Go big or go home

Quest Wilbur

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    Isola dell'Orso, banchine
    9 settembre 285, alba


    Il freddo del mattino di Isola dell'Orso era pungente eppure questo sembrava non scalfire né il morale né la pelle degli uomini di Ironrath. La loro imbarcazione era ormai avvicinata alla banchina e gli uomini che Wilbur aveva lasciato a bordo, riconoscendolo, fecero solo qualche cenno con le braccia.
    Isola dell'Orso era quanto mai deserta a quelle ore, solo alcuni marinai e pescivendoli si alternavano dalle imbarcazioni alla terraferma. Un paio di cavalieri muovevano al passo i propri cavalli, alternando la ronda ad alcune chiacchere.

    Di certo la situazione per Wilbur doveva sembrare molto strana, si trovava in territorio alleato, è vero, eppure ricordava ancora così poco. L'incontro con Daeva era stato rassicurante, i Mormont non erano suoi nemici e non lo volevano morto, ma il Forrester aveva potuto apprendere della partenza di Daeva. Questo voleva dire che l'unica persona che teneva ancora a lui su quell'Isola se n'era andata. Quel che era peggio è che ora il peso del fardello sulla verità di Sadie gravava tanto sulla Mormont quanto sul suo ex amante. Wilbur aveva una figlia, e per quanto fosse strano non ricordarsene, voleva dire che possedeva una famiglia al di fuori delle mura della sua fortezza. Aveva però garantito alla madre che mai ne avrebbe fatto parola. Sarebbe riuscito a portare con sé questo segreto fino alla fine dei suoi giorni?

    "Allora, cosa facciamo adesso? Torniamo alla fortezza o vuoi andare ancora in giro?" La voce di Xandro uscì acuta dalle labbra, come un coltello in pieno petto.
    Il tono colloquiale e anche un po' sfacciato, se non addirittura ironico, nascondeva però una grande incertezza per lui e per gli altri uomini che avevano accompagnato Wilbur. Nessuno di loro sapeva bene cosa sarebbe successo ora e non avevano ancora notizie dal fronte di guerra a sud.
    Wilbur forse difettava della memoria ma doveva ricordarsi ben presto che in quanto nobile la vita delle persone che lo accompagnavano era sua responsabilità.
    Xandro si portò rapido davanti a Wilbur, quasi bloccandogli la strada. Incrociò le braccia.
    "Allora? Allora?"

    Wilbur aveva facoltà di dettare tempistiche e destinazioni, ma cosa ne avrebbe pensato il destino?

    Parole: 346

    Allora, breve post introduttivo. Descrivi pure, se ne hai voglia, qualsiasi pensiero/emozione derivante dall'incontro con Daeva.
    Capisci che ormai non ha molto senso rimanere ad Isola dell'Orso, però se intendi fare ancora qualcosa a te la l'iniziativa.
    In caso contrario puoi pure parlare con la tua scorta ed indicare loro dove intenderesti spostarti.

    Termine: 28/10


    Il tempo di risposta disponibile é una settimana dall'ultimo post. Se si é impossibilitati a rispondere nel tempo stabilito basta comunicarlo nel topic assenze informando su quando si tornerà attivi. Se non ci saranno comunicazioni, il pg salterà il turno e sarà mosso come png dallo staff se necessario per quel turno. Ogni turno di *assenza*costerà un malus del 10%in punti esperienza.

    Il moderatore ha tempo una settimana per rispondere. Se é impossibilitato incaricherà un altro mod di occuparsene.
    Se dopo una settimana il topic non avrà ricevuto moderazione, i pg potranno proseguire in libera muovendo eventualmente altri png e riceveranno un "risarcimento" del 10% in punti esperienza a fine quest.
     
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    Un buco nell'acqua.
    Avrebbe potuto definire tale la sua scampagnata ad Isola, se solo non avesse collezionato, in breve periodo, quella lunga lista di ipotesi fallimentari su cosa poteva essere accaduto a Wilbur Forrester prima del suo arrivo sulla spiaggia di un piccolo villaggio di pescatori; ormai era diventato un cratere nell'oceano, tanto faticoso da realizzare quanto inutile da osservare al suo compimento.
    Aveva raccolto, almeno, qualche frammento della sua vita passata, arrivando addirittura a conoscere la donna che una volta aveva amato, e la figlia che, come aveva promesso, mai sarebbe stato in grado di accudire, né tantomeno di riconoscere come propria. Nessuno doveva saperlo.
    Neanche Corinna?
    Arrestò solo per un'istante il suo passo, trafitto da quel pensiero: non aveva pensato alle implicazioni che avrebbe avuto una promessa di quella portata, soprattutto nei confronti delle persone che più gli erano state accanto e gli avevano dato fiducia nel corso delle ultime settimane.
    Di nuovo, mentre ricominciava a camminare, tornava a palesarsi l'interrogativo che gli balenava per primo davanti agli occhi, ogniqualvolta doveva compiere una scelta le cui conseguenze, positive o negative, potessero ricadere in qualche modo sulle spalle di qualcun altro. Cosa avrebbe fatto Wilbur Forrester?
    Per quanto si sforzasse di scrollarsi quella sensazione di dosso, non riusciva a non paragonarsi al vecchio sé stesso.

    So che non ti piacerà la mia risposta, Xandro.

    Portò gli occhi sull'ingobbito ragazzo, che fino ad allora si era tenuto buono buono, come promesso.

    Per fortuna, i nostri soldati hanno delle famiglie che li aspettano a casa, e che non vedono l'ora che facciano ritorno sani e salvi. Torneremo ad Ironrath.

    Non erano dei cagnolini, quelli che lo avevano accompagnato nella sua personale avventura, ed era necessario mostrargli il rispetto che meritavano.

    Arrivati lì, vedremo che cosa fare. E vedremo anche cosa farti fare.

    La buttò un po' sullo scherzoso, ma in fondo Xandro era con lui principalmente per ripagare un debito contratto col villaggio che voleva ucciderlo, e quello non poteva essere ripagato solo con le buone intenzioni.

    Ricordati cosa ti ho detto quando ti ho portato con me, e cerca di dare il tuo meglio.

    Arrivato sulla barca, si sarebbe rivolto poi ai suoi, alzando leggermente la voce.

    Si ritorna a casa, signori. Pronti a salpare!

    Non sapeva più che pesci prendere, dato che tutte le piste che la logica gli aveva fornito lo avevano lasciato con un pugno di sabbia; che dovesse seguire un qualcosa che andasse oltre il semplice ragionamento? Che fosse davvero stato un miracolo del Dio del profondo a salvarlo?
    Lo sfregiato si tinse il volto con un sorriso amaro, mentre tentava di coordinare ed aiutare il drappello a prepararsi alla partenza.

