Andiam, andiam, andiamo a guerreggiar

Intermezzo introduttivo per Robert

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    Capo Tempesta, qualche giorno prima del giorno x (14 giugno)
    "Mio Lord, casa Swann sarà sempre pronta a servire Capo Tempesta, ma gran parte dei miei uomini sono al confine dell'Uncino, non potremo offrirvi un grosso contributo. E' giunto il momento che anche le altre nobili famiglie facciano la loro parte, senza... favoritismi di sorta."
    Lord Perce Swann era un tipo particolare che spiccava in mezzo a tutti gli altri vassalli di Steffon Baratheon per la schiettezza con cui si rivolgeva al suo Lord, la parlantina fin troppo piccante ed ovviamente i campi fertili del suo Regno. Nessuna sorpresa dunque che fosse stato lui il primo a prendere parola tra gli alfieri radunati nella Sala Grande di Capo Tempesta; Steffon aveva dato ordine di radunare le truppe per marciare su Approdo del Re e già le prime diserzioni più o meno palesi si facevano sentire. Lord Swann aveva però fatto scivolare lo sguardo verso il padre di Robert, gesto di certo non sfuggito ad una statuaria Lady Cassana, in piedi dietro lo scranno del marito.
    "Non vi riferirete di certo a mio fratello, Lord Pierce. Uno dei miei figli è già stato ucciso, l'altro è a combattere a Sala del Raccolto e mio nipote è prigioniero dei Draghi ancora nel grembo di sua madre. La mia famiglia è sempre stata in prima linea in questa guerra."
    "E così continuerà ad essere." - il Lord di Pietre Verdi fece eco alla sorella muovendosi di qualche passo in avanti verso Steffon. Robert era stato tenuto per la verità piuttosto al sicuro dalla guerra che imperversava nei Sette Regni e non aveva visto gli eserciti muoversi dalla sua isola fino al momento in cui era partito con il padre verso Capo Tempesta. Probabilmente le altre nobili famiglie del continente, già impegnate in più fronti, avevano visto quel gesto come una codardia e Lord Stafford era deciso a riscattare l'onore del suo Casato.
    "Porto con me cinquecento uomini, pronti a combattere per Casa Baratheon. Condurrò personalmente l'esercito insieme a mio figlio."
    "No."
    Il Protettore delle Terre della Tempesta era rimasto in un meditabondo silenzio fino a quel momento e questo aveva conferito al suo no una ancor maggiore gravità; l'omone si era alzato dal suo scranno finalmente e si era mosso a passi lenti verso il cognato ed il nipote a cui aveva posto una mano sulla spalla, tanto forte da fargliela quasi tremare.
    "Ho già visto cosa succede a tenere i membri importanti delle nostre famiglie radunati nello stesso luogo. Stafford, rimarrai qui a Capo Tempesta, accanto a tua sorella. Per ogni evenienza..." - il tono di voce del Cervo si era abbassato nel pronunciare le ultime tre parole ma il loro significato era chiaro per tutti i presenti. Se Steffon non fosse tornato dalla capitale, occorreva qualcuno in grado di indirizzare il giovane Darion alla guida delle Terre della Tempesta e l'Estermont era stato il prescelto del Baratheon.
    "Robert, combatterai al mio fianco ed i tuoi uomini ti seguiranno. Mostreremo qual è la stoffa della nostra gente!"

    ***
    Ok, un poco di introduzione giusto per capire che sta succedendo. Siete a Capo Tempesta (il 14 giugno), Steffon Baratheon vuole marciare su Approdo del Re, si mormora che ci sia un poco di nepotismo perché finora gli Estermont non hanno ancora combattuto, quindi papino si butta a pesce. Steffon però lo vuole a Capo Tempesta per guidare la situazione nel caso il nostro cervo faccia kaput, quindi andrai solo con 500 uomini.
    Interagisci come vuoi con la situazione e se hai domande/ richieste da fare a papino o a steffon o a chi ti pare falle pure, ti rispondo nel prossimo post.
    Si parte in ogni caso per questa guerra, quindi considera il tuo equipaggiamento; se vuoi fare acquisti puoi ruolarmeli considerando gli oggetti venduti in questi negozi; se vuoi farti regalare qualcosa da qualcuno prova a convincerlo e vediamo che si può fare.
    Insomma...preparativi per la partenza, fai tutto ciò che ritieni necessario.


    Il tempo di risposta disponibile é una settimana dall'ultimo post. Se si é impossibilitati a rispondere nel tempo stabilito basta comunicarlo nel topic assenze informando su quando si tornerà attivi. Se non ci saranno comunicazioni, il pg salterà il turno e sarà mosso come png dallo staff se necessario per quel turno. Ogni turno di *assenza*costerà un malus del 10%in punti esperienza.

    Il moderatore ha tempo una settimana per rispondere. Se é impossibilitato incaricherà un altro mod di occuparsene.
    Se dopo una settimana il topic non avrà ricevuto moderazione, i pg potranno proseguire in libera muovendo eventualmente altri png e riceveranno un "risarcimento" del 10% in punti esperienza a fine quest.
    Limite minimo parole per non incorrere in malus= 600
     
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    Alla fine anche per Robert il tempo era giunto, da quando suo padre lo aveva convocato a Pietre Verdi per dirgli che sarebbero partiti per Capo Tempesta per rispondere all'appello di Lord Steffon Baratheon, il quale aveva radunato i vessilli di guerra, il giovane era sempre più impaziente, dopotutto in quella guerra fra il Leone ed il Drago lui era stato protetto ed al sicuro tra le mura di Pietre Verdi, sull'isola di Estermont, ma se era intenzione di terminare la contesa una volta per tutte era ovvio che tutti gli alti Lord avrebbero dovuto richiamare i loro alfieri, ognuno di loro doveva decidere ancora una volta da che parte stare se con i Targaryen oppure con l'usurpatore Lannister.

    Ed ora dopo molti giorni di navigazione assieme a suo padre ed ai soldati che aveva portato con se, Robert era giunto a Capo Tempesta, dove aveva avuto appena il tempo di stupirsi ancora una volta per la enorme e mastodontica costruzione che gli si stagliava davanti, con quelle alte mura costruite secondo le leggende per resistere anche all'ira degli Dei, e di fare qualche acquisto in vista della guerra, per poi essere convocato assieme al padre nella Sala Grande di Capo Tempesta.

