Ausel Lydden

Baelor il Benedetto

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    Ausel Lydden "parlato"
    Ausel Lydden pensato
    Sommo Septon «parlato»


    Livello: 14
    P.E. base: 8 PE; Esperto dei Sette Dei;
    Tratto educativo: Studioso
    N° parole: 1.989


    "Per fortuna ci furono anche uomini buoni che risollevarono il Credo, vero sua eminenza?"
    «Ce ne furono molti mio signore, ma quello che tutti ricordano è Baelor I, detto anche il Benedetto.»
    "Mi riferivo a lui. Mi chiedevo se fosse stato davvero così come lo descrivevano. Spesso mi immagino di diventare altrettanto buono. Non come lui, ma vorrei avere un briciolo della sua bontà."
    «Sarebbe una delle massime aspirazioni mio signore. Nessuno sarà come lui, ma se ha a cuore il popolo e vuole seguire la sua scia, mi permetta di illuminarla sulla sua figura. Va bene?»
    Ormai il Tasso ne aveva piene le tasche di quel posto e delle parole del Septon, ma … era pur sempre una conoscenza in più. Poi … chissà che il Septon non lo avesse preso in simpatia. Sarebbe stato bello divenire una figura vicina al Septon e … avere quel segreto così inviso al Credo.
    "Certo, ne sarei onorato."
    Il Lydden sfoggiò il miglior sorriso che gli poteva venire in mente e attese la predica.
    «Allora, egli fu il nono re Targaryen a sedere sul Trono di Spade. Rinomato per la sua devozione al Credo, Baelor fu allo stesso tempo sovrano e septon. Era il secondogenito di re Aegon III e regnò in seguito alla morte del fratello Daeron I. Nessun membro della Casa Targaryen fu amato al pari di lui; si curava in egual modo del popolino e degli Dèi.»
    "Sembra essere una figura mitologica, impossibile da ritrovare al giorno d’oggi, non crede?"
    «Se tuti fossimo capaci di seguire la retta via degli dei, non ci sarebbe bisogno di figure … mitologiche come ha detto. Egli ci rammenta cosa potremmo e dovremmo essere tutti noi.»
    "Per quello vorrei comportarmi bene ed essere un lord che si cura del suo popolo … e degli dei."
    La seconda parte la disse perché doveva.
    "Ma come era di carattere?"
    «Baelor era un uomo tranquillo, pio e devoto. Moolto magro e gracile a causa dei suoi frequenti digiuni, portava la barba lunga ed aveva i capelli oro-argento tipici dei Targaryen. La sua corona era fatta di fiori e rampicanti, così si dice.»
    "Ma era sempre stato così, che lei sappia?"
    «Baelor era un giovane riservato e un grande studioso. Aveva una sincera e forte devozione per i Sette Dèi ed esprimeva spesso il desiderio di divenire Septon, ma suo padre non glielo concesse, esigendo che sposasse sua sorella Daena, come di consuetudine all’interno della dinastia Targaryen. Nel 160 CA, con estrema riluttanza, Baelor obbedisce, rifiutando, però di consumare il matrimonio.»
    "Ma non aveva un fratello che poteva regnare?"
    «Sì, ma egli morì lasciando la successione al trono a Baelor che salì a trono a diciassette anni.»
    "E riuscì a mantenere le sue caratteristiche?"
    «Certo. Basti pensare al suo primo atto da re. Poiché i dorniani si erano ribellati ed avevano trucidato re Daeron, il principe Viserys, zio e Primo Cavaliere di Baelor, detenne quattordici ostaggi d’alto lignaggio che, rinchiusi in cella, attendevano l’ora della propria esecuzione. Il primo atto di re Baelor si rivelò uno shock. Egli, infatti, concesse la grazia a tutti gli ostaggi dorniani, senza prestare ascolto a chi ne chiedesse la morte. Simili dimostrazioni di misericordia e di pietà tornarono a ripetersi nel corso dei dieci anni del suo regno. Quando i lord e il Concilio vollero vendetta, Baelor arrivò a perdonare pubblicamente gli assassini del fratello e dichiarò la sua intenzione di “sanare le ferite” della guerra provocata da quest’ultimo, riconciliandosi con i dorniani. Inoltre, si recò a Dorne senza spada né esercito.»
    "Direi che non fu presa bene, immagino. Riuscire a perdonare gli assassini di un fratello è un’azione davvero divina."
    «Come gli dei perdonano, anche gli uomini dovrebbero perdonare. La guerra non porta mai a nulla di buono, purtroppo. Il perdono allieta i cuori e le anime.»
    "Dice bene, sommo septon. Ma riuscì nell’intento?"