    445 parole
     
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    "Aye!" Rispose allegramente Xandro mentre accompagnava il Forrester verso la propria imbarcazione. Con lo stesso tono tutti i soldati risposero in coro. Forse si aspettavano di rimanere via più tempo da casa, eppure erano contenti di poter già tornare.
    Le giornate aiutarono il piccolo drappello di uomini, mentre Wilbur si allontanava da Isola dell'Orso, il Sole sorgeva illuminando tutte le acque circostanti. Wilbur lasciava dietro di sé, oltre quel lembo di mare, non solo un'Isola ma anche un pezzo della propria storia. Del proprio passato.
    Dalla nave si poteva udire uno strano silenzio. Solo alcuni canti intonati dalla ciurma e il passaggio di alcune navi che tornavano dalla pesca rompevano l'assenza di rumore.


    Ironrath, ingresso della fortezza
    14 settembre 285, tardo pomeriggio

    Dopo essere sbarcati sulle coste del continente, il gruppo procedette senza pericoli di alcuna sorta, lasciando la nave presso alcune banchine e prelevando i cavalli che li avrebbero portati nel minor tempo possibile a casa. Il viaggio durò nel suo complesso poco più di 5 giorni.
    Ironrath era ben nascosta nella foresta di legnoferro ma la memoria di Wilbur non era stata così ingannevole da cancellargli anche i ricordi dei sentieri più veloci e sicuri.

    Così come aveva già previsto, poco distante dal luogo in cui sorgeva il castello, le voci di alcuni arcieri nascosti tra gli alberi fermarono il gruppo
    "Alt, chi siete? Identificativi in nome di Lord Forrester, Lord di Ironrath"
    Non ci vollero molti secondi che il gruppo venne identificato. Archi e spade vennero abbassati e riposti. "Mio Signore! Siete tornato! Prego, proseguite. Aral, avvisa il cancello." Un ragazzino a cavallo con lo stemma dell'albero mandò al galoppo il cavallo per raggiungere la fortezza poco distante.
    Una volta giunto, Wilbur trovò diversi soldati sull'attenti mentre improvvisavano un piccolo picchetto.
    Attraversato il cancello di ingresso e lasciati i cavalli, il Forrester non ebbe tempo di sgranchirsi le gambe che fu raggiunto dalla madre, Lady Ilaria. "Oh, Wilbur, vieni qua!" La donna fece diversi passi di corsa verso il figlio, abbracciandolo. C'era qualcosa di strano, Wilbur avrebbe potuto percepirlo.
    "Wilbur, figlio mio" Prese il volto del ragazzo tra le mani e lo mosse facendo incrociare forzatamente i loro sguardi "Non abbiamo molto tempo, quindi ascoltami attentamente" Aveva il fiato corto, dietro di lei apparvero un uomo incappucciato e Ser Acton "Ti ricordi di Zio Edgarth? E' il mio fratellastro e abbiamo sempre vissuto ad Ironrath, ancora prima che io mi sposassi con tuo padre. Eri ancora piccolo quando tuo zio...beh ebbe un diverbio con tuo padre e se ne andò prendendo il nero. Oh, giocavate tanto insieme, ti aiutava perfino con la spada di legno!" Le lacrime bagnarono gli occhi di lei mentre strattonava, anche se dolcemente, le vesti del figlio.
    L'uomo incappucciato, vedendo la difficoltà della madre nell'arrivare al punto, intervenne "L'hanno preso prigioniero, non conosciamo i dettagli ma era andato a Karhold per recuperare un manufatto appartenente ai Guardiani della Notte. A quanto sembrerebbe, una volta giunto, si sarebbe sfidato all'arma bianca con Lord Kastark, probabilmente visto che quest'ultimo non intendeva ridargli l'oggetto." Prese un momento di pausa srotolando una pergamena e leggendo alcune cose "Lord Karstark non è più tra noi ma vostro zio è stato fatto comunque prigioniero, nonostante il duello fosse stato vinto lealmente. Temiamo che a breve verrà sentenziata la sua condanna a morte.

    Intervenne nuovamente la madre. "Tuo padre non è qui e non lo sa ancora, non so se abbia mai veramente perdonato Edgarth in tutti questi anni. In ogni caso ti prego, figlio mio, va' là e salvalo! Difendi l'onore dei Woods e dei Forrester. Difendi l'onore mio, di tuo padre, tuo e di tua sorella."
    La donna cadde in un pianto, affondando il volto nel petto del figlio.

    Prese la parola, per ultimo, Ser Acton, rimasto a comando dei soldati che non erano partiti per la guerra "In assenza di vostro padre, è vostra la decisione Wilbur. Se me ne darete comando preparerò un gruppo di soldati pronti a seguirvi."

    Parole: 647

    Ahia...Situazione spinosa in arrivo. I Karstark hanno preso in ostaggio un vostro parente Guardiano della Notte in quanto quest'ultimo ha ucciso il loro Lord in un duello. La motivazione è che il vostro parente stava reclamando un manufatto dei Guardiani che la famiglia Karstark avrebbe sottratto. Al momento non hai altre informazioni. Tua madre ti scongiura di raggiungere immediatamente Karhold e di portarlo in salvo.

    Ser Acton ti mette a disposizione fino a 70 uomini, non di più perché già 100 sono partiti con Corinna. Se decidi di prenderli dimmi (se tutti o meno) e io faccio la divisione delle truppe.

    Termine 6/11

    Tempi di percorrenza Isola dell'Orso-Ironrath: 1,6 giorni via mare, 4 giorni a cavallo = 5,6 giorni
     
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    Quella che lo accompagnava durante la traversata in barca, era una sensazione strana: per la prima volta da quando aveva ripreso "coscienza di sé", non sapeva cosa fare; non ci sarebbe stata una guerriera dalla chioma ramata a guidarlo, né lo avrebbe fatto una grande condottiera del Nord.
    Nella ricerca di ciò che gli era accaduto, ora si sentiva solo, ed il fatto che dovesse mantenere quel segreto con sua sorella non stava certo aiutando. Diamine, chissà se sarebbe stato in grado di avere normalmente una conversazione con lei, senza quel fastidio lancinante alla bocca dello stomaco.
    "O forse è solo mal di mare."
    Forse. Dopotutto, sottocoperta si sentiva di più il rollio della barca, vero?
    Dopo aver soffocato l'ennesimo rutto, fissò per un attimo Xandro, invidiando quasi come quella piccola gita nella neve poteva essere stata vista da parte sua. Una bella passeggiata verso una terra sconosciuta, con tanto di colpi di scena grazie alle trappole nella neve, l'addentrarsi nel bosco e tutto il resto; doveva essersi davvero divertito.

    Sei stato davvero bravo.

    Si lasciò scappare un sorriso, dando una pacca sulla spalla al ragazzo, mentre l'altra mano teneva ancora la missiva recapitata da Daeva.

    Sai Xandro, c'è un detto, in un villaggio di pescatori al confine delle nostre terre...

    Avvicinatosi ad uno degli oblò, lasciò delicatamente scivolare la lettera verso l'azzurra tavola increspata solo dalla loro imbarcazione.

    Cercati degli amici come il mare. Cristallini e silenziosi.

    ~~~



    Trattenne una risata quando gli chiesero di identificarsi, ma, d'altronde, era giusto che fosse così il primo approccio verso individui sconosciuti.

    Grazie. Buon lavoro, signori.

