La preda appartiene al cormorano, il bottino appartiene al pirata e la donna appartiene a tutti.

La pioggia batteva ritmicamente sull'umido legno del ponte. La maggior parte degli uomini aveva trovato rifugio in coperta, ad eccezione di chi non era in servizio e di Dagon. Il neo-eletto capitano stava passeggiando lungo la sua nuova nave, incurante delle scroscianti gocce d'acqua che continuavano a colpirlo; quello era il primo segnale di maltempo che avevano incontrato dall'abbandono delle Isole e di certo una robetta del genere non avrebbe spento la sua euforia. Non gli pareva quasi vero: per la prima volta in vita sua sentiva una libertà pura ed assoluta tra le proprie mani, con l'aggiunta di una nave e del titolo di "Capitano". Si rendeva conto che la ciurma al momento lo seguiva solo perché gli aveva offerto un'opportunità migliore e avrebbe dovuto mostrare il proprio valore per guadagnarsi la loro completa fedeltà, ma in quel preciso momento poco gli importava. Era semplicemente troppo felice.
Andò verso la prua appoggiandosi al cornicione ed osservando con un sorriso il grigio orizzonte del Mare di Dorne. Eppure, nonostante tutto, una sottile malinconia riuscì ad insinuarsi e la mente cominciò a vagare. Probabilmente era per colpa del panorama...

"No. E' decisamente più calmo rispetto a quella sera!"

Il sorriso sbiadì un poco ma non scomparve. La Piovra non poté che annuire, convenendo con quella figura spettrale.

"Già, hai ragione..."

Astrid lo fissava di sbieco, appoggiata con la schiena accanto a lui dava le spalle al mare. A dispetto della voce gli occhi freddi e vacui non mostravano alcuna emozioni e, come al solito, i capelli le ondeggiavano attorno alla testa sulla quale una grossa ferita aperta era chiaramente visibile. Dagon avrebbe voluto dire qualcosa, ma le sue labbra non seppero come muoversi e tornò quindi a fissare il mare.

"Lo sai che ti ci avrei portato, vero? Non erano cazzate..."

"Sì, lo so. Ma... senti... forse potrei comunque seguirti..."

Ci fu un singolo lungo attimo di silenzio. Poi la Piovra scosse il capo.

"No, Astrid. Io... ho bisogno di ricominciare... tutto. E non ce la posso fare se... io... io credo che ti stia dicendo addio. Tu sei morta. Molto tempo fa."

"Già..."

Si voltò un'ultima volta a fissarla. Il suo aspetto spettrale era completamente svanito, era tornata quella di un tempo. E gli sorrideva; gli sorrideva come gli aveva sorriso quella notte, quando le aveva chiesto di essere sua. Quando l'aveva persa.
Chiuse gli occhi respirando profondamente. Quando li riaprì, Astrid non c'era più, scomparsa nel nulla. Era dunque libero? Il fantasma della sua amata aveva finalmente smesso di perseguitarlo? No. I fantasmi non esistevano, di questo ne era certo (da sempre in realtà); il mondo era composto solo da chi respira e dai cadaveri. Quello era solo un ricordo, un pensiero di ciò che sarebbe potuto essere, nel quale si era crogiolato per anni, ma ora non più. Era finito il tempo del crogiolamento, il tempo di essere tanto miserabile. Dagon Greyjoy era morto anni fa tra quei flutti assieme ad Astrid Pyke, lui era semplicemente ciò che era tornato a galla. E per quanto fosse difficile, avrebbe finalmente cominciato a vivere.
Prese un altro lungo respiro e lasciò che la gocce di pioggia gli rinfrescassero il volto.



"C'è una bandiera lì, al porto!"

L'urlo lacerò l'aria con la stessa potenza di un fulmine a ciel sereno. E con la stessa inaspettatezza! Quando la vedetta aveva annunciato terra all'orizzonte, era sceso sottocoperta per aiutare gli uomini con i preparativi e dar loro istruzioni su come comportarsi, ma quella notizia lo aveva lasciato interdetto. Come poteva esserci un bandiera? La Stepstones erano probabilmente l'unico luogo al mondo senza delle cazzo di bandiere.
Salì rapidamente sul ponte, lanciando un grido di rimando all'uomo sull'albero maestro.