    La Sala Grande del castello era gremita di Lord Alfieri delle Terre della Tempesta, mai come in quel momento il ragazzo si era sentito tanto fiero di appartenere a quelle genti, certo anche quelle terre erano state flagellate dai dissidi interni, ma era certo che in ogni momento avrebbero risposto unite in caso di necessità e sopravvivenza ed in questo caso si stava proprio parlando di un evento estremamente importante e che necessitava ogni uomo ed ogni Lord che poteva essere chiamato a raccolta.

    Per l'occasione Robert indossava un paio di brache di lana marrone, una camicia verde chiaro, un farsetto di lana del medesimo colore con incisa la tartaruga marina verde scuro segno della sua nobile Casa, aveva una cintura di cuoio alla vita e semplici stivali, ed un mantello scuro che gli ricopriva le spalle larghe, i suoi occhi scrutavano il resto dei Lord che erano presenti, pur rimanendo rispettosamente dietro a suo padre, grazie anche alla sua altezza, cercava di osservare uno per uno i presenti per tentare di comprendere le loro intenzioni nel futuro combattimento.

    Con le braccia incrociate sull'enorme petto muscoloso i suoi occhi si spostarono poi su Lord Steffon e Lady Cassana, dopotutto erano i suoi zii, Cassana era sorella di suo padre e Lord Steffon riusciva a mettergli suggestione anche stando semplicemente seduto sul suo scranno, quasi come se fosse distratto e pensieroso, ma anche Robert fu ridestato dai suoi pensieri dalla voce di uno dei lord poco distanti.

    Voltato il suo sguardo riconobbe Lord Perce Swann di Stonehelm, una delle casate più ricche della regione che a quanto pareva stava già iniziando a fornire giustificazioni in merito allo scarso numero di uomini a disposizione per la marcia stante il fatto che molti di loro stavano presidiando l'uncino di Massey, già a queste parole il ragazzo corrugò la fronte, ma quando Lord Swann sottolineò come anche le altre casate dovevano fare la loro parte, guardando direttamente suo padre, fu solo l'intervento di sua zia Cassana che trattenne la lingua del giovane ragazzo.

    Robert sapeva che in quel consesso lui non era nessuno, non era un Lord, non era un cavaliere, non era neppure uno scudiero, era solo un ragazzo fortunato che non aveva ancora sperimentato la guerra, e quindi avrebbe dovuto tacere, ma non sarebbe stato certo facile se qualche altra persona presente avesse messo in dubbio la lealtà o l'impegno della Casa Estermont in quella guerra.

    Il dire di sua zia lo indusse a chinare lentamente il capo, dopotutto era estremamente vero quello che stava dicendo, aveva perso un figlio, l'altro Darion era a combattere, ed il figlio di Darion ancora nel ventre di sua madre, Cassandra Connington, era prigioniero del Re, tutti fatti che spinsero il ragazzo a chiedersi da che parte le truppe della Tempesta avrebbero impiegato la loro forza, a fianco del Re di diritto o di quello sedutosi sul Trono di Spade.

    Suo padre chiarì ancora meglio la posizione e l'impegno della loro casa, non si sarebbero limitati a piangere i loro nipoti o i cugini di Robert, quella volta avevano portato cinquecento uomini pronti per combattere, una buona fetta della potenza bellica della sua isola, ma erano uomini scampati alla guerra e quindi freschi per i combattimenti, e Robert ne era orgoglioso ed il suo orgoglio aumentò ancora di più nel sentire il fatto che quegli uomini sarebbero stati condotti in guerra da suo padre ma anche da lui in persona, cosa che aprì un piccolo sorriso carico di riconoscenza nei confronti del padre.

    Ma l'entusiasmo del ragazzo fu spazzato come da un vento di burrasca con una semplice parola, un no detto da Lord Steffon Baratheon, e Robert spostò il suo sguardo sull'enorme uomo che si era alzato dal suo scranno ed avanzava a passo lento verso i due Estermont, fino a quando una delle mani del Lord non si poggiò sulla spalla del ragazzo il quale, nonostante la giovane età e la sua costituzione, poté sentire la forza che aveva Lord Baratheon nelle sue mani, non potendo fare a meno di chiedersi che spettacolo sarebbe stato vederlo all'opera in battaglia.

    Robert incrociò il suo sguardo con quello dello zio, si aspettava già che questi avrebbe provveduto a fare in modo e maniera che lui rimanesse a Capo Tempesta protetto dalle mura, ed all'inizio del suo discorso il senso sembrava proprio quello, ma poi il giovane rimase a dir poco incredulo quando Lord Steffon disse che sarebbe stato suo padre Stafford Estermont a rimanere a Capo Tempesta assieme alla sorella e moglie del Lord, mentre Robert sarebbe andato assieme al suo Lord per combattere e avrebbe comandato i soldati di Casa Estermont, quello era sicuramente un prezioso segnale di quanto il Lord credesse nelle capacità degli Estermont.

    Così dopo qualche secondo il giovane chinò brevemente il capo in segno di ringraziamento, spostò per un momento lo sguardo in direzione del padre, per poi riportarlo negli occhi del Lord Baratheon, i suoi occhi erano colmi di gratitudine e di gioia, poteva finalmente essere la sua occasione per mostrare di che pasta era fatto Mio Lord sarà un onore combattere al vostro fianco ed al fianco dei nobili lord delle Terre della Tempesta, nessuno si dimenticherà del nostro coraggio e del nostro valore disse con voce seria e roboante, cercando di mostrare più dei suoi quindici anni.

    Fece trascorrere ancora qualche secondo per poi proseguire Se posso chiedere Lord Steffon, su quanti uomini possiamo contare? e sappiamo l'entità delle forze nemiche o dei nostri alleati? domandò estremamente incuriosito ed impaziente, impaziente di entrare nel vivo dei preparativi e della battaglia, ma era anche curioso di comprendere meglio i numeri dell'esercito che era stato chiamato a raccolta ed anche da che parte si sarebbero schierati, anche perché su quel punto aveva solamente alcuni indizi ed il ragazzo non voleva apparire come uno sciocco davanti agli altri Lord.

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    Steffon sembrò irrigidirsi all'ultima domanda del ragazzo; ciò che gli Estermont sapevano era che Lady Cassandra Connington, moglie di Darion Baratheon e gravida di suo figlio, fosse prigioniera a Roccia del Drago. Ciò che non conoscevano invece era la lunga lista di missive che erano giunte a Capo Tempesta in quelle settimane; il Cervo sapeva di dover intervenire, ma ancora non conosceva quale fosse il cavallo migliore sul quale puntuale. Solo che, d'altro canto, neppure poteva mostrarsi debole di fronte ai suoi vassalli... per cui strinse le labbra e digrignò i denti mentre rispondeva al ragazzo: "Accanto ai valorosi soldati di Pietre Verdi ci saranno più di due migliaia di uomini. Non conosciamo ancora la forza del nostro nemico, ma qualunque essa sia... faremo quel che va fatto per difendere le Terre della Tempesta dalle mira di chicchessia."
    Non aveva detto niente.
    Ma con molta convizione.