    Ma il sorriso che s'era dipinto sul volto si affievolì rapidamente alla vista delle lacrime della donna che gli era corsa incontro. Purtroppo per lui, non aveva memorie di questo suo lontano zio, un po' come non ricordava prettamente nulla della sua infanzia, e quella sembrava davvero una questione che tutto avrebbe fatto, fuorché aiutarlo nella sua ricerca.
    Perché Lord Forrester non è qui?
    Lady Woods era in un mare di tristezza inconsolabile, quindi ci sarebbe stato poco da discutere; per poter avere un minimo di contesto su cosa si stava preparando a fare, tuttavia, decise di rivolgersi verso Acton, col volto della donna ancora sul suo petto.

    Ovviamente interverremo. I Karstark stanno infierendo sul risultato di un duello onesto, a quanto ci riferiscono...

    Portò lo sguardo sull'incappucciato per un attimo, riprendendo poi a parlare normalmente.

    Quindi siamo noi ad essere nel giusto.
    Ser Acton, fate preparare i cavalli solo per quattro persone. Vorrei che ad andare fossimo noi tre, ed il Maestro.


    Portare altri uomini in quella che doveva essere più vista come una missione diplomatica che come un reclamo nei confronti dei sovrani di Karhold, avrebbe provocato più scalpore che altro, e magari dato l'idea sbagliata agli stessi Karstark.
    Poi passò la mano destra sul capo della madre, carezzandola.

    Intanto, per favore, avvisate mio padre il prima possibile di questa situazione. Qualsiasi sia stata la loro disputa, non gli farà mettere in dubbio i legami che ha con lo zio.

    Per ora, avrebbe dovuto concentrarsi sugli affari di famiglia. Guardò Xandro, ed il grosso gigantone che si portava a spasso sua sorella.

    Ho bisogno che voi stiate qui.
    Aiutate quando possibile, ascoltate Lady Ilaria...


    Mimò il tutto per Dag.

    E fate i bravi, ok? Se vi comporterete bene, vi... porterò un regalo
    Cosa stai dicendo?

    Di nuovo, verso Acton e l'incappucciato.

    Rimandiamo le presentazioni, e partiamo il prima possibile.

    575 parole
    Non so contare, ricordavo scadesse oggi. Rip.
     
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    Oh Wilbur, grazie... La madre tolse il volto dalle vesti di Wilbur "Che i Vecchi e Nuovi Dei ti aiutino ragazzo mio, in questo viaggio e nel recupero della tua memoria. Pregherò per te, da oggi fino al giorno in cui potremo rivederci".
    Era quella l'unica speranza del Forrester? Sperare nelle preghiere di divinità che lui stesso piano a piano stava mettendo in discussione?
    "Wilbur, una parola" Il cavaliere prese a sé il nobile distaccandolo dagli altri "Capisco il vostro intento nel non portare alcun cavaliere con noi ma siete sicuro che questa sia la miglior..."
    "Il tuo Signore ha parlato, Acton, faresti meglio a non fargli perdere altro tempo" La figura incappucciata, di nuovo come un'ombra, aveva raggiunto il duo, intervenendo pur non essendo richiesto. Questa volta Wilbur avrebbe potuto intuire chiaramente che l'accento dell'incappucciato non fosse quello canonico del Nord. Di dove fosse, però, questo non poteva intuirlo.
    Il cavaliere sbuffò e se ne andò leggermente infastidito.
    Allo stesso modo, l'altro uomo si avvicinò alla Lady per accordarsi sugli ultimi dettagli.

    Con un cenno della mano di Ser Acton, due soldati si avvicinarono alla madre per scortarla nuovamente verso l'interno della fortezza. Due ragazzini corsero immediatamente verso le stalle per preparare le cavalcature mentre un messo si diresse verso gli alloggi del maestro per avvertirlo della chiamata. Dag e Xandro compresero l’intento di Wilbur. Forse si dispiacquero di non seguire il nobile ma l’idea di un regalo e di un po’ di riposo non era così malvagia. Annuirono e si allontanarono seguendo la Lady e i soldati

    Il Sole stava lentamente tramontando ma i quattro erano più decisi che mai a muoversi in fretta, pertanto non era buona cosa aspettare una notte in più. L'unico leggermente dispiaciuto di essere stato chiamato era il Maestro, ormai gli anni d'oro erano passati ma con una guerra ben lontana da loro era difficile che qualcuno decidesse di prendere di mira Ironrath, pertanto non poteva addurre alcuna scusa.
    L'incappucciato portò il cavallo vicino a quello di Wilbur, non disse nulla ma il ragazzo poteva notare che aveva lo sguardo fisso su di lui. Il grosso cappuccio nero impediva una visione chiara del volto ma si poteva notare che un lunga cicatrice attraversava l’intera guancia sinistra fino a risalire ad un punto che doveva coincidere con l’occhio sinistro. Wilbur avrebbe potuto additare la non conoscenza di quell’uomo come se fosse causa della perdita di memoria, eppure poteva essere profondamente convinto di non averlo mai visto. Che la sua mente vacillasse?
    Disposti a cuneo, i quattro partirono. Ser Acton aveva illustrato le tappe del viaggio: avrebbero percorso la strada per Grande Inverno, da lì sarebbero tornati a nord verso Forte Terrore, proseguendo per la fortezza dei Karstark.
    L’urgenza della missione richiedeva la massima rapidità possibile, il fratello della Lady sarebbe potuto essere giustiziato in qualsiasi momento.

    Ultimo fiume
    30 settembre 285, notte



    Il fuoco del piccolo accampamento dei quattro uomini brillava come una stella nel cielo nero, Ser Acton aveva scelto un luogo abbastanza defilato dal ponte che avevano attraversato per portarsi sull'altra sponda del fiume. Il loro viaggio era quasi concluso, mancavano a spanne poco meno di cinque giorni all'arrivo, secondo le nozioni del Maestro.
    Come era solito essere stato nelle giornate precedenti, mentre il maestro e il cavaliere s'intrattenevano nella discussione di argomenti importanti o frivoli, l'altra figura preferiva rimanere in silenzio, ancor più in solitudine.

    Wilbur era invece su una nave, una nave in mezzo ad una tempesta. Fulmini di un possente color blu venivano scagliati dal cielo come se ci fosse una guerra sopra quelle grigie nubi.
    Una di quelle saette colpì in pieno l'albero maestro. Le vele presero fuoco come se fossero ricoperte di pece. Ad uno ad uno i fulmini colpirono altre parti della nave, con una precisione fuori dal comune: prima il timone, poi l'argano dell'ancora e così via.
    Il fuoco divampava e la ciurma capì che se fosse rimasta ancora immobile sarebbe morta. Si lanciarono.
    Wilbur cadde in acqua ma la caduta durò molto di più. Cadde negli abissi, una forza incontrastabile gli impediva di opporre resistenza trascinandolo sempre più in basso.
    Respirava, pertanto non sarebbe morto annegato. Ancora.
    Guardandosi attorno non vide nulla ma qualcosa cominciava ad avvilupparsi attorno alla sua armatura. Qualcosa di invisibile che prima stringeva teneramente, poi stritolava.
    Infine una voce, incomprensibile, ed un volto, impercettibile, in lontananza. Una cicatrice che raggiungeva un occhio.
    La pressione divenne troppo forte e il rampollo di casa Forrester morì.

