Mare > Montagna

Libera di Cura - Dagon

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    Alfiere

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    Era finita. Tutti gli eventi, le preparazioni compiute, le sfide affrontate lo avevano condotto a quel momento: le Stepstones erano sue. Beh tecnicamente appartenevano a Salladhor Saan ma quello era un dettaglio che il tempo e la pazienza avrebbero potuto risolvere. Per quella serata si sarebbe accontentato della bottiglia che teneva in mano e di un po' di solitudine. Si era allontanato dal resto dei festeggiamenti dirigendosi su una spiaggia dell'isola, non troppo distante dal punto in cui la sua ascia aveva incontrato il cranio del Codd qualche ora prima. Il riflesso della luna si muoveva a malapena in quella acque così tranquille; quasi non pareva che ci fossero vari cadaveri a popolare il fondale marino.
    Una fitta di dolore al fianco lo colse di sorpresa. Si era quasi dimenticato di aver combattuto una battaglia e aveva trascurato le sue ferite. Non erano nulla di ché ma forse era meglio trovare un cerusico prima che si infettassero.

    My mother told me
    Someday I would buy


    Una voce femminile aveva intonato una canzone, riempiendo l'aria notturna. Ed era una voce stranamente familiare...

    Galleys with good oars
    Sails to distant shores


    Non proveniva dalla città quindi non poteva essere una delle cittadine che si univa ai festeggiamenti. No, la canzone arrivava da oltre le sue spalle, arrivava... dal mare. Si voltò di scatto e lì la vide: una testa che spuntava dalla superficie dell'acqua, i capelli neri galleggiavano al ritmo delle onde. L'alba era ancora lontana, la luna al momento era la sua unica fonte di luce, eppure era sicuro di aver riconosciuto quel volto.

    "Astrid..."

    Stand up high on the prow
    Noble barque I steer
    Steady course for the haven
    Hew many foe-men
    Hew many foe-men


    Dagon iniziò a correre in maniera scomposta verso di lei. L'acqua che man mano gli arrivava fino alla vita rendeva difficili i movimenti e l'alcool con cui aveva riempito lo stomaco per tutta la serata di certo non aiutava. Astrid nel frattempo continuava a cantare, completamente incurante dei richiami dell'uomo che un tempo amava. Preso com'era dal desiderio di raggiungerla, il Greyjoy fu disattento e mise un piede fuori posto cadendo di faccia nell'acqua salata. Si risollevò quasi immediatamente ma della ragazza non c'era alcuna traccia. Rimase in silenzio per qualche momento, respirando affannosamente, poi con grugnito di rabbia sbatté un pugno contro la superficie dell'acqua. Si passò entrambe le mani sul volto, cercando di mantenere la calma. Doveva aver bevuto decisamente troppo quella sera e la sua mente gli aveva fatto pagato il prezzo con quello scherzo di merda.
    Come poteva aver creduto che Astrid fosse effettivamente a pochi metri da lui? Era morta da anni ormai, il suo cadavere probabilmente ormai era già stato stato digerito dai pesci. Con il suo arrivo alle Stepstones pensava di poter abbandonare tutto ciò che riguardava la sua vecchia vita, ma a quanto pare il passato non era intenzionato a lasciarlo andare.
    Avrebbe fatto meglio a tornare al suo giaciglio e farsi una bella dormita, eppure... qualcosa lo tratteneva in acqua. Non era "trattenuto" nel senso letterale del termine, non c'era nulla a bloccargli le gambe; il mare però, con l'andamento regolare delle sue onde, gli trasmetteva una sensazione di pace che mai aveva provato in vita. Le sue dita si ritrovarono ad accarezzare leggermente la superficie dei flutti mentre la testa si faceva sempre più leggera. Si accorse di essere caduto all'indietro solo quando l'acqua lo avvolse completamente e anche in quel momento non provò panico, percependo il tocco del mare alla pari di una carezza gentile che attraversava il suo intero corpo. Nella sua mente invece numerosi immagini presero a susseguirsi in rapida presenza: Astrid che gli sorrideva nuda al chiarore della luna, il fragore di una tempesta che lo travolgeva, il cadavere della sua amata che affondava nelle profondità, una figura umana che smuoveva il mare stesso per combattere il cielo...
    Più di ricordi, meno di visioni. Come percorso da una scarica elettrica, Dagon fuoriuscì di corsa dal mare accasciandosi sulla spiaggia e vomitando acqua salata. Fu solo dopo aver ripreso a respirare con regolarità si rese conto che le fitte che lo stavano spingendo a cercare un guaritore lo avevano abbandonato. Ulteriori ricerche, dopo aver scostato un poco le sue vesti, rivelarono con sua sorpresa che le ferite ricevute durante l'assalto all'isola si erano completamente richiuse, lasciando spazio solo cicatrici sbiadite. Fu quello il primo momento in tutta la sua vita in cui il giovane fu certo che il mare nascondeva ben più di quel si poteva immaginare. Qualcosa per cui forse valevano la pena combattere.



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    Libera di cura usando "Acqua del Mare"

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1 replies since 16/10/2021, 02:51   63 views
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