    ***
    Robert aveva speso tutti i soldi con cui era partito da Pietre Verdi per comperarsi il necessario per quella battaglia, ma non c'era soldato che in quel giorno risplendesse come la tartaruga: la sua armatura era forte e resistente ed il suo martello da guerra appariva in grado di spaccare più di un cranio nella battaglia a venire. Diversi uomini si erano fermati lungo il tragitto per ammirare i possedimenti del ragazzo, ma non era il suo equipaggiamento ciò che avrebbe maggiormente dovuto preoccuparlo.
    Erano in marcia da una ventina di giorni ed il cammino attraverso boschi pieni di fango e radure sferzare da venti di tempesta non era stato affatto facile. Ciò che più angosciava le truppe però era l'assoluta incertezza del destino che li attendeva ad Approdo del Re: Lord Steffon non aveva fatto parola con nessuno dal giorno della partenza e sembrava più cupo giorno dopo giorno, aveva la benché minima idea di dove stesse conducendo i suoi uomini?
    "Ragazzo, portami del vino."
    Nel mezzodì del ventesimo giorno, finalmente il Cervo si decise a rivolgere parola a qualcuno; non già però ad uno dei nobili vassalli che lo seguivano (c'erano infatti Penrose, Mertyns, Trant, Wylde e diversi altri ad accompagnarlo in quella missione), ma a suo nipote per un compito tanto infimo che sarebbe potuto essere svolto da un qualsiasi servetto. Ma se Robert avesse obbedito senza fiatare, avrebbe scoperto che le cose stavano ben diversamente.

    ***(solo se vai)
    "Non c'è uomo lì fuori che non mi giurerebbe lealtà o che non si getterebbe tra le fauci di un Drago o negli artigli di un Leone per me, puoi contarci. Ma la lealtà ostentata sa sempre di una sottile impostura, rammentalo ragazzo."
    Sì. Steffon Baratheon era un uomo tormentato dal peso di una responsabilità che mai come in quel momento sembrava gravargli sulle spalle; Robert in fondo era suo nipote, figlio del fratello di sua moglie, ed era solo un ragazzo. "Terrai la bocca chiusa su tutto quanto sentirai qui dentro, giuralo sui tuoi Dei."

    Sì, dobbiamo rushare un pochino per raggiungere gli altri XD
    Hai 20 giorni di marcia nei boschi in mezzo alla pioggia e al fango; puoi descrivermeli come vuoi (anche non necessariamente giorno per giorno ma solo una narrazione generale).Puoi farci un add marziale nel mezzo (anche l'adder marziale di Capo Tempesta viene con voi). Puoi raccontarmi un piccolo evento di poco conto avvenuto durante il viaggio di cui poi ne terrò conto (es...sei uscito a caccia? storie attorno al fuoco? ti hanno rubato il rancio? ecc ecc).

    In ogni caso, se porti il vino a Steffon, finiamo a quella richiesta ben specifica. Deve confidarsi con qualcuno, sarai il suo fatino madrino? Non si fida di nessuno e hai la sensazione che manco lui sappia che capperello deve fare.
     
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  4. Iron Throne
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    Il giovane Robert notò benissimo l'espressione di rabbia a stento repressa che si era dipinta sul volto di Lord Steffon Baratheon, il lord di Capo Tempesta, il lord di suo padre e suo zio, ed il ragazzo si pentì quasi immediatamente di aver fatto quella domanda, anche se supponeva che in molti dentro quella sala condividessero i suoi dubbi relativamente a quella spedizione su Approdo del Re.

    Dopotutto la città era il fulcro del potere dei Sette Regni ed in quel momento vi erano ben due Re che se la contendevano ossia, per come la vedeva Robert, uno di troppo sulla scacchiera, ma comprendeva bene anche che Lord Steffon non poteva mostrarsi debole o indeciso davanti ai suoi Lord Alfieri, pertanto quando il giovane sentì la sua risposta semplicemente chinò il capo in un placido segno di obbedienza, avrebbero portato circa duemilacinquecento uomini ad Approdo del Re, una forza assai considerevole se si contava anche gli altri combattimenti nelle Terre della Tempesta e gli uomini nell'uncino di Massey.

    Dopo essere stato congedato il giovane trovò con piacere tutti i suoi acquisti effettuati al mercato di Capo Tempesta ben sistemati dentro la sua stanza, una armatura di cuoio borchiato, bracciali e schinieri, un elmo di cuoio ed uno stupendo martello in ferro che il ragazzo prese subito in mano con le sue braccia possenti e studiò per bene, era un'arma meravigliosa per una persona della sua mole e della sua altezza, gli sarebbe stato sicuramente di grande aiuto nella battaglia a venire.

    Il giorno previsto per la partenza il ragazzo aveva preso commiato da suo padre e da sua zia, giurando loro che avrebbe portato onore alla Casa Estermont ed a quella dei Baratheon, dopotutto credeva fortemente in quella missione ancora così incerta ma era suo dovere obbedire al suo Lord e fare in modo che le Terre della Tempesta fossero ricordate e rispettate da tutti gli altri Lord del continente occidentale, ivi compreso il Re in persona.

    Robert si vestì di tutto punto, con brache di lana, blusa e sovratunica di color verde come i colori della sua Casa, ed inoltre indossò le sue protezioni in cuoio, l'armatura e si mise l'elmo sopra i fluenti capelli marroni, prese il suo martello da guerra e si gettò un semplice mantello sulle spalle per poi unirsi al contingente dei suoi uomini ed incolonnarsi assieme al resto del contingente pronto fuori dalle mura.

    Per il ragazzo quello era come l'inizio di un sogno, migliaia di uomini, con spade, picche e lance, arcieri e cavalieri, Lord e carriaggi, vessilli al vento di moltissime casate di quelle terre, tutti uomini pronti a morire per la causa del Cervo e per il loro Lord, ma tuttavia Robert non aveva fatto bene i conti della logistica, vi erano innumerevoli giorni di marcia per arrivare fino ad Approdo del Re.

