Old Wild West

role di cura e libera

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    Alfiere

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    Kammo ritornò al villaggio, lasciando Faqi a vivere come un ratto su quei monti. Avrebbe sopportato un vigliacco, ma uno che aveva abbandonato la famiglia solo perché non era come voleva lui… No, lui non avrebbe mai lasciato indietro nessuno, avrebbe fatto di tutto per proteggerli, non sarebbe fuggito abbandonandoli. Se si fosse trovato in una situazione disperata, avrebbe fatto il possibile per mettere in salvo quanti più membri del khalasar. Meglio una fuga verso la salvezza che una morte senza gloria o onore.
    Quando arrivò al villaggio, iniziò a dare disposizioni. All’alba il khalasar si sarebbe rimesso in marcia. Ora aveva 7 nuovi schiavi, giovani, sani, in grado di lavorare legno e metalli. Decise quindi che i sei vecchi e la donna gravida non gli servivano.
    Fece radunare gli schiavi e divise da quelli che si sarebbe portato via, quelli che invece sarebbero rimasti, liberi. La donna incinta urlò. Non voleva perdere i due figli che il khal le avrebbe sottratto, ma il padre la trattenne dal commettere una sciocchezza.
    Era incinta, avrebbe avuto un altro figlio e altri avrebbe potuto averne. In fondo ti tutta la popolazione maschile adulta, Kammo si sarebbe portato via solo 11 di loro. Gli scampati alla razzia erano ancora nascosti sui monti, non appena i dothraki se ne fossero andati, sarebbero tornati alle loro case, a quello che rimaneva delle loro famiglie e avrebbero potuto ricominciare.
    Quella sera Kammo si prese cura del proprio labbro spaccato, durante la lotta con i minatori sui monti. Prese una pezza di lana e, dopo averla immersa nell’acqua gelida che scendeva dai monti in un torrente gorgheggiante, tamponò la parte offesa, gonfia e dolorante.
    Controllò lo stato dei denti. Sembravano a posto, nessuno ballava, il pugno non aveva fatto troppi danni. Pulì il taglio con l’acqua e si diede anche una lavata, rabbrividendo al contatto del corpo con l’acqua gelida. Per asciugarsi usò il terriccio: era consuetudine tra i dothraki frizionare pelle e capelli con esso. Era un bagno di polvere e nel mare d’erba era usato da molti esseri viventi per tenere lontani i parassiti. Vivendo però in mezzo a cavalli e natura selvaggia, era impossibile non avere le pulci. Il bagno di polvere dava sollievo, per qualche tempo.
    Evitò di mettere il terriccio solo sulle zone in via di guarigione e sul labbro appena spaccato. Qranna si era sempre raccomandata di tenere le ferite pulite per evitare che si guastassero.
    Quando ebbe finito, tornò al resto del khalasar. I carri erano già stati caricati, l’indomani all’alba sarebbe bastato smontare le tende per poter partire, senza perdere ulteriore tempo.
    Il giovane khal diede disposizioni per i turni di guardia. Ora c’erano tanti cavalli e tanti schiavi, non voleva rischiare che scappassero e si perdessero nel mare d’erba i primi o si nascondessero sui monti i secondi.
    Quando il khalasar si preparò per la cena, Kammo informò tutti delle sue idee in merito agli schiavi.
    “Domani partiremo, lasceremo qui gli anziani maschi e la donna pregna” disse. “Ci rallenterebbero. Le femmine le porteremo comunque perché conoscono le erbe” aggiunse, portando un po’ di cibo alle labbra. “Andremo a Vaes Dothrak, per poter barattare gli schiavi con armi e raccogliere informazioni. Dobbiamo trovare i khalasar più piccoli di noi, per spingersi a unirsi alla nostra causa” raccontò, bevendo un sorso d’acqua. Il latte fermentato era ormai finito, usato tutto per festeggiare l’esito della razzia. “Quando lo Stallone che Monta il Mondo arriverà, voglio che non perda tempo a unificarci tutti in un unico khalasar. Ci metteremo avanti con il suo lavoro” concluse, poi si alzò, pulendosi le mani sui pantaloni.
    “Ora abbiamo tante donne, persino più di quante realmente servano. Per tanto, ho deciso di prendere nuove mogli. Per scopare con loro dovrete chiedere il mio permesso a meno che non siano loro a cercarvi. Le donne che scelgo servono già la khaleesi e continueranno a farle. Godranno della mia protezione e se avranno figli li crescerò come miei. Sono Tirli e Oqetti” disse indicandole.
    Poi lo sguardo dalle iridi scure si posò su Mirri. “E, visto che ha abbracciato il culto del Grande Stallone e ora è a lui che rivolge le preghiere, dico che adesso Mirri non è più una schiava. È una donna Dothraki. E sarà mia moglie anche lei. Mi assicurerò che la sua fede diventi forte e salda come la mia” spiegò ai presenti.
    Dopo di che si avvicinò alle donne che aveva scelto, portandosi dietro Davvi. Spiegò loro che potevano dormire con la loro famiglia e che non avevano obblighi nei suoi confronti. Potevano scopare chi volevano, se lo volevano. Lui le avrebbe cercate solo quando Davvi non avrebbe avuto voglia, ma loro avrebbero comunque potuto rifiutare le sue attenzioni.
    La notte quindi passò e mentre ancora il sole era nascosto dietro i monti, il Khalasar si mise in marcia dirigendosi verso occidente, verso Vaes Dothrak. Ci sarebbero volute settimane per giungere a destinazione, avrebbero potuto incrociare altri khalasar, carovane o chissà che altro il Grande Stallone avrebbe voluto far incontrare loro.
    Kammo era pronto. O almeno credeva di esserlo.

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    Mercenario

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