    Una volta abbandonato il mondo dei sogni, o degli incubi, Wilbur avrebbe visto i consiglieri di casa Forrester essersi già addormentati mentre l'incappucciato era seduto, distante dal gruppo, davanti alla riva del fiume intento nell'osservare il fluire del corso d'acqua.

    Parole: 761

    Allora, scegli come agire, se dopo il sogno sei intenzionato a fare conversazione puoi svegliare i due oppure raggiungere l'altra figura. In questo caso rispondo nel prossimo post.
    Se invece preferisci riaddormentarti allora ruolami anche l'arrivo a Karhold il 4 ottobre. Ti fermi davanti alla fortezza perché trovi i cancelli chiusi e le guardie sulle mura.

    Termine: 21/11


    Note:
    - Tempi di percorrenza Ironrath-Karhold (via Grande Inverno, Forte Terrore): 20 giorni (applico moltiplicatore x0.45 al posto di x0.50 dato che andate di fretta visto che la situa è importante ahah). Partenza 14/9, arrivo 4/10
    - Viaggiando col maestro e con il cavaliere, se hai voglia, puoi fare un add (solite regole; mi pare che quelli di marzialità tu li abbia già fatti tutti, quindi restano quelli col maestro)
     
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    Solo dopo aver iniziato a farsi due domande su quanto realmente gli Antichi avessero a che fare con la sua esistenza, lo sfregiato aveva iniziato a notare quanto affidamento facessero gli abitanti di quelle terre su di loro, tanto che la sua stessa madre, piuttosto che ricordargli di far avere sue notizie al più presto, o dargli qualche altra strana raccomandazione, gli aveva concesso la "protezione degli Dei".
    Sulle ultime parole, riguardo la situazione della sua memoria, il ragazzo sbarrò gli occhi per un momento, sorpreso dal fatto che la donna ne parlasse senza alcun filtro davanti agli uomini lì accanto: probabilmente Acton era uno dei pochi altri a sapere della sua condizione nella città, ma quello sconosciuto? Potevano davvero fidarsi di lui?
    Dopo.
    Sì, dopo. Dovevano sbrigarsi, o avrebbe ritrovato soltanto il filetto di suo zio.
    Fu felice di notare come sia Dag che Xandro non mossero alcuna obiezione alla proposta del Forrester, anche se il fatto che un piccolo di gigante dormisse così vicino ad Ironrath, forse, era più considerabile come un'ennesima gatta da pelare.

    Tornerò presto, non preoccupatevi.

    Tuttavia aveva promesso a Corinna che avrebbe badato a quel bestione, e dopo quanto la ragazzina si era fatta in quattro per lui non si sentiva davvero in grado di darle una delusione; era certo che l'affetto che la rossa provava nei suoi confronti non poteva essere minimamente equiparato alla "simpatia" che Will aveva appioppato al volto della Forrester minore nella sua mente, ma almeno voleva iniziare col piede giusto a conoscerla di nuovo.
    Prima di partire, ebbe un breve attimo di sospensione nel momento in cui l'uomo che ancora aveva tenuto su il proprio cappuccio gli passò il cavallo. Non era strano che il corvino non ricordasse di conoscere qualcuno, dato ciò che gli era accaduto, ma dall'altra parte, il viso, sfregiato similmente a Will, dell'incappucciato sembrava essersi soffermato fin troppo su di lui.
    Corrucciò lo sguardo, con fare interrogativo.

    Grazie. Andiamo?

    14 Settembre 285, sera



    Ruberò solo un attimo del vostro tempo.

    Non era sua intenzione risultare pesante, o sembrare un rompiscatole, ma c'erano cose che andavano ben definite e comprese il prima possibile. Si era rivolto prima verso tutti i membri della spedizione, concentrando adesso la sua attenzione sull'unico sconosciuto seduto lì attorno.

    Apprezzo il vostro impegno e la vostra presenza, ma, in futuro, vi invito a non rivolgervi in maniera tanto aggressiva ad uno dei presenti.

    Fece una piccola pausa, portando gli occhi verso il capitano delle guardie di Ironrath.

    Ser Acton è un uomo giusto e fedele...
    O almeno questo dice tuo padre.
    Sono certo che quando si permette di aggiungere qualcosa alle parole del Lord, o alle mie, lo fa solo per buoni motivi, e sta a mio padre, o a me, decidere se ascoltare o meno il suo consiglio. Ora, penso che possiamo procedere con le presentazioni.

    Era davvero curioso di scoprire chi si nascondesse sotto quel tessuto.

    Sapete già il mio nome, ma io non so ancora il vostro.

    Ultimo fiume
    30 settembre 285, notte



    Si svegliò di soprassalto, con un gemito di dolore. Gli anziani del villaggio dicevano che sognare la propria morte, poteva allungare la propria vita di qualche anno, ma prima di allora il ragazzo non aveva mai avuto modo di poter provare quell'affermazione con un riscontro così nitido; si guardò attorno, calmandosi del tutto solo dopo aver notato che la realtà in cui si trovava era ben distante dal mondo onirico in cui era passato a miglior vita.
    Ser Acton ed il Maestro dormivano, mentre l'altro componente del loro piccolo gruppo si era allontanato dai tre, sedendosi accanto alla riva del fiume.
    Una cicatrice che raggiunge un occhio...
    Forse era soltanto stato un sogno, inutile e privo di senso, ma visto che di tornare a dormire, per il momento, non se ne parlava assolutamente, tanto valeva provare. Doveva solo trovare un modo per aprire un dialogo con lui.

    Nottataccia?
    Sei imbarazzante.

    644 parole
     
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    14 Settembre 285, sera


    L'uomo incappucciato osservò silente mentre l'erede di Ironrath muoveva la propria "ramanzina". Non ne fu toccato, minimamente.
    "Giovane Forrester...Avvicinatevi, avvicinatevi." Il tono della voce quella sera sembrava molto più affaticato, come se l'uomo avesse molti più anni rispetto a qualche ora prima.
    Sarò schietto con voi, io non ho ho alcun contratto né tantomeno alcun rapporto di fedeltà con vostro padre o con voi, dunque temo che queste prediche non ottengano l'effetto voluto."
    Voltò lo sguardo verso il nobile, come se questo potesse trapassarlo "Ho promesso a vostra madre che riporterò il fratello, vivo e vegeto, ad Ironrath. Il resto è una perdita di tempo." La leggera aggressività andò via via scemando
    "Portare decine di soldati alle mura di Karhold ci avrebbe garantito solamente una freccia nella testa, oltre che la decapitazione di vostro zio. Mi chiedo se anche il vostro amato cavaliere sapesse che questo sarebbe stato lo scenario più plausibile"
    L'uomo si alzò, toccandosi un ginocchio come se qualche fitta di dolore l'avesse colpito "I nomi sono poco importanti, vengono dimenticati, vengono persi nel tempo e nelle acque dei mari. Potrete comunque chiamarmi Norrek"
    Con quel nome, che risuonò ancora diverse volte nella mente di Wilbur, l'incappucciato si allontanò.