    Inizialmente il giovane erede di Casa Estermont era molto ansioso di vivere la vita del soldato insieme a tutto un esercito, era entusiasta di camminare per i boschi assieme agli altri soldati, era felice di arrivare al tramonto per far riposare i muscoli, tirare su una tenda e mangiare il rancio preparato dai cuochi nelle retrovie, trovava interessante anche la rivalità che serpeggiava tra le varie Case ed i rispettivi soldati, alcune delle quali talmente acute che era ritenuto più opportuno far accampare molto distanti alcuni raggruppamenti di soldati, era un mondo a cui si doveva imparare ad adattarsi e se Robert voleva divenire un cavaliere rinomato per la sua abilità bellica quella doveva essere la prima di una lunga serie di tappe nella sua vita.

    Alla sera amava sedersi assieme ai suoi uomini attorno al fuoco, ascoltare le loro storie, cercare di ricordarsi i loro nomi, sentire le loro aspettative, sentire chi avevano lasciato a casa, mogli, figli, sorelle e fratelli, alcuni tra di loro erano padri e figli, certi avevano già combattuto in passato, altri erano alle prime armi come Robert e venivano bersagliati amichevolmente dalle battute dei veterani, ma tutto quello che faceva era per creare cameratismo, per far vedere loro che il loro futuro Lord era una persona semplice ed un soldato come loro.

    Ma oltre alla notevole distanza fin dal primo giorno la pioggia fu una costante compagnia per gli uomini dell'esercito, inizialmente non era niente di particolare, ma con il passare dei giorni quella lunga marcia sotto l'acqua diventava sempre più faticosa, la strada si era tramutata in fango cosa che impediva una rapida marcia, i soldati ed i cavalli incespicavano ad ogni passo e la stanchezza si faceva sentire sempre più ad ogni sosta, anche Robert iniziava a sentire le vesciche ai piedi e l'umidità fin nelle ossa, dopotutto non era affatto abituato a camminare per così tanto tempo ed in quelle condizioni, per non parlare del fatto che la pioggia influenzava notevolmente anche il morale degli uomini.

    Difatti in quei rari momenti in cui smetteva la pioggia ed uscivano brevemente dai boschi in qualche radura venivano investiti da freddi venti di tempesta, i carri degli approvvigionamenti rallentavano oltremodo la loro già lenta marcia, ma il giovane cercava di non mostrare segni di cedimento, per dare il buon esempio ai suoi uomini, anche se alla fine di ogni giornata sentiva le spalle e la schiena dolere come non mai, ed i muscoli delle gambe ed i piedi andare a fuoco.

    Con il passare dei giorni le cose avevano perso un poco di magia, anzi divenivano ripetitive, la mattina all'alba erano già tutti in piedi, smontavano velocemente il campo riponendo tutto nei vari carri, venivano raggruppati e si mettevano in marcia, durante la quale Robert riusciva a mangiare un pezzo di manzo salato se era fortunato, poiché continuavano a lottare contro il fango in continuazione e non di rado si dovevano fermare e correre in aiuto di qualche carro, una volta al tramonto allestivano nuovamente il campo, accendevano il fuoco e consumavano il pasto che gli veniva preparato, ma alla fine si riunivano sempre attorno al fuoco, tutti i soldati Estermont assieme al figlio del loro Lord e sotto lo stendardo della tartaruga verde.

    Dopo ennesimi giorni di viaggio il ragazzo aveva iniziato a sentire dei mormorii sinistri da parte delle truppe, alcuni dei soldati iniziavano a nutrire dubbi in merito a Lord Steffon, insinuando che gli stava conducendo chissà dove e non ad Approdo del Re, oppure che stavano andando verso la città ma che non vi era certezza se avessero combattuto e, nel caso, al fianco di chi.

    Robert nel sentire quelle affermazioni si turbò un poco, ma diede la colpa alla lunga marcia ed alle cattive condizioni della strada e del tempo, ogni soldato dopotutto mordeva il freno nell'andare in battaglia, ciò che era certo però era che le attese non miglioravano il morale e neppure i silenzi di Lord Baratheon aiutavano, dopotutto nessuno lo aveva più sentito parlare dal momento in cui erano partiti da Capo Tempesta.

    Una sera ad un falò uno dei soldati più giovani del gruppo, Pate, iniziò ad esprimere alcuni dubbi sul Lord di Capo Tempesta e sulla loro marcia verso Approdo del Re, arrivando ad insinuare una carenza di risolutezza del Lord, ed in quel momento Robert avrebbe voluto intervenire ma fu preceduto dal vecchio Wat, un uomo rude e navigato, sulla cinquantina, un veterano di guerra che zittì immediatamente il giovane soldato facendo presente che Lord Steffon Baratheon non era mai stato uomo di poca risolutezza.

    Difatti attorno al fuoco scoppiettante raccontò a tutti loro delle battaglie a cui aveva preso parte assieme a Lord Steffon ed ai vessilli di Casa Estermont, ricordando a tutti come fu l'aiuto del Cervo a spezzare l'assedio di Approdo del Re durante la Quinta Ribellione dei Blackfyre, quando l'esercito delle Terre della Tempesta mandarono in frantumi le forze del bastardo e salvarono il regno di Jaehaerys II, ed aveva solo diciassette anni all'epoca il Lord di Capo Tempesta.

    Per non parlare poi di quando il Lord del Cervo, solo tre anni prima, era stato pronto a sostenere Re Aerys Targaryen e l'allora Principe Rhaegar nel piegare la ribellione dei Lannister e dei Tyrell e dell'impresa nella battaglia del Tridente dove le forze nemiche furono annientate e costrette alla resa dall'arrivo di altri rinforzi dalle nobili Case del Nord e del Sud dei Sette Regni, in definitiva non vi era alcun modo di poter dubitare della risolutezza del loro Lord, e fu in quel momento che il giovane riprese parola Wat ha ragione, non abbiamo motivo di dubitare di Lord Steffon, è un comandante ed un soldato valoroso e ci guiderà bene nella battaglia che abbiamo davanti e se vogliamo vincere dovremo essere tutti uniti e credere nel nostro Lord e comandante chiaro? disse con voce risoluta e cipiglio duro, non avrebbe tollerato che l dubbio si insinuasse nelle menti dei suoi uomini, anche se lui stesso poteva avere qualche interrogativo, ma non avrebbe permesso che quelle idee turbassero i soldati.

