. Anche perché non vide nessuno mettersi a difesa del villaggio. I dothraki screamers non erano famosi per la loro furtività ma in quel villaggio nessuno si era accorto di quella quarantina di cavalli lanciati al galoppo.
    Kammo giunse al villaggio e fermò Noah, guardandosi intorno freneticamente. Una donna gravida, bambini, altre donne, pochi vecchi. Dove diamine erano i guerrieri? Dov’erano i maschi che difendevano l’insediamento? Forse erano le donne a difenderlo, ma erano disarmate, almeno per quel che poteva vedere.
    Alle sue spalle, la linea dei suoi uomini iniziava ad allargarsi per cingere il villaggio in un abbraccio mortale, ma a cosa avrebbero tirato i suoi arcieri? Ai pochi vecchi inutili? Donne e bambini erano un buon bottino, potevi scambiarli, le femmine potevi scoparle. I vecchi… a che diamine servivano i vecchi? Magari qualcuno poteva essere anche utile, ma a una prima occhiata non avevano molti utilizzi.
    Lo sguardo scuro di Kammo si mosse veloce, passò in rassegna le figure presenti, ignorando le urla della donna, ma attento a scorgere qualsiasi pericolo. Niente armi, nessun pericolo, apparentemente. Le case di pietre erano piccole, nessuna di loro poteva sembrare nascondere grandi pericoli. Poi i suoi occhi si posò su una staccionata con una trentina di cavalli legati a essa. Ecco qualcosa di davvero prezioso. Con trenta cavalli il suo khalasar sarebbe stato molto più veloce, praticamente anche gli schiavi avrebbero avuto un destriero
    Con un colpo di talloni secco, spronò Noah in quella direzione. Passò in rassegna i nodi delle corde che mantenevano gli equini attaccati alla staccionata. Avrebbe fatto prima a tagliare le corde, ma dopo come avrebbe potuto gestire tutte quelle bestie usando pochi uomini? C’era ancora un villaggio e non poteva permettersi di perdere tempo in quello, con il rischio di vedersi arrivare i rinforzi vicini. Avrebbe preso quei cavalli e li avrebbe fatti condurre al khalasar. Senza quelle bestie, i popolani sarebbero stati appiedati, non sarebbero scappati lontano.
    Kammo si volse ai suoi uomini, il sole gli feriva gli occhi, ma era appunto la difesa del suo khalasar in quell’attacco. Alzò l’arakh, agitandolo e urlò per farsi sentire sopra le urla delle donne.
    “Gralato!” sbraitò. Chiamò anche altri 3 dothraki, che appartennero a Cohollo ma che ora erano suoi. Scelse Gralato e quei 3 perché erano i più deboli, Gralato per l’età, gli altri per inesperienza.
    Aspettò che l’orda lo raggiungesse poi iniziò a dare disposizioni, iniziando dai quattro che aveva selezionato.
    “Prendete questi cavalli e portateli al Khalasar” ordinò. Quegli animali avevano la priorità. “Lasciamo perdere questo villaggio per ora e proseguiamo sul prossimo” disse agli altri, indicando l’insediamento ai piedi del monte. “Gralato!” aggiunse afferrando l’uomo per un braccio. “Una volta consegnati i cavalli a Davvi, voi quattro raggiungeteci al prossimo villaggio” gli disse.
    Si rivolse quindi agli altri. “Proseguiamo. Troviamo i loro uomini e ammazziamoli. Dopo ci prenderemo le donne e saccheggeremo le case di pietra” tuonò, lanciando Noah al galoppo verso oriente. Forse gli uomini erano in quel villaggio, forse la vera battaglia sarebbe iniziata da lì a poco.
    Era tutto troppo facile. Non era possibile che aveva avuto le paranoie per quasi due settimane, facendosi persino passare la voglia di sesso, in previsione di quella razzia e che ora andasse così. Andava tutto troppo bene. Da qualche parte doveva esserci la fregatura e probabilmente era in quelle abitazioni che lo aspettavano ai piedi delle Ossa, le cui vette candide ghermivano l’orizzonte.
    Kammo tirò un poco le redini, lasciò che Noah si muovesse al pari degli altri cavalli, almeno sino a quando non avesse visto un nemico degno di questo nome. Uno sguardo si spostò sui quattro dothraki che conducevano i cavalli razziati verso il khalasar. Per andare al khalasar e raggiungere il resto dei guerrieri al secondo villaggio, ci avrebbero impiegato tre volte il tempo che ci voleva a percorrere la strada che separava i due insediamenti. ora erano in trentotto a fronteggiare un intero villaggio. Era l’ora di dimostrare di avere le palle. O almeno sperava di poterlo fare. Se anche quel villaggio non avesse avuto uomini, non avrebbe saputo se mettersi a ridere o piangere. Come poteva dimostrare a se stesso e agli altri di poter essere un buon khal sino all’arrivo dello Stallone che Monta il Mondo, se il Grande Stallone gli metteva davanti villaggi di donne e bambini? Forse le donne non erano inermi, ma senza i cavalli non lo preoccupavano. Ora doveva concentrarsi solo sul villaggio successivo. Alzò l’arakh al cielo e iniziò a gridare con quanta forza aveva in corpo.