    Ultimo fiume
    30 settembre 285, notte


    L'uomo non sembrò sorpreso di vedere Wilbur, né fece finta di esserlo. Che avesse sentito il rumore dei suoi stivali o che avesse predetto il suo arrivo nessuno avrebbe potuto saperlo.
    "La notte non è mai malvagia, ragazzo. Dà il tempo di pensare, di ragionare e, per chi non sa cogliere questi doni, di riposare." L'uomo allungò una mano verso la riva del fiume, pur non toccando l'acqua. La pelle era completamente consumata, raggrinzita, ma non dall'età in quanto già da poco sopra il polso sembrava tornare normale.
    Vostra madre mi ha parlato di voi, del vostro passato. Che avesse anche accennato alla perdita di memoria? Lady Ilaria doveva realmente fidarsi molto di quell'uomo. Eppure nessuno sembrava averlo mai visto a corte.
    "Siete una piccola imbarcazione, piccola e non avvezza ala navigazione. Tempesta ed Abissi vi reclamano, di questo posso esserne certo."
    Cadde per qualche momento il silenzio ma, prima che Wilbur potesse aprire bocca, l'uomo ritrasse la mano portandola dentro la lunga manica e successivamente sotto il pesante mantello. Anche il tono sembrò cambiare leggermente.
    "Una volta che saremo giunti a Karhold, non vi sarà molto tempo per salvare vostro zio. Vi lascerò agire ma sappiate che se non riuscirete a risolvere la situazione dovrò agire per conto mio. Ho fatto una promessa e intendo riscuotere la mia ricompensa. A qualsiasi costo."

    Parole: 419

    Termine: 2/12
     
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    14 settembre


    Non poté nascondere una punta di sorpresa, al vedere come aveva reagito quel perfetto sconosciuto alle sue parole; fino ad allora, il corvino aveva supposto che quello fosse solo un altro degli uomini costretti a prendere il nero, che aveva raggiunto sua madre ad Ironrath solo per comunicarle la sventurata sorte toccata a suo zio.

    Ho promesso a vostra madre che riporterò il fratello, vivo e vegeto, ad Ironrath. Il resto è una perdita di tempo.

    Invece la questione sembrava essere più profonda: era legato solo e soltanto a Lady Ilaria Woods, e da null'altro che una semplice promessa. Chi era veramente Norrek, e cosa lo spingeva ad aiutare una famiglia semi-sconosciuta come la loro? Un compagno d'arme di suo zio si sarebbe davvero relazionato in maniera tanto sfacciata con lui?
    Non seppe cosa rispondergli, né come provare ad avere un qualche contatto ulteriore con lui, se non con un semplice:

    Piacere, Norrek.

    Quasi un sussurro, con un sospiro a seguire. C'erano troppe cose che non sapeva.

    30 Settembre


    Perché quando parla sembra sempre saggio?
    Apprezzo l'aver mantenuto un tono formale nei miei confronti, ma, come già spiegato, non c'è giuramento che vincoli uno di noi due all'altro. Visto il caso, potremmo anche passare al "tu".

    Avrebbe atteso una sua reazione di qualche tipo, prima di proseguire, passando ad un atteggiamento più colloquiale, sconfitto dalla testardaggine dell'uomo che tanto gli aveva dato da pensare in quei giorni a cavallo, senza neppure mai pronunciare qualche parola che andasse oltre delle semplici indicazioni basilari sulla strada da seguire, o sul dove meglio potersi accampare.

    Sono colpito. Non pensavo ci fosse qualcun altro oltre ad un piccolo gruppo di persone nella fortezza a sapere di ciò che mi era accaduto, ma se mia madre ha scelto di renderti partecipe, Norrek, non sarò io a discutere la cosa.

    Voleva solo significare che la Lady di Ironrath si fidava ciecamente di quel tizio che parlava per metafore.

    Vuol dire che sei un parente, o qualcuno che gli si avvicina molto. Se posso, vorrei sapere di più sulla promessa che ti lega a lei, e su di te.

    La scelta di parole che aveva compiuto, per quanto usate per la realizzazione di una metafora, era dannatamente specifica per la situazione in cui si era cacciato; se a quello si aggiungeva lo strano sogno da cui era da poco uscito, con il riferimento agli abissi ed alla cicatrice, Will sapeva di poter fare più di una semplice scommessa su quanto davvero sapesse quell'uomo in cappuccio.

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    Norrek sembrò quasi sollevato dalle parole del giovane Forrester, era evidente che i legami nobiliari e le etichette erano qualcosa che non si addicevano ad un uomo come lui...anche se nessuno avrebbe potuto dire con certezza a quale categoria egli appartenesse: sapiente? Cerusico? Sacerdote? Vecchio armigero? La figura dell'uomo era ammantata tanto quanto la sua storia.
    "E sia, Wilbur di casa Forrester, mettiamo da parte questi convenevoli e parliamo schiettamente come due vecchi amici" Nulla nella memoria infranta di WIlbur sembrava però presagire di averlo già incontrato.

    Norrek, seppur conscio di non possedere molta empatia verso il genere umano, poteva comprendere il desidero di impotenza e quindi la ricerca smaniosa di informazioni del Forrester. Non sarebbe stato saggio raccontare in quella serata tutto quello che l'uomo sapeva su di lui ma decise comunque di placare la sua sete con qualche dettaglio.
    "Non hai di che preoccuparti. Dici bene, sono veramente in pochi a conoscere i dettagli del tuo cambiamento, pressoché appartenenti alla tua cerchia famigliare." Portò una mano al volto, la introdusse dentro il cappuccio e dai movimenti era chiaro si stesse massaggiando il mento o una guancia.
    "Se cercavi la segretezza purtroppo non posso dire che l'hai trovata in me. È..." cercò per qualche secondo la parola adatta al completamento della frase
    "...innaturale che eventi di tale portata si celino alla mia vista."
    Norrek non ebbe bisogno di vedere il volto dell'interlocutore per capire che desiderava che quella frase non si concludesse in maniera così criptica.
    "Vedi, le persone nate coi piedi sulla terra che decidono di solcare il mare in tempesta possono andare incontro solo a due destini: la fine della propria vita o l'inizio di una nuova. Per le persone che appartengono al mare, invece, questi fenomeni sono segni, chiari ed inequivocabili."

    Il parlare per enigmi avrebbe potuto cominciare a spazientire il povero Wilbur ma era chiaro che ogni parola che usciva dalle labbra dell'incappucciato era stata a lungo ponderata prima di essere pronunciata.
    Forse quel Norrek era un semplice navigante, magari un vecchio pescatore che se si era trovato vicino al luogo in cui Wilbur era naufragato.
    "Non è opportuno parlare ora di me o della promessa che mi lega a tua madre, quando avremo assolto al nostro compito di liberazione, allora forse ne potremo nuovamente discutere."
    Quasi per cambiare discorso, Norrek aggiunse subito dopo: "Ti faccio io una domanda, come hai intenzione di agire una volta arrivati di fronte alla fortezza? Fino a dove ti spingerai pur di salvare tuo zio?"