"Che bandiera è?"

"Un sole rosso trafitto da una lancia su sfondo.. su sfondo arancio mi pare."

Gli ci volle qualche momento per richiamare alla mente le lezioni di Wendamyr a Pyke. Il Maestro gli aveva detto che un giorno gli sarebbero tornate utili, anche se dubitava che il vecchio potesse immaginare quella situazione. Non fu troppo difficile comunque riconoscerli, in fondo si trattava di una casata maggiore...

"Che cazzo ci fanno i Martell qui..."

Dorne non era così distante, ma non aveva comunque senso che si trovassero lì. Quella era un terra di pirati, cazzo! Nel profondo sentì che qualcosa di brutto doveva essere successo, qualcosa che avrebbe mandato a puttane tutti i suoi piani, ma riuscì a mantenere un minimo la calma. Lanciò uno sguardo alle sue vele: il simbolo del kraken dorato si mostrava chiaramente, ben sospinto dal vento. Doveva capire cos'era successo...

"Eimar!"

L'uomo era stato il primo ad aiutarlo nella sua fuga dalle Isole e ciò gli aveva conferito il ruolo di secondo in comando.

"Fai loro segno che non abbiamo intenzioni ostili! Ci avviciniamo."

Con una vistosa bandiera bianca che sventolava sull'albero maestro dell'imbarcazione del Greyjoy, la nave lentamente si avvicinò al porticciolo della più grande delle isole, accolta a terra da un drappello di cinque soldati ed un ometto anziano e ben pasciuto che reggeva in mano un grosso librone.
"Nome dell'imbarcazione ed armatore? Motivi commerciali? Merci da dichiarare?"
Era dunque abbastanza evidente che se alle Stepstones Dagon sperava di trovare una terra libera da vincoli, presto avrebbe dovuto cambiare idea. Non avrebbe saputo dire al momento se fosse stata opera di conquista o ci fosse stata qualche sorta di accordo, ma quel funzionario parlava a nome dei Martell in un'isola dove i Martell non avrebbero dovuto avere alcun potere.
"Guarda qui." -uno dei suoi uomini era sceso dalla nave per le operazioni di ancoraggio strappando una pergamena da un palo del molo e consegnandola alla Piovra.Con una vistosa bandiera bianca che sventolava sull'albero maestro dell'imbarcazione del Greyjoy, la nave lentamente si avvicinò al porticciolo della più grande delle isole, accolta a terra da un drappello di cinque soldati ed un ometto anziano e ben pasciuto che reggeva in mano un grosso librone.
"Nome dell'imbarcazione ed armatore? Motivi commerciali? Merci da dichiarare?"
Era dunque abbastanza evidente che se alle Stepstones Dagon sperava di trovare una terra libera da vincoli, presto avrebbe dovuto cambiare idea. Non avrebbe saputo dire al momento se fosse stata opera di conquista o ci fosse stata qualche sorta di accordo, ma quel funzionario parlava a nome dei Martell in un'isola dove i Martell non avrebbero dovuto avere alcun potere.
"Guarda qui." -uno dei suoi uomini era sceso dalla nave per le operazioni di ancoraggio strappando una pergamena da un palo del molo e consegnandola alla Piovra.


L'attracco andò più che bene. I dorniani del resto non avevano alcun motivo di pensare lui e la sua ciurma fossero una manica di traditori desiderosi di diventare pirati. Eppure Dagon non riusciva a calmarsi, non del tutto: si ripeteva mentalmente che doveva solo scoprire cosa fosse successo e poi avrebbe trovato una soluzione, ma il nervosismo non accennava a sparire. Che cosa cazzo ci facevano quelle merde delle sabbie lì? Erano giunti ad una sorta di accordo con i pirati? Poco probabile, eppure l'alternativa era qualcosa di estremamente peggiore...
Un vecchio grasso gli si fece incontro, accompagnato da una scorta armata, e in mano reggeva un grosso libro.