    753 parole.
    A meno che non individua arcieri davanti a loro, Kammo si muove alla stessa velocità degli altri, quindi impiegherebbe due turni per arrivare al secondo villaggio. Se vede arcieri, allora li caricherà con la scaletta
     
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    Gralato e gli altri tre si mossero in fretta tentando di condurre la mandria verso l'accampamento del Khalasar, mentre il resto dei guerrieri guidati da Kammo proseguiva in direzione del villaggio ad est, ai piedi delle montagne. Le urla alle loro spalle sembravano essersi placate e se Kammo si fosse voltato avrebbe visto del fumo nero come la pece alzarsi in cielo dal villaggio che avevano appena abbandonato; non serviva un esperto di strategia per comprendere che quella era una forma di allarme e comunicazione e che probabilmente questo voleva dire che avrebbero incontrato una certa resistenza al loro arrivo stavolta.
    Il sentiero battuto portava i segni delle ruote di diversi carri; Kammo non comprendeva molto di economia ma poteva senza dubbio immaginare come la gente di quei posti fosse abile in qualche tipo di lavoro e che fosse la montagna stessa a fornirgli il necessario per sopravvivere come non aveva fatto appieno col suo Khalasar.
    Procedendo verso est i contorni del villaggio divenivano più chiari, ma al contrario del precedente, non si udiva alcun suono provenire da quelle case e nessun arciere pronto ad incoccare frecce verso i guerrieri.

    Gralato e gli altri si occupano dei cavalli, fumo nero alle tue spalle, davanti un villaggio che sembra vuoto.
    Nel prossimo turno arrivi e ti accorgi che davvero è vuoto (o almeno lo sembra), ti metto una piccola mappa orientativa.
    Villaggio
    In nero i due sentieri che dal tuo arrivo portano verso le montagne, in arancione le costruzioni presenti, tutte offrono una certa "copertura" eventualmente.
     
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    Alle spalle dei guerrieri si levò al cielo un denso e nero fumo, segno che le femmine stavano avvisando i maschi di prepararsi. Kammo pregustò la battaglia, ma non avvenne, quando fu sufficientemente vicino non vide movimento alcuno. Possibile che si fossero nascosti tutti nelle case o fossero fuggiti sui monti?
    Kammo alzò un braccio, chiaro segno di arrestare il galoppo per chi lo seguiva e tirò le redini di Noah. L’animale gettò la testa all'indietro e rallentò sino a fermarsi.
    Kammo lasciò vagare lo sguardo sulle abitazioni e scorse due sentieri che conducevano ai monti. Non avrebbe condotto i suoi uomini sulle montagne all'imbrunire. Tirli gli aveva detto che in quei villaggi avrebbe trovato guide esperte per attraversare le Ossa, era da stupido inseguire chi conosceva gole, sentieri e crepacci in quel terreno per nulla congeniale ai cavalli.
    Kammo digrignò i denti, nervoso. Nel suo sguardo vi era un livore sordo, alimentato dalla delusione di non trovare alcun avversario ad attenderlo. Il cuore batteva forte nel petto, ma l’eccitazione per l’imminente battaglia si andava tramutando in ferocia mal celata. Il giovane butterato serrò le redini con forza, mentre la vena sul collo si gonfiava sotto i muscoli agili e scattanti.
    “Sono vigliacchi. O si nascondono nelle case o sono fuggiti sui monti. Chi ha un arco coprirà chi ha gli arakh” sentenziò il giovane khal, scendendo da cavallo dopo essersi avvicinato all’edificio più vicino. Kammo si voltò a fissare i suoi uomini e indicò i 15 che, come lui, erano privi di arco. “Dividetevi in gruppi da tre e fate irruzione in quelle case” disse, indicando le cinque più vicino a nord di quella verso la quale si era avvicinato lui. “Vedete se c’è qualcosa di utile o di valore, fossero anche pelli, cibo, acqua o latte” ringhiò. "Una volta che avrete tirato fuori le cose di valore, date fuoco a quello che rimane” aggiunse furioso. Se erano così vigliacchi da non difendere le loro case, tanto valeva che bruciassero.
    “Voi sei” disse rivolto agli arcieri che portavano solo l’arco. “Tenete i nostri cavalli e portateceli quando usciamo dalle case. Mentre voi altri sedici” disse rivolto agli altri arcieri, "avanzate a cavallo tra le case, non avvicinatevi troppo ai monti, controllate se sono nascosti qua nel villaggio. Tenetevi sempre nei pressi delle case dove entrano i nostri fratelli, per aiutarli in caso di bisogno Se trovate qualcuno e oppone resistenza, potete ucciderlo” aggiunse, poi si voltò verso la porta della casupola, strinse la presa sull’impugnatura dell’’arakh. Inspirò a fondo, poi trattenne momentaneamente il respiro e sferrò un calcio poderoso contro l’uscio nel tentativo di sfondarlo, accompagnando il gesto con un urlo minaccioso. Se fosse riuscito a spalancare la porta, sarebbe entrato brandendo il proprio arakh con entrambe le armi, pronto a uccidere chiunque si fosse trovato davanti.
    Quella era la sua prima razzia e quei dannati l’avevano tramutata in una farsa. Li avrebbe ammazzati come cani, uno dopo l’altro per vendicarsi di quello che viveva come un torto.
    Era ovvio che gli abitanti del villaggio cercassero di sopravvivere, ma che si nascondessero così era vergognoso, vigliacchi come quelli meritavano di diventare cibo per cani selvatici e marcire sotto il sole, o almeno così la vedeva il giovane dothraki butterato.
    Presto sarebbero scese le tenebre, ma quando le fiamme avessero avvolto quelle schifose casupole, la notte sarebbe stata luminosa come non mai. Avrebbe bruciato tutti e due i villaggi. Se il Grande Stallone non poteva notarlo per il sangue che avrebbe versato se avesse avuto dei nemici, allora lo avrebbe notato per le fiamme con le quali avrebbe cancellato quel villaggio dal Mare d’Erba.