    «Sì, mio signore. Scalzo e vestito solo di tela e di sacco, Baelor attraversò la Strada delle Ossa per rappacificarsi con Dorne. I quattordici ostaggi d’alto lignaggio lo seguirono in sella ad eleganti destrieri. Prima di tutto, Baelor giunge alla sede della Casa Wyl, ove trova suo cugino, il principe Aemon il Cavaliere del Drago, rinchiuso nudo in una gabbia. Baelor ne chiede la liberazione, ma gli esponenti della Casa Wyl rifiutano. Il re innalza allora una preghiera per il cugino, promettendogli di tornare presto.»
    "Mi scusi, sua eminenza, quindi i dorniani non lo ascoltarono?"
    «Solo casa Wyl, la più ostile a Baelor il Benedetto. Ma ciò non fece perdere lo spirito del sovrano. Il viaggio verso Lancia del Sole si rivela assai arduo, ma Baelor sopravvive comunque al clima torrido e alle sabbie roventi. Il principe di Dorne mostra riconoscenza per la misericordia riservata agli ostaggi dorniani di sangue nobile e accetta di ascoltare la proposta di Baelor. Desideroso di riconciliarsi con Dorne dopo il fallito tentativo di conquista del Giovane Drago, Baelor dispone il matrimonio tra Daeron II, suo giovane cugino, e la principessa Mariah Martell. Sia Daeron che Mariah sono ancora soltanto dei bambini, quindi le nozze dovranno essere celebrate al raggiungimento della maggiore età. Terminato il breve soggiorno di Baelor a Lancia del Sole, il principe di Dorne mette a disposizione del sovrano una galea con cui far ritorno ad Approdo del Re. Il giovane re Baelor, però, declina l’offerta, sostenendo che gli Dèi gli hanno comandato d'andare a piedi. All’interno della corte dorniana, molti temono che il viaggio sia troppo rischioso e che Baelor possa morire nell’affrontarlo. Ciò comporterebbe la rottura dell’armistizio e riaccenderebbe la collera del Trono di Spade. Il principe di Dorne si assicura, dunque, che i lord della sua terra siano ospitali con il sovrano. Baelor non manca di onorare la promessa fatta al Cavaliere del Drago, il quale è ancora prigioniero. Il principe di Dorne ha già inviato un messaggio a Lord Wyl, intimandogli di rilasciare Aemon sotto la custodia del re.[2]»
    "Aveva una volontà ferrea il sovrano. Come lo si può emulare?"
    «Con la preghiera e accettando i Sette.»
    Il tasso stava solo cercando di far parlare il vecchio uomo. Aveva saputo dal maestro, quando aveva studiato la storia dei Targaryen che il sovrano aveva compiuto anche atti non propriamente degni di una persona Benedetta. Che molte storie erano leggende e favole inventate per tutelare la figura del re e renderlo il sovrano Benedetto. In effetti il Septon stava omettendo alcune cose.
    ”Le sue buone azioni lo tradirono?"
    «Affatto. La gabbia in cui Aemon venne rinchiuso era sospesa su di una fossa piena di vipere. Le serpi non potevano raggiungere il prigioniero, ma la fame, il sole del giorno e il gelo della notte finiranno comunque per ucciderlo. Al posto di liberarlo come gli era stato ordinato, Lord Wyl consegna a Baelor la chiave della gabbia, invitandolo ad usarla lui stesso. Il Cavaliere del Drago implora il cugino e nuovo re di abbandonarlo, ma quest’ultimo rifiuta, entrando nella fossa infestata dalle vipere. Si dica che le serpi si limitino ad abbassare il capo, rifiutandosi di attaccare Baelor perché protetto dagli Déi facendolo passare e liberando il cugino.»
    "Ma non fu attaccato dalle serpi?"
    «In realtà sì, ma non tutte attaccarono. Questo a significare che nonostante il sovrano fosse protetto degli dei, molti non lo riconoscevano, come non riconoscevano gli dei stessi, vedi casa Wyl.»
    "Cosa successe, in realtà?"
    «Baelor venne morso una dozzina di volte, ma in qualche modo riusci a raggiungere la gabbia e a passare la chiave al cugino prima di perdere i sensi. Aemon spalanca la porta della gabbia, balza nella fossa e, circondato dalle vipere insidiose, si cimenta nel tentativo di trasportare Baelor al sicuro. Si dice che, nel frattempo, i membri della Casa Wyl facciano scommesse su quanto a lungo i due possano resistere. A dimostrazione di quello che vi ho detto prima, mio signore. La loro crudeltà, però, servì soltanto a spronare Aemon, che riesce nell’impresa di abbandonare la fossa insieme al suo re. Baelor entra in coma a causa del veleno. Suo cugino Aemon lo trasporta lungo la Strada delle Ossa e fino ad un villaggio dove si procura dei vestiti e un asino con il quale proseguire il cammino. Il Cavaliere del Drago giunge al castello di Blackhaven, dove Baelor è curato da un Maestro. Infine, il sovrano si sveglia sulla via per Capo Tempesta, ma deve passare ancora un anno prima che sia in grado di viaggiare sino ad Approdo del Re.»