"Nome dell'imbarcazione ed armatore? Motivi commerciali? Merci da dichiarare?"

No, decisamente non un buon segno. I pirati non tenevano conti, da quel che aveva sentito. La realtà ormai era palese ai suoi occhi ma ci volle un'ultima stoccata di merda per fargli vedere pienamente il quadro della situazione.

"Guarda qui."

Afferrò rapidamente il pezzo di carta che uno dei suoi uomini gli stava porgendo. All'inizio non era certo di cosa ci fosse di così interessante, dopotutto era solo un mandato di ricerca, tuttavia bastarono poche righe per confermare le sue paure e fargli crollare il mondo addosso.
Un minimo di autocontrollo in meno, ne sarebbe bastato un pizzico per farlo bestemmiare con tutta la forza possibile e spaccare la faccia ad ogni maledetto fotti-sabbia presente su quell'isola. Fosse stato ancora un tipo religioso avrebbe pensato che l'Abissale lo stesse punendo per le sue azioni, ma aveva smesso di credere a quelle favole da un pezzo e sapeva che l'unico motivo per cui i Martell avevano deciso di conquistare quell'arcipelago proprio quando Dagon aveva trovato i mezzi per raggiungerlo era che lui fosse uno sfortunato figlio di puttana.
Schioccò la lingua, cercando di dissimulare in ogni modo la propria frustrazione. Il funzionario lo stava ancora fissando, in attesa di una risposta convincente da scrivere sul suo registro. Prese un respiro per calmarsi e poi si fece avanti. Fortunatamente improvvisare gli era sempre riuscito abbastanza bene...
Diede un'occhiata alla sua nave, piuttosto anonima se non fosse stato per il legno particolarmente scuro che la componeva. Non aveva ancora avuto modo di darle un nome vero e proprio, ma in fondo quel momento era buono come qualsiasi altro.

"Mi chiamo Desmond Waters, capitano del Fantasma. Nessuna merce, no. Siamo in missione per conto di sua Maestà Rhaegar Targaryen, alla ricerca di un criminale di guerra. Abbiamo il sospetto che si sia unito ai pirati della zona, avete un'idea su dove potremmo cercarlo? Sua Maestà apprezzerebbe l'aiuto di Dorne..."

Aveva dato loro il nome appioppato ai bastardi delle Terre della Corona per evitare eventuali incongruenze nel caso in cui quel tipo fosse a conoscenza delle varie famiglie. Per quanto riguardava il Targaryen non era tutt'ora certo di aver fatto la mossa giusta: ignorava da che parte stesse Dorne nella guerra tra Draghi e Leoni. Tuttavia aveva preferito restare sul classico e sperare che ciò non gli causasse problemi. Più di quanti già ne avesse, perlomeno...

"Rhaegar? Rhaegar Targaryen? Non era morto?"

Dagon allargò leggermente le braccia.

"Pare di no."

In realtà il giovane non aveva la minima idea se il Drago fosse ancora vivo o meno: aveva semplicemente sentito che c'era una guerra tra Lannister e lealisti e... beh, seguendo la logica, se c'erano dei lealisti allora c'era anche un re a cui essere leali, giusto? Non ne era certo, ma in realtà neanche gli importava. Al momento in cima alla lista delle sue priorità c'era l'impedire che tutto il suo mondo andasse a puttane e poi, molto più sotto (poco dopo la pisciata mattutina) c'era il quesito su chi governasse al momento i Sette Regni.

"Il disertore ha rapito Lady Elanya Uller per assicurarsi la confisca di ben due navi della flotta Martell, poi, quando non le è stata più necessaria si è disfatto del suo cadavere...lo abbiamo recuperato nei flutti.
Considerando il punto di recupero della salma ed il moto delle correnti, sappiamo per certo che si è diretto verso sud. Non aveva abbastanza viveri a bordo per navigare a lungo e se i suoi non hanno già ammutinato deve necessariamente essersi fermato a Lys, ma non abbiamo abbastanza uomini per presidiare queste isole e mandare una flotta a controllare. Siamo lieti che il sovrano ci abbia benedetto con la vostra presenza."