    604 parole
     
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    Allora... se ho capito bene...
    15 solo con arakh li dividi in gruppi da 5 ciascuno e li mandi a perlustrare le case.
    i 6 arcieri solo con l'arco tengono i cavalli per gli altri
    i 10 arcieri con arco e arakh ed i sei con arco e daga controllano se ci sono persone nascoste nel villaggio tenendosi a debita distanza dai monti.


    La casupola che accolse Kammo non era di certo molto accogliente, ma un Dothraki non avrebbe badato a certe sottigliezze. Era vuota, almeno per quanto riguardava le persone.
    Il tetto in rami, foglie e paglia offriva una protezione dal sole cocente del giorno per chiunque riposasse su quei tre giacigli a terra. C'erano vestiti da straccioni gettati alla rinfusa sopra gli unici due sgabelli dell'unica stanza e se Kammo li avesse analizzati avrebbe visto che si trattava di indumenti da uomo, non c'erano donne o bambini in quella casa, almeno apparentemente. L'odore di carne cruda proveniva da alcune anfore di terracotta poste dal lato opposto della stanza; al loro interno del sale grosso conservava le carcasse di alcuni piccoli volatili spiumati e spaccati in due nel senso della lunghezza.
    "Khaaal!"
    La voce strozzata di uno dei suoi uomini richiamò l'attenzione di Kammo all'esterno della casupola e prima ancora che potesse riemergere l'odore di fumo salì alle sue narici. Non proveniva però dall'esterno e dal lavoro dei suoi guerrieri, ma proprio da sopra la sua testa come ebbe modo di accorgersi solo qualche istante dopo.
    Frammenti di rami in fiamme erano cominciati a cadere nella stanzetta come tempesta di sabbia mentre all'esterno imperversavano i rumori di una qualche battaglia.
    *****
    Di fronte ai suoi occhi una scena a cui aveva già assistito in passato ma che parlava un linguaggio che il cuore di Kammo riusciva finalmente a comprendere. Uno dei suoi arcieri, probabilmente quello che aveva lanciato il grido di allarme, era stato decapitato e la sua testa rotolò lentamente fino ai piedi del Khal. La casupola di fronte ai suoi occhi aveva cominciato a bruciare ma quelle al suo interno erano le urla degli uomini del suo Khalasar e non dei nemici e la porta dell'abitazione era stata sigillata dall'esterno con un paio di pesanti travi. Un gruppetto di guerrieri a cavallo si era portato di corsa a tentare di liberare i compagni ma prima che i loro arakh potessero raggiungere il legno alcuni uomini minuti e dalla pelle coperta di qualche sorta di tintura grigiastra, si erano fatti avanti lanciandosi sui cavalli con pugnali e daghe come branco di mosche su carne in putrefazione.

    Dopo gli asterischi c'è quel che accade se esci dalla stanza all'esterno (la tua porta è sfondata).
    Uno dei tuoi uomini è morto e nella casa di fronte a te che sta bruciando è rinchiuso un gruppetto da 5 dei tizi che hai mandato in esplorazione.
    2 dei tuoi soldati con arco e daga e 4 con arco e arakh sono corsi a dare manforte e stanno combattendo contro 15 uomini appiedati che però si lanciano verso il collo dei cavalli nel tentativo di sgozzarli.
    Il cavallo che teneva l'arciere morto ed il suo sono ancora vivi e "liberi" (nel senso di non catturati o presi da nessuno).
    Per ora puoi usare le nuove scalette "nemici uccisi/punti vita persi" per gestire questa gente qui.
     
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    In realtà i gruppi erano da 3, quindi sono 5 gruppi da 3 dothraki ciascuno che ispeziona una casa a testa, se non c’è nulla di interessante la brucia e passa alla successiva



