Step by step

"Non lo so Dagon, è la scelta migliore quella di chiedergli aiuto? Non avremmo potuto razziare e basta, senza capi o padroni? Possiamo ancora filarcela!"

Dire che Cletus non avesse preso bene la notizia che Salladhor avrebbe appoggiato il loro progetto di riconquista sarebbe stato un eufemismo. Evidentemente era convinto, quando lo aveva lasciato alla taverna, che il neocapitano sarebbe ritornato solo con un pugno di mosche. O che non sarebbe tornato affatto.

"E poi cosa? Vagare come ratti in mare per tutta la vita? Destreggiarci tra Dorne e Saan accontentandoci dei resti? Cazzo no! Il piano resta quello, poi vedremo che fare col pirata..."

Per come la vedeva Dagon, il dorniano era semplicemente spaventato che qualcuno degli uomini di Salladhor potesse riconoscere la sua identità e scuoiarlo vivo. Non che lo biasimasse per questo, ma stava iniziando ad essere un po' pesante.

"Non è strano che abbia subito accettato e che le sue navi fossero pronte a partire? Insomma, andiamo a fare una guerra e non ha nemmeno un dubbio o bisogno di indagare un po'...? Oppure ecco, quante navi ha a disposizione veramente, se può privarsi di queste? Sento puzza, e questa volta non penso sia la tua ciurma!"

Che il pirata avesse più interessi sul piatto di quanto volesse dare a vedere era certo. Dagon era convinto che la belligeranza di Dorne gli avesse causato diversi problemi e che avesse semplicemente sfruttato la sua proposta per risolvere quell'inconveniente. In parole povere, non si fidava affatto di Salladhor Saan.

"Tu limitati a non farti riconoscere, Lokar. E tieni pronti i tuoi uomini per la battaglia!"

Salutò quindi il disertore dorniano ed entrambi si diressero alla rispettiva nave. Il Greyjoy si rivolse quindi al suo secondo in comando tra gli Uomini di Ferro che l'avevano seguito.

"Eimar, è tutto pronto?"

"Aye, sia la nostra nave che quella dei dorniani ha caricato dei barili di pece per incendiare le frecce. I nostri... alleati dovrebbero aver fatto lo stesso."

Annuì silenziosamente.

"Perfetto. Allora muoviamoci o rischiamo di perdere quei figli di puttana!"

Non molto dopo l'inizio del viaggio tuttavia dovettero fermarsi. Salladhor si era avvicinato per salire sulla sua nave, aveva una notizia da riferirgli: non l'avrebbe seguito in battaglia (cosa che onestamente non lo sorprese più di tanto) ma avrebbe affidato le sue navi ad uno dei suoi ufficiali, pur lasciando il comando dell'intera operazione a Dagon. L'uomo, scuro quanto il suo capitano e con una lunga pipa in bocca, aveva già in mente una proposta per la giovane piovra.

"Viaggerò con te fino alle isole e lì tornerò sul mio veliero, perché dovremo essere duri nel colpirli, ma anche furbi... Cercano denari, vogliono le tasse, dunque pattuglieranno il mare, sia a nord che a sud, ma se vogliamo anche prendere i loro rinforzi sarà necessario dividerci. Che te ne pare: tu, questo tipo strano e due navi della flotta devierete verso ovest per intercettare i coloni; un altro gruppo ti starà in scia, mentre io raggrupperò le navi da guerra e mi farò seguire, accodandomi a voi. Quando sarete pronti faremo scattare la trappola. Sistemate le pattuglie su questo lato, basterà spostarsi verso le acque tiroshi e fare altrettanto!"

Un'ottimo piano, non c'era che dire. Dagon dunque si limitò ad annuire accettando la proposta del pirata.
Dopo diversi giorni trascorsi in mare finalmente l'obiettivo comparve all'orizzonte: cinque imbarcazioni veleggiavano, come programmato verso le Stepstones. Un ghigno feroce si fece strada sul suo volto mentre si rivolgeva un'ultima volta ad Eimar.

"Preparate le frecce incendiarie. Passa il messaggio anche agli altri."

Ora che finalmente gli obiettivi erano a portata, non restava che una cosa da fare: attaccare. O meglio, razziare. Dubitava infatti che quel gruppetto di navi sarebbe potuto essere un'effettiva minaccia per i pirati e i suoi Uomini di Ferro. Solo una pareva essere effettivamente pronta per il combattimento e prese la pessima decisione di staccarsi dal gruppo per dirigersi verso di loro, in quello che altro non era che un suicidio bello e buono.

"Vogliono fargli guadagnare tempo!"

