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La Torre dei Baelish era oramai alle loro spalle da tempo, il territorio delle Dita sarebbe presto stato abbandonato anche dall'ultimo cavaliere della colonna armata che Philipp Waynwood aveva guidato in quelle terre per epurarle dagli infedeli. Una lunga fila di guerrieri vittoriosi, chi a piedi chi a cavallo, acclamati come eroi osava già immaginare qualcuno, altri sotto voce dicevano che erano stati degli epuratori, dei portatori di giustizia ma soprattutto di pace esprimendo così una sentenza realista e più concreta di quell'ora. Con loro anche tanti prigionieri pronti per essere giudicati al Nido dell'Aquila, l'occhio più preparato di qualche esploratore lo avrebbe già potuto scrutare là in lontananza sulla cima della Lancia del Gigante ma sarebbe stato difficile arrivarci con tutti quei prigionieri al seguito fra briganti, fanatici di Illyria ed il loro più celebre ospite: Lord Baelish, volontario e pentito in cerca di redenzione a tal punto da ospitare il suo aguzzino nella propria carrozza verso il patibolo del giudizio. "Non vi tediate mylord" osò dire Philipp mentre il terzo giorno di viaggio assisteva alle paranoie di Lord Noah. La carrozza di quel Signore era comoda, le ferite del Waynwood gli avevano tolto qualche ora di sonno e la possibilità di cavalcare ma tutto sommato stava bene. Il maestro del castello gli aveva evitato la cancrena, Philipp allora si era ripromesso solo di tenerlo pulito e di non mangiare vegetali rossi o carne secca, nella carrozza aveva quindi voluto con lui una guardia ed un apprendista cerusico, un ragazzetto alle prime armi che durante il viaggio si era unito loro con la voglia di vendicare la morte di un parente caduto per mano dei crimini dei seguaci di Illyria. Il viaggio era tranquillo, Lord Noah non rispondeva alle provocazioni e tutto proseguiva piacevolmente, ogni otto ore circa Philipp cambiava il bendaggio, poneva un impacco di erbe selvatiche raccolte a bordo strada che abbondavano lungo la via e si faceva pulire la ferita dal giovane apprendista con importanti dosi di acqua pulita. Le botte del viaggio, quando la carrozza urtava dei massi o delle buche, non erano certo cosa piacevole ma il giovane Ser avrebbe retto il dolore al fine di giungere al Nido dell'Aquila sano come un pesce e poter affrontare la salita impervia! Il suo compagno di viaggio sbuffava, era anch'egli ferito, e pure di lui il giovane ragazzo si prendeva cura poiché ricordava Philipp "Non vorremmo che arrivaste debilitato al giudizio dei Sette!" scherzando sulla situazione pendente in cui versava la testa dell'uomo di Casa Baelish. Ma il vero protagonista di quel viaggio sarebbe stato Jeb, quello era il nome del ragazzetto adibito alle cure, una pedina come tante altre nello scacchiere più grande della partita in cui però avrebbe svolto il compito fondamentale di curare non uno ma ben due degli alfieri della squadra per un certo senso. A lui le attenzioni del cavaliere di Ironoaks in cerca di nuovi ufficiali con i quali ricostruire le fila di un esercito della Valle di Arryn uscito afflitto dalla guerra e provato dai tumulti interni. Ad una delle tante pause, per far riposare uomini e cavalli, durante il cambio dei bendaggi il ragazzo si mostrò delicato, curato e preciso. Doti rare ma quanto più necessarie notate da un Philipp a denti stretti intento a non pensare a quella ferita ancora in corso di guarigione! "Ogni scontro una ferita" sussurrò qualcuno ma il giovane Ser rispose senza battere ciglio "Quelle che fanno più male sono le ferite che non si vedono! E il nostro territorio, la nostra Valle, è profondamente ferita!" quindi prese alzandosi e una volta salito sulla carrozza fece cenno di ripartire, Nido dell'Aquila lì attendeva!
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