    Altri giorni passarono camminando nel fango e sotto l'acqua, e quando si accamparono quella sera il ragazzo si tolse di dosso la sua armatura, come ogni sera, e rimase vestito solo con le sue brache, la blusa ed un mantello zuppo d'acqua, con ogni muscolo del corpo, anche alcuni di cui ignorava l'esistenza che dolevano, e fu in quel momento che un uomo si avvicinò a lui, ed il giovane lo squadrò da capo a piedi, era un uomo calvo, con una barba fulva e sulla tunica portava un emblema con due piume incrociate, emblema che il ragazzo non ricordò a quale casa appartenesse.

    Dopo pochi istanti l'uomo prese a parlare Robert Estermont presumo, io sono Ser Cornay Penrose, Maestro d'Armi di Capo Tempesta si presentò con fare serio il cavaliere, ed immediatamente il ragazzo scattò in piedi il più rapidamente possibile Si Ser sono io, è un onore conoscervi disse semplicemente chinando leggermente il capo, dopodiché il cavaliere continuò il suo dire ti ho osservato in questi giorni e sembri un ragazzo forte, ed hai una notevole arma, ma mi chiedevo se sai destreggiarti bene anche senza le armi nel corpo a corpo, certe volte è qualcosa di fondamentale spiegò l'uomo e Robert si costrinse a scuotere il capo, dopotutto gli era stato insegnato a combattere con la spada ed altre armi, ma mai a mani nude.

    Il cavaliere sorrise appena e fece cenno al ragazzo di seguirlo, così Robert si chiuse bene nella sua cappa e seguì quell'uomo tra i vari fuochi, tende e bivacchi avvicinandosi sempre di più al bosco, fino a quando si fermò e vide che vicino ai primi alberi vi era qualcosa poggiato a terra, ma non fece in tempo a comprendere cosa fosse, dato che Ser Cortnay riprese a parlare Sospettavo che fossi carente in questo, quasi tutti gli aspiranti cavalieri lo sono, ma provvediamo subito ad addestrarti forse il cavaliere vide l'espressione sgomenta del ragazzo, dopotutto era appena finito un giorno di marcia estenuante, e la sua espressione subito si fece più dura Non provare a dirmi che sei stanco, un guerriero non sa mai quando potrebbe iniziare un combattimento, un duello o una battaglia quindi ogni momento il tuo corpo e la tua mente deve essere pronta a combattere, come deve essere pronta a rispondere bene alle richieste, questo se vuoi divenire un giorno un cavaliere ed un buon Lord disse con fare perentorio.

    Nel sentire quelle parole il giovane fece un profondo sospiro e si cercò di drizzare per bene in piedi e gettò a terra la sua cappa fradicia, mostrando al cavaliere si essere pronto a ricevere l'addestramento avete ragione Ser, perdonatemi, vi sarò grato per qualsiasi cosa vorrete insegnarmi disse con fare deciso ed il cavaliere non stette a farselo dire due volte e indicò ai suoi piedi per prima cosa partiamo dai muscoli, ne hai già un bel po ma dovrai migliorare ancora, prendi questo bastone con attaccati questi secchi d'acqua e corri attraverso il bosco, dovrai procedere facendo un giro attorno ad ogni albero davanti a te per dieci alberi e ritornare qui facendo il medesimo percorso e lo stesso giro concluse così l'uomo incrociando le braccia e rimanendo in attesa.

    Il giovane Robert osservò per qualche secondo il cavaliere e poi si decise a prendere il bastone con i secchi d'acqua posizionati alle estremità piegandosi sulle ginocchia e posizionando il bastone sulle spalle, per poi farsi forza ed alzarsi in piedi, dopo la lunga marcia di quel giorno i muscoli gli dolevano in modo incredibile e quel peso sulla schiena non lo aiutava di certo, ma nonostante questo iniziò il percorso ad ostacoli che aveva preparato Ser Cortnay, pertanto iniziò a correre nel fango, sporcandosi e cercando di fare ben perno con le gambe e con i piedi per evitare di cadere e dover ricominciare da capo.

    Il più velocemente possibile, compatibilmente con il terreno, il ragazzo iniziò a fare il giro attorno al primo albero, poi passò al secondo, al terzo fino al decimo e ultimo albero sempre più nel fitto della foresta, con la camicia madida di sudore e le brache ricolme di fango iniziò quindi a fare il percorso al contrario albero dopo albero e, per un momento, sentì la sua gamba sinistra fargli male e cedergli ma stringendo i denti il ragazzo si forzò di non mollare e, sempre correndo, tornò dal cavaliere girando di albero in albero crollando infine a terra ai piedi di Ser Cortnay spossato.

    Il cavaliere lo scrutò per qualche momento e lo lasciò riprendere fiato fino poi a tendergli la mano per tirarlo in piedi Bene ragazzo, ma abbiamo solo iniziato, ora ti legherò le mani dietro la schiena e tieniti pronto a schivare i miei colpi, ricordati di fare perno sul busto disse mentre passava alle sue spalle con una corda per legargli i polsi dietro la schiena, Robert era sempre estremamente stanco e quindi annuì appena, ma quando il cavaliere gli si parò davanti e vide arrivare un pugno all'altezza del volto non ce la fece a schivarlo e crollò nuovamente a terra con un bel livido sulla mascella.

    Scusate ser, adesso non fallirò disse sputando un grumo di sangue per poi rialzarsi con uno sforzo da terra, Robert divaricò le gambe dolenti e si portò un poco avanti con la schiena e con il busto, i suoi occhi rimasero fissi sulla figura di Ser Cortnay per cercare in tutti i modi di poter prevedere i colpi, ed il cavaliere pochi istanti dopo prese subito a rifilare il medesimo colpo, un diretto al viso sul lato sinistro, ma questa volta Robert spostò verso destra il busto facendo perno sul bacino.

    Il cavaliere sorrise e fece partire immediatamente due ganci sempre all'altezza del volto, prima uno a sinistra e poi uno a destra ed il giovane Estermont questa volta disegnò una mezzaluna verso il basso con il busto, difatti abbassò il busto ed al contempo lo spostò nella parte opposta da quella da dove proveniva il colpo, ma il fiato del ragazzo non sarebbe durato ancora molto.

    Rimessosi in posizione Robert vide che il cavaliere stava iniziando a girargli attorno, così a propria volta fece dei piccoli passi seguendolo in ogni sua mossa per non essere colto impreparato e con le mani legate, le gambe con i muscoli a fuoco e la mandibola dolorante dal pugno vide arrivare un pugno dal basso verso il suo mento, così Robert spostò il suo busto ed il capo all'indietro cercando di evitare il colpo, cosa che riuscì a fare ma si era sbilanciato troppo e Ser Cortnay gli rifilò un calcio alla gamba che lo mandò per terra.