Sì, quello era evidente. I dorniani dovevano aver abbassato la guardia dopo la conquista delle Stepstones, come aveva previsto, dovevano aver pensato di trovarsi in acque ormai sicure e di non aver bisogno di una scorta troppo numerosa. Quando le navi di Dagon e Salladhor erano comparse all'orizzonte dovevano aver compreso il loro sciocco errore ed erano probabilmente andati nel panico; da qui quell'azione disperata.
Se però il giovane avesse perso troppo tempo contro quella singola nave, la loro strategia avrebbe effettivamente avuto successo. Le navi dei coloni si sarebbero volatilizzate all'orizzonte per raggiungere la costa e l'intero scopo di quell'attacco sarebbe andato a puttane.

"”Iniziamo l’attacco?”"

Domanda sciocca. Ovvio che avrebbero attaccato, ma dovevano essere rapidi e brutali. Alzò la voce per farsi sentire da Cletus e dai capitani delle altre due navi pirata.

"Avanziamo e fiancheggiamola, due navi per lato. Tirate quante più frecce possibili, mirate soprattutto alle vele. E non perdete di vista quei codardi del cazzo!"

Osservò in completa soddisfazione le frecce infuocate dei suoi uomini tempestare senza pietà la nave nemica. Un pizzico di stupore lo colse però nel vedere la risposta dei dorniani: una manciata di frecce che fece ben pochi danni ad una delle navi di Salladhor. Si era aspettato che il Principe avesse abbassato la guardia dopo la conquista delle Stepstones ma quello era semplicemente al limite del ridicolo. Ed era... perfetto.
Realizzare quanta disparità ci fosse tra gli equilibri di forza gli fece immediatamente ribollire il sangue nelle vene. Un'improvvisa euforia lo pervase, l'istinto primordiale del forte che schiaccia il debole. Praticamente ciò che stava alla base di tutta la cultura degli Uomini di Ferro e delle razzie che essi compivano. Con un urlo di battaglia spronò gli uomini ad inseguire i coloni fuggiaschi. Ignorò la nave in fiamme, passando oltre; anche se fossero stati nella posizione di fornire una sfida, gli incendi che avevano appiccato avevano reso il mezzo praticamente inutile. Li avrebbero finiti più tardi, ora dovevano puntare al vero premio.

"FRECCE NORMALI! CIRCONDATELI!"

Su quelle navi era probabile che si trovassero un buon numero di risorse che avrebbero potuto rivendere, se non addirittura oro. Bruciarle avrebbe solo rischiato di rovinare il carico e dar loro meno tempo per svuotarle. E in questo modo era possibile far sopravvivere più coloni possibili, un'altra risorsa: fortunatamente ad Essos il commercio di schiavi non era malvisto come a Westeros.
Mosse la propria nave lunga più in avanti delle altre, cercando di sfruttare la propria velocità per superare le imbarcazione coloniali e tagliar loro la strada costringendoli a rallentare, se non addirittura a fermarsi. Le altre navi invece si sarebbe mosse ai lati, come avevano fatto prima. Se invece il vento, avesse favorito Dorne quel giorno, si sarebbe limitato ad affiancare il resto dei pirati e costringere quei cani alla resa con una pioggia di frecce.

"TEMPESTATELI!"

Il sapore della vittoria era così vicino che poteva quasi assaporarlo.

L'inseguimento andò esattamente come aveva immaginato, e dirla tutta fu un po' patetico. Era come se un lupo si fosse insinuato in un ovile pieno di agnelli. Privi di gambe. I coloni non tentarono nemmeno una qualche reazione al loro attacco, arrendendosi immediatamente alla prima salva di frecce che falcidiò facilmente diversi dei loro compagni. Probabilmente in futuro molti di loro avrebbero rimpianto di non aver continuato a scappare e rischiando di beccarsi solo una freccia nella schiena. Erano pochi i possibili destini di chi veniva catturato così ad est di Westeros. E nessuno era piacevole.
Le navi, ora ferme, furono rapidamente circondate e diverse passerelle furono abbassate per consentire il passaggio agli aggressori. Dagon fu il primo tra i suoi uomini a sbarcare sull'imbarcazione designata, e fece cenno a Cletus e ai suoi di occuparsi di quella a fianco. Si guardò intorno, completamente rilassato e con una certa soddisfazione nello sguardo, mentre il resto della sua ciurma completava l'abbordaggio.

"Fermi, fermi! Non c'è bisogno di tutto questo, ci arrendiamo!"

Un vecchio si era fatto avanti, terrorizzato. Si guardava in giro, non aveva idea di a chi doveva rivolgersi. Dagon si limitò ad osservarlo a braccia incrociate, sghignazzando un poco.