    Parole: 405

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    Will non era mai stato il più sveglio o il più intuitivo dei ragazzi, ma non sembrava volerci poi tanto impegno neppure per lui nel capire che quell'uomo sapeva decisamente tante cose, e non solo riguardo gli eventi che gli erano accaduti; era chiaramente legato all'ambiente marino, ma nonostante la limpidezza di quest'informazione, il resto pareva celato, oscurato volontariamente, quasi avesse paura o tentasse di essere accorto in ciò che divulgava ai suoi compagni di viaggio.
    Il corvino si voltò un momento verso gli altri componenti del piccolo gruppo: dormivano ancora.

    Capisco. E tu, che appartieni al mare, ti saresti spinto tanto lontano da esso per aiutare il giovane figlio di un nobile minore del Nord, a recuperare un suo vecchio zio che aveva preso il nero?

    Si passò la sinistra sulla nuca.

    Rispetterò la tua volontà, ma avremo molto di cui parlare, finita questa... missione? Non saprei neppure come chiamarla.

    Per quanto ricordasse, fino ad allora il compito più complesso che gli fosse stato affidato era stato il badare ad un omaccione di due metri e poco più, mentre viaggiava per i villaggi a distribuire cibo e speranza. Era decisamente troppo tardi per poter cambiare idea, ma era stata una buona intuizione quella di sua madre? La domanda di Norrek lo aveva spronato a riflettere, datosi che non aveva minimamente pensato a cosa avrebbe fatto, una volta arrivato lì.

    Sarò franco. Data la mia "condizione", ho perso tutti gli affetti che precedentemente portavo con me, non senza far soffrire coloro che mi erano più vicini, o a cui stavo più a cuore.

    Pensò un momento a Daeva, a sua madre e suo padre, a Corinna: aveva contraccambiato il loro affetto tentando di comportarsi nella maniera più civile e consona che gli riuscisse, ma faticava sinceramente a riconoscere in loro lo stesso amore incondizionato che riceveva. Dopo settimane a contatto, stava riuscendo a ripristinare il rapporto coi suoi familiari più stretti, sforzandosi di giorno in giorno.

    Voglio ovviamente salvare mio zio, e sono fiducioso che riusciremo a compiere la nostra impresa, avendo la legge e l'onore dalla nostra parte, ma non voglio rischiare un conflitto interno con una delle famiglie più potenti del Nord. Cercherò di fare il possibile, ma dovremo stare attenti a non forzare troppo la mano, o rischieremo di farci davvero male.

    Per salvare un solo uomo, se tutto fosse andato in malora avrebbe rischiato di mettere in pericolo tutti gli abitanti di Ironrath.

    E' come hai detto tu, tempo fa, non vogliamo un conflitto. Spero di poter trovare uomini onorevoli che ascoltino ciò che abbiamo da dire, e che riescano a portare giustizia sul caso.

    Alzò adesso lo sguardo, che aveva lasciato immobile in un punto imprecisato del fiume, assorto nei suoi pensieri ad alta voce.

    Chiederò il parere di Ser Acton e del Maestro, ma mi interesserebbe sapere anche il tuo.

    Stavolta non ho sbagliato a fare un'addizione, wow.
    Per me possiamo chiudere la discussione della serata qui, se per te va bene. Grazie della pazienza!
     
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    Eccoci, energie ricaricate durante le vacanze? ora inizio il bello

    Norrek si intrattenne ancora per qualche minuto in compagnia del giovane, rispose ad alcune sue domande ma sempre in maniera molto velata e senza mai dare al giovane nobile una risposta chiara.
    Forse l'indizio più importante fu quel cenno d'assenso che l'uomo diede a Wilbur alla richiesta di maggiori delucidazioni una volta terminato il loro compito. Come trasportate dal vento, le parole "a tempo debito" vennero portate via prima di giungere alle orecchie del Forrester.

    Karhold
    1 ottobre 285, Primo pomeriggio


    Dopo le ultime ore di cavalcata, il gruppetto dei quattro uomini provenienti da Ironrath era giunto ai piedi della imponente altura su cui si ergeva la fortezza dei Karsterk. Norrek aveva ripreso il suo tombale silenzio mentre i due consiglieri del padre di Wilbur avevano risposto alle domande del ragazzo su quale fosse la strategia migliore per ottenere la vittoria. Anche Ser Acton, privato del manipolo di uomini che voleva che li accompagnassero, aveva capito che la diplomazia doveva essere la prima, e forse l'unica, strada percorribile.
    "Io sarò qui per assistervi, mio Signore..." Aveva ripetuto in più di un'occasione il Maestro "...ma dal momento che voi siete l'unico nobile credo che sarà vostro compito negoziare il rilascio di vostro zio"
    Il Maestro aveva provato a fornire più dettagli possibile sulla famiglia regnante e sulle notizie di dominio pubblico di Karhold ma di certo le storie di quel bastione impenetrabile non rendevano giustizia alla vista.
    Individuarono immediatamente l'unica strada che portava alla fortezza, lunga e ripida. Erano in pochi quelli che la percorrevano ma fino a che non fossero arrivati in cima nessuno li avrebbe fermati.
    "Karhold" aggiunse Acton "è una fortezza molto aggrappata alle tradizioni degli Antichi Dei ma se le cose dovessero mettersi male nemmeno la famiglia Karstark oserebbe vietare un processo per combattimento. Combattere come campione per vostro zio metterebbe in pericolo la vostra vita, se desiderate combatterò io al vostro posto."
    A parlare di Antichi e Nuovi Dei, Norrek ridacchiò senza che nessuno però si accorgesse di quel gesto.

    Ci volle non poca fatica per i cavalli ma con calma la strada venne percorsa e finalmente il cancello esterno meridionale si aprì ai loro occhi. Due guardie pesantemente armate di picche fece qualche passo avanti.
    "State per varcare le soglie di Casa Karstark, dichiarate i vostri nomi e i motivi per cui siete qui!"

    Parole: 378

    Mappa fortezza

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    Quando Norrek indicò al resto del gruppo la fortezza, ormai non troppo distante, una punta di confusione attraversò la mente del ragazzo: quanto avevano cavalcato? Non aveva tenuto conto dei giorni così attentamente, ma la monotonia del viaggio che stava per lasciarsi alle spalle sarebbe stata felicemente cancellata dal loro arrivo alla meta. O infelicemente.
    Il freddo che si era fatto via via più intenso a mano a mano che si avvicinavano alla destinazione prefissata, sembrava aver raggiunto il suo culmine, tanto che gli uomini iniziarono a scambiarsi qualche parola in più solo quando scesero dalle loro cavalcature, mentre camminavano verso i cancelli della Fortezza; mantenendo un respiro il quanto più possibile regolare, Will rispose alle domande postegli, non senza tremolare alle volte.

    Ma certo Maestro. Vi ringrazio per avermi accompagnato lungo il tragitto, e spero che la vostra saggezza possa rivelarsi d'aiuto, a noi come a loro.

    Concluse, accennando col capo verso i portoni poco distanti dai quattro.

    Spero di poter evitare questo finale, Ser, anche considerando il fatto che già una volta l'esito di un processo per combattimento non è stato rispettato, a quanto sappiamo.