    La casa era spoglia, all’apparenza non vi era nulla di utile. Poi Kammo trovò un piccolo tesoro. Sul lato opposto della stanza vi erano delle piccole anfore che contenevano del preziosissimo sale dove erano conservati alcuni proventi della caccia.
    Il sale era raro, prezioso. Sarebbe stato un buon bottino.
    Stava quasi per prendere i recipienti per portarli fuori, quando si sentì chiamare.
    “Khaaal!”
    La voce era strozzata, quasi d’aiuto.
    Kammo lasciò perdere le anfore e si precipitò fuori dalla casa, il cui tetto aveva iniziato a collassare sotto il peso delle fiamme che vi erano state appiccate. Non da lui però.
    Era chiaro che erano sotto attacco e ne ebbe conferma non appena emerse dal piccolo edificio: vide la testa di uno dei suoi uomini rotolare sul terreno polveroso, lasciando dietro di sé una scia di fango arrossato.
    Ruggì furente, avanzando verso i suoi uomini, impegnati in combattimento. Quei bastardi avevano rinchiuso cinque dei suoi in un edificio in fiamme e stavano cercando di sgozzare i cavalli degli arcieri intervenuti in difesa dei dothraki compagni.
    Lanciò un fischio acuto, Noah nitrì, si liberò dal controllo degli arcieri e lo raggiunse rapidamente e Kammo salì in sella in corsa. Non appena si fu posizionato per bene in groppa al suo cavallo, roteò l’arakh e urlò ai suoi uomini:
    “Fate uscire i nostri fratelli, recuperate i cavalli di chi è caduto, mi occuperò io di loro! Riuniamoci!” urlò con quanta più forza aveva in corpo, nella speranza che tutti i dothraki che aveva spedito in esplorazione li raggiungessero.
    Lanciò Noah in mezzo alla mischia, il primo bastardo appiedato alla destra del khal fu decapitato con un colpo preciso, che proseguì per poi abbattersi sul cranio del popolano alla sua sinistra.
    Senza pietà, furente per aver perso uno dei suoi fratelli, preoccupato per la sorte dei suoi guerrieri, Kammo continuò a menare fendenti, a lacerare carni, amputare braccia, sgozzare e squartare.
    “Arcieri!” si rivolse a coloro che vegliavano i cavalli, tra un colpo mortale e una parata. “Riempite di frecce questi stronzi! Solo chi si inginocchierà vivrà, tutti gli altri diventeranno cibo per il mio hrakkar e il mio cane!” stabilì senza rimpianti. Non sapeva nemmeno se quei popolani capivano la sua lingua, ma era probabile la conoscessero o Tirli non li avrebbe suggeriti come guide.
    Dopo aver dato quelle indicazioni, voltò il cavallo, pronto a fronteggiare gli ultimi cinque rimasti. Dieci li aveva uccisi lui stesso, il loro sangue si mescolava al suo, su quella pelle butterata e la criniera del del suo copricapo non era più candida, ma stille carminie pendevano ai ciuffi bianchi.
    Gli altri cinque avrebbero dovuto vedersela con i cinque arcieri che all’ordine del khal dovevano aver senz’altro incoccato le loro frecce. Per sicurezza, però, lui si manteneva a protezione dei sei guerrieri che stavano tentando di liberare l’ingresso della casupola dalle pesanti travi che avevano messo come ostacolo.
    Se ne fossero usciti vivi, avrebbe fatto una ramanzina ai suoi. Come cazzo era stato possibile che nessuno avesse visto i villaggiani trasportare quelle assi? Dovevano averlo fatto almeno in quattro!
    Era così difficile tenere gli occhi aperti quando si compiva una razzia? Dove cazzo guardavano gli altri cinque arcieri mentre il loro fratello veniva decapitato? Chi lo aveva decapitato, soprattutto?
    Almeno avevano trenta cavalli e dieci cadaveri per nutrire Zasqa e Lekh. E presto sarebbero cresciuti. Li avrebbe dati ai maiali, se in quei villaggi ce n’erano. Si sarebbe portato via tutto: animali da cortile, da allevamento, donne. Porcaccia miseria, non avrebbe lasciato in piedi un solo mattone di quello schifosissimo posto, dopo che quegli stronzi gli avevano ammazzato un fratello. Avrebbe ammazzato tutti gli uomini, avrebbe fatto schiavi i bambini, stuprato le donne e avrebbe pisciato sui loro morti.
    Gliel’avrebbe fatta pagare, si sarebbero pentiti di avere opposto resistenza!



    614 parole
    Con l'urlo iniziale ci faccio anche un bell'intimidire sui 15
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    Autorità 0
    Marzialità a cavallo 103/106 (era appiedato, poi è salito) (diviso quattro fa 25,75/ 26.5))
    Diplomazia 20( la metà è 10)
    Tortura 0

    Non ho trovato la tabella, ho guardato quella che mi passati per red che ha quasi la stessa marzialità di Kammo
    10 png uccisi= 15 pv

    Se ho fatto giusto la vita di Kammo scende a 125/140, rimangono 5 nemici in vista. I 5 arcieri che tengono i cavalli spero scocchino verso di loro. Gli altri sei, credo che almeno quattro debbano togliere le assi, se da soli non gliela fanno ci sono gli altri due a supporto, altrimenti danno manforte a Kammo.
    Il prossimo Round i 4 che portano i cavalli all'accampamento dovrebbero arrivare a destinazione(ci abbiamo impiegato 2 round per arrivare all'altro villaggio e uno per iniziare l'esplorazione, questo è il quarto round o forse è il terzo), e quindi dovrebbero riunirsi a noi tra due/3 turni
     
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    La tabellina sta qui ma corrisponde.
    Tiro di intimidazione
    [Giudizio mod - Bonus fama + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/4 + Diplomazia/2 + Bonus tortura] - [Giudizio mod + Bonus infamia + Prestigio/2 + Liv Competenza Autorità*6 + Marzialità/2]
    Giudizio mod Kammo= 7 circostanza (sei incacchiato) 4 modalità (stai spaccando teste di qua e di là) 3 scrittura= 14 punti
    Giudizio mod avversari= 5 circostanza (han comunque una qualche copertura e combattono per le famiglie) 1 modalità (non fanno nulla di speciale)= 6 punti
    PNG (LV MEDIO DOTHRAKI) 7
    Marzialità 35
    Diplomazia 5
    Intrigo 10
    Amministrazione 10
    Conoscenze 10

    [14 -0 + 49/2 + 0 + 106/4 + 20/2 + 0] - [6 +0 +0 +0 + 35/2]= (14 + 24,5 + 26,5 + 10) - (6 + 17,5)= 75 - 23,5= 51,5 Intimidazione riuscita, vediamo che accade

    Situazione battaglia iniziale 15 avversari vs 6 khalasar
    Superiorità numerica semplice 60% in più per gli avversari= +2 punti vantaggio nemici
    Superiorità strategica 15 fanti=(3*15* potenza 45), 6 cavalieri (6*6=36), superiorità ai nemici= + 4 punti vantaggio nemici
    Superiorità territoriale nessuno

    Aggiunta intimidazione= + 4 punti vantaggio al khalasar

    Risultato= 6 punti nemici: 4 punti khalasar
    Caduti= caduti nemici= 3 da battaglia + 10 ammazzati da Kammo/ caduti Khalasar= 4 (2 e 2) da battaglia (rapporto 6:4)