    Robert rimase senza fiato letteralmente ed era oramai completamente sporco di fango, ma il cavaliere ancora una volta lo rimise in piedi, estrasse un coltello e tagliò la corda Credo che adesso tu abbia imparato le basi, ma dovrai fare pratica intesi? inizia subito con me, prova a colpirmi disse riponendo il coltello e mettendosi in guardia.

    Il ragazzo si massaggiò i polsi legati fino a pochi istanti prima e cercò di massaggiarsi un poco le gambe respirando affondo per riprendere fiato, quel cavaliere era assai più ostico di quello che pensava, ed aveva fatto capire a Robert quanta strada aveva ancora da fare per divenire un temibile guerriero dei Sette Regni, dopodiché si passo le mani sul volto spostando i capelli ribelli e bagnati ed a propria volta si mise in guardia con le gambe leggermente larghe e flesse, la destra avanti e la sinistra indietro, mentre le braccia erano alte a protezione del volto con un angolo di novanta gradi.

    Robert fece qualche passo in avanti verso Ser Cortnay poi improvvisamente fece partire un colpo diretto con il pugno destro, mirando al volto del cavaliere, il quale però schivò senza problemi il suo pugno ed a propria volta controbatté con un pugno allo stomaco a segno sul giovane che si fece sfuggire un gemito, ma immediatamente dopo con più rabbia tentò un paio di ganci destri sempre mirando al volto descrivendo un angolo largo con il suo braccio, ma anche questa volta il cavaliere schivò i colpi abbassandosi.

    Dentro al ragazzo la fatica stava lasciando il passo alla rabbia, non comprendeva come fosse possibile che quell'uomo fosse tanto veloce da schivare tutti i suoi colpi ed il cavaliere gli parlò devi essere più fluido ragazzo, più morbido disse con tono calmo continuando a muoversi, così il giovane Estermont fece partire un pugno dal basso verso il mento del cavaliere, quest'ultimo lo evitò con molta più grazia di come aveva fatto Robert solo pochi istanti prima, difatti non si era sbilanciato, ma il ragazzo ne approfittò per accorciare le distanze con il cavaliere e far partire un gancio sinistro verso lo zigomo del cavaliere, quella volta era sicuro di averlo nel sacco.

    Ma il cavaliere era molto più in gamba di lui, era riuscito ad evitare anche quel pugno ma alla fine Ser Cortnay prese lo spossato ragazzo per i polsi tenendolo vicino a se e guardandolo negli occhi ti sei battuto bene e sei affaticato, impara da quello che hai visto stanotte, allenati, diventa più forte, più resistente e più veloce, così non sarai mai alla mercé dei tuoi avversari, ed ora vai a darti una ripulita ed a letto che domani ripartiamo all'alba disse infine dando uno scappellotto al giovane il quale sorrise a quel dire Grazie Ser non lo dimenticherò disse con un sorriso prima di portare le sue stanche membra verso la sua tenda pronto a mettersi in branda una volta pulitosi dal fango.

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    tratti particolari: Marziale + 25% esperienza in Addestramenti Marziali; - 25% esperienza altri Addestramenti (Lv1)


    I giorni continuarono a passare tra marce, piogge ed accampamenti attorno al fuoco, Robert si era ripreso pienamente dall'addestramento con Ser Cortnay e adesso seguiva i suoi consigli per diventare ancora più forte e resistente, ed il giovane aveva iniziato ad apprezzare nuovamente la vita del soldato, aveva finalmente compreso che doveva spendere sangue e sudore per diventare un buon cavaliere e combattente e quello se lo era promesso più volte nei momenti difficili in cui sentiva di mollare.

    Giunti al ventesimo giorno di marcia fecero campo a mezzodì ed il giovane ne fu estremamente grato, avevano tutti bisogno di riposare ed il ragazzo fece una passeggiata per l'accampamento per comprendere se vi erano ancora voci di malcontento nei confronti di Lord Steffon, aveva la sua corazza ed il suo martello con lui e, come molte altre volte, aveva notato come molti lo guardassero con ammirazione per il suo equipaggiamento, dopotutto aveva dato fondo a tutti i denari che aveva portato per la spedizione, ma almeno ne era valsa la pena.

    Una volta giunto nuovamente dove gli Estermont avevano eretto il loro accampamento il giovane si sedette nuovamente a fare conversazione con il resto dei soldati, ma questi dopo pochi istanti alzarono lo sguardo sopra la sua testa e Robert sentì la voce di suo zio alle sue spalle che gli chiedeva del vino, incredulo il ragazzo si voltò giusto in tempo per vedere il Lord di Capo Tempesta sparire verso la sua tenda, da quello che sapeva non aveva parlato con nessuno da molti giorni ed aveva scelto proprio lui per riprendere a parlare.

    Ripresosi dalla sorpresa Robert si incupì pensando al fatto che suo zio lo aveva scambiato per un coppiere e fu sul punto di non eseguire quell'ordine, ma dopo tutti quei giorni in cui aveva predicato in favore di Lord Steffon davanti ai suoi uomini sarebbe stata una cosa poco saggia, per non parlare del fatto che era il suo Lord ed aveva giurato obbedienza, così si congedò dal gruppo di soldati e si diresse verso i carriaggi dove recuperò una caraffa di vino rosso ed un calice ed in fretta e furia il ragazzo entrò nella tenda Mio Lord, il vostro vino disse forse con tono un poco freddo mentre deponeva il tutto su di un tavolo poco distante.

    Il ragazzo era sul punto di girare i tacchi e ripartire ma a quanto pare Lord Steffon aveva altri progetti ed iniziò a parlare con lui, a confidargli di non credere nelle parole dei suoi alfieri in merito ad una eccessiva ed ostentata lealtà, anche se Robert non capiva appieno quelle parole annuì lentamente, ma la richiesta successiva, quella riguardo a tenere la bocca chiusa in merito a quello che avrebbe sentito nella tenda ed anche la richiesta di giuramento sui Dei lo lasciarono senza parole.