Il dorniano aveva dato per scontato che il criminale di guerra che affermava di cercare fosse lo stesso uomo che interessava a loro. Non lo contraddisse ovviamente, era semplicemente un dettaglio in più alla sua bugia; inoltre ciò stava facendo scucire a quell'idiota preziose informazioni di cui aveva terribilmente bisogno. Quindi, da quanto aveva capito, aveva preso come ostaggio una lady e se l'era svignata con ben due navi... beh questo sì che era interessante! Non la lady morta naturalmente, ma il fatto che da qualche parte verso Lys ci fossero due navi e uomini disperati e dal futuro incerto (supponeva che quel Cletus non fosse fuggito da solo su due imbarcazioni diverse). La perfetta descrizione di una potenziale recluta!
Tuttavia ne esisteva un tipo anche migliore: chi viene scacciato dalla propria terra ed è fortemente incazzato della cosa. Al momento era su di loro che Dagon era maggiormente interessato. Che anche il resto dei pirati si fosse ritirato verso Lys? Non poteva rischiare di fare altre domande su di loro al messo o avrebbe potuto far sorgere dei dubbi sulla sua persona.

"Cosa possiamo fare per esservi utili?"

Un sincero sorriso gli incurvò le labbra mentre portava le braccia conserte davanti a sé.

"Di quanti uomini disponete al momento? Se possibile vorrei richiedervene un paio per aiutarci a navigare in queste zone a noi poco conosciute e, nel caso, a riconoscere il ricercato. E magari dei viveri per il viaggio! Sono certo che sua Maestà si dimostrerà grato per il vostro aiuto: dopo che la guerra sarà finita, potrebbe inviare aiuti economici a casa Martell per gestire questa... precaria situazione."

Le informazioni, come già detto prima, al momento erano ancora più importanti delle braccia che aveva dalla sua; soprattutto se quelle informazioni riguardavano il numero di uomini che i suoi nemici possedevano. Eh sì, nel momento stesso in cui il pomposo dorniano che abitava a Lancia del Sole aveva avuto la pessima idea di scombussolare i suoi piani si era fatto un nemico. Forse non ancora troppo pericoloso, ma molto rancoroso.
E tutti i figli di puttana del deserto avrebbero pagato per questo scherzo del cazzo!
Ottenuta una risposta comunque, avrebbe levato l'ancora e puntato la propria nave in direzione di Lys, al momento l'unica direzione che aveva. Se però avesse ottenuto l'aiuto dei dorniani... beh una volta in mare aperto, ben lontano da qualsiasi orecchio, lui e la ciurma avrebbero avuto modo di fare quattro chiacchere con gli stimati ospiti.

Dagon osservò con malcelata soddisfazione il via vai di casse di rifornimenti che dalla banchina saliva sulla sua nave. L'arrivo alle Stepstones non era andato affatto come se l'era immaginato, ma nonostante quel pugno in faccia da parte della vita aveva saputo incassare e, alla fine, ne era uscito piuttosto bene: aveva ottenuto parte dei loro viveri, informazioni sulle loro truppe e persino un paio di uccelletti da far cantare durante la traversata.
Quasi li avesse convocati col pensiero, i due uomini fornitigli dai Martell fecero la loro comparsa. Il primo a parlare, Gorg, era un bestione rosso con una vistosa cicatrice che gli attraversava il naso. Il Greyjoy era grosso a sua volta ma non era del tutto certo di poterlo sottomettere in uno scontro fisico onesto; fortunatamente l'onestà non era mai stata nei piani. L'altro invece, Sven, aveva il tipico aspetto del dorniano medio e difficilmente si sarebbe rivelato una minaccia. Anche se in realtà dubitava che chiunque potesse esserlo contro una cinquantina di uomini...
Entrambi sembravano desiderosi di farla pagare a quel Cletus, per spirito patriottico e cazzate varie. Lui si limitò a salutarli con un cenno del capo, sorridendo a quegli ignari idioti.