    Benché l'attacco a sorpresa dei membri del villaggio avesse colto di sorpresa i guerrieri del Khalasar tanto che ben quattro di essi finiro per cadere sotto gli implacabili colpi dei pugnali nemici, Kammo riuscì a riprendere velocemente in mano la situazione richiamando i suoi uomini e provvedendo personalmente all'eccidio di buona parte degli avversari. I pochi che erano rimasti in piedi sembravano inebetiti dalla potenza del Khal e mollarono infine la presa sui Dothraki superstiti che riuscirono infine a liberare i compagni chiusi nella casupola in fiamme.
    Erano tutti vivi benché uno di loro in particolar modo avrebbe avuto bisogno di cure prima di poter tornare nuovamente ad impugnare un arakh.
    Gli arcieri richiamati dal grido di Kammo si prepararono ad incoccare le frecce contro gli ultimi due nemici che restavano in piedi, ma la battaglia non sarebbe finita tanto facilmente. Una pioggia di frecce scagliate da tutti i lati sferzò l'aria sopra la testa del Khal e dei suoi; non occorse molto per comprendere che non proveniva dai monti ma dai tetti delle casupole che li circondavano.

    Situazione battaglia finale:
    i due soldati superstiti con arco e arakh liberano i 5 arakhieri chiusi (salvandoli).
    i 5 solo arcieri vi raggiungono e per questo turno scagliano le frecce contro i 2 nemici superstiti.
    I 4 cavalli feriti si sono dati alla fuga.
    Esercito Khalasar: 14 soldati con arakh (1 ha bisogno di riprendersi un secondo ma è vivo)+ 5 arcieri + 4 cavalieri (arco e daga) + 8 cavalieri arco e arakh= 31 guerrieri
    Esercito nemico: 2 soldati appiedati + 10 arcieri
     
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    Il sibilare delle frecce avvisò il khal di un nuovo pericolo. Kammo istintivamente si abbassò sul dorso di Noah, per poi raddrizzare il busto e osservarsi attorno. Eccoli i vigliacchi. Si erano inerpicati sopra i tetti delle casupole, perlomeno quelli che non erano stati dati alle fiamme.
    “Ai cavalli!” urlò il giovane butterato. Sui cavalli sarebbero stati più veloci, sarebbero stati un bersaglio ostico. Kammo spronò Noah per raggiungere il suo guerriero che tossiva, intossicato dal fumo che era stato costretto a respirare.
    Lo aiutò a salire in sella al suo cavallo. “Non sei in grado di combattere. Allontanati, se riesci recupera i cavalli fuggiti, se non ne sei in grado, torna all’accampamento” ringhiò, fissandolo negli occhi.
    Nuovamente i talloni di Kammo batterono sui fianchi del cavallo e il Khal si mosse tra i suoi uomini per incitarli a sbrigarsi. “Forza! In sella. Sparpagliatevi tra le case, non state troppo vicini tra di voi, per non offrire un bersaglio troppo facile. Arcieri, concentratevi sui loro arcieri” tuonò imperioso, “uccidiamoli!” ruggì ancora. “Chi non ha armi a distanza, salti su quei tetti e tiri giù quei sacchi di merda!” ordinò. “Sfruttate le case come copertura, se ne avete l’occasione!” disse, lanciando Noah al galoppo. Colpì i due villici appiedati, uno col piatto della lama, l’altro con un calcio. Li mise al tappeto, si sarebbe occupato di loro una volta sistemati gli uomini sui tetti. Fece cambiare bruscamente strada a Noah, piegando verso destra, giusto per rendere più difficile la vita a quegli arcieri. Puntò il cavallo dritto verso una casa sul cui tetto si trovavano due di quei maledetti, poi si issò sulla sella, rimanendo accovacciato sul dorso di Noah. Passò l’arakh nella mano sinistra, cercando di mantenere l’equilibrio sulla groppa di Noah, lasciando libere le redini. “Vai bello, dritto così” disse sommessamente. Quando fu a distanza di salto, urlò con quanto più fiato aveva in corpo, spinse con quanta più forza aveva nelle gambe e si lanciò verso il tetto, l’arakh ben stretto nella mancina. Aveva preferito tenere libera la destra per potersi aggrappare meglio. Doveva essere veloce, saltare, rimettersi in piedi, brandire l’arma con entrambe le mani, e falciare i suoi nemici. Se avesse impiegato troppo tempo, quelli lo avrebbero riempito di frecce e lui non avrebbe mai potuto conoscere lo Stallone che Monta il Mondo e la cosa lo avrebbe amareggiato parecchio.
    Le iridi scure erano fisse sui due arcieri. Avevano ucciso i suoi uomini. Non ne avrebbe lasciato in vita nemmeno uno, a meno che non si fosse arreso spontaneamente. Ma non lo avrebbe più chiesto, non era più tempo di offrire una possibilità di salvezza a quei dannati. Avevano sprecato la loro occasione continuando ad attaccare il suo khalasar. Doveva riconoscere loro che erano ostinati, attaccati alla vita e a quelle inutili case di pietra. Se ci erano così attaccati, quando se ne sarebbe andato, non avrebbe lasciato in piedi nemmeno un mattone di quel fottuto villaggio. Era partito con l’idea di recuperare qualche lavoratore utile: un fabbro che facesse armi e ferrasse i cavalli, un conciatore esperto… Ora voleva solo che morissero tutti. Aveva però lasciato in vita i due appiedati. Quando sarebbe scesa una calma mortale, li avrebbe interrogati, avrebbe tirato fuori da quelle luride bocche qualsiasi informazione avessero. Avrebbe spremuto da quel villaggio tutto il possibile, qualsiasi cosa per ripagarsi degli uomini morti in quella razzia.
    Aveva bisogno di più uomini. Ne aveva pochi e ne aveva persi alcuni per attaccare quei villaggi. Aveva trovato tanti cavalli, era vero, ma chi li avrebbe cavalcati ora? Senza uomini, come poteva attaccare altri khalasar e costringerli a unirsi a lui? Era un dannato cane che si mordeva la coda e non sapeva come risolvere la situazione.
    Si aggrappò alle sterpi che ricoprivano il tetto, puntellò un ginocchio e si mise in piedi, pronto a fronteggiare i due nuovi avversari.