    Scambiò una rapida occhiata con Norrek, quasi a voler carpire qualche sua reazione particolare alle parole appena espresse.

    Ovviamente, se dovessimo procedere obbligatamente con quell'esito, sarò io stesso a combattere. Non voglio mancarvi di rispetto, anzi, ma credo che lasciar combattere il proprio capitano delle guardie, piuttosto che entrare in prima linea nella vicenda, potrebbe mandare un messaggio sbagliato al "rivale", non so se mi spiego.

    Con tanto di virgolette mimate. Aveva speso il tempo che aveva avuto in viaggio per consolidare qualche nozione di base sul come venivano svolte le trattative, se così si potevano chiamare, al Nord, e su alcune importanti tradizioni che potevano rischiare di mandare tutto a monte, se non rispettate.

    Non sappiamo il perché i Karstark abbiano rifiutato l'esito del precedente processo, ma voglio sperare che abbiano davvero l'onore di cui tanto ci vantiamo nelle nostre terre. Se avessero rinchiuso senza motivo mio zio, potremmo benissimo appellarci al giudizio di Lord Stark sulla questione. Cerchiamo di capire, per poi agire.

    Non era cosa semplice trascinare i cavalli, a piedi, su per la fredda strada che conduceva all'ingresso meridionale, ma, non senza fatica, riuscirono finalmente ad arrivare davanti alle guardie all'ingresso. Prese la piccola insegna, che ormai esibiva come fosse un biglietto da visita nelle ultime settimane in metà del Nord, e la mostrò agli uomini lì di fronte.

    Sono Wilbur Forrester...
    Fa ancora strano.
    Figlio di Lord Benjen Forrester, di Ironrath. Mi appello al diritto di ospitalità, per ricevere udienza dal vostro Signore.

    435 parole.
     
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    Il Maestro e il Cavaliere annuirono alle parole del giovane nobile, quanto aveva formulato aveva senso, il fatto che la famiglia Karstark avesse già una volta, o così sembrava per il momento, disonorato il risultato di un processo per combattimento poteva essere già motivo di riportare la questione a Caleb Stark, Protettore del Nord.
    "Dovremo essere cauti" Aggiunse in ultimo il Maestro "Cauti ma decisi."

    Le guardie all'ingresso accolsero senza troppi problemi quanto era stato detto da Wilbur, consci anche del fatto che se quel gruppetto avesse avuto cattive intenzioni verso il loro Lord sarebbe rimasto deluso, vista l'assenza di quest'ultimo.
    "Mio Signore, vi prego di aspettare per qualche momento ancora, avviseremo del vostro arrivo" Una delle guardie sparì velocemente dall'ingresso, diretta verso il castello principale.
    Poco dopo un paio di paggetti uscirono di corsa dal portone, diretti verso Wilbur e i suoi accompagnatori. Non ci fu bisogno di fare domande per capire che erano lì per prendere in custodia i cavalli e portarli nelle stalle vicino al borgo interno.
    Sopra le mura alcuni soldati di pattuglia si affacciarono per vedere chi stava per varcare i confini della loro casa.

    CI vollero dieci minuti abbondanti ma infine qualcuno si mosse.
    Cinque soldati pesantemente corazzati uscirono sul ponte levatoio, parandosi davanti a Wilbur formando una linea che impediva l'accesso al ponte. Poco dopo i due centrali si spostarono per far passare una donna, abbastanza in avanti con gli anni.
    Un altro paggetto l'annunciò ufficialmente come Lady Arya Hornwood.
    Ella fece qualche passò in avanti, poi si grattò nervosamente le mani, chiuse a pugno.
    "So per quale motivo siete venuto, figlio di Lord Forrester. E temo che abbiate viaggiato inutilmente. Fine della discussione."
    La donna si girò bruscamente per tornare dietro la fila di soldati. Un cavaliere si fece avanti.
    "Ser Vilert, scortate il nobile e i suoi accompagnatori alle stalle, il loro diritto di ospitalità durerà giusto il tempo di rifocillare i loro cavalli, poi voglio che siano fuori dalle nostre terre." Queste parole, pronunciate consapevolmente a voce alta, sarebbero state udite da tutti.
    "Addio Wilbur Forrester, è stato un vero piacere, portate i miei saluti a vostro padre...e a vostra madre."

    "Mia Signora" cercò di argomentare diplomaticamente Maestro Ulmer "Vi prego di non cadere nella trappola dell'odio, quello che vi chiediamo è solo di poter parlare con Lord Karstark"
    La donna si fermò senza voltarsi. Girò solo il volto per vedere con la coda nell'occhio il Maestro.
    "Sono io che faccio le veci del Lord" sentenziò con una voce che sembrò più in sibilo.

    Parole: 408

    Allora, la Lady (zia di Red) non è molto bendisposta (non avevamo dubbi, aggiungerei) nei vostri confronti...
    A te!

    Termine: 12/1
     
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    Nonostante tutti loro sapessero che quello che avevano davanti non era più il Wilbur Forrester di un tempo, non avevano esitato a dare il loro supporto fin dall'inizio di quella spedizione, ed anche allora, mentre attendevano di essere ricevuti da Lord Karstark, avevano immediatamente aderito al suo piano d'azione; da quando aveva ripreso coscienza di sé, a differenza di ciò che si sarebbe aspettato, aveva potuto notare come il valore della lealtà accomunava la maggior parte degli uomini e donne in cui s'era imbattuto. Mentre i paggi portavano dentro i cavalli, sperò di poter dire lo stesso per il signore di Karhold.

    Oh.

    Non nascose la sorpresa che lo accolse, al posto dell'uomo che si aspettava di trovare: poteva capire la scelta di voler far attendere i richiedenti udienza, ma l'uscire in pompa magna, con tanto di uomini in armi e bardatura pesante, per garantirsi che quattro uomini non riuscissero a oltrepassare il ponte sembrava alquanto eccessivo. Se ciò non bastava, anche la persona con cui avrebbe dovuto contrattare era totalmente diversa dalle sue aspettative, ma per quello c'era solo da incolpare il suo scarso senso logico; ovviamente, con la guerra in corso il Lord era in prima linea, come era giusto che fosse.
    Dove avrebbe dovuto essere anche lui, che invece aveva mandato a morire la sorella minore.

    Non morirà.

    Beh, se il misero compito a cui si era autonomamente relegato era il recuperare suo zio, avrebbe fatto bene a portare a termine almeno quello.

    Nonostante non sembri altrettanto, è un piacere per noi fare la vostra conoscenza, Lady Hornwood.

    Iniziò a parlare alla figura dell'alta donna dai lunghi capelli scuri, sperando che almeno potesse degnarla di uno sguardo mentre incedeva verso l'interno della sua dimora.

    Mi dispiace premere ancora sulla questione, mia Signora, ma devo ricordarle che per l'ospitalità avremmo diritto ad una vera udienza, non una semplice scappata alle stalle. Sono qui unicamente per discutere col Lord o, come nel nostro caso, con chi ne fa le veci, penso che questo sia chiaro.