"Sono certo che il vostro aiuto sarà fondamentale..."

Lo sguardo poi cadde su uno spiacevole particolare. Il vecchio che l'aveva interrogato non aveva distolto lo sguardo dalla banchina fino a quel momento mentre osservava con sospetto il "Fantasma" (quel nome iniziava a piacergli). Quando cominciò a confabulare con un drappello di soldato, capì che era giunto il momento di dare un'accellerata alla partenza. A passo calmo ma sostenuto si avviò da Eimar poggiandogli una mano sulla spalla e parlando a bassa voce.

"Leviamoci dal cazzo prima che diventino un po' meno coglioni!"

Dieci minuti dopo la sua nave lasciò il porto delle Stepstones avviandosi come programmato verso Lys. Aveva già sentito parlare di quella città: Dagmer durante i suoi addestramenti gli aveva parlato dei suoi viaggi e, a quel che diceva, era lì che si potevano trovare le migliori puttane. Sicuramente un giorno avrebbe portato lì la sua ciurma per divertirsi un po' ma al momento aveva problemi ben più urgenti di dove infilare il cazzo.
Aspettò per altre due ore, un'attesa sfiancante, ma non si sarebbe morto prima che le Stepstones non fossero sparite oltre l'orizzonte. Avvenuto ciò, finalmente diede l'ordine e tutti gli uomini si scaraventarono sui dorniani. Furono pestati, legati per mani e piedi e condotti sottocoperta, nello stesso punto in cui un mese prima alcuni dei suoi stessi sottoposti erano stati imprigionati.
Raggiunse gli ospiti poco dopo, ad accompagnarlo nell'interrogatorio vi erano Eimar ed alcuni degli amici di quest'ultimo. Si inginocchiò di fronte ai due esibendosi in un largo sorriso.

"Signori, lasciate che chiarisca il piccolo fraintendimento che c'è stato a terra...
Io non navigo in nome di Rhaegar Targaryen. Io non devo rispondere ad alcun signore. Io posso torturarvi finché mi aggrada, tagliarvi la gola e gettarvi in mare; il tutto senza la benché minima ripercussione."

Portò le mani in avanti, come per fermare una qualche protesta.

"Ma non ho intenzione di farlo. Per quanto riguarda uno di voi almeno! L'altro... beh, temo che soffrirà molto prima di morire..."

Sbatte quindi le mani l'una con l'altra, continuando a sorrider loro.

"Consideratelo un gioco: chi parla di più vince, chi perde muore."

Il sorrise si fece man mano sempre più lieve fino a sparire. Ora i suoi occhi azzurri li fissavano in maniera mortalmente seria.

"Perché Dorne ha deciso di attaccare i pirati nel bel mezzo di una guerra civile? Dubito che qualcuno a Westeros vi abbia aiutato... o sbaglio? Avete fatto tutto da soli o avevate un alleato? Il vecchio alla banchina ha detto che avete trecento uomini a disposizione. E' così? O vi aspettate un aiuto esterno?"

Prese un profondo respiro prima di continuare. Quella era la parte più importante.

"Avete eliminato tutti i pirati o alcuni sono scappati? Dove, nel caso? Sempre a Lys?"
Parlate ora. Il gioco è iniziato!"

Si era sempre ritenuto il più diplomatico tra tutti i suoi familiari, anche se significava essere il più alto di un gruppo di nani. In ogni caso le sue capacità oratorie, e la sua ascia, erano bastate per convincere quei due a svuotare il sacco su... beh, praticamente tutto!

"Non ci sono stati aiuti da Westeros, il Martell ha fatto tutto alle spalle del Re. Rhaegar non sa nulla. Avrà approfittato della guerra civile per ampliare i suoi territori!"

"Stai dicendo forse che il tuo Principe si sia alleato coi Lannister? Non credetegli! E' un traditore, un vigliacco!"

