Naqqi

Conoscenze Religiose #1 - L'importanza del cavallo e del Grande Stallone

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    Add: Conoscenze religiose 1 - L’importanza del cavallo e il Grande Stallone
    Ricompense: 5 pe base (-25% tratto), Conoscenze Religiose 1, +5 Affinità Culto Grande Stallone
    Tratto: diplomatico
    Parole: 752 su 600 minime


    Naqqi sapeva del Dosh Khaleen, sapeva che era composto dalle vedove dei khal morti e che per questo erano tenute in grande considerazione da tutti, khal compresi. Erano più in alto di tutti nella gerarchia Dothraki, erano delle donne che in realtà dominavano sui re e sulle regine del Grande Mare d’Erba, e la cosa affascinava la bambina, anche se non le era molto congeniale il dover rimanere per sempre confinate a Vaes Dothrak. Ecco, quella era una cosa che le metteva i brividi.
    Così come le metteva i brividi doverne incontrare una.

    Gliel’aveva detto sua madre Nizhi, la khaleesi, una sera d’estate. Avevano scoperchiato il palazzo di terra ed erba intrecciata e Naqqi era sdraiata a pancia in su, a guardare la stellata magnifica che si stendeva sopra le loro teste.
    ”Domani notte andrai nel Dosh Khaleen, a far visita a Qranna. È una donna molto sapiente, che ti potrà insegnare quello che io non posso. È stata una grande khaleesi, moglie di un grande khal, il quale era alla testa di uno dei khalasar più grandi del suo tempo”
    Naqqi aveva voltato la testa verso la donna, l’aveva fissata per qualche istante e poi aveva annuito. Avrebbe fatto finta che la cosa non le provocasse una certa ansia, ma comunque la bambina non riuscì a prendere sonno quella notte e si addormentò solo dopo molte ore a rigirarsi nel giaciglio.

    Si era fatta un bagno prima che Haddi la costringesse a stare ferma perché le venissero acconciati i capelli, venisse vestita con un bell’abitino bianco stretto in vita da una cintura di pelle e medaglioni di bronzo e la sua pelle venisse dipinta di rosso e nero. Il suo animo era troppo agitato perché riuscisse a prestare attenzione a quello che l’ancella di sua madre faceva di lei, era troppo concentrata su quello che sarebbe successo da lì a poco e pensava a Qranna del Dosh Khaleen: non l’aveva mai incontrata, e nel suo immaginario era molto anziana, con i capelli candidi come la neve che coronava la cima della Madre delle Montagne, il volto solcato da rughe profonde quanto il Grembo del Mondo e il carattere di una vecchiaccia bisbetica.

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    Nulla di più diverso. Qranna era una donna sui trent’anni dalla pelle scurita dal sole ma comunque ancora liscia e dipinta su guance, fronte e labbra, e i capelli erano nerissimi, acconciati in tante piccole treccine raccolte poi sulla nuca. Qranna avrebbe potuto essere sua madre.
    La cosa impressionò enormemente la piccola Naqqi, che rimase a fissare la donna di fronte a sé con un’espressione imbambolata.

    Haddi l’aveva portata davanti all’edificio che era la casa del Dosh Khaleen che erano spuntate le prime stelle, e lì aveva promesso di venire a riprenderla dopo qualche ora, e così la bambina era rimasta in compagnia delle anziane di Vaes Dothrak e degli schiavi ed eunuchi a loro preposti.
    E Qranna subito si era fatta avanti, prendendola in consegna e dirigendola verso un braciere piuttosto isolato, sedendosi su un gradino e invitandola a fare altrettanto.
    ”Bene, khalakki Naqqi, dimmi: perché Vaes Dothrak si erge proprio qui?”
    ”Perchè qui ci sono la Madre delle Montagne e il Grembo del Mondo” disse la piccola con espressione seriosa. Aveva molto a cuore questi momenti in cui imparava qualcosa di nuovo sulla propria cultura.
    Qranna annuì e sorrise piano. ”Esatto piccola. Tanto tempo fa, all’ombra della Madre delle Montagne, il primo uomo saltò fuori dal Grembo del Mondo, in groppa al primo cavallo. I cavalli sono i figli del Grande Stallone, sono i nostri più grandi alleati e per la loro ascendenza divina, chi non è in grado di cavalcare non può essere khal, né avere la treccia del guerriero. Sono la base della nostra cultura, ci forniscono praticamente ogni cosa del loro corpo, dai crini alla pelle, dalla carne al latte delle giumente. Ci sostentano durante i nostri viaggi dentro e fuori il Grande Madre d’Erba, e sono un lampante esempio di saggezza: non bevono la velenosa acqua salata in quanto estremamente pericolosa”
    Naqqi aggrottò la fronte. ”E se salissimo su uno di quei… cavalli di legno, grossi grossi, che cavalcano le onde… si potrebbe attraversare il mare velenoso?”
    Qranna mise su un’espressione a metà tra l’allarmato e il compassionevole. ”Bambina mia… oh, quanto sei ingenua, il Grande Stallone non desidera che noi dothraki abbandoniamo il Grande Mare d’Erba! Sarebbe sacrilegio! Se i figli del Grande Stallone rifiutano di bere quell’acqua, il suo popolo non la attraverserà!”
    ”O-okay, va bene, era solo una domanda…”
     
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