    Robert non credeva alle sue orecchie, che davvero il Lord di Casa Baratheon avesse deciso di parlare non con i suoi vassalli ma con suo nipote lo riempiva di gioia ed orgoglio, così si fece serio ed annuì nuovamente avvicinandosi allo zio che gli Dei mi siano testimoni, non riferirò mai niente di quello che sentirò Lord Steffon disse con tono solenne per poi proseguire e lo giuro anche su qualcosa di ancora più caro, lo giuro sulla mia famiglia disse infine parlando non a caso di famiglia e non di Casa, poiché Lord Steffon era parte stessa della sua famiglia, ed a quel punto il ragazzo stette in silenzio.

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    Steffon si dipinse una sorta di sorriso al fare sicuro del nipote; una volta, quando gli anni e le disgrazie non gli avevano appesantito l'animo, anche il Cervo aveva tale fibra e risolutezza. Si prese un lungo sorso di vino prima di cominciare ad esporre dubbi e situazioni al ragazzo.
    "Casa Baratheon è sempre stata un fedele alfiere dei Targaryen e mai avrei pensato che la mia generazione avrebbe visto incrinarsi i rapporti tra le nostre due famiglie." -Robert non possedeva per la verità le conoscenze necessarie a riconoscere ciò di cui il Lord di Capo Tempesta stava parlando, ma non aveva ragione di credere che stesse mentendo. "Sono sempre stato convinto che la spada sia l'arma migliore con cui risolvere qualsiasi contesa e per quanto il Re folle non brillasse per senno e temperanza, suo figlio non aveva ereditato il suo stesso carattere. Purtroppo ragazzo, sono in pochi oramai nei Sette Regni ad usare lo stesso metro della nostra terra. Intrighi, diplomazia, macchinazioni... ogni giorno mi sveglio dal mio letto e non so più cosa sia vero e cosa sia falso."
    L'espressione del Lord sembrava malinconica e fu quasi un sollievo vederlo trangugiare ciò che restava del suo boccale, un gemito di soddisfazione tra le sue labbra.
    "Rhaegar ha messo uno dei suoi fratelli a governare Sala dell'Estate, quel che è peggio con la sua nuova sposa, una Tyrell." -l'Estermont probabilmente aveva sentito parlare delle Nozze di Fuoco che diversi mesi prima avevano unito in matrimonio due fratelli del sovrano con altri rampolli delle nobili famiglie di Westeros, ma anche stavolta mancavano al ragazzo riferimenti per comprendere come mai il nome dei Tyrell a Sala dell'Estate avesse così tanto infastidito Steffon. "Per secoli quella fortezza è stata niente di più che una residenza estiva ed ora improvvisamente ha sentito il bisogno di metterci uno dei suoi fratelli a governare? Sai cosa significa? Togliere potere ed autorevolezza ai Baratheon per consegnarla dritta nelle mani dei Tyrell... nelle mie terre!"
    Stavolta il Cervo sembrava infuriato e sbatté a terra il boccale oramai vuoto in un moto di stizza; forse Roberto non conosceva i giochi di potere tra le Casate ma inserire nelle Terre della Tempesta un seggio governato da un Principe sicuramente riduceva la sfera di influenza dei Baratheon, questo poteva comprenderlo.
    "Eppoi è arrivato quell'idiota di Darion..." - Steffon tornò a calmarsi e probabilmente per l'Estermont sarebbe stata una sorpresa sentire i termini con i quali il Lord si rivolgeva nei confronti del figlio, suo cugino. "Un guerriero straordinario ma la sua testa calda mi ha causato ben più di un problema. Non solo ha dato di matto alle Nozze reali ed è stato punito col diventare lo scudiero del Principe...non poteva farla finita lì..."
    Steffon sembrò volersi mordere la lingua un paio di volte prima di riprendere a parlare, alla fine sbottò sussurrando nei confronti del nipote una delle terribili verità che aveva tenuto al segreto fino a quel momento: "L'ha ucciso. Darion ha ucciso il Principe Daerion."
    Cosa aveva fatto Robert per meritare tutta la fiducia del Cervo? Probabilmente nulla, forse il povero Steffon aveva solo bisogno di un pupillo da accudire dopo tutti quei dispiaceri. Se Rhaegar era a conoscenza dell'autore dell'assassinio del fratello, lo strappo con Casa Targaryen probabilmente era definitivo; era quello che aveva avvicinato il Baratheon ai Lannister?
    "Prima mi hanno ucciso Edward. I Tyrell, i Targaryen, i Caron, solo gli Dei sanno chi è stato. Poi Rhaegar ha imprigionato i miei due alfieri. Nel ventre di Cassandra Connington c'è mio nipote...sangue del mio sangue, ultimo barlume di speranza per Casa Baratheon. Cosa suggerisce la pancia?"- non serviva che Robert rispondesse poiché c'era Steffon ad intervenire al posto suo - "Marciare al fianco dei Lannister e strozzare quel frocetto dei capelli d'argento con le mie mani, ecco cosa!"
    Sbuffò ancora un paio di volte mentre le guance diventavano sempre più rosse e non di certo per il vino.
    "Ma se lo faccio, cosa ne sarà di mio nipote? Cosa ne sarà dei miei alfieri? Avrò la mia vendetta sui Targaryen forse ma Casa Baratheon finirà questo stesso giorno. Se non verrò bruciato io dal fuoco del Drago, si estinguerà con me, solo e ripudiato da tutti i miei vassalli..."
    Lo struggimento del Protettore delle Terre della Tempesta era reale e palpabile; aveva subito dei torti dai Draghi e la sua indole leale e guerriera esigevano vendetta, ma comprendeva anche la posizione che aveva nei confronti dei suoi alfieri e della sua famiglia ed un'azione di quel tipo sarebbe potuta significare disfatta. "Cosa farebbe una ragazzo della tua età al mio posto?"

    Non hai le dovute competenze in storia, non capisci niente quindi delle implicazioni dell'avere una Tyrell a Sala dell'Estate, non sai chi o cosa han combinato i Caron ecc ecc...
    Però a grandi linee comprendi la situazione...Steffon ti chiede un parere onesto...
     
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    Robert era rimasto solo nella tenda con suo zio Lord Steffon Baratheon, aveva appena giurato sugli Dei e sulla sua famiglia che non avrebbe rivelato a nessuno quello che avrebbe sentito, ed il giovane rampollo di Casa Estermont non si sarebbe mai sottratto a quella promessa, per lui la parola data era qualcosa di troppo importante, ed infatti il Lord di Capo Tempesta sembrava contento della sua risolutezza.