"Non ho detto questo! Ho detto che Dorne se ne sta proprio fottendo di quello che succede nel resto del continente. Non ci sono stati movimenti di truppe di nessun tipo, né per i Targaryen né per i Lannister. Tutti ne parlano oramai, il Martell ne ha solo approfittato per farsi i cazzi suoi."

Dagon socchiuse un attimo gli occhi e serrò le labbra, evidentemente infastidito. Quindi tutti i suoi cazzi derivavano dal fatto che il Principe di Dorne si annoiava ed aveva approfittato dei casini del Continente per fare il colpaccio. Se ne sarebbe ricordato, e avrebbe fatto in modo che pure quel miserabile stronzo, no... tutta Dorne se ne ricordasse. A tempo debito.

"Ma Dorne non ha conquistato le Stepstones da sola! Ci siamo alleati con Tyrosh."

"Tyrosh? E' una menzogna! Non c'erano navi tyroshi durante la conquista e non c'erano nemmeno quando siete arrivati voi. Sta inventando balle per salvarsi la pelle."

"Io non mento mai! Forse non ci ha fornito le navi ma so per certo che il Principe si è incontrato con l'arconte di Tyrosh. Diceva il traditore che ad Essos hanno deciso di chiudere un occhio sulle sue conquiste. Avranno fatto un accordo commerciale o uno politico."

Quindi anche la città libera di Tyrosh era complice dei suoi problemi. Ma se la fortuna fosse girata dalla sua, forse non avrebbe dovuto combattere pure gli essosi, per il momento.

"Però abbiamo fatto tutto da soli! Nessuna nave alleata ve lo giuro ed il vecchio diceva la verità, siamo in trecento. Ma stanno arrivando altri uomini da Dorne, abbiamo richiesto aiuto per colonizzare le isole. Arriveranno altri soldati e le loro famiglie."

Quello era un problema. Ancora non sapeva i numeri dei suoi alleati (né se poteva ancora definirli tali) e già quelli dei suoi nemici crescevano col tempo; poteva solo sperare che i rinforzi richiesti non fossero così ingenti. Se fossero stati un numero limitato, anzi potevano rivelarsi un ottimo bersaglio...

"Abbiamo eliminato ogni nave pirata su cui siamo riusciti a mettere le mani, ma le altre si sono date alla fuga, alcune verso nord, altre verso sud. Il mio Comandante invece è partito per Lys, non credo abbia avuto legami coi pirati, li ha uccisi personalmente a decine prima di darsi alla macchia!"

A nord delle Stepstones, se bene ricordava, stava Tyrosh e, a quanto gli avevano appena riferito, non era il miglior posto al momento in cui cercare dei pirati. A sud invece c'era Lys, il punto di ritrovo un po' di tutti da quelle parte del mare. A quanto pareva la scelta era quasi obbligata...

"Risparmiatemi! Sono un marinaio abilissimo, posso guidare questa nave attraverso qualsiasi tempesta, vi sarò più utile da vivo che da morto."

"Non è vero! Risparmiate me! Ho combattuto per anni e posso farlo ancora per la vostra causa se necessario!"

Ok, quei due avevano terminato tutto quello che avevano da dire; non aveva senso indugiare troppo e, onestamente, non sopportava i piagnistei. Rapidamente slacciò l'ascia dalla propria cinta e, prima che potesse dire alcunché, menò un colpo alla base del collo di Gorg. La lama affondò in profondità nella carne ma non separò la testa dal corpo dell'uomo che, estratta la lama, si prese qualche momento prima di morire dissanguato. Schioccò la lingua, un po' seccato, mentre osservava la pozza di sangue farsi largo fino ai suoi piedi. Proprio non riusciva a tenere quella nave pulita per troppo tempo...
Posò quindi lo sguardo su Sven. Un navigatore esperto gli avrebbe fatto comodo, su questo non vi era alcun dubbio; restava da vedere se Dagon avesse fatto una buona scelta o se ne sarebbe pentito in futuro (anche se il dorniano si sarebbe pentito ancor di più). Slacciò le mani e i piedi dell'uomo per poi farlo alzare, rivolgendogli un caldo sorriso.