    Azzardò facendo un passo in avanti, tenendo le mani tese in avanti, aperte, a voler sembrare il più inoffensivo possibile. Che, già normalmente, non era poi così difficile.

    Sappiamo bene che i Karstark sono tra le famiglie più onorevoli del Nord, dunque non capisco perché dovrebbero accogliere dei visitatori innocui in questo modo. Sono certamente qui per mio zio, che so essere rinchiuso nelle vostre prigioni, ma voglio solo capire cosa sia accaduto.

    Deglutì. Era una mossa rischiosa, ma non poteva provare chissà cos'altro, e non poteva fallire in quel modo; quanto tempo fa poteva essere accaduto quell'incidente? Se fosse stato a pochi giorni di distanza da quando era stato avvertito dalla madre, voleva dire che gli uomini erano stati già richiamati alle armi dallo Stark.

    I fatti che mi sono stati riferiti sull'accaduto, sembrerebbero cozzare molto con l'idea di onore e rispetto per le tradizioni del Nord, e dei Karstark in primo luogo. Non vorrei che, oltre a questo, potesse trovare strada alle orecchie di Lord Karstark e Lord Stark, che la gente di Karhold non conceda neppure il diritto di pane e sale ai viaggiatori richiedenti udienza. Anche se non la indicassi in prima persona, questa coppia di macchie avrebbero sicuramente una certa risonanza sul manto bianco che avete mantenuto nei secoli.

    Una goccia di sudore terminò il solco che aveva scavato sul lato del viso del corvino, cadendo sul terreno.

    Lasciatemi entrare, Lady Hornwood. Lasciate che questo incidente possa essere dimenticato, e non ricordato nei decenni a venire.
     
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    Lady Hornwood si sfregò nervosamente le mani, questo gesto non era stato fatto a causa del freddo ma di un sentimento ben peggiore. Un uomo con una modesta barba bianca, leggermente incurvato sopraggiunse lentamente verso il luogo d'ingresso alla fortezza. Per qualche istante tenne lo sguardo fisso su Maestro Ulmer, impossibile decifrare cosa volessero trasmettersi ma forse si erano già conosciuti in passato.
    Le parole di Wilbur vennero portate via dal vento freddo che soffiava a quell'altitudine, gli uomini posizionati non si spostarono di un solo centimetro. Il maestro di Casa Karstark parlò per qualche istante con la Lady, sicuramente il fatto di aver tirato in mezzo alla discussione Lord Stark aveva riportato tra i presenti uno dei motivi per cui esistono delle leggi, cioè l'essere rispettate.

    I consiglieri di Wilbur rimasero silenti, a questo punto bisognava far attenzione a quanto si tirasse la corda della trattativa, già che era ad un passo dallo spezzarsi.
    Il Forrester parlò bene e con l'onore e la legge dalla sua parte la questione sembrava aver preso una svolta migliore. Purtroppo, però, come spesso accade, una sola parola può rovinare intere ore di conversazione.
    "Lasciare che questo incidente possa essere dimenticato?" Arya cominciò a camminare furiosamente verso la linea di soldati, spostandone due, e continuando poi verso Wilbur, fermandosi a pochi centimetri dal suo volto "POSSA ESSERE DIMENTICATO?" urlò questa volta. Si sfregò le mani, riprendendo, con la voce rauca, forse rotta da alcuni ricordi del marito defunto "L'incidente...l'incidente verrà dimenticato una volta che la testa di vostro zio sarà appesa su una picca e divorata dai corvi." digrignò i denti.

    "Casa Forrester non ha niente a che fare con quanto è successo, vostro zio è stato esiliato da vostro padre, mi chiedo se abbia avuto un moto di compassione nell'inviarvi qui per riscattarlo. Lo credevo un uomo più...fermo...nelle proprie decisioni"
    Si allontanò dal viso di Wilbur.
    "Il Guardiano non solo ha ucciso senza motivo mio marito, ma per lo stesso pazzo motivo ha abbandonato la sua sacra guardia alla Barriera. Verrà condannato a morte in ogni caso, e io mi godrò quel momento fino all'ultimo dei secondi."
    La lady dismise finalmente le guardie armate "La mia vendetta non interferirà in ogni caso con il buon nome dei Karstark e di mio nipote, il nuovo Lord. Avrete la vostra udienza e vi farò incontrare vostro zio per l'ultima volta. Poi ve ne andrete e non abuserete più del mio dolore e lutto."

    Senza salutare la donna girò gli stivali e insieme alla scorta armata tornò sulla via del castello, dove avrebbe aspettato i propri "ospiti" nella sala in cui si trovava lo scranno.
    Un impercettibile segno di ringraziamento provenne dal volto di Maestro Ulmer verso il suo pari che si avvicinò.
    "Ulmer, miei Signori, vi ringrazio di essere giunti fino a qui ma temo che quanto sia stato detto dalla Lady corrisponda a verità, vostro zio si è macchiato di crimini gravi e temo che nemmeno il pretesto del combattimento onorevole possa scagionarlo. Vostro zio" disse riferendosi direttamente a Wilbur "si presentò qui in una fredda notte, reclamando per i Guardiani della Notte la spada Lungo Artiglio, appartenuta al Lord Comandante Jeor Mormont. Il Guardiano era, ed è, convinto che essa sia stata trafugata dal nostro nuovo Lord, Red, ma non ha portato alcuna prova se non la sua parola." Fece un attimo di pausa invitando il gruppo a sorpassare il portone entrando così nel perimetro della fortezza
    "A nulla sono servite le raccomandazioni mie e degli altri consiglieri, abbiamo assicurato a vostro zio che non potesse essere così e che una spada di quella fattura sarebbe stata subito notata da qualcuno. Ci diede dei codardi e dei traditori, poi sfidò Eddard Karstark a duello, dicendo che se avesse vinto avrebbe dimostrato la sua versione dei fatti. Il resto è noto.
    Purtroppo, anche se il duello è stato vinto da vostro zio, il fatto non può essere visto come un'attenuante, la sua voce è quella di un pazzo che ha solo assassinato un Lord mascherando la sua volontà dietro una menzogna."


    "Farò in modo che nella sala sia presente anche vostro zio. Scegliete chi porterete con voi a colloquio con la Lady e... vi prego di dosare bene le parole" Con quelle ultime raccomandazioni il Maestro di Karhold si allontanò, dirigendosi anch'egli nella sala del giudizio.
    Wilbur si trovava ancora all'esterno insieme ai suoi accompagnatori, un piccolo gruppo di quattro guardie li teneva d'occhio.

    Parole: 706

    Ora sai come sono avvenuti i fatti. Fai tutto quello che vuoi, parla con chi ritieni/fai domande/intrufolati in giro/ecc. ecc.
    Quando sei pronto (a meno che tu non voglia aggirare l'incontro) scegli uno (e uno solo) dei tuoi accompagnatori e dirigiti verso la Sala centrale del castello. (puoi fermarti sulla soglia o già entrare rendendo le tue comunicazioni alla Lady che ti aspetterà lì con il Maestro).

    Termine: 23/1
     
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26 replies since 21/10/2020, 18:27   493 views
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