"Non ci sono soldati, non abbiamo armi, fermi! Non c'è nemmeno tanto oro... Quel poco che abbiamo è vostro, ma lasciateci andare!"

Quasi subito dopo un'altra voce si alzò. Proveniva da una delle navi vicine, apparteneva ad uno dei suoi "colleghi".

"Uccidetelo, non ci servono a niente i vecchi e devono capire subito chi comanda!"

Lanciò un'occhiataccia verso l'origine di quelle parole, pur non distinguendolo bene in mezzo alla folla. Non era un idiota e, pur non avendo mai partecipato alla compravendita di schiavi, sapeva che un vecchio non valesse assolutamente un cazzo. E in più non gli piaceva che uno stronzo qualunque gli desse degli ordini. Era lui al comando di quella fottuta operazione! Fortunatamente lì vicino c'era un bersaglio su cui sfogare le proprie frustrazioni: sfilò rapidamente l'ascia dalla cintola e la lanciò contro il vecchio che aveva parlato. L'arma si infilò in profondità nel petto dell'uomo che crollò a terra gorgogliando sangue. Il Greyjoy si fece dunque avanti e se la riprese, spezzando qualche osso a giudicare dal suono. Non degnò di un ulteriore sguardo il dorniano rivolgendosi invece ai suoi uomini.

"Trovate tutto ciò che hanno di valore e portatelo sulla nave! Prendete anche uomini e donne in salute; chi è troppo vecchio uccidetelo e datelo... datelo all'Abissale..."

Fissò per un attimo il vuoto, assaporando il gusto che avevano quelle parole. Poi, senza aggiungere altro, si mise al lavoro.

Come ci si poteva immaginare i coloni non si dimostrarono molto collaborativi con gli Uomini di Ferro e il resto dei pirati. Dopo le sue parole vi furono urla e vari tentativi di fuga ma... beh non si può scappare da molte parti quando si è in mezzo al mare. Lui e i suoi uomini recuperarono tutti i beni di valori presenti su quell'imbarcazione e radunarono abilmente il resto dei prigionieri; sfortunatamente ci furono più vittime del necessario, ma alla fine era certo di poter guadagnare una discreta somma dai mercanti di schiavi con quelli che aveva "messo al sicuro". Stiparono tutta la merce nelle stive e poi, una alla volta, diedero fuoco alle navi che il Principe di Dorne aveva così scioccamente lasciato navigare in acque pirata. L'intera operazione durò qualche ora e ancora molto ci volle per la seconda parte dell'intera operazione: avvisare Zsalaa del successo e andarsene dalla zona.

"Nave in vista! Nave in vista!"

All'urla della vedetta, Dagon si precipitò assieme al resto dell'equipaggio sulla prua del Fantasma. Un gruppetto di navi si stava avvicinando a gran velocità, una in particolare procedeva ad una buona distanza dalle altre. Riconobbe la figura dell'ufficiale di Salladhor in lontananza, però una domanda gli venne subito alla mente.

"Che fine ha fatto il gruppo di navi che stava tra noi e lui? Le hanno prese?"

Cletus anticipò i suoi pensieri. Avevano davvero perso tutte le navi per distrarre i dorniani? Merda! Come cazzo l'avrebbe presa Salladhor?

"Ah! Al primo che arriva, straniero?"

Passandogli affianco Zsalaa parve essere piuttosto divertito dalla situazione, non aveva affatto l'aspetto di uno che aveva perso tutte le sue forze in uno scontro in mare. Che ci fosse qualcos'altro sotto? Beh avrebbe fatto meglio a pensarci dopo, ora era tempo di versare altro sangue. Alzò l'ascia e la voce al cielo, dando indicazioni con entrambe.

"FRECCE INFUOCATE! TRE NAVI LE CIRCONDINO! ZSALAA! TU VIENI CON ME, ABBORDIAMOLE!"

Diede poi indicazione ai suoi uomini e a quelli del pirata di tenersi pronti ad un eventuale salva di frecce nemiche: chi con scudi, chi sfruttando gli anfratti delle navi. Eccezion fatta per gli arcieri, loro avrebbe dovuto continuare a lanciare frecce mentre la distanza coi nemici si riduceva sempre più.