    Il ragazzo rimase in piedi vicino all'imponente uomo e rimase in silenzio mentre quest'ultimo iniziava a parlare della sua lealtà a Casa Targaryen che risalivano addirittura ai tempi della Conquista, ma non di meno quell'uomo era un appartenente alla Terre della Tempesta, gente dal sangue caldo pronto a risolvere ogni problema con la spada, la mazza e lo scudo, no certo con corvi, promesse, veleno e tradimento, cose che anche il ragazzo odiava con tutto il cuore, ogni problema poteva essere risolto in qualche modo, ma non certo con tanti intrighi e cose del genere.

    Gli occhi di Robert potevano vedere quell'uomo in preda a forti dubbi ed a mutevoli cambi d'umore, dal sorriso era passato rapidamente alla malinconia ed anche alla rabbia nell'arco di pochi istanti, a quanto pareva Lord Steffon non riusciva a digerire affatto che Sala dell'Estate fosse nuovamente una fortezza assegnata ad un Principe Targaryen sposato peraltro con una Tyrell, una cosa che seppure di scarsa importanza poteva limitare il potere di Casa Baratheon.

    Certo Robert non comprendeva appieno tutti i risvolti politici del problema, ma sapeva delle nozze che vi erano state solo poco tempo prima e di alcune conseguenze, ciò che non sapeva era probabilmente l'alto numero di corvi messaggeri, di riunioni con i vari Lord Alfieri e tutte le battaglie che vi erano state, poteva solo immaginare i risvolti della cosa, ma era indubbio che avere un seggio Targaryen nelle proprie terre poteva indurre le persone a rivolgersi ad un Principe invece che al legittimo Lord per ottenere favori, concessioni o giustizia, e sarebbero state decisioni difficili da smontare per Lord Steffon.

    Il ragazzo tuttavia non aveva un momento, un solo momento per replicare, sembrava che Lord Baratheon fosse un fiume in piena che aveva tutto il desiderio di sfogarsi e di parlare con qualcuno che non aveva interessi nelle sue decisioni politiche, ed in quel momento, nel sentir parlare di suo cugino Darion Baratheon, erede di Lord Steffon, il giovane Estermont si sentì come gelare il sangue nelle vene.

    Se era vero, e non poteva nutrire dubbi su quello che gli stava dicendo il suo Lord, Darion Baratheon si era macchiato del sangue di un Principe della Casa Reale, il che voleva dire la morte immediata oppure prendere il nero nella migliore delle ipotesi, poteva essere la fine della Casa Baratheon e delle Terre della Tempesta e se la notizia fosse trapelata gli alfieri si sarebbero gettati sul cervo senza pietà, cosa che il ragazzo non poteva certo permettere.

    Ma le disgrazie raccontate dal Lord di Capo Tempesta sembravano non finire mai, l'omicidio del primogenito di Lord Steffon, la cattura di due alfieri e la prigionia della moglie di Darion Baratheon incinta del suo erede, tutto ciò ad opera della Casa Reale o dei suoi galoppini, era evidente che suo zio fosse furibondo con Rhaegar ed il suo primo desiderio fosse quello di ucciderlo ed unirsi alla causa dei Lannister, ma non di meno così facendo rischiava tutto, la sua vita, quella di suo figlio, di suo nipote, dei suoi alfieri e di tutte le Terre della Tempesta.

    Nel sentire tutto ciò Robert si sentì seccare la gola ed il cervello andare in acqua, non poteva neppure immaginare che la situazione fosse così complicata, sarebbe bastata una decisione sbagliata e tutto sarebbe andato in malora, ora comprendeva come mai il Lord si era mosso con il suo esercito ma non si era espresso oltre, non sapeva contro chi combattere, o meglio era combattuto tra la sua mente ed il suo cuore, e la cosa ancora peggiore era che stava chiedendo consiglio proprio a lui.

    Il giovane Estermont fece un bel sospiro e cercò di riunire tutti i pezzi di quell'intricato mosaico nella sua mente, da una parte i Targaryen avevano ben più appoggio dei Lannister, ed inoltre Rhaegar aveva un drago dalla sua, se le Terre della Tempesta avessero marciato contro la Corona probabilmente ci sarebbe stato un massacro ed inoltre i Baratheon avevano già combattuto contro i Lannister e quindi non vi sarebbe stata una lunga alleanza tra le due Casate, era più probabile che entrambe fossero condannate all'estinzione.

    Così Robert fece un profondo sospiro prima di iniziare a parlare Zio disse inizialmente cercando di mantenere il tono serio ma di superare la barriera del Lord e parlare direttamente ad una persona di famiglia avete perso tanto in questi ultimi anni e la notizia di Darion che ha ucciso un Principe potrebbe essere terribile per tutti noi della famiglia disse ancora cercando di dosare bene quello che doveva dire io per primo sarei dell'idea di farmi giustizia con il mio martello da guerra, ma ci sono momenti in cui dobbiamo pensare anche a cose più grandi del nostro cuore e dei nostri desideri ancora una volta il ragazzo fece una pausa guardando dritto negli occhi suo zio ed il suo Lord non so quanto potranno reggere i Lannister ed i Targaryen sono l'unica Casa che è stata capace di tenere uniti i Sette Regni con il Fuoco ed il Sangue, ma sia con i draghi che senza draghi, nessuno vi era riuscito prima di loro disse quelle parole come se già fossero una sentenza.

    Poi dopo poco riprese se fossi in te arriverei con i miei soldati fino ad Approdo del Re, cercherei di parlare con Rhaegar, non con il Re, ma semplicemente con Rhaegar, l'uomo al fianco del quale avete già combattuto e che vi deve molto, cercherei di risolvere pacificamente tutti i conti in sospeso con la Corona e poi tornerei a Capo Tempesta per sistemare tutti i conti anche con gli alfieri, c'è sinceramente bisogno che mostriate a tutti di che pasta sono fatti gli uomini della Tempesta e rimettere in riga tutti i vostri Lord disse sinceramente e brutalmente la verità al suo Lord ed a suo zio, dopotutto era di sicuro quello che voleva, un sincero commento da parte di un ragazzo di quindici anni, di suo nipote, una persona che non aveva alcun interesse a mentirgli o a fargli false promesse, così il ragazzo rimase in silenzio ad attendere il dire ed il fare del suo Lord.

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    Steffon sorrise con un'espressione indecifrabile, quindi prese il giovane Robert per le spalle scrollandolo con affetto quasi paterno.
    "Terrò conto delle tue parole, ragazzo."

    Robert Estermont
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    Affinità Steffon +5
    Inserisci pure in scheda gli oggetti comprati.

    Proseguiamo in questa quest, ti introduco martedì.
     
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