    "In tutto questo, sua moglie?"
    «Al suo ritorno, Baelor trascorre i restanti anni del suo regno in preghiera e nella più fervente devozione al Credo. Per placare gli istinti della carne che tanto lo ripugnano, digiuna fino a perdere i sensi. Chiede all’Alto Septon di sciogliere il suo matrimonio con la sorella Daena, dato che non è stato consumato, e viene esaudito.»
    "Quindi la lascia libera?"
    Era il punto dolente di Baelor. Secondo il Maestro Dite, il sovrano fece rinchiudere sua moglie e le sorelle di lui evitando loro ogni contatto col sesso maschile, per preservarne la purezza.
    «Certo, non è più vincolata al matrimonio e il sovrano si dedica a pulire anche la città come stava pulendo il suo animo.»
    Il Tasso sorrise e notò come il Septon avesse tralasciato quel punto.
    "La pulizia delle case del piacere?"
    «Sì, mio signore. Baelor vieta la prostituzione ad Approdo del Re e bandisce le prostitute e tutti gli schiavi del sesso dalla città. Sebbene preghi per loro, non può sopportarne la vista. Il Concilio Ristretto protesta vigorosamente, mettendo il re di fronte ai disagi che possono derivare da ciò, ma Baelor non presta loro ascolto, limitandosi ad ignorare il malcontento che scaturisce dal suo decreto. In quanto uomo di fede, il sovrano non intende ricorrere alla violenza in alcun modo. È infatti fermamente convinto che l’unica arma concessa al credente sia la preghiera.»
    "Troppo utopico, non trovate?"
    «Mio signore, i Sette vogliono la pace e la purezza dello spirito e della carne. Perché utopia se basta solo ascoltare se stessi e i Sette?»
    "Perché credo sia difficile non assecondare gli istinti, credo."
    «Non siete giovane mio signore e dovreste iniziare a pensare alla vostra anima prima del vostro corpo.»
    "Avete ragione. Quali altre opere fece il sovrano?"
    «Edificò il grande Tempio, mio signore.»
    "Ma non lo vede compiuto, vero?"
    «Purtroppo no. Baelor venne molto amato dal popolo, in quanto non esitava a prelevare dalle casse del regno per dare ai bisognosi e si adoperava perché i poveri avessero cibo e un tetto. Per esempio, si assicurò che ogni uomo e donna della città ricevesse ogni giorno una pagnotta per un anno. Si occupò dell’elezione del nuovo Sommo Septon alla morte dell’Alto Septon e si curò di istruire anche bambini e monelli di strada.»
    "Come morì il sovrano?"
    «Quando Daena Targaryen, precedentemente sposata a Baelor, mette al mondo un figlio bastardo che chiama Daemon Waters, il re digiuna in espiazione dei peccati della sorella. Successivamente, dopo che sua cugina Naerys dà alla luce due gemelli nati morti, digiuna per addirittura quaranta giorni e quaranta notti, rifiutando tutto ciò che non sia pane o acqua. Il quarantunesimo giorno, il re collassa. Né il Gran Maestro Munkun né l’Alto Septon ragazzino, che a detta del sovrano opererebbe miracoli, sono in grado di salvarlo. Gli storici riportano che Baelor è morto di fame dopo prolungati digiuni che avevano lo scopo di liberarlo dai desideri della carne. Il sovrano si è spento osservando il volto dei Sette consapevole del suo operato.»
    "Capisco. Credo si sia fatto tardi anche per lei. Mi spiace aver approfittato così del suo tempo. È stato illuminante, davvero."
    «Sono qui per questo.»

    Il Tasso si allontanò dal luogo dopo aver preso tutte le sue cose e aver ringraziato il Sommo Septon per i commenti fatti su i suoi disegni. Uscì nell’affollata Approdo del Re con una nuova missione. Non essere il folle Re Baelor nella sua vita. Bontà certo, misericordia anche, ma … il troppo stroppia.
     
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