Più le navi dorniane si facevano vicine, più Dagon sentiva il sangue ribollirgli nelle vene. L'assalto alle navi dei coloni non poteva essere considerato una vera battaglia, e per di più il giovane aveva a malapena alzato l'ascia; ora però si sarebbe scontrato con la forza armata che proteggeva le Stepstones, e dubitava che sarebbe stato altrettanto semplice. Doveva stare molto più attento quindi, sarebbe stata dura... eppure non riuscì a trattenere le sue labbra dal formare un feroce sorriso. L'eccitazione di fronte alla sfida era una delle conseguenze del suo retaggio da Uomo di Ferro. Oppure che lo facesse star bene l'idea di versare sangue per il dio che aveva rinnegato?
L'urto tra la sua nave e quella nemica lo colse quasi di sorpresa ma gli anni di addestramento con Dagmer gli permisero di ritrovare subito il senso dell'equilibrio. Prima di un abbordaggio vi è un singolo istante, un solo momento di calma prima che gli uomini alzino le armi e il sangue scorra. Dagon, dando il buon esempio in quanto capitano, si lanciò in equilibrio sul parapetto e sfruttò il suo istante per osservare gli uomini che quel giorno sarebbero morti. Pareva che ancora una volta avesse sopravvalutato le forze del Principe di Dorne: per quanto fossero una minaccia superiore rispetto ai coloni, non avevano alcuna speranza contro la furia vendicativa dei pirati. Il Martell doveva essersi seduto sugli allori dopo la sua vittoria e doveva aver pensato che nessuno avrebbe avuto il coraggio di attaccarlo. Deludente, ma meglio così. Solo un idiota si lamenta per una vittoria facile. Semplicemente avrebbe dovuto tener conto della cosa nei futuri piani...
Ma non era il momento per pensarci. L'istante era già finito.
Strinse l'ascia con entrambe le mani e con un salto fu il primo a saltare nella nave nemica, tranciando nell'atterraggio la gola ad uno dei soldati.

"MASSACRATELI!"

Gli occhi di ghiaccio erano completamente spalancati come se fossero quelli di un pazzo e il suo ghigno pareva feroce quanto quello degli squali che infestavano quelle acque. Considerando poi che alcuni schizzi di sangue dell'uomo che aveva appena ucciso gli erano finito sul volto, la piovra doveva incutere un certo timore poiché i soldati esitarono ad attaccare. Questo diede tempo al resto degli Uomini di Ferro di raggiungerlo a bordo, cominciando così di fatto il vero scontro. Deviò un fendente diretto al suo petto con la testa dell'ascia e sfruttò il disequilibrio dell'avversario per colpirlo alla base del collo; quello cadde immediatamente a terra gorgogliando sangue. Ne seguì un altro che cercò di abbatterlo con un colpo dall'alto verso il basso: Dagon, afferrando la propria arma con entrambe le mani, parò la lama nemica e mollò un calcio al ginocchio del soldato. La gamba non si piegò nella maniera in cui un arto doveva piegarsi. Doveva fare molto male, almeno a giudicare dall'urlo di dolore del dorniano. Fortunatamente non se ne sarebbe dovuto preoccupare per molto; il giovane calò l'arma un'altra volta e quello si unì ai cadaveri che già decoravano il ponte della nave.
Pochi passi e già un altro sfidante gli venne incontro, questa volta armato di lancia. Non esattamente l'arma più adatta ad uno scontro navale, come l'uomo avrebbe presto scoperto. Immediatamente quello tentò un affondo che Dagon evitò semplicemente spostandosi di lato e afferrando l'asta che l'aveva sfiorato con una mano, bloccando di fatto l'arma. Sfruttando la sorpresa del nemico, usò la mano libera per conficcargli in profondità l'ascia nel costato. Quello, oltre al respiro, perse anche la presa sulla lancia e il giovane lo scagliò all'indietro con un possente calcio al petto. Generosamente poi gli ridiede la sua arma, trapassandolo da parte a parte. Sorrise di nuovo; se quelli erano gli uomini che avevano conquistato le Stepstones, i pirati non dovevano essere poi un granché.
Nel frattempo i dorniani erano giunti alla conclusione che affrontarlo uno alla volta non era la migliore delle strategie. Due uomini, armati di lame corte, presero a combattere con lui spostandosi su lati opposti e costringendo l'Uomo di Ferro a stare attento su più fronti. Parando uno dei colpi tuttavia fu più lento del dovuto e uno dei due gli aprì uno squarcio sulla gamba. La loro strategia aveva avuto effetto... quello di farlo incazzare. Con un grido di rabbia si voltò verso quello che l'aveva ferito e lo colse di sorpresa scagliandoli contro l'ascia; l'impatto fu talmente forte che quello fu sbalzato all'interno. Si voltò poi verso il marinaio rimasto che cercò di affondargli la lama nel ventre. Muovendosi di lato e bloccando il polso dell'uomo gli impedì di finire infilzato ma l'arma era comunque riuscita ferirlo lievemente al fianco. Ringhiando, afferrò con entrambe le mani il proprio avversario alzandolo di peso e poi crollando a terra con lui. Quello cercò di continuare a combattere ma si beccò un pugno ben assestato in pieno volto e infine il pugnale del pirata, lestamente estratto e conficcato nel collo di lui, mise fine a quello scontro.
Si prese qualche istante per riprendere il fiato e poi, con un grugnito di dolore, si rimise in piedi. La ferita alla gamba bruciava ma doveva essere superficiale. Poteva ancora camminare, poteva ancora combattere. Mentre la battaglia imperversava attorno a lui, si diresse dove aveva lasciato l'arma: il dorniano, disteso a terra e con il sangue che gli usciva dalla bocca, cercava invano di togliersela dalla cassa toracica dove era penetrata in profondità. Il Greyjoy gli diede una mano e sfoderandola piantò anche un calcio in bocca al caduto. In quel momento ogni razionalità venne meno, c'era solo istinto. Fu più forte di lui.
Alzò l'ascia al cielo e gridò a pieni polmoni.