"Puoi chiamarmi Dagon, sono certo che diventeremo ottimi amici! Ora però portaci a Lys.
Eimar, voi invece buttate quel rifiuto in mare!"

Detto questo, lo invitò con una pacca a salire sul ponte assieme a lui. Una volta tornati all'aria aperta la Piovra fece un fischio per attirare l'attenzione di tutto l'equipaggio.

"Signori! Questo è Sven, il nostro nuovo navigatore. Conto su tutti voi per dargli un caldo benvenuto e farlo sentire parte del gruppo..."

Una secca risata gli uscì dalla gola.

"E se vedete che cerca di fare il furbo, squartatelo e datelo in pasto ai pesci!"

La risata aumentò d'intensità.
Una decina di minuti più tardi, con la nave già in rotta verso la Città del Piacere, raggiunse il nuovo membro dell'equipaggio al timone. Sebbene l'interrogatorio fosse terminato, aveva ancora un paio di domande da porgli. E le sue risposte si sarebbero potute rivelare cruciali per il futuro del giovane pirata.

"I rinforzi di cui ha parlato... hai idea di quanti siano? O quando partiranno per le Stepstones?"

Aveva in mente un piano, ma voleva avere quante più informazioni possibili per poter convincere al meglio i suoi futuri... soci d'affari.

Sven ci mise qualche istante prima di rispondere, probabilmente si stava ancora ambientando col nuovo ambiente di lavoro. Stava pensando a come ricordargli quanto dura potesse essere la vita su una nave pirata quand'ecco che finalmente cominciò a vomitare informazioni.

"Il Principe... il Principe vuole consolidare la presenza dorniana sul territorio. Dovrebbero essere in arrivo duecento soldati con le loro famiglie entro la fine del mese. Ognuno di noi poteva abbandonare le isole solamente una volta che avessimo trovato un sostituto."

Merda. Duecento uomini era un numero decisamente più grande di quanto avesse immaginato e decisamente complicato da gestire. Però forse di notte... con l'effetto sorpresa... eh di certo non bastavano le braccia che aveva sotto al suo comando. Doveva trovarne altre.

"Ha cominciato a reclutare soldati anche tra gli abitanti dell'isola che fossero stufi dei continui saccheggi dei pirati. Qualcuno ha risposto alla chiamata ma non saprei dire quanti...forse ho una copia della lettera che ha fatto appendere ad ogni incrocio."

Dagon fissò torvo il dorniano, strappandogli dalle mani il foglio che gli stava passando con un gesto stizzito. Prese quindi a camminare intorno, mentre lo leggeva borbottando.

""Ho fatto trascrivere... sono stati annessi... vostra vita, vostre professioni... vessati dalla piaga dei pirati...arruolarsi... controllo delle isole... la civiltà è giunta da voi... Matthew Martell, principe di Dorne."

Stette zitto per qualche istante, rileggendo velocemente quel pezzo di carta per assimilare al meglio le informazioni che conteneva. Poi, in un'impetto di improvviso nervosismo, lo accartocciò e lo gettò fuori bordo. Lo scritto sparì con rapidità al di sotto dei flutti marini; se solo avesse potuto liberarsi dei suoi problemi con tanta facilità...
Matthew Martell. Ora lo stronzo che si trovava ad affrontare non era più un semplice titolo, ma anche un nome. Il giorno in cui avesse avuto pure un volto, sarebbe stato il momento della sua dipartita. Ma meglio non divagare, doveva concentrarsi su ciò che poteva fare al momento: aveva forse commesso l'errore di non considerare la presenza degli abitanti delle Stepstones, ma dubitava che potessero rappresentare una vera minaccia (anche se opportunatamente armati ed addestrati).
Prese un profondo respiro, poi salutò il nuovo membro con una pacca sulla spalla (probabilmente un po' più forte del dovuto) e iniziò a scendere verso il ponte della nave. Aveva bisogno di schiarirsi le idee.