    630 parole
    -1pv per aver messo ko i due appiedati. Non attacco gli altri perché mi parrebbe eccessivo fare tutto in un turno solo.
    Vita Kammo 124/140
    Aspetto a spartire marzialità, per farlo al momento del bisogno.
     
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    Situazione battaglia iniziale 12 avversari vs 31 khalasar
    Superiorità numerica semplice +2pv Khalasar
    Superiorità strategica +4 pv Khalasar
    Superiorità territoriale nessuno

    Caduti sotto le frecce amiche i 2 guerrieri nemici
    Caduti sotto le frecce nemiche 20% (perché i tuoi si sparpagliano quindi diminuisce la percentuale)= 2 guerrieri amici

    Risultato battaglia campale: 6 pv Khalasar: 0 avversari= 6 caduti avversari, 0 khalasar + 2 uccisi da Kammo

    Situazione battaglia finale
    Khalasar= 12 guerrieri appiedati + 5 arcieri + 4 cavalieri arco e daga + 8 cavalieri arco e arakh
    Nemici= 2 arcieri


    Benché gli arcieri nemici potessero contare su una posizione rialzata, l'ordine perentorio di Kammo salvò la maggior parte dei suoi guerrieri che, in groppa ai fidati destrieri, riuscirono a mettersi al sicuro tra le case evitando le frecce nemiche che trapassarono solamente due uomini senza cavallo.
    I cavalieri che potevano contare su un arakh non faticarono a lanciarlo sfruttando la superiorità numerica per distrarre ed infine abbattere gli arcieri avversari, tanto che solo due ancora restavano in piedi, gli occhi terrorizzati che si rivolgevano alle montagne alle loro spalle.
    Quello sguardo fu sufficiente a spingere gli occhi del Khal oltre le montagne dove alcune testoline cominciavano ad arrampicarsi nel tentativo di darsi alla fuga. Si erano arresi.
    Avevano vinto.

    I due arcieri non tireranno per questo turno, vedi te che farne. Vedi altre persone (non riesci bene a contarle) che scappano su per le montagne.
     