"PER IL DIO ABISSALE!"

Con un un ringhio piantò l'ascia nell'ascia nella schiena dell'ultimo dorniano che ancora riusciva a trascinarsi sul ponte della nave. Quello emise un debole gorgoglio per poi far ricadere la testa sul legno, ormai pregno di sangue. Il suono di un osso spezzato e carne lacerata seguì poi l'estrazione dell'arma dal cadavere. Dagon poté quindi prendersi un momento di pausa per osservare lo scenario che lo circondava: gli Uomini di Ferro avevano sterminato l'intero equipaggio della nave assaltata e lo stesso poteva dire per Tsalaa e i suoi; le ultime parvenze di resistenza stavano venendo infine falcidiate dagli arcieri sulle altre navi. Un paio di imbarcazioni nemiche erano già in preda alle fiamme. Nessuna schiavitù per quegli uomini, solo una morte dolorosa. Fece un rapido segno ai suoi uomini e quelli immediatamente tornarono con lui sulla nave lunga, staccandosi da quella appena assaltata. L'imbarcazione si avvicinò tranquillamente a quella dell'ufficiale di Salladhor. Lui e la piovra in fondo dovevano parlare.
Un ponte fu appoggiato sui due cornicioni e il giovane, senza perdere tempo, lo oltrepassò con due balzi. Come lui Tsalaa aveva ancora l'arma stretta tra le mani ma vedendolo la rinfoderò subito, tirando fuori invece un sacchetto di pelle pieno di tabacco. L'Uomo di Ferro allargò le braccia con fare interrogativo.

"Dov'è il resto delle navi?"

L'alleato cominciò a tirar fuori il tabacco per la pipa con un sorriso stampato sul volto.

"Hanno fatto una deviazione... Ci sono tante isole nell'arcipelago e, visto che la loro flotta era questa, abbiamo accelerato il piano. Stanno perlustrando quelle più vicine alla costa adesso, verso Est, mentre noi...
Beh, dovremmo occuparci delle cose divertenti, no?"

Quella notizia non poté che rincuorarlo. Aveva temuto che il pirata avesse perso molti uomini in un precedente scontro tra i dorniani, invece aveva semplicemente sfruttato la scarsità di truppe nemiche per massimizzare il danno quanto più possibile. Una scelta che non si sentiva da criticare.

"Avevo in mente una strategia di logoramento ma non credevo che il Martell avesse lasciato così indifesi i suoi territori!"

L'idea originale infatti era di levarsi di torno e vendere i prigionieri prima che i rinforzi dei dorniani li sopraffacessero. Era ormai evidente però che nessun aiuto sarebbe giunto e che il Principe avesse pisciato fuori dal vaso. Le labbra gli si mossero in un sorriso.

"Qual è l'insediamento più ricco in zona?"

Tsalaa si prese il suo tempo per rispondere, accendendosi la pipa.

"Ricco è una parola grossa! Ed onestamente non so nemmeno come si chiami, ma so che per tutti è l'isola di Ahab, un famoso pescatore del passato, mi pare... O cercatore di bestie rare, non so. Si trova più o meno al centro dell'arcipelago, ed è il posto migliore da cui lanciare un bel messaggio a Dorne."

Lui e il pirata si scambiarono un silenzioso sguardo malevolo. La risposta non poteva che essere una sola.

"UOMINI! Bruciate le navi, che il mare se le prenda! E' tempo di razziare!"