Allenamento o addestramento e divertimento

Libera Ausel-Lucky

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    Lord

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    Ausel Lydden "parlato"
    Ausel Lydden pensato



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    P.E. base: Tratto educativo: Studioso
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    Erano passati alcuni giorni da quando il figlio del lord di Deep Den e il suo nuovo amico, Lucky, erano rientrati nella Fortezza Rossa. Ausel aveva sempre quella strana sensazione che qualcosa sarebbe successo da lì a breve e non riusciva a togliersela di dosso. Solo la compagnia di quel fedele animale riusciva a far dimenticare, per qualche momento, quello strano turbamento che gli prendeva il corpo. Sembrava salirgli dallo stomaco e si irradiava in ogni direzione agguantando prima la parte bassa del corpo facendogli sentire le gambe molli come se fossero di burro o di ricotta, e poi la gola. Riusciva a stento a respirare quando la sensazione di ansia e di apprensione si faceva molto forte. Solo un leggero colpetto del musetto bianco dell’animale o una sua leccata sulle mani riusciva a distogliere il Tasso da quello stato di malessere.
    Prima o poi sarebbe andato dal Maestro Pycelle per capire cosa avesse e se fosse grave.

    Tornando a quel momento, Ausel e Lucky si trovavano all’esterno della Fortezza Rossa in una zona della città che portava al porto. Davanti a loro si estendeva la Baia delle Acque Nere e il giovane ragazzo con il suo bastardino erano riusciti a raggiungere un luogo distante dal centro portuale di Approdo del Re in modo da non venir disturbati dal passaggio delle navi e dal vociare, o meglio dalle urla, dei portuali, dei marinai che salivano o scendevano dalle loro navi o dalla semplice popolazione che si affacciava per capire cosa stesse succedendo. In quel momento di crisi, se così si poteva definire, ogni minima informazione proveniente dall’esterno del continente o da uno dei suoi regni, veniva ingurgitata e metabolizzata per poi essere diffusa di bocca in bocca con tutte le varianti e le modificazioni possibili. Si sa, alla gente piace spettegolare e quale fonte di notizie vi è di più prelibato che quelle provenienti dai viaggiatori che affollano i porti?

    Ausel e Lucky, come detto, si trovavano in prossimità della costa. La zona non era pavimentata e si camminava sul terreno e sulla ghiaia. La presenza di tutte quelle pietre fece venire in mente le parole che il mercenario aveva detto al Tasso, quello che sembrava essere tantissimo tempo addietro.
    Per evitare che il cane si buttasse in acqua alla ricerca di un bastone o di qualcosa che lo attirasse, Ausel lo chiamò a sé come stava iniziando a fare da quando lo aveva adottato.
    "Lucky, vieni qui."
    Se in un primo momento l’animale non sembrava rispondere a quel comando, bastava vedere i primi comandi fatti quando lo aveva portato alla Fortezza Rossa, ora, sembrava riuscire a capire che quel nome riguardava lui. Quando sentiva chiamarsi, drizzava le orecchie, alzava il capo e si voltava verso la fonte che aveva emesso quel nome. Non si avvicinava subito alla sorgente di quel suono e questo tranquillizzava Ausel. Il Tasso dovette chiamarlo tre volte prima che l’animale eseguisse l’ordine. Era già un primo inizio.
    Sia il cane sia il padrone si sedettero a terra. Non era riuscito ancora a fargli apprendere diversi insegnamenti, ma pian piano avrebbe insegnato a Lucky come sedersi, quando attaccare e come farlo, anche se quest’ultima lezione sembrava averla già imparata stando tra i vicoli del Fondo delle Pulci.

    Ausel prese uno dei numerosi ciottoli e … studiandolo, lo soppesò. Gli vennero in mente le parole del mercenario.
    Anche un semplice sasso può diventare un’arma mortale se ben lanciato, con la giusta forza, nel punto giusto e al momento giusto.

    Avrebbe solo dovuto allenarsi nella coordinazione e nel mirare l’obiettivo. Il Tasso prese uno dei ciottoli e dopo averlo tenuto in mano qualche secondo, piegò il braccio, ruotò il busto e lo lanciò. Questo volò in direzione dell’acqua compiendo un paio di salti sulla superficie della stessa prima di affondare come un qualsiasi suo fratello roccioso.
    Lucky si mise sulle zampe e guardò nella direzione dell’acqua con la lingua che gli pendeva dalla bocca e respirando divertito. Guardò poi il padrone e di nuovo l’acqua. Ausel prese un secondo sasso e lo lanciò cercando di mirare nella stessa direzione e imprimendogli più forza. Il sasso, a differenza di quello di prima, si inabissò subito in quando la traiettoria presa era troppo verso il basso. Il cane iniziò a scodinzolare.
    "Calmo Lucky. Su, siediti."

    Il cane, come detto prima, non aveva ancora imparato quel comando e rimase sulle quattro zampe a fissare l’acqua. Solo le carezze di Ausel riuscirono a farlo ritornare seduto.

    "Vuoi giocare, quindi? Uhm … vediamo un po’."

    Ausel si guardò intorno. Tra la ghiaia e il terriccio vi erano comunque numerosi resti in legno che provenivano dalle onde che si infrangevano lungo la riva trasportando ogni materiale che veniva gettato in prossimità del porto e non recuperato, lasciandolo alla deriva.
    Tra questi vi era un piccolo legnetto che poteva essere facilmente addentato da Lucky senza che questi potesse farsi del male. Il Tasso lo prese e lo avvicinò all’animale che iniziò ad annusarlo e a muovere irrefrenabilmente la coda. Abbaiò due volte quando Ausel attese prima di lanciarlo.
    "Vai e riportamelo."
    Ausel lanciò il legnetto puntando a una direzione ben precisa. Questi volò facendo una traiettoria parabolica e andò a cozzare contro il terriccio. L’animale corse, Ausel sapeva che sarebbe corso e aveva lanciato il legno verso una zona con una bassa percentuale di pietre da far male a Lucky. Lucky addentò il legnetto e si accovacciò iniziando a mordicchiarlo.
    "No, Lucky, riportamelo indietro."
    L’animale non ascoltò il comando e Ausel si alzò per andargli incontro.
    "Su, Lucky, lascia il legnetto o riportamelo."
    Quando si avvicinò per prendere l’oggetto ligneo, l’animale iniziò a ringhiare. Ausel ritrasse istintivamente la mano. Lucky smise di emettere quei suoni e si concentrò sul legnetto.
    "Uhm … dobbiamo lavorarci mio buon amico."
    Ausel provò una nuova mossa. Non avvicinò la mano verso il muso, ma sulla schiena. L’appoggiò delicatamente e il cane smise di dare attenzione al legnetto per un attimo. Quando il contatto venne accettato dall’animale, questi continuò a dedicarsi al legnetto mentre Ausel lo accarezzava.
    "Vedo che le coccole le accetti sempre. Dai, torniamo alla Fortezza Rossa. Per oggi possiamo dire di aver imparato qualcosina."
     
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