"Capitano! Sul ponte! Navi in vista!"

La voce di Eimar lo fece riemergere dai proprio pensieri. Uscì rapidamente dalla propria cabina e, dopo aver fissato lo sguardo sull'orizzonte, si mosse a passi lenti verso la prua. Era vero, c'erano della navi in arrivo... e non avevano alcuna bandiera! Erano loro? Pirati? Li aveva trovati? Forse non tutti, ma magari alcuni.
Sorrise, eccitato, mentre aumentava il passo.

"Avviciniamoci! Tenetevi pronti, ma non siate apertamente ostili!"

Si levò poi sulla prua, tenendosi appeso ad una delle corde della nave. Una volta entrati a portata di voce, se nulla fosse di imprevisto fosse successo, avrebbe alzato la voce.

"SONO DAGON, CAPITANO DEL FANTASMA! CON CHI HO IL PIACERE DI NAVIGARE?"

Poteva essere un primo passo. Sperò solo di non pestare l'ennesima merda...

"Nave lunga. Come mai gli Uomini di Ferro navigano così a sud?"

Per un attimo aveva temuto il peggio alla vista degli archi saltati. Essere trafitto da decine di frecce dopo aver salutato i suoi nemici come un idiota non gli pareva un così bel modo per morire. Fortunatamente la situazione si rilassò non appena si fece avanti il capitano della nave, un uomo dai tratti esotici e col fisico da guerriero. ll volto tuttavia non gli era poi così sconosciuto...

"Hai un buon occhio!"

La sua gente spesso razziava Essos o le Isole dell'Estate a causa dei limiti imposti dalla Pace de Re, ma gli risultava difficile credere che un abitante dell'est riconoscesse con tanta facilità una nave lunga; questo però non significava nulla: i dorniani erano del Continente Occidentale eppure si erano fatti fregare come dei coglioni. Beh... non tutti a quanto pareva!

"Lokar, lupo di mare e mercante di stoffe. Porto i miei uomini a Lys per una sosta prima di riprendere il viaggio verso Volantis."

Si esibì in un sorriso nei confronti dell'altro capitano. Per essere un ufficiale dorniano in fuga dalla legge, quel Cletus non sapeva affatto mentire. Anche se non avesse già visto il suo volto sul manifesto trovato alle Stepstones, avrebbe comunque capito che quella nave non era affatto diretta a Volantis. Per essere ancora vivo doveva essere in fuga da meno tempo di quanto Dagon avesse immaginato, oppure i cacciatori di taglie di quella parte del mondo facevano davvero di merda il proprio lavoro.
Avrebbe potuto terminare quel ridicolo teatrino proprio lì, in quel momento. Ma così facendo avrebbe rischiato che il disertore potesse farsi prendere dal panico e ordinare ai suoi di attaccare. Il Greyjoy non aveva arcieri dalla sua (non era un arma particolarmente amata nelle Isole) e prima di abbordarlo avrebbe perso diversi uomini. Una cosa che non poteva permettersi al momento.
Decise quindi di continuare a giocare per il momento, parlando come se niente fosse con Lokar.

"Io e i miei compagni siamo in disaccordo con le politiche interne alle Isole e abbiamo pensato di andarcene per fare fortuna da queste parti. Non per razziare tranquillo! Se avessimo voluto attaccarvi, l'avremmo già fatto. Pensavamo di cercare lavoro come mercenari - ironia del fato - proprio a Lys: ho sentito dire che da quando Dorne ha preso le Stepstones i pirati sono fuggiti verso queste acque, forse i mercanti hanno bisogno di protezione di in mare..."

Sollevò un sopracciglio, fingendo di riflettere su qualcosa, poi tornò a rivolgersi a Cletus.

"Dato che abbiamo la stessa destinazione, io e i miei uomini potremmo farti da scorta. Hai già qualcuno ma delle braccia in più non fanno mai male; e inoltre l'unico pagamento che ti chiederò, data la natura un po'... casuale di questo accordo, è che tu paghi da bere a me e ai miei uomini una volta arrivati. Ci stai?"