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    Kammo si issò sul tetto e con ampie falcate raggiunse i due arcieri. A uno strappò l’arco di mano, lo avrebbe volentieri spezzato per quanto era furioso, ma un arco era un’arma e le armi erano sempre preziose. Alla reazione dell’altro, lo colpì con una gomitata sul naso e con un calcio in pieno petto lo buttò giù dal tetto, facendolo finire, per fortuna di quello, sopra un mucchio di fieno. Ben presto lo raggiunse anche l’altro arciere.
    “Legateli e legate anche quei due. Dovrei averli storditi, non uccisi” ordinò Kammo ai suoi uomini, riferendosi ai due avversari che avevano cercato di bruciare vivi i suoi uomini. Lo sguardo del giovane butterato era però rivolto verso le montagne.
    Si stavano davvero ritirando o era solo una trappola. Non li avrebbe seguiti, quei monti erano la loro casa, la loro vita, là avrebbero avuto modo di attirarli su sentieri pericolosi e ucciderli tutti o farli perdere sui molteplici sentieri che strisciavano tra quelle rocce.
    Vide Gralato e i quattro guerrieri tornare dall’accampamento, i cavalli erano dunque stati affidati alle donne. Annuì soddisfatto. Con un fischio, Kammo richiamò Noah, poi saltò dal tetto di paglia sulla sella dell’animale che si era avvicinato e vi si sistemò in groppa. Afferrò le redini, si avvicinò ai quattro prigionieri e ne prese le corde, dopo aver affidato le armi che aveva strappato ai due arcieri a chi avrebbe saputo usarli. “Mago” disse rivolto al ragazzo che era rimasto intossicato dalle fiamme. "Ce la fai a tornare al khalasar? Se sì, vai da loro e fai preparare i carri e gli schiavi. Ora che hanno 30 cavalli possono raggiungerci tutti rapidamente.”
    Aveva bisogno dei carri. Di certo non potevano aver svuotato le case in così poco tempo, quei bastardi dovevano essersi lasciati dietro qualcosa.
    “Entrate nelle case e prendete tutto quello che può essere utile. Strappate le porte di legno, se necessario, le useremo come legname per le pire funebri” disse cupamente. “Portate tutto fuori dalle abitazioni e, quando arriveranno i carri, caricateli con tutto quello che avrete trovato: sale, cibo, acqua, utensili, mobilio, armi, metallo. Prendete tutto. Quando non ci sarà più niente, finite il lavoro che hanno iniziato loro” ringhiò fissando le abitazioni date alle fiamme. “Bruciate questo posto, non lasciate nulla in piedi. Quando avrete razziato tutto, chiamatemi. Ci muoveremo verso il villaggio a occidente e ci accamperemo là per la notte che ormai è prossima” spiegò, per poi spronare Noah a muoversi al passo. “Nero, Ferro” chiamò il suo miglior arciere e il miglior guerriero, “prendete tre uomini con voi e controllate la zona a nord ovest del villaggio. Non voglio che le donne dell’altro villaggio raggiungano i monti approfittando del tempo che perderemo qui al villaggio. Se trovate sentieri, tracce che conducano alle montagne, controllate se sono stati utilizzati o lasciati di recente. Una volta che sarete a nord del villaggio delle donne, vedete se sono scappate verso nord. Se non sono andate a nord, verso i boschi, o a est, verso i monti, sono per forza nel mare d’erba e non ci scapperanno.”
    La corda che stringeva i polsi dei quattro prigionieri si tese e quelli furono costretti a seguire il khal, che si diresse verso i monti.
    “Chi ha arco e arakh venga con me. Gli altri arcieri tengano d’occhio di cavalli di chi perlustrerà le case e, stavolta, cercate di non farvi sorprendere come è accaduto prima. Alcuni di voi raccolgano le spoglie dei caduti, stanotte si uniranno al khalasar di Verzhof” sentenziò alzando gli occhi al cielo. Le cime dei monti erano ancora illuminate dal sole, ma le tenebre salivano verso le sommità man mano che l’astro di fuoco scompariva oltre l’orizzonte.
    Kammo si mosse con i suoi uomini e i prigionieri tra le case, pattugliando le viuzze per assicurarsi che non ci fossero altri stronzi nascosti tra di esse, quindi si portò all’estremità del villaggio, sulla strada che conduceva ai monti. Avanzò di una decina di metri, sempre al passo, sempre con i prigionieri al seguito, ma fece cenno ai suoi uomini di rimanere indietro.
    Era a rischio frecce? Non lo sapeva, ma se avessero tirato, avrebbero colpito anche loro quattro compaesani che ora si portava appresso.
    Fissò i crinali con occhi di brace, poi inspirò a fondo: “Io sono Khal Kammo e voi mi avete sfidato con la vostra vigliaccheria. Avete dimostrato di tenere così poco a queste catapecchie che i miei uomini le daranno alle fiamme e di essere non rimarrà nulla. Del vostro villaggio non rimarrà che cenere, poi ci sposteremo a occidente e daremo la caccia a tutte le vostre donne e quando i miei uomini saranno stanche di loro le farò sgozzare, poiché non voglio che i dothraki abbiano figli con chi si è dimostrato vigliacco come voi” ruggì con forza e, nonostante fosse il più basso dei dothraki, con quel copricapo di hrakkar in testa doveva comunque fare la sua impressione in un ipotetico osservatore.
    “Ma se un fabbro, un conciatore, un guaritore e un falegname si consegneranno a me spontaneamente, ordinerò ai miei uomini di non bruciare le vostre case e avrete ancora un posto dove tornare senza dover ricominciare da zero” annunciò. “Darò comunque la caccia alle vostre donne, ma non le porterò via tutte e non ucciderò quelle che prenderò” aggiunse. Sorrise beffardo, i nervi tesi e lo sguardo che guizzava tra i movimenti che vedeva tra le rocce, o che credeva di vedere.
    “Immagino che non si fideranno della mia parola” disse a bassa voce rivolto ai prigionieri, “ma almeno una possibilità io ve l’ho data” commentò. Sarebbero stati più veloci i suoi uomini a ripulire le case o i villici a organizzare una sortita per cercare di riprendersi il villaggio prima che le fiamme divorassero ogni cosa? O i popolani avrebbero dato fiducia al signore dei cavalli?
    Kammo si aspettava un nuovo attacco, ma visto che erano così vigliacchi, forse la paura li avrebbe fatti agire in modo da limitare i danni, ma avevano dimostrato di non tenere poi molto a quelle casupole.

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    Il tiro non lo faccio nemmeno, se è passato prima figurarsi ora XD


    Gli uomini di Kammo si mossero veloci come fulmini, non sarebbe occorso molto prima che il resto dell'accampamento li raggiungesse e quelli che si erano portati a controllare a nord il villaggio spronarono i loro cavalli con la bramosia negli occhi. Uno dei prigionieri, giovane certo ma non abbastanza da essere chiamato ragazzino, sollevò lo sguardo terrorizzato e sconsolato verso il Khal prendendo parola anche se non era stato interrogato.
    "Siamo minatori. Spacchiamo le pietre della montagna e vendiamo ai popoli dei boschi quello che ci troviamo dentro."
    Era una spiegazione che probabilmente avrebbe significato poco per Kammo ma era stata fatta nella sua lingua, segno evidente che quantomeno avessero capito tutto ciò che il Dothraki aveva loro riferito.
    "Loro ci danno la legna in cambio e qualcuno di noi sa lavorarla, non siamo guerrieri. Abbiamo fatto come il guerriero dei monti ci ha insegnato ma non siamo guerrieri. Sappiamo tutti lavorare un poco la legna ed il ferro però, anche noi." - concluse indicando i prigionieri.
    Falegnami e fabbri dunque anche se di ventura poteva dire di averli trovati.
    "Mia madre conosce le erbe e se risparmierete la vita delle nostre donne saprà curarvi."
     
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    Kammo portò lo sguardo sul prigioniero, ne studiò i lineamenti, soppesando le parole da lui proferite.
    Avvicinò quindi la lama dell’arakh al suo viso e gli si rivolse con tono curioso. “Nelle rocce che prendete, dentro c’è la polvere che una volta sciolta diventa metallo per gli arakh o le armi in generale? Perché se è così, voglio quella polvere” gli disse, poi ripose l’arma e porse la mano al prigioniero.
    “Cavalca con me. Devo avvisare i miei uomini di non bruciare le vostre case e dobbiamo raggiungere i cacciatori per assicurarci che non stuprino a sangue le donne che troveranno. Mi aiuterai a radunarle tutte, le stupreremo, ma non le uccideremo, se voi mi darete quello che ho chiesto. Se voi quattro sapete lavorare i metalli e il legno e una delle vostre donne cura con le erbe, io manterrò la mia parola” enunciò con tono solenne.
    Lo tirò in sella al cavallo, poi voltò Noah e prima di spronarlo disse ai suoi uomini presenti di tenere d’occhio i monti per evitare colpi di testa da parte dei popolani. Riportò i prigionieri all’interno del villaggio e diede le nuove disposizioni agli uomini. Disse loro di non bruciare il villaggio, di rimanere comunque all’erta e uccidere chiunque li avesse attaccati e, se li avessero attaccati, allora potevano bruciare tutto. Ordinò a Gralato di supervisionare tutto, poi partì al galoppo, assieme allo schiavo, cercando di raggiungere i cacciatori in cerca delle donne.
    Il vento sferzava il suo viso, dove qualche goccia di sangue nemico si era ormai rappresa. Aveva qualche ferita, nulla di grave, ma comunque avrebbe dovuto lavarla con cura per impedire che si guastasse. Il copricapo di hrakkar ondeggiava, rimbalzando ritmicamente sulle sue spalle, assecondando il moto del cavallo.
    “Come ti chiami?” chiese al ragazzo, scrutando la piana, mentre la luce del tramonto si affievoliva sempre più.
    “Hai detto che un guerriero sui monti vi ha insegnato. È lui che vi ha insegnato a tirare con l’arco?” domandò ancora. Se su quei monti c’era qualcuno che poteva insegnare ad altri a tirare con l’arco, forse non era poi così inutile esplorare quelle rocce ostili. Ma i monti, per l’appunto, erano ostili. Aveva perso sei uomini in quella razzia, non poteva rischiare di perderne altri per inseguire un saltarocce che magari avrebbe preferito farsi ammazzare, piuttosto che piegarsi ai Signori dei Cavalli.
    “Tu sapresti condurmi da lui?” chiese ancora.
    Portando due persone, Noah galoppava più lento, ma seguire le tracce dei suoi uomini, era abbastanza facile, in fondo gli zoccoli dei cavalli lasciavano segni evidenti nel terreno, eccetto per quei punti dove era duro come le rocce dei monti.
    Stimava però che per individuare le donne, i suoi uomini non stessero conducendo i loro destrieri alla massima velocità e questo avrebbe potuto permettergli di raggiungerli. Sperava di trovarli prima che loro avessero finito di fottersi eventuali donne, metti mai che decidessero di ammazzarne qualcuna.
    Non aveva alcuna intenzione di lasciarle libere. Cioè sicuramente qualcuna l’avrebbe lasciata al villaggio, non poteva portarsene dietro troppe, troppe bocche da sfamare. Ma quelle giovani, in salute, erano perfette per essere scambiate coi mercanti di schiavi. O magari anche con un khal. Un khal con tanti uomini e poche donne, magari avrebbe scambiato parte dei suoi uomini, quelli che considerava inutili, o magari quelli problematici, con delle donne.
    Aveva bisogno di uomini. Ne aveva appena persi sei e ancora non sapeva se il bottino che avrebbe recuperato da quella razzia avrebbe ripagato le perdite. Come poteva sperare di affrontare Villo e il suo khalasar con una trentina di guerrieri? O il padre di Davvi…
    La sua mente guardava al futuro, ma se voleva far crescere il suo khalasar aveva bisogno di diventare ancora più forte. Se il guerriero dei monti era un valido guerriero, forse la sua esperienza gli sarebbe tornata utile, lo avrebbe reso più forte, più degno.


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    Regina (e defunto sempramato Re)
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    "Si chiama Faqi."
    Il prigioniero non sembrava particolarmente felice di condividere quelle informazioni con il suo carnefice ma se potevano servire a migliorare la posizione delle donne del villaggio tanto valeva svelare anche il piccolo segreto che era valso la sopravvivenza della sua gente fino a quel punto.
    "E' un Dothraki anche lui, o almeno lo era prima di venire qui sulle Ossa. Ti posso condurre da lui ma non ci prestava il minimo ascolto senza qualche offerta che ripagasse il suo tempo."

    Kammo
    10 punti esperienza base + 2 post over 900 parole - 0 post sotto le 600 parole + 4 mod + 5 interazione + 4 punti per tratto Signore dei Cavalli (non so a che attivazione è)= TOTALE 25 PUNTI ESPERIENZA
    2 punti Marzialità
    1 punto a scelta
    Affinità Dothraki +5
    Affinità Khalasar +5
    Fama -5 (+5 tra i Dothraki)
    Prestigio +3

    Guadagni del Khalasar (così lo modifichi direttamente tu)
    TOTALE + 26 CAVALLI (30 guadagnati - 4 morti/fuggiti)
    - 6 guerrieri caduti
    SCHIAVI= 26 donne giovani/ 4 vecchie (di cui una guaritrice)/ 4 bambini/ 6 vecchi/ 4 uomini (che lavorano metallo e legno).
    3 carriole
    2 carretti
    10 galline
    3 piccoli uccelli
    4 corde
    10 anfore
    Arco in legno *10
    Polvere di metallo per 30 pezzi di ferro.


    Se vuoi ripartirti gli oggetti/lasciare libere delle donne/ ordinare ai prigionieri di realizzare oggetti vari ecc fallo pure in libera. Se vuoi andare a cercare Faqi ti apro la quest, altrimenti dimmi tu :)
     
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14 replies since 13/12/2018, 10:47   163 views
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